The Complete Poems
Tutte le poesie
J951 - 1000
Traduzione e note di Giuseppe Ierolli
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J951 (1864) / F911 (1865)
As Frost is best conceived By force of it's Result - Affliction is inferred By subsequent effect - If when the Sun reveal, Cannot correct the crease |
Come il Gelo è compreso al meglio Dalla forza del suo Esito - L'Afflizione è dedotta Dall'effetto che ne segue - Se quando il Sole riappare, Non riesce a correggere la ruga |
Le cose immateriali si comprendono guardandone gli effetti. Così, come ci si accorge del gelo guardando qualcuno che rabbrividisce, l'afflizione si misura da ciò che succede dopo l'evento che l'ha determinata. Se nemmeno il sole riesce a guarire lo squarcio che si è prodotto, se il trascorrere dei giorni non riesce ridare serenità ad un volto avvizzito dal dolore, significa che la vita ha subito ormai un taglio netto, difficile, se non impossibile, da ricomporre. |
J952 (1864) / F913 (1865)
A Man may make a Remark - In itself - a quiet thing That may furnish the Fuse unto a Spark In dormant nature - lain - Let us divide - with skill - |
Un Uomo può fare un Commento - In sé - una cosa tranquilla Che può fornire la Miccia a una Favilla In dormiente stato - distesa - Dispensiamo - con destrezza - |
Bisogna essere cauti nel parlare, nel dispensare i nostri commenti, perché una cosa che noi consideriamo poco significativa potrebbe non esserlo per chi ci ascolta. Ricordiamoci sempre che basta una scintilla, magari involontaria, per dar fuoco alle polveri. |
J953 (1864) / F914 (1865)
A Door just opened on a street - I - lost - was passing by - An instant's Width of Warmth disclosed - And Wealth - and Company - The Door as instant shut - And I - |
Una Porta si aprì appena sulla strada - Io - sperduta - passavo di là - L'Ampiezza del Calore di un istante si dischiuse - E Ricchezza - e Compagnia - La Porta in pari istante si chiuse - Ed io |
Così come "Success is counted sweetest / By those who ne'er succeed" (J67-F112) la miseria, l'infelicità viene resa più acuta se si ha la percezione del contrario. Basta un istante per cogliere, al di là di una porta socchiusa, il calore, la ricchezza, la compagnia di una casa dove regna la gioia, tutto ciò che un'anima infelice non ha. |
J954 (1864) / F1070 (1865)
The Chemical conviction That Nought be lost Enable in Disaster My fractured Trust - The Faces of the Atoms |
La Chimica certezza Che nulla va perduto Sprona nella Sventura Il mio Credo in frantumi - Se il Volto degli Atomi |
ED prova a razionalizzare la speranza dell'aldilà. Se sappiamo dalla scienza che nulla va perduto, allora possiamo essere ragionevolmente sicuri che possa esistere l'immortalità, una certezza che ci sprona a raccogliere i cocci di un credo in frantumi, affidandone la ricostruzione a un'illusione rivestita di concretezza. |
J955 (1864) / F1071 (1865)
The Hollows round His eager Eyes Were Pages where to read Pathetic Histories - although Himself had not complained. Biography to All who passed Of Unobtrusive Pain Except for the italic Face Endured, unhelped - unknown - |
I Solchi intorno ai Suoi Occhi ardenti Erano Pagine in cui leggere Sofferte Storie - sebbene Lui non se ne lamentasse. Biografia per Chiunque passasse Di una Pena non Manifesta Salvo per quel Volto in corsivo Sopportata, senza aiuto - sconosciuta - |
In un volto scavato dal dolore si può leggere molto, anche se è il volto di qualcuno che non rivela le proprie sofferenza interiori. È come se fosse, per chiunque gli passi davanti, una biografia di quella pena che rimarrebbe nascosta se non fosse scritta su quel volto, perché sopportata in silenzio, da soli, e rimasta sconosciuta agli altri. |
J956 (1864) / F915 (1865)
What shall I do when the Summer troubles - What, when the Rose is ripe - What when the Eggs fly off in Music From the Maple Keep? What shall I do when the Skies a'chirrup Oh, when the Squirrel fills His Pockets 'Twould'nt afflict a Robin - |
Cosa farò quando l'Estate turbinerà - Cosa, quando la Rosa sarà matura - Cosa quando le Uova s'involeranno in Musica Dalla Custodia dell'Acero? Cosa farò quando dai Cieli cinguettanti Oh, quando lo Scoiattolo si riempirà le Tasche Non si affliggerebbe un Pettirosso - |
L'arrivo dell'estate porterà alla rinascita della natura: lo sbocciare delle rose, il cinguettio degli uccelli, l'infaticabile lavoro dell'ape e dello scoiattolo, il crescere delle bacche. Ma tutto questo rifiorire, questa gioia che pervade il mondo, perde d'importanza finché chi si ama è lontano. Un pettirosso non si preoccuperebbe di questa lontananza, perché ha ali che lo possono portare dappertutto, io che non le ho, che non posso volare, mi chiedo allora: a che serve tutto ciò che ho, se non ho ciò che vorrei? |
J957 (1864) / F917 (1865)
As One does Sickness over In convalescent Mind, His scrutiny of Chances By blessed Health obscured - As One rewalks a Precipice A Custom of the Soul |
Come per Chi ripensa alla Malattia Nella Mente convalescente, La valutazione dei Rischi Dalla Salute benedetta è oscurata - Come Chi ripercorre un Precipizio Costume dell'Anima |
Il passato, rivisto con gli occhi del presente, può apparire molto diverso. Il tempo che passa rende l'anima incapace di ricordare l'esatta natura di una sofferenza, la precisa identità di un fatto concreto ma ormai da tanto trascorso. È come quando ripensiamo a una malattia nel momento in cui stiamo guarendo, o come quando ripercorriamo un precipizio nel quale stavamo per cadere e ciò che ci ha trattenuti ci sembra ormai insignificante. |
J958 (1864) / F918 (1865)
We met as Sparks - Diverging Flints Sent various - scattered ways - We parted as the Central Flint Were cloven with an Adze - Subsisting on the Light We bore Before We felt the Dark - We knew by change between itself And that etherial Spark. |
C'incontrammo come Scintille - Divergenti Selci Spinte per varie - sparse vie - Ci separammo come se il Centro della Selce Fosse stato spaccato da un'Ascia - Sostenuti dalla Luce che avevamo generato Prima di avvertire il Buio - Che distinguemmo dal contrasto fra esso E quell'eterea Scintilla. |
L'amore che si accende improvviso fra due persone visto come l'incontro di scintille prodotte da selci. Ma è un incontro che dura un istante; subito dopo l'ascia (la vita, le convenzioni) spacca la selce e le scintille si separano, ma mantengono dentro di loro il ricordo di quella luce che avevano generato, una luce che, per contrasto, fa avvertire come ancora più buia la tenebra nella quale si è ricaduti (la morte, ma anche la vita senza amore). |
J959 (1864) / F1072 (1865)
A loss of something ever felt I - The first that I could recollect Bereft I was - of what I knew not Too young that any should suspect A Mourner walked among the children Elder, Today, A session wiser, And a Suspicion, like a Finger |
La perdita di qualcosa mi ha sempre colpito - Una prima sensazione posso ricordare Che ero privata - di ciò che neppure conoscevo Troppo giovane perché chiunque sospettasse Un Lutto vagante nel seno di fanciulli Più vecchia, Oggi, Una sessione più saggia, E un Sospetto, come un Dito |
L'impossibilità di penetrare il mistero è sentita sempre dall'uomo come una perdita, come se ci fosse sottratto qualcosa che non conosciamo ma di cui sentiamo fortemente la mancanza. C'è chi avverte questa mancanza sin da bambino, come un oscuro male dell'anima che nessuno riesce a percepire, perché non è immaginabile in una mente infantile, sperduta e defraudata di fronte a questa sensazione, come un principe spodestato che vaga per il mondo senza capire perché abbia perso i suoi domini. Crescendo si diventa più saggi, ma anche, inevitabilmente, più fiacchi, meno disposti a lottare per capire. Eppure ci si ritrova ancora a cercare, magari con meno forza, quel perché. Ma la saggezza è anche dubbio, e allora ci si chiede se la ricerca abbia un senso o se si stia cercando qualcosa che non potrà mai essere trovato: la soluzione di un mistero che è dalla parte opposta, al di là del luogo in cui siamo noi. Potrà mai essere trovato sulla Terra un qualcosa che appartiene al Regno dei Cieli? |
J960 (1864) / F1075 (1865)
As plan for Noon and plan for Night So differ Life and Death In positive Prospective - The Foot upon the Earth At Distance, and Achievement, strains, |
Come piano per il Meriggio e piano per la Notte Cosi differiscono Vita e Morte In esplicita Prospettiva - Il Piede sulla Terra A Distanze, e Compimenti, tende, |
La vita e la morte sono agli antipodi, senza nessun dubbio, allo stesso modo in cui differirebbero i progetti per dar vita al giorno o alla notte. Finche i nostri piedi calcano la Terra tendiamo a percorrere la vita riempiendola di cose concrete, cose che verranno inevitabilmente concluse quando lo stesso piede scenderà nella tomba, con l'unico, fievole, conforto dell'amore che speriamo di continuare, o di iniziare, a vivere nell'aldilà. |
J961 (1864) / F821 (1864)
Wert Thou but ill - that I might show thee How long a Day I could endure Though thine attention stop not on me Nor the least signal, Me assure - Wert Thou but Stranger in ungracious country - Accused - wert Thou - and Myself - Tribunal - The Tenant of the narrow Cottage, wert Thou - No Service hast Thou, I would not achieve it - |
Non fossi Tu che ostile - potrei mostrarti Che lunghi Giorni resisterei Malgrado la tua attenzione non si fermi su di me Né il minimo segnale, Mi rassicuri - Non fossi Tu che Straniero in un paese inospitale - Accusato - fossi Tu - e Io stessa - il Tribunale - L'Abitante del piccolo Casolare, fossi Tu - Non c'è Compito, che non affronterei per Te - |
Cinque strofe: ciascuna un'appassionata offerta d'amore senza riserve. Nella prima l'attesa e la rinuncia vissute senza dubbi o impazienze. Nella seconda il premio di uno sguardo senza altro da chiedere. Nella terza l'appassionata condivisione di ogni sventura. Nella quarta l'offerta di un amore che non teme l'umiltà. Nell'ultima l'identificazione implicita della morte come mancanza d'amore e della vita come suo esplicito sinonimo. |
J962 (1864) / F822 (1864)
Midsummer, was it, when They died - A full, and perfect time - The Summer closed upon itself In Consummated Bloom - The Corn, her furthest Kernel filled |
Mezza Estate, era, quando morirono - Un pieno, e perfetto periodo - L'Estate chiusa in se stessa In Compiuta Fioritura - Il Grano, le sue ultime Spighe riempiva |
La natura è indifferente alla morte, l'estate fiorisce nella sua completezza senza curarsi di coloro che muoiono. Ma anche la natura segue il ciclo vita-morte, come il grano, che sembra sbrigarsi a riempire le sue spighe prima di essere falciato ("flail" significa letteralmente "correggiato" - ovvero un attrezzo agricolo per battere le spighe di grano - ho preferito tradurre con "falce" per assonanza fonetica, visto che il senso del verso mi sembra non soffrirne), mentre chi muore si avvia verso la perfezione attraversando l'indistinta strada del sepolcro. |
J963 (1864) / F824 (1864)
A nearness to Tremendousness - An Agony procures - Affliction ranges Boundlessness - Vicinity to Laws Contentment's quiet Suburb - |
La prossimità alla Terribilità - Un'Agonia procura - L'Afflizione si aggira nella Sconfinatezza - La vicinanza alle Leggi Quieto Sobborgo dell'appagamento - |
La terribilità del primo verso è il luogo dell'agonia, dell'afflizione, perché è l'accostarsi ai misteri che rodono ogni mente raziocinante, quando tenta di percorrere le strade sconfinate della conoscenza e del dubbio. Il suo contrario, la vicinanza, nel senso di acquiescenza, alle leggi immutabili e rassicuranti che regolano la nostra vita concreta (le convenzioni sociali) e spirituale (la fede) è invece il luogo tranquillo e sereno dell'appagamento, rinchiuso però in confini ristretti e ben delimitati. Perciò il luogo dell'afflizione, del dubbio, non può essere misurato con i metri a cui siamo abituati, né rinchiuso in acri concreti e ben delimitati dalle leggi, la sua sola possibile collocazione è, con un geniale paradosso, l'illocalità, un non-luogo che rappresenta, nella sua irrappresentabilità, l'illimitata sfera d'azione della mente umana. |
J964 (1864) / F825 (1864)
"Unto Me"? I do not know you - Where may be your House? "I am Jesus - Late of Judea - Wagons - have you - to convey me? "Arms of Mine - sufficient Phaeton - I am spotted - "I am Pardon" - |
"A Me?" Io non ti conosco - Dove sta la tua Casa ? "Io sono Gesù - Un tempo di Giudea - Carri - hai tu - per portarmi? "Le Mie Braccia - Cocchio sufficiente - Sono macchiata - "Io sono il perdono" - |
Siamo chiamati a fare l'ultimo viaggio, ma non è la morte a venirci a prendere, è direttamente Cristo. Dapprima siamo un po' increduli, "unto me?" fa pensare a qualcuno additato che si guarda intorno per capire se è proprio lui ad essere chiamato, poi sospettosi: "ma tu chi sei, dove vorresti portarmi?" Anche quando il misterioso visitatore si presenta, con nome, luogo di nascita e domicilio attuale, restiamo in dubbio: "ma sei sicuro di essere capace di portarmi fin laggiù?". Quando Cristo, pazientemente, ci rassicura circa le sue notevoli esperienze di traghettatore verso l'aldilà cerchiamo comunque di schermirci: "guarda che ho molte macchie sulla coscienza, sono insignificante, sei proprio sicuro di volermi?". Ma non c'è niente da fare, Cristo è buono, pratica il perdono, ma in queste cose è inflessibile, e nell'ultimo verso, appena mitigato da quella frase che lo precede, così consolante ma che appare proprio come un contentino finale, ci dice chiaramente "ora basta con le chiacchiere, andiamo." |
J965 (1864) / F826 (1864)
Denial - is the only fact Perceived by the Denied - Whose Will - a numb significance - The Day the Heaven died - And all the Earth strove common round - |
La Negazione - è il solo fatto Percepito da chi la subisce - La cui Volontà - un inerte significato - Il Giorno in cui il Cielo morì - E tutta la Terra si sforzò di girare come sempre - |
Sembra quasi un'immagine complementare alla precedente (nei fascicoli sono una di seguito all'altra). In quella un colloquio diretto e senza fronzoli con un Cristo che ci viene a prendere, in questa la morte vista come definitiva negazione della vita per la quale la nostra voglia di immortalità ha ben poca importanza; ciò che viene percepito da chi subisce questa negazione totale e definitiva è il fatto in sé, l'essere strappato alla propria casa, al proprio focolare. |
J966 (1864) / F827 (1864)
All forgot for recollecting Just a paltry One - All forsook, for just a Stranger's New Accompanying - Grace of Wealth, and Grace of Station Home effaced - Her faces dwindled - Dropped - my fate - a timid Pebble - |
Tutto dimenticai per ricordare Solo un indegno Qualcuno - Tutto abbandonai, solo per la Compagnia Di uno Straniero appena arrivato - La Grazia della Ricchezza, e la Grazia del Ceto La Casa scomparve - I suoi volti svanirono - Lasciai cadere - il mio fato - un timido Ciottolo - |
Errante cita, come probabile riferimento, un passo dall'Otello di Shakespeare, atto I, scena I, Roderigo a Brabanzio (134 e segg.): "Your daughter, if you have not given her leave, / I say again, hath made a gross revolt; / Tying her duty, beauty, wit and fortunes / In an extravagant and wheeling stranger" ("Vostra figlia, se non le avete dato voi il permesso, ripeto, ha fatto un bel colpo di testa, vincolando i suoi doveri, nonché la sua bellezza, intelligenza e ricchezza, ad uno stravagante straniero giramondo..."). |
Il riferimento di Errante a Desdemona, l'eroina shakespeariana che s'innamora di un moro estraneo al suo mondo, si adatta molto bene a questa poesia, dove l'amore è visto come un sentimento che non tiene conto di nulla se non della sua esistenza. |
J967 (1864) / F833 (1864)
Pain - expands the Time - Ages coil within The minute Circumference Of a single Brain - Pain contracts - the Time - |
La Pena - espande il Tempo - Ere si avvolgono dentro La minuta Circonferenza Di un singolo Cervello - La Pena contrae - il Tempo - |
Due strofe con due immagini che danno una visione cosmica della pena. Da una parte un dilatarsi del tempo, un avvolgersi di ere all'interno di ogni più minuscola porzione di cervello, come se un'eternità si impadronisse della mente, moltiplicando se stessa all'infinito. Dall'altra, qualcosa che appare il contrario ma che altro non è se non l'immagine speculare di quella precedente. Qui la pena contrae il tempo, tutti i gradi delle molteplici eternità ("gammuts" è un termine musicale che indica la gamma entro cui si sviluppa l'intera serie tonale, ovvero le sette note), impegnate a parare quel colpo improvviso (ED usa "shot", che letteralmente significa "sparo, colpo d'arma da fuoco") si congelano in un istante senza tempo, come se non fossero mai esistite. |
J968 (1864) / F834 (1864)
Fitter to see Him, I may be For the long Hindrance - Grace - to Me - With Summers, and with Winters, grow, Some passing Year - A trait bestow To make Me fairest of the Earth - Time's to anticipate His Gaze - He left behind One Day - So less I only must not grow so new I only must not change so fair If He perceive the other Truth - How sweet I shall not lack in Vain - |
Più degna di vederlo, potrò essere Perché il lungo Impedimento - la Grazia - in Me - Con Estati, e con Inverni, farà crescere, Trascorso qualche Anno - Un aspetto mi darà Da farmi la più bella della Terra - È tempo di pregustare il Suo Sguardo - Lasciata dietro di sé Un Giorno - Tanto minore Io devo solo non diventare così nuova Io devo solo non tramutarmi in così bella Se Egli percepirà l'altra Verità - Com'è dolce non essersi privata Invano - |
La rinuncia, la privazione, l'attesa, diventano beni da custodire gelosamente, perché trasformano chi aspetta in qualcosa di molto più prezioso. E nell'attesa si può pregustare quello sguardo, che sarà prima deliziato, poi sorpreso da quella metamorfosi che rende quasi irriconoscibile colei che sembra al primo sguardo così diversa da come la si è lasciata, tanto che gli occhi indagano a fondo prima di essere certi che sia la stessa persona. Una sola cosa bisogna evitare: una trasformazione troppo radicale, che gli impedisca di rendersi conto di essere di fronte alla stessa persona. Ma non succederà. Ci penserà l'amore a rendere perfetto il momento dell'incontro, quando lui capirà che quella verità che sembra nuova, altra, è il frutto della maturità, di quella seconda giovinezza più consapevole, e perciò più grande, prodotta dal lungo tempo trascorso. Per questo è dolce sapere che la privazione non è stata vana, capire che perdendo si può guadagnare, che soffrendo si può ottenere quella bellezza che sia il compenso migliore per colui che torna, la bellezza di un bisogno, di un desiderio, tenuto in disparte, lasciato a riposo, perché quella privazione faccia risplendere in tutto il suo fulgore il momento dell'appagamento. |
J969 (1864) / F835 (1864)
He who in Himself believes - Fraud cannot presume - Faith is Constancy's Result - And assumes - from Home - Cannot perish, though it fail |
Colui che in Se stesso crede - Frode non può presumere - La Fede è il Risultato della Costanza - E arguisce - dal suo Rifugio - Non può perire, benché fallisca |
Chi crede profondamente, chi ha un credo radicato in sé, non teme la frode o l'inganno, perché la fede si nutre di ferma perseveranza e trae alimento dalla casa in cui si è rifugiata, ovvero il cuore e l'anima dell'uomo. E la fede non può essere distrutta; anche se spesso fallisce non accade mai che scompaia la sua essenza, perché quando fallisce è sempre qualche altra cosa che ha deturpato la sua cristallina fermezza. |
J970 (1864) / F836 (1864)
Color - Caste - Denomination - These - are Time's Affair - Death's diviner Classifying Does not know they are - As in sleep - all Hue forgotten - If Circassian - He is careless - They emerge from His Obscuring - |
Colore - Casta - Denominazione - Queste - sono Faccende del Tempo - La più divina Classificazione della Morte Non conosce la loro esistenza - Come nel sonno - tutte le Tinte dimenticate - Se Circasso - non se ne cura - Emergono dal Suo Oscurare - |
Il tempo della vita suddivide, classifica in base al colore, alla casta, al nome. La morte ha una classificazione più divina, che sfugge alla nostra mente, che non ha certo i nostri stessi parametri. Le dita della morte, grandi perché estese dappertutto, democratiche perché si posano su tutti senza nessuna distinzione, rimuovono quel marchio che ci ha caratterizzati in vita. Qualsiasi crisalide (immagine molto efficace della nostra vita come bozzolo di un'altra) emerge da quell'oscurità come anonima farfalla e noi ci dobbiamo rassegnare a non saperne niente, a non poter penetrare il mistero con la nostra ragione, perché anche la nostra più analitica intuizione non riuscirà mai a sapere quelle cose che la morte sa così bene. |
J971 (1864) / F838 (1864)
Robbed by Death - but that was easy - To the failing Eye I could hold the latest Glowing - Robbed by Liberty For Her Jugular Defences - Fraud of Distance - Fraud of Danger, Staking our entire Possession |
Derubata dalla Morte - ma era facile - Sull'Occhio che mancava Potevo reggere l'ultimo Bagliore - Derubata dalla Libertà Nelle Sue Giugulari Difese - La Frode della Distanza - la Frode del Pericolo, Puntare la nostra intera Proprietà |
Morire non è difficile, si può sempre sperare che l'ultimo bagliore illumini quella via sconosciuta e oscura. Si può anche sopportare di essere privati della libertà, di rinunciare allo scorrere libero nelle vene della vita (la giugulare è la vena più grande del nostro corpo, l'ultimo bastione in cui scorre il sangue prima di essere fermato) perché questa privazione può essere un preannuncio del riavvicinamento all'amato. Il riuscire a vincere l'inganno della distanza, di ciò che ci tiene lontani da quello che vorremmo, l'inganno del pericolo, che ogni volta ci pone di fronte a nuove prove, e l'ultimo inganno, quello della morte, è un compenso per quell'indistinta calamità che sentiamo sempre aleggiare su di noi: l'incertezza su tutto ciò che ci domandiamo e che desideriamo. La vita in fin dei conti non è altro che una scommessa su un risultato esile e incerto come un capello, sul quale facciamo dondolare la nostra ragione chiedendoci in ogni momento se riuscirà a resistere, e perciò a farci vincere la risposta alle nostre domande, o se invece si spezzerà lasciandoci cadere nel vuoto di un nulla senza risposte. |
J972 (1864) / F839 (1864)
Unfulfilled to Observation - Incomplete - to Eye - But to Faith - a Revolution In Locality - Unto Us - the Suns extinguish - |
Incompiuti all'Osservazione - Incompleti - allo Sguardo - Solo per la Fede - una Rivoluzione In uno Spazio - Da Noi - i Soli si estinguono - |
Il quotidiano nascere e morire del sole, e naturalmente delle nostre vite, risulta incomprensibile alla nostra mente concreta, come se riuscissimo ad afferrarne soltanto una frazione con i nostri sensi. Solo per la fede, che non ha niente a che fare con l'osservazione e lo sguardo, questo alternarsi è la naturale rivoluzione in uno spazio concreto, una "località" preludio a quella "illocalità" citata nella J963-F824. La nostra ragione riesce invece a cogliere soltanto il mistero di soli che si estinguono lasciandoci la loro notte, mentre continuano il loro ciclo illuminando orizzonti fuori della nostra portata, orizzonti che non potremo mai vedere. |
J973 (1864) / F900 (1865)
'Twas awkward, but it fitted me - An Ancient fashioned Heart - It's only lore - it's Steadfastness - In Change - unerudite - It only moved as do the Suns - I only have it not Tonight |
Era goffo, ma su misura per me - Un Cuore all'Antica - Il suo solo sapere - la Costanza - Di Cambiamenti - non erudito - Si muoveva solo come fanno i Soli - Solo che non lo trovo Stanotte |
La morte raccontata come il fermarsi di un cuore, semplice, perché non conosce cambiamenti e si accontenta di essere costante, ma giusto per chi lo porta. Un cuore che ama muoversi soltanto perché sa il valore del ritorno, come il sole o gli uccelli, sempre uguali in qualsiasi posto essi siano. Ma ecco che la morte, con i suoi cavilli tecnici, che somigliano tanto alle clausole nascoste di un contratto d'affitto, arriva e reclama lo sfratto, lasciando vuota la casa che lo ospitava. |
J974 (1864) / F901 (1865)
The Soul's distinct connection With immortality Is best disclosed by Danger Or quick Calamity - As Lightning on a Landscape |
La netta connessione dell'Anima Con l'immortalità È rivelata al meglio dal Pericolo O da un'improvvisa Calamità - Come il Fulmine in un Paesaggio |
Le oscure connessioni dell'anima con il concetto di immortalità si rivelano soprattutto quando siamo in pericolo, quando un'improvvisa calamità ci scuote dal torpore di ogni giorno e ci pone di fronte a domande che usualmente evitiamo, come quando un improvviso temporale notturno illumina un paesaggio, facendoci scoprire cose che nella visione di tutti i giorni ci sfuggono, oscurate dall'abitudine. |
J975 (1864) / F970 (1865)
The Mountain sat upon the Plain In his enormous Chair - His observation omnifold, His inquest, everywhere - The Seasons played around his knees |
Il Monte sedeva sulla Pianura Nel suo enorme Seggio - La sua osservazione onnicomprensiva, La sua inchiesta, dappertutto - Le Stagioni gli giocavano intorno ai ginocchi |
I monti come simbolo più visibile della grandezza e dell'apparente perennità della natura (vedi anche la J667-F787 e la J722-F745), espressa soprattutto nei due ultimi versi. |
J976 (1864) / F973 (1864)
Death is a Dialogue between The Spirit and the Dust. "Dissolve" says Death, The Spirit "Sir I have another Trust" - Death doubts it - |
La Morte è un Dialogo fra Lo Spirito e la Polvere. "Dissolviti" dice la Morte, Lo Spirito "Mia Signora Io ho un'altra Fede" - La Morte ne dubita - |
Qui la morte viene quasi spogliata della sua natura ultraterrena e pretende di fare un lavoro completo, di cancellare del tutto la persona che ha ghermito. Lo spirito però si ribella, rivendicando una fede che trascende la morte. Ma quest'ultima continua a dubitare di questa pretesa immortalità, che in fin dei conti la declassa: i suoi argomenti sono piuttosto concreti, visto che vengono espressi da una tomba. Ma lo spirito non si lascia coinvolgere, volge altrove i suoi passi lasciando alla morte soltanto un rivestimento d'argilla, quella polvere che serve solo come soprabito all'anima e può essere poi tranquillamente abbandonata testimoniando con la sua inerte concretezza che lo spirito se n'è andato da qualche altra parte. |
J977 (1864) / F976 (1865)
Besides this May We know There is Another - How fair Our speculations of the Foreigner! Some know Him whom We knew - |
Oltre a questo Maggio Sappiamo Che ce n'è Un altro - Che bello Speculare sul Forestiero! Qualcuno conosce Colui che conoscemmo - |
L'aldilà visto come immagine speculare del mondo in cui viviamo, un altrove dove però ritroveremo quello che abbiamo lasciato. È bello fare ipotesi su questo mondo così straniero e così affascinante (ma attenzione, sono soltanto ipotesi, speculazioni - anche stavolta siamo ben lontani dalle certezze); suona dolce alla nostra mente immaginare che ci sarà qualcuno là che adesso conosce colui che noi conoscemmo qui, sapere che c'è una natura altra (c'è una variante a questa parola: "section", che forse precisa ancora meglio il carattere di segmento, di sezione del mondo che conosciamo, di questo altrove) dove i santi, e il nostro vicino che si sta accingendo ad andarci, potranno vivere le nostre stesse sensazioni. |
J978 (1864) / F843 (1864)
It bloomed and dropt, a Single Noon - The Flower - distinct and Red - I, passing, thought another Noon Another in it's stead Will equal glow, and thought no More The Sun in place - no other fraud Much Flowers of this and further Zones The single Flower of the Earth |
Sbocciò e appassì, un Singolo Meriggio - Il Fiore - netto e Rosso - Io, passando, pensai un altro Meriggio Un altro al suo Posto Ne eguaglierà lo splendore, e non ci pensai Più Il Sole a posto - né altro inganno Molti Fiori di questa e di altre Zone Il singolo Fiore della Terra |
Un fiore ci lascia poco tempo per coglierlo. Pensiamo che tanto potremo trovarne di altri ma invece, quando torniamo, troviamo soltanto l'immutabile ciclo della natura, senza però più quel fiore che avremmo potuto cogliere. Ci rimane il rimpianto, ormai inutile, di non aver capito, di essere passati frettolosamente senza aver saputo approfittare di quell'opportunità che ci veniva offerta, ormai non più ripetibile, perché qualsiasi altro fiore non potrà mai più essere come quello perduto. |
J979 (1864) / F844 (1864)
This Merit hath the Worst - It cannot be again - When Fate hath taunted last And thrown Her furthest Stone - The Maimed may pause, and breathe, |
Questo Merito ha il Peggio - Non può andare oltre - Quando il Fato ha finito di insultare E lanciato la Sua ultima Pietra - L'Azzoppato può fermarsi, e respirare, |
Nel manoscritto c'è una doppia variante per i versi 7/8: "invites no longer - / Than it evades [eludes] -" ("invita non più a lungo / Di quanto sfugge [si sottrae] -") al posto di "attracts no further / Than it resists". |
Chi è colpito dalla cosa peggiore che esista può consolarsi pensando che, in fin dei conti, ha sopportato il massimo e di più non potrà esserci. Una volta che gli insulti del destino siano arrivati all'apice ci si può rilassare, si può respirare, senza paura che accada qualcosa di peggiore, perché il segugio insegue il cervo finché questi gli resiste; quando lo vede ormai arreso perde interesse e rivolge altrove il suo famelico appetito. |
J980 (1864) / F896 (1865)
Purple - is fashionable twice - This season of the year, And when a soul perceives itself To be an Emperor. |
Il Porpora - è di moda due volte - In questa stagione dell'anno, E quando un'anima percepisce se stessa Come un'Imperatrice. |
La solenne e sontuosa bellezza del rosso porpora è sempre accostata da ED alle immagini più alte e orgogliose della concretezza e della spiritualità, come questa poesia esplicita chiaramente con le due immagini dell'autunno, che imporpora il paesaggio, e dell'anima, orgogliosa di sé. |
J981 (1864) / F801 (1864)
As Sleigh Bells seem in Summer Or Bees, at Christmas show - So fairy - so fictitious - The individuals do Repealed from Observation - A Party that we knew - More distant in an instant Than Dawn in Timbuctoo - |
Come sembrerebbero Sonagli di Slitta in Estate O Api, nel cerimoniale Natalizio - Così fantastici - così fittizi - Sembrano gli individui Sottratti all'Osservazione - Una Persona che conoscevamo - Più distante in un istante Dell'Alba a Timbuctù - |
La morte non è un passaggio che prevede tappe. Chi muore diventa improvvisamente "altro", un qualcosa di fantastico e fittizio insieme, che in un istante si trasforma da persona conosciuta in un'entità estranea e inafferrabile, più di qualsiasi evento naturale mille miglia lontano da noi e dalla nostra facoltà di immaginare. |
J982 (1865) / F738 (1863)
No Other can reduce Our Mortal Consequence Like the remembering it be Nought - A Period from hence - But Contemplation for No Other can exalt Our Invited from Itself |
Nient'Altro può ridurre la Nostra Importanza Mortale Come il rammentare che sarà il Nulla A un Ciclo da ora - Non altro che Contemplazione di Nient'Altro può esaltare la Nostra Invitatasi da Sé |
Le due edizioni critiche riportano tre versioni di questa poesia: |
Niente può farci sentire tanto insignificanti come la consapevolezza che in poco tempo ci ridurremo al nulla. Ci resta un'unica speranza: che nell'aldilà ci si rammenti in qualche modo della nostra fama mortale. Solo questa speranza può aiutarci a rivalutare il nostro ciclo di vita, anche se è probabile che l'eventuale parte mortale di noi che sopravviverà alla morte manterrà comunque una consapevolezza inadeguata alla bisogna. Insomma, non illudiamoci che la morte ci darà risposte; al massimo ci concederà di mantenere qualcosa di ciò che eravamo, un qualcosa che però resterà sempre incapace di capire l'ignoto. |
J983 (1865) / F1016 (1865)
Ideals are the Fairy Oil With which We help the Wheel But when the Vital Axle turns The Eye rejects the Oil. |
Gli Ideali sono il Magico Olio Con cui aiutiamo la Ruota Ma quando l'Asse Vitale gira L'Occhio rigetta l'Olio. |
L'olio degli ideali è indispensabile per far girare la ruota della vita, ma l'attrito non lascia scampo: dopo un po' l'olio si consuma e l'asse della vita, pur di continuare a girare, impara a farne e meno. |
J984 (1865) / F192 (1861)
'Tis Anguish grander than Delight 'Tis Resurrection Pain - The meeting Bands of smitten Face We questioned to, again - 'Tis Transport wild as thrills the Graves |
È Angoscia più grande della Gioia È la Pena della Resurrezione - S'incontrano le Schiere dal Volto rapito Di cui c'interrogammo, di nuovo - È Trasporto selvaggio che scuote le Tombe |
Due versioni: la prima di quattro versi (riportata sotto) inviata a Susan nel 1861; la seconda (qui scelta come principale) trascritta nei fascicoli nel 1865, nella quale vengono usati gli ultimi tre versi della precedente, con la variante "Miracle" al posto di "Victory". Le diverse scelte editoriali delle due edizioni critiche (Johnson privilegia la compiutezza, Franklin il dato cronologico) spiegano la diversità di numerazione e datazione. Nell'edizione Franklin il primo verso della versione a Susan è considerato "una frase che precede i versi, anch'essa in tetrametro giambico".
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Il giorno del giudizio in due versioni: la prima, inviata a Susan, si limita a immaginarlo; nella seconda la descrizione è più completa e mette l'accento sull'angoscia e la pena di una resurrezione che è prologo di un giudizio definitivo e senza appello. La seconda strofa sembra una fulminea e potente descrizione del "Giudizio Universale" di Michelangelo, con le tombe che si aprono violentemente, i sudari che si sciolgono e i corpi che ascendono verso quel Cristo che tutto sembra meno che un caritatevole giudice dei nostri peccati, anche se i versi illuminano soprattutto la parte sinistra dell'affresco, in cui ci sono i corpi rivestiti di miracolo-vittoria che ascendono al cielo, contrapposti a quelli dei dannati che, a destra, precipitano verso la barca di Caronte. |
J985 (1865) / F995 (1865)
The Missing All, prevented Me From missing minor Things. If nothing larger than a World's Departure from a Hinge Or Sun's Extinction, be observed 'Twas not so large that I Could lift my Forehead from my work For Curiosity. |
La Mancanza di Tutto, Mi immunizzava Dalla mancanza di Cose minori. Se nulla di più vasto del Distacco Di un Mondo dai suoi Cardini O dell'Estinzione del Sole, si notava Non c'era niente di così vasto che mi Facesse alzare la Fronte dal mio lavoro Per Curiosità. |
Quando ci facciamo domande che riguardano il tutto, l'essenza stessa della nostra vita e del nostro esistere (oppure, quando non abbiamo niente perché ci manca la cosa più importante: l'amore) il resto ci appare ben poca cosa. Solo l'improvvisa risposta a queste domande (o l'improvviso arrivo dell'amore), una risposta che è così difficile possa esistere (o che è così difficile possa arrivare) tanto da poter essere paragonata soltanto allo scardinarsi del mondo intero o all'estinguersi del sole, potrebbe farci alzare la fronte dalla nostra quotidianità per guardare, con quella curiosità che è il cardine della ragione, a un fatto così inusuale e straordinario. |
J986 (1865) / F1096 (1865)
A narrow Fellow in the Grass Occasionally rides - You may have met Him - did you not His notice sudden is - The Grass divides as with a Comb - He likes a Boggy Acre Several of Nature's People But never met this Fellow |
Un Tipo sottile nell'Erba Occasionalmente si muove - Potreste averlo incontrato - se non vi è successo Si annuncia all'improvviso - L'Erba si divide come con un Pettine - Gli piace un Campo Paludoso Diversi Abitanti della Natura Ma non ho mai incontrato questo Tipo |
La poesia fu pubblicata il 14 febbraio 1866 sullo "Springfield Daily Republican", con il titolo "The Snake" ("Il Serpente"), in tre strofe di otto versi ciascuna e con due varianti: al verso 4 "instant" al posto di "sudden" e al verso 21 "Yet" al posto di "But". Il manoscritto fonte della pubblicazione è perduto e, perciò, non sappiamo se le varianti fossero o meno di ED. |
La descrizione dei sentimenti evocati dall'incontro con un serpente. Nelle prime due strofe ED si diverte a descriverne le caratteristiche: l'improvviso e inaspettato apparire, l'immagine dell'erba che si divide come fosse pettinata per richiudersi subito dopo, un'asta maculata appena intravista. Nella strofa centrale ci racconta un incontro con questo essere sfuggente, che si allunga e si rinserra subito dopo, metafora della sua natura misteriosa e inafferrabile. Nelle ultime due introduce, con l'ardita immagine del verso finale, il sentimento di paura e repulsione comunemente associato a questo animale, che, avendo avuto la sfortuna di essere stato scelto per offrire a Eva la mela del peccato, si porta dietro la nomea di infido tentatore da evitare e schiacciare. |
J987 (1865) / F1098 (1865)
The Leaves like Women, interchange Sagacious Confidence - Somewhat of Nods and somewhat Portentous inference - The Parties in both cases |
Le Foglie come le Donne, si scambiano Sagaci Confidenze - Un po' di Cenni e un po' Di portentose illazioni - Le Parti in entrambi i casi |
Il testo riportato sopra è quello nei fascicoli. In un'altra copia, inviata a Susan, al verso 2 si legge "Exclusive" al posto di "Sagacious". |
Una divertita descrizione delle chiacchiere fra donne. Errante riporta in nota: "La nipote di Emily racconta come un giorno, mentre alcune signore stavano prendendo congedo dalla sorella Lavinia giù al pianterreno, la zia contemplasse lo spettacolo con lei , dal piano di sopra. La porta d'ingresso, spalancata, invitava ad uscire, ma le visitatrici prolungavano i saluti. E Emily alla nipotina: «Matty, bambina mia, sentile come si baciano, le traditrici». Poco dopo le inviò questa poesiola. (Martha Dickinson Bianchi, Emily Dickinson Face to Face, Boston, 1932, pagg. 9-10)." |
J988 (1865) / F797 (1864)
The Definition of Beauty is That Definition is none - Of Heaven, easing Analysis, Since Heaven and He are One. |
La Definizione di Bellezza è Che non c'è Definizione - Del Cielo, facile l'Analisi, Poiché il Cielo e Lui sono Uno. |
La bellezza è indefinibile, o meglio, si può dire soltanto che non ha una definizione. Molto più facile definire il Cielo, visto che si può identificare con una certezza: Dio. ED sembra dirci, con un artificio retorico, che un qualcosa di così sfuggente e indefinibile come il concetto di bellezza ha in sé un mistero forse più grande di quello, comunque inafferrabile, del Cielo. |
J989 (1865) / F1120 (1865)
Gratitude - is not the mention Of a Tenderness, But it's still appreciation Out of Plumb of Speech - When the Sea return no Answer |
La Gratitudine - non è la menzione Di una Tenerezza, Ma il suo silenzioso apprezzamento Al di là del semplice Linguaggio - Quando il Mare non dà Risposta |
Quella riportata sopra è la copia nei fascicoli. Esiste un altro manoscritto della prima strofa, inviato a Susan. Una terza copia, sempre limitata alla prima strofa e ora perduta, era in una lettera a Louise e Frances Norcross (L273) trascritta da Mabel Todd che, come dice Franklin: "assembla arbitrariamente tre frammenti diversi". In quest'ultima copia c'è una variante al verso 3: "mute" al posto di "still", e il quarto verso è "Deeper than we reach" ("Più profondo del raggiungibile"). |
Non sono le parole che esprimono la gratitudine più vera, ma un apprezzamento più profondo, che va al di là delle possibilità del linguaggio, così come uno scandaglio non riesce sempre a toccare il fondo del mare di cui cerca di misurare la profondità. |
J990 (1865) / F937 (1865)
Not all die early, dying young - Maturity of Fate Is consummated equally In Ages, or a Night - A Hoary Boy, I've known to drop |
Non tutti muoiono presto, morendo giovani - La maturità del Fato Si consuma allo stesso modo In Anni, o in una Notte - Un Canuto Ragazzo, ho visto cadere |
Quella riportata sopra è la copia nei fascicoli. Altre due furono inviate a Susan e a Josiah Gilbert Holland. Il testo delle tre versioni è lo stesso, l'unica differenza è nella copia inviata a Holland, che è senza divisione in strofe. |
Il destino di ciascuno di noi non è misurabile. Per ognuno esso si consuma in un tempo diverso da quello che usiamo tutti i giorni: può tessere la sua tela per anni o concludersi in una notte. Per questo, quando un ragazzo muore e un vecchio continua a vivere ciò che vediamo è un'ingiustizia apparente, perché la vita è una e indivisibile, e non può misurarsi col metro temporale che noi conosciamo ma ha in sé un'unità di misura misteriosa e inafferrabile: quello che comunemente chiamiamo fato e che va al di là delle nostre possibilità di comprensione e di intervento. |
J991 (1865) / F897 (1865)
She sped as Petals from a Rose - Offended by the Wind - A frail Aristocrat of Time Indemnity to find - Leaving on Nature a Default As Cricket, or as Bee, But Andes - in the Bosoms where She had begun to lie. |
Si slanciava come Petali da una Rosa - Violati dal Vento - Una fragile Aristocratica della garanzia Del Tempo alla scoperta - Che lascia alla Natura una Mancanza Come un Grillo, o come un'Ape, Ma Ande - nei Petti dove Aveva iniziato a posarsi. |
La versione riportata è quella inviata a Susan in occasione della morte a due anni della nipotina Susan, figlia della sorella Martha Gilbert Smith, il 3 novembre 1865. Il manoscritto era dato per perduto da Johnson ma poi, come ci informa Franklin, è ricomparso, prima nel catalogo di un antiquario nel 1978, e poi in una vendita all'asta di Sotheby's a New York il 10 dicembre 1993.
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Un biglietto di condoglianze a un tempo tenero e realistico. La morte di una bimba di due anni, che stava iniziando a muoversi nel mondo alla scoperta di quel tempo che poi le era stato negato, non lascia tracce nella natura, così come non lasciano tracce un grillo o un'ape, ma lascia montagne di ricordi nei cuori dove aveva appena cominciato a posarsi. |
J992 (1865) / F867 (1864)
The Dust behind I strove to join Unto the Disk before - But Sequence ravelled out of Sound Like Balls upon a Floor - |
La Polvere alle spalle mi sforzavo di unire Al Disco di fronte - Ma la Sequenza si sciolse senza Suono Come Gomitoli su un Pavimento - |
Vedi la J937-F867. |
J993 (1865) / F771 (1863)
We miss Her, not because We see - The Absence of an Eye - Except it's Mind accompany Abridge Society As slightly as the Routes of Stars - |
Ci manca, non perché vediamo - L'Assenza di uno Sguardo - Se la sua Mente accompagna Riduce la Società Lieve come il Percorso delle Stelle - |
La copia riportata sopra fu inviata a Susan. ED trascrisse i versi nei fascicoli con il testo identico ma con molte varianti: al verso 2 "Journey" ("Viaggio") al posto di "Absence"; al verso 4 "debar" ("esclude") o "deprive" ("destituisce") o "impair" ("diminuisce") al posto di "Abridge"; al verso 5 "scarcely" ("impercettibile") al posto di "slightly" e "flights" ("voli") al posto di "Routes"; al verso 8 "Scan better" ("Scrutano a fondo") o "Convey Us" ("Ci Guidano") al posto di "Include Us". |
Quando qualcuno muore, non dovrebbe mancarci solo perché non lo vediamo più. Dobbiamo credere che, in fin dei conti, siamo noi a dormire qui sotto, mentre loro, là in alto, vivono la vita immortale e continuano a pensare a noi, con una lieve e lontana presenza paragonabile a quella delle stelle che girano silenziose sul nostro mondo. |
J994 (1865) / F806 (1864)
Partake as doth the Bee - Abstemiously. A Rose is an Estate - In Sicily - |
Prendine come fa l'Ape - Moderatamente. Una Rosa è un Patrimonio - In Sicilia - |
Il testo riportato sopra è quello nei fascicoli, dove c'è una variante per gli ultimi due versi: "I know the Family / in Tripoli." ("Conosco la Famiglia / a Tripoli."). C'è anche un altro manoscritto autografo, rimasto tra le carte di ED, probabile brutta copia di un biglietto (perduto) inviato, insieme a un mazzo di fiori, al cugino Perez Dickinson Cowan, studente presso l'Amherst College, che il 26 aprile 1864 scrive nel suo diario: "They were very fine indeed heliotrope - hyacinths - verbena - geranuium fuchsia etc & sent with it one of the nicest notes - worded thus [segue il testo del biglietto]" (Jay Leyda, The Years and Hours of Emily Dickinson, Yale University Press, New Haven, 1960, vol. II, pag. 87). |
Uno dei biglietti che accompagnavano fiori. Stavolta la cosa è certa, visto che è registrata nel diario del destinatario. La Sicilia dell'ultimo verso è il paese esotico, del sole e del caldo, dove una rosa è da considerarsi un bene prezioso, da gustare con moderazione. Nella variante della copia nei fascicoli scompare il riferimento al fiore, ed è la famiglia dell'ape a essere accostata all'esotismo mediterraneo, spostato di qualche chilometro. |
J995 (1865) / F1014 (1865)
This was in the White of the Year - That - was in the Green - Drifts were as difficult then to think As Daisies now to be seen - Looking back, is best that is left |
Questo fu nel Bianco dell'Anno - Quello - fu nel Verde - Le Raffiche erano difficili allora da concepire Come le Margherite ora da vedere - Guardare indietro, è il meglio che è rimasto |
Il testo riportato sopra è quello nei fascicoli; di un'altra copia, in una lettera inviata a Louise Norcross nel marzo 1865 (L307), ci resta la trascrizione di Frances Norcross. |
Quando è inverno è difficile riuscire a immaginare lo sbocciare di un fiore, così come nella bella stagione immaginare le raffiche di vento o i cumuli di neve ("drift" può voler dire entrambe le cose). Quando cala il freddo nella natura, o il gelo nell'anima, ci rimane solo la consolazione del ricordo, di un passato che potrebbe essere considerato la metà di ciò che forma la nostra prospettiva di vita, ma che molte volte, quando il presente e il futuro diventano difficili da vivere, diventa molto di più e tende a riempire la nostra esistenza. |
J996 (1865) / F503 (1863)
We'll pass without the parting So to spare Certificate of Absence - Deeming where I left Her I could find Her |
Ci dilegueremo senza la separazione Così da risparmiare Il Certificato d'Assenza - Ritenendo che dove La lasciai potrei ritrovarla Se tentassi - In questo modo, mi trattengo dal rimpiangere Coloro che morirono. |
ED fece consegnare questa poesia a Maria Avery Howard, che raccontò il fatto alla nipote Lydia Avery Coonley in una lettera della fine del 1890. La nipote trascrisse la poesia e parte della lettera per Mabel Todd: "Ero solita visitare Amherst abbastanza spesso e conoscevo bene tutti i Dickinson... Quando fui per l'ultima volta ad Amherst, Emily mi mandò a chiamare per andare a trovarla, lei non usciva nemmeno per andare da Sue, e il giorno della mia partenza mi mandò, da una domestica, i versi che accludo, con un oleandro in fiore legato con un nastro nero per dirmi addio così invece di farlo personalmente." |
Partire senza sancire con un addio diretto la separazione è un po' come rifiutare quel "certificato d'assenza" che la renderebbe concreta. Ed è anche un augurio di potersi un giorno ritrovare, come speriamo che sia con quelli che ci hanno lasciato definitivamente. |
J997 (1865) / F1010 (1865)
Crumbling is not an instant's Act A fundamental pause Dilapidation's processes Are organized Decays - 'Tis first a Cobweb on the Soul Ruin is formal - Devils work |
Sgretolarsi non è Atto di un istante Una pausa fondamentale I processi di Disgregazione Sono Decadimenti organizzati - È prima una Ragnatela nell'Anima La Rovina è metodica - i Diavoli lavorano |
Nella prima strofa può sembrare che ED parli della vita come progressivo disfacimento verso la morte, ma poi il senso si chiarisce con la seconda strofa, che allinea in perfetta progressione una sorta di assedio della mente, prima all'esterno, con la ragnatela che avviluppa e la pellicola di polvere che copre, poi dentro, con il tarlo che rode nell'intimo e la primordiale ruggine disgregante, intimamente connessa con la nostra natura di esseri pensanti. Nella terza strofa è chiaro che si parla di fallimento, un perdersi che può essere lo scivolamento nel peccato ma anche nell'eretica consapevolezza di non sapere, un processo lento, che va avanti con metodica precisione lasciandoci per molto l'illusione di poterlo contrastare. Ma a conclusione di questo lento scivolamento non può esserci altro che un crollo preparato e prevedibile. In questa interpretazione i diavoli del nono verso non sono altro che i dubbi della nostra mente razionale, connaturati in noi ed esplicitati nella seconda strofa, sempre pronti a chiedersi il perché di qualcosa a cui la fede risponde in maniera netta ma insoddisfacente. |
J998 (1865) / F1012 (1865)
Best Things dwell out of Sight The Pearl - the Just - Our Thought - Most shun the Public Air The Capsule of the Wind Exhibit here, as doth a Burr - |
Le Cose migliori dimorano fuori Vista La Perla - il Giusto - il Nostro Pensiero - Le più rifuggono gli Spazi Pubblici La Capsula del Vento Si esibiscono qui, come Ricci di castagna - |
Le cose più interessanti, quelle che contano, non sono quelle visibili ma quelle, legittime (perché sono quelle che riempiono veramente la nostra vita) e rare (perché molto poche rispetto alla moltitudine che è offerta ai nostri occhi), che rifuggono dal rendersi pubbliche e facilmente accessibili. Quelli che vediamo sono soltanto contenitori, della natura (il mondo) e della nostra mente (il corpo), ma dentro, invisibile come la castagna nel suo riccio, c'è quello che conta, quello di cui ci chiediamo sempre la natura e che non riusciamo mai ad afferrare: il germe del germe, il progenitore dell'inizio. |
J999 (1865) / F1013 (1865)
Superfluous were the Sun When Excellence be dead He were superfluous every Day For every Day be said That syllable whose Faith Upon His dateless Fame |
Superfluo sarebbe il Sole Dove l'Eccellenza è morta Sarebbe superfluo ogni Giorno Perché ogni Giorno è pronunciata Quella sillaba la cui Fede Sulla Sua Fama senza tempo |
Il mondo non avrebbe più senso se si estinguesse l'amore. E non avrebbe più senso nemmeno lo scorrere del tempo, perché in ogni istante la promessa dell'amore è la sola cosa che ci salva dalla disperazione, anche quando lo sentiamo lontano e irraggiungibile. Su questo sentimento senza tempo possiamo adagiare le nostre vite, perché l'amore è capace di accoglierle come il mondo accoglie la luce delle anonime stelle che brillano in un cielo infinito. |
J1000 (1865) / F1015 (1865)
The Fingers of the Light Tapped soft upon the Town With "I am great and cannot wait So therefore let me in". "You're soon", the Town replied, The easy Guest complied The Neighbor in the Pool |
Le Dita della Luce Bussarono lievi alla Città Con un "sono grande e non posso aspettare Perciò fammi entrare." "Sei mattiniera", replicò la Città, La disinvolta Ospite accettò Il Vicino nello Stagno |
L'alba arriva lieve e insieme prepotente. La città cerca di resistere, poi di impedire che svegli i suoi abitanti, ma la luce è troppo splendente, nulla e nessuno riesce a resistere allo slancio di quella figura che invade ogni via e ogni casa, nemmeno il moscerino nello stagno, che si sveglia arzillo e rende omaggio al nuovo giorno. |