Emily Dickinson

The Complete Poems
Tutte le poesie

J1551 - 1600

Traduzione e note di Giuseppe Ierolli


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Appendice

Indice Johnson
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J1551 (1882) / F1581 (1882)

Those - dying then,
Knew where they went -
They went to God's Right Hand -
That Hand is amputated now
And God cannot be found -

The abdication of Belief
Makes the Behavior small -
Better an ignis fatuus
Than no illume at all -

    Quelli - che morivano allora,
Sapevano dove andare -
Andavano alla Destra di Dio -
Quella Mano è amputata ora
E Dio non si riesce a trovare -

L'abdicazione della Fede
Rende l'Agire meschino -
Meglio un fuoco fatuo
Che non illuminare affatto -

Nei primi versi il riferimento è alla fede dei padri, un credere tradizionale e senza domande che dà soltanto certezze. Chi non riesce ad averla non riesce nemmeno a trovare l'antica strada che portava a Dio.
Nella seconda strofa sembra come se l'amara crudezza della prima venisse attenuata, ma quell'agire che si riduce, senza la fede, alla pochezza dell'essere soltanto mortali, deve comunque accontentarsi di una debole e sfuggente luce, pur di non rassegnarsi al buio eterno.


J1552 (1882) / F1582 (1882)

Within thy Grave!
Oh no, but on some other flight -
Thou only camest to mankind
To rend it with Good night -
    Nella tua Tomba!
Oh no, solo su qualche altro involarsi -
Tu solo venisti fra gli uomini
Per lacerarli con una Buona notte -

Si può pensare che ED stia parlando di Gesù, per il quale non si può parlare di tomba, ma soltanto di un nuovo innalzarsi verso il cielo con la risurrezione; lui, che è il solo venuto fra gli uomini per annunciare col suo sacrificio la lacerante (perchè piena di dubbi) "verità" di una notte rischiarata dall'immortalità, resa concreta da quel corpo morto e risorto.


J1553 (1882) / F1583 (1882)

Bliss is the Plaything of the child -
The secret of the man
The sacred stealth of Boy and Girl
Rebuke it if we can
    Beatitudine è il Giocattolo del bambino -
Il segreto dell'uomo
Il sacro furto di Ragazzi e Ragazze
Rimproveriamoli se ne siamo capaci

Un'altra versione, sostanzialmente simile e il cui manoscritto è perduto, è nota attraverso una trascrizione di Mabel Todd:

Bliss is the sceptre of the child -
The lever of the man
The sacred stealth of boy and girl
Indict it, if we can.
    Beatitudine è lo scettro del bambino -
La leva dell'uomo
Il sacro furto di ragazzi e ragazze
Incriminiamoli, se ne siamo capaci.

La ricerca della felicità è connaturata all'uomo; più evidente nella gioiosa semplicità dei giovani, più intima e tenuta nascosta negli uomini. Nessuno se la sentirebbe di rimproverare un ragazzo o una ragazza per un furto così naturale e divino.
In una variante del testo del manoscritto il "sacro furto" del terzo verso diventa "felice colpa" ("happy guilt").


J1554 (1882) / F1584 (1882)

"Go tell it" - What a Message -
To whom - is specified -
Not murmur - not endearment -
But simply - we obeyed -
Obeyed - a Lure - a Longing?
Oh Nature - none of this -
To Law - said Sweet Thermopylae
I give my dying Kiss -
    "Va' a dirlo" - Che Messaggio -
A chi - è specificato -
Niente mormorio - niente affetto -
Ma semplicemente - obbedimmo -
Obbedimmo - a Lusinga - a Brama?
Oh Natura - nulla di ciò -
Alla legge - dissero le Dolci Termopili
Do il mio Bacio morente -

I versi sono ispirati all'epitaffio per i morti delle Termopili, di Simonide di Ceo (556-467 aC), ora in una targa commemorativa posta nel luogo della battaglia. Nella traduzione inglese di William Lisle Bowles (citata in: Alfred Habegger, "My Wars Are Laid Away in Books": The Life of Emily Dickinson, Random House, New York, 2002) il testo è: "Go tell the Spartans, thou that passeth by, / That here, obedient to their laws, we lie." ("Va' a dire agli Spartani, tu che passi, / Che qui, obbedienti alle loro leggi, noi riposiamo.").

Il sacrificio degli spartani alle Termopili diventa un elogio di chi sacrifica se stesso, senza "lusinga" o "brama", ma soltanto per obbedire alle leggi, morali e materiali, che ci legano al mondo. Il terzo e quarto verso mi sembrano particolarmente significativi: l'obbedienza alle leggi è un atto "semplice", dovuto, che si compie senza rimpianti ma anche senza troppa partecipazione.


J1555 (1882) / F1585 (1882)

I groped for him before I knew
With solemn nameless need
All other bounty sudden chaff
For this foreshadowed Food
Which others taste and spurn and sneer -
Though I within suppose
That consecrated it could be
The only Food that grows
    Vagheggiavo di lui prima di conoscerlo
Con solenne innominato bisogno
Ogni altro premio subito sminuito
Da questo adombrato Cibo
Che altri assaggiano e rifiutano e sprezzano -
Sebbene intimamente io ritenga
Che consacrato debba essere
Come il solo Cibo che cresce

Un appassionato inno a un lui che merita di essere consacrato come il solo cibo capace di nutrire veramente.
Al verso 3 "chaff" significa "paglia" ma anche "rifiuto, cosa senza valore". Ho trasformato il sostantivo in verbo mantenendo il carattere di confronto sminuente col verso che segue, ma si potrebbe tradurre anche con "scarto / In confronto a questo..."


J1556 (1882) / F1586 (1882)

Image of Light, Adieu -
Thanks for the interview -
So long - so short -
Preceptor of the whole -
Coeval Cardinal -
Impart - Depart -
    Immagine di Luce, Addio -
Grazie per l'udienza -
Così lunga - così corta -
Precettore del tutto -
Coevo Cardine -
Sveli - T'involi -

Se la leggiamo come intimamente legata alla J1555-F1585 e alla J1557-F1587, l'immagine di luce diventa lo stesso "lui" di queste due poesie, ringraziato per l'udienza che ci ha concesso, lunga perché arricchita dalla sua presenza e corta perché la sua presenza non basta mai, e indicato come precettore e fondamento del tutto: una presenza che ha illuminato e si è poi dileguata.
Negli ultimi due versi ho cercato di non allontanarmi dal senso mantenendo le assonanze fra le due coppie di parole.


J1557 (1882) / F1587 (1882)

Lives he in any other world
My faith cannot reply
Before it was imperative
'Twas all distinct to me -
    Vive in un qualche altro mondo?
La mia fede non sa rispondere
Prima che fosse imperativo
Era tutto chiaro per me -

Le certezze della fede si scontrano con la concretezza della realtà. La domanda del primo verso sembrava avere una risposta chiara quando si riferiva a un futuro ipotetico, ma ora che la morte l'ha fatta diventare imperativa, le certezze vengono meno e la fede diventa dubbio.


J1558 (1882) / F1588 (1882)

Of Death I try to think like this,
The Well in which they lay us
Is but the Likeness of the Brook
That menaced not to slay us,
But to invite by that Dismay
Which is the Zest of sweetness
To the same Flower Hesperian,
Decoying but to greet us -

I do remember when a Child
With bolder Playmates straying
To where a Brook that seemed a Sea
Withheld us by it's roaring
From just a Purple Flower beyond
Until constrained to clutch it
If Doom itself were the result,
The boldest leaped, and clutched it -

    Alla Morte provo a pensare in questo modo,
Il Pozzo in cui ci depongono
Non è che un Aspetto del Ruscello
Che minacciava non per ucciderci,
Ma per invitarci con quello Sgomento
Che è il Gusto della dolcezza
Allo stesso Fiore Vespertino,
Che ci adesca solo per accoglierci -

Ricordo quando ero una Bambina
Vagante con Compagni più arditi
Sin dove un Ruscello che sembrava un Mare
Ci tratteneva col suo ruggito
Di un Fiore Purpureo al di là
Finché indotto ad afferrarlo
Fosse pure Rovina il risultato,
Il più ardito balzò, e lo afferrò -

La morte vista nella sua profonda e contraddittoria natura. Da una parte un pozzo profondo e oscuro dove non si può che essere deposti e giacere, dall'altra come qualcosa che ci attira perché sembra prometterci il fiore purpureo (o vespertino, ovvero purpureo e declinante come il tramonto) dell'immortalità.
Il ruscello, con il suo flusso continuo, è il simbolo dell'incessante fluire della vita e della morte. Nella prima strofa è descritto con questa connotazione di flusso; sembra volerci annientare, ma lo fa soltanto per farci provare quello sgomento che vivifica per contrasto la dolcezza dell'abbandono a quel fiore della sera in attesa di accoglierci nel suo grembo. Nella seconda l'immagine diventa più concreta, il ruscello visto con occhi di fanciullo si trasforma in un mare senza fine e il fiore è ora una preda purpurea, che ci aspetta sull'altra sponda; afferrarlo significa probabilmente la fine di tutto, ma nulla potrà impedirci di farlo perché soltanto impossessandocene riusciremo a svelarne i segreti.


J1559 (1882) / F1589 (1882)

Tried always and Condemned by thee
Permit me this reprieve
That dying I may earn the look
For which I cease to live -
    Valutata sempre e Condannata da te
Concedimi questa dilazione
Che morendo io possa meritare lo sguardo
Per il quale cesso di vivere -

Tutto ciò che si può chiedere a qualcuno che abbiamo sempre sentito così al di sopra di noi è ottenere che il nostro ultimo sguardo si fissi nel suo, in quel volto per il quale non c'importa di morire.


J1560 (1883) / F1601 (1883)

To be forgot by thee
Surpasses Memory
Of other minds
The Heart cannot forget
Unless it contemplate
What it declines
I was regarded then
Raised from oblivion
A single time
To be remembered what -
Worthy to be forgot
My low renown
    Essere dimenticata da te
Sorpassa la Memoria
Di altre menti
Il Cuore non può dimenticare
A meno che non contempli
Ciò che rifiuta
Fui reputata allora
Innalzata dall'oblio
Una singola volta
Essere ricordata a che prò -
Degna di essere dimenticata
La mia umile fama

Gli ultimi tre versi sono anche in un biglietto inviato il 10 aprile 1883 a Helen Hunt Jackson (L816), contenente probabilmente delle campanule. Nel biglietto, scritto in prosa, ED aggiunge un punto interrogativo alla prima frase e utilizza una variante dell'ultimo verso della versione completa: "is my renown" con un pronome diverso: "To be remembered what? Worthy to be forgot, is their renown -" ("Essere ricordate a che prò? Degna di essere dimenticata, è la loro fama -").
Nella versione completa ci sono altre varianti, delle quali una in sostituzione dei versi 5-6: "for one must recollect / before it can forget" ("perché si deve rammentare / prima di poter dimenticare").

Essere dimenticati significa comunque essere stati nella mente di qualcuno. un qualcuno che, in quella occasione, ci ha fatto sentire innalzati dall'indistinta oscurità dell'oblio; il tempo poi renderà insignificante il ricordare o il dimenticare. La fama, di chiunque e di qualunque cosa, sia esso un essere umano o un fiore, è effimera e degna soltanto di ricadere in quell'oblio dal quale fu fugacemente sottratta da un sentimento o da uno sguardo.


J1561 (1883) / F1596 (1883)

No Brigadier throughout the Year
So civic as the Jay -
A Neighbor and a Warrior too
With shrill felicity
Pursuing Winds that censure us
A Febuary Day,
The Brother of the Universe
Was never blown away -
The Snow and he are intimate -
I've often seen them play
When Heaven looked upon us all
With such severity
I felt apology were due
To an insulted sky
Whose pompous frown was Nutriment
To their temerity -
The Pillow of this daring Head
Is pungent Evergreens -
His Larder - terse and Militant -
Unknown - refreshing things -
His Character - a Tonic -
His Future - a Dispute -
Unfair an Immortality
That leaves this Neighbor out -
    Non c'è Generale in tutto l'Anno
Tanto civico come la Ghiandaia -
Una Vicina e una Guerriera pure
Con stridula felicità
Inseguendo Venti che ci censurano
Un Giorno di Febbraio,
La Sorella dell'Universo
Non fu mai soffiata via -
La Neve e lei sono intimi -
Li ho visti spesso giocare
Quando il Cielo guardava tutti noi
Con tale severità
Da indurmi a fare le scuse
A un'insultata volta celeste
Il cui pomposo cipiglio era Nutrimento
Alla loro temerarietà -
Il Guanciale di questa ardita Testa
È un pungente Sempreverde -
La sua Dispensa - scarna e Militante -
Sconosciute - rinfrescanti cose -
Il suo Carattere - un Tonico -
Il suo Futuro - una Disputa -
Ingiusta un'Immortalità
Che lasci fuori questa Vicina -

Tre versioni sostanzialmente uguali. Quella riportata sopra era acclusa a una lettera a Higginson dell'aprile 1883 (L819). Ce n'è poi una rimasta fra le carte di ED e un'altra inviata a Susan. Probabile che una quarta copia (perduta) sia stata inviata a Thomas Niles.

Una delle tante poesie dedicate a un "vicino" abitante della natura. La ghiandaia che era già stata protagonista della J1177-F1022.
Negli ultimi due versi ED se la prende con la dottrina cristiana che esclude l'anima per gli animali.


J1562 (1883) / F1602 (1883)

Her Losses make our Gains ashamed.
She bore Life's empty Pack
As gallantly as if the East
Were swinging at her Back -
Life's empty Pack is heaviest,
As every Porter knows -
In vain to punish Honey -
It only sweeter grows -
    Le sue Perdite rendono vili i nostri Guadagni.
Sopportò il vuoto Bagaglio della Vita
Valorosamente come se l'Est
Fosse stato appeso alle sue Spalle -
Il vuoto Bagaglio della Vita è il più gravoso,
Come sa ognuno che lo Porta -
Vano punire il Miele -
Diventa solo più dolce -

In una lettera a Thomas Niles dell'aprile 1883 (L814), preceduta da: "The Life of Marian Evans had much I never knew - a Doom of Fruit without the Bloom, like the Niger Fig." ("Nella Vita di Marian Evans c'è stato molto che non sapevo - un Destino di Frutto senza Fiore, come il Fico Nero."). ED si riferisce a una biografia di George Eliot (il cui vero nome era Marian Evans e che era morta nel 1880) scritta da Mathilde Blind e pubblicata dalla casa editrice di Thomas Niles.
Un'altra copia fu inviata a Susan, molto probabilmente in occasione della morte di William Hawley Dickinson (il "cugino Willie") il 15 maggio 1883, con i pronomi dei versi 1, 2 e 4 al maschile e il verbo del verso 1 al passato ("made" anziché "make").

Il ricordo di una persona (Gerge Eliot in una versione, il "cugino Willie" nell'altra) che ha sofferto ma è riuscita a portare valorosamente quel bagaglio della vita così pesante e doloroso e, nello stesso tempo, così vuoto e inutile. Negli ultimi due versi l'amara constatazione che nulla possiamo di fronte all'ineluttabile ciclo del nostro destino.


J1563 (1883) / F1611 (1883)

By homely gifts and hindered words
The human heart is told
Of nothing -
"Nothing" is the force
That renovates the World -
    Da semplici doni e impacciate parole
Il cuore umano è informato
Del nulla -
Il "Nulla" è la forza
Che rinnova il Mondo -

Le cose di tutti i giorni, quelle a cui di solito guardiamo distrattamente possono sembrare un "nulla", ma sono quelle che hanno la forza di parlare al cuore e mandare avanti il mondo.
I versi furono inviati a Susan, probabilmente con un piccolo dono.


J1564 (1883) / F1624 (1883)

Pass to thy Rendezvous of Light,
Pangless except for us -
Who slowly ford the Mystery
Which thou hast leaped across!
    Muovi al tuo Appuntamento di Luce,
Indolore eccetto per noi -
Che lenti guadiamo il Mistero
Da te attraversato d'un balzo!

In una lettera a Susan (L868) scritta subito dopo la morte di Gilbert, il 5 ottobre 1883. I versi sono preceduti da: "Dawn and Meridian in one. Wherefore would he wait, wronged only of Night, which he left for us - Without a speculation, our little Ajax spans the whole -" ("Alba e Meriggio in uno. Per quale ragione avrebbe dovuto aspettare, defraudato solo della Notte, che ha lasciato a noi - Spensierato, il nostro piccolo Aiace abbraccia il tutto -").
Lo stesso testo è in un biglietto a Higginson del febbraio 1885 (L972) che accompagnava l'invio di una biografia di George Eliot (J. W. Cross, George Eliot's Life Related in Her Letters and Journals); i versi sono qui riferiti alla scrittrice inglese e preceduti da "Biography first convinces us of the fleeing of the Biographied -" ("Una Biografia ci convince in primo luogo della scomparsa del Biografato -").

Il mistero nel quale noi ci muoviamo a fatica diventa un appuntamento di luce per chi può finalmente penetrarne i segreti.
È probabilmente la prima poesia scritta dopo la morte del nipotino Gilbert.


J1565 (1883/84) / F1666 (1884)

Some Arrows slay but whom they strike,
But this slew all but him,
Who so appareled his Escape,
Too trackless for a Tomb -
    Certe Frecce uccidono solo chi colpiscono,
Ma questa ha ucciso tutti tranne lui,
Che travestì talmente la sua Fuga,
Da non lasciar tracce per una Tomba -

In una lettera a Susan (L938) scritta probabilmente il 5 ottobre 1884, nel primo anniversario della morte del nipote Gilbert. I versi sono preceduti soltanto da: "Twice, when I had Red Flowers out, Gilbert knocked, raised his sweet Hat, and asked if he might touch them - / Yes, and take them too, I said, but Chivalry forbade him - Besides, he gathered Hearts, not Flowers -" ("Due volte, quando fuori avevo i Fiori Rossi, Gilbert bussò, si tolse il caro Berretto, e chiese se poteva toccarli - / Sì, e prendili pure, dissi, ma la Galanteria glielo impedì - D'altronde, lui raccoglieva Cuori, non Fiori -").
In un altro manoscritto, probabilmente un brutta copia, c'è una variante al primo verso ("Most" al posto di "Some") e l'ultima frase della lettera è sostituita da "Tudor was not a Beggar -" ("Tudor non era un Mendicante -").

Il primo anniversario della morte del nipote Gilbert è occasione per ricordarlo non solo con questi versi ma anche col tenero breve racconto che li precede.


J1566 (1883) / F1626 (1883)

Climbing to reach the costly Hearts
To which he gave the worth,
He broke them, fearing punishment
He ran away from Earth -
    Scalando per raggiungere i Cuori a lui cari
A cui donò valore,
Li infranse, temendo la punizione
Fuggì via dalla Terra -

Inviata a Susan, probabilmente subito dopo la morte di Gilbert, in un biglietto contenente soltanto i versi e la firma (L870 - ottobre 1883).
Una versione diversa, in forma di prosa, è in una lettera (L893 - primavera 1894) spedita a Higginson come se fosse diretta alla figlia Margaret, che non aveva ancora tre anni, in memoria della sorellina Louisa, morta il 15 marzo 1880:

In memory of your Little Sister
Who "meddled" with the costly Hearts
to which she gave the worth
and broke them - fearing punishment,
she ran away from Earth -
In memoria della tua Sorellina
Colei che "toccava" i Cuori a lei cari
a cui donò valore
e che infranse - temendo la punizione,
fuggì via dalla Terra -

Probabilmente scritta subito dopo la J1564-F1624. Bella l'immagine del bambino che, timoroso di aver fatto danni infrangendo cuori, fugge via dalla Terra.
Il biglietto per la figlia di Higginson dell'anno successivo era accompagnato da una breve lettera al padre, a cui Johnson nelle lettere assegna un numero autonomo (L894), in cui ED scrive: "Se capita a Boston la prego di accettare il tardivo Valentine per la sua Bambina - Mi farebbe piacere se facesse i suoi primi Passi nella Letteratura con una così spesso guidata su questa grande strada da suo Padre -". Per il "tardivo Valentine" Johnson annota: "ED aveva ordinato un libro per Margaret, e chiede a Higginson di andarlo a ritirare."


J1567 (1883) / F1623 (1883)

The Heart has many Doors -
I can but knock -
For any sweet "Come in"
Impelled to hark -
Not saddened by repulse,
Repast to me
That somewhere, there exists,
Supremacy -
    Il Cuore ha molte Porte -
Posso solo bussare -
Per qualche dolce "Avanti"
Spinta ad ascoltare -
Non rattristata da ripulsa,
Nutrimento per me
Che da qualche parte, là esista,
Supremazia -

Inviata a Susan dopo la morte di Gilbert.
L'unica cosa che rimane dopo la morte di qualcuno che si ama profondamente è aspettare il proprio turno, sperando che un dolce "avanti" risuoni quando varcheremo quella porta. Nell'attesa, ci nutriamo di un'ulteriore speranza: che al di là di quella porta ci sia veramente la suprema risposta ai nostri dubbi.


J1568 (1883) / F1597 (1883)

To see her is a Picture -
To hear her is a Tune -
To know her an Intemperance
As innocent as June -
To know her not - Affliction -
To own her for a Friend
A warmth as near as if the Sun
Were shining in your Hand -
    Vederla è un Quadro -
Ascoltarla è una Musica -
Conoscerla un'Intemperanza
Innocente come Giugno -
Non conoscerla - Afflizione -
Averla come Amica
Un calore così vicino come se il Sole
Ti brillasse in Mano -

Quattro manoscritti, di cui uno perduto. Franklin ricostruisce così la sequenza delle versioni:

A) versione perduta, conosciuta da una trascrizione di Susan. I primi quattro versi sono uguali alle altre tre versione, gli altri cinque, al posto dei quattro delle altre, completamente diversi (vedi il testo sotto);
B) manoscritto rimasto fra le carte di ED, con molte varianti. Gli ultimi due versi sono scritti di seguito con un testo diverso "A Glee as sweet as if the stars were shining in your Hand" ("Una Gioia dolce come se le stelle ti brillassero in Mano") e una variante che li trasforma in quelli delle versioni C) e D);
C) in una lettera a Elizabeth Holland (L802 - inizio 1883), che aveva inviato a ED le foto di suo figlio Theodore e dei due generi. I versi sono preceduti da "May I present your Portrait to your Sons in Law?" ("Posso offrire il tuo Ritratto ai tuoi Generi?"). È la versione riportata sopra;
D) in una lettera (L809 - marzo 1883) a un destinatario sconosciuto (probabilmente Mabel Todd, visto che i versi potrebbero riferirsi alla figlia Millicent, che aveva allora circa tre anni). Il testo differisce da quello della versione C) ai versi 3 e 4, scritti di seguito: "To know her, a disparagement of every other Boon -" ("Conoscerla, uno svilimento di ogni altro Dono -"). I versi sono preceduti da "I dream of your little Girl three successive Nights - I hope nothing affronts her - ("Ho sognato la sua Bambina per tre Notti di seguito - spero che nulla la minacci -").

Di seguito la versione A) nella trascrizione di Susan:

To see her is a picture
To hear her is a Tune
To know her an intemperance
As innocent as June
By which to be undone
Is dearer than Redemption -
Which never to receive
Makes mockery of melody
It might have been to live
    Vederla è un quadro -
Ascoltarla è una Musica -
Conoscerla un'intemperanza
Innocente come giugno
Dalla quale essere disfatti
È più dolce della Redenzione -
Che non ricevere mai
Rende parodia di melodia
Ciò che poteva essere vivere

Arte e natura si fondono per concorrere al ritratto di una persona cara.


J1569 (1883) / F1598 (1883)

The Clock strikes One
That just struck Two -
Some Schism in the Sum -
A Vagabond from Genesis
Has wrecked the Pendulum -
    Batte l'Una l'Orologio
Che ha appena battuto le Due -
Qualche Scisma nella Somma -
Un Vagabondo dalla Genesi
Ha scassato il Pendolo -

Oltre alla copia rimasta tra le carte di ED (la versione riportata sopra) ce ne sono altre tre, con il testo sostanzialmente uguale.
1) In una lettera a Elizabeth Holland (L805 - 3 marzo 1883), che aveva inviato a ED le foto delle sue due figlie, Annie e Kate. Annie era sposata da più di un anno (7 dicembre 1881) e Kate, a cui si riferiscono i versi, da pochi mesi (27 settembre 1882). I versi sono preceduti da "Annie looks the pathetic Squirrel that she always was and Kate a questioning Dove - Her question however is answered now - Please tell her from me -" ("Annie sembra il toccante Scoiattolo che è sempre stata e Kate una Colomba che si chiede qualcosa - La sua domanda ha tuttavia una risposta ora - Ti prego di dargliela da parte mia -").
2) Inviata (con la firma "Emily") a Sarah Tuckerman in un'occasione non accertata.
3) In una lettera a Samuel Bowles figlio (L902 - giugno 1884) in occasione del suo matrimonio, il 12 giugno 1884, con Elizabeth Hoar. Nel biglietto soltanto i versi e le congratulazioni finali "With warmest congratulation, E. Dickinson". In questa versione c'è l'unica variante al testo "Sorcerer" ("Stregone") al posto di "Vagabond" al verso 4.

Originali come sempre gli auguri nuziali di ED, che non rinuncia alle sue pungenti eresie: lo scisma della pendola, che sembra rifiutare il tempo canonico e ne batte uno per conto suo, e un dio stregone-vagabondo ("vagabond" ha lo stesso significato negativo del termine italiano; nel Webster si legge: " By the laws of England and of United States, vagabonds are liable to be taken up and punished.").
Johnson annota: "In Genesi 2,24 moglie e marito sono proclamati una carne sola; lo 'stregone' [variante nella versione inviata a Bowles] è abbastanza chiaramente Dio, che modellò Eva da una costola di Adamo. Che cosa avesse in mente ED con 'vagabondo' è meno chiaro."


J1570 (1883) / F1600 (1883)

Forever honored be the Tree
Whose Apple Winterworn
Enticed to Breakfast from the Sky
Two Gabriels Yestermorn -
They registered in Nature's Book
As Robins - Sire and Son -
But Angels have that modest way
To screen them from Renown -
    Sempre sia onorato l'Albero
La cui Mela d'Inverno consunta
Attirò a Colazione dal Cielo
Due Gabrieli Ieri mattina -
Si registrarono nel Libro della Natura
Come Pettirossi - Padre e Figlio -
Solo gli Angeli hanno quel modo schivo
Di proteggersi dalla Fama -

Oltre a una copia perduta, nota da una trascrizione di Susan (con al primo verso "cherished" al posto di "honored"), la poesia è inserita in due lettere.
1) A Elizabeth Holland (L808 - marzo 1883), in calce alla lettera dopo la firma, preceduta da "Commending the Birds of which I spoke, to your Hearts and Crumbs, Lovingly Emily - ("Raccomandando gli Uccelli di cui parlavo, ai tuoi Affetti e Briciole, Affettuosamente, Emily -").
2) A un destinatario sconosciuto (L809 - marzo 1883), ma probabilmente Mabel Todd (vedi la J1568-F1597), preceduta da "Lest she miss her 'Squirrels,' I send her little Playmates I met in Yesterday's Storm - the lovely first came - ("Affinché non le manchino i suoi 'Scoiattoli', le mando i minuscoli Compagni che ho incontrato nella Burrasca di Ieri - gli incantevoli primi venuti -").

Due timidi e schivi pettirossi, attirati da una mela consunta dall'inverno appena trascorso, diventano due angeli che annunciano l'arrivo della primavera.
Negli ultimi due versi fa capolino la poetessa così aliena dalla fama.


J1571 (1883) / F1607 (1883)

How slow the Wind - how slow the Sea -
how late their Feathers be!
    Tanto lento il Vento - tanto lento il Mare -
tanto tardive sono le loro Penne!

In un biglietto a Sarah Tuckerman (L832 - estate 1883), preceduta soltanto da "Sweet Foot - that comes when we call it! I can go but a Step a Century, now -" ("Dolce Piede - che arriva quando lo chiamiamo! Posso andare solo a un Passo per Secolo, ora -").
Sia Johnson che Franklin la considerano in bilico fra prosa e poesia.

L'impazienza per l'arrivo dell'estate ci fa considerare tutto lento e in ritardo, dal vento, al mare, agli uccelli in arrivo.


J1572 (1883) / F1619 (1883)

We wear our sober Dresses when we die,
But Summer, frilled as for a Holiday
Adjourns her Sigh -
    Indossiamo Abiti sobri quando moriamo,
Ma l'Estate, ornata come per una Festa
Rimanda i suoi Sospiri -

Un chiaro riferimento all'autunno del New England, che sembra ornare con i suoi colori accesi la morte dell'estate, una morte molto diversa da quella di chi, come noi, è rivestito di abiti scuri e solenni.
Inviata a Sarah Tuckerman, che annotò la data: "agosto 1883".


J1573 (1883) / F1603 (1883)

To the bright east she flies,
Brothers of Paradise
Remit her home
Without a change of wings
Or Love's convenient things
Enticed to come.

Fashioning what she is,
Fathoming what she was,
We deem we dream -
And that dissolves the days
Through which existence strays
Homeless at home.

    Nel luminoso oriente lei vola,
Fratelli del Paradiso
Rimandatela a casa
Senza un cambio d'ali
O cose adatte all'Amore
Indotta a venire.

Fantasticando cos'è,
Scandagliando cos'era,
Crediamo di sognare -
E ciò dissolve i giorni
Tra i quali l'esistenza si smarrisce
Senzacasa a casa.

In una lettera a Maria Whitney della primavera 1883 (L815), preceduta da: "All is faint indeed without our vanished mother, who achieved in sweetness what she lost in strenght, though grief of wonder at her fate, made the winter short; and each night I reach finds my lungs more breathless, seeking what it means." ("Tutto è davvero incerto senza la nostra mamma scomparsa, che ottenne in dolcezza ciò che aveva perduto in forza, sebbene il dolore di chiederci il suo destino, fece corto l'inverno; e ogni notte che arriva trova i miei polmoni più ansanti, alla ricerca di che cosa significhi."). La madre di ED era morta il 14 novembre dell'anno precedente.
Il manoscritto è perduto e il testo deriva dalla trascrizione della lettera da parte di Mabel Todd.

Un ricordo della madre, con il luminoso oriente a cui si chiede un impossibile ritorno, contrapposto allo smarrimento e al senso di vuoto di chi resta.


J1574 (1883) / F1605 (1883)

No ladder needs the bird but skies
To situate it's wings,
Nor any leader's grim baton
Arraigns it as it sings.
The implements of bliss are few -
As Jesus says of Him,
"Come unto me" the moiety
That wafts the cherubim.
    Non di scala ha bisogno l'uccello ma di cieli
Per collocare le sue ali,
Né un arcigno bastone di comando
Che lo accusa mentre canta.
Gli utensili della beatitudine sono pochi -
Come Gesù che dice di Se stesso
"Venga a me" la metà
Che sospinge il cherubino.

In una lettera a Maria Whitney del maggio 1883 (L824), preceduta da frasi che si riferiscono all'impegno della destinataria in una associazione di assistenza all'infanzia: "I can easily imagine your fondness for the little life so misteriously committed to your care. The bird that asks our crumb has a plaintive distinction. I rejoice that it was possible for you to be with it, for I think the early spiritual influences about a child are more hallowing than we know. The angel begins in the morning in every human life. How small the furniture of bliss! How scant the heavenly fabric!" ("Posso facilmente immaginare la sua tenerezza per la piccola vita così misteriosamente affidata alle sue cure. L'uccello che chiede la nostra briciola ha una malinconica distinzione. Mi rallegra che le sia stato possibile essere con lui, perché penso che le precoci influenze spirituali su un bambino siano più sacre di quel che sappiamo. L'angelo dà inizio al mattino in ogni vita umana. Com'è minuto l'arredo della beatitudine! Com'è esiguo l'edificio celeste!").
Il manoscritto è perduto e il testo deriva dalla trascrizione della lettera da parte di Mabel Todd.
Gli ultimi quattro versi (con alcune modifiche) concludono anche la J1586-F1617.

L'uccello-bambino non ha bisogno soltanto di cose concrete, ma soprattutto di far volare la sua immaginazione nel cielo della fantasia, di non essere sempre represso da guide arcigne che sono capaci soltanto di riprovare il suo canto libero e gioioso. Le occasioni di gioia sono poche, sarebbe un peccato sprecarle nell'età in cui si è capaci di assaporarle in tutta la loro freschezza; per questo dobbiamo far nostro l'invito di Gesù ad accogliere quella parte del mondo che ha in sé l'angelica bellezza dell'infanzia.


J1575 (1876) / F1408 (1876)

The Bat is dun, with wrinkled Wings -
Like fallow Article -
And not a song pervade his Lips -
Or none perceptible.

His small Umbrella quaintly halved
Describing in the Air
An Arc alike inscrutable
Elate Philosopher.

Deputed from what Firmament -
Of what Astute Abode -
Empowered with what malignity
Auspiciously withheld -

To his adroit Creator
Ascribe no less the praise -
Beneficent, believe me,
His eccentricities -

    Il Pipistrello è grigio, con Ali raggrinzite -
Come un Oggetto trascurato -
E non un canto pervade le sue Labbra -
O nessuno percepibile.

Il suo curioso Ombrellino dimezzato
Descrive nell'Aria
Un Arco simile a un imperscrutabile
Eccelso Filosofo.

Deputato da quale Firmamento -
Di quale Astuta Dimora -
Dotato di quale malignità
Fortunatamente trattenuta -

Al suo abile Creatore
Non tributate meno lodi -
Benefiche, credetemi,
Le sue eccentricità.

L'eccentricità del pipistrello rispetto alla natura piacevole, colorata, canterina, non deve confinarlo nel novero degli "oggetti trascurati", ovvero di quegli esseri che sembrano scontare un difetto di fabbricazione. Il suo creatore è stato abile con lui come per le altre creature, solo che l'eccentricità è sempre difficile da accettare.
Molto bella e indovinata l'immagine dell'ombrello dimezzato, una stranezza imperscrutabile come può esserlo il pensiero di un filosofo.
Bacigalupo annota: "Il testo si segnala per la sua estrema sinteticità, donde forse una strizzata d'occhio in adroit Creator (Dio, ma anche l'abilissimo poeta)."


J1576 (1883) / F1627 (1883)

The Spirit lasts - but in what mode -
Below, the Body speaks,
But as the Spirit furnishes -
Apart, it never talks -
The Music in the Violin
Does not emerge alone
But Arm in Arm with Touch, yet Touch
Alone - is not a Tune -
The Spirit lurks within the Flesh
Like Tides within the Sea
That make the Water live, estranged
What would the Either be?
Does that know - now - or does it cease -
That which to this is done,
Resuming at a mutual date
With every future one?
Instinct pursues the Adamant,
Exacting this Reply,
Adversity if it may be,
Or wild Prosperity,
The Rumor's Gate was shut so tight
Before my Mind was sown,
Not even a Prognostic's Push
Could make a Dent thereon -
    Lo Spirito persiste - ma in che modo -
Quaggiù, il Corpo parla,
Ma poiché lo Spirito provvede -
Separato, non si esprime mai -
La Musica nel Violino
Non emerge da sola
Ma a Braccetto con il Tocco, eppure il Tocco
Da solo - non è Melodia -
Lo Spirito si apposta nella Carne
Come nel Mare i Flussi
Che fanno viva l'Acqua, distaccati
Cosa sarebbero Entrambi?
Sa l'uno - ora - o di sapere ha smesso -
Quello che all'altro accadde,
Riallacciandosi in una mutua data
Con ogni diverso futuro?
L'Istinto incalza il Diamante,
Esigendo questa Risposta,
Se sia Sventura,
O incolta Prosperità,
Il Cancello del Sapere era chiuso così bene
Prima che la mia Mente fosse in seme,
Che nemmeno la Spinta di un Presagio
Poté creare un Varco in esso -

In una lettera a Charles Clark della metà di ottobre 1883 (L872), preceduta soltanto da "These thoughts disquiet me, and the great friend is gone, who could solace them. Do they disturb you?" ("Questi pensieri m'inquietano, e se n'è andato il grande amico, che avrebbe potuto consolarli. La disturbano?"). Clark fu in corrispondenza con ED dopo la morte di Charles Wadsworth, il 1° aprile 1882.
Gli ultimi sei versi concludono anche la J1588-F1616, mentre gli ultimi quattro sono anche nella J1584-F1625.

I pensieri che inquietano ED, e per i quali non ha più il conforto del "great friend" morto l'anno precedente, sono quelli per i quali l'istinto incalza vanamente il diamante della ragione. Ma quel diamante non riesce nemmeno a socchiudere il cancello serrato della conoscenza, chiuso eternamente alle nostre domande e nemmeno scalfito dalle tante congetture che affollano la nostra mente dubbiosa. I versi iniziano con un'affermazione ("lo spirito persiste") ma subito si affollano domande che sembrano negarla o, almeno, ne mettono in dubbio la certezza così perentoriamente enunciata. Il meccanismo si chiarisce negli ultimi versi: l'istinto tende ad affermare, la ragione invece non può far altro che chiedere e, nello stesso tempo, rendersi conto che le risposte non verranno mai. Sapere se il nostro destino sarà la sventura della morte senza risveglio o la prosperità della vita eterna ci è precluso.
Al verso 20 ho tradotto "wild" con "incolto" perché ho interpretato la possibile "prosperità" come qualcosa che non riguarderà comunque la nostra consapevolezza, coltivata durante la vita terrena. D'altronde anche in inglese "wild", come il nostro "incolto, selvaggio" può significare sia "non coltivato" che "senza cultura".


J1577 (1883) / F1621 (1883)

Morning is due to all -
To some - the Night -
To an imperial few -
The Auroral Light -
    Il Mattino spetta a tutti -
Ad alcuni - la Notte -
A un'imperiale esiguità -
La Luce dell'Aurora -

In un biglietto a Samuel Bowles figlio (L864 - autunno 1883), in occasione del suo fidanzamento con Elizabeth Hoar, annunciato con una lettera a Susan del 25 ottobre 1883. I versi sono preceduti soltanto da "There is more than one 'Deluge', though but one is recorded, and the duplicate of the 'Dove,' hallows you own Heart. I had feared that the Angel with the Sword would dissuade you from Eden, but rejoice that it only ushered you. «Every several gate is of one Pearl.»" ("C'è più di un 'Diluvio', sebbene solo uno sia tramandato, e il duplicato della 'Colomba', consacrerà il suo Cuore. Avevo paura che l'Angelo con la Spada la dissuadesse dall'Eden, ma mi rallegro che l'abbia soltanto accompagnata. «Ogni singola porta è formata da una Perla»."). La citazione è da Apocalisse 21,21.
Bowles invio il biglietto alla fidanzata scrivendo sul retro: "È da un'amica che non ho mai visto. È appena arrivato. Ti prego di tenerlo per me."

Un biglietto d'auguri in cui il fidanzamento diventa una luminosa aurora riservata a pochi.


J1578 (1883) / F1614 (1883)

Blossoms will run away -
Cakes reign but a Day,
But Memory like Melody,
Is pink eternally -
    I fiori si dilegueranno -
Le torte non regnano che un Giorno,
Solo la Memoria come la Melodia,
È rosa eternamente -

In un biglietto a Cornelia ("Nellie") Sweetser dell'estate 1883 (L840), che probabilmente accompagnava fiori e dolci. I versi sono preceduti soltanto da "Blossoms, and Cakes, and Memory! «Choose ye which ye will serve»! I serve the Memory -" ("Fiori, e Torte, e Memoria! «Scegliete chi volete servire»! Io servo la Memoria -"). La citazione è da Giosuè 24,15.

Il semplice invio di fiori e dolci diventa il pretesto per affermare l'effimera durata di ogni cosa, esclusa la memoria e quella "melodia" che è anche la poesia.


J1579 (1882) / F1615 (1883)

It would not know if it were spurned,
This gallant little flower -
How therefore safe to be a flower
If one would tamper there.

To enter, it would not aspire -
But may it not despair
That it is not a Cavalier,
To dare and perish there?

    Non se ne accorgerebbe se fosse disdegnato,
Questo elegante fiorellino -
Perciò è più prudente essere un fiore
Se ci si vuole intromettere.

A intraprendere, lui non aspira -
Ma può non disperarsi
Di non essere un Cavaliere
Che osi e perisca là?

Il manoscritto è firmato "Aunt Emily" ("Zia Emily"); probabile perciò che fosse un biglietto destinato ad accompagnare un fiore per uno dei nipoti, anche se Franklin afferma che era nelle carte di ED consegnate dalla sorella Lavinia a Mabel Todd e, perciò, non fu probabilmente mai usato.

Affrontare con algido distacco la vita può essere comodo, ma talvolta si sente il bisogno di osare.


J1580 (1882/83) / F1595 (1883)

We shun it ere it comes,
Afraid of Joy,
Then sue it to delay
And lest it fly,
Beguile it more and more,
May not this be
Old Suitor Heaven,
Like our dismay at thee?
    Lo sfuggiamo prima che arrivi,
Spaventati dalla Gioia,
Poi lo imploriamo di indugiare
E affinché non fugga,
Lo allettiamo sempre di più,
Non potrebbe ciò essere
Vecchio Corteggiatore Celeste,
Come la nostra paura di te?

In una lettera a Joseph K. Chickering (L798 - inizio 1883), preceduta soltanto da "I had hoped to see you, but have no grace to talk, and my own Words so chill and burn me, that the temperature of other Minds is too new an Awe -" ("Avevo sperato di vederla, ma non ho piacere a parlare, e le mie stesse Parole mi gelano e mi bruciano talmente, che la temperatura di altre Menti è un ulteriore nuovo Sgomento -").

Il pronome impersonale suggerisce che il soggetto dei versi sia "l'incontro", ovvero qualsiasi contatto con altre persone, ormai escluso nel periodo in cui fu scritta questa poesia. Si legge un rifuggire da quel contatto e, insieme, un desiderio contrario, subito accostato però al desiderio-paura di quel "corteggiatore celeste", che sentiamo di volta in volta vicino e lontano e di cui sappiamo che potremo, forse, conoscerlo solo affrontando la prova della morte.
Joseph Chickering era stato vicino alle due sorelle in occasione della morte della madre, e aveva poi espresso il desiderio di vedere Emily. Il desiderio rimase evidentemente insoddisfatto.


J1581 (1881) / F1665 (1884)

The farthest Thunder that I heard
Was nearer than the Sky
And rumbles still, though torrid Noons
Have lain their Missiles by -
The Lightning that preceded it
Struck no one but myself -
But I would not exchange the Bolt
For all the rest of Life -
Indebtedness to Oxygen
The Happy may repay,
But not the obligation
To Electricity -
It founds the Homes and decks the Days
And every clamor bright
Is but the gleam concomitant
Of that waylaying Light -
The Thought is quiet as a Flake -
A Crash without a Sound,
How Life's reverberation
It's Explanation found -
    Il Tuono più lontano che ho sentito
Era più vicino del Cielo
E romba ancora, sebbene torridi Mezzogiorni
Abbiano riposto i loro Dardi -
Il Lampo che l'ha preceduto
Non colpì altri che me -
Ma non scambierei la Saetta
Con tutto il resto della Vita -
Il debito con l'Ossigeno
Il Felice può ripagare,
Ma non l'obbligazione
Con l'Elettricità -
Essa fonda le Case e riveste i Giorni
E ogni radioso clamore
Non è che il bagliore compagno
Di quella Luce in agguato -
Il Pensiero è silenzioso come un Fiocco -
Uno Schianto senza Suono,
Così il riverbero della Vita
Trovò la sua spiegazione -

Oltre a due manoscritti completi (quello riportato può considerarsi la bella copia di uno precedente, in cui sono segnate alcune varianti) ED uso parte di questi versi in due occasioni:
- un biglietto a Susan (L914 - 1884), costituito dai primi quattro versi preceduti da "Tell the Susan who never forgets to be subtle, every Spark is numbered -" ("Di' alla Susan che non dimentica mai di essere sottile, che ogni Scintilla è numerata -")
- in una lettera a Helen Hunt Jackson (L937 - settembre 1884), in cui i versi 15 e 16 sono inseriti in una frase in forma di prosa: "The Summer has been wide and deep, and a deeper Autumn is but the Gleam concomitant of that waylaying Light -" ("L'Estate è stata ampia e profonda, e un più profondo Autunno non è che il bagliore compagno di quella Luce in agguato -")

Un temporale estivo (vedi i "torrid Noons" del verso 3) come metafora di quell'elettricità che rende viva la vita e le infonde la gioia dell'inatteso. Il fenomeno naturale è descritto in tutti i suoi aspetti (thunder, rumbles, missiles, lightning, bolt, electricity) nella prima parte della poesia, dove ED se ne appropria con gelosa possessività ("Struck no one but myself") affermando di non volerlo scambiare con nulla, o meglio di non volerlo scambiare con una vita priva di quei bagliori così vivi, perché la vita che regala soltanto l'ossigeno per respirare è facile da comprare, mentre molto più difficile è appropriarsi di quell'elettricità vigorosa e difficile da governare. Dal verso 13 in poi è come se ED volesse cogliere l'essenza di quello che ha descritto: la luce diventa più obliqua, come se fosse in agguato, e il pensiero, che è l'esito più profondo di quei radiosi clamori (come l'autunno della frase nella lettera a Helen Hunt Jackson), si rivela come un silenzioso fiocco di neve, uno schianto senza suono che solo nella muta intimità della mente può trovare le sue risposte.


J1582 (1883) / F1610 (1883)

Where Roses would not dare to go,
What Heart would risk the way,
And so I send my Crimson Scouts
To sound the Enemy -
    Dove le Rose non oserebbero andare,
Quale Cuore rischierebbe il cammino,
E così mando le mie Cremisi Esploratrici
A sondare il Nemico -

Le rose diventano esploratrici di un mondo che talvolta ci fa paura: soltanto se oseranno loro potremo osare noi. Per questo le mandiamo in avanscoperta: se sbocceranno vorrà dire che la primavera è davvero arrivata, che il nemico è ormai in rotta e potremo arrischiarci anche noi in un mondo liberato dal gelo dell'inverno.
Il manoscritto è firmato e sembrerebbe preparato per diventare un biglietto con delle rose; in questo caso il "nemico" dell'ultimo verso potrebbe essere il destinatario e i fiori ambasciatori di una riconciliazione.


J1583 (1883) / F1612 (1883)

Witchcraft was hung, in History,
But History and I
Find all the Witchcraft that we need
Around us, Every Day -
    La Stregoneria è stata impiccata, nella Storia,
Ma la Storia e io
Scopriamo tutta la Stregoneria che ci serve
Intorno a noi, Ogni Giorno -

Il cristianesimo ha sempre combattuto tutto ciò che si scostava da quella che era considerata, di volta in volta, la verità rivelata. Ogni scostamento diventava eresia da impiccare o bruciare, ma una mente che sa guardare con l'occhio libero della ragione sa quanto bisogno abbiamo di queste pretese eresie, di questi scostamenti da una cieca convenzione che ci rinchiude in verità mai verificate.
Ma anche, la natura intorno a noi è piena di misteri che ci sorprendono ogni giorno della nostra vita; gli stessi misteri che l'incomprensione e l'ignoranza trasformano in stregoneria da eliminare.


J1584 (1883) / F1625 (1883)

Expanse cannot be lost -
Not Joy, but a Decree
Is Deity -
His Scene, Infinity -
Whose rumor's Gate was shut so tight
Before my Beam was sown,
Not even a Prognostic's push
Could make a Dent thereon -

The World that thou hast opened
Shuts for thee,
But not alone,
We all have followed thee -
Escape more slowly
To thy Tracts of Sheen -
The Tent is listening,
But the Troops are gone!

    La vastità non può essere perduta -
Non Gioia, ma un Destino
È la Deità -
La sua Scena, l'Infinito -
Il cui Cancello del sapere era chiuso così bene
Prima che il mio Fusto fosse in seme,
Che nemmeno la spinta di un Presagio
Poté creare un Varco in esso -

Il Mondo che tu hai aperto
Si chiude per te,
Ma non solo,
Noi tutti ti abbiamo seguito -
Una fuga più lenta
Verso le tue Distese di Splendore -
La Tenda è all'erta,
Ma le Truppe sono andate!

In una lettera a Susan (L871) scritta subito dopo la morte di Gilbert. I versi sono preceduti da "Hopelesness in it's first Film has not leave to last - That would close the Spirit, and no intercession could do that - Intimacy with Mistery, after great Space, will usurp it's place - Moving on in the Dark like Loaded Boats at Night, though there is no Course, there is Boundlessness -" ("Il primo velame della Disperazione non dev'essere lasciato durare - Perché serrerebbe lo Spirito, e nessuna intercessione potrebbe darsi - L'Intimità col Mistero, dopo un lungo Intervallo, ne usurperà il posto - Muovendosi nel Buio come Navi Cariche nella Notte, anche se non c'è Rotta, c'è Immensità -")
I versi 5-8 sono anche i versi finali della J1576-F1627 e della J1588-F1616.

I quattro versi comuni alle altre due poesie esprimono l'impossibilità della conoscenza, ma qui, soprattutto nelle parole della lettera a Susan, questo senso d'impotenza è mitigato dalla speranza dell'intimità col mistero, una speranza che non si fonda su una rotta consapevole ma su un inafferrabile aldilà senza confini.


J1585 (1883) / F1556 (1881)

The Bird her punctual music brings
And lays it in it's place -
It's place is in the Human Heart
And in the Heavenly Grace -
What respite from her thrilling toil
Did Beauty ever take -
But Work might be Electric Rest
To those that Magic make -
    L'Uccello porta la sua puntuale musica
E la mette al suo posto -
Il suo posto è nel Cuore Umano
E nella Grazia Celeste -
A sollievo dalla sua eccitante fatica
Ebbe sempre la Bellezza -
Ma il Lavoro può essere Elettrico Riposo
Per quelli che creano Magia -

L'uccello che canta infaticabile annunciando la bella stagione è come un messaggero celeste che entra nei nostri cuori; un messaggero che non ha bisogno di pause dalla sua eccitante fatica, perché la vitalità di chi produce magica bellezza non si stanca mai.


J1586 (1883) / F1617 (1883)

To her derided Home
A Weed of Summer came -
She did not know her station low
Nor Ignominy's name -
Bestowed a summer long
Upon a frameless flower -
Then swept as lightly from disdain
As Lady from her Bower -

Of Bliss the Codes are few -
As Jesus cites of Him -
"Come unto me" the Moiety
That wafts the Seraphim -

    Nella sua Casa derisa
Una Gramigna Estiva arrivò -
Non sapeva del suo basso ceto
Né della fama d'Ignominia -
Si sistemò per tutta l'estate
Su un fiore senza orpelli -
Poi si dileguò da quel disdegno lieve
Come una Signora dal suo Pergolato -

Di Beatitudine i Codici sono pochi -
Come Gesù che cita Se stesso -
"Venga a me" la Metà
Che sospinge il Serafino -

Gli ultimi quattro versi (con alcune modifiche) concludono anche la J1574-F1605. Degli stessi versi c'è un'altra versione in un manoscritto probabilmente anteriore, per il resto uguale alla versione riportata sopra: "The Dandelion's Shield / Is valid as a Star - / The Buttercup's Escutcheon - / Sustains him anywhere -" ("Lo Scudo del Dente di leone / È valido come una Stella / Lo Stemma del Ranuncolo / Lo sostiene ovunque -").

Non dobbiamo cercare una gerarchia nella natura, qualsiasi cosa, anche la gramigna più infestante e disprezzata ha un suo posto nel mondo, un posto che considera la sua casa, ignorando la sua condizione di reietta. I due finali sono sensibilmente diversi: nella prima stesura viene riaffermato il concetto di unitarietà della natura, con i due fiori paragonati l'uno a una stella, l'altro a un nobile blasone; nell'altra è accentuato il mistero della beatitudine, accostato all'inconsapevolezza dell'infanzia, simile a quello della gramigna dei primi versi.
Per gli ultimi versi ho ipotizzato l'accostamento all'infanzia perché nei vangeli il "come unto me" appare in tre brani sostanzialmente simili (Matteo 19,14; Marco 10,14 e Luca 18,16), sempre riferito a bambini.


J1587 (1883) / F1593 (1882)

He ate and drank the precious Words -
His Spirit grew robust -
He knew no more that he was poor,
Nor that his frame was Dust -
He danced along the dingy Days
And this Bequest of Wings
Was but a Book - What Liberty
A loosened Spirit brings -
    Mangiò e bevve le preziose Parole -
Il suo Spirito crebbe robusto -
Non era più consapevole d'essere povero,
Né che le sue ossa fossero Polvere -
Danzava lungo gli squallidi Giorni
E questo Lascito d'Ali
Era soltanto un Libro - Che Libertà
Procura uno Spirito affrancato -

Un libro è come un "lascito d'ali", un'eredità di libertà che affranca lo spirito dalle miserie del corpo.


J1588 (1883) / F1616 (1883)

This Me - that walks and works - must die
Some fair or stormy Day -
Adversity if it may be
Or wild prosperity
The Rumor's Gate was shut so tight
Before my mind was born
Not even a Prognostic's push
Can make a Dent thereon -
    Questo Io - che cammina e lavora - deve morire
Un qualche sereno o tempestoso Giorno -
Se sia sventura
O incolta prosperità,
Il Cancello del Sapere era chiuso così bene
Prima che la mia mente fosse nata
Che nemmeno la spinta di un Presagio
Può creare un Varco in esso -

Gli ultimi quattro versi sono anche nella J1584-F1625, mentre gli ultimi sei sono gli stessi che concludono la J1576-F1627. Questi ultimi sei versi sono anche in una lettera a Maria Whitney dell'estate 1883 (L860 - Johnson segnala che il manoscritto della lettera è perduto e non cita i versi), preceduti da: "I was never certain that Mother had died except while the Students were singing - The Voices came from Another Life -" ("Non ero mai certa della morte della Mamma se non mentre gli studenti cantavano - Le Voci venivano da un'Altra Vita -").

Una versione più sintetica della J1576-F1627. La parte iniziale, che nell'altra poesia si estende per 18 versi, viene qui ridotta a due, diventando una lapidaria affermazione.


J1589 (1883) / F1592 (1882)

Cosmopolites without a plea
Alight in every Land
The compliments of Paradise
From these within my Hand
Their dappled Journey - to themselves
A compensation fair -
Knock and it shall be opened
Is their Theology
    Cosmopoliti senza pretese
Atterrano in ogni Landa
Gli omaggi del Paradiso
Da loro nella mia Mano
Il variegato Viaggio - per loro
Un equo compenso -
Bussate e vi sarà aperto
È la loro Teologia

Gli uccelli non hanno patria, si muovono liberi nel mondo e scendono dove vogliono, portano con loro il sapore del cielo chiedendo soltanto di continuare il loro viaggio senza pretese.


J1590 (1883) / F1604 (1883)

Not at Home to Callers
Says the Naked Tree -
Bonnet due in April -
Wishing you Good Day -
    Non in Casa per i Visitatori
Dice il Nudo Albero -
Berretto atteso in Aprile -
Per augurarvi il Buongiorno -

Un secondo manoscritto (pubblicato da Martha Bianchi nel suo Life and Letters, 1924 e ora perduto) potrebbe essere stato inviato al nipote Gilbert nella primavera del 1883. Il testo è uguale, a parte l'adozione di una variante dell'altra copia: "Jacket" ("Giacca") al posto di "Bonnet" al verso 3.

Breve aforisma, in tono leggero, sul tema del ciclo incessante della natura. L'albero spoglio si nega in attesa di rivestirsi in primavera.


J1591 (1883) / F1620 (1883)

The Bobolink is gone - the Rowdy of the Meadow -
And no one swaggers now but me -
The Presbyterian Birds can now resume the Meeting
He gaily interrupted that overflowing Day
When opening the Sabbath in their afflictive Way
He bowed to Heaven instead of Earth
And shouted Let us pray -
    Il Bobolink se n'è andato - lo Scalmanato del Prato -
E nessuno fa lo spavaldo ora tranne me -
Gli Uccelli Calvinisti possono ora riprendere l'Incontro
Che lui gaiamente interruppe quel traboccante Giorno
In cui mentre iniziava il Rito nel solito Modo deprimente
Egli s'inchinò al Cielo invece che alla Terra
E gridò Lasciateci pregare -

Nel manoscritto ci sono molte varianti ed è difficile stabilire l'esatta scansione dei versi. Sopra ho riportato la trascrizione di Franklin; sotto, il manoscritto (tratto da Bolts of Melody, pagg. xviii-xix), la trascrizione e la corrispondenza fra le varianti e il corpo principale, così come ricostruita da Franklin:

[corpo principale]
The Bobolink
is gone - the
Rowdy of the
Meadow -
And no one
swaggers now
but me -
The Presbyterian
Birds can now
resume the Meeting
      boldly
He gaily interrup-
ted that overflowing
Day
When opening the
Sabbath in their
afflictive Way
He bowed to
Heaven instead
of Earth
And shouted
Let us pray -

[in alto, scritto rovesciato]
to every Heaven above
to all the Saints he knew
every God he knew

[a sinistra, dall'alto in basso]
He recognized his maker -     overturned

[a destra, dal basso in alto]
the             Decalogue

[sotto il corpo principale]
and bubbled let us pray -

[blocco in alto]
He swung upon
the Decalogue
And shouted
Let us pray -
When supplicating mercy
In a portentous
way

[a destra, dal basso il alto]
portentous way

[blocco in basso]
Gay from an unann-
ointed Twig
He gurgled - bubbled
Let us pray -
Sweet from a
surreptitious Twig

4 gaily]
boldly

5]
When supplicating mercy
In a portentous way,

6 to Heaven instead of Earth]
* to every Heaven above
* to all the Saints he knew
* (to) every God he knew

6]
* He recognized his maker -
* (He) overturned the Decalogue -

6-7]
* He swung upon the Decalogue -
   And shouted Let us pray
* Gay from an unannointed Twig
   He gurgled/bubbled Let us pray

6]
Sweet from a surreptitious Twig

7]
and bubbled let us pray -

     
audacemente

 
Quando supplicando pietà
In modo portentoso,

 
* a ogni Cielo lassù
* a tutti i Santi che conosceva
* (a) ogni Dio che conosceva

 
* Egli riconobbe il suo creatore -
* (Egli) rovesciò il Decalogo -

 
* Egli oscillò sul Decalogo -
   E gridò Lasciateci pregare
* Gaio da uno sconsacrato Ramoscello
   Egli farfugliò/borbottò Lasciateci pregare

 
Dolce da un surrettizio Ramoscello

 
e borbottò lasciateci pregare -

L'eretica ED si identifica col bobolink, con un uccello che con la sua spavalda allegria rifugge le noiose funzioni religiose sempre uguali a se stesse, che sembrano guardare più alla terra che al cielo. Nel secondo verso il parallelo è diretto, esplicito, così come è esplicita la citazione dei "Presbyterian Birds" e dei riti noiosi e deprimenti, per arrivare infine all'ultimo verso, in cui quel "lasciateci pregare" sancisce la differenza con le preghiere convenzionalmente ripetute, senza alcun rapporto con i misteri dell'aldilà, così pieni di dubbi ma così radiosi nelle aspettative d'immortalità che ci promettono.


J1592 (1883) / F1613 (1883)

The Lassitudes of Contemplation
Beget a force -
They are the spirit's still vacation
That him refresh -
The Dreams consolidate in action -
What mettle fair
    Le Spossatezze della Contemplazione
Generano forza -
Sono l'immobile vacanza dello spirito
Che lo rinnova -
I Sogni si consolidano in azione -
Che nobile slancio

La contemplazione, la muta e immobile meditazione sul mondo, è come una vacanza da cui lo spirito trae l'energia per andare avanti e affrontare con più nobile slancio la necessaria trasformazione dei sogni in realtà.


J1593 (1883) / F1618 (1883)

There came a Wind like a Bugle -
It quivered through the Grass
And a Green Chill upon the Heat
So ominous did pass
We barred the Windows and the Doors
As from an Emerald Ghost -
The Doom's electric Moccasin
That very instant passed -
On a strange Mob of panting Trees
And Fences fled away
And Rivers where the Houses ran
Those looked that lived - that Day -
The Bell within the steeple wild
The flying tidings told -
How much can come
And much can go,
And yet abide the World!
    Venne un Vento come di Buccina -
Vibrò attraverso l'Erba
E un Verde Brivido sulla Calura
Passò così sinistro
Che sbarrammo Porte e Finestre
Come per uno Spettro di Smeraldo -
L'elettrico Mocassino del Giudizio
Proprio in quell'istante passò -
Un'insolita Turba di Alberi ansimanti
E Steccati divelti
E Fiumi in cui correvano le Case
Questo vide chi era vivo - quel Giorno -
La Campana nella torre sconvolta
Le volanti notizie riferiva -
Quanto può venire
E quanto può andare,
Eppure il Mondo perdurare!

Una tempesta che sconvolge gli esseri umani e le cose intorno a loro, tanto da far sembrare quei momenti come se fossero il giorno del giudizio, passa quasi inosservata nel disegno complessivo del mondo, che guarda con olimpico distacco a tutto ciò che fa parte del ciclico andare e venire della natura.
Al verso 7 "Moccasin" è definito nei dizionari moderni come "mocassino" ma anche "serpente d'acqua". Nel Webster 1828 l'ortografia è "Moccason" e la definizione soltanto "mocassino". La grafia diversa rispetto al Webster, con il finale in "sin" ("peccato") e il "Doom" a cui la parola è collegata, possono tuttavia far pensare al serpente. Nelle sei traduzioni italiane ci sono scelte diverse: "mocassino" (Bacigalupo, Sabbadini), "segnale" (Gardini, Montale), "serpente" (Guidacci), "guizzo" (Errante).


J1594 (1884) / F1628 (1883)

Immured in Heaven!
What a Cell!
Let every Bondage be,
Thou sweetest of the Universe,
Like that which ravished thee!
    Murato in Cielo!
Quale Cella!
Fa' che ogni Prigione sia,
Tu dolcissimo dell'Universo,
Come quella che ti ha rapito!

Una delle poesie inviate a Susan dopo la morte di Gilbert.

L'immagine di oscura segregazione dei primi due versi viene addolcita dagli ultimi due, dove il nipote tanto amato riesce a trasfigurare la prigione della morte, insieme rapitrice e incantatrice (il verbo "to ravish" ha lo stesso duplice significato dell'italiano "rapire").


J1595 (1884) / F1638 (1884)

Declaiming Waters none may dread -
But Waters that are still
Are so for that most fatal cause
In Nature - they are full -
    Di Acque chiassose nessuno ha paura -
Ma Acque che sono silenziose
Sono così per la più fatale delle cause
In Natura - sono colme -

In un biglietto a Susan (L910 - 1884), preceduta soltanto da "Wish I had something vital for Susan, but Susan feeds herself - Banquets have no Seed, or Beggars would sow them -" ("Magari avessi qualcosa di vitale per Susan, ma Susan si nutre da sé - I banchetti non hanno Seme, altrimenti i Mendicanti li pianterebbero -").
C'è un altro manoscritto con una sola variante: "mighty" ("potente") al posto di "fatal" al verso 3.

I versi, e le frasi nel biglietto, si riferiscono probabilmente al silenzioso dolore di Susan dopo la morte di Gilbert.


J1596 (1884) / F1639 (1884)

Few, yet enough,
Enough is One -
To that etherial throng
Have not each one of us the right
To stealthily belong?
    Pochi, eppure bastanti,
Ne basta Uno -
A quell'eterea folla
Non ha ciascuno di noi il diritto
Di appartenere furtivamente?

Gli eletti sono pochi, magari ne conosciamo soltanto uno (i versi furono inviati a Susan, e il riferimento potrebbe essere ancora una volta a Gilbert ma anche al giudice Lord), ma sono pur sempre una folla nella dimora celeste, una folla alla quale abbiamo il diritto di appartenere, sia pure entrando dalla porta di servizio.


J1597 (1884) / F1631 (1884)

'Tis not the swaying frame we miss -
It is the steadfast Heart,
That had it beat a thousand years,
With Love alone had bent -
It's fervor the electric Oar,
That bore it through the Tomb -
Ourselves, denied the privilege,
Consolelessly presume -
    Non è l'esitante figura che ci manca -
È il Cuore risoluto,
Che se avesse battuto per mille anni,
Soltanto all'Amore si sarebbe piegato -
Il suo fervore l'elettrico Remo,
Che lo sorresse fino alla Tomba -
Noi, negati al privilegio,
Sconsolati ci sentiamo -

In entrambe le edizioni critiche è ipotizzato che i versi si riferiscano alla morte di Otis Lord, il 13 marzo 1884.
L'accenno alla figura esitante e al cuore risoluto sembrano adattarsi perfettamente al giudice Lord, di quasi vent'anni più vecchio di ED (era nato nel 1812), con la quale ebbe una relazione (la cui consistenza è ancora poco chiara) dopo essere rimasto vedovo nel 1877.


J1598 (1884) / F1640 (1884)

Who is it seeks my Pillow Nights,
With plain inspecting face -
"Did you" or "Did you not," to ask -
'Tis "Conscience," Childhood's Nurse -

With Martial Hand she strokes the Hair
Upon my wincing Head -
"All" Rogues "shall have their part in" what -
The Phosphorous of God -

    Chi è che fruga di Notte nel mio Cuscino,
Con palese sguardo inquisitore -
Per chiedere, "l'hai fatto" o "non l'hai fatto" -
È la "Coscienza", Governante dell'Infanzia -

Con Tocco Marziale accarezza i Capelli
Sul mio Capo in ambasce -
"Tutti" i Furfanti "avranno la loro parte in" che cosa -
Nel Fosforo di Dio -

Versi inviati a Susan, probabilmente a seguito di qualcosa da farsi perdonare. Johnson annota: "Sembrerebbe un messaggio in cui è riconosciuto un qualche errore, od omissione, o incarico, per il quale le rimordeva la coscienza."
La citazione degli ultimi due versi è da Apocalisse 21,8: "Ma per i vili e gl'increduli, gli abietti e gli omicidi, gl'immorali, i fattucchieri, gli idolatri e per tutti i mentitori è riservato lo stagno ardente di fuoco e di zolfo".
ED sintetizza la lista biblica in un generico "furfanti" e sostituisce "lo stagno ardente di fuoco e di zolfo" con il "fosforo di Dio" (nella King James: "... and all liars, shall have their part in the lake which burneth with fire and brimstone").


J1599 (1884) / F1641 (1884)

Though the great Waters sleep,
That they are still the Deep,
We cannot doubt,
No vacillating God
Ignited this Abode
To put it out -
    Anche se le grandi Acque dormono
Che esse siano ancora Oceano,
Non possiamo dubitare,
Nessun Dio vacillante
Accese questa Dimora
Per spegnerla -

Versi utilizzati da ED in diverse occasioni. Se ne contano sette copie, tre rimaste fra le carte di ED e quattro inserite in lettere, così descritte da Franklin:

A) Manoscritto limitato ai primi tre versi.

B) Manoscritto in due strofe di tre versi.

C) Manoscritto completo (è il testo riportato sopra).

D) In una lettera a Susan (L908 - 1884). George S. Merriam stava preparando una biografia di Samuel Bowles (pubblicata nel 1885) e aveva chiesto a Susan di fornirgli copia delle lettere di Bowles indirizzate a lei e ad Austin. Evidentemente Susan aveva girato la richiesta alla cognata per eventuale materiale in suo possesso e la lettera è in risposta a questa richiesta. I versi sono preceduti da "You remember his swift way of wringing and flinging away a Theme, and others picking and gazing bewildered after him, and the prance that crossed his Eye at such time was unrepeatable -" ("Ricordi la sua prontezza nell'analizzare e sciorinare un Argomento, e gli altri che arrancavano guardandolo sconcertati, e i guizzi che attraversavano i suoi Occhi in quei momenti erano indescrivibili -").

E) In una lettera alla zia Catherine Sweetser, che le aveva inviato dei gigli in occasione del secondo anniversario della morte della madre (L952 - novembre 1884: nell'edizione Johnson delle Lettere i versi non sono riportati; il manoscritto è perduto ma il testo rimane in una trascrizione di Mabel Todd, usata per l'edizione della Lettere del 1894 dove, come in Johnson, sono omessi i versi). La poesia è preceduta da parole che ricordano la madre, il padre e il nipote Gilbert: "The beloved lilies have come, and my heart is so high it overflows, as this was mother's week, Easter in November. Father rose in June, and a little more than a year since, those fair words were fulfilled, 'and a little child shall lead them,' - but boundlessness forbids me." ("I diletti gigli sono arrivati, e il mio cuore vola in alto fino a traboccare, visto che questa fu la settimana della mamma, Pasqua in Novembre. Il babbo salì in giugno, e poco più di un anno fa, si avverarono quelle belle parole, 'e un fanciullo li guiderà', - ma l'immensità mi è interdetta."). La citazione è da Isaia 11,6.

F) In una lettera della prima metà del 1885 a Benjamin Kimball, l'esecutore testamentario del giudice Lord. Nell'edizione Johnson ci sono tre lettere a Benjamin Kimball (L967-L968-L1003), in nessuna delle quali è compresa questa poesia.

G) In una lettera ad Abigail Cooper (L1036 - primavera 1886), scritta in occasione della morte di Edward Tuckerman (15 marzo 1886), amico di famiglia dei Cooper. I versi sono preceduti soltanto da "Is it too late to express my sorrow for my grieved friend? Though the first moment of loss is eternity, other eternities remain." ("È troppo tardi per esprimere la mia pena per il dolore della mia amica? Sebbene il primo momento della perdita sia eternità, altre eternità restano."). Il manoscritto è perduto e il testo deriva da una trascrizione di Mabel Todd.

Versi che ED doveva ritenere particolarmente riusciti e significativi, visto che li usò quattro volte, sempre in relazione al ricordo di persone care. La grandezza di chi se n'è andato avvicinata a una fede che si alimenta con un argomento logico: un mondo creato per poi scomparire senza lasciare traccia di sé sarebbe assurdo.


J1600 (1884) / F1663 (1884)

Upon his Saddle sprung a Bird
And crossed a thousand Trees
Before a Fence without a Fare
His Fantasy did please
And then he lifted up his Throat
And squandered such a Note
A Universe that overheard
Is stricken by it yet -
    In Sella balzò un Uccello
E attraversò mille Alberi
Prima che uno Steccato senza Dazio
Piacesse alla sua Fantasia
E allora tirò su il Collo
E scialacquò una tale Nota
Che l'Universo per caso in ascolto
Ne è ancora colpito -

Gli ultimi quattro versi sono in una lettera (L937 - settembre 1884) a Helen Hunt Jackson, in quel periodo convalescente per la frattura a una gamba , preceduti da: "I shall watch your passage from Crutch to Cane with jealous affection. From there to your Wings is but a stride - as was said of the convalescing Bird," ("Terrò d'occhio il suo passaggio dalle Grucce al Bastone con geloso affetto. Da lì alle Ali c'è solo un passo - come si disse dell'Uccello convalescente,").

L'uccello libero e giocoso, che svolazza senza meta e si ferma dove vuole, senza dover pagare i dazi che la vita regolata e convenzionale ci riserva. Il suo canto esprime la libertà che ha dentro e per questo incanta noi insieme all'universo. Gli ultimi quattro versi si adattano perfettamente alla lettera per l'amica scrittrice, costretta a una forzata inattività ma pronta a spargere di nuovo le sue "note".