The Complete Poems
Tutte le poesie
J401 - 450
Traduzione e note di Giuseppe Ierolli
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J401 (1862) / F675 (1863)
What Soft - Cherubic Creatures - These Gentlewomen are - One would as soon assault a Plush - Or violate a Star - Such Dimity Convictions - It's such a common - Glory - |
Che Soffici - Cherubiche Creature - Sono queste Gentildonne - Piuttosto assaliresti un Peluche - O violeresti una Stella - Che Convinzioni di Cotonina - È una tale comune - Gloria - |
Ironica descrizione di "gentildonne" schizzinose e pronte a disprezzare qualsiasi cosa, umana o divina che sia, diversa dalle loro "convinzioni di cotonina". |
J402 (1862) / F526 (1863)
I pay - in Satin Cash - You did not state - your price - A Petal, for a Paragraph It near as I can guess - |
Pago - in Contanti di Raso - Non hai specificato - il prezzo - Un Petalo, per un Paragrafo È quanto io possa supporre - |
Potrebbe essere un biglietto con un fiore inviato a qualcuno che aveva mandato a ED una lettera o uno scritto. |
J403 (1862) / F532 (1863)
The Winters are so short - I'm hardly justified In sending all the Birds away - And moving into Pod - Myself - for scarcely settled - It's mostly, interruptions - And so there was a Deluge - |
Gli Inverni sono così brevi - Non c'è alcuna ragione Che io mandi via tutti gli Uccelli - E mi trasferisca nel Guscio - Io - a malapena mi ero sistemata - È più che altro, un'interruzione - E così ci fu un Diluvio - |
Poesia strana e abbastanza misteriosa. Inizia con una insolita descrizione dell'inverno come una breve parentesi, che non dà nemmeno il tempo di rinchiudersi nel guscio che è già finita. Però ecco che l'estate arriva, ma è depredata dal quel breve inverno, che ha fatto morire di fame il bestiame. L'ultima strofa sembra quasi una catarsi biblica: un diluvio che spazza via il mondo intero. Ma oggi chi ci crede più a questi spazzolamenti divini? |
J404 (1862) / F534 (1863)
How many Flowers fail in Wood - Or perish from the Hill - Without the privilege to know That they are Beautiful - How many cast a nameless Pod |
Quanti Fiori si estinguono nel Bosco - O periscono dalla Collina - Senza il privilegio di sapere Che sono Bellissimi - Quanti lanciano un Baccello senza nome |
Molto bella l'immagine del fiore che non sa di essere così bello e lancia al vento il suo baccello ricolmo di semi, ignaro della gioia "scarlatta" che i suoi frutti daranno ad altri occhi, più consapevoli dei suoi. |
J405 (1862) / F535 (1863)
It might be lonelier Without the Loneliness - I'm so accustomed to my Fate - Perhaps the Other - Peace - Would interrupt the Dark - I am not used to Hope - It might be easier |
Si può essere più soli Senza la Solitudine - Sono così abituata al mio Destino - Che forse l'Altra - Pace - Interromperebbe il Buio - Non sono avvezza alla Speranza - Può essere più facile |
Molto famosi i primi due versi; in molte traduzioni (Lanati, Quattrone, Sobrino, Rebucci, Raffo nel Meridiano, Malroux, in francese) sono resi con la prima persona. Una scelta legittima, ma ho preferito l'impersonale "Si può essere più soli" per mantenere l'ingresso dell'"io" al terzo verso, come nell'originale, e il parallelismo con il verso 13. |
J406 (1862) / F536 (1863)
Some - Work for Immortality - The Chiefer part, for Time - He - Compensates - immediately - The former - Checks - on Fame - Slow Gold - but Everlasting - A Beggar - Here and There - |
Alcuni - Lavorano per l'Immortalità - La Maggioranza, per il Tempo - Lui - Ripaga - nell'immediato - L'altra - si Limita - alla Fama - Oro Lento - ma Perenne - Un Mendicante - il Qui e il Là - |
Il concetto è semplice: disdegna il facile guadagno, pensa piuttosto all'immortalità. Ma una lettura più attenta rivela una orgogliosa, e profetica, rivendicazione della propria scelta poetica. La rinuncia al pubblico del "tempo" e la scelta di scrivere per "mani che non posso vedere" (J441-F519). La scelta di un oro lento ma perenne, rispetto a una effimera ricompensa che si limita all'oggi. Il mendicante, colui che ha rinunciato ai panni che si possono comprare con la ricchezza esteriore, vede ben oltre il sensale, e può appropriarsi della "miniera", che in ED è sempre usata come metafora della ricchezza interiore, profonda, molto più difficile da intaccare rispetto a quella esteriore. |
J407 (1862) / F540 (1863)
If What we Could - were what we would - Criterion - be small - It is the Ultimate of Talk - The Impotence to Tell - |
Se ciò che Possiamo - fosse ciò che vogliamo - Un esiguo criterio - sarebbe - È il Fondamento del Parlare - L'Impotenza di Dire - |
La copia riportata sopra è quella nei fascicoli; un'altra fu inviata a Susan con il testo identico, qualche variazione nella punteggiatura e il primo verso diviso in due: "If What we could / Were what we would;". |
Se avessimo il dono di trovare sempre le parole giuste i nostri criteri di scelta sarebbero limitati, perché ci sarebbero soltanto determinate parole adatte a ciò che vogliamo dire; per questo "l'impotenza del dire" può tramutarsi in uno stimolo positivo a cercare sempre nuovi modi per descrivere ciò che vediamo o proviamo. |
J408 (1862) / F543 (1863)
Unit, like Death, for Whom? True, like the Tomb, Who tells no secret Told to Him - The Grave is strict - Tickets admit Just two - the Bearer - And the Borne - And seat - just One - The Living - tell - The Dying - but a syllable - The Coy Dead - None - No Chatter - here - no tea - So Babbler, and Bohea - stay there - But Gravity - and Expectation - and Fear - A tremor just, that all's not sure. |
Un Unicum, come la Morte, per Chi? Fedele, come la Tomba, Che non rivela segreti Rivelati a Lei - La Fossa è limitata - I biglietti d'ingresso Solo due - il Portatore - E il Portato - E il posto - solo Uno - I Vivi - parlano - I Morenti - non più di una sillaba - I Quieti Morti - Nessuna - Non Chiacchiere - qui - non tè - Allora il Ciarliero, e il Bohea - stiano di là - Solo Gravità - e Attesa - e Paura - Appena un fremito, perché tutto è incerto. |
La parola iniziale: "Unit" va intesa come il momento, unico e irripetibile, della morte: fedele come la tomba dove ci porta; unica come unico è il destinatario di quella fossa dove si va in due (il portatore e il portato) ma si resta da soli; fedele, perché non rivela a nessuno i suoi segreti, noti soltanto a lei. E poi, lascia fuori i chiacchieroni e i noiosi tè delle cinque, perché in quel luogo non c'è spazio per nulla che non la riguardi. |
J409 (1862) / F545 (1863)
They dropped like Flakes - They dropped like Stars - Like Petals from a Rose - When suddenly across the June A Wind with fingers - goes - They perished in the seamless Grass - |
Caddero come Fiocchi - Caddero come Stelle - Come Petali da una Rosa - Quando d'improvviso in Giugno Un Vento con le sue dita - passa - Perirono nell'Erba uniforme - |
Un chiaro riferimento ai caduti della guerra civile. Nella prima edizione del 1891 fu pubblicata con il titolo "The Battle-Field" ("Il campo di battaglia"). |
J410 (1862) / F423 (1862)
The first Day's Night had come - And grateful that a thing So terrible - had been endured - I told my Soul to sing - She said her strings were snapt - And then - a Day as huge My Brain - begun to laugh - And Something's odd - within - |
La Notte del primo Giorno era arrivata - E grata che una cosa Così terribile - fosse stata sopportata - Chiesi alla mia Anima di cantare - Rispose che le sue corde si erano spezzate - E poi - un Giorno tanto immenso Il mio Cervello - cominciò a ridere - E Qualcosa di strano - dentro - |
La sensazione straniante di un'angoscia passata, che non smette di produrre i suoi effetti su una mente desiderosa di cancellarla ma incapace di farlo. Nelle prima due strofe una nota di sollievo: quel giorno terribile sembra ormai passato e il tono colloquiale dei versi 7 e 8 fa quasi presagire che le corde spezzate dell'anima possano in fin dei conti ricomporsi; la terza fa da cerniera alla poesia: quella sensazione di sollievo è stata una semplice illusione, preludio al ritorno prepotente di un'angoscia non così facilmente eludibile; le ultime due descrivono l'unica difesa con quell'orrore "srotolato in faccia": una fuga verso l'irrazionalità della follia, unica difesa contro qualcosa che la mente non riesce a dominare. |
J411 (1862) / F424 (1862)
The Color of the Grave is Green - The Outer Grave - I mean - You would not know it from the Field - Except it own a Stone - To help the fond - to find it - The Color of the Grave is white - Has furrowed out the Aisles - The Color of the Grave within - You've seen the Color - maybe - |
Il Colore della Tomba è Verde - L'Esterno della Tomba - intendo - Non la distingueresti dal Prato - Salvo che non abbia una Lapide - Per aiutare i suoi cari - a trovarla - Il Colore della Tomba è bianco - Non abbia scavato Corridoi - Il Colore della Tomba all'interno - Ne avrai visto il Colore - forse - |
Apparentemente è la descrizione di una tomba. L'esterno mutevole, che cambia con il variare delle stagioni, l'interno immutabile, di un colore non detto, ma rivelato senza nominarlo nei primi due versi dell'ultima strofa: il nero che né la neve invernale né il sole estivo possono variare. Dico apparentemente, perché potremmo leggerci anche una metafora della vita e della morte. |
J412 (1862) / F432 (1862)
I read my sentence - steadily - Reviewed it with my eyes, To see that I made no mistake In it's extremest clause - The Date, and manner, of the shame - And then the Pious Form That "God have mercy" on the Soul The Jury voted Him - I made my soul familiar - with her extremity - That at the last, it should not be a novel Agony - But she, and Death, acquainted - Meet tranquilly, as friends - Salute, and pass, without a Hint - And there, the Matter ends - |
Lessi la mia sentenza - risolutamente - La esaminai coi miei occhi, Per accertarmi di non averla fraintesa Nella sua clausola finale - La Data, e la forma, della vergogna - E poi la Pia Formula Che "Dio abbia pietà" dell'Anima Votata dalla Giuria - Resi familiare la mia anima - con la sua sorte ultima - Affinché alla fine, non vi fosse una rinnovata Agonia - Ma lei, e la Morte, conosciutesi - Potessero incontrarsi tranquillamente, come amiche - Salutarsi, e andarsene, senza un Cenno - E a quel punto, chiusa la Faccenda - |
La sentenza di morte non ammette appello, la si può affrontare solo in modo risoluto, cercando, per quanto è possibile, di familiarizzare con essa, per evitare il prolungarsi di un'agonia che abbiamo già sperimentato in vita. |
J413 (1862) / F437 (1862)
I never felt at Home - Below - And in the Handsome Skies I shall not feel at Home - I know - I dont like Paradise - Because it's Sunday - all the time - If God could make a visit - Perennial beholds us - |
Non mi sono mai sentita a Casa - Quaggiù - E negli Armoniosi Cieli Non mi sentirò a Casa - lo so - Non mi piace il Paradiso - Perché è Domenica - per tutto il tempo - Se Dio facesse visite - Che perenne ci osserva - |
Con quale eretica leggerezza ED prende le distanze dall'aldilà! Un posto così noioso, dove le funzioni domenicali sono perenni, senza nemmeno un intervallo. Negli armoniosi cieli un'eterna radiosità, che non ci farà più gustare un qualche radioso mercoledì pomeriggio, ovvero un giorno qualsiasi, ma diverso dagli altri, e per questo così prezioso. Irresistibile poi il Dio telescopio, un pedante osservatore a cui niente può sfuggire. Viene proprio voglia di scappare via da lui, dallo spirito santo e da tutto il resto. E alla fine uno dei colpi d'ala dickinsoniani: ci piacerebbe tanto farlo, ma come la mettiamo col giorno del giudizio? |
J414 (1862) / F425 (1862)
'Twas like a Maelstrom, with a notch, That nearer, every Day, Kept narrowing it's boiling Wheel Until the Agony Toyed coolly with the final inch As if a Goblin with a Gauge - And not a Sinew - stirred - could help, As if your Sentence stood - pronounced - And when the Film had stitched your eyes |
Fu come un Maelstrom, con un solco, Che più vicino, ogni Giorno, Continuasse a stringere la sua Ruota rovente Finché l'Agonia Si trastullò freddamente con l'ultimo frammento Come se uno Spirito maligno con un Calibro - E neanche un Nervo - stimolato - poteva giovare, Come se la Sentenza fosse - pronunciata - E quando il Velo avesse cucito i tuoi occhi |
Il vortice dell'angoscia descritto con una serie di immagini, ora fisiche, ora oniriche, sempre sostenute da una immaginifica fantasia in crescendo, e concluse da quel "Reprieve!" che sembra una catarsi ma si rivela momentanea e subito dopo si tramuta in un angoscioso dubbio senza risposta. Moltissimi spunti per un'analisi dei versi. Prima c'è il Maelstrom, il nome nordico dei gorghi marini che, nella loro forma più estrema, trascinano in fondo anche le navi più resistenti. La Ruota è un'immagine quasi pittorica del mulinello, con il nucleo centrale che si stringe sempre più e si tramuta in un'Agonia senza più sentimenti che si trastulla con malcelata crudeltà con le estreme propaggini del nostro "orlo", ovvero con le nostre ultime difese, ormai deliranti. Il sogno è un'immagine ambigua: potrebbe essere il sogno della vita (che non è che un sogno) o il sogno/incubo della morte che diventa realtà quando qualcosa si spezza. |
J415 (1862) / F427 (1862)
Sunset at Night - is natural - But Sunset on the Dawn Reverses Nature - Master - So Midnight's - due - at Noon - Eclipses be - predicted - |
Il Tramonto di Sera - è naturale - Ma un Tramonto all'Alba Capovolge la Natura - Signore - Così Mezzanotte - diventa - Mezzogiorno - Le Eclissi sono - previste - |
È normale morire (tramontare) da vecchi (di sera). Ma se la mezzanotte arriva nel pieno del giorno, allora la natura è sovvertita. La morte è temuta ma prevista e ad essa siamo, volenti o nolenti, sottomessi. Ma se arriva all'improvviso, imprevista, ci fa pensare che l'orologio del creatore si sia guastato. |
J416 (1862) / F433 (1862)
A Murmur in the Trees - to note - Not loud enough - for Wind - A star - not far enough to seek - Nor near enough - to find - A long - long Yellow - on the Lawn - A Hurrying Home of little Men Of Robins in the Trundle bed But then I promised ne'er to tell - |
Un Mormorio fra gli Alberi - percepire - Non forte abbastanza - per essere Vento - Una stella - non così lontana da cercare - Né così vicina - da trovare - Un lungo - lungo Giallo - sul Prato - Un Domestico Affrettarsi di minuscole Umanità Di Pettirossi in Mobili lettini D'altronde ho promesso di non dire mai niente - |
Arriva la primavera. Una lieve brezza fa stormire le foglie, il cielo si libera dalle brume invernali e fa apparire le stelle, un lunga linea gialla (una fila di ranuncoli? una striscia di sole?) appare sul prato, con passi inaudibili, ma vivaci e dolci, gli insetti ritornano alle loro invisibili case, gli uccelli ai loro nidi, (fa ancora freddo e non riescono, per quanto ci provino, a coprirsi le ali con le camicie da notte). Ma tutto ciò è riservato a chi ha la sensibilità di percepire questi impalpabili cambiamenti ed è inutile renderne partecipi gli altri, estranei alle minute bellezze della ciclica rinascita della vita. |
J417 (1862) / F434 (1862)
It is dead - Find it - Out of sound - Out of sight - "Happy"? Which is wiser - You, or the Wind? "Conscious"? Wont you ask that - Of the low Ground? "Homesick"? Many met it - |
È morto - Trovalo - Al di là dell'udito - Al di là della vista - "Felice?" Chi ne sa di più - Tu, o il Vento? "Consapevole?" Non vorrai chiederlo - All'umile Suolo? "Prova Nostalgia?" Molti lo incontrarono - |
Inizio fulminante, in medias res. Prova a cercarlo, qualcuno che è morto! che è ormai fuori dalla portata dell'udito e della vista, ovvero al di là di ogni possibile percezione da parte di chi è di qua. E poi le tre domande, impossibili da soddisfare. "È felice?" non siamo in grado di saperlo, non più del vento. "È consapevole?" a chi lo chiediamo? al suolo che copre la sua tomba? "Ha nostalgia di casa, di noi, della vita?" Qualcuno lo potrebbe dire, quelli che lo hanno incontrato. Ma nessuno di questi può attestare alcunché. Sono come lui, muti e irraggiungibili.
Al sesto verso c'è quel "low Ground" che è un po' difficile da rendere. Margherita Guidacci traduce con "terra orizzontale", Silvio Raffo (Fògola) con "... Perché non ti chini / a chiederlo alla terra?", Claire Malroux con "Sol profond" ("Suolo profondo"). Nel dubbio ho scelto "umile", che è un significato figurato di "basso". |
J418 (1862) / F435 (1862)
Not in this World to see his face - Sounds long - until I read the place Where this - is said to be But just the Primer - to a life - Unopened - rare - Upon the Shelf - Clasped yet - to Him - and me - And yet - My Primer suits me so |
In questo Mondo non vedere il suo volto - Sembra lungo - finché scopro il posto Dove ciò - è definito Non più dell'Abbecedario - di una vita - Intonsa - rara - Sullo Scaffale - Ancora chiusa - a Lui - e a me - Eppure - il Mio Abbecedario mi è così caro |
Prima c'è un senso di smarrimento: come sembra lungo il tempo, sapendo di non poter vedere il suo volto in questa vita. Poi la scoperta: lì sullo scaffale c'è l'abbecedario, il libro "primo", il solo che può contenere la definizione di una vita (di un amore) intonsa (di cui non ho potuto sfogliare le pagine, per andare oltre l'ABC), rara (più nel senso di "unica"), che né io né lui potremo aprire ("yet" - "ancora" lascia però aperto uno spiraglio, lo stesso del primo verso "in this World" - chissa che da qualche altra parte questa vita non possa essere aperta). Eppure, anche se lì c'è solo l'ABC, non c'è altro libro che possa essere così dolcemente saggio come questo, ovvero non c'è nessun altro che possa sostituire "Lui" . Voi leggetene altri, diventati colti, tenetevi i cieli, basta che me lo lasciate: ciò che contiene è per me la cosa più preziosa. |
J419 (1862) / F428 (1862)
We grow accustomed to the Dark - When Light is put away - As when the Neighbor holds the Lamp To witness her Good bye - A Moment - We uncertain step And so of larger - Darknesses - The Bravest - grope a little - Either the Darkness alters - |
Ci abituiamo al Buio - Quando la Luce è messa via - Come quando la Vicina regge il Lume Per testimoniare il suo Arrivederci - Un Momento - facciamo un passo incerti E così è per più grandi - Oscurità - I più Coraggiosi - brancolano un po' - Che sia l'Oscurità a cambiare - |
Il nostro istinto di sopravvivenza ci aiuta nell'abituarci alle situazioni più negative. Come l'occhio si abitua pian piano al buio finché riesce a vedere, così riusciamo ad affrontare anche oscurità ben più grandi, "Those Evenings of the Brain" che ci attanagliano quando né uno spicchio di Luna né una pallida stella ci aiutano a "vedere". Anche chi crede di riuscire a superare facilmente queste oscurità interiori brancola, sbatte la fronte contro un albero. Ma poi, bene o male, presto o tardi, riusciamo a scorgere qualche barlume, o perché ne abbiamo trovato la forza dentro di noi o perché la tenebra si è un po' attenuata, e riusciamo a incamminarci nuovamente, più o meno "diritti", per la via dell'esistenza. |
J420 (1862) / F429 (1862)
You'll know it - as you know 'tis Noon - By Glory - As you do the Sun - By Glory - As you will in Heaven - Know God the Father - and the Son. By intuition, Mightiest Things Omnipotence - had not a Tongue - |
Lo riconoscerai - come riconosci che è Mezzogiorno - Dalla Gloria - Come riconosci il Sole - Dalla Gloria - Come in Cielo - Riconoscerai Dio Padre - e il Figlio. Attraverso l'intuito, le Cose più Elevate L'Onnipotenza - non ha la Lingua - |
Le parole si fermano davanti alle "Mightiest Things", perché non sarebbero mai capaci di esprimere compiutamente sensazioni che solo l'intuito riesce a percepire, e forse è proprio l'inesprimibilità il segno distintivo dei sentimenti più intensi. |
J421 (1862) / F430 (1862)
A Charm invests a face Imperfectly beheld - The Lady dare not lift her Veil For fear it be dispelled - But peers beyond her mesh - |
Un Fascino circonda un volto Imperfettamente scorto - La Dama non osa alzare il Velo Per paura che si disperda - Ma scruta al di là del tessuto - |
La copia riportata sopra è nei fascicoli; un'altra, identica nel testo ma senza divisione in strofe, fu presumibilmente inviata a Maria Whitney. |
Una variazione sul tema del desiderio che svanisce se soddisfatto, stavolta con l'immagine di un volto celato, che, una volta svelato, perderebbe probabilmente il suo fascino misterioso. |
J422 (1862) / F415 (1862)
More Life - went out - when He went Than Ordinary Breath - Lit with a finer Phosphor - Requiring in the Quench - A Power of Renowned Cold, For some - an Ampler Zero - Others - extinguish easier - Whose Peat life - amply vivid - |
Più Vita - si spense - quando Lui se ne andò Di un Ordinario Respiro - Accesa da un Fosforo più pregiato - Che aveva bisogno per Spegnersi - Della Potenza di un Freddo Rinomato, Per alcuni - un più Ampio Zero - Altri - si estinguono più facilmente - La cui vita di Torba - ampiamente vivida - |
I riferimenti all'Antracite e alla Torba (vv. 8 e 17) sono tratti dalla seconda delle Reveries of a Bachelor di Ik Marvel (pseudonimo di Donald Grant Mitchell), un testo del 1850 molto famoso fra i giovani all'epoca della Dickinson, dove all'antracite sono associate le persone solide, profonde, mentre alla torba quelle superficiali, mutevoli, brillanti. |
J423 (1862) / F416 (1862)
The Months have ends - the Years - a knot - No Power can untie To stretch a little further A Skein of Misery - The Earth lays back these tired lives The manner of the Children - |
I Mesi hanno termine - gli Anni - un nodo - Che nessuna Forza può sciogliere Per allungare un poco più oltre Il Groviglio della Sofferenza - La Terra ripone queste stanche vite Alla maniera dei Bambini - |
Considerazioni sulla transitorietà della sofferenza. Non può mai durare a lungo, perché, prima o poi, c'è la soccorrevole morte che la tronca. Le immagini e le metafore sono una più bella dell'altra. I mesi terminano, gli anni hanno un nodo definitivo (la morte) che nessuno può sciogliere per estendere al di là la sofferenza. "Skein" significa sia "matassa" che "stormo di uccelli", ma anche situazione intricata. Ho pensato che "groviglio" fosse più indicato di "matassa" per rendere l'idea dell'intrico del dolore che può lacerare un'anima. E poi la terra che ripone teneramente le stanche vite nei suoi misteriosi cassetti. Quel "tenderly" (che può anche essere reso con delicatamente, con amore, affettuosamente) è la chiave per capire che il nido offertoci è l'ultimo, il definitivo, quello che spazza via ogni dolore, oltre a essere una sorta di anticipazione della "tenera" metafora che verrà dopo. E poi la strofa finale: come i bambini si stancano del giorno, ma non possono mettere via da soli il "rumoroso giocattolo" (il giorno, appunto, contrapposto al silenzio della notte), ovvero hanno bisogno di qualcuno che li metta a letto, così gli uomini non sono in grado di liberarsi da soli del loro "rumoroso giocattolo" (la vita) ma hanno bisogno di qualcuno (la morte) che doni loro il riposo definitivo, "teneramente" come la mamma fa col suo bambino affaticato dei rumorosi giochi diurni. Per rendere più chiara la strofa finale ho tradotto "themself" con "da sé". |
J424 (1862) / F417 (1862)
Removed from Accident of Loss By Accident of Gain Befalling not my simple Days - Myself had just to earn - Of Riches - as unconscious Would stir his slow conception - |
Sottratta a Fortuite Perdite Da Fortuiti Guadagni Assenti dai miei semplici Giorni - Da sola ho dovuto guadagnare - Di Ricchezze - tanto inconsapevole Animerebbe il suo lento modo di pensare - |
La vita non mi ha mai regalato guadagni, così non ho mai perso tali regali. Se qualcosa ho ottenuto, l'ho fatto con le mie forze, senza l'intervento del caso. Fin qui è tutto chiaro. Vediamo le altre due strofe. La prima, escludendo le ultime due parole, fa pensare a un significato del tipo: non ho mai fatto tanto caso alla ricchezza, sono come il tuffatore malese che raccoglie le perle nei mari orientali: ha in mano un tesoro, ma non se ne cura più di tanto. Poi però c'è una sorpresa. Il disinteressato malese, se appena si svegliasse un po' e capisse che anche solo una piccola frazione di quella ricchezza potrebbe stare lì, in fondo al mare, aspettando proprio lui, potrebbe smuovere un po' il suo lento (ma anche indolente) modo di pensare ("conception"). Si capisce allora che la "ricchezza" non è riferita alla ricchezza esteriore, ma a qualcos'altro, così come le perdite e i guadagni iniziali. Proviamo a rileggerla così, pensando anche al periodo in cui fu scritta. Non ho mai rischiato di perdere un amore capitato per caso, perché l'amore non mi è mai venuto a cercare. Se talvolta l'ho provato, ho dovuto cercarlo solo con le mie forze (e probabilmente non sono stata ricambiata). Per questo non conosco le sue ricchezze, come il povero malese che si affanna a cercare perle, senza sapere nulla del loro enorme valore. Ma questo succede al malese, che è di pensiero un po' lento. Io invece lo so, che anche una piccolissima frazione di questa ricchezza che non ho, ma che ho il potere di sognare, sconvolgerebbe la mia vita. |
J425 (1862) / F382 (1862)
Good Morning - Midnight - I'm coming Home - Day - got tired of Me - How could I - of Him? Sunshine was a sweet place - I can look - cant I - You - are not so fair - Midnight - |
Buongiorno - Mezzanotte - Sto tornando a Casa - Il Giorno - si è stancato di Me - Come potrei Io - di Lui? La luce del sole era un dolce luogo - Posso guardare - dai - Tu - non sei così bella - Mezzanotte - |
Semplice. Senza ellissi, senza oscure metafore. Ma bellissima. Le bellezze del giorno, della vita, fanno traboccare il cuore. Ma lo fa traboccare anche quel verso: "You - are not so fair - Midnight -", semplicissimo e bellissimo come la melodia finale del "Götterdämmerung" wagneriano o l'ultima aria della Marescialla nel "Rosenkavalier" di Richard Strauss, entrambe così cariche di dolcezza e rimpianto. Così come il rovesciarsi, e il concludersi, del primo verso nell'ottavo: "Good Morning - Midnight - [...] Goodnight - Day!". |
J426 (1862) / F384 (1862)
It dont sound so terrible - quite - as it did - I run it over - "Dead", Brain - "Dead". Put it in Latin - left of my school - Seems it dont shriek so - under rule. Turn it, a little - full in the face I suppose it will interrupt me some It's shrewder then |
Non suona così terribile - del tutto - come suonava - Lo ripeto più volte - "Morto", Cervello - "Morto". Detto nel Latino - rimasto dalla scuola - Non sembra così stridulo - sottoposto a regole. Voltalo, un po' - in pieno volto Suppongo vi sarà qualche interruzione È più sagace quindi |
La poesia fu scritta, quasi certamente, in occasione della morte di Frazar A. Stearns, figlio del presidente dell'Amherst College, ucciso a ventun anni in battaglia a Newbern, nel North Carolina, il 14 marzo del 1862. ED parla di questo avvenimento in due lettere di fine marzo 1862 alle cugine Louise e Frances Norcross (L255) e a Samuel Bowles (L256). In quest'ultima usa parole vicine a quelle della poesia, che chiariscono anche il senso del secondo verso e il "Murder" dell'ultimo: "Austin is chilled - by Frazer's [sic] murder - He says his Brain keeps saying over 'Frazer is killed' - 'Frazer is killed,' just as Father told it - to Him. Two or three words of lead - that dropped so deep, they keep weighing -" ("Austin è agghiacciato - dall'assassinio di Frazer - Dice che il suo Cervello va ripetendo 'Frazer è stato ucciso' - 'Frazer è stato ucciso', proprio come il babbo lo disse - a Lui. Due o tre parole di piombo - stillate nel profondo, che continuano a pesare -"). |
ED trasforma il ricordo di un amico ucciso in battaglia in una riflessione sullo scolorare del dolore, sul tempo che lenisce le ferite, ma anche sul potere del raziocinio. Passa dalla fissità delle parole funebri ripetute nel secondo verso (parole che erompono dal petto ma che poi subiscono una razionalizzazione - il latino e le sue regole, con le reminescenze scolastiche di noiose declinazioni, così estranee alla lingua inglese) al tono quasi "scherzoso" degli ultimi due, con la spiazzante immagine dell'assassinio-abito che perde le pieghe del dolore e calza a pennello. O la metafora della cosa più terribile: la tomba. Anch'essa, che, come ogni novità, sembra così enorme e senza fondo, in fin dei conti rimpiccolisce e diventa quasi familiare con l'abitudine-razionalizzazione. Le cose dolorose, che sembrano in un primo momento così enormi, basta girarle un po', spostarle leggermente, far passare un po' di tempo, e rimpiccoliscono, si velano. |
J427 (1862) / F385 (1862)
I'll clutch - and clutch - Next - One - Might be the golden touch - Could take it - Diamonds - Wait - I'm diving - just a little late - But stars - go slow - for night - I'll string you - in fine necklace - I'll show you at the Court - And - when I die - |
Afferrerò - e afferrerò - La prossima - Volta - Potrebbe essere l'aureo tocco - Capace di prenderli - I Diamanti - in Attesa - Mi immergo - appena un po' in ritardo - Ma le stelle - vanno lente - nella notte - Vi intreccerò - in eteree collane - Vi mostrerò a Corte - E - quando morirò - |
I versi diventano diamanti in attesa di mani che sappiano afferrarli e farne collane, tiare, diademi. Uno scrigno da mostrare con umile ritrosia, per far capire al cielo che quella è una ricchezza vera, coltivata nel silenzio interiore e che non ha bisogno dell'effimero splendore dell'esteriorità. |
J428 (1862) / F386 (1862)
Taking up the fair Ideal, Just to cast her down When a fracture - we discover - Or a splintered Crown - Makes the Heavens portable - And the Gods - a lie - Doubtless - "Adam" - scowled at Eden - For his perjury! Cherishing - our poor Ideal - |
Cogliere il puro Ideale, Solo per buttarlo giù Quando una frattura - scopriamo - O una Corona scheggiata - Rende portabili i Cieli - E gli Dei - una menzogna - Senza dubbio - "Adamo" - se la prese con l'Eden - Per il suo spergiuro! Serbare - il nostro povero Ideale - |
Cercare un ideale puro e bello solo per scrutarlo con occhiuta pignoleria e scoprirne i punti deboli può forse darci l'illusione di avvicinarci al cielo, di renderlo più maneggiabile dalle nostre mani mortali e, magari, di darci la soddisfazione di cogliere in fallo quegli dei tanto lontani da sembrare irraggiungibili; un po' come Adamo, che prima venne meno al giuramento e poi, invece di prendersela con se stesso, se la prese con l'Eden. |
J429 (1862) / F387 (1862)
The Moon is distant from the Sea - And yet, with Amber Hands - She leads Him - docile as a Boy - Along appointed Sands - He never misses a Degree - Oh, Signor, Thine, the Amber Hand - |
La Luna è lontana dal Mare - Eppure, con Mani d'Ambra - Lo conduce - docile come un Fanciullo - Lungo Sabbie designate - Egli non sbaglia mai un Grado - Oh, Signore, Tua, la Mano d'Ambra - |
Momento di sottomissione al volere di un "lui" che può essere Dio ma anche, più probabilmente, l'amato, visto il "Signor" del verso 9, un italianismo che fa pensare di più a un "Signore" concreto. Poesia limpida, senza sbalzi, tranquilla come la marea che docilmente va e viene. Belli il settimo e l'ottavo verso, con quel "just so far" ripetuto che suggerisce l'idea dell'obbedienza senza ripensamenti, né all'andata né al ritorno, e senza sbavature: "He never misses a Degree". |
J430 (1862) / F388 (1862)
It would never be Common - more - I said - Difference - had begun - Many a bitterness - had been - But that old sort - was done - Or - if it sometime - showed - as 'twill - I'd so much joy - I told it - Red - I walked - as wings - my body bore - I put my pleasure all abroad - When - suddenly - my Riches shrank - I clutched at sounds - The Sackcloth - hangs upon the nail - |
Non sarebbe più stato Normale - mai più - dissi - La diversità - era iniziata - Molta amarezza - c'era stata - Ma quel vecchio modo di essere - era finito - O - se talvolta - riappariva - come succede - Avevo così tanta gioia - che esprimevo - col Rosso - Camminavo - come se ali - sorreggessero il corpo - Spargevo piacere tutt'intorno - Ma - d'un tratto - le Ricchezze si prosciugarono - Mi aggrappai ai suoni - Il Saio - pende dal chiodo - |
L'alternarsi di gioie e dolori raccontata con inusuale lunghezza. Le prime cinque strofe descrivono un periodo prolungato di felicità, appena venato da fuggevoli ansie (vv. 5-6); la fine di questo periodo felice è compresso in una sola strofa, quasi a rendere palese il "suddenly" del verso 21; nella penultima strofa lo smarrimento per quegli "aurei percorsi", sui quali si riaffaccia prepotente il deserto; nell'ultima l'amara constatazione che ciò che è rimasto è solo il saio delle penitenza e la struggente nostalgia dei due ultimi versi, dove la felicità passata è nelle due bellissime immagini del "momento di broccato" e della "goccia d'India". |
J431 (1862) / F389 (1862)
Me - Come! My dazzled face In such a shining place! Me - hear! My foreign Ear The sounds of Welcome - there! The Saints forget My Holiday, shall be |
Io - Vengo! Il mio volto abbagliato In un luogo così splendente! Io - ascolto! Il mio Orecchio straniero I suoni di Benvenuto - là! I Santi dimenticano La mia Festa, sarà |
La prima strofa riprende un versetto dell'Apocalisse: "Lo Spirito e la Sposa dicono: 'Vieni!'. E chi ascolta dica pure: 'Vieni!'. Chi ha sete venga, e colui che ne vuole prenda gratuitamente l'acqua di vita!" e lo trasforma in una risposta: eccomi, sono io che vengo in questi splendidi luoghi, che ascolto, col mio orecchio straniero il benvenuto dell'aldilà. È una strofa che parla dell'alto, di ciò che ci aspetta nell'aldilà. L'ultima invece ci riporta in basso: sono sì abbagliata dallo splendore del cielo, ma la mia festa sarà la consapevolezza che chi rimane giù mi ricorderà, che la mia fama correrà di bocca in bocca, che tutti pronunceranno il mio nome. Fra le due, una strofa di due versi simmetrici che collegano l'alto e il basso: i santi là in alto che dimenticano i nostri umili piedi qui in basso. La metafora alto-basso /paradiso-terra diventa anche fisica: il mio volto e il mio orecchio saranno in cielo, i piedi rimangono giù. |
J432 (1862) / F390 (1862)
Do People moulder equally, They bury, in the Grave? I do believe a species As positively live As I, who testify it I say to you, said Jesus, I need no further Argue - |
In polvere allo stesso modo, Quelli sepolti, nella Tomba? Io credo ve ne siano Di assolutamente vivi Come me, che lo attesto Vi dico, disse Gesù, Non ho bisogno di Discutere oltre - |
Sorella della precedente, ma più articolata. Con le solite sorprese dickinsoniane: come provo che sono viva? Semplice: respiro a pieni polmoni l'aria, che prendo dagli incommensurabili serbatoi ("tanks") là in alto, sulla mia testa; a ben vedere, nella sua stranezza, è un'affermazione profondamente religiosa: la vita, con la metafora dell'aria che respiriamo e di cui ci riempiamo i polmoni, ci viene da lassù, da qualcosa che sta molto più in alto della nostra testa, ma, nello stesso tempo, dà una concretezza quasi materialista al soffio divino. E quell'affermazione: Gesù ha detto così, non cominciamo a cavillare, temperata però da quell'"If Jesus was sincere" che getta un'ombra di dubbio sul netto verso successivo. Il finale fulminante: che cos'è l'immortalità se non "la morte della morte"? fa venire in mente l'ultimo verso del sonetto 146 di Shakespeare: "And death once dead, there's no more dying then." ("E una volta morta la morte, non ci sarà più il morire."). |
J433 (prima versione, 1862) / F391 (prima versione, 1862)
Knows how to forget! But - could she teach - it? 'Tis the Art, most of all, I should like to know - Long, at it's Greek - Mould my slow mind to this Comprehension - How to forget! |
Sa come dimenticare! Ma - saprebbe insegnarlo? È l'Arte, che più di ogni altra, Mi piacerebbe conoscere - Bramo, al suo Greco - Modello la mia lenta mente a questa Comprensione - Come dimenticare! |
J433 (seconda versione, 1865) / F391 (seconda versione, 1865)
Knows how to forget! But could It teach it? Easiest of Arts, they say When one learn how Dull Hearts have died I went to School "How to forget"! Is it in a Book? If it be invention |
Sa come dimenticare! Ma saprebbe insegnarlo? La più facile delle Arti, si dice Quando si impara come Malinconici Cuori sono morti Sono andata a Scuola "Come dimenticare!" Sta in un Libro? Se è un'invenzione |
È molto difficile, forse impossibile, imparare l'arte di dimenticare. |
J434 (1862) / F618 (1863)
To love thee Year by Year - May less appear Than sacrifice, and cease - However, dear, Forever might be short, I thought to show - And so I pieced it, with a flower, now. |
Amarti Anno dopo Anno - Può apparire inferiore Al sacrificio, e alla rinuncia - Tuttavia, cara, Che il sempre potrebbe essere breve, pensavo di mostrare - E così l'ho congiunto, con un fiore, ora. |
Amarti anno dopo anno può sembrare qualcosa di piccolo, di inferiore, rispetto al sacrificio e alla rinuncia. Comunque, in ogni caso - sia nell'amarti che nel rinunciare a te - ricordati che il "forever" è sempre illusorio. Volevo fartelo capire in qualche modo, e allora vicino a questi versi ho messo un fiore: bello, rigoglioso, affascinante, ma di così breve durata! |
J435 (1862) / F620 (1863)
Much Madness is divinest Sense - To a discerning Eye - Much Sense - the starkest Madness - 'Tis the Majority In this, as All, prevail - Assent - and you are sane - Demur - you're straightway dangerous - And handled with a Chain - |
Molta Follia è il più divino Senno - A un Occhio perspicace - Molto Senno - la più assoluta Follia - È la Maggioranza In questo, come in Tutto, a prevalere - Approva - e sei sano - Obietta - sei subito pericoloso - E trattato con Catene - |
Il vizio molto diffuso di dare del "matto" a chi non si conforma alle regole della "majority". |
J436 (1862) / F621 (1863)
The Wind - tapped like a tired Man - And like a Host - "Come in" I boldly answered - entered then My Residence within A Rapid - footless Guest - No Bone had He to bind Him - His Countenance - a Billow - He visited - still flitting - |
Il Vento - bussò come chi è stanco - E come una Padrona di casa - "Avanti" Risposi con baldanza - entrò allora Dentro la mia Dimora Un Ospite Rapido - senza piedi - Non aveva Ossa che Lo tenessero unito - Il suo Aspetto - un'Onda - Mi fece visita - sempre volteggiando - |
La natura che diventa una realtà quasi umana. Il vento, che ha emozioni umane, è stanco, è timido, arriva sfoggiando la sua immateriale bellezza. Bellissime le immagini della seconda, terza e quarta strofa, costruite in modo simmetrico: in tutt'e tre c'è un primo verso che descrive il vento quasi fisicamente: Un Ospite Rapido - senza piedi - / Non aveva ossa che Lo tenessero unito - / Il suo Aspetto - un'Onda -. Quindi ED, per tre volte con similitudini che smaterializzano la fisicità, descrive le sue sensazioni, e le sue interazioni, con un ospite così particolare: Dirgli di sedere sarebbe come offrire un divano all'aria, il suo parlare somiglia all'immateriale spinta di colibrì da un cespuglio, e infine le dita che liberano melodie simili a quelle che si producono soffiando sul bordo di un bicchiere. Poi il commiato: il vento, come chi è timido, si agita, è nervoso, se ne va, e la padrona di casa resta con la sua solitudine umana, aspettando un altro soffio di vento che le riporti "within her residence" le bellezze del mondo. |
J437 (1862) / F623 (1863)
Prayer is the little implement Through which Men reach Where Presence - is denied them - They fling their Speech By means of it - in God's Ear - |
La preghiera è il piccolo strumento Attraverso il quale gli Uomini arrivano Dove la Presenza - è negata loro - Essi lanciano Parole Per mezzo di essa - nell'Orecchio di Dio - |
La preghiera è il congegno usato dagli uomini per raggiungere direttamente quel dio che è negato alla loro mente razionale. Ma il dubbio rimane: chissà se dio ascolterà davvero quelle preghiere o meglio, chissà se esiste davvero quel dio al quale ci rivolgiamo senza mai aver risposta. |
J438 (1862) / F625 (1863)
Forget! The lady with the Amulet Forgot she wore it at her Heart Because she breathed against Was Treason twixt? Deny! Did Rose her Bee - The lady with the Amulet - will fade - |
Dimenticare! La dama con l'Amuleto Dimenticò che lo portava sul Cuore Poiché ci respirava contro Era Tradimento fra loro? Ripudiare! Ripudiò la Rosa il suo Bombo - La dama con l'Amuleto - sbiadirà - |
I cicli della vita prevedono sempre una fine: così l'amore della dama, personificato nell'amuleto dimenticato, o quello di un bombo per una rosa. Soltanto saprò far vivere il mio sentimento al di là dell'incessante fluire della natura, in un amore-rinuncia che si sottomette alla volontà dell'altro. |
J439 (1862) / F626 (1863)
Undue Significance a starving man attaches To Food - Far off - He sighs - and therefore - Hopeless - And therefore - Good - Partaken - it relieves - indeed - |
Eccessivo Significato un uomo affamato attribuisce Al Cibo - Remoto - sospira - e dunque - Impossibile - E dunque - Buono - Prenderne - conforta - a dire il vero - |
Variazione sul tema della mancanza che stuzzica il desiderio. |
J440 (1862) / F628 (1863)
'Tis Customary as we part A Trinket - to confer - It helps to stimulate the faith When Lovers be afar - 'Tis various - as the various taste - |
È Consuetudine quando partiamo Un Gingillo - concedere - Aiuta a stimolare la fedeltà Quando Chi si ama è lontano - Può essere vario - com'è vario il gusto - |
ED sa trasformare anche un semplice biglietto in una poesia. Il gingillo che diamo a chi parte (o ci viene dato da chi parte) può essere di varia natura, come varii sono i gusti. Quel che conta è che stimoli la fedeltà sia di chi resta sia di chi parte. |
J441 (1862) / F519 (1863)
This is my letter to the World That never wrote to Me - The simple News that Nature told - With tender Majesty Her Message is committed |
Questa è la mia lettera al Mondo Che non scrisse mai a Me - Semplici Notizie che la Natura raccontò - Con tenera Maestà Il suo Messaggio è affidato |
Una delle sue poesie più famose, dove ED, come in altre ma qui in modo molto più diretto, descrive la sua poesia. I primi due versi parlano di una comunicazione a senso unico, come se ED non avesse mai trovato negli altri qualcosa che potesse competere con la sua insaziabile voglia di dire, di narrare, di descrivere; ma possono anche essere letti come un accenno alla sua scelta di solitudine. I successivi due versi, nella loro asciutta semplicità, sono un tributo alla natura, che nelle sue forme più varie, interiori ed esteriori, è stata l'ispiratrice dei suoi versi, con quelle "semplici notizie" trasformate in sempre nuove e sorprendenti pagine di poesia. Nei primi due versi della seconda strofa una bellissima immagine dei suoi lettori futuri, di quelle mani invisibili che sfoglieranno le sue pagine e sapranno coglierne il messaggio. E infine, negli ultimi due versi, un artificio retorico, un affidarsi alla benevolenza del lettore, dove il "compatriota" non è tanto chi è nato nello stesso posto ma chi è capace di condividere la bellezza della poesia. |
J442 (1862) / F520 (1863)
God made a little Gentian - It tried - to be a Rose - And failed - and all the Summer laughed - But just before the Snows There rose a Purple Creature - The Frosts were her condition - |
Dio fece una piccola Genziana - Che tentò - d'essere una Rosa - E fallì - e l'Estate tutta intera rise - Ma appena prima delle Nevi Là si levò una Purpurea Creatura - Il Gelo era la sua condizione - |
Bellissima metafora della vita e della morte. Nasciamo piccole genziane e tentiamo di diventare una rosa, ma solo la morte (il gelo, le nevi, il nord) potrà farci sbocciare nel purpureo splendore dell'immortalità. Nell'ultimo verso si insinua l'immancabile dubbio dickinsoniano: "caro creatore, ma io ce la farò a fiorire, o è tutta un'illusione?" |
J443 (1862) / F522 (1863)
I tie my Hat - I crease my Shawl - Life's little duties do - precisely - As the very least Were infinite - to me - I put new Blossoms in the Glass - We cannot put Ourself away Therefore - we do life's labor - |
Ripongo il Cappello - piego lo Scialle - Con scrupolo - adempio ai piccoli doveri della vita - Come se il più minuto Fosse l'infinito - per me - Metto i Fiori freschi nel Vaso - Non possiamo riporre Noi stessi Perciò - adempiamo al lavoro della vita - |
Nell'edizione Johnson la poesia ha cinque versi in più alla fine della penultima strofa: "'Twould start them - / We - could tremble - / But since we got a Bomb - / And held it in our Bosom - / Nay - Hold it - it is calm -" ("Dar loro coscienza - / Noi - potremmo tremare - / Ma da quando carpimmo una Bomba - / E la tenemmo stretta al Petto - / Anzi - la Teniamo - c'è calma -"). Nella successiva edizione di Franklin questi versi sono attribuiti alla parte finale della J1712-F508. |
Molto ricca di suggestioni più o meno misteriose. Inizia con un quadretto casalingo che si prolunga per dieci versi, per poi arrestarsi improvvisamente, come un colpo di timpano dopo un valzerotto paesano (valzerotto con due incisi deliziosi: i piccoli doveri che diventano l'infinito, il petalo "ancorato" alla gonna). La cesura è lo "Stopped" del verso 12, suddiviso dalle lineette in quattro brevissime sezioni allitteranti. Ecco che inizia un viaggio nella vita che sembra finita e invece deve continuare. Quel qualcosa che colpì il "ticchettio" (il battito del cuore, la vita stessa) non ci permette però di "riporre noi stessi" come se avessimo concluso quel compito (ED usa "errand" che significa letteralmente "commissione", "incarico") che era lo scopo del nostro vivere (altra immagine geniale: "per cui ci siamo imbattuti nella Carne"). Dobbiamo percorrere miglia a miglia di nulla, assai più penose dell'azione. E in questo nulla non siamo liberi, dobbiamo simulare di essere ancora vivi, mascherare il fatto che invece non ci sentiamo più vivi. Troppi occhi ci guardano e noi siamo come nudi, non protetti da nessuno schermo ("unshaded") che ci permetta di sfuggire a quegli occhi telescopici (gli altri, Dio) che ci controllano ma ai quali non interessa niente di noi. E allora siamo costretti a continuare a vivere, anche se sappiamo che l'unico compenso della nostra fatica di vivere questo scampolo di esistenza priva per noi di significato, sarà niente di più che l'esistenza stessa. Alla fine della lettura il decimo verso: " So much I have to do" appare in tutta la sua ironia, e il "valzerotto" assume tutt'altro aspetto. |
J444 (1862) / F524 (1863)
It feels a shame to be Alive - When Men so brave - are dead - One envies the Distinguished Dust - Permitted - such a Head - The Stone - that tells defending Whom The price is great - Sublimely paid - Are we that wait - sufficient worth - It may be - a Renown to live - |
Si prova vergogna ad essere Vivi - Quando Uomini così valorosi - sono morti - Si invidia l'Illustre Polvere - Concessa - a tali Teste - La Pietra - che narra difendendo Chi Il prezzo è alto - Sublime il pagamento - Siamo noi che aspettiamo - degni abbastanza - Può darsi - che vivere dia la Fama - |
Un inno ai caduti in battaglia, a chi ha sacrificato la vita in nostra difesa. Anche quando tratta temi che potrebbero facilmente scivolare in un patriottismo di maniera, ED non si smentisce. Sbozza la materia con decisione, come suo solito le immagini sono concrete (la polvere, la pietra tombale, le vite come dollari, l'orrido calice della battaglia) e non lasciano spazio a una visione edulcorata e astratta del coraggio. Due cose particolarmente belle: la vita come una "enorme perla", un gioiello inestimabile, e l'intera ultima strofa: vivere può dare fama, celebrità, ma il vero marchio del divino è riservato a loro, quelli che, magari ormai dimenticati, sono stati i nostri salvatori. |
J445 (1862) / F344 (1862)
'Twas just this time, last year, I died. I know I heard the Corn, When I was carried by the Farms - It had the Tassels on - I thought how yellow it would look - I thought just how Red - Apples wedged I wondered which would miss me, least, And would it blur the Christmas glee But this sort, grieved myself, |
Proprio in questo periodo, l'anno scorso, morii. So che sentivo il Granturco, Quando fui portata attraverso le Fattorie - Aveva messo il Pennacchio - Pensai a come apparisse giallo - Pensai al Rosso - delle Mele ammassate Mi domandai a chi sarei mancata, di meno, E se avrebbe offuscato la gioia del Natale Ma questi pensieri, mi rattristarono, |
Il dubbio sull'immortalità viene superato dalla forza della poesia, che permette di "vivere" la propria morte. Anche qui la protagonista assoluta è la natura e la quotidianità. I campi gialli di granturco, i carri che raccolgono zucche, l'evocazione di un nome familiare, il trascorrere delle stagioni, che accompagna la morte così come la vita. Il quadretto casalingo del babbo che prepara un piatto in più affinché la somma sia uguale a prima; il Babbo Natale che non riesce a raggiungere la calza dell'assente, ormai troppo in alto. E il finale, in cui il ricongiungimento con i propri cari è visto come un riprendere tutto ciò che si era perduto. |
J446 (1862) / F346 (1862)
I showed her Hights she never saw - "Would'st Climb," I said? She said - "Not so" - "With me -" I said - With me? I showed her Secrets - Morning's Nest - The Rope the Nights were put across - And now - "Would'st have me for a Guest"? She could not find her Yes - And then, I brake my life - And Lo, A Light, for her, did solemn glow, The larger, as her face withdrew - And could she, further, "No"? |
Le mostrai Altezze che non aveva mai visto - "Ti andrebbe di Arrampicarti?", chiesi, Lei rispose - "Non così" - "Con me" - dissi - Con me? Le mostrai Segreti - il Nido del Mattino - La Fune che le Notti avevano intrecciato - E ora - "Ti andrebbe di avermi come Ospite?" Lei non fu capace di trovare il Sì - E allora, io spezzai la mia vita - Ed Ecco, Una Luce, per lei, fiammeggiò solenne, Più vasta, quando il suo volto si ritrasse - E poteva ella, dire ancora, "No"? |
La poesia fu inviata a Susan firmata "Emily". Nei fascicoli manoscritti ne esiste una copia praticamente identica, ma con i pronomi rovesciati e la terza persona al maschile anziché al femminile:
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Poesia bifronte: una copia in cui un "Io" si rivolge a una "Lei" e un'altra in cui un "Lui" si rivolge a un "Io". I due "Io" non hanno un genere ben identificato ma si può ragionevolmente supporre che siano ambedue la stessa ED. Nella prima tenta Susan con altezze vertiginose, che, una volta scalate, riveleranno i segreti e i piaceri notturni e mattutini e, una volta capito che l'altra fa la ritrosa, si trasforma in fuoco d'artificio e la abbaglia con la sua luce sfolgorante: "davanti a una simile meraviglia, cara Susan, potrai mai dire ancora di no?" L'altra è esattamente speculare. Stavolta è un lui che invita, alletta, abbaglia, ed è ED che si chiede: "davanti a una simile meraviglia, cari lettori, come facevo a continuare a dire di no?". |
J447 (1862) / F443 (1862)
Could - I do more - for Thee - Wert Thou a Bumble Bee - Since for the Queen, have I - Nought but Bouquet? |
Potrei - fare di più - per Te - Fossi Tu un Bombo - Visto che per la Regina, non ho - Nient'altro che un Bouquet? |
Probabilmente accompagnavano l'invio di un mazzo di fiori a una destinataria sconosciuta, un dono che si adatta a una regina come a un bombo. |
J448 (1862) / F446 (1862)
This was a Poet - It is That Distills amazing sense From Ordinary Meanings - And Attar so immense From the familiar species Of Pictures, the Discloser - Of portion - so unconscious - |
Questo fu un Poeta - È colui Che Distilla un senso sorprendente Da Significati Ordinari - Ed Essenza così immensa Da avvenimenti familiari Di Visioni, Rivelatore - Di proprietà - così inconsapevole - |
Una definizione perfetta del "poeta", ma soprattutto una magistrale autodefinizione da parte di chi ha saputo " distillare un senso sorprendente da significati ordinari" ed estrarre "essenza così immensa da avvenimenti familiari". Chi, se non un poeta, è capace di essere un "discloser of pictures", un rivelatore dell'intima natura delle immagini che ci circondano nella vita di tutti i giorni, qualcuno che ci fa vedere con occhi nuovi qualcosa che ci sembrava ormai talmente familiare da diventare invisibile? Bellissima l'ultima strofa: nessun ladro può turbare chi ha in sé la propria ricchezza, e quell'ultimo verso, un richiamo alla fama postuma, fuori dal tempo, tante volte corteggiata da ED, schiva ma consapevole del proprio genio poetico. |
J449 (1862) / F448 (1862)
I died for Beauty - but was scarce Adjusted in the Tomb When One who died for Truth, was lain In an adjoining Room - He questioned softly "Why I failed"? And so, as Kinsmen, met a Night - |
Morii per la Bellezza - ma ero appena Sistemata nella Tomba Quando Uno che morì per la Verità, fu adagiato In una Stanza adiacente - Mi domandò silenziosamente "Perché sei mancata?" E così, come Congiunti, incontratisi di Notte - |
ED vuole dirci che Verità e Bellezza si identificano l'un l'altra e ce lo dice facendo amabilmente conversare due defunti. L'inizio predispone a una visione molto concreta e familiare della tomba: "mi ero appena sistemata che ecco subito un vicino col quale fare due chiacchiere". La seconda strofa contiene quella che potremmo chiamare la "morale"; nella terza ED riprende all'inizio il tono colloquiale della prima, per poi sferrare uno dei suoi soliti colpi magistrali nei due ultimi versi, dove l'amabile conversazione d'oltretomba diventa un piccolo interludio prima della morte vera, quella col muschio che serra le nostre labbra e copre per sempre i nostri nomi. |
J450 (1862) / F449 (1862)
Dreams - are well - but Waking's better - If One wake at Morn - If One wake at Midnight - better - Dreaming - of the Dawn - Sweeter - the Surmising Robins - |
I sogni - sono belli - ma Svegliarsi è meglio - Se Uno si sveglia al Mattino - Se Uno si sveglia a Mezzanotte - meglio - Sognare - dell'Alba - Più dolci - i Vagheggiati Pettirossi - |
I sogni sono, quasi sempre, più belli della realtà. Perché "quasi" sempre? Perché la realtà può essere più bella dei sogni soltanto se ci si sveglia al mattino, si trova un giorno radioso e ci si avvia a goderlo in tutta la sua luce. Invece i nostri risvegli avvengono spesso a mezzanotte, in quelle albe che non portano alla luce del giorno ma al buio della notte. Allora, meglio vagheggiare pettirossi immaginari, che non allieteranno mai concretamente i rami degli alberi, ma, almeno in parte, riusciranno a illuminare il buio della nostra vita. |