The Complete Poems
Tutte le poesie
J201 - 250
Traduzione e note di Giuseppe Ierolli
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J51/100 
J101/150
J151/200
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Indice Johnson
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J201 (1860) / F227 (1861)
Two swimmers wrestled on the spar - Until the morning sun - When One - turned smiling to the land - Oh God! the Other One! The stray ships - passing - |
Due naufraghi lottarono su un pennone - Fino al sole mattutino - Finché Uno - si diresse sorridente verso terra - Oh Dio! L'Altro! Navi vaganti - passando - |
Il testo riportato sopra è nei fascicoli; un'altra copia - senza divisione in strofe ma identica a parte qualche variante nella punteggiatura - è in una lettera a Samuel Bowles della primavera del 1861 (L219, datata 1860 da Johnson), preceduta soltanto da "I cant explain it, Mr Bowles -" ("Non sono capace di spiegarlo, Mr Bowles"). |
La frase che precede i versi nella copia inviata a Bowles lascia presumere il desiderio di raccontare una pena, un "naufragio" per il quale è difficile trovare le parole, se non in versi in cui l'immagine di un qualcuno che si dirige "sorridente verso terra" fa risaltare ancora di più quella di chi resta abbandonata, smarrita e implorante, in un mare che non offre più appigli. |
J202 (1860) / F228 (1861)
My eye is fuller than my vase - Her Cargo - is of Dew - And still - my Heart - my eye outweighs - East India - for you! |
Il mio occhio è più colmo del mio vaso - Il suo Carico - è di Rugiada - Eppure - il Cuore - dell'occhio pesa di più - India Orientale - per te! |
Un amore a senso unico, che per l'altro è estraneo e praticamente inesistente, come la lontana India orientale dell'ultimo verso. Un amore che riempie gli occhi di lacrime e pesa ancora di più sul cuore, perché lì la sofferenza è più intima e nascosta. |
J203 (1860) / F232 (1861)
He forgot - and I - remembered - 'Twas an everyday affair - Long ago as Christ and Peter - "Warmed them" at the "Temple fire". "Thou wert with him" - quoth "the Damsel"? |
Lui dimenticava - e io - ricordavo - Era un fatto quotidiano - Come quando Cristo e Pietro - "Si scaldarono" al "fuoco del Tempio". "Tu eri con lui?" - insinuò "la Fanciulla" |
L'amore a senso unico della J202-F228 assume qui l'aspetto di un quotidiano, noncurante disinteresse da parte dell'altro, accostato al tradimento di Pietro narrato nei Vangeli, quando l'apostolo nega di aver mai conosciuto Gesù (vedi Matteo 26,69-75; Marco 14,66-72; Luca 22,54-62 e Giovanni 18,25-27). La domanda finale nasconde un'affermazione netta: "non potrei darti di più, perché ti ho già dato tutta me stessa". |
J204 (1860) / F233 (1861)
A slash of Blue! A sweep of Gray! Some scarlet patches - on the way - Compose an evening sky - A little Purple - slipped between - |
Uno squarcio d'Azzurro! Un tratto di Grigio! Qualche chiazza scarlatta - sulla via - Compongono un cielo serale - Un po' di Porpora - scivolata nel mezzo - |
Il testo riportato sopra è nei fascicoli; un'altra copia fu inviata a Susan, senza divisione in strofe, in nove versi (il primo e il sesto divisi in due) e senza punti esclamativi. |
Una giocosa descrizione del tramonto e dell'alba, dove i pochi ingredienti necessari per creare spettacoli così belli sono impreziositi dalle varianti dei colori (blue, gray, scarlet, purple, ruby, gold). |
J205 (1860) / F234 (1861)
I should not dare to leave my friend, Because - because if he should die While I was gone - and I - too late - Should reach the Heart that wanted me - If I should disappoint the eyes If I should stab the patient faith My Heart would wish it broke before - |
Non oserei abbandonare il mio amico, Perché - perché se dovesse morire Mentre fossi via - ed io - troppo tardi - Raggiungessi il Cuore che mi voleva - Se dovessi deludere gli occhi Se dovessi pugnalare la fede paziente Il mio Cuore preferirebbe spezzarsi prima - |
L'immagine della morte che non lascia spazio a indugi, a separazioni provvisorie che potrebbero improvvisamente diventare definitive, è descritta con le ipotetiche delle tre strofe iniziali (" if he/I should") e con la conclusione dell'ultima, dove il suo gelo diventa inattaccabile anche dal caldo sole del mattino/ritorno. |
J206 (1860) / F235 (1861)
The Flower must not blame the Bee - That seeketh his felicity Too often at her door - But teach the Footman from Vevay - |
La Rosa non deve incolpare il Bombo - Che cerca la felicità Troppo spesso alla sua porta - Ma istruire il Valletto di Vevey - |
Un fanciulla di sani principi non deve cercare scuse quando apre la porta a qualche corteggiatore insistente: per serbare la propria innocenza basta far dire di non essere in casa! |
J207 (1860) / F199 (1861)
Tho' I get home how late - how late - So I get home - 'twill compensate - Better will be the Extasy That they have done expecting me - When night - descending - dumb - and dark - They hear my unexpected knock - Transporting must the moment be - Brewed from decades of Agony! To think just how the fire will burn - |
Anche se torno a casa così tardi - così tardi - Comunque il mio ritorno a casa - ripagherà - Più grande sarà l'Estasi A cui avevano rinunciato aspettandomi - Quando una notte - calante - muta - e oscura - Sentiranno il mio inatteso bussare - Coinvolgente sarà quel momento - Distillato da decadi di Tormento! Pensare solo a come arderà il focolare - |
Il ritorno a casa, il riunirsi con chi ci ama e ci ha aspettato a lungo, non teme il passare del tempo, anzi, forse la gioia che era stata ormai accantonata sarà ancora più grande. |
J208 (1860) / F200 (1861)
The Rose did caper on her cheek - Her Bodice rose and fell - Her pretty speech - like drunken men - Did stagger pitiful - Her fingers fumbled at her work - Till opposite - I spied a cheek A Vest that like her Boddice, danced - |
Il Rosa piroettava sulla sua guancia - Il Corsetto si sollevò e ricadde - Il suo amabile eloquio - come un ubriaco - Pietosamente barcollava - Le dita annaspavano nel lavoro - Finché di fronte - scorsi una guancia Un Panciotto che come quel Corsetto, danzava - |
Un scenetta familiare, un litigio tanto burrascoso quanto passeggero, parte di quell'immortale melodia dell'amore che ha sempre un obbligato e dolce lieto fine. |
J209 (1860) / F201 (1861)
With thee, in the Desert - With thee in the thirst - With thee in the Tamarind wood - Leopard breathes - at last! |
Con te, nel Deserto - Con te nell'arsura - Con te nel bosco di Tamarindo - Il leopardo respira - finalmente! |
Solo l'unione con l'amato, in qualsiasi posto e situazione, può soddisfare il leopardo bramoso d'amore che è in noi. |
J210 (1860) / F203 (1861)
The thought beneath so slight a film - Is more distinctly seen - As laces just reveal the surge - Or Mists - the Appenine - |
Il pensiero sotto un velo così sottile - È più distintamente visibile - Come le trine rivelano fedelmente l'impeto - O le Brume - l'Appennino - |
I sentimenti, i pensieri, giacciono nel nostro intimo, ma basta poco a rivelarne l'esistenza per chi sa interpretarne i moti esteriori. |
J211 (1860) / F205 (1861)
Come slowly - Eden! Lips unused to Thee - Bashful - sip thy Jessamines - As the fainting Bee - Reaching late his flower, |
Vieni adagio - Eden! Labbra non abituate a Te - Timide - delibano i tuoi Gelsomini - Come il languente Bombo - Che raggiunge in ritardo la rosa, |
Il piacere può sopraffare chi non è abituato a coglierlo; per questo bisogna sorseggiarlo lentamente, ma poi lasciarsi andare alla perdizione di quei balsami così desiderati. |
J212 (1860) / F206 (1861)
Least Rivers - docile to some sea. My Caspian - thee. |
I più piccoli fiumi - docili a un qualche mare. Il mio Caspio - tu. |
Il desiderio di immergersi, di annullarsi, in qualcuno che per noi è un mare desiderato e inafferrabile. |
J213 (1860) / F134 (1860)
Did the Harebell loose her girdle To the lover Bee Would the Bee the Harebell hallow Much as formerly? Did the "Paradise" - persuaded - |
Se la Campanula si slacciasse il corsetto Per il Bombo innamorato Il Bombo la Campanula adorerebbe Tanto quanto prima? Se il "Paradiso" - persuaso - |
Ardito parallelo fra il concedersi troppo facilmente a uno spasimante e lo scoprire la realtà di un Paradiso che magari si rivelerà deludente. Negli ultimi due versi leggo lo svilirsi di un aldilà fattosi concreto, dove il rango estatico e nobile promessoci dalla fede ci riserverà molto probabilmente, se dovesse infine dimostrarsi reale, qualche sgradita sorpresa. |
J214 (1860) / F207 (1861)
I taste a liquor never brewed - From Tankards scooped in Pearl - Not all the Frankfort Berries Yield such an Alcohol! Inebriate of air - am I - When "Landlords" turn the drunken Bee Till Seraphs swing their snowy Hats - |
Assaporo un liquore mai distillato - Da Boccali scavati nella Perla - Nemmeno tutte le Bacche di Francoforte Darebbero un tale Alcol! Inebriata d'aria - sono - Quando gli "Osti" getteranno l'Ape ubriaca Finché I Serafini sventoleranno i candidi Cappelli - |
Il testo riportato sopra è nei fascicoli; un'altra copia (il cui manoscritto è perduto) fu inviata a Susan e fu probabilmente la fonte della pubblicazione sullo "Springfield Daily Republican" del 4 marzo 1861, con il titolo "The May-Wine" ("Vino di maggio"). |
L'inebriante arrivo dell'estate ci dona sensazioni incomparabili. Niente di meglio che gettarci anima corpo in quell'ubriacatura che vorremmo inesauribile, che cerchiamo con ogni mezzo di prolungare, anche quando la natura comincia a ritirarsi. Nell'ultima strofa il banchetto si apre anche al cielo, che dismette la sua solenne gravità per festeggiare "l'ape ubriaca", la "piccola beona" mai sazia. |
J215 (1860) / F241 (1861)
What is - "Paradise" - Who live there - Are they "Farmers" - Do they "hoe" - Do they know that this is "Amherst" - And that I - am coming - too - Do they wear "new shoes" - in "Eden" - You are sure there's such a person |
Com'è - il "Paradiso" - Chi ci vive - Sono "Contadini" - "Zappano" - Sanno che questa è "Amherst" - E che - anch'io - sto arrivando - Calzano "scarpe nuove" - nell'"Eden" - Siamo sicuri che c'è qualcuno |
L'aldilà visto con gli occhi infantili di chi fa continuamente domande, di chi non sa immaginare un mondo "altro", ma soltanto qualcosa che non può non assomigliare a ciò che ci è familiare, altrimenti ci troveremmo a vagare come estranei in un mondo sconosciuto, soggetti ai rimproveri e alle derisioni di chi ne è esperto; una sorta di prolungamento, o riedizione, del nostro essere bambini e, insieme, la speranza che là ci sia un padre pronto ad accoglierci e ad accompagnarci nel nostro viaggio di scoperta. |
J216 (versione 1859) / F124 (versione 1859)
Safe in their Alabaster Chambers - Light laughs the breeze |
Sicuri nelle loro Camere di Alabastro - Non toccati dal Mattino E non toccati dal Meriggio - Dormono i miti membri della Resurrezione - Trave di raso, E Tetto di pietra. Lieve ride la brezza |
J216 (versione 1861) / F124 (versione 1861)
Safe in their Alabaster Chambers - Untouched by Morning And untouched by Noon - Lie the meek members of the Resurrection - Rafter of Satin - and Roof of Stone! Grand go the Years - in the Crescent - above them - |
Sicuri nelle loro Camere di Alabastro - Non toccati dal Mattino E non toccati dal Meriggio - Giacciono i miti membri della Resurrezione - Trave di Raso - e Tetto di Pietra! Grandiosi vanno gli Anni - nel Crescente - sopra di loro - |
I testi riportati sopra sono quelli nei fascicoli. La poesia fu oggetto di uno scambio epistolare con Susan (L238), che appuntò la sua attenzione soprattutto sulla seconda strofa, della quale esistono altre due varianti nel fascicolo contenente la seconda versione: |
Springs - shake the sills - But - the Echoes - stiffen - Hoar - is the window - And - numb - the door - Tribes - of Eclipse - in Tents - of Marble - Staples - of Ages - have buckled - there -
Springs - shake the seals - |
Primavere - scuotono le soglie - Ma - gli Echi - resistono - Canuta - è la finestra - E - torpida - la porta - Tribù - di Eclissi - in Tende - di Marmo - Ganci - di Secoli - sono fissati - là -
Primavere - scuotono i sigilli - |
La versione 1859 fu pubblicata sullo "Springfield Daily Republican" del 1° marzo 1862 con il titolo "The Sleeping" ("I Dormienti"). Quella del 1861 era una delle quattro poesie accluse alla prima lettera a Higginson del 15 aprile 1862 (L260). |
Le "stanze di alabastro" custodiscono coloro che hanno ormai valicato i confini della morte e sono in attesa di diventare "membri della resurrezione". Non hanno più alcun contatto con il mondo che hanno lasciato, e la loro casa è metafora del mistero della morte: promessa preziosa di resurrezione e insieme intangibile tetto eterno. |
J217 (1861) / F295 (1862)
Savior! I've no one else to tell - And so I trouble thee. I am the one forgot thee so - Dost thou remember me? Nor, for myself, I came so far - That were the little load - I brought thee the imperial Heart I had not strength to hold - The Heart I carried in my own - Till mine too heavy grew - Yet - strangest - heavier since it went - Is it too large for you? |
Redentore! Non ho altri a cui dirlo - E così disturbo te. Sono quella che ti ha dimenticato - Ti ricordi tu di me? Non, per me stessa, vengo fin qui - Sarebbe un carico esiguo - Ti ho portato il Cuore imperiale Che non ebbi la forza di trattenere - Il Cuore che tenni nel mio - Finché il mio diventò troppo pesante - Ancora - che strano - più pesante quando se ne andò - È troppo grande per te? |
Il testo riportato sopra è quello inviato a Susan. ED trascrisse la poesia nei fascicoli con qualche variante e sostituendo con uno soltanto i primi cinque versi: |
Father - I bring thee - not myself - That were the little load - I bring thee the departed Heart I had not strength to hold - The Heart I cherished in my own - |
Padre - ti porto - non me stessa - Sarebbe un carico esiguo - Ti porto il Cuore scomparso Che non ebbi la forza di trattenere - Il Cuore che serbai nel mio - |
Il cuore "carried (o cherished) in my own" è metafora di un amore troppo grande per diventare realtà, un amore serbato nell'intimo e scomparso lasciando dietro di sé una sofferenza che non può essere condivisa con nessuno; soltanto il cielo potrà capirla e assorbirne la dolorosa grandezza nella sua infinità. |
J218 (1861) / F189 (1861)
Is it true, dear Sue? Are there two? I should'nt like to come For fear of joggling Him! If you could shut him up In a Coffee Cup, Or tie him to a pin Till I got in - Or make him fast To "Toby's" fist - Hist! Whist! I'd come! |
È vero, cara Sue? Siete in due? Non vorrei venire Per paura di farlo trasalire! Se lo si potesse chiudere In un Tazza da Caffè, O fissarlo a uno spillo Finché fossi lì - O metterlo al sicuro Nelle mani di "Toby" - Zitta zitta! Verrei! |
Nelle edizioni Johnson, sia delle poesie che delle lettere (L232), al verso 5 il pronome "you" è trascritto "I". |
Inviata a Susan per la nascita di Edward, il 19 giugno 1861. Susan scrisse in fondo alla poesia: "1860 - scritta il giorno della nascita di Ned - Toby era il gatto -", ma la parte inferiore della pagina (che conteneva l'ultimo verso e questa annotazione) è ora perduta. |
J219 (1861) / F318 (1862)
She sweeps with many-colored Brooms - And leaves the shreds behind - Oh Housewife in the Evening West - Come back - and dust the Pond! You dropped a Purple Ravelling in - And still, she plies her spotted Brooms - |
Spazza con Scope multicolori - E si lascia dietro la laniccia - Oh Massaia del Serotino Occidente - Ripassa - e spolvera lo Stagno! Ti ci è caduto dentro un Purpureo Frammento - E ancora, insiste con le sue variegate Scope - |
Il testo riportato sopra è nei fascicoli; un'altra copia fu inviata a Susan (nel 1862 per Johnson, nel 1865 per Franklin), con la terza strofa diversa: |
And still she plies Her spotted thrift And still the scene prevails Till Dusk obstructs the Diligence - Or Contemplation fails. |
E ancora insiste nella Sua variegata pulizia E ancora domina la scena Finché l'Oscurità ostacola la Diligenza - O la Contemplazione viene meno. |
Il tramonto come una massaia attiva ma un po' sbadata, visto che si lascia dietro laniccia e stracci, anche se di smeraldo. Ma bisogna capirla: dev'essere per forza veloce e un po' affannata, perché le sue scope non tarderanno a trasformarsi in stelle e il lavoro va concluso prima del calare della notte. |
J220 (1861) / F188 (1861)
Could I - then - shut the door - Lest my beseeching face - at last - Rejected - be - of Her? |
Potrei io - allora - chiudere la porta - Per paura che il mio volto implorante - alla fine - Respinto - sia - da Lei? |
Inviata a Susan (L239). Nella nota alla lettera (un biglietto con i soli versi) Johnson scrive: "Da questo biglietto trapela la tensione che si sviluppò fra ED e Sue, quando il piccolo Ned iniziò ad assorbire l'attenzione di quest'ultima." |
J221 (1861) / F265 (1861)
It cant be "Summer"! That - got through! It's early - yet - for "Spring"! There's that long town of White - to cross - Before the Blackbirds sing! It cant be "Dying"! It's too Rouge - The Dead shall go in white - So Sunset shuts my question down With Cuffs of Chrysolite! |
Non può essere l'"Estate"! Quella - è passata! È presto - ancora - per la "Primavera"! C'è quella lunga città di Bianco - da traversare - Prima che i Merli cantino! Non può essere la "Morte"! È troppo Rosso - I Morti vestono di Bianco - Così il Tramonto tronca il mio dubbio A Colpi di Crisolito! |
Il testo riportato sopra è nei fascicoli; un'altra copia fu inviata a Catherine Scott che, nella trascrizione fatta per Susan dopo la morte di ED, scrisse: "Emily aveva mandato questa poesia, con tre teste di trifoglio e alcune brillanti foglie autunnali." |
Il tramonto può essere splendore di colori estivi, ma anche metafora di morte, di conclusione. Inserito nell'incessante ciclo della natura zittisce i nostri dubbi interpretativi ed è come se ci invitasse a non farci troppe domande, a godere semplicemente della sua preziosa bellezza. |
J222 (1861) / F49 (1859)
When Katie walks, this simple pair accompany her side, When Katie runs unwearied they follow on the road, When Katie kneels, their loving hands still clasp her pious knee - Ah! Katie! Smile at Fortune, with two so knit to thee! |
Quando Katie cammina, questa semplice coppia sia al suo fianco, Quando Katie corre instancabile la seguano sulla via, Quando Katie s'inginocchia, le loro mani devote stringano ferme il pio ginocchio - Ah! Katie! Sorridi alla Fortuna, con due così intrecciate a te! |
Il manoscritto è perduto e il testo deriva da una trascrizione della destinataria, Catherine (Katie) Scott, consegnata a Susan dopo la morte di ED con questa annotazione: "Emilie fece ai ferri un paio di giarrettiere per me e le mandò con questi versi." (vedi anche la lettera n. 208, datata da Johnson 1859). |
"Knit" (ultimo verso) significa sia "unire, far combaciare" che "lavorare a maglia"; nell'originale i due significati convivono in un gioco di parole che ho cercato di suggerire traducendo con "intrecciate". |
J223 (1861) / F258 (1861)
I Came to buy a smile - today - But just a single smile - The smallest one upon your cheek - Will suit me just as well - The one that no one else would miss It shone so very small - I'm pleading at the "counter" - sir - Could you afford to sell? I've Diamonds - on my fingers! |
Sono Venuta a comprare un sorriso - oggi - Non più di un singolo sorriso - Il più piccolo sulle vostre gote - Andrà benissimo per me - Quello che a nessun altro mancherebbe Ha uno splendore così esiguo - Sto supplicando al "banco" - signore - Potreste offrirvi di vendere? Ho Diamanti - sulle dita! |
La versione riportata sopra è quella nei fascicoli. Un'altra copia fu inviata a Samuel Bowles, con qualche modifica nella punteggiatura e una modifica al verso 3 (indicata come variante nei fascicoli): "face" ("volto") al posto di "cheek". |
Il sorriso del primo verso può essere inteso sia come la richiesta di ricambiare un amore finora a senso unico, sia come la giocosa voglia di un gesto espansivo, di una espressione di sentimenti che restano spesso nascosti dietro i rigidi protocolli delle convenzioni sociali. |
J224 (1861) / F253 (1861)
I've nothing else - to bring, You know - So I keep bringing These - Just as the Night keeps fetching Stars To our familiar eyes - Maybe, we should'nt mind them - |
Non ho nient'altro - da offrire, lo sai - Così continuo a offrire Questi - Proprio come la Notte continua a mostrare Stelle Ai nostri occhi assuefatti - Probabilmente, non le notiamo - |
La versione riportata sopra è quella nei fascicoli. Un'altra copia fu inviata, identica a parte alcune varianti nella punteggiatura, a Samuel Bowles. |
Probabilmente la poesia accompagnava dei fiori. Ma "Questi" potrebbero anche essere il vero dono inviato all'amico: i versi stessi. |
J225 (1861) / F197 (1861)
Jesus! thy Crucifix Enable thee to guess The smaller size! Jesus! thy second face |
Gesù! La tua Croce Ti concede di percepire Le dimensioni più esigue! Gesù! il tuo secondo volto |
La versione riportata sopra è quella nei fascicoli. I versi, in una versione identica a parte alcune varianti nella punteggiatura, sono anche in una lettera a Samuel Bowles del dicembre1861 (L242). |
La parte divina di Gesù gli consente di capire tutto di noi, anche quelle cose che sfuggono alla nostra percezione di esseri mortali. Il suo secondo volto, quello umano, lo rende ancora più vicino a noi e ci fa sperare di essere guardati con un occhio familiare, in un aldilà che immaginiamo tanto diverso da ciò a cui siamo abituati. |
J226 (1861) / F275 (1862)
Should you but fail at - Sea - In sight of me - Or doomed lie - Next Sun - to die - Or rap - at Paradise - unheard - I'd harass God - Until He let you in! |
Dovessi tu non farcela in - Mare - Sotto i miei occhi - O condannato fossi - Al nuovo Sole - a morire - O bussassi - in Paradiso - inascoltato - Io tormenterei Dio - Finché non ti lasciasse entrare! |
A conclusione di una lettera a Samuel Bowles dell'inizio del 1862 (L249). Johnson data la lettera 1862, anziché 1861 come nell'edizione delle poesie. |
Visto che la morte è l'ultimo e inevitabile atto della vita, il desiderio più grande nei confronti di una persona che si ama è quello di poterle aprire le porte del cielo, di assicurare per lei un'immortalità nella parte giusta dell'aldilà. |
J227 (1861) / F198 (1861)
Teach Him - When He makes the names - Such an one - to say - On his babbling - Berry - lips - As should sound - to me - Were my Ear - as near his nest - As my thought - today - As should sound - "Forbid us not" - Some like "Emily." |
Insegnagli - Quando compita i nomi - Uno in particolare - a dirne - Con le sue balbettanti - labbra - di Bacca - Come suonerebbe - a me - Fosse il mio Orecchio - vicino al suo nido - Così al mio pensiero - oggi - Suonerebbe - "Non proibiteci" - Più o meno come "Emily". |
La poesia fu inviata a Samuel Bowles poco prima della nascita del figlio, Charles Allen Bowles, il 19 dicembre 1861. I versi sono preceduti da "Baby -". |
Gli auguri per la prossima nascita di un figlio si trasformano in un incitamento a insegnargli il valore della libertà, a cominciare da subito a rifiutare i mille divieti che la vita ci para davanti. Ma, soprattutto, è significativo che ED accosti il suo nome a questa voglia di ribellarsi, come se si identificasse in quel "Forbid us not", che suona alle sue orecchie come suonerebbe il suo nome pronunciato a fatica da un bimbo che impara a parlare. |
J228 (1861) / F321 (1862)
Blazing in Gold - and Quenching - in Purple! Leaping - like Leopards - to the sky - Then - at the feet of the old Horizon - Laying it's spotted face - to die! Stooping as low as the kitchen window - |
Sfavillando nell'Oro - e Spegnendosi - nel Porpora! Balza - come i Leopardi - verso il cielo - Quindi - ai piedi del vecchio Orizzonte Posa il volto chiazzato - per morire! Chinandosi fino alla finestra di cucina - |
La versione riportata sopra è quella nei fascicoli, dove, al verso 3, ED aveva scritto "in", poi cancellato e sostituito con "to" (Franklin ritiene che la sostituzione sia avvenuta nel 1866). La poesia apparve nel "Drum Beat" del 29 febbraio 1864 e poi anche nello"Springfield Daily Republican" del 30 marzo e nello "Springfield Weekly Republican" del 2 aprile dello stesso anno. Nel 1866 fu poi acclusa, insieme ad altre tre, in una lettera a Higginson del 9 giugno (L319). |
Il sole descritto in due strofe dal registro molto diverso. Nella prima le sue caratteristiche più maestose, sfavillanti e solenni insieme, che lo proiettano in cielo e poi lo fanno declinare altrettanto solennemente, come viene riassunto nei primi due versi, dove il "Gold" e il "Purple" accompagnano con i loro preziosi colori il suo ciclo vitale giornaliero, un ciclo che racchiude nel suo incessante rinnovarsi tutti gli altri cicli naturali. Nella seconda la sua vicinanza con il mondo che illumina e riscalda, i gesti familiari verso le finestre, i tetti, i fienili, i pascoli, conclusi con il giocoso accostamento a un giocoliere, che sparisce lasciandoci la certezza del suo immancabile riapparire. |
J229 (1861) / F289 (1862)
A Burdock - clawed my Gown - Not Burdock's - blame - But mine - Who went too near The Burdock's Den - A Bog - affronts my shoe - 'Tis Minnows can despise! |
Una Lappola - ha lacerato la mia Veste - Non della Lappola - la colpa - Ma mia - Che andai troppo vicina Alla Tana della Lappola - Un Pantano - oltraggia la mia scarpa - Solo i Pesciolini possono sdegnarsi! |
I versi furono inviati ad Austin (L240) preceduti da "Father said Frank Conkey - touched you -" ("Papà ha detto che Frank Conkey - ti ha contagiato -"). Evidentemente il padre non approvava i contatti del figlio con Ithamar Francis Conkey, avvocato di Amherst e suo rivale politico. |
A Burdock twitched my Gown Not Burdock's blame - but mine Who went too near the Burdock's Den - A Bog affronts my shoe. 'Tis Minnows - should despise |
Una Lappola ha strappato la mia Veste - Non della Lappola la colpa - ma mia Che andai troppo vicina alla Tana della Lappola - Un Pantano oltraggia la mia scarpa. Solo i Pesciolini - si sdegnerebbero |
La versione inviata ad Austin ha un riferimento preciso: un rivale politico del padre, che lo stava evidentemente contagiando con le sue idee, verso il quale ED mette in guardia il fratello. Il fatto che ED abbia poi inserito la poesia nei fascicoli è indicativo di come la considerasse valida anche in senso più generale: un invito a guardare in alto, senza curarsi troppo di "lappole" o "pantani", ma anche a non lamentarsi di cose che, in fin dei conti, molto spesso ci siamo andati a cercare. |
J230 (1861) / F244 (1861)
We - Bee and I - live by the quaffing - 'Tis'nt all Hock - with us - Life has it's Ale - But it's many a lay of the Dim Burgundy - We chant - for cheer - when the Wines - fail - Do we "get drunk"? While runs the Rhine - |
Noi - il Bombo e io - viviamo per tracannare - Non è tutto Vino del Reno - il nostro - La vita ha la sua Birra - Ma sono molte le ballate della Vaga Borgogna - Che cantiamo - per tenerci su - quando il Vino - manca - Ci "ubriachiamo"? Finché scorre il Reno - |
L'ebbrezza dell'estate, che ci coinvolge e ci fa sentire vicini a una natura che si ubriaca insieme a noi. |
J231 (1861) / F245 (1861)
God permits industrious Angels - Afternoons - to play - I met one - forgot my schoolmates - All - for Him - straightway - God calls home - the Angels - promptly - |
Dio permette agli industriosi Angeli - Il pomeriggio - di giocare - Ne incontrai uno - dimenticai i miei compagni di scuola - Tutti - per Lui - all'istante - Dio richiama a casa - gli Angeli - puntualmente - |
È difficile tornare alla vita di tutti i giorni dopo essere stati, anche per un solo momento, al cospetto di un "angelo". |
J232 (1861) / F246 (1861)
The Sun - just touched the Morning - The Morning - Happy thing - Supposed that He had come to dwell - And Life would all be Spring! She felt herself supremer - The Morning - fluttered - staggered - |
Il Sole - sfiorò appena la Mattina - La Mattina - Felice creatura - Immaginò Lui venuto per restare - E tutta la Vita come una Primavera! Si sentì più in alto di tutto - La Mattina - turbata - esitante - |
L'eterna illusione del mattino: ogni giorno immagina il sorgere del sole come definitivo, si sente nobilmente investito da quella luce che sembra elevarlo al di sopra di tutto; poi, inevitabilmente, il sole compie il suo ciclo, lasciando qua e là scintille luminose che sembrano diademi pronti ad adornare la fronte del giorno; e allora il mattino prova a cercare su di sé quell'illusoria corona, ma trova soltanto una nuda fronte, priva ormai della consacrazione di una luce che sembrava eterna e si trasforma invece in un incombente crepuscolo. |
J233 (1861) / F247 (1861)
The Lamp burns sure - within - Tho' Serfs - supply the Oil - It matters not the busy Wick - At her phosphoric toil! The Slave - forgets - to fill - |
La Lampada arde sicura - dentro - Tuttavia i Servi - provvedono all'Olio - Non se ne preoccupa l'indaffarato Stoppino - Intento alla sua fosforica fatica! La Schiava - dimentica - di riempirla - |
La luce che abbiamo dentro è capace di ardere da sola, non ha bisogno di quegli interventi esterni che sembrano nutrirla ma in realtà non aggiungono nulla al suo splendore, nascosto nell'intimo. Lo stoppino che ci arde dentro non si preoccupa se là fuori ci sia o no qualcuno incaricato di provvedere a quell'olio, un olio capace soltanto di dargli una luce apparente, che non ha nulla a che vedere con quella vera, immortale. |
J234 (1861) / F249 (1861)
You're right - "the way is narrow" - And "difficult the Gate" - And "few there be" - Correct again - That "enter in - thereat" - 'Tis Costly - So are purples! And after that - there's Heaven - |
Hai ragione - "la via è angusta" - E "difficile la Porta" - E "pochi ce ne sono" - di nuovo Esatto - Che "entrano - in quel luogo" - È Costosa - così è la porpora! E dopo quella - c'è il Paradiso - |
La difficoltà di entrare nel regno dei cieli si spoglia della sua solennità e diventa una questione mercantile, con l'uso reiterato di termini economici (costly, price, discount, brokers, dividend) che la fanno apparire una sorta di bilancino tra costi e benefici. Nell'ultimo verso, che da una parte smentisce e dall'altra completa l'iniziale "You're right", si impone il dubbio che rimette tutto in discussione. |
J235 (1861) / F250 (1861)
The Court is far away - No Umpire - have I - My Sovreign is offended - To gain his grace - I'd die! I'll seek his royal feet - That Empire - is of Czars - |
La Corte è assai lontana - Arbitro - non ho - Il mio Sovrano è offeso - Per ottenere grazia - morirei! Mi getterò ai suoi piedi regali - Quell'Impero - è di Zar - |
L'amato, il re di un cuore innamorato, è ormai lontano, irraggiungibile, sordo a ogni implorazione; l'unica cosa che resta è la speranza di poter un giorno condividere con lui quel regno in cui la nobiltà non sarà più una vuota apparenza, ma un rango riservato a tutti coloro che ne faranno parte (vedi anche gli ultimi due versi della J226-F275). |
J236 (1861) / F251 (1861)
If He dissolve - then - there is nothing - more - Eclipse - at Midnight - It was dark - before - Sunset - at Easter - Would but some God - inform Him - Say - that a little life - for His - |
Se Lui si dissolve - allora - non c'è nulla - più - Eclissi - a Mezzanotte - Era buio - prima - Tramonto - a Pasqua- Dovrebbe almeno qualche Dio - informarlo - Di' - che una piccola vita - per la Sua - |
Il "Lui" del primo verso racchiude in sé tutto il mondo di chi ama; se sparisse non resterebbe nulla, se non un buio eterno, intangibile anche da tutto ciò che è simbolo di luce, di rinascita: il sole, la resurrezione, l'alba, la stella che annunciava il salvatore. Solo un dio potrebbe essere capace di scongiurare quella separazione: ma "Lui" sarà capace di ascoltarlo, di accorgersi di quel cuore spezzato, di capire che il tempo che ci è concesso sta ormai per scadere? |
J237 (1861) / F252 (1861)
I think just how my shape will rise - When I shall be "forgiven" - Till Hair - and Eyes - and timid Head - Are out of sight - in Heaven - I think just how my lips will weigh - I mind me that of Anguish - sent - And so I con that thing - "forgiven" - |
Penso a come il mio corpo risorgerà - Quando sarò "perdonata" - Non appena i Capelli - e gli Occhi - e il timido Capo - Saranno al di là del visibile - in Cielo - Penso a come le mie labbra si leveranno - Rammento che d'Angoscia - spinsi - E così ripasso quella parola - "perdonata" - |
Nei primi versi il perdono del cielo e la resurrezione sembrano dati di fatto, qualcosa che non può essere messa in dubbio; ma subito in quel corpo ormai al di là del visibile si riaffacciano i desideri della vita mortale, di un "lui" che, sia pure tardivamente, si accorga delle angosce provate, di quel cuore spezzato: e allora, negli ultimi versi, è come se ci fosse un ripensamento, un rivedere quel perdono che sembrava risolutore, un aggrapparsi alla speranza che il rifiuto della fede a favore di una "lunga, luminosa e più estesa fiducia" possa ancora ridarci in vita ciò che sentivamo perduto. E allora quel cuore resti pure "non assolto", perché la breve felicità di un momento può essere più desiderata di un perdono ottenuto a prezzo della rinuncia. |
J238 (1861) / F309 (1862)
Kill your Balm - and it's Odors bless you - Bare your Jessamine - to the storm - And she will fling her maddest perfume - Haply - your Summer night to Charm - Stab the Bird - that built in your bosom - |
Uccidi il tuo Balsamo - e i suoi Odori ti esalteranno - Esponi il tuo Gelsomino - alla tempesta - E diffonderà il suo più folle profumo - Forse - per Incantare la tua notte d'Estate - Pugnala l'Uccello - che è annidato nel tuo petto - |
L'amore non accetta di essere sconfitto; anche se lo respingi, se riesci a scacciarlo, non farà altro che esprimere con più forza un sentimento impossibile da soffocare. |
J239 (1861) / F310 (1862)
"Heaven" - is what I cannot reach! The Apple on the Tree - Provided it do hopeless - hang - That - "Heaven" is - to Me! The Color, on the cruising cloud - Her teazing Purples - Afternoons - |
"Cielo" - è ciò che non posso raggiungere! La Mela sull'Albero - Purché sia impossibile - da cogliere - Quella - è "Cielo" - per Me! Il Colore, sulle nubi veleggianti - Le sue Porpore beffarde - i Pomeriggi - |
Nei primi versi tre suggestioni bibliche: la mela dell'Eden, le nubi come simbolo divino (vedi p.es. Esodo 16,10), la terra promessa proibita a Mosè. Tre simboli di rinuncia, di luoghi irraggiungibili e proibiti che diventano gli unici desiderabili, come se la conoscenza, e non la fede cieca e senza domande, possa permetterci di raggiungere un Paradiso altrimenti privo di attrattive per la nostra mente avida di sapere e di consapevolezza. Nell'ultima strofa i colori purpurei del tramonto sembrano la beffarda illusione di uno stregone, che tenta di incantarci con le sue arti e, nello stesso tempo, guarda con sdegnosa sufficienza alle nostre domande. |
J240 (1861) / F262 (1861)
Ah, Moon - and Star! You are very far - But were no one Farther than you - Do you think I'd stop For a Firmament - Or a Cubit - or so? I could borrow a Bonnet But, Moon, and Star, |
Ah, Luna - e Stella! Siete molto lontane - Ma se nessuno fosse Più lontano di voi - Credete che mi bloccherei Per un Firmamento - O un Cubito - o altro? Potrei prendere il Berretto Ma, Luna, e Stella, |
La versione riportata sopra è la prima trascritta nei fascicoli (fasc. 11); una seconda versione è nel fascicolo 14, con alcuni versi uniti (3/4, 5/6, 8/9) e due varianti: "leap to you" ("balzerei da voi") al posto di "be with you" al v. 12 e "And I cannot go!" ("Ed io non posso andarci!") al posto di "So I can never go!" nell'ultimo verso. |
Il protagonista della poesia è nominato direttamente solo nel penultimo verso: l'amato lontano e irraggiungibile, al di là di qualsiasi distanza, anche di quelle apparentemente così remote della luna e delle stelle. |
J241 (1861) / F339 (1862)
I like a look of Agony, Because I know it's true - Men do not sham Convulsion, Nor simulate, a Throe - The Eyes glaze once - and that is Death - |
Mi piace l'aspetto dell'Agonia, Perché so che è sincero - Non si manipolano le Convulsioni, Né si simula, uno Spasimo - Occhi vitrei in un momento - e quella è Morte - |
Nel manoscritto, prima della seconda strofa, ci sono due parole cancellate: "Death, comes" ("La Morte, arriva"). |
Nulla vi può essere di più sincero del momento della morte, quando l'angoscia (familiare perché la paura di morire ci ha accompagnato per tutta la vita) ci imperla la fronte di sudore freddo: nessuno riuscirà mai a simulare quei momenti, unici e terribili. |
J242 (1861) / F343 (1862)
When we stand on the tops of Things - And like the Trees, look down - The smoke all cleared away from it - And Mirrors on the scene - Just laying light - no soul will wink The Perfect, nowhere be afraid - The Stars dare shine occasionally |
Quando staremo sulla sommità delle Cose - E come gli Alberi, guarderemo giù - Il fumo si sarà del tutto dissipato - E Specchi sulla scena - A spargere luce - nessun'anima strizzerà gli occhi I Perfetti, in nessun luogo hanno paura - Le Stelle osano brillare talvolta |
In un aldilà al di sopra di tutto, il fumo del mistero sarà finalmente diradato per lasciare spazio alla luce della conoscenza. Sarà una luce abbagliante, come riflessa da innumerevoli specchi, ma solo le anime che avranno peccato cercheranno di difendersi da quell'immenso bagliore, le altre guarderanno con avidità, e non con paura, a quello spettacolo finalmente chiaro e privo di dubbi, perché i puri sanno mantenere la loro luce, debole ma salda come quella di una stella, anche in un mondo pieno di difetti, fino a quando, nel momento della prova suprema, potranno brillare come un sole padrone del proprio destino. |
J243 (1861) / F257 (1861)
I've known a Heaven, like a Tent - To wrap it's shining Yards - Pluck up it's stakes, and disappear - Without the sound of Boards Or Rip of Nail - Or Carpenter - But just the miles of Stare - That signalize a Show's Retreat - In North America - No Trace - no Figment of the Thing |
Ho visto un Cielo, come un Tendone - Avvolgere i suoi Spazi lucenti - Tirare su i pali, e scomparire - Senza rumore di Assi O Strappo di Chiodo - O Falegname - Ma solo le miglia di Fissità - Che segnalano la Partenza di un Circo - Nel Nord America. Né Traccia - né Finzione di Ciò |
La notte-morte fa scomparire silenziosamente tutto ciò che riempiva di meraviglia il nostro sguardo; e il giorno-vita, ormai dissolto, lascia solo un pallido ricordo, come un bagliore in lontananza che dura un attimo e poi scompare. |
J244 (1861) / F242 (1861)
It is easy to work when the soul is at play - But when the soul is in pain - The hearing him put his playthings up Makes work difficult - then - It is simple, to ache in the Bone, or the Rind - |
È facile andare avanti quando l'anima gioca - Ma quando l'anima è in pena - Il sentirla riporre i suoi giocattoli - Rende arduo il cammino - allora - È naturale, il dolore nelle Ossa, o sulla Pelle - |
I dolori interiori straziano molto di più di quelli visibili. |
J245 (1861) / F261 (1861)
I held a Jewel in my fingers - And went to sleep - The day was warm, and winds were prosy - I said "'Twill keep" - I woke - and chid my honest fingers, |
Stringevo un Gioiello fra le dita - E mi addormentai - Il giorno era caldo, e i venti erano monotoni - Dissi: "Rimarrà" - Mi svegliai - e sgridai le incolpevoli dita, |
Quando perdiamo ciò che credevamo saldamente in nostro possesso a nulla vale cercare il colpevole, perché quasi mai sapremo il vero perché di quella perdita. Resta la memoria di quel "gioiello" scomparso, ma anche il rimpianto di non averlo saputo trattenere, forse perché, troppo sicuri di noi, ci siamo addormentati in una rassicurante abitudine anziché viverlo con l'intensità che meritava. |
J246 (1861) / F264 (1861)
Forever at His side to walk - The smaller of the two! Brain of His Brain - Blood of His Blood - Two lives - One Being - now - Forever of His fate to taste - All life - to know each other - |
Per sempre al Suo fianco camminare - La più piccola dei due! Mente della Sua Mente - Sangue del Suo Sangue - Due vite - Un Essere - ora - Per sempre del Suo destino cibarmi - Tutta la vita - sapere l'uno dall'altro - |
All'inizio una visione convenzionale del rapporto uomo-donna ("The smaller of the two!") subito riscattata dai versi che seguono, dove il rapporto di dedizione diventa una unione che trova il suo completamento nell'immortalità, della vita e dell'amore. Negli ultimi due versi il guizzo dickinsoniano, che chiama in causa il dubbio e il mistero, con quell'immagine così semplice e così efficace di "estatici assembramenti umani", ormai liberi di decifrare un enigma che nessun vocabolario mortale è capace di sciogliere. |
J247 (1861) / F266 (1861)
What would I give to see his face? I'd give - I'd give my life - of course - But that is not enough! Stop just a minute - let me think! I'd give my biggest Bobolink! That makes two - Him - and Life! You know who "June" is - I'd give her - Roses a day from Zenzibar - And Lily tubes - like wells - Bees - by the furlong - Straits of Blue Navies of Butterflies - sailed thro' - And dappled Cowslip Dells - Then I have "shares" in Primrose "Banks" - Now - have I bought it - |
Cosa darei per vedere il suo volto? Darei - darei la mia vita - naturalmente - Ma ciò non è abbastanza! Aspettate un momento - lasciatemi pensare! Darei il mio Bobolink più grande! Così siamo a due - Lui - e la Vita! Sapete chi è "Giugno" - Darei lui - Rose di giornata da Zanzibar - E calici di Gigli - come pozzi - Api - a spanne - Canali d'Azzurro Che flotte di Farfalle - traversarono - E screziate Vallette di Primule - Poi ho "interessi" in "Banchi" di Pratolina - Adesso - l'ho comprata - |
Il volto dell'amato non ha prezzo e l'avaro Shylock shakespeariano sembra alla fine non avere scelta: talmente alto e diversificato è il prezzo offerto che anche lui dovrà cedere e accettare quell'accordo. |
J248 (1861) / F268 (1861)
Why - do they shut me out of Heaven? Did I sing - too loud? But - I can say a little "minor" Timid as a Bird! Would'nt the Angels try me - Oh, if I - were the Gentleman |
Perché - mi hanno chiusa fuori dal Cielo? Cantavo - troppo forte? Ma - posso ripetere un po' in "minore" Timida come un Uccello! Volessero gli Angeli mettermi alla prova - Oh, se io - fossi il Signore |
La fede non ammette domande, accetta soltanto il silenzio di un credere senza dubbi. Per chi non si conforma a quel silenzio le porte del cielo sono chiuse. |
J249 (1861) / F269 (1861)
Wild nights - Wild nights! Were I with thee Wild nights should be Our luxury! Futile - the winds - Rowing in Eden - |
Notti selvagge - Notti selvagge! Fossi io con te Notti selvagge sarebbero La nostra voluttà! Futili - i venti - Vogare nell'Eden - |
L'esplicita accentuazione erotica dei versi fece sorgere dei dubbi di opportunità anche al "liberal" Higginson, che in una lettera a Mabel Todd del 21 aprile 1891, mentre stavano preparando insieme il secondo volume delle poesie, scrisse: "Solo per una poesia ho qualche timore - quella meravigliosa 'Wild nights', - dove ho paura che i maligni possano leggere più di quanto la vergine reclusa abbia voluto esprimere nei versi. Miss Lavinia ha qualche incertezza al riguardo? Capirete e perdonerete la mia premura. Eppure che perdita sarebbe ometterla! Non è davvero da omettere." (vedi nota nell'edizione Johnson, pag. 180). |
J250 (1861) / F270 (1861)
I shall keep singing! Birds will pass me On their way to Yellower Climes - Each - with a Robin's expectation - I - with my Redbreast - And my Rhymes - Late - when I take my place in summer - |
Terrò in serbo il canto! Gli uccelli mi oltrepasseranno Nel loro cammino verso Climi più Gialli - Ciascuno - con le aspettative di un Tordo - Io - col mio Pettirosso E le mie Rime - Più tardi - quando prenderò posto nell'estate - |
Un elogio della maturità, qui vista come capacità poetica di produrre "a fuller tune" quando si è arrivati all'estate, al culmine, della vita. Nei primi versi c'è come un consiglio a frenare l'impazienza, a lasciarsi oltrepassare da quegli uccelli che corrono verso climi più caldi senza saper aspettare una maturazione che richiede il tempo stabilito dai cicli naturali. |