The Complete Poems
Tutte le poesie
F551 - 600
Traduzione e note di Giuseppe Ierolli
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Indice Franklin
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F551 (1863) / J562 (1862)
Conjecturing a Climate Of unsuspended Suns - Adds poignancy to Winter - The shivering Fancy turns To a fictitious Country |
Ipotizzare un Clima Di ininterrotti Soli - Fa più pungente l'Inverno - L'intirizzita Fantasia si volge A un Paese fittizio |
Pensare al sole dell'estate durante i rigori invernali rende più pungente il gelo ma ci aiuta anche a mitigarlo, a immaginare un paese fittizio che non sia sottoposto ai rigori della temperatura e della latitudine. |
F552 (1863) / J396 (1862)
There is a Languor of the Life More imminent than Pain - 'Tis Pain's Successor - When the Soul Has suffered all it can - A Drowsiness - diffuses - The Surgeon - does not blanch - at pain And he will tell you - Skill is late - |
C'è un Languore della Vita Più minaccioso del Dolore - È il Successore del Dolore - Quando l'Anima Ha sofferto tutto ciò che poteva - Un Torpore - si diffonde - Il Chirurgo - non si arresta - davanti al dolore Ed egli vi dirà - che è tardi per la sua Scienza - |
Il dolore lascia almeno la capacità di combattere. Davanti al "languore della vita" nemmeno lo "skill" (letteralmente "abilità, esperienza") del chirugo può servire. Per altri versi si può anche leggere che talvolta questo "languore" è l'unica difesa contro il dolore: lasciar avviluppare la propria coscienza da quelle brume che cancellano anche le rupi, permette di cancellare quella vitalità che ci rende coscienti della sofferenza. |
F553 (1863) / J397 (1862)
When Diamonds are a Legend, And Diadems - a Tale - I Brooch and Earrings for Myself, Do sow, and Raise for sale - And tho' I'm scarce accounted, |
Quando i Diamanti sono una Leggenda, E i Diademi - Una Favola - Spille e Orecchini per Me, Semino, e Coltivo per venderli - E sebbene io sia scarsamente considerata, |
Quando è inverno i fiori/gioielli sono solo una leggenda, una favola a cui si stenta a credere, ma io li semino e li coltivo con amore, per offrirli, un giorno d'estate, a chi saprà apprezzarli, sia essa una regina o una farfalla. |
F554 (1863) / J398 (1862)
I had not minded - Walls - Were Universe - one Rock - And far I heard his silver Call The other side the Block - I'd tunnel - till my Groove But 'tis a single Hair - A limit like the Vail |
Non baderei - a Mura - Fosse l'Universo - Una Rocca - E lontano sentissi il suo argenteo Richiamo Dall'altro lato dell'Ostacolo - Scaverei - finché la mia Galleria Ma non è che un Capello - Un limite come il Velo |
Niente mi terrebbe lontana da lui. Se l'universo fosse una rocca con torri merlate e mura di difesa scaverei nella roccia fino ad incontrarlo. Ma ci dividono veramente mura, rocche, bastioni? O fra noi non ci sono che fili sottili, ragnatele - anche se adamantine -, bastioni di paglia? In realtà ciò che ci divide è molto sottile, come un velo che non cela il volto di chi lo porta, ma è un tessuto che inganna: "in ogni maglia - una cittadella - e draghi - in ogni piega". |
F555 (1863) / J399 (1862)
A House upon the Hight - That Wagon never reached - No Dead, were ever carried down - No Peddler's Cart - approached - Whose Chimney never smoked - Whose fate - Conjecture knew - |
Una Casa lassù in Alto - Che da Carro non fu mai raggiunta - Nessun Morto, mai ne discese - Nessun Venditore Ambulante - vi si accostò - Il suo Comignolo non mandava mai fumo - Il suo fato - conosceva la Congettura - |
Una sorta di indovinello, la cui soluzione potrebbe essere il misterioso posto che dovrebbe accogliere l'anima, la casa celeste ("Hight" - v. 1 - ha anche un significato più immateriale di elevazione indeterminata) che riproduce quella terrena (il comignolo - ma senza fumo -, le finestre - ma senza vita interna, l'alba e il tramonto). Solo là si può conoscere la "congettura" (ED usa questa parola quando deve parlare del mistero di ciò che ci attende dopo la morte) e noi, di qua, non siamo in grado di saperne niente, perché mai nessuno di quelli che ci sono andati è tornato per svelare il mistero. |
F556 (1863) / J390 (1862)
It's Coming - the postponeless Creature - It gains the Block - and now - it gains the Door - Chooses it's latch, from all the other fastenings - Enters - with a "You know Me - Sir"? Simple Salute - and certain Recognition - |
Sta Arrivando - l'improrogabile Creatura - Raggiunge l'Edificio - e subito - raggiunge la Porta - Sceglie il suo chiavistello, fra tutte le altre serrature - Entra - con un "Mi conosce - Signore?" Semplice il Saluto - e certo il Riconoscimento - |
Una descrizione senza fronzoli della morte come improvviso, e improrogabile, visitatore dai modi spicci anche se cortesi. |
F557 (1863) / J308 (1862)
I send Two Sunsets - Day and I - in competition ran - I finished Two - and several Stars - While He - was making One - His own was ampler - but as I |
Mando Due Tramonti - Il Giorno ed io - partecipammo alla gara - Io ne finii Due - e svariate Stelle - Mentre Lui - ne faceva Uno - Il suo era più ampio - ma come |
Questa volta il tema dell'irrappresentabilità della bellezza di un tramonto (cfr. J291-F327 e J307-F549) viene in un certo senso rovesciato (anche se in termini colloquiali e umoristici), visto che l'invio del primo verso si riferisce a qualcosa di concreto, fatto con le mani di chi lo manda, e che questo qualcosa non raggiunge certo la grandezza del modello ma è, comunque, "più comodo da tenere in mano". Nella prima edizione (The Single Hound, Boston, 1914) era aggiunta una nota: "Spedita con fiori vivaci"; si deve perciò presumere che "I finished Two" del terzo verso si riferisca a due mazzi di fiori o a qualche composizione floreale. |
F558 (1863) / J391 (1862)
A Visitor in Marl - Who influences Flowers - Till they are orderly as Busts - And Elegant - as Glass - Who visits in the Night - But whom his fingers touched - |
Un Ospite in Marna - Che influisce sui Fiori - Finché diventano ordinati come Busti marmorei - Ed Eleganti - Come Vetro - Che visita di Notte - Ma chi è toccato dalle sue dita - |
Il gelo-morte passa, colpisce e se ne va, lasciando dietro di sé il nulla, come se chi è stato toccato non fosse mai esistito. L'ultimo verso può essere interpretato come una negazione dell'immortalità o anche come l'immagine di una immortalità senza più relazione con la vita che abbiamo vissuto. |
F559 (1863) / J392 (1862)
Through the Dark Sod - as Education - The Lily passes sure - Feels her White foot - no trepidation - Her faith - no fear - Afterward - in the Meadow - |
Attraverso la Buia Zolla - per Istruirsi - Il Giglio passa sicuro - Non avverte il suo Candido piede - trepidazione - Né la sua fede - ha paura - Dopo - nel Prato - |
Il giglio passa attraverso il buio della zolla in cui è posato il seme che lo farà nascere, si fa largo senza paura in quegli oscuri meandri, e quando sboccia imperioso nel prato e sfoggia la sua "corona di berillio" l'estasi di vivere gli fa dimenticare la fatica di nascere. |
F560 (1863) / J393 (1862)
Did Our Best Moment last - 'Twould supersede the Heaven - A few - and they by Risk - procure - So this Sort - are not given - Except as stimulants - in A Grant of the Divine - |
Se il Momento più Bello durasse - Rimpiazzerebbe il Cielo - Pochi - e a proprio Rischio - se ne ottengono - Perciò di tal Fatta - non ne vengono dati - Se non come incitamento - in Una Concessione del Divino - |
I momenti più belli non durano e quasi sempre ci lasciano l'amaro in bocca; ma è normale che sia così: se la vita ce ne riservasse troppa non avremmo forse più bisogno di quell'illusione che chiamiamo Cielo. |
F561 (1863) / J555 (1862)
Trust in the Unexpected - By this - was William Kidd Persuaded of the Buried Gold - As One had testified - Through this - the old Philosopher - 'Twas this - allured Columbus - The Same - afflicted Thomas - |
Confida nell'Inaspettato - Per esso - fu William Kidd Persuaso dell'Oro Sepolto - Come Qualcuno aveva testimoniato - Attraverso esso - il vecchio Filosofo - Fu esso - che attirò Colombo - Lo Stesso - afflisse Tommaso - |
Un elogio dell'inaspettato, di qualcosa che magari sta al di là della nostra comprensione o sembra irraggiungibile. Con quattro esemplificazioni scandite nelle quattro strofe. William Kidd (vedi anche la J11-F38), il corsaro che crede nell'esistenza dell'oro sepolto, magari considerato dai più una storia senza fondamento, e lo trova. L'alchimista, che riesce, proprio per averci creduto, a trovare la pietra filosofale, sempre negata agli sforzi degli uomini. Colombo, che scopre l'America a dispetto dello scetticismo della sua città d'origine. E infine Gesù, che invita lo scettico Tommaso a lasciarsi andare alla fede senza pretendere prove razionali (Marisa Bulgheroni, nel Meridiano, annota: "In Tommaso la visionaria Emily denuncia quella certa ottusità mascherata di rigore che coglieva in padri e maestri"). |
F562 (1863) / J394 (1862)
'Twas Love - not me - Oh punish - pray - The Real one died for Thee - Just Him - not me - Such Guilt - to love Thee - most! Let Justice not mistake - |
Fu l'Amore - non io - Oh punisci - ti prego - Chi Realmente morì per Te - Solo Lui - non me - Quale Colpa - amarti - così tanto! Non lasciare che la Giustizia sbagli - |
Singolare sdoppiamento fra l'amore e chi ama. Può forse significare che quando l'amore colpisce non c'è difesa per il colpito. Non è lui/lei il colpevole, ma quel sentimento che si è impadronito di una persona e va avanti da solo. |
F563 (1863) / J556 (1862)
The Brain, within it's Groove Runs evenly - and true - But let a Splinter swerve - 'Twere easier for You - To put the Waters back - |
Il Cervello, dentro il suo Solco Scorre uniforme - e regolare - Ma lascia che una Scheggia sbandi - Sarebbe più facile per Te - Riportare indietro le Acque - |
La nostra vita interiore scorre tranquilla, regolare, nel solco dell'abitudine. Ma basta una piccola deviazione, anche soltanto una scheggia che sbandi e la nostra mente diviene incontrollabile, quasi impossibile da tenere a freno, come le acque di una piena che abbia riempito le valli fra le colline, scavandosi una strada tutta per sé e spazzando via tutto ciò che incontra. |
F564 (1863) / J557 (1862)
She hideth Her the last - And is the first, to rise - Her Night doth hardly recompense The Closing of Her eyes - She doth Her Purple Work - To imitate her life |
Si nasconde per ultima - Ed è la prima, a levarsi - La Sua Notte difficilmente ricompensa Il Chiudersi dei Suoi occhi - Fa il Suo Purpureo Lavoro - Imitare la sua vita |
Probabilmente il soggetto della poesia è il sole: si nasconde sotto l'orizzonte, si leva, ha una notte troppo corta per riposarsi dal purpureo lavoro che svolge. Ho comunque lasciato il genere femminile, visto che il sole, in fin dei conti, è una stella. |
F565 (1863) / J395 (1862)
Reverse cannot befall That fine Prosperity Whose Sources are interior - As soon - Adversity A Diamond - overtake |
Un rovescio non può capitare A quella superiore Prosperità Le cui Origini sono interiori - Tanto quanto - un'Avversità Un Diamante - possa raggiungere |
Un rovescio può essere finanziario, può colpire l'esterno, non qualcosa che è ben radicato in noi, come un diamante ben piantato nel sottosuolo delle lontane, esotiche terre boliviane. La sfortuna può anche trovarlo, come può scovare ciò che abbiamo dentro, ma non ha strumenti per far danno a qualcosa che non si scalfisce. |
F566 (1863) / J558 (1862)
But little Carmine hath her face - Of Emerald scant - her Gown - Her Beauty - is the love she doth - Itself - exhibit - mine - |
Solo un po' di Carminio ha il suo viso - Di Smeraldo scarsa - la sua Veste - La sua Bellezza - è l'amore che esprime - Lui - a testimonianza - del mio - |
Oltre al manoscritto nei fascicoli, riportato sopra, ne esiste un altro, descritto nell'edizione Franklin (p. 563): "Una bella copia, indirizzata a 'Miss Whitney' sul verso e firmata 'Emily', fu apparentemente spedita a Maria Whitney, forse mentre era in visita a Susan Dickinson, e rimase in suo possesso. Il manoscritto, che non era fra quelli che la Whitney affidò a Mabel Todd dopo il 1890 perché ne facesse una copia, passò in altre mani e l'8 dicembre 1989 fu venduto a New York da Christie, nell'asta dei beni di Gertrude B. Oresman." |
Un biglietto che probabilmente accompagnava un fiore: povero, senza troppi ornamenti, ma che esprime e testimonia l'amore di chi lo dona. |
F567 (1863) / J559 (1862)
It knew no Medicine - It was not Sickness - then - Nor any need of Surgery - And therefore - 'twas not Pain - It moved away the Cheeks - It left the little Tint If momently ajar - |
Non conosceva Medicina - Non era una Malattia - allora - Non aveva affatto bisogno di Chirurgia - E quindi - non era una Pena - Spianò le Guance - Lasciò la Tinta indefinita Se momentaneamente socchiuso - |
Ancora una descrizione, sempre diversa, del momento della morte. Qui viene prima definita in negativo, per quello che "non" è: non è una malattia, né una pena, perché non ha bisogno della medicina o della chirurgia. Agisce sul volto di chi muore; ne spiana le guance, rendendone il profilo più liscio; rimuove il colorito della vita per lasciare quello della morte, un colore che non ha nome, che può essere paragonato solo a quello di una statua. Di chi è la colpa di questo passaggio dalla vita: bella, rosea, colorita, alla morte: priva di attrattive, cerea, senza colore? Forse del paradiso, a cui l'audacia di chi muore si accosta fiducioso, per poi languire per sempre di fronte a quello che vede di là: lo spegnersi, lo sfiorire, il nulla di una morta definitiva al posto di quell'immortalità e felicità promessa. |
F568 (1863) / J560 (1862)
It knew no lapse, nor Diminuation - But large - serene - Burned on - until through Dissolution - It failed from Men - I could not deem these Planetary forces |
Non conobbe errore, né Riduzione - Ma grande - sereno - Divampò - finché attraverso la Dissoluzione - Si dileguò dagli Uomini - Non posso credere queste forze Planetarie |
I versi della seconda strofa (con minime varianti: "I did not deem that Planetary forces annulled - but suffered an Exchange of Territory, or World -") sono all'inizio di una lettera a Higginson (L280, febbraio 1863), scritta da ED quando seppe che il suo corrispondente letterario era stato nominato, nel dicembre dell'anno precedente, colonnello di un reggimento di soldati neri nel South Carolina, durante la guerra civile. |
L'eroe, ma anche la persona giusta, non conobbe mai errori e diminuzioni del suo prestigio e della sua autorità. La sua vita fu come una fiammata che illuminava gli altri, finché la morte non lo separò dagli uomini. Ma non posso credere che una tale forza sia ormai annullata, perduta. Preferisco pensare che ci sia stato soltanto un cambio di territorio, o di mondo. |
F569 (1863) / J371 (1862)
A precious - mouldering pleasure - 'tis - To meet an Antique Book - In just the Dress his Century wore - A privilege - I think - His venerable Hand to take - His quaint opinions - to inspect - What interested Scholars - most - When Sappho - was a living Girl - He traverses - familiar - His presence is Enchantment - |
Un prezioso - polveroso piacere - è - Incontrare un Libro Antico - Proprio nell'Abito che vestiva il suo Secolo - Un privilegio - penso - Prendere la sua venerabile Mano - Le sue antiquate opinioni - esaminare - Cosa interessava gli Studiosi - di più - Quando Saffo - era una Ragazza viva - Egli attraversa - con familiarità - La sua presenza è un Incantesimo - |
Un libro antico diventa specchio fedele del passato e riesce a farci viaggiare nel tempo, come se potessimo entrare direttamente in storie o idee ormai così lontane da noi e materializzare le nostre fantasie su secoli che non saremo mai in grado di conoscere direttamente. Negli ultimi versi il libro sembra assumere vita propria, come se volesse allettarci con sue affascinanti promesse, sapendo tuttavia che non riuscirà mai a rendere appieno le storie che ci racconta. |
F570 (1863) / J532 (1862)
I tried to think a lonelier Thing Than any I had seen - Some Polar Expiation - An Omen in the Bone Of Death's tremendous nearness - I probed Retrieveless things From the belief that Somewhere - I plucked at our Partition - I almost strove to clasp his Hand, |
Cercai di pensare a una Cosa più sola Di quante ne avessi mai viste - Qualche Polare Espiazione - Un Presagio nelle Ossa Della tremenda vicinanza della Morte - Sondai l'Irrecuperabile Dal credere che in qualche Luogo - Strappai via ciò che ci Divideva - Quasi lottai per afferrare la sua Mano, |
ED interroga se stessa, o meglio cerca in se stessa la compagna della propria consapevole, eretica, angosciosa solitudine, quasi che la ricerca di qualcuno più solo di lei non potesse avvenire che "dentro" di lei. Una sorta di "doppio" di se stessa che possa condividere la pietà, la compassione che proviamo per il nostro "io" quando ci troviamo soli di fronte alla "Polare Espiazione - Un Presagio nelle Ossa / Della tremenda vicinanza della Morte -". Cerca ben dentro se stessa, in quell'intimo recesso della mente che sembra sia irrecuperabile, tanto è nascosto e profondo. Cerca "dentro la stretta del pensiero" l'altra creatura, anch'essa "dell'amore celeste - dimentica". Per trovarla non esita a strappare ciò che le divide, a sollevare le mura delle celle contigue, fino ad arrivare all'altro al "gemello d'orrore". E quando, dopo aver duramente lottato, riesce ad afferrarne la mano, a sentirne la vicinanza, che renderà meno dura l'altra "vicinanza", quella della morte, sente crescere la voluttà, un piacere ardente che troverà la sua catarsi nella reciproca pietà, nella reciproca compassione per il ritrovarsi nella condizione umana, mortale e angosciosa. |
F571 (1863) / J533 (1862)
Two Butterflies went out at Noon - And waltzed upon a Farm - Then stepped straight through the Firmament And rested, on a Beam - And then - together bore away If spoken by the distant Bird - |
Due Farfalle uscirono a Mezzogiorno - Per un valzer su una Fattoria - Poi s'incamminarono dritte attraverso il Firmamento - E riposarono, su un Raggio - E poi - insieme s'involarono Se parlarono a un lontano Uccello - |
Questa poesia fu praticamente riscritta da ED nel 1878. Il manoscritto (riprodotto in: Bolts of Melody, New Poems of Emily Dickinson, edited by Mabel Loomis Todd and Millicent Todd Bingham, New York, Harper & Brothers, 1945, pp. xx-xxi) contiene decine di varianti ed è di difficile decifrazione. Di seguito riporto la ricostruzione contenuta nell'edizione Franklin:
È però interessante anche curiosare nelle varianti dickinsoniane, molto presenti nei suoi manoscritti, ma in questo caso in misura veramente inusuale. In entrambe le edizioni critiche sono riportate tutte le varianti, con qualche differenza di interpretazione, ma qui ho scelto di riprodurre la ricostruzione contenuta nel libro curato da Mabel e Millicent Todd, dove le modifiche sono indicate verso per verso (anche qui con alcune differenze rispetto alle due edizioni critiche e con l'omissione, usuale in questa edizione, delle maiuscole e dei trattini), con un risultato che può dar luogo ad una lettura molto stimolante per chi voglia seguire la scintillante e divertita fantasia di ED. La ricostruzione finale delle Todd è quella formata dai versi in neretto.
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Un divertissement o una metafora della vita e della morte? Probabilmente un po' tutt'e due. Le farfalle escono a mezzogiorno, si fanno un bel valzerotto sorvolando i campi e poi salgono verso il cielo, riposandosi per un po' su un raggio di sole. Poi s'involano e spariscono alla nostra vista. Nulla si sa più di loro, nessun porto ne registra l'arrivo, né arrivano notizie di qualcuno che le abbia incontrate. Un po' come un giramondo che se ne va e non dà più notizie di sé. Dopo quindici anni ED la riprende, elimina l'ultima parte (che faceva pendere la bilancia dalla parte della metafora) e lascia soltanto il divertissement, con quella ironica morale finale e, soprattutto, divertendosi a scarabocchiare le due pagine del manoscritto, veramente complicato da decifrare. |
F572 (1863) / J304 (1862)
The Day came slow - till Five o'clock - Then sprang before the Hills Like Hindered Rubies - or the Light A Sudden Musket - spills - The Purple could not keep the East - The Happy Winds - their Timbrels took - The Orchard sparkled like a Jew - |
Il giorno arrivò lentamente - fino alle Cinque - Poi spuntò davanti alle Colline Come Rubini celati - o la Luce Che spande Improvvisa - un Moschetto - La Porpora non riuscì a trattenere l'Oriente - I Venti Felici - presero i loro Tamburelli - Il Frutteto luccicò come un Ebreo - |
Lo spuntare dell'alba dipinto come una sontuosa esplosione di luce e di vita, uno spettacolo a cui siamo invitati ogni giorno e la cui grandiosa bellezza non finisce mai di stupircici. |
F573 (1863) / J1053 (1862)
It was a quiet Way - He asked if I was His - I made no answer of the Tongue, But answer of the Eyes - And then he bore me high The World did drop away The Gulf behind - was not - No Seasons were - to us - |
Fu con Fare tranquillo - Che chiese se ero Sua - Non diedi risposta di Lingua, Ma risposta di Occhi - Allora mi portò in alto Il Mondo si staccò via via L'Abisso dietro noi - non c'era - Non c'erano Stagioni - per noi - |
La versione riportata è quella nei fascicoli. Esiste un altro manoscritto, a matita e firmato "Emily", databile nel 1865 e che sembrerebbe non essere mai stato spedito. Il testo è sostanzialmente simile e non è suddiviso in strofe. |
I primi due versi fanno pensare alla tenera domanda di una amante, ma andando avanti nella lettura ci si accorge che il soggetto di questa poesia è più probabilmente la morte, come sempre di genere maschile nei versi di ED. Lo fa pensare la fuga dal "mortale clamore", il mondo che si allontana come se salissimo in alto con un pallone, i continenti "nuovi" perché estranei alla nostra esperienza concreta. Il richiamo all'eternità della fine della quarta strofa è più ambiguo; potrebbe essere letto come "fu come se avessimo raggiunto l'eternità in questo mondo, prima di quella che ci aspetta nell'altro", e in questo caso è evidente il riferimento all'appagamento amoroso, ma anche come "il mistero dell'eternità si dispiegò all'improvviso ancor prima di aver concluso il viaggio verso l'eternità che ci aspetta nell'aldilà", che sembrerebbe un riferimento al misterioso momento della morte, tante volte analizzato da ED. La stessa cosa si può dire dell'ultima strofa, dove quell'alba perenne può essere, ancora una volta, l'appagamento amoroso come l'eterna gioia celeste. Come sempre, le due possibili interpretazioni non collidono fra di loro, ma si fondono in una sorta di unione amore-morte non certo inusuale nella poesia di ED e nella letteratura in genere. |
F574 (1863) / J372 (1862)
I know lives, I could miss Without a Misery - Others - whose instant's wanting - Would be Eternity - The last - a scanty Number - |
Conosco vite, che potrei perdere Senza Sofferenza - Di altre - un istante di assenza - Sarebbe un'Eternità - Queste ultime - un Numero esiguo - |
Le persone a cui teniamo veramente sono pochissime rispetto all'indifferenziata folla paragonata a un orizzonte di moscerini. |
F575 (1863) / J373 (1862)
I'm saying every day "If I should be a Queen, Tomorrow" - I'd do this way - And so I deck, a little, If it be, I wake a Bourbon, Court is a stately place - And perch my Tongue Put from my simple speech all plain word - Better to be ready - And the surprised Air |
Dico ogni giorno "Se fossi una Regina, Domani" - Farei in questo modo - E così mi adorno, un po', Se mi accadesse, di svegliarmi Borbone, La Corte è un luogo solenne - E appoggio la Lingua Elimino dai miei semplici discorsi ogni parola comune - Meglio essere pronta - E l'Aria stupita |
La "corte" (v. 9), la "maestà" (v. 11), il "rango" (v. 14), ovvero una situazione nuova, diversa da quella di tutti i giorni in cui i discorsi sono semplici e la vita scorre sui binari consueti, possono essere interpretati come la speranza che c'è sempre in noi di raggiungere qualcosa di più elevato, ma anche, e forse più probabilmente, come la consapevolezza di essere ogni giorno in balia di un destino che non conosciamo, che potrebbe chiamarci in ogni momento in quella Corte celeste che ci promette l'immortalità, un viaggio per il quale dobbiamo cercare di essere sempre pronti. |
F576 (1863) / J305 (1862)
The difference between Despair And Fear - is like the One Between the instant of a Wreck And when the Wreck has been - The Mind is smooth - no Motion - |
La differenza tra Disperazione E Paura - è come Quella Fra il momento di un Naufragio E quando il Naufragio è avvenuto - La Mente è liscia - nessun Movimento - |
La disposizione nei versi dei termini della similitudine: disperazione - paura / momento del naufragio - naufragio avvenuto, dovrebbe, presumo, essere letta a rovescio, ovvero la paura accostata ai momenti che precedono un dolore e la disperazione, intesa come "speranza ormai perduta", al fatto avvenuto. Nella paura c'è infatti un elemento di incertezza che viene meno quando lascia spazio alla disperazione del dopo. La seconda strofa la leggo come una descrizione della disperazione, profonda ma ormai rassegnata a ciò che è diventato un passato da ricordare e non è più un futuro da temere o su cui sperare. Fantasiosa come al solito l'immagine finale, l'occhio cieco della statuaria classica, immobile e rassegnato alla perdita della sua funzione primaria, ma anche all'impossibilità di "vedere" nel senso di "capire". |
F577 (1863) / J374 (1862)
I went to Heaven - 'Twas a small Town - Lit - with a Ruby - Lathed - with Down - Stiller - than the fields |
Andai in Cielo - Era una piccola Città - Illuminata - da un Rubino - Lastricata - di Piume - Più silenziosa - dei campi |
ED cerca di descriverci l'aldilà con immagini che trasmettano l'evanescente inafferrabilità di un luogo che possiamo solo immaginare. |
F578 (1863) / J375 (1862)
The Angle of a Landscape - That every time I wake - Between my Curtain and the Wall Upon an ample Crack - Like a Venetian - waiting - The Pattern of a Chimney - The Seasons - shift - my Picture - From Polar Caskets - fetched me - |
L'Angolo di Paesaggio - Che ad ogni risveglio - Fra la Tenda e il Muro Sopra un'ampia Fessura - Come una Veneziana - in attesa - La Sagoma di un Comignolo - Le Stagioni - mutano - il mio Quadro - Da Scrigni Polari - mi ha portato - |
Il paesaggio che vedo a ogni risveglio è sempre lo stesso: da una sottile fessura, tra la tenda e il muro, un ramo di melo, un comignolo, una collina e, se la tenda è un po' scostata, anche la banderuola sulla cima del campanile. Queste sono le cose che restano immutate, ma i cicli della natura fanno sì che questo quadro fisso abbia comunque i suoi cambiamenti, anche se limitati al ramo: prima le mele del colore dello smeraldo, poi solo il ramo spoglio e, più in là, gli scintillanti diamanti del gelo invernale. |
F579 (1863) / J683 (1862)
The Soul unto itself Is an imperial friend - Or the most agonizing Spy - An Enemy - could send - Secure against it's own - |
L'Anima per se stessa È un'amica imperiale - O la più angosciante Spia - Che un Nemico - possa inviare - Sicura di fronte al suo io - |
Il testo riportato sopra è nei fascicoli. Altre due copie, praticamente identiche, furono inviate a Higginson (acclusa alla lettera L280) e a Susan. |
Come in altre poesie, anche in questa ED sembra precorrere le teorie freudiane. Qui è l'anima che, chiusa in se stessa, recita tutte le parti: l'amica imperiale, l'angosciante spia, la sola di cui aver paura e verso la quale provare un reverente timore. Un "Io" totalizzante che, se riesce a star bene con se stesso, se è sicuro di fronte a se stesso, non deve temere niente. Ma se ciò non accade, l'anima può diventare la peggior nemica di se stessa, quella più difficile da individuare e sconfiggere, perché sarebbe come sconfiggere il nostro stesso "Io". |
F580 (1863) / J534 (1862)
We see - Comparatively - The Thing so towering high We could not grasp it's segment Unaided - Yesterday - This Morning's finer Verdict - Perhaps 'tis kindly - done us - To spare these striding spirits |
Noi vediamo - Relativamente - La Cosa che torreggiava così in alto Tanto da non poterne afferrare la struttura Senza aiuto - Ieri - Il più fine Verdetto di Stamane - Forse è un favore - fatto a noi - Risparmiare a questi spiriti che incedono |
È difficile avere valori assoluti. Giudichiamo, vediamo, sempre con gli occhi del momento, e ciò che ci sembrava terribile, che ci sovrastava solo ieri, oggi ci sembra quasi insignificante, ci sorprendiamo di come lo abbiamo sopravvalutato. Non conosciamo i disegni divini, forse questa nostra capacità di comparare, di non essere mai certi dell'assoluto, questo strapparci le nostre certezze, le cose che ci appartenevano e che sembravano così importanti per poi diventare insignificanti, è ciò che ci aiuta a vivere. Ciò che magari risparmia a noi, spiriti che incedono, ovvero anime che hanno un corpo, qualche mattino di inquietudine, di tristezza.
Gli ultimi due versi concludono e, in un certo senso rovesciano, quello che precede, lasciando un senso di incertezza. Quello svegliarsi fra le braccia di un moscerino, quel renderci conto che i nostri giganti sono ormai lontani, è parte di questa sorta di percorso che ci permette di dare sempre meno importanza agli accadimenti della vita, o è il rimpianto di averli ormai persi, quei giganti, e di dover continuare a vivere nelle braccia di un insignificante moscerino? |
F581 (1863) / J376 (1862)
Of Course - I prayed - And did God Care? He cared as much as on the Air A Bird - had stamped her foot - And cried "Give Me" - My Reason - Life - I had not had - but for Yourself - 'Twere better Charity To leave me in the Atom's Tomb - Merry, and nought, and gay, and numb - Than this smart Misery. |
Certamente - pregai - E Dio se ne Curò? Se n'è curato come se nell'Aria Un Uccello - avesse puntato i piedi - E gridato "Dammelo" - Ragione - di Vita - Non ho avuto - se non per Te - Sarebbe stato più Caritatevole Lasciarmi nella Tomba dell'Atomo - Allegra, e annullata, e felice, e insensibile - Che questa lancinante Sofferenza. |
Ho chiesto soltanto una cosa, l'unica che fosse per me ragione di vita, e Dio non se n'è curato, si è negato alla mia preghiera come se si fosse dispersa nell'aria. Ma allora sarebbe stato meglio morire, essere annullata nell'inconsapevolezza della tomba piuttosto che sopportare una sofferenza così acuta e senza speranza. |
F582 (1863) / J529 (1862)
I'm sorry for the Dead - Today - It's such congenial times Old neighbors have at fences - It's time o'year for Hay, And Broad - Sunburned Acquaintance It seems so straight to lie away A Trouble lest they're homesick - A Wonder if the Sepulchre |
Mi spiace per i Morti - Oggi - Sono momenti talmente congeniali I vecchi vicini agli steccati - È la stagione del Fieno, E Rudi - Abbronzati Conoscenti Sembra così duro giacere lontano Il Timore che provino nostalgia di casa - Un Chiedersi se il Sepolcro |
La nostalgia della vita, resa con l'immagine dei rinnovarsi del lavoro dei campi, con i rumori, i suoni, le allegre compagnie, la gente semplice, alla buona, che fa sorridere persino gli steccati. Tutto questo paragonato alla solitaria esistenza del sepolcro. Forse proprio in questi momenti di rinascita, quando la natura, il tempo, l'estate, prorompono senza freni dipingendo la vita con i colori più vividi che esistono, la nostalgia di casa di chi è ormai separato da tutto questo si fa più sentire. O, meglio, siamo noi vivi a provarla per loro conto. |
F583 (1863) / J530 (1862)
You cannot put a Fire out - A Thing that can ignite Can go, itself, without a Fan - Upon the slowest night - You cannot fold a Flood - |
Non puoi spegnere un Incendio - Una Cosa che prende fuoco Può andare, da sé, senza un Soffio - Nella notte più calma - Non puoi ripiegare una Piena - |
Non possiamo reprimere i nostri sentimenti. Quando il nostro animo prende fuoco, o è investito da un'onda di piena, nulla può trattenere l'impeto che è in noi e non serve cercare di nasconderlo, di chiuderlo in un cassetto; il vento, la nostra natura, lo scoverà di certo e a nulla servirà quel velo di compostezza (lucido, e piatto, senza increspature, come una calma notte o un pavimento di legno di cedro) che cerchiamo sempre di mantenere di fronte agli altri. |
F584 (1863) / J531 (1862)
We dream - it is good we are dreaming - It would hurt us - were we awake - But since it is playing - kill us, And we are playing - shriek - What harm? Men die - externally - Cautious - We jar each other - Cool us to Shafts of Granite - |
Noi sogniamo - è un bene che sogniamo - Ci farebbe male - se fossimo svegli - Ma visto che è una recita - uccidiamoci, E che stiamo recitando - urliamo - Che male c'è? Gli Uomini muoiono - là fuori - Attenti - a urtarci l'un l'altro - Ci irrigidisca in una Stele di Granito - |
Il sogno visto come strumento di libertà, che ci permette, come se fossimo a teatro, di dire e fare ciò che vogliamo, tanto è tutta finzione e a teatro non si muore mai. È la fuori, esternamente, che si consuma la vita, e soprattutto che si muore, una realtà fatta di carne e sangue. Ma dobbiamo stare attenti, non dobbiamo troppo agitarci mentre sogniamo, rischiamo di svegliarci, rendendoci conto di essere ormai irrigiditi in una stele di granito, una lapide con l'età, il nome e, forse, una qualche iscrizione, ultimo ricordo di chi ormai non c'è più. E poi l'ultimo verso: "È più prudente - sognare", quasi un resa di fronte alla vita: forse è meglio viverla nella bella finzione del sogno, ma anche nella beata inconsapevolezza, piuttosto che nella cruda realtà. |
F585 (1863) / J1727 (?)
If ever the lid gets off my head And lets the brain away The fellow will go where he belonged - Without a hint from me, And the world - if the world be looking on - |
Se mai il coperchio s'involasse dalla mia testa E lasciasse libero il cervello L'amico andrebbe dove gli è proprio - Senza tracce di me, E il mondo - se il mondo stesse a guardare - |
Secondo Franklin la poesia era compresa nel Fascicolo 25, in un foglio ora perduto. La trascrizione è di Mabel Todd. |
La razionalità è legata al cervello, ben chiuso nella nostra scatola cranica; ma se solo fosse possibile farlo a uscire da quell'involucro non si curerebbe del corpo, e dell'essere, che lascia, e riuscirebbe comunque a sopravvivere a un'anima che non gli serve. |
F586 (1863) / J1739 (?)
Some say good night - at night - I say good night by day - Good bye - the Going utter me - Good night, I still reply - For parting, that is night, |
Alcuni dicono buonanotte - a notte - Io dico buonanotte di giorno - Arrivederci - mi dice chi se ne va - Buonanotte, ancora rispondo - Perché la separazione, quella è notte, |
Secondo Franklin la poesia era compresa nel Fascicolo 25, in un foglio ora perduto. La trascrizione è di Mabel Todd. |
Il gioco di parole sui saluti serali e mattutini, che ricorda il "Good Morning - Midnight -" della J425-382, serve per definire la separazione, l'atto che trasforma il giorno in notte, senza curarsi di dove sia il sole in quel momento, mentre la presenza (e non il ritorno, perché qui la separazione ha una connotazione definitiva e irreversibile) ha in sé i caratteri di un'alba la cui luce purpurea ci illumina dall'alto, come se non dovesse mai calare per iniziare il ciclo che porterà inevitabilmente al tramonto e al buio della notte. |
F587 (1863) / J535 (1862)
She's happy, with a new Content - That feels to her - like Sacrament - She's busy - with an altered Care - As just apprenticed to the Air - She's tearful - if she weep at all - |
Ella è felice, di un nuovo Appagamento - Che sente in sé - come un Sacramento - È impegnata - da Responsabilità diverse - Da poco praticate nell'Aria - È in lacrime - se comunque piange - |
Basta sostituire quel "She" iniziale con "Emily" e il significato è chiaro. Che cos'è che si impara diventando apprendisti nella bottega nell'aria (ma anche mettendo da parte nel cestino della propria mente i doni che cadono di notte dal cielo, vedi la J486-F473)? Si impara ad amministrare, anzi a "officiare", come dice ED con un termine che denota il carattere sacro del dono insieme al "Sacrament" del secondo verso, il dono della poesia, il proprio destino di poeti. E le lacrime di chi ha avuto questo destino, possono essere solo di riconoscenza per il Cielo, che ha concesso questo dono a una creatura così mite, così umile, così insignificante. |
F588 (1863) / J536 (1862)
The Heart asks Pleasure - first - And then - Excuse from Pain - And then - those little Anodyness That deaden suffering - And then - to go to sleep - |
Il Cuore chiede il Piacere - dapprima - E poi - l'Esenzione dalla Pena - E poi - quei piccoli Lenimenti Che attenuano la sofferenza - E poi - addormentarsi - |
Pacata e rassegnata riflessione su ciò che si può chiedere alla vita, con quel verso finale che assegna alla morte il carattere di privilegio, contrapposto alla dura fatica del vivere.
Nel terzo verso "Anodyness" potrebbe essere anche tradotto con "Anodini". Ho preferito però il più comune "Lenimenti", che significa in pratica la stessa cosa e rende con precisione la definizione del Webster: "Any medicine which allays pain". |
F589 (1863) / J628 (1862)
They called me to the Window, for " 'Twas Sunset" - Some one said - I only saw a Sapphire Farm - And just a Single Herd - Of Opal Cattle - feeding far But in their Room - a Sea - displayed - This - too - the Showman rubbed away - |
Mi chiamarono alla Finestra, perché "È il Tramonto" - Qualcuno disse - Io vidi solo una Fattoria di Zaffiro - E appena un Singolo Gregge - Di Bestiame d'Opale - che mangiava lontano Ma al loro Posto - un Mare - si dispiegò - Questo - pure - Il Capocomico spazzò via - |
Di nuovo ED cerca di cogliere un attimo fuggente. Stavolta è il momento in cui il sole sta tramontando, quando tutto si tinge di un colore fantastico e inconsistente che prelude al buio notturno. Sembra di vedere lontano il paesaggio consueto (anche qui ED gioca con i contrasti, rivestendo immagini di familiare quotidianità - la fattoria, il bestiame - di qualità immaginifiche e preziose: di zaffiro, d'opale) che però subito si scolora lasciando il posto a una sorta di cangiante superficie marina, le cui navi non possono che essere enormi, smisurate come la forza della natura, con le montagne all'orizzonte come equipaggio e i cieli come passeggeri. Ma anche questa è la visione d'un attimo: lo "showman" (l'ho interpretato come chi dirige lo spettacolo, perciò ho tradotto con "capocomico") la fa subito sparire, e l'occhiata seguente si perde nel buio della notte e del nulla. |
F590 (1863) / J669 (1863)
No Romance sold unto Could so enthrall a Man - As the perusal of His Individual One - 'Tis Fiction's - to dilute to plausibility |
Nessun Romanzo che si venda Potrebbe catturare tanto un Uomo - Quanto l'attenta lettura di Quello suo individuale - È la Finzione - che diluisce in plausibilità |
Il testo riportato sopra è quello nei fascicoli. Un'altra copia fu inviata a Susan con qualche differenza nella punteggiatura e senza divisione in strofe. |
Una riflessione sul rapporto tra realtà e finzione. Nessun romanzo potrà mai eguagliare l'attenta lettura della propria vita, se vissuta con la consapevolezza che merita. La finzione, per diventare più credibile, deve diluire il romanzo della vita, renderlo plausibile. E quando ci riesce, quando lo fa diventare così piccolo da riuscire a farci credere che sia realtà, ebbene, proprio in quel momento dobbiamo sapere che ciò che ci viene raccontato non è vero, perché una vita vissuta veramente quasi sempre supera la fantasia di un romanziere. |
F591 (1863) / J465 (1862)
I heard a Fly buzz - when I died - The Stillness in the Room Was like the Stillness in the Air - Between the Heaves of Storm - The Eyes around - had wrung them dry - I willed my Keepsakes - Signed away With Blue - uncertain - stumbling Buzz - |
Sentii una Mosca ronzare - mentre morivo - Il Silenzio nella Stanza Era come il Silenzio nell'Aria - Tra Folate di Tempesta - Gli Occhi intorno - si erano disseccati - Feci testamento dei miei Ricordi - Elencai Con un Azzurro - incerto - zoppicante Ronzio - |
Ancora una volta ED cerca di sfuggire all'angoscia della morte vivendola. Nel primo verso dovevo decidere i tempi: passato remoto o imperfetto?. Ho scelto di tradurre il primo verbo col passato e il secondo con l'imperfetto perché l'ho considerato come un titolo e non come l'inizio della scena (perché questa poesia sembra proprio una scena teatrale o cinematografica). La mosca, l'ultimo soffio di vita colto dal morente, arriva infatti concretamente all'undicesimo verso: "e fu in quel momento / che si interpose la mosca". |
F592 (1863) / J674 (1862)
The Soul that hath a Guest, Doth seldom go abroad - Diviner Crowd - at Home - Obliterate the need - And Courtesy forbids |
L'Anima che ha un Ospite, Raramente va oltre i suoi confini - Una Folla più divina - ha in Casa - Che ne annulla il bisogno - E Cortesia vieta |
Un'anima che non è arida, che ha in sé un'ospite (la poesia ma anche la fede o la presenza di Dio), non ha bisogno di cercare altrove qualcosa, ha già tutto in casa, dentro di sé. Così, può anche scegliere la solitudine (qui può esserci un chiaro riferimento all'autoreclusione scelta da ED- vedi anche la poesia J405-F535), sapendo che sarà una solitudine riempita da una folla molto più vasta e "divina" di quella che potrebbe trovare al di là dei suoi confini. Tipico di ED l'accenno alla buona educazione del padrone di casa, una delle consuete virate verso il quotidiano in poesie che volano alto. |
F593 (1863) / J629 (1862)
I watched the Moon around the House Until upon a Pane - She stopped - a Traveller's privilege - for Rest - And there upon I gazed - as at a Stranger, But never Stranger justified But like a Head - a Guillotine Or like a Stemless Flower - No Hunger - had she - nor an Inn - As harass us - like Life - and Death - The privilege to scrutinize And next - I met her on a Cloud - |
Seguii la Luna intorno alla Casa Finché su un Vetro - Si fermò - un privilegio di chi Viaggia - per Riposarsi - E là sopra La fissai - come su uno Straniero, Ma mai Straniero giustificò Ma come una Testa - che una Ghigliottina O come un Fiore senza Stelo - Né Fame - aveva - né una Locanda - Che ci tormentano - come la Vita - e la Morte - Il privilegio di scrutarla E dopo - la ritrovai su una Nuvola - |
La luna come metafora della pace interiore, quella che ci consentirebbe di superare quei "little Mysteries" che tormentano la nostra vita, soprattutto perché non ne conosceremo mai la soluzione. Anche qui ED si sbizzarrisce in straordinarie similitudini. Il viaggiatore che ha il diritto di fermarsi per il meritato riposo; la signora di città che non reputa una villania fissare con l'occhialino uno straniero; la luna che si libra in alto senza sostegni, come fosse una testa sbadatamente fatta scivolar via da una ghigliottina, o un fiore senza stelo sostenuto in aria da leggi di gravitazione più sottili di quelle che vincolano il filosofo. |
F594 (1863) / J1181 (1862)
When I hoped - I feared - Since - I hoped - I dared Everywhere - alone - As a church - remain - Ghost - may not alarm - |
Mentre speravo - temevo - Dopo - aver sperato - osai Dovunque - da sola - Come di una chiesa - i resti - Uno spirito - può non allarmare - |
La versione riportata sopra è la prima delle tre di questa poesia, trascritta nei fascicoli nel 1863 (nel 1862 secondo Johnson). La seconda fu inviata a Susan nel 1865 (1868 secondo Johnson) e la terza acclusa ad una lettera a T. W. Higginson del novembre 1871 (L368). Le due versioni successive sono entrambe senza divisione in strofe e mantengono inalterati i primi quattro e l'ultimo verso (pur con uno sfoltimenti dei trattini: 14 nella prima, 3 nella seconda, 5 nella terza). Le riporto di seguito.
(Higginson)
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Il male del penultimo verso ("condanna" nella terza versione), che si può leggere anche come dolore, sofferenza, lascia un senso di vuoto e di solitudine; ma è una solitudine con una voglia di riscatto, che inizia con l'osare del secondo verso e termina con la rivendicazione della regalità del dolore, o della rimozione della condanna al dolore, che chiude la poesia con uno scatto di orgoglio nei confronti di quei simboli, lo spettro e il serpente, che nei versi precedenti erano stati come esorcizzati, negandone la capacità sia di farci del male che di incantarci. |
F595 (1863) / J630 (1862)
The Lightning playeth - all the while - But when He singeth - then - Ourselves are conscious He exist - And we approach Him - stern - With Insulators - and a Glove - Upon the Ropes - above our Head - |
Il Lampo suona - per tutto il tempo - Ma quando canta - allora - Siamo consapevoli che Egli esiste - E ci avviciniamo a Lui - austeri - Con Isolanti - e un Guanto - Sui Cavi - sopra la nostra Testa - |
Dapprima può sembrare che ED stia parlando del lampo vero e proprio, ma poi si capisce che sta invece descrivendo il telegrafo, con quel misto di stupore, timore e meraviglia che aveva già usato nella J585-F383 dedicata al treno (il telegrafo elettrico, fu inventato nel 1836 da Samuel Finley Morse e utilizzato per la prima volta nel 1844 fra Washington e Baltimora). |
F596 (1863) / J631 (1862)
Ourselves were wed one summer - dear - Your Vision - was in June - And when Your little Lifetime failed, I wearied - too - of mine - And overtaken in the Dark - 'Tis true - Our Futures different lay - 'Tis true, Your Garden led the Bloom, |
Ci ritrovammo spose un'estate - cara - La Tua Visione - fu in Giugno - E quando la Tua giovane Vita si esaurì, Mi stancai - anch'io - della mia - E raggiunta nelle Tenebre - È vero - i Nostri Destini restavano diversi - È vero, il Tuo Giardino primeggiava nella Fioritura, |
Judith Farr, nel suo The Passion of Emily Dickinson, ritiene che la poesia possa essere stata scritta pensando a Susan, che sposò Austin Dickinson il 1° luglio del 1856. |
F597 (1863) / J466 (1862)
'Tis little I - could care for Pearls - Who own the ample sea - Or Brooches - when the Emperor - With Rubies - pelteth me - Or Gold - who am the Prince of Mines - |
Poco a me - può importare delle Perle - Io che possiedo l'ampio mare - O di Spille - visto che l'Imperatore - Con Rubini - mi tempesta - O dell'Oro - io che sono il Principe delle Miniere - |
Errante (nell'edizione del 1956 ma non in quella del 1959) riporta un commento di Chase: "Il lettore che ha compreso le qualità caratteristiche dello spirito del poeta, vedrà che il soggetto di questa lirica è la morte. Perché in realtà il poemetto dice: 'Che bisogno di ricchezze o di rango terreni ho io, che sto morendo e che nella morte sarò incoronata regina?'. Il vasto mare è l'immortalità; i rubini sono i proiettili che ci infliggono le ferite di cui moriamo. È il tema implicito nella maggior parte della poesia di Emily Dickinson" (Richard Chase, Emily Dickinson, W. Sloane, 1951, p. 172). |
F598 (1863) / J632 (1862)
The Brain - is wider than the Sky - For - put them side by side - The one the other will contain With ease - and You - beside - The Brain is deeper than the sea - The Brain is just the weight of God - |
Il Cervello - è più esteso del Cielo - Perché - mettili fianco a fianco - L'uno l'altro conterrà Con facilità - e Te - in aggiunta - Il Cervello è più profondo del mare - Il Cervello ha giusto il peso di Dio - |
Significato molto chiaro: il cervello è più esteso del cielo e più profondo del mare, perché le sue facoltà di comprensione comprendono e assorbono il tutto. L'ultima strofa pone qualche problema. A differenza delle prime due, qui il cervello non pesa "più" di Dio ma "come" Dio, una sorta di identificazione dell'umano nel divino, che non può essere superato ma semmai soltanto raggiunto. Il confronto fra sillaba e suono dell'ultimo verso è commentato così da Marisa Bulgheroni (nel Meridiano): "Si è interpretata la differenza tra 'sillaba' e 'suono' come quella intercorrente tra invenzione poetica (Syllable) e creazione cosmica (Sound), tra il linguaggio della poesia, specifico, e il potere indifferenziato che si esprime nella natura, mente di Dio." |
F599 (1863) / J467 (1862)
We do not play on Graves - Because there is'nt Room - Besides - it is'nt even - it slants And People come - And put a Flower on it - And so we move as far |
Noi non giochiamo sulle Tombe - Perché non c'è Spazio - Inoltre - non sono piatte - pendono E la Gente arriva - E vi poggia un Fiore - E così ce ne andiamo |
Stavolta non c'è spazio per rendere familiare la tomba. Non è un posto per giocare (ovvero per vivere), è scomoda, piccola, in più è anche in pendenza. E poi c'è gente che arriva continuamente e, dopo aver deposto un fiore, ha un aspetto così deprimente da far pensare che il loro dolore possa schiacciare il nostro piacevole vivere quotidiano. Insomma, non è posto per noi vivi, ci sentiamo nemici della morte. Ma sappiamo che, un giorno o l'altro, là dovremo andare. Perciò, di tanto in tanto, quasi senza parere, ci voltiamo indietro, per misurare la distanza che ci separa dalla morte, sperando che resti sempre lontana. |
F600 (1863) / J312 (1862)
Her - last Poems - Poets ended - Silver - perished - with her Tongue - Not on Record - bubbled Other - Flute - or Woman - so divine - Not unto it's Summer Morning - Late - the Praise - 'Tis dull - Conferring Nought - that We - No Poet's Kinsman - |
Le Sue - ultime Poesie - Ai Poeti misero fine - L'Argento - perì - con la sua Lingua - Non si ha Notizia - di Altra che gorgogliasse - Di Flauto - O di Donna - così divinamente - Neanche nel suo Mattino d'Estate - Tardiva - la Lode - È vano - Conferire Nulla - ciò che Noi - Non Prossimi al Poeta - |
Il testo riportato sopra è quello nei fascicoli. Ci sono altre due copie manoscritte, una inviata a Susan e l'altra rimasta tra le carte di ED, entrambe senza divisione in strofe e con alcune varianti: al verso 8 "free" ("libera") al posto di "full"; al verso 11 "a" al posto di "the" (solo nella versione a Susan); al verso 12 "Showing" ("Apparenze") al posto di "symbol" (variante anche nei fascicoli, insieme a "Token" - "Insegne"); al verso 14 "Yet, if" ("Eppure, se") al posto di "Nought - that" (solo nella versione a Susan). |
In memoria di Elizabeth Barrett Browning, morta il 30 giugno 1861. Le sue "Ultime Poesie" furono pubblicate postume nel 1862. Il marito, Robert Browning, la fece seppellire a Firenze. |