The Complete Poems
Tutte le poesie
J1651 - 1700
Traduzione e note di Giuseppe Ierolli
J1/50
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J101/150
J151/200
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Indice Johnson
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J1651 (?) / F1715 (?)
A Word made Flesh is seldom And tremblingly partook Nor then perhaps reported But have I not mistook Each one of us has tasted With ecstasies of stealth The very food debated To our specific strength - A Word that breathes distinctly "Made Flesh and dwelt among us" |
Una Parola fatta Carne è raramente E con tremore condivisa Né allora forse riferita Ma se non m'inganno Ciascuno di noi ha gustato Con estasi furtive Il giusto cibo attribuito Alla nostra specifica forza - Una Parola che respira distintamente "Si fece Carne e dimorò fra noi" |
Nel manoscritto della trascrizione di Susan Dickinson la poesia è preceduta da cinque versi separati da una riga: "The import of that Paragraph / «The word made Flesh» / Had he the faintest intimation / Who broached it yesterday! // «Made Flesh and dwelt among us»" ("Il significato di quel Paragrafo / «La parola fatta Carne» / Ne avesse avuto il più pallido indizio / Chi lo annunciava ieri! // «Si fece Carne e dimorò fra noi»" (vedi PF4). |
La divisione in tre strofe (nell'edizione Johnson la seconda e terza sono unite) evidenzia meglio la struttura in tre parti della poesia. Nella prima, il verbo fattosi carne del Vangelo di Giovanni (1,14) diventa la parola che si fa poesia. Una parola che raramente viene condivisa (qui ED allude probabilmente alla pubblicazione, ma anche all'atto di leggere la poesia), perché arriva direttamente dentro di noi, o meglio dentro chi è capace di gustare l'estatica pienezza di quel cibo. Nella seconda, l'identificazione diventa piena, in un'immagine che può apparire speculare, come se la parola-carne diventasse spirito: una parola che "respira" non può mai morire, perché diventa immateriale ed eterna; può svanire soltanto ove svanisse ogni cosa che va al di là della "carne" (nella prima lettera a Higginson, la n. 260 del 15 aprile 1862, ED scriveva: "Are you too deeply occupied to say if my Verse is alive?" - "È troppo profondamente occupato per dirmi se la mia Poesia è viva?"). Nella terza, la citazione dai vangeli precede una sorta di rimpianto, descritto bene dalla Bulgheroni nelle note al Meridiano: "... l'eretica Emily vorrebbe che l'inverificabile 'condiscendenza' del divino fosse simile al 'consenso' del linguaggio che si piega al desiderio del creatore." |
J1652 (?) / F1736 (?)
Advance is Life's condition The Grave but a Relay Supposed to be a terminus That makes it hated so - The Tunnel is not lighted |
Avanzare è la condizione della Vita La Tomba solo un Ristoro Ritenere che sia un traguardo La rende così odiata - Il Tunnel non è illuminato |
L'unico modo per non odiare la tomba è considerarla non un traguardo finale, ma un proseguimento della normale condizione ciclica della vita: una semplice sosta verso l'immortalità. È meglio immaginare l'esistenza con un muro che rende invisibile l'altra parte, piuttosto che considerarla una fuggevole esperienza che equivale al nulla. |
J1653 (?) / F1723 (?)
As we pass Houses musing slow If they be occupied So minds pass minds If they be occupied |
Come noi davanti a Case ponderiamo Se siano occupate Le menti davanti a menti Se siano occupate |
Un'arguta immagine per dirci che molto spesso le menti che abbiamo di fronte risultano vuote come una casa disabitata. |
J1654 (?) / F1687 (?)
Beauty crowds me till I die Beauty mercy have on me But if I expire today Let it be in sight of thee - |
La bellezza mi riempie fino a morirne Bellezza abbi pietà di me Ma se dovessi spirare oggi Lascia che sia guardando te - |
La bellezza è così potente che ci pervade tanto a fondo da farci soffocare; eppure non ne possiamo fare a meno, tanto da invocarla come ultimo sguardo dei nostri occhi morenti. |
J1655 (?) / F1739 (?)
Conferring with myself My stranger disappeared Though first upon a berry fat Miraculously fared How paltry looked my cares My practise how absurd Superfluous my whole career Beside this travelling Bird |
Mentre conferiva con me Il mio straniero sparì Anche se prima su una pingue bacca Prodigiosamente si era nutrito Quanto meschini sembrarono i miei affanni I miei esercizi quanto assurdi Superflua la mia intera carriera Di fronte a quell'Uccello viaggiatore |
La natura ci pone di fronte a eventi minimi, in questo caso un uccello che si rimpinza su una bacca e poi vola via; eppure quanto sembra assurdo e insignificante davanti a tali spettacoli tutto ciò che è peculiare dell'uomo e sembra riempirci la vita. |
J1656 (?) / F1721 (?)
Down Time's quaint stream Without an oar We are enforced to sail Our Port a secret Our Perchance a Gale What Skipper would Incur the Risk What Buccaneer would ride Without a surety from the Wind Or schedule of the Tide - |
Lungo le fortuite correnti del Tempo Senza remi Siamo costretti a navigare Il Porto un segreto Il Forse una Tempesta Quale Capitano Si esporrebbe al Rischio Quale Bucaniere salperebbe Senza certezze di Vento O piani di Maree - |
La vita è un oceano misterioso e rischioso, privo di mappe, di approdi conosciuti, dove si naviga a vista, metro per metro. Nessun marinaio se la sentirebbe di affrontare un simile mare, dove siamo costretti a navigare perché non c'è nessuna possibilità di sceglierne un altro. |
J1657 (?) / F1734 (?)
Eden is that old fashioned House We dwell in every day Without suspecting our abode Until we drive away How fair on looking back the Day |
L'Eden è quella Casa antiquata Che abitiamo tutti i giorni Senza sospettare il nostro soggiorno Finché non ci allontaniamo Com'è bello riandare al Giorno |
Forse è sbagliato pensare all'Eden come a un paradiso lontano, al di là della nostra vita; quel paradiso probabilmente è quello in cui viviamo, senza accorgercene se non quando lo dobbiamo lasciare per sempre. La nascita è il più bel giorno della vita, da quel momento siamo inconsapevolmente trascinati verso qualcosa di misterioso, di cui sappiamo soltanto una cosa: non entreremo più da quella porta, e chissà quale mondo ci attende. |
J1658 (?) / F1688 (?)
Endanger it, and the Demand Of tickets for a sigh Amazes the Humility Of Credibility - Recover it to nature |
Arrischialo, e la Richiesta Di biglietti per un sospiro Sorprenderà l'Umiltà Della Credibilità - Rendilo alla natura |
Il soggetto potrebbe essere l'amore (un piccolo, anche se non decisivo, indizio: il "sigh" del secondo verso). Possiamo perciò leggerla così: metti in mostra l'amore, senza remore, e vedrai che folla per accaparrarsi anche soltanto un sospiro, una folla che sorprenderà chi non voleva credere al potere di quel sentimento che sovrasta tutto; ora prova invece a rinunciarvi, a ridarlo a quella natura da cui proviene; vedrai che quella folla perderà ogni gioia di vivere e si ritroverà costernata davanti alla vita, come davanti a un triste carnevale che ha perso ogni attrattiva. |
J1659 (?) / F1702 (?)
Fame is a fickle food Upon a shifting plate Whose table once a Guest but not The second time is set Whose crumbs the crows inspect And with ironic caw Flap past it to the Farmer's corn Men eat of it and die |
La fama è una volubile vivanda Su un piatto instabile Alla cui tavola una volta un Ospite ma non La seconda si siede Le cui briciole i corvi ispezionano E con ironico gracchiare Volano oltre verso Le granaglie del Fattore Gli uomini ne mangiano e muoiono |
La fama è volubile, può arrivare velocemente e altrettanto velocemente scomparire, ma, soprattutto, la sua tavola è apparecchiata per pochi eletti; gli altri si illudono di potersi accaparrare gli avanzi, quelle briciole che perfino i corvi guardano con ironico distacco, avviandosi poi verso un cibo più sicuro. Gli uomini invece, pur di averne anche soltanto la parvenza, non esitano a mangiare quelle briciole prive di sostanza e incapaci di nutrire. |
J1660 (?) / F1700 (?)
Glory is that bright tragic thing That for an instant Means Dominion Warms some poor name That never felt the Sun Gently replacing In oblivion - |
La Gloria è quella radiosa tragica cosa Che per un istante Significa Dominio Scalda qualche povero nome Che non ha mai provato il Sole Riponendolo delicatamente Nell'oblio - |
La gloria del primo verso è molto simile alla fama della J1659-F1702. Qui ED mette l'accento soprattutto sulla caducità e, nei versi 3 e 4, su un apparente splendore che può illudere soltanto chi non ha mai visto il sole vero. |
J1661 (?) / F1717 (?)
Guest am I to have Light my northern room Why to cordiality so averse to come Other friends adjourn Other bonds decay Why avoid so narrowly My fidelity - |
Un ospite sto per avere Illumina la mia stanza a nord Perché alla cordialità così avversi ad accostarsi Altri amici rimandano Altri legami decadono Perché evitano così accuratamente La mia fedeltà - |
Potrebbero essere considerazioni sulla scelta della solitudine, forse ravvivata talvolta da una visita che illumina quella stanza a settentrione, lontana dalla luce del sole. Gli altri amici, gli altri legami, sono ormai affievoliti, non si sentono attratti da sentimenti forti, come la fedeltà, forse perché la vita di tutti i giorni ne ha quasi paura, e cerca di costruirsi una consuetudine che scorra su binari il meno possibile accidentati. |
J1662 (?) / F1711 (?)
He went by sleep that drowsy route To the surmising Inn - At daybreak to begin his race Or ever to remain - |
Percorse nel sonno quell'indolente via Verso la Locanda del dubbio - Per cominciare all'alba la sua corsa O restare per sempre - |
Il sonno come ciclica esperienza della morte, che prelude al risveglio o al riposo eterno. |
J1663 (?) / F1730 (?)
His mind of man, a secret makes I meet him with a start He carries a circumference In which I have no part Or even if I deem I do |
La sua mente di uomo, a un segreto dà forma Lo incontro con un sussulto Lui ha in sé una circonferenza In cui non ho parte O se mai ritenessi di sì |
Il primo verso può far pensare a una persona concreta ma anche, più probabilmente, a qualcosa di più alto, di divino, che ha assunto una "mind of man"; per questo ho tradotto la seconda parte del verso con "a un segreto dà forma", ovvero, dà forma umana a un mistero divino. Leggendo così il primo verso quelli che seguono non creano problemi interpretativi: l'assunzione della forma umana non scioglie tutti i dubbi, perché la natura divina continua comunque a tenere in serbo misteri negati alla nostra comprensione e che resistono a qualsiasi indagine della nostra ragione (indagine "vicina" perché il Dio fatto uomo si è avvicinato a noi), in quanto "altro" da noi, o almeno dalla nostra "mind of man". |
J1664 (?) / F1708 (?)
I did not reach Thee But my feet slip nearer every day Three Rivers and a Hill to cross One Desert and a Sea I shall not count the journey one When I am telling thee Two deserts but the year is cold The Sea comes last - Step merry feet The Sun goes crooked - We step like Plush |
Non Ti ho raggiunto Ma i miei piedi scivolano più vicini ogni giorno Tre Fiumi e una Collina da attraversare Un Deserto e un Mare Non terrò conto del viaggio in sé Quando ti racconterò Due deserti ma l'anno è freddo Per ultimo viene il Mare - Andate gioiosi piedi Il Sole si va inclinando - Camminiamo come Felpa |
Un viaggio affannoso, raccontato con l'impeto narrativo delle poesie degli anni '60, verso un premio che alla fine sfugge perché usurpato dalla morte. I fiumi e le colline sono il cammino attraverso la natura; il deserto è una sorta di terra di nessuno, e infine il mare, come in altre poesie simbolo del viaggio verso l'infinito; un mare che è fra noi e quella "fine" della quarta strofa a cui agogniamo e che nello stesso tempo temiamo, perché ci metterà di fronte al mistero. |
J1665 (?) / F1704 (?)
I know of people in the Grave Who would be very glad To know the news I know tonight If they the chance had had 'Tis this expands the least event And swells the scantest deed My right to walk upon the Earth If they this moment had |
So di persone nella Tomba Che sarebbero davvero felici Di conoscere le notizie che so io stasera Se ne avessero avuto l'opportunità È questo che espande l'evento più minuto E accresce l'atto più insignificante Il mio diritto di camminare sulla Terra Avessero loro in questo momento |
Le cose e le notizie più insignificanti, quelle che facciamo o sentiamo tutti i giorni senza farci troppo caso, si rivelano gemme preziose se pensiamo a quanto sarebbero importanti per chi non potrà mai più provarle. |
J1666 (?) / F1695 (?)
I see thee clearer for the Grave That took thy face between No mirror could illumine thee Like that impassive stone - I know thee better for the act |
Ti vedo più chiaramente in virtù della Tomba Che si è presa il tuo volto Nessuno specchio potrebbe illuminarti Come quella impassibile pietra - Ti conosco meglio in virtù dell'atto |
Johnson annota: "I versi potrebbero essere una variante della poesia 'I see thee better - in the Dark' [J611-F442], alla quale può essere accostata." |
Come nella J611-F442 la luce dell'amore sembra illuminare l'oscurità della tomba che racchiude quel volto. Un amore che è evidentemente rimasto celato durante la vita e che solo la morte permette di esprimere. Molto bella l'immagine dei primi due versi della seconda strofa: la morte che in un primo momento ti ha allontanato da me, rendendoti ignoto perché ormai appartenente a un mondo sconosciuto, ti ha poi in realtà avvicinato, come un ricordo che appartiene soltanto a chi ha amato. |
J1667 (?) / F1710 (?)
I watched her face to see which way She took the awful news Whether she died before she heard Or in protracted bruise Remained a few slow years with us Each heavier than the last A further afternoon to fail As Flower at fall of Frost - |
Osservavo il suo volto per vedere in che modo Avrebbe preso la tremenda notizia Se fosse morta prima di ascoltarla O in protratto tormento Rimasta per pochi lenti anni con noi Ognuno più gravoso dell'ultimo Per venir meno in un ennesimo pomeriggio Come Fiore al cadere del Gelo - |
Al dolore si può reagire in modi diversi, e talvolta una reazione meno immediata non fa che prolungare un tormento che può estinguersi soltanto con la morte. |
J1668 (?) / F1725 (?)
If I could tell how glad I was I should not be so glad - But when I cannot make the Force Nor mould it into word I know it is a sign That new Dilemma be From mathematics further off Than for Eternity |
Se potessi dire quant'ero felice Così felice non sarei - Ma ove non riuscissi a trovarne a Forza Né a modellarla in parole So che è un segno Che il nuovo Dilemma è Dalla matematica molto più lontano Che dall'Eternità |
È difficile esprimere a parole i sentimenti: quando riusciamo a "dirli" molto probabilmente è perché li sentiamo con meno forza. Per questo possiamo considerare l'impossibilità di esprimere qualcosa, sia esso un sentimento come la felicità o un dubbio, un dilemma che riempie la nostra mente, come un segno di distinzione, come una cartina di tornasole per riconoscere le cose che sono molto più vicine ai misteri intimi e divini che alle complicate, ma pur sempre terrene e concrete, formule esatte della matematica. |
J1669 (?) / F1714 (?)
In snow thou comest Thou shalt go with the resuming ground The sweet derision of the crow And Glee's advancing sound In fear thou comest |
Nella neve tu arrivi Te ne andrai con la terra che ricomincia La dolce derisione del corvo E l'avanzante suono della Letizia Nella paura tu arrivi |
L'inverno arriva nella neve, nella paura del freddo e del buio, ma è un arrivo che ha già in sé il suo andarsene, quel ritorno della gioia estiva e del rinascere della vita la cui certezza ci aiuta a superare i rigori del gelo. |
J1670 (?) / F1742 (?)
In Winter in my Room I came upon a Worm Pink, lank and warm - But as he was a worm And worms presume Not quite with him at home Secured him by a string To something neighboring And went along - A Trifle afterward I shrank - "How fair you are"! That time I flew |
D'Inverno nella mia Stanza M'imbattei in un Verme Rosa, molle e caldo - Ma siccome era un verme E i vermi ardiscono Non tranquilla con lui in casa Lo assicurai con una corda A qualcosa là vicino E mi allontanai - Un Attimo dopo Mi ritrassi - "Come sei bella!" Questa volta fuggii |
Un sogno, o meglio un incubo, raccontato con dovizia di particolari. Il verme che diventa serpente può prestarsi a molte interpretazioni. Errante (1956) ritiene che "quest'incubo si presta a un'interpretazione freudiana" e che la poesia "è pervasa da immagini sensuali". D'altronde il serpente come simbolo fallico e, conseguentemente, simbolo del peccato ha antecedenti illustri. Leggendola così, possiamo vedere nella trasformazione verme-serpente una metafora dell'amore ideale (pur sempre pericoloso, tanto da rendere consigliabile legarlo) che si trasforma in amore sensuale, e in quella fuga verso la città ritrovare la stessa fuga della J520-F656: in entrambe si fugge di fronte a qualcosa che attira e insieme fa paura. |
J1671 (?) / F1707 (?)
Judgment is justest When the Judged His action laid away Divested is of every Disk But his sincerity Honor is then the safest hue |
Il Giudizio è davvero giusto Quando il Giudicato I suoi atti riposti È spogliato di qualsiasi Disco Tranne la sua sincerità L'onore è allora la tinta più sicura |
Il giudizio finale potrà essere veramente giusto se giudicherà l'essenza vera dei nostri atti, se ci renderà nudi di fronte a quell'esame, spogliati di ogni ridondanza terrena e ridotti alla pura nudità del nostro essere. Solo la misteriosa tinta di questa essenza, di questa verità intima su di noi, potrà essere il colore giusto per una vita ormai trascorsa: ogni altro colore non potrà avere nessun effetto sull'esame a cui saremo sottoposti. |
J1672 (?) / F1698 (?)
Lightly stepped a yellow star To it's lofty place Loosed the Moon her silver hat From her lustral Face All of evening softly lit As an Astral Hall Father I observed to Heaven You are punctual - |
Lieve avanzò una bionda stella Verso la sua alta sede Sciolse la Luna il cappello argenteo Dal suo Volto lustrale Tutto nella sera sommesso s'accese Come un'Aula Astrale Padre dichiarai al Cielo Sei puntuale - |
Il puntuale tocco divino nello spettacolo di una sera che accende le sue luci. |
J1673 (?) / F1722 (?)
Nature can do no more She has fulfilled her Dyes Whatever Flower fail to come Of other Summer days Her crescent reimburse If other Summers be Nature's imposing negative Nulls opportunity - |
La Natura non può fare di più Ha esaurito le sue Tinte Qualsiasi Fiore non arrivi in tempo Ad altri giorni d'Estate Ripagare la sua mezzaluna Se vi saranno altre Estati L' imperioso diniego della Natura Annulla la possibilità - |
La natura non lascia spazio ai ritardatari; se un fiore non è riuscito a usare le tinte disponibili, ormai terminate, è costretto ad aspettare un'altra estate per rivestire di colori le sue nude foglie, simili a mezzelune che non sono riuscite a spuntare. La natura è fatta così: i suoi dinieghi sono definitivi e non ammettono ulteriori possibilità. |
J1674 (?) / F1738 (?)
Not any sunny tone From any fervent zone Find entrance there Better a grave of Balm Toward human nature's home And Robins near Than a stupendous Tomb Proclaiming to the gloom How dead we are - |
Non un accento di sole Da qualsiasi ardente zona Trova ingresso là Meglio una fossa di Balsamo Come casa della natura umana E Pettirossi vicino Di una Tomba stupenda Che proclami alle tenebre Quanto siamo morti - |
Lo splendore di un monumento tombale non serve a nulla, anzi, tende ad accentuare il nostro essere ormai morti, immersi comunque in tenebre non toccate da quell'apparente grandiosità. Molto meglio, per custodire ciò che resta di noi, una semplice fossa, non dissimile dalla natura che la circonda e discreta circa il suo contenuto. |
J1675 (?) / F1692 (?)
Of this is Day composed A morning and a noon A Revelry unspeakable And then a gay unknown Whose Pomps allure and spurn And dower and deprive And penury for Glory Remedilessly leave |
Di questo è composto il Giorno Un mattino e un meriggio Una Baldoria indescrivibile E poi un gioioso sconosciuto I cui Fasti attraggono e respingono E donano e privano E penuria di Gloria Irrimediabilmente lasciano |
La vita compie il suo ciclo, riempie i suoi giorni di abitudine e di estro, e ha come meta finale qualcosa di sconosciuto, un mistero che insieme ci attrae ci respinge. Forse soltanto di una cosa possiamo essere sicuri: ciò che qui chiamiamo "gloria" diventerà ben misera cosa, quando parteciperemo anche noi a quei fasti di cui non sappiamo nulla. |
J1676 (?) / F1733 (?)
Of Yellow was the outer Sky In Yellower Yellow hewn Till Saffron in vermilion slid Whose seam could not be shewn - |
Di Giallo era il Cielo esterno In Giallo più Giallo intagliato Finché lo Zafferano scivolò in un vermiglio Il cui confine non si riusciva a distinguere - |
Un tramonto che accende i colori del cielo fino a scivolare in un rosso indistinto e sconfinato. |
J1677 (?) / F1743 (?)
On my volcano grows the Grass A meditative spot - An acre for a Bird to choose Would be the general thought - How red the Fire rocks below |
Sul mio vulcano cresce l'Erba Un angolo meditativo - Un campo adatto a un Uccello Sarebbe opinione comune - Quanto rosso il Fuoco si agiti sotto |
La calma apparente della solitudine cela spesso un fuoco interiore che se svelato sgomenterebbe chiunque. |
J1678 (?) / F1699 (?)
Peril as a Possession 'Tis good to bear Danger disintegrates satiety There's Basis there - Begets an awe That searches Human Nature's creases As clean as Fire |
Il Pericolo come un Possesso È bene coltivare Il Rischio disintegra la sazietà C'è Fondamento là - Genera uno sgomento Che fruga nelle pieghe della Natura Umana Puro come Fuoco |
Il pericolo, il rischio, ci immunizza dalla noia dell'appagamento; è come un fuoco che lavora dentro e mantiene vivi i nostri sensi. |
J1679 (?) / F1718 (?)
Rather arid delight If Contentment accrue Make an abstemious ecstasy Not so good as joy - But Rapture's Expense |
Piuttosto arido il piacere Se l'Appagamento che ne risulta Produce un'estasi astemia Non certo pari alla gioia - Ma il Costo del Rapimento |
Certo, un'estasi è meglio di un comune piacere, uno di quelli che possiamo cogliere ogni giorno, ma l'estasi è costosa, difficile da raggiungere, specialmente se la vita di tutti i giorni preme e non ci lascia troppo tempo: se il problema è riuscire a pagare l'affitto è molto difficile riuscire a dedicarsi a estatici rapimenti. |
J1680 (?) / F1727 (?)
Sometimes with the Heart Seldom with the soul Scarcer once with the might Few - love at all |
Talvolta con il Cuore Raramente con l'anima Ancora meno con la forza Pochi - amano davvero |
Inusuale la scelta di questa gradazione di amori: il cuore, che sembrerebbe il candidato più ovvio per l'amore vero e, perciò, più raro, è messo al primo posto in ordine di frequenza: un tipo d'amore che non è raro incontrare. Poi viene l'anima e solo per ultima, la più rara, quella "forza" (ma anche energia, vigore) che credo si debba leggere come intensità, totalità di un sentimento che coinvolge tutto il nostro essere. |
J1681 (?) / F1694 (?)
Speech is one symptom of affection And Silence one - The perfectest communication Is heard of none Exists and it's indorsement |
La Parola è uno dei sintomi dell'affetto E il Silenzio l'altro - La comunicazione perfetta Nessuno può udirla Esiste e la sua conferma |
Gli ultimi due versi si riferiscono alla Prima lettera di Pietro 1,8: "voi lo amate, pur senza averlo visto; e ora senza vederlo credete in lui" (nella King James: "Whom having not seen, ye love; in whom, though now ye see him not, yet believing"). |
Il silenzio è la comunicazione perfetta, quella che non arriva concretamente al nostro orecchio ma si sente, con una intensità molto più alta, nell'intimo, come la fede della citazione biblica. |
J1682 (?) / F1693 (?)
Summer begins to have the look Peruser of enchanting Book Reluctantly but sure perceives A gain upon the backward leaves Autumn begins to be inferred The eye begins it's avarice Conclusion is the course of all |
L'estate inizia ad avere l'aspetto Del lettore di un Libro incantevole Che con riluttante certezza percepisce L'avvicinarsi delle pagine finali L'autunno inizia ad essere dedotto L'occhio dà inizio alla sua avidità Conclusione è il corso delle cose |
Al verso 14 Johnson legge, nella trascrizione di Susan Dickinson, "At most" ("Al massimo") al posto di "Almost"; ho scelto la lezione di Franklin, che è anche in The Single Hound, a cura di Martha Dickinson Bianchi, Little Brown, Boston, 1914. |
L'immortalità è la definitiva, naturale, conclusione di cicli che appaiono perenni nella loro costante ripetizione; questi cicli, questi eterni ritorni, (o, per usare un termine dickinsoniano, queste circonferenze senza inizio e senza fine) sono ciò che possiamo trovare di più vicino a quell'eternità che sfugge alla nostra comprensione razionale. Così la fine dell'estate è come la conclusione di un bel libro, di cui leggiamo le pagine finali con la nostalgia della bellezza di quelle che le hanno precedute (mi sembra questo il senso di "backward" al quarto verso) e la consapevolezza dell'ineluttabilità di quella fine, mentre l'autunno ci porta una voglia di meditare, insieme alla possibilità di nutrire l'avidità dei nostri occhi con i vistosi colori che un misterioso tintore assegna agli alberi, colori vistosi ma anch'essi preludio alla spoglia nudità dell'inverno. |
J1683 (?) / F1716 (?)
That she forgot me was the least I felt it second pain That I was worthy to forget Was most I thought upon Faithful was all that I could boast |
Che lei si scordò di me fu il meno Mi sembrò una pena secondaria Che fossi degna d'essere scordata Era in cima ai miei pensieri La fedeltà era tutto ciò di cui vantarmi |
Non brucia tanto il fatto di essere dimenticati, quanto l'esserne ritenuti degni, e il prezioso sentimento della fedeltà può anche essere rifiutato, o addirittura vissuto come qualcosa di innominabile di cui vergognarsi. |
J1684 (?) / F1690 (?)
The Blunder is in estimate Eternity is there We say as of a Station Meanwhile he is so near He joins me in my Ramble Divides abode with me No Friend have I that so persists As this Eternity |
La Cantonata è nella stima L'Eternità è là Affermiamo come di una Stazione Mentre è così vicina Che si unisce a me nel mio Vagare Che condivide casa con me Nessun Amico ho così ostinato Come questa Eternità |
L'eternità è considerata un punto d'arrivo, qualcosa che staziona in un punto ed è da raggiungere, la fine di un percorso che ne è privo e l'inizio di un altro che ne è permeato. Ma non è così, perché l'eternità accompagna la nostra vita, condivide tutto ciò che facciamo senza mai allontanarsi dalla nostra mente. Un pensiero, ma soprattutto un dubbio, che cerchiamo affannosamente di razionalizzare, senza mai riuscire a farlo. |
J1685 (?) / F1701 (?)
The butterfly obtains But little sympathy Though favorably mentioned In Entomology - Because he travels freely Had he the homely scutcheon |
La farfalla ottiene Poca simpatia Anche se con favore menzionata Dall'Entomologia - Poiché viaggia liberamente Se avesse un blasone ordinario |
La farfalla è colorata, vola libera nell'aria, è come una mente che rifiuta di rinchiudersi nel grigiore della consuetudine e vuole spaziare in libertà nei cieli della conoscenza e della fantasia. Per questo è accusata di dissolutezza dai benpensanti, che osservano con occhiuta e sospettosa circospezione ogni segno di diversità: se avesse colori meno sgargianti, e si applicasse seriamente e con meno scostumatezza a una qualche utile attività, sarebbe certamente giudicata degna di accedere alla loro noiosa immortalità. |
J1686 (?) / F1724 (?)
The event was directly behind Him Yet He did not guess Fitted itself to Himself like a Robe Relished His ignorance Motioned itself to drill Loaded and Levelled And let His Flesh Centuries from His soul |
L'evento era proprio dietro di Lui Eppure non ne ebbe sentore Si adattò a Lui come una Veste Gustando la Sua ignoranza Si mosse per scavare Riempì e Livellò E lasciò la Sua Carne A secoli dall'anima |
La morte non avverte, anzi pregusta la sorpresa di arrivare all'improvviso, quando nessuno se l'aspetta. Dietro di sé lascia soltanto una fossa ben riempita e livellata, e un corpo che non ha più niente a che vedere con l'anima ormai lontana e priva di individualità. |
J1687 (?) / F1686 (?)
The gleam of an heroic act Such strange illumination The Possible's slow fuse is lit By the Imagination |
Il bagliore di un atto eroico Che strana illuminazione La lenta miccia del Possibile è accesa Dall'Immaginazione |
L'atto eroico è un bagliore che si distingue dalla solita luce della vita. È come se avesse una miccia che può essere accesa soltanto dal fuoco dell'immaginazione, della fantasia che ci porta al di là del consueto. |
J1688 (?) / F1728 (?)
The Hills erect their Purple Heads The Rivers lean to see Yet man has not of all the Throng A Curiosity |
Le Colline drizzano le Teste Purpuree I Fiumi si girano a guardare Eppure l'uomo non ha di tutta questa Ressa Curiosità |
La natura riempie il mondo di prodigi, di bellezze, ma pochi sono quelli che sanno guardare, che si chiedono cos'è che succede intorno a loro. Sembra che solo la natura sia capace di godere di se stessa. |
J1689 (?) / F1731 (?)
The Look of thee, what is it like Hast thou a hand or Foot Or mansion of Identity And what is thy Pursuit Thy fellows are they realms or Themes Let change transfuse all other Traits |
Il tuo Aspetto, a che cosa somiglia Hai mani o Piedi O magione d'Identità E che cosa Persegui I tuoi compagni sono regni o Argomenti Il mutamento trasformi ogni altro Aspetto |
ED si rivolge direttamente a qualcuno che è ormai nell'aldilà. Chiede con insistenza, quasi con affanno, di definire quel misterioso stato che è la morte; una domanda dietro l'altra, sapendo che non ci sarà nessuna risposta. Infine, un'ultima speranza, che diventa quasi un ordine a una divinità sfuggente, un discrimine tra un aldilà riconoscibile dalla nostra individualità e uno, magari anche splendente e perfetto, ma indistinto e per questo inconoscibile: la morte è libera di cambiare tutto, basta che mantenga integra l'intima essenza del nostro io, l'essere coscienti di noi stessi, perché altrimenti l'immortalità non potrà mai appartenerci. |
J1690 (?) / F1697 (?)
The ones that disappeared are back The Phebe and the Crow Precisely as in March is heard The curtness of the Jay - Be this an Autumn or a Spring My wisdom loses way One side of me the nuts are ripe The other side is May. |
Quelli che erano spariti sono tornati La Rondine e il Corvo Proprio come in Marzo si sente La scontrosa Ghiandaia - Se sia questo Autunno o Primavera Il mio buon senso tralascia In una parte di me le noci sono mature Nell'altra è Maggio. |
I cicli della natura talvolta confondono le idee, marzo può diventare simile all'autunno, o può già trasformarsi in maggio; meglio lasciarsi andare alla fantasia e scegliere, di volta in volta, quale stagione sentiamo più congeniale in quel momento. Per la traduzione di "phebe" con "rondine" vedi la J403-F532. |
J1691 (?) / F894 (1865)
The Overtakelessness of Those Who have accomplished Death - Majestic is to me beyond The Majesties of Earth - The Soul her "Not at Home" Inscribes upon the Flesh, And takes a fine aerial gait Beyond the Writ of Touch. |
L'Irraggiungibilità di Coloro Che hanno conseguito la Morte Maestosa è per me ben oltre La Maestà della Terra - L'Anima il suo "Non a Casa" Iscrive sulla Carne, E prende una lieve aerea andatura Al di là del Diritto di Tocco. |
Nell'edizione Johnson è riportato soltanto il testo della trascrizione di Susan, mentre Franklin cita il manoscritto autografo, evidentemente comparso successivamente. Il testo riportato sopra è quello del manoscritto, indirizzato "Dollie" (un nomignolo affettuoso per Susan - vedi la J51-F41, la J156-F218 e la J158-F222) e firmato "Emily"; la trascrizione di Susan è in due strofe di quattro versi, con gli ultimi due così modificati: "And takes her fine aerial gait / Beyond the hope of touch" ("E prende la sua lieve aerea andatura / Al di là della speranza di contatto."). |
Il mistero della morte è più irraggiungibile di qualsiasi cosa noi si possa immaginare, di qualsiasi enigma naturale e terreno, perché in quel momento l'anima abbandona definitivamente la sua casa di carne, e si avvia per una strada che va al di là dei nostri poteri di conoscenza. |
J1692 (?) / F1726 (?)
The right to perish might be thought An undisputed right Attempt it, and the Universe Upon the opposite Will concentrate it's officers - You cannot even die But nature and mankind must pause To pay you scrutiny - |
Il diritto di perire potrebbe essere considerato Un diritto indiscusso Rivendicalo, e l'Universo Sul fronte opposto Concentrerà i suoi gendarmi - Non puoi nemmeno morire Senza che natura e uomini si soffermino A ripagarti giudicando - |
Di solito pensiamo alla morte (anche) come a un diritto che nessuno può toglierci; ma ci illudiamo se pensiamo di poterlo rivendicare come qualcosa che ci appartiene e ci pone al di fuori di dispute, sia pure postume. Tutti sono pronti, anzi si sentono in dovere, di compiangerci e, nello stesso tempo, di scrutare la nostra vita per giudicarla, come se la morte fosse l'ultima battaglia: noi da una parte e l'universo dall'altra. |
J1693 (?) / F1709 (?)
The Sun retired to a cloud A Woman's shawl as big And then he sulked in mercury Upon a scarlet log - The drops on Nature's forehead stood Home flew the loaded bees The South unrolled a purple fan And handed to the trees |
Il Sole si appartò in una nuvola Vasta come uno scialle Femminile E poi s'imbronciò ardente Su un ceppo scarlatto - Le gocce sostavano sulla fronte della Natura A casa volavano le api appesantite Il Sud srotolò un ventaglio purpureo E lo porse agli alberi |
Il sole si nasconde dietro le nuvole, manda qualche raggio isolato a colorare il terreno, poi un accenno di pioggia che si ferma in superficie, le api che fiutano il tempo brutto e si affrettano a casa; ma il sud interviene, libera il sole e offre quel calore alla natura in trepida attesa. |
J1694 (?) / F1703 (?)
The wind drew off Like hungry dogs Defeated of a bone Through fissures in Volcanic cloud The yellow lightning shone - The trees held up Their mangled limbs Like animals in pain When Nature falls upon herself Beware an Austrian |
Il vento si ritrasse Come cani affamati Defraudati di un osso Attraverso fessure in Vulcaniche nubi Il fulmine giallo brillò - Gli alberi sostenevano I loro mutili rami Come animali in pena Quando la Natura attacca se stessa Guardati dal Tronco |
Una tempesta raccontata come se fosse un attacco della natura contro se stessa, con immagini vive e incalzanti e una sorta di raccomandazione finale a non fidarsi di nulla che faccia parte di quella natura in guerra. |
J1695 (?) / F1696 (?)
There is a solitude of space A solitude of sea A solitude of Death, but these Society shall be Compared with that profounder site That polar privacy A soul admitted to itself - |
C'è una solitudine dello spazio Una solitudine del mare Una solitudine della Morte, ma queste Sono comunità Confrontate con quell'area più profonda Quell'intimità polare Un'anima al cospetto di se stessa - |
Nelle edizioni correnti, esclusa quella di Franklin, c'è un verso aggiunto alla fine: "Finite Infinity." ("Finità Infinità."). Johnson annota: "Non si conosce nessun autografo di questa poesia, qui riprodotta da due fonti: i primi sette versi seguono la trascrizione di Sue, che non copiò il verso finale. L'ultimo verso è tratto dal testo pubblicato." [The Single Hound, a cura di Martha Dickinson Bianchi e Alfred Leete Hampson, Little Brown, Boston, 1914]. Franklin trascrive la poesia seguendo la copia di Susan e considera il verso finale una probabile aggiunta editoriale. |
Le solitudini che conosciamo scompaiono di fronte a quella di un'anima sola di fronte a se stessa, un'intimità "polare" perché posta sul confine ultimo del possibile. |
J1696 (?) / F1705 (?)
These are the days that Reindeer love And pranks the northern star This is the Sun's objective And Finland of the year |
Questi sono giorni che amano la Renna E che la nordica stella adorna Questo è l'obiettivo del Sole E la Finlandia dell'anno |
I giorni d'inverno prediligono la renna e sono adornati da cieli tersi e pieni di stelle, in una stagione che è "obiettivo" del sole, con i suoi raggi che cercano di scaldarla e di infondere un po' di vita in quella Finlandia dell'anno. |
J1697 (?) / F1732 (?)
They talk as slow as Legends grow No mushroom is their mind But foliage of sterility Too stolid for the wind - They laugh as wise as Plots of Wit |
Parlano lenti come maturano le Leggende Non è fungo la loro mente Ma viluppo di sterilità Troppo inerte per il vento - Ridono saggi come Trame d'Arguzia |
In entrambe le edizioni critiche il testo deriva dalla trascrizione di Susan Dickinson, ma in quella di Johnson al verso 7 si legge "prevision" ("preveggenza") anziché "precision". |
I versi mi fanno pensare a noiose riunioni domenicali, a sermoni ripetuti con stanca lentezza; a qualcuno che ha la mente ormai ferma in convinzioni prive di qualsiasi spunto di fantasia e immaginazione, e pretende di saper spiegare, con quella che ritiene arguta saggezza, trame divine considerate, con magnanima sufficienza, lontane dalla comprensione di chi lo ascolta, facendo credere di essere depositario di chissà quali misteri indicibili. |
J1698 (?) / F1719 (?)
'Tis easier to pity those when dead That which pity previous Would have saved A Tragedy enacted Secures applause That Tragedy enacting Too seldom does |
È più facile compatire quelli che sono morti Invece di chi una compassione sollecita Avrebbe salvato Una Tragedia conclusa Assicura gli applausi Che la tragedia in corso Troppo raramente ottiene |
Tutti sono capaci di piangere chi muore; molto più difficile è lenire i dolori di chi è vivo e potrebbe trarre vantaggio dalla nostra compassione. È come se fossimo in teatro: tutti aspettano che la tragedia finisca per applaudire. |
J1699 (?) / F1729 (?)
To do a magnanimous thing And take one's self by surprise If one's self is not in the habit of him Is precisely the finest of Joys - Not to do a magnanimous thing |
Fare una cosa magnanima E prendere il proprio io di sorpresa Se il proprio io non è abituato a ciò È davvero la più fine delle Gioie - Non fare una cosa magnanima |
Essere magnanimi, se non lo si è abitualmente, e stupirsi di questo gesto inusuale è una gioia senza pari; per questo rifiutarla è come disprezzare un estatico rapimento che era a portata di mano, e insieme rassegnarsi a consumare la propria esistenza nella consueta noia dell'egoismo che non vede al di là di se stesso. |
J1700 (?) / F1689 (?)
To tell the Beauty would decrease To state the spell demean There is a syllableless Sea Of which it is the sign My will endeavors for it's word And fails, but entertains A Rapture as of Legacies - Of introspective mines - |
Spiegare la Bellezza la svaluterebbe Definirne l'incanto la umilierebbe C'è un Mare senza sillabe Di cui essa è il segno La mia volontà cerca la parola che le spetta E fallisce, ma trattiene Un Rapimento come di Lasciti - D'introspettive miniere - |
Non abbiamo parole che ci permettano di spiegare la bellezza, di definirne l'incanto, eppure sentiamo che dietro di essa c'è un mare, tanto inesprimibile quanto ricco di estatici rapimenti, riservati a un godimento che solo nell'intimo trova il suo pieno appagamento. |