The Complete Poems
Tutte le poesie
J151 - 200
Traduzione e note di Giuseppe Ierolli
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Indice Johnson
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J151 (1859) / F133 (1860)
Mute thy Coronation - Meek my Vive le roi, Fold a tiny courtier In thine Ermine, Sir, There to rest revering Till the pageant by, I can murmur broken, Master, It was I - |
Muta la tua Incoronazione - Umile il mio Vive le roi, Avvolgi un minuto cortigiano Nel tuo Ermellino, Signore, Là resterò riverente Finché passato il corteo, Potrò mormorare malferma, Maestro, ero io - |
L'estatica ammirazione per un "Master", citato più volte sia nelle poesie che nelle lettere, la cui identità ha resistito a tutti gli attacchi dei biografi dickinsoniani. |
J152 (1860) / F182 (1860)
The Sun kept stooping - stooping - low! The Hills to meet him rose! On his side, what Transaction! On their side, what Repose! Deeper and deeper grew the stain Was crowded dense with Armies - Charged, from my chimney Corner - |
Il Sole si teneva curvo - curvo - basso! Le Colline per incontrarlo si levarono! Dalla sua parte, che Transazione! Dalla loro parte, che Riposo! Sempre più profonda crebbe la macchia Fu pieno zeppo di Armate - Attaccai, dall'Angolo del camino - |
La natura sembra ingaggiare una lotta contro il tramonto, ma le sue armate non riescono a sovrastare quel porpora che a poco a poco vince sulla luce del giorno; quando il tardivo guerriero, al riparo del focolare, si decide all'attacco, ormai non c'è più nulla per cui combattere. |
J153 (1860) / F166 (1860)
Dust is the only Secret - Death, the only One You cannot find out all about In his "native town." Nobody knew "his Father" - Industrious! Laconic! Builds, like a Bird, too! |
Polvere è l'unico Segreto - Morte, l'unica Creatura Di cui non si può scoprire nulla Nella sua "città natale". Nessuno conobbe "suo Padre" - Operosa! Laconica! Costruisce, come un Uccello, anche! |
In un'altra versione, inviata a Susan, "stiller" (v. 12) diventa "swifter" ("più rapida"). |
La morte non ha patria, non ha storia, né infanzia o compagni, sfugge completamente alle definizioni di cui siamo capaci; sappiamo soltanto che arriva spavalda e silenziosa (o rapida nella variante inviata a Susan) e, come un abile contrabbandiere, elude ogni ostacolo e ci porta in un luogo misterioso per un altrettanto misterioso riposo. |
J154 (1860) / F173 (1860)
Except to Heaven, she is nought. Except for Angels - lone. Except to some wide-wandering Bee A flower superfluous blown. Except for winds - provincial. The smallest Housewife in the grass, |
Eccetto per il Cielo, è nullità. Eccetto per gli Angeli - sola. Eccetto per qualche Ape vagabonda Un fiore sbocciato inutilmente. Eccetto per i venti - provinciale. Una minuscola Massaia in mezzo all'erba, |
Un'umile pratolina sembra non significare nulla, non avere nessuno che la noti, ma basta sottrarla al prato e un luogo familiare diventa improvvisamente estraneo, privo di qualcosa di apparentemente ignorato che sembra assumere un'identità soltanto con la sua assenza. |
J155 (1860) / F217 (1861)
The murmur of a Bee A Witchcraft - yieldeth me - If any ask me why - 'Twere easier to die - Than tell - The Red upon the Hill The Breaking of the Day |
Il mormorio di un'Ape Una Magia - produce in me - Se qualcuno mi chiede perché - Sarebbe più facile morire - Che dire - Il Rosso sulla Collina L'Interrompersi del Giorno |
Tre eventi della natura, magici, quasi impossibili da descrivere, che sembrano con la loro bellezza e il loro mistero testimoniare la presenza di Dio. L'ultimo è l'essere umano, la sua mente consapevole e avida di sapere cosa c'è al di là del mondo visibile, di quel giorno che si interrompe per condurci in un luogo molto più elevato rispetto al nostro rango di mortali, una mente spiegabile soltanto dal suo creatore. |
J156 (1860) / F218 (1861)
You love me - you are sure - I shall not fear mistake - I shall not cheated wake - Some grinning morn - To find the Sunrise left - And Orchards - unbereft - And Dollie - gone! I need not start - you're sure - Be sure you're sure - you know - |
Mi ami - sei sicura - Non devo temere errore - Non mi sveglierò ingannata - Qualche ghignante mattino - Per trovare l'Alba rimasta - E i Frutteti - intatti - E Dollie - partita! Non devo palpitare - sei sicura - Assicurati di esserne sicura - lo sai - |
"Dollie" (vv. 7 e 12 - vedi anche la J51-F41 e la J158-F222) era un nomignolo affettuoso per Susan, a cui fu probabilmente inviata questa poesia, trascritta nei fascicoli. |
J157 (1860) / F229 (1861)
Musicians wrestle everywhere - All day - among the crowded air I hear the silver strife - And - waking - long before the morn - Such transport breaks upon the town I think it that "New life"! It is not Bird - it has no nest - Some - say - it is "the Spheres" - at play! |
Musicisti si cimentano ovunque - Tutto il giorno - nell'aria affollata Odo l'argenteo conflitto - E - svegliandomi - assai prima del mattino - Un tale trasporto irrompe nella città Che penso sia quella la "Nuova vita"! Non è Uccello - non ha nido - Qualcuno - dice - che siano "le Sfere" - a suonare! |
In un'altra versione, inviata a Susan, il "wrestle" del primo verso diventa "wrestling" ("che si cimentano"). |
La musica delle sfere celesti (v. 13) come suono primordiale che ha dato il "la" al tempo (vv 11 e 12), ma anche come un suono incorporeo (v. 8) che sembra accompagnare la nostra vita mortale (vv. 2 e 3) dandoci come un presagio di quella che sarà la nostra nuova vita (v. 6) in un luogo dove, forse, ci sarà concesso di diradare il mistero (v. 18). |
J158 (1860) / F222 (1861)
Dying! Dying in the night! Wont somebody bring the light So I can see which way to go Into the everlasting snow? And "Jesus"! Where is Jesus gone? Somebody run to the great gate |
Morente! Morente nella notte! Non porterà luce qualcuno Ch'io possa vedere quale via percorrere Nella perpetua neve? E "Gesù"! Dov'è andato Gesù? Qualcuno corra al cancello grande |
"Dollie" (vv. 10 e 12 - vedi anche la J51-F41 e la J156-F218) era un nomignolo affettuoso per Susan, a cui fu probabilmente inviata questa poesia, trascritta nei fascicoli. |
J159 (1860) / F135 (1860)
A little Bread - a crust - a crumb - A little trust - a demijohn - Can keep the soul alive - Not portly, mind! but breathing - warm - Conscious - as old Napoleon, The night before the crown! A modest lot - A fame petite - |
Un po' di Pane - una crosta - una briciola - Un po' di speranza - una damigiana - Possono tenere viva l'anima - Non grassa, badate! ma palpitante - calda - Consapevole - come il vecchio Napoleone, La notte prima dell'incoronazione! Una sorte modesta - Una fama piccina - |
La vita terrena può sembrare ricca, vasta nei suoi multiformi aspetti, dallo sfarzo del trono alla briciola che basta appena a sfamare, ma dobbiamo essere consapevoli che tutto ciò appartiene alla cerchia ristretta del nostro destino mortale; per trovare di più, per sperimentare qualcosa che vada ben al di là di quello che la vita ci concede dobbiamo guardare oltre, a quello che ci aspetta dopo la morte. |
J160 (1860) / F132 (1860)
Just lost, when I was saved! Just felt the world go by! Just girt me for the onset with Eternity, When breath blew back, And on the other side I heard recede the disappointed tide! Therefore, as One returned, I feel, Next time, to stay! Next time, to tarry, |
Perduta, quando ero in salvo! Già sentivo il mondo passare! Già mi accingevo allo scontro con l'Eternità, Quando il respiro fu spinto indietro, E dall'altra parte Udii arretrare la marea delusa! Perciò, come Una che è tornata, mi sento, La prossima volta, restare! La prossima volta, fermarsi, |
Una morte ormai accettata si ritira e il ritorno del respiro significa anche che il mistero è rimasto irrisolto; quello sfiorare l'ultimo l'istante lascia la sensazione di un viaggio incompiuto, di cui non possiamo dire nulla. Ma basta saper aspettare, perché quel viaggio verso l'eternità, verso lo svelamento del mistero, sarà inevitabile. |
J161 (1860) / F208 (1861)
A feather from the Whippowil Whose Emerald Nest - the Ages spin - |
Una penna del Caprimulgo Il cui Nido di Smeraldo - gli Anni tessono - |
Il testo riportato sopra è quello nei fascicoli. Un'altra versione fu inviata a Samuel Bowles, ma evidentemente arrivò nella sede del "Republican" quando lui era assente, visto che gli fu inoltrata da Frances H. Cook, che lavorava al giornale, con un biglietto che diceva: "Accluso c'era un ramoscello di pino, che ho gelosamente conservato." (cfr. la nota di Franklin). |
Un ramoscello di pino come metafora delle bellezze della natura, offerte come se fossero uno spettacolo che si ripete all'interno di cicli senza fine. |
J162 (1860) / F219 (1861)
My River runs to Thee - Blue Sea - Wilt welcome me? My River waits reply - I'll fetch thee Brooks Say Sea - take me? |
Il mio Fiume corre a Te - Azzurro Mare - Mi accoglierai? Il mio Fiume aspetta risposta - Ti porterò Ruscelli Di' Mare - mi prendi? |
Oltre a quella nei fascicoli, riportata sopra, ci sono altre due copie di questa poesia. Una rimasta fra le carte di ED, senza divisione in strofe e con due varianti che hanno un significato analogo a quello dei termini sostituiti: "bring" al posto di "fetch" al verso 5 e "dappled" al posto di "spotted" al verso 6. L'altra a conclusione di una lettera a Mary Bowles dell'agosto 1861 (L235), preceduta da "I brought my own - myself, to you and Mr Bowles - Please remember me, because I remember you - Always." ("Porto tutta - me stessa, a te e a Mr Bowles - Vi prego di rammentarmi, perché io vi rammento - Sempre."). |
Le parole iniziali della frase che precede la poesia nella lettera a Mary Bowles ("I brought my own - myself") si estendono ai versi, dove diventano un fiume che si avvia fiducioso verso il suo traguardo finale. |
J163 (1860) / F131 (1860)
Tho' my destiny be Fustian - Her's be damask fine - Tho' she wear a silver apron - I, a less divine - Still, my little Gypsey being For, when Frosts, their punctual fingers Roses of a steadfast summer |
Malgrado il mio destino sia di Fustagno - Il suo di damasco fine - Malgrado ella indossi un argenteo grembiule - Io, uno meno divino - Eppure, la mia piccola Zingaresca esistenza Perché, quando le Gelate, le loro puntuali dita Rose di un'immutabile estate |
La versione riportata sopra è quella nei fascicoli. Un'altra, il cui manoscritto è perduto e che era evidentemente accompagnata da una rosa, fu inviata a Elizabeth Holland, moglie del dottor Holland, nell'estate del 1860 e poi trascritta da Mabel Todd per l'edizione delle Lettere del 1894. |
Di fronte alla perfetta bellezza di una rosa le nostre umili e sofferte esistenze possono apparire molto meno "divine", ma è una bellezza destinata a sfiorire presto, a non lasciare traccia di sé, mentre noi siamo destinati a un'immortalità dove il pennello dell'autunno non avrà spazio, un'eterna estate dove la falce della morte sarà sconosciuta. |
J164 (1860) / F130 (1860)
"Mama" never forgets her birds, Though in another tree. She looks down just as often And just as tenderly, As when her little mortal nest With cunning care she wove - If either of her "sparrows fall", She "notices" above. |
"Mamma" non dimentica mai i suoi uccelli, Anche se in un altro albero. Guarda giù così spesso E così teneramente, Come quando il suo piccolo nido mortale Con abile cura intrecciava - Se uno o l'altro dei suoi "passeri cade", Lei "se ne accorge" lassù. |
Inviata a Louise Norcross dopo la morte della madre Lavinia, zia di ED, il 17 aprile 1860. Il manoscritto è perduto e il testo deriva da una trascrizione di Frances Norcross, che annotò: "a Loo dopo la morte della mamma". Le due cugine di ED avevano 18 e 12 anni. |
Un tenero ricordo della zia prediletta, ormai "in another tree" ma sempre vigile e materna per i "passeri" che ha lasciato quaggiù. |
J165 (1860) / F181 (1860)
A wounded Deer - leaps highest - I've heard the Hunter tell - 'Tis but the extasy of death - And then the Brake is still! The smitten Rock that gushes! Mirth is the mail of Anguish |
Un Cervo colpito - salta più alto - Ho udito dire dai Cacciatori - È solo l'estasi della morte - E poi la Brughiera tace! La Roccia percossa che sgorga! L'ilarità è la corazza dell'Angoscia - |
Nelle prime due strofe quattro immagini diverse : il cervo ferito, che salta più in alto che mai nell'estasi della morte, per poi ricadere muto; la roccia biblica percossa da Mosè, dalla quale sgorga improvvisa l'acqua; l'arma che scatta quando è calpestata da chi vorrebbe sottometterla; la guancia che si tinge di rosso là dove la febbre brucia più forte. Tutte immagini dove il dolore sembra essere un carburante che dà linfa a una reazione contraria, istintiva e appariscente, come quando, nell'ultima strofa, si tenta di nascondere l'angoscia dietro lo schermo di una gioia esteriore, esibita soltanto per non essere oggetto di compassione. |
J166 (1860) / F183 (1860)
I met a King this afternoon! He had not on a Crown indeed - A little Palm leaf Hat was all, And he was barefoot, I'm afraid! But sure I am he Ermine wore For 'twas too stately for an Earl - If I must tell you, of a Horse And such a wagon! While I live Two other ragged Princes I question if the Royal Coach |
Ho incontrato un Re questo pomeriggio! Non portava la Corona a dire il vero - Un Cappellino di Foglie di palma e basta, Ed era scalzo, temo! Ma sono certa che indossava Ermellino Poiché era troppo maestoso per un Conte - Se devo dirvelo, di un Cavallo E che carro! Finché vivrò Due altri laceri Principi Mi chiedo se la Carrozza Reale |
Tre ragazzi laceri, scalzi, lentigginosi, con un ronzino alla briglia, diventano un corteo regale, che non ha nulla da invidiare alla carrozza reale dell'ultima strofa, simbolo appariscente di un rango che nel cielo non significherà più nulla. |
J167 (1860) / F178 (1860)
To learn the Transport by the Pain - As Blind Men learn the sun! To die of thirst - suspecting That Brooks in Meadows run! To stay the homesick - homesick feet This is the Sovreign Anguish! Ascend in ceaseless Carol - |
Imparare l'Ebbrezza dalla Pena - Come i Ciechi imparano il sole! Morire di sete - sospettando Che i Ruscelli nei Prati scorrono! Fermare i nostalgici - nostalgici passi Questa è l'Angoscia Suprema! Ascendono in Canto incessante - |
La versione riportata sopra è quella nei fascicoli. Un'altra copia fu inviata a Susan, con cinque varianti: "thro'" ("attraverso") al posto di "by" al verso 1; "stanza, hushed" ("strofa, zittita") al posto di "voices - trained" al verso 12; "Breaks in victorious" ("Erompe in vittorioso") al posto di "Ascend in ceaseless" al verso 13; "Cornets" ("Cornette") al posto di "scholars" al verso 15; "Band" ("Banda") al posto di "Bard" al verso 16. |
Whose stanza, hushed, below - Breaks in victorious Carol - |
La cui strofa, zittita, quaggiù - Erompe in Canto vittorioso - |
La vita trascorre nel dubbio, nell'angoscia di non sapere, in un alternarsi di rimpianto per le cose che dovremo lasciare e di anelito verso un aldilà che ci promette ebbrezza, luce, ruscelli per la nostra sete di sapere, ma lo fa senza mai svelarsi, lasciandoci in una "angoscia suprema" che diventa condizione di vita. Così vivono i mortali, gli uomini di quaggiù che saranno cinti d'alloro dalla morte e potranno finalmente intonare il canto dell'eternità; ma sarà un canto inaudibile per chi resta, per chi è condannato ad essere sordo al suono del mistero che ci attende. |
J168 (1860) / F179 (1860)
If the foolish, call them "flowers" - Need the wiser, tell? If the Savans "Classify" them It is just as well! Those who read the "Revelations" Could we stand with that Old "Moses" - Doubtless, we should deem superfluous Low amid that glad Belles lettres |
Se gli stolti, li chiamano "fiori" - Hanno bisogno i saggi, di spiegare? Se i Dotti li "Classificano" È proprio la stessa cosa! Quelli che leggono le "Rivelazioni" Potessimo stare accanto al Vecchio "Mosè" - Senza dubbio, giudicheremmo superflue Quaggiù fra così liete Belle lettere |
Qualsiasi nostro tentativo di spiegare la natura non va mai al di là della sua intrinseca bellezza, così come le erudite analisi bibliche non hanno la capacità di superare la fede nella parola di Dio. Per "conoscere" veramente dovremmo essere in grado di "vedere", come fece Mosè quando Dio gli permise di guardare, almeno da lontano, quella terra promessa che non avrebbe mai calpestato. Se ottenessimo una tale conoscenza, molta della scienza di noi mortali, estranea a scuole celesti, ci apparirebbe superflua. E allora che ci sia almeno concesso di dedicarci alla poesia, di cercare la luce di semplici stelle nell'infinita profondità del mistero. |
J169 (1860) / F180 (1860)
In Ebon Box, when years have flown To reverently peer - Wiping away the velvet dust Summers have sprinkled there! To hold a letter to the light - Perhaps a Flower's shrivelled check A curl, perhaps, from foreheads And then to lay them quiet back - |
Nella Cassetta d'Ebano, volati gli anni Scrutare reverenti - Soffiando via la vellutata polvere Che le estati hanno cosparso! Tenere alla luce una lettera - Forse nell'esame un avvizzito Fiore Un ricciolo, forse, da una fronte E poi riporre tutto in silenzio - |
Trovare, magari per caso, qualcosa che ci riporti alla mente il passato ha un fascino particolare, come se fossimo improvvisamente tornati indietro nel tempo. Ma non si vive di ricordi; ben presto il presente ci richiama e quella cassetta polverosa torna al suo posto, in attesa che qualcun altro la riscopra. |
J170 (1860) / F174 (1860)
Portraits are to daily faces As an Evening West, To a fine - pedantic sunshine - In a satin Vest! |
I ritratti stanno ai volti quotidiani Come un Serale Occidente, A un fine - pedante raggio di sole - In Panciotto di raso! |
Il testo riportato sopra è uno dei due che ED trascrisse nei fascicoli; l'altro, oltre ad alcune modifiche nella punteggiatura, ha una variante al primo verso: "Pictures" al posto di "Portraits". |
Letta così sembrerebbe che i ritratti abbiano il fascino di un pudico tramonto, rispetto alle pompose apparenze della realtà. Visto però che ED era refrattaria ad avere immagini di se stessa (conosciamo soltanto una sua foto certa, oltre a un ritratto di Ballard insieme ad Austin e Lavinia del 1840, quando aveva dieci anni), ho il sospetto che la seconda similitudine sia rovesciata rispetto alla prima, anche perché il "pedante" del terzo verso e il "panciotto di raso" dell'ultimo mi sembra si adattino più a un ritratto pomposamente convenzionale che alla vita di tutti i giorni. |
J171 (1860) / F169 (1860)
Wait till the Majesty of Death Invests so mean a brow! Almost a powdered Footman Might dare to touch it now! Wait till in Everlasting Robes Around this quiet Courtier A Lord - might dare to lift the Hat |
Aspetta fino a quando la Maestà della Morte Investa una così umile fronte! A malapena un incipriato Valletto Potrebbe osare di toccarla allora! Aspetta fino a quando in Abiti Immortali Intorno a questo quieto Cortigiano Un Lord - arriverebbe a togliersi il Cappello |
Il rango concesso dalla morte va al di là di qualsiasi condizione sociale; chiunque, anche il più umile degli uomini, verrà in quel momento accolto come un re in un cielo che non fa distinzioni. |
J172 (1860) / F170 (1860)
'Tis so much joy! 'Tis so much joy! If I should fail, what poverty! And yet, as poor as I, Have ventured all upon a throw! Have gained! Yes! Hesitated so - This side the Victory! Life is but Life! And Death, but Death! And if I gain! Oh Gun at sea! |
È tanta la gioia! È tanta la gioia! Se dovessi fallire, che povertà! Eppure, poveri come me, Hanno rischiato tutto in un tiro di dadi! Hanno vinto! Sì! Tanto esitava - Da questa parte la Vittoria! La Vita è solo Vita! E la Morte, solo Morte! E se vincessi! Oh Cannoni sul mare! |
La morte è come un tiro di dadi: ci si gioca tutto in un momento. Perdere significherebbe restare immersi nell'ignoto, una condizione che ci è in fin dei conti familiare; ma se dovessimo finalmente sollevare i velami del mistero, non basterebbero tutti i cannoni e le campane del mondo per annunciarlo. Anzi, l'annuncio dovrà essere discreto, altrimenti rischieremmo di essere annientati da quel cielo così desiderato e finalmente raggiunto. "hanno vinto! Sì! Esitò così / da quella parte la vittoria!" (Bini); La pluralità delle versioni rivela in fin dei conti la ricchezza dell'originale, visto che "Victory" possiamo leggerla sia come la vittoria in sé (la vittoria sul mistero, che esita a rivelarsi in questa vita), sia come la "nostra " vittoria, che non dobbiamo esitare a perseguire, anche a costo di affrontare quel tiro di dadi (la morte) che ci fa tanta paura. |
J173 (1860) / F171 (1860)
A fuzzy fellow, without feet - Yet doth exceeding run! Of velvet, is his Countenance - And his Complexion, dun! Sometime, he dwelleth in the grass! All this in summer - Then, finer than a Lady, By men, yclept Caterpillar! |
Un tipo peloso, senza piedi - Che pure eccelle nella corsa! Di velluto, la Fisionomia - E la Carnagione, grigiastra! Qualche volta, dimora nell'erba! Tutto questo in estate - Poi, più fine di una Lady, Dagli uomini, detto Bruco! |
Il bruco peloso e grigiastro, trasformato misteriosamente nell'eterea farfalla, è uno dei misteri della natura, uno dei tanti che sfuggono alle nostre possibilità di spiegazione. |
J174 (1860) / F172 (1860)
At last, to be identified! At last, the lamps upon thy side The rest of Life to see! Past Midnight! Past the Morning Star! |
Finalmente, essere riconosciuta! Finalmente, le luci sul tuo lato Per il resto della Vita vedere! Oltre la Mezzanotte! Oltre la Stella Mattutina! |
L'amore come luce finalmente svelata, come giorno che segue un lungo viaggio nell'oscurità della notte. |
J175 (1860) / F165 (1860)
I have never seen "Volcanoes" - But, when Travellers tell How those old - phlegmatic mountains Usually so still - Bear within - appalling Ordnance, If the stillness is Volcanic If at length, the smouldering anguish If some loving Antiquary, |
Non ho mai visto "Vulcani" - Ma, quando i Viaggiatori narrano Come quei vecchi - flemmatici monti Di solito così calmi - Portino dentro - spaventose Artiglierie, Se la calma è Vulcanica Se a lungo, l'angoscia covata Se qualche amante dell'Antico, |
Il vulcano è metafora classica di qualcosa che cova sotto la cenere, pronta a erompere senza più limiti. I tre "if" che aprono le ultime tre strofe sono da intendersi implicitamente preceduti da "allora mi chiedo", in uno scioglimento della metafora che si conclude con una "Pompei" riscoperta sotto la lava dei millenni. |
J176 (1860) / F167 (1860)
I'm the little "Heart's Ease"! I dont care for pouting skies! If the Butterfly delay Can I, therefore, stay away? If the Coward Bumble Bee Dear - Old fashioned, little flower! |
Sono la piccola "Viola del Pensiero"! Non mi curo di cieli imbronciati! Se la Farfalla tarda Posso, per questo, mancare? Se il Codardo Bombo Caro - Antiquato, fiorellino! |
La piccola viola del pensiero sfida gli ultimi rigori dell'inverno e annuncia la primavera; non ha paura di farlo da sola, prima che arrivino farfalle ritardatarie e bombi che preferiscono restare al calduccio in attesa di tempi migliori. La domanda del verso 8 ha la sua risposta nella stessa poesia: chi canterà quel coraggioso fiorellino se non il poeta? |
J177 (1860) / F168 (1860)
Ah, Necromancy Sweet! Ah, Wizard erudite! Teach me the skill, That I instil the pain |
Ah, Dolce Negromanzia! Ah, Mago erudito! Insegnatemi l'arte, Da instillare nella pena |
Guarire una pena va al di là delle nostre possibilità, non c'è medico o medicina che possa riuscire a sanarla; soltanto con arti magiche, soprannaturali, potremmo riuscire a farlo. |
J178 (1860) / F175 (1860)
I cautious, scanned my little life - I winnowed what would fade From what w'd last till Heads like mine Should be a-dreaming laid. I put the latter in a Barn - Was not upon the "Scaffold" - Whether a Thief did it - So I begin to ransack! |
Cauta, scrutai la mia piccola vita - Separai le cose volatili Da quelle che restano finché Teste come la mia Saranno in sogno coricate. Misi le ultime in un Fienile - Non era sulla "Scansia" - Se un Ladro fece questo - Così comincio a frugare! |
Nella prima strofa l'attento vaglio delle cose da serbare ("winnowed" si usa per dire "separare il grano dal loglio") fa da contraltare ai versi successivi, dove le cose preziose (che diventano il "love" dell'ultimo verso) sembrano poter esistere soltanto nel sogno di una felicità altrimenti molto difficile da raggiungere. |
J179 (1860) / F176 (1860)
If I could bribe them by a Rose I'd bring them every flower that grows From Amherst to Cashmere! I would not stop for night, or storm - Or frost, or death, or anyone - My business were so dear! If they w'd linger for a Bird What if they hear me! |
Se potessi corromperli con una Rosa Gli porterei ogni fiore che cresce Da Amherst al Kashmir! Non mi fermerebbe né notte, né tempesta - Né gelo, né morte, né persona - Il mio compito sarebbe così caro! Se indugiassero per un Uccello E se mi sentono! |
I "them" del primo verso sono gli incorruttibili custodi del nostro destino, i guardiani che ci tengono avvinti nel palazzo opprimente che conclude la poesia (ma "Hall" ha un significato molto ampio: "salone d'ingresso, corte di giustizia, maniero, sala per assemblee"). Soltanto loro hanno il potere di liberarci, ma sono talmente rigidi e devoti al loro compito che forse l'unico modo per convincerli a sciogliere quelle catene è diventare impertinenti, irritarli, stancarli, far sì che non vedano l'ora di togliersi dai piedi quella faccia insistente che non cessa di mendicare la libertà. |
J180 (1860) / F177 (1860)
As if some little Arctic flower Upon the polar hem - Went wandering down the Latitudes Until it puzzled came To continents of summer - To firmaments of sun - To strange, bright crowds of flowers - And birds, of foreign tongue! I say, As if this little flower To Eden, wandered in - What then? Why nothing, Only, your inference therefrom! |
Come se qualche fiorellino Artico Sull'orlo del polo - Andasse vagando giù per le Latitudini Finché disorientato arrivasse A continenti d'estate - A firmamenti di sole - A insolite, luminose moltitudini di fiori - E uccelli, di lingua straniera! Dico, Come se questo fiorellino Fino all'Eden, vagasse - E allora? Ma via, niente, Soltanto, vostre illazioni su questo! |
Probabile l'accenno all'evoluzione darwiniana nel fiorellino artico che vaga attraverso le latitudini. Adriana Seri (1997) ci informa che "L'origine della specie (1859) venne recensito nell''Atlantic Monthly' con tre articoli pubblicati anonimi nel 1860. L'autore è identificabile nel botanico Asa Gray, che già aveva individuato un nesso tra la flora del Giappone e quella del Nord America, attraverso l'Artide, nell'alternarsi dei periodi geologici." |
J181 (1860) / F209 (1861)
I lost a World - the other day! Has Anybody found? You'll know it by the Row of Stars Around it's forehead bound. A Rich man - might not notice it - |
Ho perso un Mondo - l'altro giorno! Qualcuno l'ha trovato? Si riconosce dal Filo di Stelle Legato intorno alla fronte. Un Ricco - potrebbe non notarlo - |
Perdere qualcosa/qualcuno che ci è caro è come perdere un mondo. Per gli altri magari sarà qualcosa di insignificante, ma per noi ha un valore superiore a qualsiasi ricchezza. |
J182 (1860) / F210 (1861)
If I should'nt be alive When the Robins come, Give the one in Red Cravat, A Memorial crumb - If I could'nt thank you, |
Se non fossi viva Quando verranno i Pettirossi, Date a quello in Cravatta Rossa, Una briciola in Memoria - Se non potessi ringraziarvi, |
La nostalgia della natura, della vita come la conosciamo qui, supera il sonno della morte e il silenzio della tomba: quelle labbra ormai di marmo tentano con tutte le loro forze di pronunciare un grazie a chi porterà il nostro saluto alla primavera. |
J183 (1860) / F211 (1861)
I've heard an Organ talk, sometimes In a Cathedral Aisle, And understood no word it said - Yet held my breath, the while - And risen up - and gone away, |
Ho udito un Organo parlare, talvolta Nella Navata di una Cattedrale, E non capivo una parola di quel che diceva - Eppure trattenevo il respiro, in quel momento - E mi alzavo - e andavo via, |
Il suono austero e vibrante dell'organo (descritto con termini che lo allontanano, o meglio cercano di allontanarlo, dall'indeterminatezza della musica: "talk" e "word") risuona misterioso e coinvolgente nella navata di una cattedrale, sembra entrarci nell'intimo, ci coinvolge emotivamente come se volesse svelarci qualcosa che non saremo mai in grado di descrivere razionalmente. |
J184 (1860) / F212 (1861)
A transport one cannot contain May yet, a transport be - Though God forbid it lift the lid, Unto it's Extasy! A Diagram - of Rapture! |
Un trasporto che non si può contenere Sarebbe sempre, un trasporto - Anche se Dio gli proibisse di togliere il coperchio, Alla sua Estasi! Un Diagramma - di Rapimento! |
Il trasporto, l'estasi, il rapimento, lo slancio della natura umana verso l'ignoto, è incontenibile, non è possibile delimitarne i confini; anche se Dio stesso proibisse di togliere il coperchio a quella sorta di vaso di Pandora l'effetto sarebbe lo stesso, tale da attirare l'intero universo a quello spettacolo che cerca di catturare, di chiudere in una gabbia, il mistero del divino. |
J185 (1860) / F202 (1861)
"Faith" is a fine invention For Gentlemen who see - But Microscopes are prudent In an Emergency. |
La "Fede" è una bella invenzione Per Uomini che vedono - Ma i Microscopi sono preferibili In un'Emergenza. |
Il testo riportato sopra è uno dei due che ED trascrisse nei fascicoli; l'altro è identico, a parte un punto esclamativo al posto della lineetta alla fine del secondo verso. Un'altra copia è in una lettera a Samuel Bowles (L220 - datata 1860 nell'edizione Johnson delle Lettere e 1861 in Franklin), preceduta da "Thank you." e seguita da "You spoke of the 'East.' I have thought about it in this winter. / Dont you think you and I should be shrewder, to take the Mountain Road? / That Bareheaded life - under the grass - worries one like a Wasp. / The Rose is for Mary." ("Lei mi ha parlato dell''Est'. Ci ho pensato quest'inverno. / Non crede che lei ed io saremmo più perspicaci, a prendere la Strada della Montagna? / Questa vita a Capo scoperto - sotto l'erba - infastidisce come una Vespa. / La Rosa è per Mary."). |
La fede è sì una bella invenzione, ma soltanto quando è accompagnata da evidenze concrete, come quando a Mosè o ai profeti biblici fu concesso di "vedere" direttamente il divino, di ascoltarne la voce. Per noi, che non abbiamo questa fortuna, è molto meglio contare sulle risposte della scienza, della ragione, almeno finché non saremo in grado di "vedere" ciò che altrimenti dovremmo soltanto credere. |
J186 (1860) / F237 (1861)
What shall I do - it whimpers so - This little Hound within the Heart - All day and night - with bark and start - And yet - it will not go? Would you untie it - were you me - It should not teaze you - by your chair - Or sometimes - at your side to run - |
Che devo fare? - piagnucola così - Questo piccolo Segugio dentro il Cuore - Giorno e notte - abbaia e si agita - Eppure - non vuole andarsene - Lo slegheresti - fossi in me - Non ti darebbe fastidio - vicino alla tua sedia - O talvolta - al tuo fianco correre - |
La versione riportata sopra è quella nei fascicoli. Un'altra copia (vedi sotto) fu inviata a Samuel Bowles con modifiche nella suddivisione in strofe e nella versificazione della seconda parte, oltre a una variante al verso 13: |
What shall I do - it whimpers so - This little Hound within the Heart All day and night with bark and start - And yet, it will not go - Would you untie it, were you me - Would it stop whining - if to Thee - I sent it - even now? It should not teaze you - |
Che devo fare - piagnucola così - Questo piccolo Segugio dentro il Cuore Giorno e notte abbaia e si agita - Eppure, non vuole andarsene - Lo slegheresti, fossi in me - La smetterebbe di guaire - se da Te Lo mandassi - proprio adesso? Non ti darebbe fastidio - |
L'intimo lamento della separazione rode il cuore di chi è lontano da chi ama; l'unica cosa che può guarire questa malattia profonda e insanabile è la vicinanza, fosse anche soltanto quella di un cagnolino felice di correre intorno al suo padrone. Negli ultimi versi l'accenno a "Carlo", il terranova regalato a ED dal padre nel 1850, sembra concretizzare in una figura reale il piccolo segugio del secondo verso e, insieme, eleggerlo a fidato messaggero. |
J187 (1860) / F238 (1861)
How many times these low feet staggered - Only the soldered mouth can tell - Try - can you stir the awful rivet - Try - can you lift the hasps of steel! Stroke the cool forehead - hot so often - Buzz the dull flies - on the chamber window - |
Quante volte questi umili piedi vacillarono - Solo la bocca saldata può dirlo - Prova - puoi smuovere gli orribili chiodi - Prova - puoi sollevare la cerniera d'acciaio! Accarezza la fronte gelida - così spesso ardente - Ronzano monotone le mosche - sulla finestra della stanza - |
Un accenno iniziale all'attività della massaia (lo "staggered" del primo verso") subito gelato nei tre versi che seguono, dove la "bocca saldata", gli "orribili chiodi", la "cerniera d'acciaio", danno un'immagina immediata e concreta della morte. Nella seconda strofa il tentativo di contatto con quel corpo ormai gelido, indifferente, duro come il diamante, privo di qualsiasi segno della vita che lo aveva animato. Nell'ultima l'immagine si sposta su ciò che quella massaia, ormai distesa fra le margherite, ha lasciato dietro di sé: stanze, finestre, soffitti, abbandonati a se stessi, al monotono fluire del tempo privo della scintilla della vita. |
J188 (1860) / F239 (1861)
Make me a picture of the sun - So I can hang it in my room. And make believe I'm getting warm When others call it "Day"! Draw me a Robin - on a stem - Say if it's really - warm at noon - |
Fammi un quadro del sole - Così potrò appenderlo nella mia stanza. E far finta di scaldarmi Quando gli altri lo chiamano "Giorno"! Disegnami un Pettirosso - su un ramo - Dimmi se è davvero - caldo a mezzogiorno - |
Non possiamo prolungare indefinitamente l'estate; allora portiamoci in casa le sue immagini: un quadro del sole, il disegno di un pettirosso. Sono illusioni, d'accordo, ma forse quel pettirosso continuerà a cantare nella mia mente, e soltanto quando non riuscirò più a sentirlo lascerò da parte la mia finzione. Quella finzione che mi fa sentire caldo in un mezzogiorno ormai sfiorito, che permette alla mia fantasia di vedere ranuncoli volare e farfalle fiorire, che riesce a cancellare la brina sui prati o i colori autunnali degli alberi, che, infine, mi dà l'illusione che l'inverno e la morte possano essere fermati. |
J189 (1860) / F220 (1861)
It's such a little thing to weep - So short a thing to sigh - And yet - by Trades - the size of these We men and women die! |
È proprio una cosa da poco piangere - Una cosa così breve sospirare - Eppure - per Commerci - della misura di questi Noi uomini e donne moriamo! |
Gli eventi che sconvolgono la nostra vita, che ci fanno piangere o sospirare, sono davvero minuscoli rispetto alle grandezze che ci circondano. |
J190 (1860) / F221 (1861)
He was weak, and I was strong - then - So He let me lead him in - I was weak, and He was strong then - So I let him lead me - Home. 'Twas'nt far - the door was near - Day knocked - and we must part - |
Era debole, ed io ero forte - allora - Così lasciò che lo guidassi dentro - Ero debole, e Lui era forte allora - Così lasciai che mi guidasse - a Casa. Non era distante - la porta era vicina - Il giorno bussò - e dovevamo separarci - |
Un incontro notturno, descritto con un alternarsi di sentimenti e gesti scambiati l'uno con l'altra, in un'atmosfera sospesa e sognante, interrotta dal giorno che bussa come se fosse un ospite importuno. Nella prima strofa due distici speculari, nei quali l'incertezza di entrambi trova conforto nello scambio dei ruoli, nel darsi forza l'uno con l'altra. Nella seconda la descrizione dell'incontro: il luogo familiare, l'amore che vive di luce propria, l'inutilità delle parole, la totalità di un sentimento che basta a se stesso. Nell'ultima il momento della separazione, del rientro nella quotidianità, della sconfitta in una lotta di cui ora entrambi non si sentono più capaci; una sconfitta resa ancora più cocente dall'incapacità di vivere concretamente quell'amore che resta soltanto un'illusione notturna. |
J191 (1860) / F213 (1861)
The Skies cant keep their secret! They tell it to the Hills - The Hills just tell the Orchards - And they - the Daffodils! A Bird - by chance - that goes that way - I think I wont - however - So keep your secret - Father! |
I Cieli non sanno serbare il loro segreto! Lo svelano alle Colline - Le Colline ne parlano giusto ai Frutteti - E loro - alle Giunchiglie! Un Uccello - per caso - da quelle parti - Credo che non lo farò - tuttavia - Perciò mantieni il tuo segreto - Padre! |
Qui ED rovescia il tema del dubbio, della ricerca del mistero. Sembra arrendersi all'impossibilità di sapere e, anzi, ne vede gli aspetti positivi, e quando scrive: "È più bello - non sapere - / Se l'Estate fosse un Assioma - / Che magia avrebbe la Neve?" è come se dicesse "se il divino fosse una certezza incontrovertibile (come può esserlo per chi è parte della natura inconsapevole, per chi è privo della ragione che ci fa dubitare) dove finirebbe la magia del mistero, il fascino del dubbio?". |
J192 (1860) / F214 (1861)
Poor little Heart! Did they forget thee? Then dinna care! Then dinna care! Proud little Heart! Frail little Heart! Gay little Heart - |
Povero piccolo Cuore! Ti hanno dimenticato? Non farci caso! Non farci caso! Orgoglioso piccolo Cuore! Fragile piccolo Cuore! Allegro piccolo Cuore - |
L'invito a un "piccolo cuore" a sopportare le pene della vita: ci sarà sempre qualcuno pronto a consolarlo e a farlo sentire bello come un fiore. |
J193 (1860) / F215 (1861)
I shall know why - when Time is over - And I have ceased to wonder why - Christ will explain each separate anguish In the fair schoolroom of the sky - He will tell me what "Peter" promised - |
Saprò perché - quando il Tempo sarà finito - E avrò cessato di chiedermi perché - Cristo spiegherà ogni singola angoscia Nelle belle aule del cielo - Mi dirà quello che "Pietro" promise - |
Un "perché" indeterminato, che l'accenno alla promessa di Pietro del verso 5 fa presumere sia un tradimento. Un'angoscia bruciante, che potrà essere dimenticata solo nelle aule celesti, dove Cristo ci racconterà in prima persona il suo dolore supremo per il tradimento patito. |
J194 (1860) / F216 (1861)
On this long storm the Rainbow rose - On this late morn - the Sun - The clouds - like listless Elephants - Horizons - straggled down - The Birds rose smiling, in their nests - The quiet nonchalance of death - |
Su questa lunga tempesta l'Arcobaleno si alzò - Su questo tardo mattino - il Sole - Le nubi - come placidi Elefanti - Orizzonti - aggiravano basse - Gli Uccelli si alzarono sorridenti, nei nidi - La quieta indifferenza della morte - |
Nulla può scuotere la quieta indifferenza della morte, nemmeno l'irrompere del sole e dei colori dell'arcobaleno dopo una tempesta estiva. Soltanto il lento canto degli angeli potrà risvegliare quel corpo ormai indifferente alle luci terrene. |
J195 (1860) / F230 (1861)
For this - accepted Breath - Through it - compete with Death - The fellow cannot touch this Crown - By it - my title take - Ah, what a royal sake To my nescessity - stooped down! No Wilderness - can be Get Gabriel - to tell - the royal syllable - |
Per questo - accolto Respiro - Col suo tramite - competo con la Morte - Tale compagna non può toccare la mia Corona - Da esso - il mio titolo ricevo - Ah, che destino regale Al mio bisogno - si inchinò! Nessun Deserto - può esistere Vada Gabriele - a rivelare - la sillaba regale - |
Il testo riportato sopra è nei fascicoli; c'è un altro manoscritto, inviato a Samuel Bowles e firmato "Emily", con la sola seconda strofa e il pronome finale del secondo verso (l'ottavo della versione completa) trasformato in "thee". |
Il respiro del primo verso è la vita, ma anche l'espressione poetica, esplicitata nella citazione biblica del verso13 (Daniele 8,16: "E udii una voce umana tra le rive dell'Ulai che chiamava, e diceva:: «Gabriele, fa che quest'uomo comprenda la visione.»"). Un dono che rende la vita degna di essere vissuta, perché il suo anelito a capire, il suo bisogno di scavare negli indecifrabili misteri che ci circondano, nobilitano la nostra condizione di semplici mortali e ci fanno sentire pari alla promessa regalità di un mondo "altro" che possiamo però soltanto immaginare. |
J196 (1860) / F231 (1861)
We dont cry - Tim and I - We are far too grand - But we bolt the door tight To prevent a friend - Then we hide our brave face Nor to dream - he and me - Tim - see Cottages - Tim - reads a little Hymn - We must die - by and by - How shall we arrange it - |
Non piangiamo - Tim ed io - Siam davvero troppo grandi - Ma serriamo bene l'uscio Un amico ad evitare - Poi celiam le facce ardite E a sognare - lui ed io - Tim - vede là Casette - Tim - legge un Inno breve - Morir dovremo - prima o poi - Come mettere la cosa - |
Un andamento da filastrocca, in cui la richiesta infantile di compagnia, anche nella morte ("Take us simultaneous - Lord - / I - 'Tim' - and - me!", negli ultimi due versi), si unisce al desiderio di svelare del mistero ("We just shut our brown eye / To see to the end -", ai vv. 7 e 8), alla visione di un aldilà insieme familiare e ignoto ("Tim - see Cottages - / But, Oh, so high!", ai vv. 9 e 10), al senso di inadeguatezza di fronte all'imperscrutabilità del nostro destino ("Please, Sir, I and Tim - Always lost the way!", ai vv. 19 e 20), alla consapevolezza di ciò che ci aspetta (We must die - by and by - / Clergymen say -", ai vv. 21 e 22). |
J197 (1860) / F223 (1861)
Morning - is the place for Dew - Corn - is made at Noon - After dinner light - for flowers - Dukes - for Setting Sun! |
Il mattino - è il posto per la Rugiada Il grano - si fa a Mezzogiorno - Dopo pranzo la luce - per il fiori - Duchi - al Calar del Sole! |
"Dukes" (v. 4) oltre al plurale di "Duca" è anche una varietà di ciliegie, e così il termine è tradotto nelle versioni italiane di questa poesia (Silvio Raffo, nel Meridiano, e Barbara Lanati in Sillabe di seta). Quest'ultimo significato non è però attestato nel Webster 1828, e nelle poesie di ED "duke" o "dukes" è sempre usato nel senso di titolo nobiliare.Ho perciò tradotto con "Duchi" e credo che il verso abbia una funzione di contrasto con i precedenti, come a dire: nelle parti del giorno in cui vince la luce ci si deve dedicare alle cose naturali, alla semplice vita quotidiana, mentre la notte è riservata alla fantasia, che è capace di portarci in un mondo regale negato al giorno. |
J198 (1860) / F224 (1861)
An awful Tempest mashed the air - The clouds were gaunt, and few - A Black - as of a spectre's cloak Hid Heaven and Earth from view - The creatures chuckled on the Roofs - The morning lit - the Birds arose - |
Un'orribile Tempesta squassava l'aria - Le nubi erano svuotate, e scarse - Un Nero - come di spettrale mantello Nascose Cielo e Terra alla vista - Le creature ghignavano sui Tetti - Il mattino si accese - gli Uccelli si alzarono - |
Una tempesta descritta in tutta la sua terribile forza, con la seconda strofa che con i ripetuti "and" vuole coinvolgere il tutto in quel frenetico agitarsi, concluso con il ritorno alla normalità del decimo verso: un paradiso di fronte all'inferno appena placato. |
J199 (1860) / F225 (1861)
I'm "wife" - I've finished that - That other state - I'm Czar - I'm "Woman" now - It's safer so - How odd the Girl's life looks This being comfort - then |
Sono "moglie" - ho concluso quello - Quell'altro stato - Sono Zar - Sono "Donna" ora - È più sicuro così - Come sembra strana la vita di una Ragazza Essendo questo il benessere - allora |
Il tranquillizzante ("safer", v. 4) stato di "moglie" diventa un'eclissi, come se uno velo, molto simile a una prigione, facesse diventare lontana e irraggiungibile la libera fantasia di una ragazza, la cui vita spensierata sembra ora qualcosa di strano, di curioso. La seconda immagine, ovvero la vita che appare altrettanto strana a coloro che sono ormai dall'altra parte, rafforza questa sensazione di stranezza/estraneità, come se diventare "moglie", ma anche rassegnarsi a entrare nella routine quotidiana, fosse un po' morire. Nell'ultimo verso, infine, il lapidario "Stop there!" elimina eventuali ulteriori possibilità di liberarsi da quella "soffice eclissi", tanto piacevole quanto limitante. |
J200 (1860) / F226 (1861)
I stole them from a Bee - Because - Thee - Sweet plea - He pardoned me! |
Li rubai a un'Ape - Per - Te - Dolce pretesto - Lei mi perdonò! |
Il testo riportato sopra è nei fascicoli; un'altra copia - identica a parte il punto esclamativo finale trasformato in lineetta - fu inviata a Samuel Bowles, firmata "Emily". |
Uno dei tanti biglietti che accompagnavano fiori, con implicite scuse alla natura che, benevola, perdona quel furto a fin di bene. |