The Complete Poems
Tutte le poesie
J51 - 100
Traduzione e note di Giuseppe Ierolli
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J51 (1858) / F41 (1858)
I often passed the Village When going home from school - And wondered what they did there - And why it was so still - I did not know the year then, It's stiller than the sundown. So when you are tired - |
Spesso attraversavo il Villaggio Quando tornavo a casa dalla scuola - E mi domandavo cosa facessero là - E perché fosse tanto silenzioso - Non potevo sapere l'anno allora, È più calmo del tramonto. Così quando sei stanca - |
Il "Village" del primo verso è in realtà il villaggio dei morti, il cimitero attraversato nella strada verso casa che non può non far pensare a quella chiamata inevitabile, che prima o poi verrà per tutti e della quale viene ribadita, nel terzo verso, la distanza dalla nostra comprensione. Nella seconda strofa il tempo della morte resta inconoscibile, ma la previsione di una morte più precoce rispetto ad altri che già se ne sono andati appare come una sorta di stanchezza delle vita. Le due strofe finali riprendono il senso di pace e tranquillità del quarto verso, per concludersi con quel richiamo a "Dollie" (un nomignolo affettuoso per Susan - vedi anche la J156-F218 e la J158-F222 - a cui probabilmente furono inviati questi versi) che è come una promessa, e insieme una speranza, di ricongiungimento. |
J52 (1858) / F33 (1858)
Whether my bark went down at sea - Whether she met with gales - Whether to isles enchanted She bent her docile sails - By what mystic mooring |
Se la mia barca sprofondò nel mare - Se incontrò tempeste - Se a isole incantate Piegò le sue docili vele - Da quale mistico ormeggio |
Lo sguardo del penultimo verso è quello che si spinge oltre i confini del visibile per diradare il mistero, o quello più ampio, e finalmente rivelatore, che ci sarà concesso dopo la morte? |
J53 (1858) / F34 (1858)
Taken from men - this morning - Carried by men today - Met by the Gods with banners - Who marshalled her away - One little maid - from playmates - Far - as the East from Even - |
Sottratta agli uomini - stamane - Trasportata da uomini quest'oggi - Riunita agli Dei con i vessilli - Che l'accompagnarono via - Una fanciullina - dai compagni di gioco - Remoti - come l'Est dalla Sera - |
Una bambina che muore, sottratta agli uomini, ai compagni di gioco, alla scuola, e accompagnata nel viaggio verso gli dei dai segni esteriori che usiamo nei cortei funebri, diventa parte della folla che riempie il Paradiso. Da quel momento lei, come tutti coloro che muoiono, diventerà remota e indistinta ai nostri occhi mortali, che non sanno immaginare nulla di quel regno così bizzarro e singolare che chiamiamo aldilà. |
J54 (1858) / F36 (1858)
If I should die - And you should live - And time sh'd gurgle on - And morn sh'd beam - And noon should burn - As it has usual done - If Birds should build as early And Bees as bustling go - One might depart at option From enterprise below! Tis sweet to know that stocks will stand When we with Daisies lie - That Commerce will continue - And Trades as briskly fly - It makes the parting tranquil And keeps the soul serene - That gentlemen so sprightly Conduct the pleasing scene! |
Se io dovessi morire - E tu dovessi vivere - E il tempo gorgogliasse - E il mattino brillasse - E il mezzodì ardesse - Com'è sempre accaduto - Se gli Uccelli costruissero di buonora E le Api si dessero altrettanto da fare - Ci si potrebbe accomiatare a discrezione Dalle imprese di quaggiù! È dolce sapere che i titoli terranno Quando noi con le Margherite giaceremo - Che il Commercio continuerà - E gli Affari voleranno vivaci - Rende la partenza tranquilla E mantiene l'anima serena - Che gentiluomini così brillanti Dirigano la piacevole scena! |
I versi si reggono su una paradossale ironia, sul rovesciamento della cosa che più ci colpisce, o meglio ci indispettisce, quando pensiamo alla nostra morte, ovvero la consapevolezza che la nostra sparizione dal mondo non avrà nessuna conseguenza, tutto continuerà tranquillamente come prima: dalla natura ai commerci umani, nulla sarà toccato da quell'evento enorme, spaventoso, definitivo, ma soltanto per chi ne è oggetto. Per il resto del mondo, a parte forse qualche persona cara, sarà come se fosse impercettibilmente sparito un granello di sabbia. |
J55 (1858) / F37 (1858)
By Chivalries as tiny, A Blossom, or a Book, The seeds of smiles are planted - Which blossom in the dark. |
Da Gesta così minute, Un Fiore, o un Libro, Sono piantati i semi dei sorrisi - Che fioriscono nel buio. |
Il seme di un sentimento gioioso, che fiorisce nel buio della nostra intimità, non ha bisogno di epiche gesta cavalleresche; bastano un fiore, o un libro, per dargli alimento e farlo sbocciare. |
J56 (1858) / F53 (1859)
If I should cease to bring a Rose Upon a festal day, Twill be because beyond the Rose I have been called away - If I should cease to take the names |
Se dovessi smettere di portare una Rosa In un giorno di festa, Sarà perché al di là della Rosa Sarò stata chiamata - Se dovessi smettere di prendere i nomi |
L'amore per la natura, la capacità di godere della bellezza di un fiore, e, insieme, la memoria di coloro che da quei fiori sono commemorati, durerà per tutta la vita. Soltanto la morte riuscirà a interrompere quel dialogo così intimo e silenzioso con la natura e con chi ci ha lasciati. |
J57 (1858) / F55 (1859)
To venerate the simple days Which lead the seasons by - Needs but to remember That from you or I, They may take the trifle Termed mortality! To invest existence with a stately air - |
Per venerare i semplici giorni Che portano via le stagioni - Bisogna solo ricordare Che da te o da me, Possono prendere quell'inezia Detta mortalità! Per ammantare l'esistenza di un'aria solenne - |
Nell'edizione Johnson la seconda strofa è riportata in nota, ripresa dalla prima edizione del 1896, in quanto il manoscritto conosciuto nel 1955 era limitato alla prima. Il frammento contenente la seconda strofa era nel foglio strappato che conteneva la J14-F5, ed è stato successivamente rintracciato e pubblicato da Franklin in American Literature, 50, March 1978, pagg. 114-115. |
L'intreccio fra l'esistenza umana e la natura è descritto in due strofe parallele: nella prima è la natura che assume connotati mortali, in quanto segue il suo corso insieme a noi; nella seconda, la nostra esistenza viene ammantata di solennità dal nostro essere parte del ciclo naturale, come se fossimo la ghianda che, nella sua minuta semplicità, è comunque capace di essere il germoglio iniziale di una foresta, che troverà il suo rigoglio finale in un cielo per ora troppo alto per essere raggiunto dai nostri occhi. |
J58 (1859) / F67 (1859)
Delayed till she had ceased to know - Delayed till in it's vest of snow Her loving bosom lay - An hour behind the fleeting breath - Later by just an hour than Death - Oh lagging Yesterday! Could she have guessed that it w'd be - Oh if there may departing be |
Tardò finché lei cessò di sapere - Tardò finché nella sua veste di neve L'amoroso seno giacque - Un'ora dopo il fuggente respiro - Solo un'ora più tardi della Morte - Oh indugiante Ieri! Avesse potuto immaginare quell'esito - Oh se ci fossero moribondi |
Oltre alla copia riportata sopra, nei fascicoli, c'è un altro manoscritto, inviato a Susan, con il testo identico a parte una variante al verso 13: "remaining" al posto di "departing". |
La morte arriva spesso per caso, magari solo un momento prima di qualcosa che avrebbe trasformato quella sconfitta in una vittoria; ma a noi non resta che accettare, con rassegnata umiltà, un destino che ci consegna alla morte, anche se un istante dopo avremmo potuto cingere regalmente la corona della vittoria. |
J59 (1859) / F145 (1860)
A little East of Jordan, Evangelists record, A Gymnast and an Angel Did wrestle long and hard - Till morning touching mountain - Not so, said cunning Jacob! Light swung the silver fleeces |
Poco a Est del Giordano, Registrano gli Evangelisti, Un Atleta e un Angelo Lottarono a lungo e duramente - Finché il mattino toccò la montagna - Certo che no, disse l'astuto Giacobbe! Lievi ondeggiarono i velli d'argento |
Il testo riportato sopra è quello trascritto nei fascicoli. Una versione con molte varianti, probabilmente da una copia inviata a Susan ora perduta, fu pubblicata in The Single Hound (a cura di Martha Dickinson Bianchi, Boston, 1914):
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La lotta di Giacobbe con l'angelo (in realtà in Genesi 32 la lotta di Giacobbe è con un uomo che poi si rivela essere Dio) si presta a diverse interpretazioni: "archetipo... della contesa con Dio e della caccia al divino" o anche "metafora della lotta del poeta con la parola." (Marisa Bulgheroni, nelle note al Meridiano); "lotta del poeta con il proprio demone" (Bianca Tarozzi nelle note a La bambina cattiva). In questa poesia mi sembra che prevalga la "contesa con Dio", che diventa una sorta di stato permanente della vita, come se fossimo per tutta la nostra esistenza in lotta con un mistero che rifiuta ostinatamente di farsi riconoscere. La citazione biblica dei versi 10 e 11 - Genesi 32,27, o 32,26 nella King James - la interpreto come l'unico modo di svelare quel volto sconosciuto ("Peniel" - o anche "Penuel" - al verso 14, ovvero il nome che Giacobbe diede al luogo della lotta, significa in ebraico "volto di Dio"): essere benedetti dalla grazia delle fede, in quanto la lotta della ragione non riuscirebbe mai vittoriosa in quella contesa. |
J60 (1859) / F150 (1860)
Like her the Saints retire, In their Chapeaux of fire, Martial as she! Like her the Evenings steal "Departed" - both - they say! Argues the Aster still - |
Come lei i Santi si ritirano, Nelle loro Cappelle di fuoco, Marziali quanto lei! Come lei le Sere rubano "Partite" - entrambe - dicono! Arguisce l'Aster immoto - |
Oltre alla copia riportata sopra, nei fascicoli, c'è un altro manoscritto, inviato a Susan, senza divisione in strofe e con due varianti: al verso 2: "a Chapeau" ("una Cappella") al posto di "their Chapeaux" e al verso 6 "Unto" ("Al") al posto di "After". |
La "her" delle prime due strofe, una lei che si è allontanata portandosi via i vividi colori del tramonto, sembra come sdoppiarsi nella terza strofa, e il fatto che i versi siano stati inviati a Susan fa pensare che questo sdoppiamento, e il ritrovarsi lontano, unite e introvabili, sia in realtà il desiderio di chi non accettava la separazione, resa forse ancora più dolorosa dalla vicinanza fisica, dall'amica che un tempo sentiva così vicina. |
J61 (1859) / F151 (1860)
Papa above! Regard a Mouse O'erpowered by the Cat! Reserve within thy kingdom A "Mansion" for the Rat! Snug in seraphic Cupboards |
Babbo lassù! Fa' attenzione a un Topo Sopraffatto dal Gatto! Riserva nel tuo regno Una "Dimora" per il Ratto! Al sicuro in angeliche Dispense |
Il Paradiso come un comodo rifugio, governato da un padre affettuoso e attento al benessere di tutti i suoi figli, una "dispensa ben fornita: un paradiso così come potrebbe immaginarlo un topolino." (Tarozzi, pag. 209). Ma negli ultimi due versi c'è come un colpo d'ala rispetto al tono familiare e parodistico dell'inizio: al di là di quel luogo così tranquillo e comodo continuano pur sempre a ruotare, solenni e misteriosi, cicli di cui non sappiamo, e probabilmente non sapremo, nulla. |
J62 (1859) / F153 (1860)
"Sown in dishonor"! Ah! Indeed! May this "dishonor" be? If I were half so fine myself I'd notice nobody! "Sown in corruption"! |
"Seminato nel disonore"! Ah! Davvero! Può questo essere "disonore"? Se valessi solo la metà Non saluterei nessuno! "Seminato nella corruzione"! |
Oltre alla copia riportata sopra, nei fascicoli, c'è un altro manoscritto, inviato a Susan, con i due punti esclamativi all'inizio di ogni strofa trasformati in interrogativi e il verso 7 cambiato: "By no means!" ("Ma scherziamo!"). |
Le due citazioni a inizio strofa sono dalla Prima lettera ai Corinzi di San Paolo 15, 42-43 (vedi il v. 9): "Così è pure la risurrezione del corpo. È seminato nella corruzione: risorge incorruttibile; è seminato nel disonore: risorge nella gloria; è seminato nella debolezza: risorge nella forza;". Johnson annota: "Il brano è comunemente interpretato come la dimostrazione che dalla risurrezione di Cristo deriva la necessità della risurrezione degli uomini." |
J63 (1859) / F155 (1860)
If pain for peace prepares Lo, what "Augustan" years Our feet await! If springs from winter rise If night stands first - then noon When from a thousand skies |
Se la pena prepara la pace Oh, quali "Augustei" anni Attendono i nostri passi! Se le primavere sorgono dagli inverni Se prima c'è la notte - poi il mezzogiorno Quando da mille cieli |
Se è vero che le affannose pene della vita saranno ripagate da altrettanta pace, allora quando i nostri ciechi occhi mortali potranno finalmente aprirsi, saranno inondati dallo splendore di una luce mai vista. |
J64 (1859) / F162 (1860)
Some Rainbow - coming from the Fair! Some Vision of the World Cashmere - I confidently see! Or else a Peacock's purple Train Feather by feather - on the plain Fritters itself away! The dreamy Butterflies bestir! The Robins stand as thick today Without Commander! Countless! Still! |
Qualche Arcobaleno - in arrivo dal Candore! Qualche Visione del Mondo di Cashmere - Fiduciosamente vedo! Oppure una purpurea Coda di Pavone Piuma per piuma - sulla pianura Si scompone via via! Le sognanti Farfalle si scuotono! I Pettirossi sono così fitti oggi Senza Comandante! Innumerevoli! Quieti! |
L'arrivo dell'estate, descritto con un andamento in crescendo: da un arcobaleno che spunta soffice dal candore dell'inverno alle moltitudini vivificate dal calore, che sembrano spuntate da lidi esotici e fantastici. |
J65 (1859) / F164 (1860)
I can't tell you - but you feel it - Nor can you tell me - Saints, with ravished slate and pencil Solve our April Day! Sweeter than a vanished frolic Modest, let us walk among it Not for me - to prate about it! Rather - Heaven's "Peter Parley"! |
Non posso dirtelo - ma tu lo avverti - Né puoi tu dirlo a me - I santi, con gesso e lavagna incantati Risolvono il nostro Giorno d'Aprile! Più dolce di una festa svanita Modesti, fateci passeggiare in esso Non sta a me - chiacchierarne! Piuttosto - un Celeste "Peter Parley"! |
"Peter Parley" (v. 17) era lo pseudonimo con il quale Samuel Griswold Goodrich (1793-1860) pubblicò un gran numero di racconti edificanti per bambini (vedi anche la J3-F2). |
La descrizione di un giorno di primavera, il cui incanto possiamo avvertire nel nostro intimo, ma che può essere raccontato degnamente soltanto con strumenti che noi mortali non abbiamo; un giorno da vivere come un sogno che svanisce presto e con la soggezione che è dovuta a un miracolo celeste. Noi non siamo in grado di parlarne, se non con parole che suonano vuote e inadeguate; probabile che il suo incanto possa essere colto meglio da una mente infantile, più pronta a rispondere, con l'ingenua sicurezza della fanciullezza, a domande che per noi sono troppo difficili. |
J66 (1859) / F110 (1859)
So from the mould Scarlet and Gold Many a Bulb will rise - Hidden away, cunningly, From sagacious eyes. So from Cocoon |
Così da uno stampo Scarlatto e Dorato Più di un Bulbo crescerà - Tenuto lontano, astutamente, Da occhi sagaci. Così dal Bozzolo |
Il mistero della nascita della vita, ma anche quello del mutamento, della trasformazione sia in natura che negli uomini, è inaccessibile ai nostri limitati occhi mortali; è come se il creatore abbia astutamente celato i propri segreti ai nostri sguardi curiosi. Così, per quanto possa essere sagace la nostra mente, non riusciamo a cogliere il mistero di un fiore che sboccia, o di un baco che diventa farfalla; davanti a questi miracoli della natura diventiamo come campagnoli che guardano stupiti, per la prima volta, le meraviglie di una metropoli, tanto affascinante quanto misteriosa ed estranea. |
J67 (1859) / F112 (1859)
Success is counted sweetest By those who ne'er succeed. To comprehend a nectar Requires sorest need. Not one of all the purple Host As he defeated - dying - |
Il successo è considerato più dolce Da coloro a cui mai arrise. Comprendere un nettare Richiede estremo bisogno. Non uno di tutta la purpurea Schiera Come lo sconfitto - morente - |
Tre manoscritti: quello riportato sopra è nei fascicoli; gli altri due sono identici nel testo ma senza suddivisione in strofe. Uno fu inviato a Susan nel 1859, l'altro a Higginson accluso a una lettera del luglio 1862 (L268). La poesia fu pubblicata, anonima, sul "Brooklyn Daily Union" del 27 aprile 1864 e, unico testo pubblicato in volume durante la vita di ED, in A Masque of Poets (Robert Brothers, Boston, 1878), su interessamento di Helen Hunt Jackson, che aveva più volte sollecitato ED per questa pubblicazione senza mai ricevere risposta. Anche in questo caso la poesia, come tutte le altre del volume, fu pubblicata in forma anonima. |
La privazione, o la rinuncia, come unico modo di "comprendere" appieno. Molto simili le prime due strofe della J73-F136. |
J68 (1859) / F115 (1859)
Ambition cannot find him - Affection doesn't know How many leagues of nowhere Lie between them now! Yesterday, undistinguished! |
L'ambizione non può trovarla - L'affetto non sa Quante leghe di nulla Si stendano ora fra loro! Ieri, indistinta! |
Né l'ambiziosa ragione, né l'affettuoso sentimento sono in grado di svelare il mistero dell'immortalità, di misurare la distanza che ci separa da essa. Un mistero indistinto che diventerà palese quando ne varcheremo la soglia; soltanto in quel momento ci riconosceremo a vicenda. |
J69 (1859) / F99 (1859)
Low at my problem bending, Another problem comes - Larger than mine - serener - Involving statelier sums. I check my busy pencil - |
China sul mio problema, Un altro problema arriva - Più grande del mio - più limpido - Che richiede somme più solenni. Trattengo la matita indaffarata - |
Ragionare sulla propria esistenza è difficile, ma ancora di più affrontare problemi che vanno oltre il nostro orizzonte; problemi che appaiono più limpidi, perché vanno al di là della polvere che ci circonda, che richiedono calcoli più complessi di quelli che siamo capaci di fare con la carta e la penna che abbiamo a disposizione. Quando ci proviamo, siamo costretti a correre dietro a quelle somme che si accavallano nella nostra mente, e ci ritroviamo con le dita confuse da tanta complessità e la mente perplessa davanti al mistero di somme che non tornano mai. |
J70 (1859) / F117 (1859)
"Arcturus" is his other name - I'd rather call him "Star"! It's very mean of Science To go and interfere! I slew a worm the other day, I pull a flower from the woods - Whereas I took the Butterfly What once was "Heaven" What if the "poles" should frisk about Perhaps the "kingdom of Heaven's" changed. I hope the Father in the skies |
"Arturo" è l'altro suo nome - Io lo chiamerei piuttosto "Stella"! È proprio destino per la Scienza Andare ad impicciarsi! Ho ucciso un verme l'altro giorno, Strappo un fiore dai boschi - Mentre io acchiappavo Farfalle Ciò che una volta era "Cielo" Chissà se i "poli" gira e rigira Forse il "regno dei Cieli" è cambiato. Spero che il Padre nei cieli |
Una divertita presa in giro della scienza, attenta a classificare tutto, a inserire qualsiasi fenomeno naturale in una casella determinata, persino a scolorire l'aura di mistero che circonda il cielo trovando per esso un preciso termine scientifico. L'unica difesa è confidare che, una volta arrivati in quel cielo ridotto ormai qui a semplice zenit, si possa ritrovare l'incanto di una natura inconsapevole, un luogo in cui non sarà importante essere "aggiornati", ma soltanto essere stati in grado di oltrepassare la soglia che ci divide dal mistero dell'immortalità. |
J71 (1859) / F105 (1859)
A throe upon the features - A hurry in the breath - An ecstasy of parting Denominated "Death" - An anguish at the mention |
Uno spasimo nei lineamenti - Un affrettarsi del respiro - Un'estasi di addio Denominata "Morte" - Un'angoscia all'accenno |
La descrizione di una morte nelle sue manifestazioni concrete, fino al distendersi di quei lineamenti contratti, segno che il momento finale è arrivato. |
J72 (1859) / F106 (1859)
Glowing is her Bonnet - Glowing is her Cheek - Glowing is her Kirtle - Yet she cannot speak. Better as the Daisy Save by loving sunrise |
Ardente è la sua Cuffia - Ardente è la sua Guancia - Ardente è la sua Veste - Eppure non può parlare. Meglio come la Margherita Salvo dall'amorosa aurora |
La memoria di chi se n'è andato ne perpetua il ricordo, è come se l'ardore della vita continuasse artificiosamente in qualcosa di ormai irreparabilmente freddo e muto. Forse, allora, sarebbe meglio svanire inavvertiti, come una margherita che non lascia traccia di sé. Questo è quello che ho letto nei primi sette versi; ma poi ci sono gli altri cinque, che sembrano smentire quel "unrecorded" del settimo, come se l'oblio non fosse possibile, nemmeno per la scomparsa di una piccola, umile, e apparentemente insignificante margherita. |
J73 (1859) / F136 (1860)
Who never lost, are unprepared A Coronet to find! Who never thirsted Flagons, and Cooling Tamarind! Who never climbed the weary league - How many Legions overcome - How many Bullets bearest? |
Chi non l'ha mai persa, è impreparato A trovare una Corona! Chi non ha mai avuto sete Caraffe, e Fresco Tamarindo! Chi non ha mai scalato impervie leghe - Quante Legioni sopraffatte - Quanti Proiettili sopportati? |
La metafora militare sottintende la vita come una lotta, con sconfitte che rendono possibili le vittorie e faticose scalate che ci allenano a esplorare gli esotici territori del mistero. Soltanto dopo queste battaglie, dopo aver affrontato gli innumerevoli proiettili del destino, potremo esibire, agli angeli che ci aspettano, le nobili cicatrici che ci daranno il diritto di essere premiati. |
J74 (1859) / F137 (1860)
A Lady red - amid the Hill Her annual secret keeps! A Lady white, within the Field In placid Lily sleeps! The tidy Breezes, with their Brooms - The Neighbors do not yet suspect! And yet, how still the Landscape stands! |
Una Dama rossa - fra le Colline Mantiene il suo segreto annuale! Una Dama bianca, in mezzo ai Campi Fra placidi Gigli riposa! Le linde Brezze, con le loro Ramazze - I Vicini non sospettano ancora! Eppure, come resta tranquillo il Paesaggio! |
L'arrivo dell'estate accostato alla resurrezione del penultimo verso. Nella prima strofa la dama rossa (estate/resurrezione) è contrapposta alla dama bianca (inverno/morte); nella seconda il preannuncio dell'estate è immaginato come una brezza che spazza via i rigori dell'inverno e fa presagire un risveglio; nelle ultime due gli uomini sono ancora ignari di quell'arrivo, mentre la natura già si sta preparando all'evento, ma senza farci troppo caso, perché la sua resurrezione, al contrario della nostra, non ha niente di speciale: è un ciclo che si ripete anno per anno e non ha nulla di misterioso e inconoscibile. |
J75 (1859) / F141 (1860)
She died at play - Gambolled away Her lease of spotted hours, Then sank as gaily as a Turk Upon a Couch of flowers - Her ghost strolled softly o'er the hill - |
Ella morì giocando - Saltellò via Dal suo affitto di ore variopinte, Poi affondò gaia come un Turco In un Giaciglio di fiori - Il suo fantasma vagò lieve sulla collina - |
Un affidarsi alla morte come se fosse la gioiosa conclusione di un gioco, di ore variopinte il cui affitto è ormai scaduto e dalle quali allontanarsi senza rimpianti, per immergersi nuovamente in quella natura lussureggiante che ci ha generato, lasciando dietro di sé un ricordo luminoso e impalpabile. |
J76 (1859) / F143 (1860)
Exultation is the going Of an inland soul to sea, Past the houses - past the headlands, Into deep Eternity - Bred as we, among the mountains, |
Esultanza è l'andare Di un'anima di terra verso il mare, Via da case - via da promontori, Nella profonda Eternità - Come noi, cresciuti fra le montagne, |
La copia riportata sopra è quella inviata a Susan. L'altra, nei fascicoli, ha il sesto e l'ultimo verso troncati ("mounta[ins]") e "Lan[d]") a causa di un taglio nell'estremita del foglio che la contiene (vedi anche la J77-F144). |
Il misterioso e affascinante viaggio verso il mare dell'eternità, lontano dalle costrizioni della vita mortale, di chi non ha mai visto altro che terra. |
J77 (1859) / F144 (1860)
I never hear the word "Escape" Without a quicker blood! A sudden expectation! A flying attitude! I never hear of prisons broad |
Non sento mai la parola "Fuga" Senza un ribollire del sangue! Un'improvvisa aspettativa! Un dispormi a volare! Non sento mai di vaste prigioni |
La copia riportata sopra è quella inviata a Susan. L'altra, nei fascicoli, ha il settimo verso troncato ("bar[s]") a causa di un taglio nell'estremita del foglio che la contiene (vedi anche la J76-F143). |
La fantasia può accendersi al solo udire una parola di libertà, ma la realtà è fatta di sbarre che rifiutano di aprirsi per farci volare via. |
J78 (1859) / F125 (1859)
A poor - torn heart - a tattered heart - That sat it down to rest - Nor noticed that the ebbing Day Flowed silver to the west - Nor noticed Night did soft descend - Nor Constellation burn - Intent upon the vision Of latitudes unknown. The angels - happening that way |
Un povero - lacerato cuore - un cuore a brandelli - Che si era seduto a riposare - Non s'accorse che il declinante Giorno Scendeva argenteo ad occidente - Né s'accorse che la Notte mollemente calava - Né dell'accendersi delle Costellazioni - Assorto nella visione Di latitudini ignote. Gli angeli - passando per caso di là |
La copia riportata sopra è nei fascicoli. A una seconda, inviata a Susan, ED unì due immagini staccate da una copia di The Old Curiosity Shop di Dickens. Sotto, il manoscritto con le immagini che illustrano le due strofe e le due pagine del libro con le illustrazioni ritagliate: nella prima un uomo bacia la mano a una fanciulla in un cimitero; nella seconda, una fanciulla, probabilmente la stessa del cimitero, adagiata su una nuvola e portata in cielo da tre angeli, mentre un quarto suona la cetra. |
Dal sito della Harvard University Library
(img. 1) (img. 2)
Nella prima strofa il declinare di una vita ormai stanca e lacerata, in una successione di giorno, tramonto, sera, notte, concluso da quello sguardo gettato pensosamente nel mistero. Nella seconda una morte raffigurata come un dolce approdo verso un porto nel quale ogni affanno terreno sarà superato. |
J79 (1859) / F128 (1859)
Going to Heaven! I dont know when - Pray do not ask me how! Indeed I'm too astonished To think of answering you! Going to Heaven! How dim it sounds! And yet it will be done As sure as flocks go home at night Unto the Shepherd's arm! Perhaps you're going too! I'm glad I dont believe it |
Andare in Cielo! Non so quando - Vi prego di non chiedermi come! Sono davvero troppo stupita Per pensare di rispondervi! Andare in Cielo! Come suona indistinto! Eppure sarà proprio così Sicuro come greggi che tornano a casa di notte Fra le braccia del Pastore! Forse state andando anche voi! Sono contenta di non crederci |
Il linguaggio semplice, il ritmo lento e tranquillo dei versi possono a prima vista trasmettere il senso di pace e di sereno appagamento di un ineluttabile ritorno a casa, come quello di greggi che di notte tornano tranquillamente al loro ovile. In realtà la poesia è costruita su una duplice coppia di sentimenti contrastanti: nelle prime due strofe lo stupore e la sensazione indistinta di un viaggio verso l'ignoto, seguiti dalla rassicurante immagine del gregge e dalla descrizione di un luogo familiare, dove non c'è bisogno di stare a pensare cosa mettersi; nell'ultima il prepotente ritorno del dubbio, della paura di quel salto in territori sconosciuti contrapposta alla voglia di restare, di soddisfare il più a lungo possibile la curiosità verso un mondo imperfetto ma che ci offre sorprese in ogni momento, e poi, annunciata dal quinto verso della strofa, che rovescia il primo, una sorta di apparente rivalutazione della fede: sapere che coloro che hanno già affrontato la morte lo hanno fatto con quel consolatorio pensiero in mente ci aiuta a ricordarli con più serenità; ma la sensazione è che si tratti soltanto di un'illusione, di un modo per riuscire ad affrontare qualcosa il cui solo pensiero ci mozza il fiato. |
J80 (1859) / F129 (1859)
Our lives are Swiss - So still - so Cool - Till some odd afternoon The Alps neglect their Curtains And we look farther on! Italy stands the other side! |
Le nostre vite sono Svizzere - Così quiete - così Fredde - Finché un qualche insolito pomeriggio Alle Alpi sfuggono le Tende E noi guardiamo oltre l'usato! L'Italia si estende dall'altro lato! |
Gli istanti in cui ci accade di poter sbrigliare liberamente la nostra fantasia sono pochi, insoliti e fuggevoli. Talvolta riusciamo a coglierli, a guardare al di là della noiosa routine quotidiana, ma quelle tende aperte per un momento si richiudono subito e ci lasciano soltanto il rimpianto dell'impossibile, custodito da barriere invalicabili. |
J81 (1859) / F82 (1859)
We should not mind so small a flower - Except it quiet bring Our little garden that we lost Back to the Lawn again. So spicy her Carnations nod - That whoso sees this little flower |
Non baderemmo a un così piccolo fiore - Se discreto non portasse Il piccolo giardino perduto Di nuovo al nostro Prato. Così fragranti i Garofani ciondolano - Che a chiunque veda quel fiorellino |
Un fiore nascosto, umile, non attirerebbe la nostra attenzione se non fosse il quasi impercettibile segno dell'arrivo della primavera, del risorgere di un giardino inaridito dall'inverno. La natura sembra ubriacata da quel risveglio, e chi è capace di vedere con occhi sempre nuovi il ciclico miracolo della primavera, anche nelle sue manifestazioni più minute, saprà anche percepirne gli splendori al di là del visibile. |
J82 (1859) / F48 (1859)
Whose cheek is this? What rosy face Has lost a blush today? I found her - "pleiad" - in the woods And bore her safe away - Robins, in the tradition |
Di chi è questa guancia? Quale roseo volto Ha perso un rossore quest'oggi? La trovai - "pleiade" - nei boschi E la portai in salvo - I pettirossi, com'è tradizione |
Inviata a Susan. Nel manoscritto è attaccata l'immagine di un uccello, ritagliata dal New England Primer (Abbecedario del New England), e c'è ancora il filo con il quale ED aveva legato un fiore. Franklin ci informa che "C'è una tradizione secondo la quale il pettirosso coprirà il volto di un morto insepolto con foglie o muschio." |
Il soggetto della poesia è un fiore, come sempre al femminile, ormai staccato e privo di vita. Nella seconda strofa, il funerale che la natura concede ai morti insepolti è concesso anche a quel fiore, con un richiamo "umano" che, insieme alla "pleiade" del quarto verso (vedi la nota alla J23-F12), suggerisce l'immagine di una perdita, di un qualcuno ormai lontano e indistinto. |
J83 (1859) / F88 (1859)
Heart, not so heavy as mine Wending late home - As it passed my window Whistled itself a tune - A careless snatch - a ballad - It was as if a Bobolink It was as if a chirping brook Tomorrow - night will come again - |
Un cuore, non così pesante come il mio Andando sul tardi verso casa - Mentre oltrepassava la mia finestra Fischiettava fra sé un motivo - Un brano spensierato - una ballata - Era come se un Bobolink Era come se un ruscello canterino Domani - tornerà la notte - |
La copia riportata sopra è quella nei fascicoli. Due ulteriori copie, inviate a Catherine Scott (il manoscritto è perduto e il testo sopravvive in una trascrizione della destinataria) e a Mary Bowles, sono senza divisione in strofe e con alcune varianti: v. 11, "paused" ("si fermava") per "mused"; v. 14, "dusty" ("polverosa") per "toilsome"; v. 18, "weary" ("esausta") per "tired"; v. 19, "Ah" per "Oh" e "my" per "the"; v. 20 "pass" ("passa") per "stroll". |
Per un cuore appesantito dal dolore un passante che fischietta allegramente per strada può essere un sollievo, un segno che il mondo va avanti e può sempre esserci una luce che illumina, magari per un istante, l'oscurità. Poi, inevitabilmente, tornerà la notte, ma il pensiero che quel motivo possa ancora risuonare sotto le nostre finestre ci aiuta a sperare ancora. |
J84 (1859) / F121 (1859)
Her breast is fit for pearls, But I was not a "Diver". Her brow is fit for thrones - But I had not a crest. Her heart is fit for home - I - a sparrow - build there Sweet of twigs and twine My perennial nest. |
Il suo petto è fatto per le perle, Ma io non sono un "Tuffatore". La sua fronte è fatta per i troni - Ma io non ho una corona. Il suo cuore è fatto per il focolare - Io - un passero - costruisco là Leggiadro di rametti e intrecci Il mio nido perenne. |
La copia riportata sopra è quella nei fascicoli. Un'altra fu inviata a Susan, che la mandò poi a Samuel e Mary Bowles, visto che il manoscritto era fra quelli in possesso di questi ultimi. Al verso 5 della copia nei fascicoli ED scrisse prima "rest" ("riposo") seguito da una lineetta, quindi trasformò la lineetta in un segno "+", utilizzato per indicare le parole con delle varianti nel manoscritto; subito dopo scrisse "home", ovvero lo stesso termine usato in quel verso nella copia a Susan. Ho perciò scelto "home", visto che l'utilizzo in entrambe le copie fa presumere una preferenza. |
L'immagine di una lei preziosa e nobile, troppo in alto per chi non è degno di cogliere quelle perle e di sedersi su quel trono. Ma al di là di quella lontananza, c'è comunque un cuore che batte per gli affetti intimi, un nido dove anche un umile passero può costruire il suo nido. |
J85 (1859) / F87 (1859)
"They have not chosen me" - he said - "But I have chosen them"! Brave - Broken hearted statement - Uttered in Bethleem! I could not have told it, |
"Essi non hanno scelto me" - disse - "Ma io ho scelto loro!" Affermazione di un cuore Infranto - Ardito - Pronunziata a Betlemme! Io non avrei potuto dirlo |
La copia riportata sopra è quella nei fascicoli. Un'altra, inviata a Mary Bowles, è identica nel testo ma con varianti nella punteggiatura. La citazione dei primi due versi, con il pronome cambiato, è dal Vangelo secondo Giovanni 15,16: "Voi non avete scelto me, ma io ho scelto voi, e vi ho consacrato affinché possiate andare e palesare il frutto, e affinché il vostro frutto rimanga: perché qualsiasi cosa chiederete al Padre a nome mio, egli ve la darà." |
Amare qualcuno è una scelta coraggiosa, perché non sempre l'amore è ricambiato o possibile, perché talvolta si sceglie di amare sapendo che l'altro non ha fatto la stessa scelta. Ed è una scelta che spesso conduce al dolore e alla riprovazione degli altri, a quel "disonore" che per Gesù fu la croce: è questo l'esempio, il più alto di tutti, che rende anche noi arditi, capaci, nella nostra pochezza di umili margherite, di condividere simbolicamente quel sacrificio. |
J86 (1859) / F98 (1859)
South winds jostle them - Bumblebees come - Hover - hesitate - Drink, and are gone - Butterflies pause |
I venti del sud li spingono - I bombi arrivano - Volteggiano - esitanti - Bevono, e se ne vanno - Le farfalle sostano |
La copia riportata sopra è quella nei fascicoli. Se ne conoscono altre quattro: una alle cugine Norcross (il manoscritto è perduto e restano i primi due versi trascritti da Frances); una a Thomas Gilbert, fratello di Susan; una rimasta fra le carte di ED, databile nel 1861; l'ultima acclusa alla seconda lettera inviata a Higginson il 25 aprile 1862 (L261). Nelle tre ulteriori copie rimaste il testo è identico, a parte varianti nella punteggiatura, e nelle ultime due i versi 3-4 e 5-6 sono uniti. |
Versi che accompagnavano l'invio di fiori. Il "their passage" del sesto verso può leggersi riferito alle farfalle (sostano durante il loro soffice passaggio) o ai fiori (le farfalle sostano nel soffice passaggio creato dai fiori sbocciati). |
J87 (1859) / FApp.13-6 (1859)
A darting year - a pomp - a tear - a waking on a morn to find that what one waked for, inhales the different dawn. |
Un anno fulmineo - uno sfarzo - una lacrima - lo svegliarsi un mattino per scoprire che ciò per cui ci si sveglia, inala un'alba diversa. |
A conclusione, in forma di prosa, di una lettera del 13 febbraio 1859 (L200) a Mary Haven, moglie del Reverendo Joseph Haven, che era stato professore di filosofia morale all'Amherst College dal 1851 al 1858 e si era poi trasferito al Chicago Theological Seminary. Il testo è preceduto da "How short, dear Mrs Haven!" ("Com'è breve, Mrs Haven!") |
Il tempo che scorre fulmineo, gioie e dolori che durano un istante e risvegli che ogni volta ci riportano alla vita in un'alba diversa dalla precedente. |
J88 (1859) / F78 (1859)
As by the dead we love to sit - Become so wondrous dear - As for the lost we grapple Tho' all the rest are here - In broken mathematics |
Come presso i morti amiamo sedere - Divenuti così incredibilmente cari - Come ai perduti ci aggrappiamo Nonostante tutti gli altri siano qui - In spezzata matematica |
La copia riportata sopra è quella nei fascicoli. Un'altra è in una lettera a Elizabeth Holland del 2 marzo 1859 (L204), preceduta da "Meeting is well worth parting. How kind in some to die, adding impatience to the rapture of our thought of Heaven!" ("L'incontro è fonte di preziosa separazione. Com'è naturale in alcuni morire, aggiungendo impazienza al rapimento della nostra idea di Cielo!") |
Il tesoro della memoria è alimentato da una matematica "spezzata", perché il suo ammontare è dato da coloro che si sono separati da noi, che abbiamo perduto. Negli ultimi due versi una efficacissima immagine: il tesoro dei nostri ricordi diventa sempre più vasto al dissolversi di quello che possediamo in vita, fino a identificarsi in una unicità di cui è difficile distinguere i contorni, così come nelle frasi che nella lettera precedono i versi l'incontro sembra congiungersi con la separazione e la morte aggiungere l'impazienza di conoscere alle nostre fantasie sul Cielo. |
J89 (1859) / F68 (1859)
Some things that fly there be - Birds - Hours - the Bumblebee - Of these no Elegy. Some things that stay there be - There are that resting, rise. |
Alcune cose che volano ci sono - Uccelli - Ore - i Bombi - Per queste nessuna Elegia. Alcune cose che restano ci sono - Ci sono quelle che riposando, risorgono. |
Difficile sciogliere l'enigma dell'eternità; nulla di ciò che conosciamo ci aiuta a comprendere il mistero di un corpo che giace nella tomba e, nello stesso tempo, va incontro all'immortalità. |
J90 (1859) / F69 (1859)
Within my reach! I could have touched! I might have chanced that way! Soft sauntered thro' the village - Sauntered as soft away! So unsuspected Violets Within the meadows go - Too late for striving fingers That passed, an hour ago! |
A portata di mano! Avrei potuto toccarlo! Potevo capitare da quelle parti! Vagando tranquilla nel villaggio - Come vagando lontano! Così insospettate Violette Spuntano nei prati - Troppo tardi per le bramose dita Che passarono, un'ora fa! |
Un fiore, come un amore, un'occasione, spunta quando vuole, magari pochi istanti dopo il nostro passaggio, e a quel punto è troppo tardi per chi bramava impossessarsene. |
J91 (1859) / F70 (1859)
So bashful when I spied her! So pretty - so ashamed! So hidden in her leaflets Lest anybody find - So breathless till I passed her - For whom I robbed the Dingle - |
Così ritrosa quando la spiai! Così graziosa - così pudica! Così nascosta tra le sue foglioline Affinché nessuno la scoprisse - Così senza fiato finché la oltrepassai - Per chi depredai il Boschetto - |
Probabilmente erano versi che accompagnavano un fiore, sempre al femminile in ED, portato via dal suo "simple haunts" per essere donato a qualcuno. La descrizione dei tentativi del fiore di sottrarsi al proprio destino, e i verbi usati nei primi due versi dell'ultima strofa, fanno pensare agli ultimi due versi della J86-F98. |
J92 (1859) / F71 (1859)
My friend must be a Bird - Because it flies! Mortal, my friend must be - Because it dies! Barbs has it, like a Bee! Ah, curious friend! Thou puzzlest me! |
Il mio amico dev'essere un Uccello - Poiché vola! Mortale, il mio amico dev'essere, Poiché muore! Ha pungiglioni, come un'Ape! Ah, curioso amico! Tu mi confondi! |
Il pronome neutro non permette di capire se il soggetto sia un amico, un'amica, o anche un animale. È comunque la descrizione di qualcuno che è difficile da trattenere e che possiede pungiglioni per ferire. |
J93 (1859) / F72 (1859)
Went up a year this evening! I recollect it well! Amid no bells nor bravoes The bystanders will tell! Cheerful - as to the village - Tranquil - as to repose - Chastened - as to the Chapel This humble Tourist rose! Did not talk of returning! Alluded to no time When, were the gales propitious - We might look for him! Was grateful for the Roses In life's diverse boquet - Talked softly of new species To pick another day; Beguiling thus the wonder The wondrous nearer drew - Hands bustled at the moorings - The crowd respectful grew - Ascended from our vision To countenances new! A Difference - A Daisy - Is all the rest I knew! |
Salì giusto un anno questa sera! Me lo ricordo bene! Non fra campane né ovazioni I presenti possono dirlo! Gioioso - come al villaggio - Tranquillo - come a riposare - Disciplinato - come al Tempio Quell'umile Turista s'innalzò! Non parlò di ritorno! Non alluse al tempo In cui, fossero le brezze propizie - Avremmo potuto rivederlo! Era grato per le Rose Nei diversi bouquet della vita - Parlò dolcemente di nuove specie Da cogliere un altro giorno; Seducendo così il prodigio Il prodigioso attirò più vicino - Le mani si agitarono agli ormeggi - La folla divenne rispettosa - Ascese oltre la nostra vista Verso sembianze nuove! Una Differenza - Una Margherita - Fu tutto ciò ch'io vidi! |
La morte come un viaggio senza ritorno, da affrontare con gioiosa e tranquilla disciplina, senza addii chiassosi, senza dimenticare la bellezza di ciò che abbiamo vissuto, con la curiosità delle "nuove specie" che potremo conoscere e con la speranza che una brezza propizia possa un giorno portarci quelli che abbiamo amato. |
J94 (1859) / F73 (1859)
Angels, in the early morning May be seen the Dews among, Stooping - plucking - smiling - flying - Do the Buds to them belong? Angels, when the sun is hottest |
Angeli, di primo mattino Si possono vedere fra le Rugiade, Chinarsi - estirpare - sorridere - volare - Sono i Germogli là per loro? Angeli, quando il sole è più cocente |
La nascita e la morte hanno scenari diversi: la prima una rugiada che infonde l'umida dolcezza della vita, la seconda il sole cocente che inaridisce. Per entrambe c'è l'intervento divino, simile come sono simili il terzo e il settimo verso, distinti soltanto da un sorriso che diventa un sospiro. |
J95 (1859) / F74 (1859)
My nosegays are for Captives - Dim - long expectant eyes - Fingers denied the plucking, Patient till Paradise - To such, if they sh'd whisper |
I miei mazzolini sono per Prigionieri - Occhi velati - a lungo in attesa - Dita a cui è negato cogliere, Pazienti fino al Paradiso - Per questo, se sussurrassero |
Potrebbe essere un biglietto che accompagnava un mazzo di fiori, messaggeri naturali e discreti di rinascita e di fantasia per coloro che sono prigionieri della vita di tutti i giorni. |
J96 (1859) / F75 (1859)
Sexton! My Master's sleeping here. Pray lead me to his bed! I came to build the Bird's nest - And sow the early seed - That when the snow creeps slowly |
Becchino! Il mio Maestro sta dormendo qui. Ti prego di condurmi al suo letto! Sono venuta a costruire il nido dell'Uccello - E a spargere il primo seme - Cosicché quando la neve striscerà lenta |
Il seme del ricordo germoglierà sulla tomba, e quando il gelo della morte si trasformerà nel calore della resurrezione, il fiore indicherà la via da seguire per ritrovare chi l'aveva piantato. |
J97 (1859) / F76 (1859)
The rainbow never tells me That gust and storm are by - Yet is she more convincing Than Philosophy. My flowers turn from Forums - |
L'arcobaleno non mi dice mai Che raffiche e tempesta son passate - Eppure è più convincente Della Filosofia. I miei fiori aggirano le Tribune - |
I segni della natura, imponderabili (l'arcobaleno che annuncia la fine del temporale) o indiretti (i fiori che annunciano l'arrivo della primavera e degli uccelli), non hanno bisogno di parole e ci dicono molto di più di qualsiasi cosa possano dirci con lunghi discordi un abile oratore o un filosofo. |
J98 (1859) / F77 (1859)
One dignity delays for all - One mitred afternoon - None can avoid this purple - None evade this crown! Coach, it insures, and footmen - What dignified attendants! Her pomp surpassing ermine |
Una dignità ci aspetta tutti - Un pomeriggio con la mitra - Nessuno può evitare questa porpora - Nessuno sfuggire questa corona! Cocchio, assicura, e lacchè - Che dignitosi accompagnatori! Il suo sfarzo supera l'ermellino |
Un funerale vistoso, accompagnato dalla deferente solennità dei partecipanti e da tutti i segni esteriori che elevano di rango anche i più umili. Si può interpretare in modi diversi, che peraltro non si escludono l'un l'altro: una prosaica e, forse, amara constatazione: un funerale dignitoso non si nega a nessuno; la descrizione di segni esteriori e convenzionali, che però trovano giustificazione negli ultimi versi, quando il rango della morte accomuna tutti, donando una purpurea solennità anche ai più umili; un divertito excursus nelle cerimoniose convenzioni in cui siamo immersi, in un momento unico e irripetibile: quello in cui saremo insieme protagonisti e assenti. |
J99 (1859) / F79 (1859)
New feet within my garden go - New fingers stir the sod - A Troubadour upon the Elm Betrays the solitude. New Children play upon the green - |
Nuovi passi nel mio giardino vanno - Nuove dita smuovono la zolla - Un Trovatore sopra l'Olmo Tradisce la solitudine. Nuovi Fanciulli giocano sul prato - |
I cicli naturali e umani accomunati e descritti in una serie di contrapposizioni fra nascita e morte, con una struttura a distici in cui il primo verso è rinascita primaverile e il secondo morte invernale. |
J100 (1859) / F147 (1860)
A science - so the Savants say, "Comparative Anatomy" - By which a single bone - Is made a secret to unfold Of some rare tenant of the mold - Else perished in the stone - So to the eye prospective led, |
Una scienza - così dicono i Sapienti, "Anatomia Comparata" - Dalla quale un singolo osso - È costretto a svelare il segreto Di qualche raro inquilino dello scavo - Altrimenti scomparso nella pietra - Così all'occhio che vede il futuro, |
Le minuziose indagini della scienza svelano segreti altrimenti invisibili, ma basta un occhio capace di guardare in prospettiva per vedere in un semplice fiore, spuntato timidamente quando è ancora inverno, il preludio della rinascita primaverile. |