The Complete Poems
Tutte le poesie
J1001 - 1050
Traduzione e note di Giuseppe Ierolli
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Indice Johnson
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J1001 (1865) / F1001 (1865)
The Stimulus, beyond the Grave His Countenance to see Supports me like imperial Drams Afforded Day by Day. |
Lo Stimolo, di vedere al di là Della Tomba il Suo Volto Mi sostiene come Gocce imperiali Offerte Giorno per Giorno. |
Può essere una definizione della necessità della fede, in questo caso applicata al desiderio di ricongiungersi all'amato, che ci stimola ad andare avanti, giorno per giorno, nell'attesa di un aldilà che va oltre la buia e fredda concretezza della tomba. |
J1002 (1865) / F1002 (1865)
Aurora is the effort Of the Celestial Face Unconsciousness of Perfectness To simulate, to Us. |
L'Aurora è il tentativo Del Volto Celeste Di simulare, per Noi L'Inconsapevolezza della Perfezione. |
La perfezione è uno di quei concetti che non appartengono all'ambito umano, perché la ragione tende sempre a dubitare di apparenti perfezioni. L'unico modo per immaginarla è quello di associarla all'inconsapevolezza, di credere che vi sia qualcuno che ci offre spettacoli naturali, come l'aurora, proprio per metterci di fronte a una perfezione che non potremo mai capire razionalmente, ma la cui pallida eco può colpirci con la bellezza di un fenomeno estraneo all'intervento umano. |
J1003 (1865) / F1003 (1865)
Dying at my music! Bubble! Bubble! Hold me till the Octave's run! Quick! Burst the Windows! Ritardando! Phials left, and the Sun! |
Morire alla mia musica! Ribolli! Ribolli! Tienimi finché l'Ottava corre! Presto! Irrompi dalle Finestre! Ritardando! La Fiala è rimasta, e il Sole! |
Il modo migliore di morire è farlo suonando la propria musica (il primo verso andrebbe letto come "morire al suono della mia musica"), una musica che per ED è la poesia. Perciò lasciate che la poesia ribolla in me, sempre, senza interruzione. Fate che io viva fino a quando le ottave della mia ispirazione continuano a correre veloci nella mia mente e irrompono fuori da quelle finestre che mi tengono avvinta. Finché arriverà il momento del "ritardando", quando risuoneranno lente le ultime note e resterà soltanto, insieme alla natura che continua imperturbabile il suo corso, la fiala, il fragile contenitore che le teneva dentro di sé e che le ha sparse per il mondo. |
J1004 (1865) / F1004 (1865)
There is no Silence in the Earth - so silent As that endured Which uttered, would discourage Nature And haunt the World - |
Non c'è Silenzio sulla Terra - così silente Come quello che sopporta Se fosse espresso, scoraggerebbe la Natura E tormenterebbe il Mondo - |
La sofferenza non è quasi mai esprimibile, e la silenziosa discrezione con cui viene sopportata dai più chiede il rispetto di tutti gli altri, perché se dovessimo esprimerla, tutti insieme, il frastuono non permetterebbe più al mondo e alla natura di continuare ad esistere. |
J1005 (1865) / F1005 (1865)
Bind me - I still can sing - Banish - my mandolin Strikes true, within - Slay - and my Soul shall rise |
Legami - potrò ancora cantare - Scacciami - il mio mandolino Risuonerà sincero, dentro - Uccidimi - e la mia Anima salirà |
L'amore non indietreggia nemmeno davanti al rifiuto di colui al quale è diretto. Qualsiasi cosa tu possa fare, legarmi, scacciarmi, uccidermi, io sarò "still thine". |
J1006 (1865) / F1006 (1865)
The first We knew of Him was Death - The second, was Renown - Except the first had justified The second had not been - |
Prima sapemmo della Sua Morte - Poi, della Sua Fama - Se la prima non l'avesse giustificata La seconda non ci sarebbe stata - |
ED ribadisce la sua convinzione che la fama non può che essere postuma e il soggetto dei versi non può che essere lei stessa, con il suo rifiuto, più volte ripetuto, di pubblicare il suo lavoro e, insieme, la certezza, più volte espressa e rivelatasi assolutamente fondata, che i suoi versi le sarebbero sopravvissuti. |
J1007 (1865) / F1007 (1865)
Falsehood of Thee, could I suppose 'Twould undermine the Sill To which my Faith pinned Block by Block Her Cedar Citadel - |
La Tua Falsità, dovessi supporre Vorrebbe dire minare le Fondamenta Su cui la mia Fede fissò Blocco su Blocco La Sua Cittadella di Cedro - |
L'amore, costruito blocco su blocco su solide fondamenta fino a formare una cittadella inespugnabile e insieme dolce e odorosa come il cedro, si nutre di sincerità. La costruzione crollerebbe se solo si dovesse aver sentore dell'insincerità dell'amato. |
J1008 (1865) / F1008 (1865)
How still the Bells in Steeples stand Till swollen with the Sky They leap upon their silver Feet In frantic Melody! |
Come sono immote le Campane nelle Torri Finché gonfiatesi di Cielo Si slanciano sui loro argentei Piedi In frenetica Melodia! |
Una campana, come ciascuno di noi, ha dentro di sé la capacità di suonare; sta lì, ferma e silenziosa finché la sua natura prorompe e si slancia in quella frenetica melodia che nascondeva dentro. |
J1009 (1865) / F1009 (1865)
I was a Phebe - nothing more - A Phebe - nothing less - The little note that others dropt I fitted into place - I dwelt too low that any seek - |
Io fui una Febe - nulla di più - Una Febe - nulla di meno - La piccola nota che altri trascuravano Sistemai al suo posto - Dimoravo troppo in basso per essere cercata - |
La poesia ricorda la J486-F473, dove ED si dipinge con parole molto simili ("I was the slightest in the House", "I never spoke - unless addressed") e ha lo stesso ruolo di colei che riceve qualcosa e lo dà agli altri: là "il tesoro / che non cessava mai di cadere", qui "La piccola nota che altri trascuravano / Sistemai al suo posto -". |
J1010 (1865) / F1018 (1865)
Up Life's Hill with my little Bundle If I prove it steep - If a Discouragement withhold me - If my newest step Older feel than the Hope that prompted - |
Su per il Colle della Vita col mio piccolo Fagotto Se mi accorgo che è ripido - Se uno Scoraggiamento mi trattiene - Se il passo appena fatto Più vecchio sembra della Speranza che lo provocò - |
Il colle della vita si sale faticosamente, col fagotto di chi si aggira nel mondo per un tempo troppo breve per considerarlo la sua casa. Ma è un cammino che va fatto, anche se ripido, anche se lo sconforto è dietro ogni angolo, anche se via via ogni passo sembra ormai così lontano da quella speranza che ci aveva fatto incamminare fiduciosi verso traguardi che poi scopriamo allontanarsi sempre di più. Nonostante questo, la fatica di vivere, la sconfitta inevitabile che ci attende, non riguarda il "cuore", quella parte di noi che, coraggiosamente, con amore, accetta comunque di vivere come il viandante di un attimo in un mondo senza certezze. |
J1011 (1865) / F1019 (1865)
She rose as high as His Occasion Then sought the Dust - And lower lay in low Westminster For Her brief Crest - |
Ella si elevò a tanta altezza a Causa di Lui Poi cercò la Polvere - E più in basso giacque nel basso Westminster Per la Sua breve Corona - |
L'amore può elevare a grandi altezze, ma poi, quasi sempre, fa cadere in basso, quasi a far scontare quei brevi momenti di felicità. |
J1012 (1865) / F1021 (1865)
Which is best? Heaven - Or only Heaven to come With that old Codicil of Doubt? I cannot help esteem The "Bird within the Hand" |
Qual è meglio? Il Cielo - O solo il Cielo che verrà Con quel vecchio Codicillo di Dubbio? Non posso evitare di credere L'"Uccello a portata di Mano" |
Cosa conviene scegliere: quello che la vita ci offre e che abbiamo concretamente di fronte a noi, o una promessa futura, affascinante ma costellata di dubbi? Non si può fare a meno di pensare che le cose che possiamo vedere, che possiamo tenere in mano, siano superiori a quelle che ci vengono promesse da lontano. Ma il dubbio rimane e il tempo per risolverlo è sempre troppo breve. |
J1013 (1865) / F1023 (1865)
Too scanty 'twas to die for you, The merest Greek could that. The living, Sweet, is costlier - I offer even that - The Dying, is a trifle, past, |
Troppo meschino sarebbe morire per te, Un comune Levantino potrebbe farlo. Vivere, Caro, è più costoso - Io offro proprio questo - Morire, è un'inezia, dopo, |
È troppo facile morire d'amore. Il difficile è vivere un amore che sappiamo non potrà mai realizzarsi, ed è proprio questo, questo vivere che è come morire mille volte senza avere però il sollievo e la pace della morte, che viene offerto da chi ama nell'ombra. |
J1014 (1865) / F1024 (1865)
Did We abolish Frost The Summer would not cease - If Seasons perish or prevail Is optional with Us - |
Abolissimo il Gelo L'Estate non cesserebbe - Se le Stagioni periscano o prevalgano È opzione che dipende da Noi - |
L'alternarsi delle stagioni naturali non può mutare, ma le stagioni interiori non seguono un corso prefissato; siamo noi che con il nostro agire le determiniamo. |
J1015 (1865) / F1025 (1865)
Were it but Me that gained the Hight - Were it but They, that failed! How many things the Dying play - Might they but live, they would! |
Fossi stata Io a guadagnare l'Altezza - Fossero stati Loro, a fallire! Quante cose chi Muore interpreterebbe - Potessero vivere, lo farebbero! |
Nei primi due versi la vita e la morte si confondono: la seconda è sempre vista come un'ascesa verso il cielo, ma forse non è così, perché magari è chi rimane che continua a salire e chi muore fallisce il suo compito vitale. Nei due versi successivi emerge la supremazia della vita, perché chi muore, proprio in quel momento si accorge di quante sono le cose che potrebbe ancora fare, di quanti ruoli potrebbe ancora interpretare sulla scena della vita, se solo potesse vivere. |
J1016 (1865) / F1026 (1865)
The Hills in Purple syllables The Day's Adventures tell To little Groups of Continents Just going Home from School - |
Le Colline in Purpuree sillabe Le Avventure del Giorno narrano A piccoli Gruppi di Continenti Che tornano a Casa dalla Scuola - |
Un tramonto che racconta le avventure del giorno. Il problema è capire a chi le racconta. L'ultimo verso fa pensare a bambini che tornano dalla scuola, anche se in genere una giornata scolastica non finisce al tramonto. Nel verso che precede però il soggetto è definito come "gruppi di continenti", difficilmente riferibili tout court a gruppi di bambini; probabile che qui ED abbia giocato un po' con le parole, definendo così la natura che ha esaurito l'attività giornaliera e torna a casa per il riposo notturno: non ha avuto molto tempo per guardarsi intorno, come i bambini che stanno a scuola, e perciò le colline imporporate dal tramonto le raccontano le avventure di quel giorno che sta terminando. |
J1017 (1865) / F1027 (1865)
To die - without the Dying And live - without the Life This is the hardest Miracle Propounded to Belief. |
Morire - senza la Morte E vivere - senza la Vita È questo il più arduo Miracolo Proposto alla Fede. |
La fede ci insegna che morire non è altro che vivere veramente, ma questo significa allora che la morte non ha niente a che fare col morire e, di conseguenza, che la vita, quella vera, non è quella che sperimentiamo quando siamo vivi. Ed è proprio questo il mistero, ingarbugliato come le parole che lo esprimono, che risulta più arduo per chi ha fede ma sente dentro di sé il dubbio della ragione. |
J1018 (1865) / F1028 (1865)
Who saw no Sunrise cannot say The Countenance 'twould be - Who guess at seeing, guess at loss Of the Ability - The Emigrant of Light, it is |
Chi non ha visto l'Alba non può dire Che Fisionomia abbia - Chi presume di vedere, presume a danno Dell'Esperienza - L'Emigrante della Luce, è |
La prima strofa non ha problemi interpretativi: chi non ha visto la luce del sole non può sapere che aspetto abbia; chi si limita ad immaginare ciò che non ha visto perde la concretezza dell'esperienza per rifugiarsi nel sogno astratto e incorporeo. |
J1019 (1865) / F1030 (1865)
My Season's furthest Flower - I tenderer commend Because I found Her Kinsmanless, A Grace without a Friend. |
L'estremo Fiore della mia Stagione - Teneramente raccomando Perché lo trovai senza Congiunti, Una Grazia senza un Amico. |
Delicato omaggio alla solitudine, non quella cercata da chi vuole rimanere solo con se stesso, ma quella imposta dall'esistenza a chi resta per ultimo, senza più congiunti o amici. |
J1020 (1865) / F1031 (1865)
Trudging to Eden, looking backward, I met Somebody's little Boy Asked him his name - He lisped me "Trotwood" - Lady, did He belong to thee? Would it comfort - to know I met him - |
Arrancavo verso l'Eden, guardando indietro, M'imbattei nel Figlioletto di Qualcuno Chiesi il suo nome - balbettò "Trotwood" - Signora, apparteneva a te? Può consolarti - sapere che l'ho incontrato - |
Un omaggio a Dickens (è lui il "Somebody" del secondo verso, parola che, come in italiano, significa anche "persona importante, di riguardo") attraverso il suo personaggio più famoso, David Copperfield. Possiamo leggervi anche l'immagine della vita di un personaggio che sopravvive al suo autore, consolato dalla morte del "padre" dalle nuove e interessanti conoscenze che fa tra i suoi lettori. |
J1021 (1865) / F1032 (1865)
Far from Love the Heavenly Father Leads the Chosen Child, Oftener through Realm of Briar Than the Meadow mild. Oftener by the Claw of Dragon |
Lontano dall'Amore il Padre Celeste Conduce il Figlio Eletto, Più spesso attraverso il Regno del Rovo Che nella dolce Prateria. Più spesso con l'Artiglio del Drago |
L'uomo è il figlio prediletto di Dio, ma questo privilegio ha un costo molto alto; perché lui è un padre che certo non vizia i suoi figli, anzi li conduce molto più spesso in luoghi inospitali e difficili da percorrere, piuttosto che in dolci e serene praterie. Ma non si limita a farli vivere in un mondo pieno di spine; li guida, in questo viaggio verso il ritorno alla patria celeste, non con la mano tenera di un amico, ma quasi sempre con l'artiglio duro e doloroso del drago. |
J1022 (1865) / F1033 (1865)
I knew that I had gained And yet I knew not how By Diminution it was not But Discipline unto A Rigor unrelieved |
Sapevo di aver guadagnato Eppure non sapevo come Non era per la Riduzione Ma per la Disciplina verso Un Rigore non mitigato |
ED inizia con un paradosso: "sapevo di aver guadagnato" dalla perdita di qualcuno; poi si interroga sul perché di questo strano guadagno e trova la risposta non, ovviamente, nella "riduzione, diminuzione" che segue a questa perdita, ma nel rigore della rinuncia verso cui si indirizza disciplinatamente la nostra mente. Un rigore duro da sopportare, se non fosse per il blando conforto che deriva dal sapere che l'altro (o l'altra) ne sopporta un esatto duplicato in quel luogo lontano dove si trova ora. |
J1023 (1865) / F1034 (1865)
It rises - passes - on our South Inscribes a simple Noon - Cajoles a Moment with the Spires And infinite is gone - |
Sorge - passa - sul nostro Sud Iscrive un semplice Mezzogiorno - Lusinga per un Istante le Guglie E infinito se ne va - |
Il sole che sorge e illumina il nostro sud. Poi lascia inciso nella natura e nella nostra mente un semplice ma splendente mezzogiorno. Infine, così come era venuto, se ne va, non senza lusingare con il calore e la bellezza del tramonto le cime di ogni cosa. |
J1024 (1865) / F1035 (1865)
So large my Will The little that I may Embarrasses Like gentle infamy - Affront to Him Earth at the best It looks so small |
Così grande la mia Volontà Che il poco che posso M'imbarazza Come gentile infamia - Un affronto a Lui La Terra al massimo Appare così minuscola |
Qui ED lascia da parte i dubbi e sfoga la sua voglia di credere. Soltanto nella prima strofa c'è un fugace accenno al contrasto fra ciò che siamo e ciò che vorremmo essere, alla disparità fra la potenziale grandezza della nostra volontà e i miseri esiti che riusciamo a raccogliere sulla via della comprensione. Nelle tre che seguono questo contrasto si scioglie in immagini che descrivono l'inadeguatezza del "poco che possiamo" del secondo verso, rispetto alla grandezza infinita di Dio e anche in confronto alla fede, che "conosce" (ma non comprende) quel premio che ci attende alla fine della nostra vita, quando quella Terra che ci ha accolti apparirà come un semplice espediente per farci conquistare l'immortalità, un bene così minuscolo che, poi - ovvero dopo l'esaurimento del nostro ciclo mortale - ci meraviglieremo di quanto ci sembrasse importante quell'acquisto che riempiva la nostra vita. |
J1025 (1865) / F1036 (1865)
The Products of my Farm are these Sufficient for my Own And here and there a Benefit Unto a Neighbor's Bin. With Us, 'tis Harvest all the Year |
Questi sono i Prodotti della mia Fattoria Sufficienti per me Stessa E qua e là per un'Offerta Nel Corbello di un Vicino. Con Noi, è Raccolto tutto l'Anno |
Ecco quali sono i prodotti della mia fattoria: questi versi. Di solito bastano per me, ma talvolta qualcuno di loro va ad arricchire la cesta di un vicino. Con noi poeti potete stare tranquilli, perché i nostri frutti non sono influenzati dai capricci della natura; ci basta vedere il mondo con altri occhi per far sì che l'inverno scompaia e i nostri campi non risentano del gelo che blocca germogli diversi dai nostri. |
J1026 (1865) / F1037 (1865)
The Dying need but little, Dear, A Glass of Water's all, A Flower's unobtrusive Face To punctuate the Wall, A Fan, perhaps, a Friend's Regret |
Ai Morenti basta poco, Caro, Un Bicchiere d'Acqua è tutto, Il Volto discreto di un Fiore A punteggiare la Parete, Un Ventaglio, forse, il Pianto d'un Amico |
Nel momento della morte i desideri si affievoliscono, basta un volto amico, un fiore che ricordi la natura che stiamo lasciando e la certezza che ci sia almeno uno di quelli che restano per il quale la nostra morte cancellerà i colori dell'arcobaleno, perché questo significa che almeno per uno noi eravamo la luce. |
J1027 (1865) / F1039 (1865)
My Heart upon a little Plate Her Palate to delight A Berry or a Bun, would be, Might it an Apricot! |
Il mio Cuore su un piccolo Vassoio Il suo Palato a deliziare Una Bacca o una Focaccia, saranno, Magari un'Albicocca! |
Johnson annota che "evidentemente fu scritta per accompagnare un dono di frutti". I primi due versi furono riportati da Frances Norcross nell'elenco delle poesie inviate a lei e alla sorella Louise. |
Un cesto con frutti e una focaccia, ambasciatore di un affetto lontano. |
J1028 (1865) / F1040 (1865)
'Twas my one Glory - Let it be Remembered I was owned of Thee - |
Fu la mia unica Gloria - Lascia che sia Ricordato Il mio essere Tua - |
Johnson annota che "si tratta probabilmente di una poesia che accompagnava fiori". Può essere, ma stavolta il fiore può essere identificato, più di altre volte, con colei che lo ha mandato. |
J1029 (1865) / F1041 (1865)
Nor Mountain hinder Me Nor Sea - Who's Baltic, Who's Cordillera? |
Non mi ostacoli Montagna Né Mare - Chi è il Baltico, Chi è la Cordigliera? |
Anche per questa poesia Johnson ipotizza l'invio di un fiore. Stavolta però non mi sembra ci siano elementi a favore di questa ipotesi. A me sembra piuttosto un voler affermare la propria libertà d'azione, per poi mitigarla con la possibilità che vi sia qualcuno capace di fermare questa volontà di libertà, magari con l'amore. |
J1030 (1865) / F1082 (1865)
That Such have died enable Us The tranquiller to die - That Such have lived, Certificate for Immortality. |
Che Tali siano morti Ci permette Un più tranquillo morire - Che Tali siano vissuti, Attestato d'Immortalità. |
Quando ci rendiamo conto della grandezza di tanti che sono vissuti e morti, sembra quasi che l'immortalità diventi non più una speranza ma una certezza. |
J1031 (1865) / F1084 (1865)
Fate slew Him, but He did not drop - She felled - He did not fall - Impaled Him on Her fiercest stakes - He neutralized them all - She stung Him - sapped His firm Advance - |
La Sorte Lo scosse, ma Lui non cedette - Recise - ma Lui non cadde - Lo impalò sulle punte più aguzze - Egli le neutralizzò tutte - Lo trafisse - fiaccò la Sua ferma Avanzata - |
La virtù più grande di un uomo è saper affrontare a viso aperto le avversità che la sorte ha in serbo per ciascuno di noi. |
J1032 (1865) / F1085 (1865)
Who is the East? The Yellow Man Who may be Purple if He can That carries in the Sun. Who is the West? |
Chi è l'Est? L'Uomo Giallo Che vorrebbe essere Purpureo se potesse Che porta in grembo il Sole. Chi è l'Ovest? |
Versi di non facile interpretazione. Potrebbe essere una descrizione, attraverso l'immagine del giallo sfolgorante dell'alba e del porpora del tramonto, dei due stati estremi dell'uomo, l'alba/nascita/giovinezza e il tramonto/vecchiaia/morte, ciascuno dei quali ambisce a divenire l'altro, perché la giovinezza ambisce all'esperienza della maturità e la vecchiaia che si avvia all'oscurità della morte rimpiange la luce che l'ha preceduta. |
J1033 (1865) / F988 (1865)
Said Death to Passion "Give of thine an Acre unto me." Said Passion, through contracting Breaths "A Thousand Times Thee Nay." Bore Death from Passion |
Disse la Morte alla Passione "Dona dei tuoi un Acro a me." Rispose la Passione, con palpitanti Ansiti "A Te Mille Volte No." Spinse via la Morte dalla Passione |
La morte cerca di sottrarre alla passione almeno uno dei suoi possedimenti, ma lei non cede e quando, infine e inevitabilmente, la morte riesce nel suo intento, la passione non demorde e, spostandosi verso il tramonto come a seguirne la scia, la sconfigge con il ricordo e con l'amore che va oltre i confini della vita. |
J1034 (1865) / F990 (1865)
His Bill an Augur is His Head, a Cap and Frill He laboreth at every Tree A Worm, His utmost Goal - |
Il Suo Becco un Succhiello è La Sua Testa, Berretto e Collare Sgobba ad ogni Albero Un Verme, il Suo massimo Scopo - |
Pubblicata nei Poems del 1896 con il titolo "The Woodpecker" ("Il picchio"). |
Il titolo con il quale è stata pubblicata la prima volta fa pensare alla descrizione di un picchio. Errante (1956) aggiunge: "Qui Emily descrive il picchio, ma ha in mente un qualche pedante professore di Amherst, tutto tronfio nel suo costume accademico.". Probabile che abbia ragione, visto che al secondo verso ED sembra descrivere proprio un costume accademico in cui, fra berretto e collare, non vi sia nulla che assomigli ad una testa pensante. |
J1035 (1865) / F983 (1865)
Bee! I'm expecting you! Was saying Yesterday To Somebody you know That you were due - The Frogs got Home last Week - You'll get my Letter by |
Ape! Ti sto aspettando! Stavo dicendo Ieri A Qualcuno che conosci Che eri in arrivo - Le Rane sono a Casa da una Settimana - Riceverai questa mia entro |
La lettera della mosca all'ape diventa la descrizione del risveglio della natura e dell'impazienza di chi vuole goderla senza indugio. |
J1036 (1865) / F984 (1865)
Satisfaction - is the Agent Of Satiety - Want - a quiet Comissary For Infinity - To possess, is past the instant |
La Soddisfazione - è l'Agente Della Sazietà - Il Bisogno - un tranquillo Commissario Per l'Infinito - Possedere, precede l'istante |
Soddisfare i propri bisogni è attività umana, l'anelito all'infinito è un bisogno che non consente un appagamento materiale. Per questo il possedere è verbo tutto mortale, che termina quando si conclude la nostra vita; l'immortalità, nella sua infinitezza che trascende la nostra visione delle cose, non conosce possesso e, perciò, non conosce nemmeno appagamento o, forse meglio, non conosce l'unico modo in cui noi intendiamo l'appagamento: possedere. |
J1037 (1865) / F985-986 (1865)
Here, where the Daisies fit my Head 'Tis easiest to lie And every Grass that plays outside Is sorry, some, for Me - Where I am not afraid to go Nor separate, Herself and Me |
Qui, dove le Margherite mi cingono la Testa È proprio comodo giacere E ogni Erba che gioca là fuori Si duole, un po', per Me - Dove non ho paura di andare Né separate, Lei ed Io |
Secondo Franklin le poesie sono due: la prima strofa (F985) e le altre due (F986). Nei fascicoli ED ha scritto la prima strofa in una pagina e le altre nella seguente, senza nessun segno di divisione. Franklin le considera distinte perché, nella lista dei versi iniziali di poesie ricevute da ED, Frances Norcross riporta, da un manoscritto perduto, i primi due versi della seconda strofa (con, al secondo verso, "can" al posto di "may"). Si possono dunque fare due ipotesi: ED intendeva trascriverle come due poesie distinte, ma ha dimenticato di tracciare dopo la prima la solita linea di chiusura, oppure ha trascritto le due strofe inviate alle cugine (Louise e Frances Norcross) anteponendone un'altra. |
La tomba non è soltanto un luogo oscuro e gelido, è anche un posto dove sbocciano le margherite e dove l'erba che la circonda partecipa, con misurato dispiacere, alla sorte di chi vi è dentro. Per questo è un posto dove non ho paura di andare e al quale posso affidare anche chi mi è caro, tanto so che la distanza che ci separa non ci impedirà di essere uniti. |
J1038 (1865) / F987 (1865)
Her little Parasol to lift And once to let it down Her whole Responsibility - To imitate, be Mine - A Summer further I must wear, |
Il Suo piccolo Parasole sollevare E subito farlo ridiscendere L'intera Sua Responsabilità - Imitare, sia la Mia - Un'altra Estate debbo indossare, |
Nel fascicolo manoscritto si legge, subito dopo la poesia, un'annotazione: - mamma says "Morning Glory" - (mamma dice "Campanula") evidentemente scritta da Millicent Todd Bingham, figlia di Mabel Loomis Todd (curatrice delle prime edizioni del 1890-96), mentre preparava l'edizione di poesie di ED da da lei curata (Bolts of Melody, 1945); in questa edizione (pag. 328) la poesia è seguita da una nota: "With a morning-glory". |
L'annotazione della Bingham fa pensare che la poesia possa essere stata scritta come un biglietto che accompagnava un fiore. Nella prima strofa viene descritta la campanula (o viticchio, o convolvolo - vedi la J192-F214 e la J470-F605), che ha un unico, semplice compito: nascere e poi morire, come tutto ciò che è al mondo. Nella seconda ED si specchia nella campanula, vive un'altra estate del ciclo perenne delle stagioni, si sente come una delle tante cose che la natura estrae dal proprio cassetto, un cassetto che comprende il creato, e si augura che la natura, ancora una volta e non si sa per quanto tempo, possa tenerla fuori dalla piega del sepolcro ("crease" significa "piega" ma anche un avvallamento, un canale scavato) e le consenta di presentarsi al mondo rinnovato con la stessa semplice e immacolata purezza di un fiore inconsapevole. |
J1039 (1865) / F996 (1865)
I heard, as if I had no Ear Until a Vital Word Came all the way from Life to me And then I knew I heard - I saw, as if my Eye were on I dwelt, as if Myself were out, And Spirit turned unto the Dust |
Udivo, come se non avessi Orecchi Finché una Parola Vitale Percorse tutta la strada dalla Vita a me E allora seppi che avevo udito - Vedevo, come se i miei Occhi fossero Abitavo, come se Io stessa fossi fuori, E lo Spirito si volse alla Polvere |
La copia riportata sopra è nei fascicoli; l'ultima strofa, con alcune varianti, è anche in una bozza di lettera a Higginson dell'ottobre 1870 (L353) presumibilmente mai spedita:
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Il soffio vitale che rende consapevole un corpo, descritto con tre verbi che danno avvio alle prime tre strofe: udire, vedere, abitare; in ciascuna l'azione rimane estranea al corpo inconsapevole, finché non arriva la parola, la luce e, finalmente, quella forza misteriosa che inserisce in noi il "nocciolo" della mente. Nell'ultima il corpo e lo spirito si uniscono come vecchi amici e il tempo può annunciare al mondo la lieta novella, per poi avviarsi verso l'eternità. |
J1040 (1865) / F997 (1865)
Not so the infinite Relations - Below Division is Adhesion's forfeit - On High Affliction but a Speculation - And Wo A Fallacy, a Figment, We knew - |
Non come le infinite Relazioni - Quaggiù La Divisione è il prezzo della Fusione - In Alto L'Afflizione solo una Speculazione - E il Dolore Che conoscevamo, Falsità, Finzione - |
I rapporti che instauriamo quaggiù sono altra cosa da ciò che avviene lassù. La divisione (che può intendersi sia come la separazione fra chi muore e chi resta in vita, sia come la separazione del corpo dall'anima) è il prezzo da pagare per un'unione più vera e reale di quella che sperimentiamo durante la vita (anche qui l'unione può essere la riunificazione con le persone care ma anche l'unione con il divino) e le pene, le afflizioni, i dolori di questa terra spariranno, diventando lassù niente di più di un'ingannevole invenzione della vita mortale. |
J1041 (1865) / F998 (1865)
Somewhat, to hope for, Be it ne'er so far Is Capital against Despair - Somewhat, to suffer, |
Qualcosa, in cui sperare, Sia pure così lontana È Capitale contro la Disperazione - Qualcosa, da soffrire, |
L'unico modo per non cedere alla disperazione è guardare lontano, sperare in qualcosa che magari sarà anche irraggiungibile ma nutre la nostra mente e fa da antidoto al nulla che sentiamo intorno a noi. Allo stesso modo, il pensare alla sofferenza come qualcosa che prima o poi si concluderà, ci aiuta a sopportarla. |
J1042 (1865) / F999 (1865)
Spring comes on the World - I sight the Aprils - Hueless to me, until thou come As, till the Bee Blossoms stand negative, Touched to Conditions By a Hum - |
La Primavera arriva nel Mondo - Avvisto gli Aprili - Incolori per me, finché non arrivi tu Come, fino all'Ape I Fiori restano negativi, Mossi a Qualità Da un Ronzio - |
La primavera, l'aprile, non bastano per colorare la mia esistenza; per me resteranno grigi e incolori finché non sarai tu a portare la luce della primavera nei miei occhi, allo stesso modo dei fiori, che restano immoti, pur nei loro colori, e si rianimano soltanto quando sentono arrivare il ronzio dell'ape. |
J1043 (1865) / F1000 (1865)
Lest this be Heaven indeed An Obstacle is given That always gauges a Degree Between Ourself and Heaven. |
Affinché non sia questo il Cielo vero Un Ostacolo è dato Che sempre misura un Grado Fra Noi e il Cielo. |
È vana la nostra speranza di giungere alla comprensione del divino. Guardiamo in alto e ci illudiamo di vedere un cielo che contiene l'immortalità, ma è, appunto, soltanto un'illusione; quello che vediamo non è il cielo vero, dal quale saremo sempre divisi dallo spazio della ragione e del dubbio, due ostacoli che non possono abdicare al loro ruolo di razionali misuratori di tale distanza, magari un misero grado, ma per noi invalicabile. |
J1044 (1865) / F993 (1865)
A Sickness of this World it most occasions When Best Men die. A Wishfulness their far Condition To occupy. A Chief indifference, as Foreign |
Un Disgusto di questo Mondo emerge soprattutto Quando i Migliori muoiono. Un Desiderio di ricoprire la loro distante Condizione. Una Suprema indifferenza, come se Estraneo |
Il mondo, e la vita con esso, diventa una cosa estranea quando se ne vanno coloro che amiamo o ammiriamo. In noi resta come un desiderio di raggiungerli e, insieme, una totale indifferenza per quello che ci rimane. |
J1045 (1865) / F1086 (1865)
Nature rarer uses Yellow Than another Hue - Saves she all of that for Sunsets Prodigal of Blue Spending Scarlet, like a Woman |
La Natura usa il Giallo più raramente Di ogni altra Tinta - Lo serba tutto per i Tramonti Prodiga d'Azzurro Consuma lo Scarlatto, come una Donna |
Il giallo è un colore prezioso. La natura lo usa con parsimonia, lo serba per il tramonto, lo spettacolo che più affascina perché è insieme luce e presagio di oscurità. Non bada a spese invece per l'azzurro e per lo scarlatto, come una donna che sceglie di vestire in giallo solo dopo aver soppesato attentamente la sua scelta, come farebbe un innamorato per le parole da dire alla persona che ama. |
J1046 (1865) / F1088 (1865)
I've dropped my Brain - My Soul is numb - The Veins that used to run Stop palsied - 'tis Paralysis Done perfecter on stone - Vitality is Carved and cool - Not dumb - I had a sort that moved - Who wrought Carrara in me To Being, somewhere - Motion - Breath - |
Ho deposto il Cervello - l'Anima è inerte - Le Vene abituate a scorrere Immobilizzate - è la Paralisi Resa più perfetta sulla pietra - La Vitalità è Scolpita e fredda - Non zittita - avevo una natura irrequieta - Chi modellò il Carrara in me Di Essere, da qualche parte - Moto - Respiro - |
ED s'immagina nella tomba, un corpo e un'anima ormai inerti, paralizzati, con la lastra tombale che rende perfettamente immutabile il loro stato. La vitalità che animava quel corpo somiglia ormai a una fredda scultura nel marmo e il dono del Paradiso non sembra compensare la perdita della vita. |
J1047 (1865) / F1089 (1865)
The Opening and the Close Of Being, are alike Or differ, if they do, As Bloom upon a Stalk - That from an equal Seed |
L'Aprirsi e il Chiudersi Dell'Essere, sono simili O differiscono, se si vuole, Come Fioritura e Stelo - Che da un uguale Seme |
Lo sbocciare e il richiudersi della vita sono avvenimenti simili, entrambi si confrontano col nulla o con la fede in qualcosa che c'era prima e ci sarà dopo. Se proprio vogliamo trovare una differenza possiamo paragonarli allo sbocciare di un fiore e allo stelo che lo sostiene: entrambi provengono da un unico seme e producono un germoglio comune, come comune sarà la loro sorte di rapido decadimento. |
J1048 (1865) / F1118 (1865)
Reportless Subjects, to the Quick Continual addressed - But foreign as the Dialect Of Danes, unto the rest. Reportless Measures, to the Ear |
Soggetti indistinti, ai Vivi Continuamente rivolti - Ma estranei come il Dialetto Dei Danesi, per il resto. Misure indistinte, per l'Orecchio |
I vivi si scambiano parole e suoni che hanno un senso soltanto per loro. Per tutti gli altri, per coloro che sono morti, le parole e i suoni fanno parte di un mondo ormai estraneo, che al massimo può risuonare come un dialetto sconosciuto o un racconto fantastico e irreale. |
J1049 (1865) / F1119 (1865)
Pain has but one Acquaintance And that is Death - Each one unto the other Society enough - Pain is the Junior Party |
La Pena non ha che una Conoscente Ed è la Morte - L'una insieme all'altra Società bastante - La Pena è la Parte più Giovane |
Il dolore è indissolubilmente legato alla morte, insieme formano un tutt'uno che basta a se stesso. La morte è compagna da subito della vita e per questo il dolore è più giovane di essa, ma soltanto di un istante, perché in ogni vita la pena e la sofferenza appaiono presto e subito sono come adottate dalla morte, l'unica a poterle teneramente consolare in attesa di aver compiuto la sua missione e sparire alla vista, portandosi dietro quel dolore che sembra essere così connaturato all'esistenza. |
J1050 (1865) / F936 (1865)
As willing lid o'er Weary Eye The Evening on the Day leans Till of all our Nature's House Remains but Balcony |
Come volenterosa palpebra sull'Occhio Esausto La Sera sul Giorno si inclina Finché di tutta la nostra Dimora Naturale Non resta che la Loggia |
La descrizione del calar della sera, che oscura il giorno ormai al termine come fa una palpebra su un occhio stanco e affaticato. Nel buio, così come per l'occhio, soltanto la palpebra resta visibile, della natura non resta che l'esterno, la loggia di una dimora che nasconde dentro di sé gli abitanti che dormono e aspettano la nuova luce del sole. |