The Complete Poems
Tutte le poesie
J1601 - 1650
Traduzione e note di Giuseppe Ierolli
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Indice Johnson
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J1601 (1884) / F1675 (1885)
Of God we ask one favor, That we may be forgiven - For what, he is presumed to know - The Crime, from us, is hidden - Immured the whole of Life Within a magic Prison We reprimand the Happiness That too competes with Heaven - |
A Dio chiediamo un unico favore, Che si possa essere perdonati - Per che cosa, si presume egli lo sappia - Il Crimine, a noi, è celato - Murati per l'intera Vita Dentro una magica Prigione Rimproveriamo la Felicità Che troppo compete col Cielo - |
I versi sono nella brutta copia di una lettera (L976 - marzo 1885) a Helen Hunt Jackson, ancora convalescente per la frattura di qualche mese prima (vedi la J1600-F1663). Nel manoscritto ci sono due redazioni della lettera (entrambe riportate da Johnson): nella prima ci sono soltanto i primi due versi, mentre nell'altra c'è il testo intero. In entrambe le redazioni i versi sono preceduti da "Knew I how to pray, to intercede for your Foot were intuitive - but I am but a Pagan." ("Se sapessi come pregare, intercedere per i suoi Piedi sarebbe ovvio - ma sono soltanto una Pagana."). Non si sa se la lettera sia poi stata effettivamente spedita alla destinataria. |
In molte poesie di ED l'atteggiamento verso il divino è critico e, spesso, scettico. In questa le immagini sono forse meno esplicite, ma il paradosso dei primi versi, chiedere perdono per qualcosa che non sappiamo, per un crimine che sembra inevitabile commettere ma del quale ci sfugge la reale consistenza, cela un'indubbia ribellione verso un dio che appare così distante e oscuro alle creature che si suppone lui abbia creato. La seconda parte è un inno alla vita, una prigione per la nostra mente che non riesce a comprendere il mistero, ma una prigione magica, che spesso ci dona una felicità della quale è ingiusto sentirsi colpevoli, soltanto perché la "vera" felicità sembra debba essere per forza, e non capiamo perché, quella che dovrebbe aspettarci una volta liberati da queste mura che ci tengono così magicamente prigionieri. |
J1602 (1884) / F1664 (1884)
In other Motes, Of other Myths Your requisition be. The Prism never held the Hues, It only heard them play - |
In altri Atomi, Di altri Miti La tua richiesta sia. Il Prisma non trattenne mai i Colori, Li udì soltanto giocare - |
I versi sono in una lettera a Helen Hunt Jackson (L937, la stessa dei quattro versi finali della J1600-F1663), preceduti da: "I, too, took my summer in a Chair, though from 'Nervous prostration,' not fracture, but take my Nerve by the Bridle now, and am again abroad - Thank you for the wish - / The Summer has been wide and deep, and a deeper Autumn is but the Gleam concomitant of that waylaying Light - / Pursuing you in your transitions," ("Anch'io ho passato l'estate in Poltrona, anche se a causa di un 'esaurimento nervoso', non di una frattura, ma ora prendo i miei Nervi per le Briglie, e sono di nuovo all'aperto - Grazie per l'augurio - / L'estate è stata ampia e profonda, e un più profondo autunno non è altri che il Bagliore concomitante con quella Luce in agguato - / La sto seguendo nelle sue transizioni,"). |
La richiesta ultima deve riguardare cose diverse da quelle a cui siamo abituati, perché le cose del mondo sono fuggevoli come i colori in un prisma, che li vede passare e può soltanto assistere ai loro giochi di luce, senza il potere di trattenerli. |
J1603 (1884) / F1662 (1884)
The going from a world we know To one a wonder still Is like the child's adversity Whose vista is a hill, Behind the hill is sorcery And everything unknown, But will the secret compensate For climbing it alone? |
L'andare da un mondo che conosciamo A uno di muta meraviglia È come l'ansia di un bimbo La cui visuale è una collina, Oltre la collina è magia E ogni cosa sconosciuta, Ma il segreto compenserà La scalata solitaria? |
In una lettera a Louise e Frances Norcross (L907 - agosto 1884) in cui ED parla fra l'altro della sua malattia: "The doctor calls it 'revenge of the nerves'; but who but Death had wronged them?" ("Il dottore la chiama "vendetta dei nervi'; ma che cosa se non la Morte li aveva offesi?"). I versi sono preceduti da un ricordo del nipote Gilbert, morto l'anno precedente: "The little boy we laid away never fluctuates, and his dim society is companion still. But it is growing damp and I must go in. Memory's fog is rising. ("Il fanciullo che abbiamo deposto non si è mai mosso, e la sua fioca vicinanza ci è ancora compagna. Ma sta arrivando l'umidità e devo rientrare. La nebbia della memoria sta salendo."). |
Il viaggio dal mondo che conosciamo a quello che di cui non sappiamo nulla è come un'intima scalata verso il mistero. Non sappiamo se ciò che scopriremo dall'altra parte riuscirà a compensare quel cammino così difficile, perché rivolto a una meta che ci attira con le magiche meraviglie che ci promette ma allo stesso tempo ci incute l'istintiva paura dell'ignoto. |
J1604 (1884) / F1643 (1884)
We send the Wave to find the Wave - An Errand so divine, The Messenger enamored too, Forgetting to return, We make the wise distinction still, Soever made in vain, The sagest time to dam the sea is when the sea is gone - |
Mandiamo l'Onda a trovare l'Onda - Un Compito così divino, Che anche il Messaggero s'innamorò, Scordando di tornare, Di nuovo concepiamo la saggia distinzione, Sempre concepita invano, Che il momento migliore per arginare il mare sia quando il mare se n'è andato - |
Nel testo manoscritto i versi sono preceduti da "A Tone from the old Bells, perhaps might wake the Children -" ("Un Suono delle vecchie Campane, forse potrebbe svegliare le Fanciulle -"). Questa versione dev'essere evidentemente una brutta copia, visto che i versi e la frase iniziale sono anche in un biglietto a Louise e Frances Norcross (L934 - 1884), conosciuto da una trascrizione di Frances. |
Nelle note all'edizione delle Lettere Johnson scrive che il biglietto con i versi era evidentemente destinato a rammentare alle cugine che da tempo ED non riceveva posta da loro. |
J1605 (1884) / F1634 (1884)
Each that we lose takes part of us; A crescent still abides, Which like the moon, some turbid night, Is summoned by the tides. |
Ognuno che perdiamo prende una parte di noi; Uno spicchio alla fine rimane, Che come la luna, una torbida notte, È chiamato dalle maree. |
In una lettera a Louise e Frances Norcross del marzo 1884 (L891). Il manoscritto è perduto e il testo è conosciuto da una trascrizione di Mabel Todd, a sua volta probabilmente derivante da una trascrizione di Frances. I versi sono all'inizio della lettera, preceduti da frasi riferite a Otis Lord, morto il 13 marzo 1884: "Thank you, dears, for the sympathy, I hardly dare to know that I have lost another friend, but anguish finds it out." ("Grazie, mie care, per la comprensione, sono a malapena capace di rendermi conto di aver perso un altro amico, ma l'angoscia lo fa emergere."). |
Ci consumiamo man mano che perdiamo chi ci è caro, e il destino di quell'ultimo spicchio che alla fine rimane non potrà che essere lo stesso della falce di luna che si estingue giorno dopo giorno nell'oscurità della notte. |
J1606 (1884) / F1632 (1884)
Quite empty, quite at rest, The Robin locks her Nest, and tries her Wings - She does not know a Route But puts her Craft about For rumored springs - She does not ask for Noon - She does not ask for Boon - Crumbless and homeless, of but one request - The Birds she lost - |
Tutto vuoto, tutto immobile, Il Pettirosso chiude il Nido, e prova le Ali - Non conosce la Strada Ma rivolge la sua Arte A favoleggiate primavere - Non cerca Mezzogiorni - Non cerca Benefici - Affamato e senza casa, ha solo una richiesta - Gli Uccelli che ha perduto - |
In una lettera a Elizabeth Holland con la notizia della morte di Otis Lord (L890 - marzo 1884). I versi sono preceduti da: "Forgive the Tears that fell for few, but that few too many, for was not each a World? / Your last dear words seemed stronger, and smiling in the feeling that you were to be, this latest sorrow came - I hope your own are with you, and may not be taken - I hope there is no Dart advancing or in store - ("Perdona le Lacrime che caddero per pochi, ma quei pochi sono troppi, perché non è ognuno un Mondo? / Le tue ultime parole mi sembravano più robuste, e mentre sorridevo immaginando che anche tu lo fossi, è arrivato quest'ultimo dolore - Spero che i tuoi cari siano con te, e non possano esserti sottratti - Spero che non ci sia nessun Dardo in arrivo o in serbo -"). |
ED si identifica col pettirosso che sente ormai il vuoto intorno a sé, e a cui non resta che avviarsi verso una destinazione sconosciuta, verso primavere di cui si hanno soltanto vaghi cenni senza alcuna certezza (difficile rendere il significativo "rumored"; ho cercato di tradurlo con un termine che indicasse insieme un annuncio vago e indistinto e una speranza), una meta che ha come solo scopo quello di ritrovare coloro che hanno già fatto quel viaggio misterioso e inafferrabile. |
J1607 (1884) / F1633 (1884)
Within that little Hive Such Hints of Honey lay As made Reality a Dream And Dreams, Reality - |
Dentro quel piccolo Alveare Tali Indizi di Miele vi sono Da rendere la Realtà un Sogno E i Sogni, Realtà - |
Conclude la lettera a Elizabeth Holland in cui era inserita anche la J1606-F1632 (L890 - marzo 1884), dopo un'aggiunta in cui ED rassicura la destinataria che un incontro avuto con la sorella Lavinia (Vinnie) era stato puntualmente descritto da quest'ultima. I versi sono preceduti da: "Vinnie omitted nothing, and I followed her around, never hearing enough of that mysterious interview, for was it not a lisp from the irrevocable?" ("Vinnie non ha omesso nulla, e io le sono stata dietro, senza mai ascoltare abbastanza di quel misterioso colloquio, perché non è stato forse un balbettio dell'irrevocabile?"). |
Probabile che il "piccolo alveare" sia la casa che Mrs Holland divideva con la famiglia Van Wagenen, e il racconto di un qualche fatto avvenuto durante la visita di Lavinia abbia potuto ispirare l'immagine di un'affollata dolcezza molto lontana dalla solitudine di ED. |
J1608 (1885) / F1680 (1885)
The Ecstasy to guess, Were a receipted Bliss If Grace could talk - |
L'Estasi da immaginare, Sarebbe un'attestata Beatitudine Se la Grazia potesse parlare - |
I versi e la sola frase che li precede: "I send a message by a Mouth that cannot speak -" ("Mando un messaggio da una Bocca che non può parlare -") sono in un biglietto indirizzato "Sweet friends" e mai spedito (L995). |
Il silenzio della ragione che circonda la fede rende l'estasi un'ipotesi, che potrebbe concretizzarsi soltanto se la grazia potesse parlare e non fosse un dover credere senza chiedere. |
J1609 (1884) / F1644 (1884)
Sunset that screens, reveals - Enhancing what we see By menaces of Amethyst And Moats of Mystery. |
Il Tramonto che scherma, rivela - Intensificando ciò che vediamo Con minacce d'Ametista E Fossati di Mistero. |
Inviata a Mabel Todd. Esiste un'altra versione, probabilmente un brutta copia, sensibilmente diversa:
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La bellezza del tramonto nasconde e insieme rivela meglio ciò che vediamo, perché ci dona una visione diversa da quella a cui siamo abituati dalla splendente ma banale luce del giorno. |
J1610 (1884) / F1645 (1884)
Morning, that comes but once, Considers coming twice - Two Dawns upon a single Morn Make Life a sudden price - |
Il Mattino, che arriva solo una volta, Riflette sull'arrivare due volte - Due Albe in un singolo Mattino Danno alla Vita un pregio inaspettato - |
Due possibili interpretazioni. La natura ci ha ormai abituati ai suoi ininterrotti cicli; soltanto l'inatteso, sia esso un'interruzione o una duplicazione, potrebbero risvegliare i nostri sensi intorpiditi dall'abitudine. Ma anche, il mattino della vita, col suo carico di gioioso entusiasmo, arriva una volta sola e fa presto a passare; se dovesse ripresentarsi, allora sì che la vita riprenderebbe vigore. |
J1611 (1884) / F1677 (1885)
Their dappled importunity Disparage or dismiss - The Obloquies of Etiquette Are obsolete to Bliss - |
La loro variegata insistenza Svilisci o congeda - Le Calunnie dell'Etichetta Sono obsolete per la Beatitudine - |
I versi furono inviati a Mabel Todd e probabilmente si riferiscono a qualche chiacchiera che girava sul suo conto. La Todd aveva iniziato una relazione con Austin Dickinson nel settembre 1882, e questa poteva magari essere la fonte delle chiacchiere. |
J1612 (1884) / F1646 (1884)
The Auctioneer of Parting His "Going, going, gone" Shouts even from the Crucifix, And brings his Hammer down - He only sells the Wilderness, The prices of Despair Range from a single human Heart To Two - not any more - |
Il Banditore della Dipartita Il suo "Uno, due, aggiudicato" Grida persino dal Crocifisso, E fa calare il Martelletto - Vende soltanto il Deserto, I prezzi della Disperazione Oscillano da un singolo Cuore umano A due - non di più - |
Nell'asta della morte si vende soltanto l'oscuro deserto del nulla, e il prezzo è il cuore spezzato di chi resta. |
J1613 (1884) / F1661 (1884)
Not Sickness stains the Brave, Nor any Dart, Nor Doubt of Scene to come, But an adjourning Heart - |
Non la Malattia tocca il Prode, Né un qualche Dardo, Né Dubbio di Scenario a venire, Ma un Cuore esitante - |
I versi sono in un biglietto a Mabel Todd del 19 luglio 1884 (L906), preceduti soltanto da "How martial the Apology of Nature! We die, said the Deathless of Thermopylae, in obedience to Law -" ("Com'è marziale l'Apologia della Natura! Moriamo, dissero gli Immortali delle Termopili, in obbedienza alla Legge -"). |
Nulla può toccare l'audace determinazione del prode a compiere il proprio dovere, se non un cuore che esita di fronte alla morte. |
J1614 (1884) / F1667 (1884)
Parting with Thee reluctantly, That we have never met, A Heart sometimes a Foreigner, Remembers it forgot - |
Separandosi da Te con riluttanza, Poiché mai c'incontrammo, Un Cuore talvolta uno Straniero, Ricorda di aver trascurato - |
In un biglietto indirizzato ai genitori di Mabel Todd, Mary ed Eben Jenks Loomis (L946 - autunno 1884), che erano stati ad Amherst a trovare la figlia, senza ovviamente aver incontrato ED. Il biglietto contiene i versi e una frase finale con una citazione da Genesi 3,10: "In all the circumference of Expression, those guileless words of Adam and Eve never were surpassed, «I was afraid and hid Myself -»" ("In tutta la circonferenza dell'Espressione, queste ingenue parole di Adamo ed Eva non sono mai state superate, «Avevo paura e Mi sono nascosto -»"). |
Il biglietto di commiato per due persone che non aveva mai conosciuto si trasforma in una riflessione, soprattutto nella frase che segue i versi, sulla propria solitudine; una scelta volontaria e consapevole ma che non doveva essere completamente appagante, visto che viene avvicinata alla paura del peccato che tocca il cuore di Adamo di fronte a Dio. |
J1615 (1884) / F1669 (1884)
Oh what a Grace is this - What Majesties of Peace - That having breathed The fine - ensuing Right Without Diminuet Proceed! |
Oh quale Grazia è questa - Quali Maestà di Pace - Che avendo respirato Il puro - conseguente Diritto Senza Diminuirsi Proceda! |
In una lettera ai genitori di Mabel Todd, Mary ed Eben Jenks Loomis (L953 - 19 novembre 1884), preceduta da: "The atmospheric acquaintance so recently and delightfully made, is not, I trust, ephemeral, but absolute as Ether, as the delicate emblem just received tenderly implies. / Thank you for the Beauty - Thank you too for Boundlessness - that rarely given, but choicest Gift. / To 'know in whom' we ' have believed,' is Immortality." ("L'atmosferica conoscenza così recentemente e deliziosamente fatta, non è, credo, effimera, ma assoluta come l'Etere, come il delicato emblema appena ricevuto teneramente suggerisce. / Grazie per la Bellezza - Grazie anche per l'Illimitatezza - che raramente è data, se non dal più scelto dei Doni. / 'Sapere in chi' noi 'abbiamo creduto', è Immortalità.") |
L'accenno all'illimitatezza e all'immortalità nella lettera suggerisce che il "right" del verso 4 sia il diritto all'immortalità, la "maestà di pace" donata dalla "grazia", che segue il tempo della vita, sintetizzato nel "having breathed" del verso 3. Suggestivo l'inizio della lettera, in cui la conoscenza da lontano dei genitori di Mabel Todd viene definita "The atmospheric acquaintance". |
J1616 (1884) / F1571 (1882)
Who abdicated Ambush And went the way of Dusk, And now against his subtle name There stands an Asterisk As confident of him as we - Impregnable we are - The whole of Immortality Secreted in a Star - |
Che abdicò all'Agguato E se ne andò per la via del Crepuscolo, E ora contro il suo nome sottile Là sta un Asterisco Fiducioso di lui come noi - Incrollabili noi siamo - L'intera Immortalità Segregata in una Stella - |
In un biglietto del 16 luglio 1882 a Samuel Bowles figlio in memoria del padre (L935, datata 1884), insieme a dei gelsomini disseccati. I versi sono preceduti soltanto da "A Tree your Father gave me, bore this priceless flower. / Would you accept it because of him ("Tuo Padre mi diede un Arbusto, che generò questo inestimabile fiore. / Accettalo in quanto di colui"). |
Un ricordo della figura di Samuel Bowles, immortalata in una stella perenne che illumina il cammino di chi resta. |
J1617 (1884) / F1629 (1884)
To try to speak, and miss the way And ask it of the Tears, Is Gratitude's sweet poverty - The Tatters that he wears - A better Coat if he possessed |
Cercare di parlare, e perderne la facoltà E chiederla alle Lacrime, È la dolce povertà della Gratitudine - Gli Stracci che ella veste - Se un Abito migliore possedesse |
Inviata a Sarah Tuckerman nel gennaio 1884, preceduta da "Dear friend" e seguita da "Emily, with love." |
La "gratitude" del primo verso va intesa nel senso di "grazia, rendere grazie", come la facoltà di accettare con gratitudine la fede (nel Webster, dopo una definizione molto simile a quella di un vocabolario italiano per "gratitudine", è inserita, come frase esplicativa,: "The love of God is the sublimest gratitude."). Perciò nella prima strofa la "povertà della gratitudine" va letta come l'impossibilità di esprimere, di articolare con la ragione il dono della grazia, la capacità di abbandonarsi alla gratitudine verso Dio. Ma anche se riuscissimo a trasformare quegli stracci in abiti più ricchi (ovvero a trovare un qualche modo di articolare, di dire, razionalmente la fede) non ce la faremmo comunque a soggiogare una mente ribelle, che rifiuta di accettare quello che non riesce a capire. L'ultimo verso, anche nella sua variante, suggerisce che "l'anima" non è altri che il nome che diamo alla nostra parte pensante, distinta dal corpo non in quanto divina ma in quanto legata al nostra capacità di articolare domande sul nostro essere. |
J1618 (1884) / F1637 (1884)
There are two Mays And then a Must And after that a Shall. How infinite the compromise That indicates I will! |
Ci sono due Posso E poi un Devo E dopo ancora un Farò. Com'è infinito il compromesso Che indica io voglio! |
I versi furono inviati a Elizabeth Dickerman, moglie del Rev. George S. Dickerman, pastore della First Coingregational Church dal giugno 1883 al 1891, e a Ellen Mather, una vicina dei Dickinson moglie di un professore dell'Amherst College. Le due copie sono perdute e il testo deriva da trascrizioni fatte successivamente, a memoria, dai destinatari. |
Il "potere" e il "dovere" che, con la mediazione di un generico e indistinto "shall", diventano i giri di parole con cui mascheriamo un "volere" che non è consigliabile rivelare troppo crudamente. |
J1619 (1884) / F1647 (1884)
Not knowing when the Dawn will come, I open every Door, Or has it Feathers, like a Bird, Or Billows, like a Shore - |
Non sapendo quando l'Alba verrà, Apro tutte le Porte, Abbia essa Piume, come un Uccello, O Frangenti, come una Riva - |
Due anni dopo aver scritto questa poesia, ED la incluse in una lettera a Higginson (L1042 - primavera 1886) in cui parla dell'amica Helen Hunt Jackson, morta il 12 agosto dell'anno precedente. Nel testo inviato a Higginson ci sono due varianti: "al verso 1 "Herself" al posto di "the Dawn" e al verso 3 "she" al posto di "it", e la poesia è preceduta da "When she came the last time she had in her Hand as I entered, the 'Choir invisible.' / 'Superb,' she said as she shut the Book, stooping to receive me, but fervor soffocates me. Thank you for 'the Sonnet -' I have lain it at her loved feet." ("Quando venne per l'ultima volta aveva in Mano quando entrai, il 'Cuore invisibile'. / 'Superbo', disse mentre chiudeva il Libro, chinandosi per ricevermi, ma il fervore mi soffoca. Grazie per 'il Sonetto' - L'ho deposto ai suoi piedi amati."). |
L'alba del primo verso è metafora di un inizio; qui, molto probabilmente - visto anche l'uso che ne fece ED nella lettera in memoria dell'amica scomparsa -, simboleggia l'inizio della vita eterna e, perciò, la morte. Non sapendo l'ora del suo arrivo, teniamo aperte tutte le porte per esseri pronti ad accoglierla, consapevoli che potremo avviarci verso il cielo o essere sommersi da oscuri frangenti. |
J1620 (1884) / F1636 (1884)
Circumference thou Bride of Awe Possessing thou shalt be Possessed by every hallowed Knight That dares - to Covet thee |
Circonferenza tu Sposa della Sgomento Possedendo sarai Posseduta da ogni consacrato Cavaliere Che ha l'ardire - di Bramarti |
Il manoscritto rimasto è probabilmente una brutta copia, con alcune varianti, di versi che concludono una lettera inviata nell'aprile 1884 a Daniel Chester French (L898), preceduti da "We learn with delight of the recent acquisition to your fame, and hasten to congratulate you an honor so reverently won. / Success is dust, but an aim forever touched with dew. / God keep you fundamental!" ("Apprendiamo con gioia della recente aggiunta alla sua fama, e ci affrettiamo a congratularci per un onore così rispettosamente ottenuto. / Il successo è polvere, ma uno scopo per sempre baciato dalla rugiada. / Dio la mantenga essenziale!"). Il manoscritto della lettera è perduto e la trascrizione, della figlia di French, è praticamente identica al testo del manoscritto. |
Una lettura che tenga conto soltanto dei versi suggerisce che la circonferenza del primo verso abbia il significato ampio che di solito ED le attribuisce: mistero del ciclo naturale, ciclo vita-morte, eterno ritorno senza confini, qualcosa che permea il tutto e può essere conquistata soltanto da chi ne brami ardentemente il possesso, scrutandone affannosamente le oscure profondità. Se leggiamo la poesia in relazione alla lettera che la contiene, assume il carattere più limitato di metafora della fama, del successo che arride meritatamente ma resta pur sempre "polvere", anche se polvere baciata dalla rugiada di una presunta immortalità, conquistata dal bramoso cavaliere che è riuscito, rispettosamente, a ottenerla. |
J1621 (1884) / F1648 (1884)
A Flower will not trouble her, it has so small a Foot, And yet if you compare the Lasts, Her's is the smallest Boot - |
Un Fiore non la turberà, ha un Piede così piccolo, Eppure se confronti i Modelli, Di lei è lo Stivale più piccolo - |
Versi che probabilmente accompagnavano un fiore, piccolo e umile dono della natura che a ben vedere supera in grandezza tante altre cose più appariscenti. |
J1622 (1884) / F1599 (1883)
A Sloop of Amber slips away Upon an Ether Sea, And wrecks in Peace a Purple Tar, The Son of Ecstasy - |
Una Scialuppa d'Ambra scivola via Su un Etereo Mare, E naufraga in Pace un Purpureo Marinaio, Il Figlio dell'Estasi - |
Uno dei due manoscritti con questi versi (l'altro è identico, a parte la lineetta alla fine del terzo verso al posto della virgola) è in un foglio con una indicazione che sembra un indirizzo: "Prof. Tuckerman", ma l'abitudine di scrivere versi su fogli già usati in altre occasioni, o con frasi e nomi spesso estranei, ci permette solo di ipotizzare nel prof. Tuckerman un probabile destinatario. I versi sono preceduti da "Please accept a Sunset -" ("La prego, accetti un Tramonto") |
La frase che precede i versi non lascia dubbi sul soggetto di questa poesia: un tramonto che diventa un naufragio, uno scivolare via negli eterei cieli dell'aldilà verso quell'estasi tanto sperata. |
J1623 (1885) / F1642 (1884)
A World made penniless by that departure Of minor fabrics begs But sustenance is of the spirit The Gods but Dregs - |
Un Mondo reso nullatenente da quella partenza Strutture minori elemosina Ma il sostentamento è dello spirito Gli Dei solo Scorie - |
Due manoscritti: quello riportato sopra sembrerebbe una bella copia, anche se Johnson annota: "La sillaba in più in 'penniless' [scritto: 'penniniless'] nella bozza definitiva, la larga spaziatura delle parole, e il disegno grossolano delle lettere suggeriscono che stesse scrivendo al buio." L'altra copia, riportata sotto, differisce in tutti e quattro i versi, anche se sono presenti alcune varianti utilizzate in quella che sembra la stesura definitiva.
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La versione con le varianti è scritta sullo stesso foglio in cui ci sono i primi tre versi della J1599-F1641, una poesia inviata a tre destinatari diversi, sempre in memoria di qualcuno. Nella prima però la conclusione è l'ineluttabilità della vita dopo la morte, in questa gli dei (e i cieli, i soli e le stelle delle varianti) sembrano scorie concrete e illusorie di fronte all'essenza di un mistero che può essere coltivato soltanto nell'incorporeo luogo dello spirito. |
J1624 (1884) / F1668 (1884)
Apparently with no surprise To any happy Flower The Frost beheads it at it's play - In accidental power - The blonde Assassin passes on - The Sun proceeds unmoved To measure off another Day For an Approving God - |
Con nessuna apparente sorpresa Un Fiore felice Il Gelo decapita nel suo gioco - In accidentale potere - Il biondo Assassino va avanti - Il Sole procede impassibile A far fuori un altro Giorno Per conto di un Dio Compiacente - |
La vita procede attraverso disegni che non appaiono guidati da un fine. In questo gioco privo di significato il gelo-morte arriva improvviso, usando il suo potere con noncurante casualità. E mentre il gelo fa il suo lavoro, il ciclo naturale continua a macinare giorni senza scopo, con la complicità di un creatore altrettanto noncurante. |
J1625 (1884/85) / F1649 (1884)
Back from the Cordial Grave I drag thee He shall not take thy Hand Nor put his spacious Arm around thee That none can understand |
Via dalla Tomba Cordiale ti trascino Non avrà la tua Mano Né ti cingerà con l'ampio Braccio Che nessuno può comprendere |
Il manoscritto è in un foglio sul quale si legge una frase cancellata: "The mower is tuning his scythe" ("La mietitrice sta accordando la sua falce"). Non è possibile sapere se la frase sia o no correlata ai versi. |
La tomba è luogo inaccessibile alla nostra comprensione; possiamo solo sperare di sottrarci al suo gelo oscuro confidando in una immortalità altrettanto indecifrabile. |
J1626 (1884) / F1594 (1882)
Pompless no Life can pass away - The lowliest career To the same Pageant wends it's way As that exalted here - How cordial is the mystery! |
Senza pompa nessuna Vita può sparire - La carriera più modesta Verso lo stesso Spettacolo muove i tuoi passi Di quella esaltata qui - Com'è cordiale il mistero! |
Nella versione riportata sopra il primo verso è scritto "No Life can Pompless pass away -" ma l'ordine della parole è poi modificato da un "1" su "pompless" e da un "2" su "No Life", che riportano il verso alla disposizione usata in una bozza precedente, con un testo praticamente uguale, senza suddivisione in strofe. Johnson ritiene che la correzione sia stata apportata da Lavinia Dickinson e, perciò, trascrive questa versione così come è scritta, mentre Franklin considera la correzione di mano di ED e la riporta con il verso modificato. |
La cerimonia funebre è l'ultimo e inevitabile sfarzo che conclude ogni vita, la più modesta come quella che ha avuto gli onori della fama. Entrambe saranno protagoniste di uno spettacolo che le avvia verso un mistero che si ammanta di cordialità, come se il sudario c'invitasse benevolo verso la sicurezza di un miracolo riservato a tutti. |
J1627 (1884) / F1650 (1884)
The pedigree of Honey Does not concern the Bee, Nor lineage of Ecstasy Delay the Butterfly On spangle journeys to the peak Of some perceiveless Thing - The right of way to Tripoli A more essential thing - |
Il pedigree del Miele Non interesse l'Ape, Né lignaggio d'Estasi Ritarda la Farfalla Nei lucenti viaggi sul picco Di qualche Cosa d'impercettibile - Il diritto di passaggio per Tripoli La cosa più essenziale - |
Oltre a quello riportato sopra, ci sono altri due manoscritti di una versione in quattro versi, dei quali solo i primi due uguali:
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La natura non fa caso a genealogie o lignaggi, va avanti per la sua strada ed è come se ci insegnasse che il diritto più importante è quello di arrivare, in terre o mondi che magari ci sono estranei ma verso i quali ci sentiamo profondamente attirati, proprio per il loro esotico e seducente mistero. |
J1628 (1884) / F1630 (1884)
A Drunkard cannot meet a Cork Without a Revery - And so encountering a Fly This January Day Jamaicas of Remembrance stir That send me reeling in - The moderate drinker of Delight Does not deserve the Spring - Of Juleps, part are the Jug And more are in the Joy - Your connoisseur in Liquours consults the Bumble Bee - |
Un Beone non può imbattersi in un Tappo Senza Sognare - E così incontrando una Mosca In questo Giorno di Gennaio Si agitano Giamaiche di Ricordo Che mi mandano in confusione - Il moderato bevitore di Delizia Non merita la Primavera - Di Nettari, parte sono nella Giara E di più sono nella Gioia - La vostra intenditrice di Liquori consulta il Bombo - |
Oltre a quello riportato sopra c'è un altro manoscritto, rimasto fra le carte di ED, limitato ai primi sei versi. Johnson ipotizza che si tratti di una bella copia - visto che nel testo intero ci sono della varianti non presenti in quello parziale - scritta su due fogli, il secondo dei quali perduto. Gli ultimi due versi del testo intero sono riportati da Franklin senza soluzione di continuità (con la "c" di "consults" in minuscolo): nel manoscritto i due versi sono divisi così: "Your connoisseur / in Liquors consults / the Bumble Bee -". |
Un invito a gustare appieno le gioie della vita, a seguire un istinto che non può non tendere alla felicità, senza lasciarsi imprigionare da una "moderazione" che non merita primavere. |
J1629 (1884) / F1635 (1884)
Arrows enamored of his Heart - Forgot to rankle there And Venoms he mistook for Balms disdained to rankle there - |
Le Frecce innamorate del suo Cuore - Trascurarono di infiammare là E i Veleni che scambiò per Balsami sdegnarono di infiammare là - |
Il manoscritto è in un frammento che sembra l'inizio di una lettera, datata "Sunday - Second of March". Franklin ipotizza che i versi possano riferirsi a Otis Lord, che sarebbe morto dopo pochi giorni, il 13 marzo. Ci sono diverse varianti, una delle quali sostitutiva dei versi 3 e 4: "of injury too innocent / to know it when it passed" ("del male troppo innocente / per riconoscerlo mentre passava"). |
Il testo ha il carattere di un abbozzo, tanto che Johnson lo descrive come un "nearly illegible worksheet draft". Probabile, vista la data che appare sul manoscritto, il riferimento al giudice Lord. |
J1630 (1884) / F1651 (1884)
As from the Earth the light Balloon Asks nothing but release - Ascension that for which it was, It's soaring, Residence. The spirit looks upon the Dust That fastened it so long With indignation, As a Bird Defrauded of it's Song. |
Come dalla Terra il leggero Pallone Non chiede che di essere sciolto - L'ascensione per cui era fatto, Sua innalzante, Residenza. Lo spirito guarda alla Polvere Che lo trattenne così a lungo Con indignazione, Come un Uccello Defraudato del suo Canto. |
La morte ci libera dai legami con cui il corpo teneva avvinto lo spirito, e quando siamo in grado di guardare dall'alto a quella polvere, non possiamo trattenere l'indignazione per la prigione che ci ha tenuto così a lungo lontani dalle eteree residenze dell'immortalità. |
J1631 (1884) / F1652 (1884)
Oh Future! thou secreted peace Or subterranean Wo - Is there no wandering route of grace That leads away from thee - No circuit sage of all the course Descried by cunning men To balk thee of thy sacred Prey - Advancing to thy Den - |
Oh Futuro! tu occultata pace O sotterranea Pena - Non c'è vagante cammino di grazia Che conduca via da te - Né sagace circuito di ogni percorso Scoperto da uomini scaltri Per liberarti dalla sacra Razzia - Che avanza verso la tua Tana - |
L'ineluttabile futuro che ci attende, sia esso di misteriosa pace o di oscura pena, non può essere fermato da nulla. Nemmeno la strada più tortuosa, scelta astutamente per sottrarsi a quel destino, può aiutarci a sfuggire alla razzia finale, consacrata dalla volontà divina che incombe senza scampo su di noi. |
J1632 (1884) / F1653 (1884)
So give me back to Death - The Death I never feared Except that it deprived of thee - And now, by Life deprived, In my own Grave I breathe And estimate it's size - It's size is all that Hell can guess - And all that Heaven was - |
Restituiscimi dunque alla Morte - La Morte che non ho mai temuto Se non perché mi privava di te - E ora, privata della Vita, Nella mia Tomba respiro E ne stimo l'ampiezza - Che è tutto ciò che l'Inferno può supporre - E tutto ciò che era il Cielo - |
La morte arriva quando siamo privati di chi amiamo. In quel momento è come se, pur respirando, fossimo già in una tomba della quale siamo consapevoli, una tomba che è tutto ciò che chiamiamo inferno e che guarda a un passato ormai tramontato come unico ricordo di un cielo possibile. |
J1633 (1884) / F1654 (1884)
Still own thee - still thou art What Surgeons call alive - Though slipping - slipping - I perceive To thy reportless Grave - Which question shall I clutch - |
Ancora ti ho - ancora tu sei Quello che i Medici chiamano vivo - Sebbene di ora - in ora - io percepisca La tua immota Tomba - A quale domanda mi aggrapperò - |
Uno svanire che lascia dietro di sé domande senza risposta, insieme a un senso di desolato smarrimento di fronte a quel mare-eternità che sembra inghiottire senza lasciare traccia. |
J1634 (1884) / F1655 (1884)
Talk not to me of Summer Trees The foliage of the mind A Tabernacle is for Birds Of no corporeal kind And winds do go that way at noon To their Etherial Homes Whose Bugles call the least of us To undepicted Realms |
Non parlarmi di Alberi Estivi Il fogliame della mente Un Tabernacolo è per Uccelli Di genere incorporeo E i venti vanno per quella via a mezzogiorno Verso le loro Eteree Dimore I cui Corni chiamano gli ultimi di noi A irraffigurabili Reami |
L'identificazione dell'uomo con la natura diventa qui quasi concreta, col fogliame della mente (l'anima, lo spirito) tabernacolo di uccelli incorporei (i pensieri, la ragione), scosso dai venti dell'immortalità, che ci conducono verso un etereo aldilà, indecifrabile e inconoscibile. |
J1635 (1884) / F1670 (1884)
The Jay his Castanet has struck Put on your muff for Winter The Tippet that ignores his voice Is impudent to nature Of Swarthy Days he is the close His Lotus is a chestnut The Cricket drops a sable line No more from your's at present |
La Ghiandaia ha scosso le sue Nacchere Metti il manicotto per l'Inverno La Stola che ignora la sua voce È impudente verso la natura Di Bruni Giorni è la compagna Il suo Loto è la castagna Il Grillo mette giù una linea nera Nulla di più dalla vostra per adesso |
L'arrivo dell'inverno consiglia di ritirarsi, di vestire i panni pesanti e di non ignorare presuntuosamente la sua gelida voce. Nel finale è evidente l'identificazione del poeta con il grillo, con quella riga nera ("line" significa anche "verso") simbolo di inattività anche creativa e l'ultimo verso che è una sorta di commiato e di arrivederci all'estate. |
J1636 (1884/85) / F1656 (1884)
The Sun in reining to the West Makes not as much of sound As Cart of man in road below Adroitly turning round That Whiffletree of Amethyst |
Il Sole che tira le redini verso l'Ovest Non fa più rumore Del Carro dell'uomo in strada quaggiù Che abilmente fa ruotare Quell'Asse di Ametista |
Anche in questa poesia un confronto fra la grandezza dei fenomeni della natura e la banale abitudine dei gesti umani di tutti i giorni. Ma qui la natura diventa unione di questi fenomeni che sembrano così diversi, tanto che un tramonto può essere confrontato col semplice curvarsi dell'asse di un carro. L'ametista finale sembra dare, a conferma di questa identità, la stessa preziosità del sole al semplice carro umano. |
J1637 (1885) / F1674 (1885)
Is it too late to touch you, Dear? We this moment knew - Love Marine and Love Terrene - Love celestial too - |
È troppo tardi per toccarti, Cara? In questo momento abbiamo conosciuto - L'Amore Marino e l'Amore Terreno - L'Amore celeste, pure - |
Spedita a Mary Warner Crowell (L975) in occasione della sua partenza per l'Europa. Nel retro del manoscritto la destinataria scrisse: "Emily Dickinson March 2, 1885". |
Johnson ne parla come di un "jeu d'esprit". Il primo verso sembra indicare la preoccupazione che il biglietto possa non arrivare in tempo per la partenza. L'amore marino e quello terreno del penultimo verso si riferiscono ovviamente al prossimo viaggio dell'amica, mentre l'amore celeste dell'ultimo verso, e gli angeli della frase finale nel biglietto (quest'ultima letta con il significato della sua fonte, Salmi 91,11: "Egli darà ordine ai suoi angeli di custodirti in tutti i suoi passi"), sembrano una sorta di augurio, come a dire: "che il cielo ti protegga". |
J1638 (1885) / F1673 (1885)
Go thy great way! The Stars thou meetst Are even as Thyself - For what are Stars but Asterisks To point a human Life? |
Va' per la tua ampia strada! Le Stelle che incontri Sono pari a Te - Perché cosa sono le Stelle se non Asterischi Per indicare una Vita umana? |
Due copie. Una in una lettera a Benjamin Kimball (L967 - febbraio 1885), esecutore testamentario del giudice Lord, preceduta da "Oh, Death, where is thy Chancellor? On my way to my sleep, last night, I paused at the Portrait - Had I not loved it, I had feared it, the Face had such ascension -" ("Oh, Morte, dov'è il tuo Magistrato? Mentre mi avviavo al mio sonno, la scorsa notte, mi fermai davanti al suo Ritratto - Non l'avessi amato, avrei avuto paura di lui, il Volto mostrava una tale altezza -"). |
A prima vista i versi sembrano più indicati per la prima lettera in cui furono inclusi, quella in memoria di Otis Lord, ma la lettura delle frasi che li precedono nella seconda è come se spostasse il baricentro di senso dal ricordo della morte di una persona cara e rispettata (vedi l'ultima frase che precede i versi nella lettera a Kimball) a una metafora di quello "sgomentante dono", quel cuore "mai banale" che trova posto nella lucentezza delle stelle al pari di un'anima ormai separata dal suo involucro mortale. Uno spostamento di senso che rivela la ricchezza di versi che possono acquistare significati ulteriori anche da ciò che sta loro intorno. |
J1639 (1885) / F1672 (1885)
A Letter is a joy of Earth - It is denied the Gods - |
Una Lettera è una gioia Terrena - È negata agli Dei - |
In un biglietto ai genitori di Mabel Todd (L960 del 2 gennaio 1885) in ringraziamento per gli auguri natalizi. Nello stesso biglietto è la poesia J1640-F 1671; riporto il testo intero, visto che i versi delle due poesie e il testo della lettera sono strettamente correlati: "I thought as I saw the exultant Face and the uplifted Letter, / [J1640-F1671] / And what is Ecstasy but Affection and what is Affection but the Germ of the little Note? / [J1639-F1672]" ("Non appena vidi il Volto esultante e la Lettera entusiasta pensai, / [J1640-F1671] / E che cosa è l'Estasi se non l'Affetto e che cosa è l'Affetto se non il Germe del breve Biglietto? / [J1639-F1672]"). |
Due versi che hanno vita propria e insieme sanno adattarsi alle due circostanze in cui ED li ha usati. Nella lettera ai genitori di Mabel Todd sono utilizzati per rendere più "terrena" l'estasi descritta nella J1640-F1671, permettendo così di accostarla al semplice biglietto di auguri che aveva ricevuto. Nella lettera a Clark diventano il rimpianto di non poter ricevere nessuna "parola d'assenso", nessuna lettera, da quel mondo nel quale sicuramente la gioia che conosciamo su questa terra è estranea, magari sostituita da una gioia infinitamente più grande ma della quale non siamo in grado si sapere nulla. |
J1640 (1885) / F1671 (1885)
Take all away from me, but leave me Ecstasy And I am richer then, than all my Fellow men. Is it becoming me to dwell so wealthily When at my very Door are those possessing more, In abject poverty? |
Toglietemi tutto, ma lasciatemi l'Estasi Ed io sarò più ricca allora, di tutti i miei Simili. È giusto ch'io viva così riccamente Quando alla mia Porta ci sono coloro che hanno di più, In abietta povertà? |
Franklin elenca sei manoscritti di questa poesia: A) una prima stesura con l'inizio diverso "Take all I have away"; Il testo riportato sopra è quello della versione C). A parte l'inizio diverso di A), i cinque manoscritti completi sono sostanzialmente simili: in B) "Is it becoming" al verso 3 è sostituito con "Ill it becometh" ("Non sta bene") e il punto interrogativo finale è sostituito da una lineetta; nella versione F) "abject" nell'ultimo verso diventa "boundless" ("sconfinata"); il punto interrogativo finale sparisce in A), B) ed E). |
L'estasi, ovvero la ricchezza interiore, contrapposta alla vuota esteriorità dei lussi mondani. |
J1641 (1885) / F1657 (1884)
Betrothed to Righteousness might be An Ecstasy discreet But Nature relishes the Pinks Which she was taught to eat - |
Promessa alla Rettitudine potrebbe essere Un'Estasi discreta Ma la Natura gradisce i Garofani Che fu istruita a mangiare - |
Nell'edizione delle Lettere di Johnson (L993) è inserita come inviata a un destinatario sconosciuto e datata "about 1885". |
La natura non conosce leggi o convenzioni, sa semplicemente che un fiore è bello e se lo gode senza farsi troppe domande. Nella J1628-F1630 c'è una sorta di risposta o, meglio, di conclusione: "facciamo anche noi come la natura, e godiamoci senza troppa moderazione le gioie della vita". |
J1642 (1885) / F1681 (1885)
"Red Sea," indeed! Talk not to me Of purple Pharaoh - I have a Navy in the West Would pierce his Columns thro' - Guileless, yet of such Glory fine That all along the Line Is it, or is it not, marine - Is it, or is it not, divine - The Eye inquires with a sigh That Earth sh'd be so big - What Exultation in the Woe - What Wine in the fatigue! |
"Mar Rosso", incredibile! Non parlarmi Di purpurei Faraoni - Ho una Flotta a Occidente Che spezzerebbe le loro Colonne - Ingenua, ma di Gloria così pura Che ovunque vada È, o non è, marina - È, o non è, divina - L'Occhio si chiede con un sospiro Quale Terra sarebbe così vasta - Che Esultanza nel Dolore - Che Ubriacatura nella fatica! |
Ancora una volta la splendente bellezza del tramonto diventa simbolo dell'assoluta superiorità della natura sulle opere dell'uomo. Una natura "ingenua", perché priva di quella consapevolezza che genera l'astuzia; terrena e divina allo stesso tempo, perché agisce quaggiù guidata da lassù; incomparabilmente più vasta dei delimitati confini terreni e capace di superare, con l'inarrestabile gloria del suo incedere, qualsiasi dolore o fatica. |
J1643 (1885) / F1682 (1885)
Extol thee - could I - Then I will By saying nothing new But just the fair - averring - That thou art heavenly - Perceiving thee is evidence That we are of the sky Partaking thee a guaranty Of immortality |
Esaltarti - potrei - Dunque lo farò Non dicendo nulla di nuovo Se non la semplice - affermazione - Che tu sei del paradiso - Percepirti è evidenza Che noi siamo del cielo Affiancarti una garanzia D'immortalità |
Il manoscritto è ricco di varianti e abbastanza disordinato, tanto che Johnson lo riporta senza ricostruire una versione vera e propria. Franklin invece ne dà una versione iniziale, riportando poi le varianti nel solito modo. La versione corrente è di solito quella, suddivisa in due strofe, tratta da Bolts of Melody, con il punto interrogativo dopo "could I" al primo verso e la variante "the truest truth" ("la più pura verità") al posto di "the fair - averring -" al verso 3. |
Esaltare una persona superiore è difficile, ma in fin dei conti non si deve dire nulla di più di ciò che appare evidente, basta dire l'essenziale, ovvero che la sua grandezza appartiene al cielo e la sua vicinanza illumina anche chi le è vicino. |
J1644 (1885) / F1678 (1885)
Some one prepared this mighty show To which without a Ticket go The nations and the Days - Displayed before the simplest Door That all may examine them - and more |
Qualcuno preparò questo possente spettacolo A cui senza Biglietto vanno Le nazioni e i Giorni - Mostrati davanti alla Porta più modesta Affinché tutti possano esaminarli - e altro |
Il manoscritto è ricco di varianti e abbastanza disordinato, tanto che Johnson lo riporta senza ricostruire una versione vera e propria. Franklin invece ne dà una versione iniziale, riportando poi le varianti nel solito modo. La versione corrente è di solito quella, suddivisa in due strofe di tre versi, tratta da Bolts of Melody, che adotta una variante al verso 5: "may witness it" ("possano attestarlo") al posto di "may examine them" e aggiunge un sesto verso: "The pomp of summer Days" ("[va] / Lo sfarzo dei Giorni d'estate") considerato da Franklin variante al terzo. |
Lo spettacolo possente della natura supera qualsiasi altro, e perdipiù ci si può andare senza biglietto, anche se non ci si deve spostare molto, visto che è rappresentato tutti i giorni e ovunque. |
J1645 (1885) / F1679 (1885)
The Ditch is dear to the Drunken man For is it not his Bed - his Advocate - his Edifice - How safe his fallen Head In her disheveled Sanctity - Above him is the sky - Oblivion bending over him And Honor leagues away - |
Il Fosso è caro all'Ubriaco Perché per lui è Letto - Difensore - Edificio - Com'è al sicuro il suo Capo riverso In quella disordinata Santità - Sopra di lui il cielo - L'Oblio che lo sovrasta E l'Onore miglia lontano - |
L'ubriaco rinuncia alle cose che sono convenzionalmente associate alla vita civile; per lui un fosso in cui dormire diventa il tutto e l'oblio sostituisce qualsiasi forma di dignità. Ma in quel disordine non è escluso trovare la santità, un elemento estraneo alla vita razionale che può albergare ovunque, anzi probabilmente alberga di più in quei luoghi che in quelli in cui siamo convinti di vederla. |
J1646 (1885) / F1683 (1885)
Why should we hurry - Why indeed When every way we fly we are molested equally by immortality no respite from the inference that this which is begun though where it's labors lie A bland uncertainty Besets the sight This mighty night |
Perché dovremmo affrettarci - Perché mai Visto che in ogni via di fuga siamo ugualmente molestati dall'immortalità nessuna tregua dall'inferenza che questo è ciò che è iniziato anche ove i suoi travagli cessino Una blanda incertezza Accerchia lo sguardo In questa notte possente |
L'ineluttabile destino che ci conduce verso la morte-immortalità non ha vie di fuga, è l'unica strada che ci è permesso di percorrere e a nulla vale l'esserne consapevoli, perché il percorso, una volta iniziato, è a senso unico. La possente notte che ci attende è sempre davanti al nostro sguardo, smarrito in misteri senza certezze temperati soltanto dalla speranza della fede. |
J1647 (1886) / F1685 (1886)
Of Glory not a Beam is left But her Eternal House - The Asterisk is for the Dead, The Living, for the Stars - |
Di Gloria non un Raggio è rimasto Se non la sua Eterna Dimora - L'Asterisco è per i Morti, I Vivi, per le Stelle - |
In una lettera a Higginson di fine aprile 1886 (L1043), in cui ED ringrazia per un sonetto scritto in memoria di Helen Hunt Jackson (vedi anche la nota alla J1619-F1647). La lettera comprende anche la J1648-F1684 e i versi sono accompagnati da poche brevi frasi; la riporto per intero: "The beautiful Sonnet confirms me - Thank you for confiding it - / [J1648-F1684] / The sweet Acclamation of Death divulges it - There is no Trumpet like the Tomb - / [J1647-F1685] / Did you not give her to me?" ("Il bellissimo Sonetto mi rafforza - Grazie di avermelo affidato - [J1648-F1684] / La dolce Acclamazione della Morte lo divulga - Non c'è Tromba come la Tomba - / [J1647-F1685] / Non l'avrebbe data a me?"). |
Vedi la J1648-F1684. |
J1648 (1886) / F1684 (1886)
The immortality she gave We borrowed at her Grave - For just one Plaudit famishing, The Might of Human Love - |
L'immortalità che ci diede La prendemmo alla sua Tomba - Di un solo Plauso affamati, La Potenza dell'Amore Umano - |
In una lettera a Higginson di fine aprile 1886 (L1043) insieme alla J1647-F1685 (vedi la nota a quest'ultima poesia). |
Il fatto che nell'abbozzo della lettera a Higginson ci sia soltanto questa poesia, fa pensare che l'aggiunta della J1647-F1685 nella stesura finale sia una sorta di conclusione a questi versi, dove l'immortalità della fama scaturisce da quella tomba, insieme epicedio ed epinicio. Nella poesia aggiunta successivamente la fama sembra come implodere nell'eterno mistero della morte, lasciando dietro di sé l'asterisco luminoso e lontano di quelle che da vivi chiamiamo stelle. |
Nell'edizione Johnson iniziano da qui, con qualche eccezione, le poesie non datate, in quanto prive di autografo o di altra documentazione che possa far risalire al periodo di composizione. Alcune sono state successivamente datate da Franklin, nella cui edizione le poesie senza data iniziano dalla F1686. I testi derivano da trascrizioni (quasi tutte di Susan Dickinson e Mabel Todd) e non è perciò possibile stabilirne l'esattezza rispetto all'originale. |
J1649 (?) / F1735 (?)
A Cap of Lead across the sky Was tight and surly drawn We could not find the mighty Face The Figure was Withdrawn - A Chill came up as from a shaft |
Una Cappa di Piombo intorno al cielo Si era distesa fitta e burrascosa Non riuscivamo a scorgere il Volto possente La Figura si era Celata - Un Gelo venne su come da una grotta |
Un temporale che trasforma il cielo in una cappa di piombo e chiude tutto allo sguardo, anche se stesso. Ma anche un potente e misterioso miracolo della natura, che riesce ad unire il gelo dell'inverno e il turbinante fuoco dell'inferno. |
J1650 (?) / F1741 (?)
A lane of Yellow led the eye Unto a Purple Wood Whose soft inhabitants to be Surpasses solitude If Bird the silence contradict Or flower presume to show In that low summer of the West Impossible to know - |
Un sentiero di Giallo guidava lo sguardo Verso un Bosco Purpureo Del quale essere soffici abitanti Supera la solitudine Se Uccello il silenzio contraddica O fiore ardisca mostrarsi In quell'umile estate d'Occidente Impossibile saperlo - |
Il giallo sentiero del sole ci indica la via del tramonto, verso un luogo misterioso che ci promette salvezza dalla solitudine; ma resta pur sempre qualcosa di indistinto di cui nulla ci è dato sapere. |