The Complete Poems
Tutte le poesie
J251 - 300
Traduzione e note di Giuseppe Ierolli
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J251 (1861) / F271 (1861)
Over the fence - Strawberries - grow - Over the fence - I could climb - if I tried, I know - Berries are nice! But - if I stained my Apron - |
Oltre il recinto - Fragole - mature - Oltre il recinto - Potrei arrampicarmi - se ci provassi, lo so - Le bacche sono deliziose! Ma - se macchiassi il mio Grembiule - |
I frutti proibiti sono sempre quelli più desiderati, quelle rosse e saporite fragole oltre il recinto attraggono, e forse lo stesso Dio, talvolta così pronto a condannare, si unirebbe a quell'arrampicata gioiosa e ludica. |
J252 (1861) / F312 (1862)
I can wade Grief - Whole Pools of it - I'm used to that - But the least push of Joy Breaks up my feet - And I tip - drunken - Let no Pebble - smile - 'Twas the New Liquor - That was all! Power is only Pain - |
Io so guadare il Dolore - Interi Stagni di Dolore - Ci sono abituata - Ma il minimo impulso di Gioia Disorienta i miei passi - E m'impunto - ubriaca - Non rida - il Ciottolo - Era un Liquore Nuovo - Tutto qui! La forza è solo Pena - |
Il dolore come presenza costante della vita, come abitudine di tutti i giorni interrotta da rari momenti di gioia che ci disorientano, perché sono nuovi, non fanno parte del vivere quotidiano. Nella seconda strofa il significato dei versi diventa ancora più preciso: è il dolore, è l'accollarsi sulle spalle il peso più enorme che c'è a fare di noi dei giganti, a distinguerci dai semplici "uomini" che non hanno la forza di sorreggere un tale peso. |
J253 (1861) / F313 (1862)
You see I cannot see - your lifetime - I must guess - How many times it ache for me - today - Confess - How many times for my far sake The brave eyes film - But I guess guessing hurts - Mine - got so dim! Too vague - the face - |
Sai che non posso sapere - ciò che fai - Devo immaginare - Quante volte sei in pena per me - oggi - Confessa - Quante volte a causa della mia lontananza Gli occhi arditi si velano - Ma immagino che l'immaginare ferisca - I miei - sono così offuscati! Troppo vago - il volto - |
La vita condotta dall'amato lontano ci è ignota, possiamo soltanto immaginare le sue pene per la nostra lontananza, i suoi occhi velati dal pianto della nostalgia, così come i nostri. Ma la lontananza rende tutto vago, indistinto, privo della concretezza di cui si deve nutrire un amore; la forza del sentimento sembra soccombere a quell'assenza priva di speranza. Ci resta soltanto un desiderio pieno di tormento, e di quello dobbiamo accontentarci. |
J254 (1861) / F314 (1862)
"Hope" is the thing with feathers - That perches in the soul - And sings the tune without the words - And never stops - at all - And sweetest - in the Gale - is heard - I've heard it in the chillest land - |
La "speranza" è la pennuta creatura - Che si posa nell'anima - E canta melodie senza parole - E non smette mai - proprio mai - E dolcissima - nella Brezza - è udita - L'ho udita nella landa più gelida - |
La speranza ci fa cullare in un' illusione fallace; è sempre presente, anche nei momenti più neri, ma è pur sempre nient'altro che un miraggio lontano e irraggiungibile. |
J255 (1861) / F315 (1862)
To die - takes just a little while - They say it does'nt hurt - It's only fainter - by degrees - And then - it's out of sight - A darker Ribbon - for a Day - The absent - mystic - creature - |
Morire - richiede appena un breve momento - Dicono che non faccia male - È solo un perdere i sensi - per gradi - E poi - si è fuori di vista - Un Nastro più scuro - per un Giorno - L'assente - mistica - creatura - |
Una visione disincantata della morte e, soprattutto, del ricordo, evidenziata dai due versi iniziali della seconda strofa, dove il lutto diventa null'altro che un fugace segno esteriore. Una volta ripiegato il nastro e staccato il crespo dal cappello, basta un raggio di sole, di vita, per dimenticare chi avrebbe affrontato quel momento con molta meno fatica, se non ci fosse stato il rimpianto di lasciare le persone amate. La parte finale accentua le immagini che l'hanno preceduta, come se il rimpianto e la nostalgia fossero a senso unico, toccassero soltanto, in quell'attimo estremo, chi se ne va e scivolassero via ben presto dalla superficie di chi resta. |
J256 (1861) / F316 (1862)
If I'm lost - now - That I was found - Shall still my transport be - That once - on me - those Jasper Gates Blazed open - suddenly - That in my awkward - gazing - face - |
Se sono perduta - ora - Che fui trovata - Sarà ancora la mia ebbrezza - Che un giorno - su di me - quelle Porte di Diaspro Fiammeggiarono aperte - d'improvviso - Che il mio volto - goffo - stupito |
La nostalgia di una fede irrimediabilmente perduta, dell'ebbrezza provata nel sentirsi parte di quel mistero, protagonisti di una rivelazione che può durare soltanto se ci immergiamo dentro di essa senza far affiorare dubbi e domande. Nella parte finale c'è un'implicita analogia tra avere o non avere la fede: visto che il non credere ha lo stesso oggetto del credere, ovvero la fede, i rispettivi sentimenti sono specularmente indescrivibili e soltanto provandoli dentro di sé si riesce a comprenderli. |
J257 (1861) / F317 (1862)
Delight is as the flight - Or in the Ratio of it, As the Schools would say - The Rainbow's way - A Skein Flung colored, after Rain, Would suit as bright, Except that flight Were Aliment - "If it would last" And so with Lives - |
La gioia è come il volo - O in Rapporto ad esso, Come direbbero le Scuole - La strada dell'Arcobaleno - Una Matassa Colorata lanciata, dopo la Pioggia, Diventerebbe altrettanto spendente, Salvo che il volo Ne sarebbe l'Alimento - "Se potesse durare" E così con le Vite - |
La gioia ha l'effimera consistenza di un arcobaleno, i suoi colori splendenti rifulgono soltanto in un breve volo, come quello di una matassa lanciata in aria, che srotola i suoi colori e poi cade informe a terra. Soltanto l'inconsapevole ingenuità dell'infanzia può farci credere che la norma della vita siano quei colori, e non la desolata solitudine di un cielo grigio e vuoto. Nell'ultima strofa c'è come una variazione che diventa conclusione: nella vita i momenti da "farfalla" durano lo spazio di un istante, ed è proprio questa bellezza fuggevole e inafferrabile che li fa sembrare magici; poi volano via, lasciandoci soltanto la consapevolezza dell'inevitabile conclusione del nostro percorso nel mondo. |
J258 (1861) / F320 (1862)
There's a certain Slant of light, Winter Afternoons - That oppresses, like the Heft Of Cathedral Tunes - Heavenly Hurt, it gives us - None may teach it - Any - When it comes, the Landscape listens - |
V'è una certa Angolazione della luce, I Pomeriggi d'inverno - Che opprime, come la Gravità Di Melodie di Cattedrali - Una Celeste Piaga, ci procura - Niente può insegnarla - Nessuno - Quando viene, il Paesaggio ascolta - |
La luce obliqua dell'inverno, della disperazione, non colpisce la superficie delle cose ma si insinua al loro interno; è una luce pesante, come il suono austero e grave di un organo che pervade una cattedrale fin negli angoli più nascosti; colpisce dentro e, perciò, non lascia cicatrici visibili, ma cambiamenti profondi nell'intimo, in quel recesso dove dimorano i sentimenti più privati e meno esprimibili. Nessuno può insegnarci a difenderci da quella punta acuminata che ci entra nel profondo, da una disperazione sigillata nel nostro io e impermeabile a interventi esterni. Quando arriva, sembra che il mondo si fermi, come se trattenesse il fiato in attesa di un nuovo, illusorio, momento di liberazione, così simile alla impercettibile distanza che ci separa dallo sguardo della morte. |
J259 (1861) / F322 (1862)
Good Night! Which put the Candle out? A jealous Zephyr - not a doubt - Ah, friend, you little knew How long at that celestial wick The Angels - labored diligent - Extinguished - now - for you! It might - have been the Light House spark - |
Buonanotte! Chi ha spento la Candela? Un geloso Zefiro - non v'è dubbio - Ah, amico, non sapevi Quanto tempo a quel celeste stoppino Gli Angeli - hanno lavorato diligenti - Spento - ora - da te! Poteva - essere la scintilla del Faro - |
La candela del primo verso può essere una vita, ma anche una speranza improvvisamente spenta; un lume nutrito con tanta fatica e poi, come sempre nella vita, inesorabilmente soffiato via da un vento geloso di quella luce. |
J260 (1861) / F323 (1862)
Read - Sweet - how others - strove - Till we - are stouter - What they - renounced - Till we - are less afraid - How many times they - bore the faithful witness - Till we - are helped - As if a Kingdom - cared! Read then - of faith - |
Leggi - Caro - come altri - lottarono - Affinché noi - diventassimo più forti - A cosa essi - rinunciarono - Affinché noi - fossimo meno timorosi - Quante volte essi - diedero testimonianza di lealtà - Affinché noi - fossimo aiutati - Come se un Regno - avessero difeso! Leggi poi - della fede - |
Un inno al sacrificio di chi non teme di dare la vita per difendere le proprie idee. Nella seconda strofa sono esplicitamente citati i martiri della fede e nella prima edizione del 1890 fu pubblicata con il titolo "The Book of Martyrs". |
J261 (1861) / F324 (1862)
Put up my lute! What of - my Music! Since the sole ear I cared to charm - Passive - as Granite - laps my music - Sobbing - will suit - as well as psalm! Would but the "Memnon" of the Desert - |
Riporre il mio liuto! Che importa - la mia Musica! Giacché il solo orecchio che voglio affascinare - Passivo - come il Granito - accoglie la mia musica - Un singhiozzo - andrà bene - tale e quale a un salmo! Potesse il "Mèmnone" del Deserto - |
Nella prima strofa sembra che la musica trascurata riguardi una singola persona ("the sole ear", v. 3) e si può perciò presumere che si tratti di una canto d'amore non corrisposto. Nella seconda il "them" finale allarga l'orizzonte e si presta ad una interpretazione più generale: il canto di un poeta che resta inascoltato. |
J262 (1861) / F326 (1862)
The lonesome for they know not What - The Eastern Exiles - be - Who strayed beyond the Amber line Some madder Holiday - And ever since - the purple Moat The Blessed Ether - taught them - |
Solitari per non sapere Che cosa - Gli Esuli d'Oriente - sono - Quelli chi si smarrirono oltre la linea d'Ambra In una qualche folle Festa - E da allora - il purpureo Fossato L'Etere Benedetto - li istruì - |
Chi sono gli "Esuli d'Oriente" del secondo verso? Per Bacigalupo (2004) "è chi ha avuto la visione celestiale e desidera recuperarla", ovvero chi ha nostalgia di una fede che sembrava ormai acquisita, in una sorta di folle festa dello scioglimento del mistero, ma che poi si è ritrovato ad annaspare per recuperare quell'attimo. Una ricerca del "Che cosa" simile a quella di uccelli che cercano l'impossibile vetta del cielo, una vetta irraggiungibile come quel dono durato lo spazio di un momento, quando il Cielo sembrava così vicino e la vittoria sul mistero ormai a portata di mano. |
J263 (1861) / F293 (1862)
A single Screw of Flesh Is all that pins the Soul That stands for Deity, to Mine, Upon my side the Veil - Once witnessed of the Gauze - In tender - solemn Alphabet, More Hands - to hold - These are but Two - So greater than the Gods can show, |
Un'unica Vite di Carne È tutto ciò che fissa l'Anima Che rappresenta la Divinità, in Me, Sul mio lato del Velo - Una volta in presenza del Sudario - In tenero - solenne Alfabeto, Più Mani - per trattenere - Queste sono solo Due - Così grande che gli Dei possono mostrarsi, |
L'anima è saldamente fissata al suo involucro mortale ed è la rappresentazione del divino, del soprannaturale, nel lato del mondo che conosciamo. Nel momento della morte l'anima si separa dal corpo, ed è come se si dimenticasse dell'individualità di cui faceva parte per diventare un'entità immortale ma indistinta, priva di ciò che caratterizza il nostro io. Ciò che resta di noi non può che guardare con rimpianto ad una lacerazione che da una parte ci promette l'immortalità e dall'altra la rende impersonale, un qualcosa in cui non ci è possibile riconoscerci. Una sola cosa potrebbe riunire l'immortalità e l'individualità: un amore così grande da riuscire a sconfiggere la morte che conosciamo, a trattenere quel sentimento anche dopo il nostro viaggio di sola andata dall'altra "parte del velo". |
J264 (1861) / F294 (1862)
A Weight with Needles on the pounds - To push, and pierce, besides - That if the Flesh resist the Heft - The puncture - Coolly tries - That not a pore be overlooked |
Un Peso con Aghi sulle libbre - Preme, e trafigge, dappertutto - Se la Carne resiste alla pressione - La puntura - Freddamente riprova - Non un poro sarà tralasciato |
L'angoscia non ammette resistenze, si insinua nel nostro intimo permeandolo interamente, senza dimenticare nemmeno un poro della nostra pelle. Le sue armi e i suoi possibili obiettivi sono innumerevoli, come i nomi per le specie. |
J265 (1861) / F296 (1862)
Where Ships of Purple - gently toss - On Seas of Daffodil - Fantastic Sailors - mingle - And then - the Wharf is still! |
Dove Navi di Porpora - lievi si agitano - Su Mari di Giunchiglia - Favolosi Marinai - si mescolano - E poi - il Molo è silente. |
Il tramonto diventa un'immagine favolosa di mari di giunchiglia solcati da navi di porpora e popolati da irreali marinai. Poi tutto tace: i colori e l'immaginazione lasciano il posto alla concreta oscurità della notte. |
J266 (1861) / F297 (1862)
This - is the land - the Sunset washes - These - are the Banks of the Yellow Sea - Where it rose - or whither it rushes - These - are the Western Mystery! Night after Night |
Questa - è la terra - che il Tramonto bagna - Queste - sono le rive del Mar Giallo - Dove esso spuntò - o verso dove si getta - Questi - sono i Misteri del Ponente! Notte dopo Notte |
Come nella poesia precedente, il tramonto si tinge di esotica e favolosa bellezza; uno scrigno di gioielli che vive ogni giorno il suo scintillante splendore per poi svanire come un uccello negli orizzonti del cielo. |
J267 (1861) / F299 (1862)
Did we disobey Him? Just one time! Charged us to forget Him - But we could'nt learn! Were Himself - such a Dunce - |
Gli disobbedimmo? Solo una volta! Ci accusò di trascurarlo - Ma noi non riuscimmo a capire! Fosse Lui stesso - un tale Asino - |
È difficile comprendere il risentimento degli altri, le accuse che ci vengono rivolte per comportamenti e sentimenti interpretati in maniera diversa da chi ne è attore e da chi li subisce. Ma la soluzione non è difficile: basta mettersi l'uno nei panni dell'altro, e le incomprensioni diventano subito superabili. |
J268 (1861) / F281 (1862)
Me, change! Me, alter! Then I will, when on the Everlasting Hill A Smaller Purple grows - At sunset, or a lesser glow Flickers upon Cordillera - At Day's superior close! |
Io, cambiare! Io, trasformarmi! Allora lo farò, quando sull'Eterno Colle Una più Sottile Porpora crescerà - Al tramonto, o un più fioco bagliore Guizzerà sulla Cordigliera - Al supremo chiudersi del Giorno! |
Nel corso della vita ci sono continui mutamenti, dovuti al tempo che passa, alle esperienze che facciamo, ma il cambiamento vero sarà quello del momento che chiuderà con un estremo tramonto il giorno-vita, per condurci in una notte-morte il cui mistero resta inafferrabile. |
J269 (versione 1861) / F240 (versione 1861)
Bound - a trouble - And lives can bear it! Limit - how deep a bleeding go! So - many - drops - of vital scarlet - Deal with the soul As with Algebra! Tell it the Ages - to a cypher - |
Delimita - un'ansia - E i vivi riescono a sopportarla! Confinala - fin dove vanno le stille di sangue! Come - molte - gocce - di vitale scarlatto - Tratta l'anima Come l'Algebra! Contale il Tempo - in cifre - |
J269 (versione 1863) / F240 (versione 1863)
Bound - a Trouble - and Lives will bear it - Circumscription - enables Wo - Still to anticipate - Were no limit - Who were sufficient to Misery? State it the Ages - to a cipher - |
Delimita - un'Ansia - e i Vivi la sopporteranno - Circoscrivere - consente la Sventura - Sempre di prevenire - Fosse senza limiti - Chi reggerebbe all'Infelicità? Precisale il Tempo - in cifre - |
Entrambe le versioni sono nei fascicoli. Nella seconda ci sono due varianti nel manoscritto: al verso 3 "conjecture" ("ipotizzare") al posto di "anticipate" e al verso 4 "could begin on -" ("potrebbe accingersi -") al posto di "were sufficient to". |
C'è un solo modo per cercare di fronteggiare il dolore: dargli un limite, ricondurlo a una dimensione umana, misurabile così come misuriamo il tempo che passa; solo così potrà rientrare in uno degli inevitabili cicli della natura che accompagnano la nostra vita, come il tramonto che ci ricorda ogni sera la caducità di tutto ciò che è mortale. |
J270 (1861) / F248 (1861)
One life of so much consequence! Yet I - for it - would pay - My soul's entire income - In ceaseless - salary - One Pearl - to me - so signal - The Sea is full - I know it! The life is thick - I know it! |
Una vita di tanta importanza! Eppure - per essa - pagherei - L'intera rendita della mia anima - In incessante - salario - Una Perla - per me - così pregiata - Il Mare è colmo - lo so! La vita è torbida - lo so! |
Richard Sewall, nella sua biografia dickinsoniana (pag. 506), la mette in relazione con la J261-F324: "Sebbene possa essere letta come uno sguardo in due direzioni, religioso e secolare, sembra riflettere l'avvenuta comprensione del prezzo da pagare per la sua vocazione. La 'perla', la 'gemma', il 'diadema', anche se per lei non mancano mai di avere risonanze religiose, sono ormai metafore ben radicate della sua poesia. Qui sta dicendo che il prezzo è degno di essa. Si è tentati di vedere nell'ultima strofa come un ironico commento alle gentili poetesse i cui versi ornavano le colonne del 'Republican' e come la sua previsione sul definitivo verdetto del tempo". |
J271 (1861) / F307 (1862)
A solemn thing - it was - I said - A woman - white - to be - And wear - if God should count me fit - Her blameless mystery - A hallowed thing - to drop a life I pondered how the bliss would look - And then - the size of this "small" life - |
Una cosa solenne - sarebbe - dissi - Una donna - in bianco - essere - E indossare - se Dio mi reputasse degna - Il suo immacolato mistero - Una cosa sacra - far cadere una vita Meditai su come sarebbe apparsa la beatitudine - E allora - la misura di questa "piccola" vita - |
La lettura del secondo verso non può non far pensare al vestito bianco che si vede (in copia) nel museo dickinsoniano sistemato nell'Homestead. La donna in bianco è colei che sceglie, e nello stesso tempo è prescelta in quanto degna, di staccarsi dalla concretezza per immergersi in un mistero che appare da un lato insondabile, e dall'altro così enigmaticamente attraente; un viaggio nel mistero alla ricerca di una beatitudine che riusciremo a comprendere soltanto quando potremo afferrarla concretamente, quando riusciremo a diradare la nebbia che ne nasconde i tratti facendoci intravedere a malapena una forma indistinta, che sfugge a attrae allo stesso tempo. Solo allora potremo guardare con sufficienza chi considera "piccola" una vita che si è allargata fino a comprendere l'infinito cerchio dell'orizzonte. |
J272 (1861) / F308 (1862)
I breathed enough to take the Trick - And now, removed from Air - I simulate the Breath, so well - That One, to be quite sure - The Lungs are stirless - must descend |
Ho respirato abbastanza da imparare il Trucco - E ora, rimossa dall'Aria - Simulo il Respiro, così bene - Che Uno, per essere del tutto sicuro - Che i Polmoni siano immobili - deve scendere |
La vita e la morte si confondono. Vivere non è altro che un addestramento all'immortalità, quando il corpo dovrà sembrare freddo e immobile anche all'ispezione più ravvicinata, proprio nel momento in cui la vita vera, quella eterna, avrà preso il posto dell'illusione mortale. Nel penultimo verso la morte diventa una "pantomima", una recita che simula il buio del nulla nella luce dell'eternità. |
J273 (1861) / F330 (1862)
He put the Belt around my life - I heard the Buckle snap - And turned away, imperial, My Lifetime folding up - Deliberate, as a Duke would do A Kingdom's Title Deed - Henceforth - a Dedicated sort - A Member of the Cloud - Yet not too far to come at call - |
Mise la Cintura alla mia esistenza - Sentii la Fibbia scattare - E si volse altrove, imperiale, Racchiudendo tutta la mia Vita - Con cura, come un Duca farebbe Col Decreto di Assegnazione di un Regno - Da allora - un soggetto Consacrato - Un Membro della Nube - Ma non così lontana da non venire al richiamo - |
La consacrazione di un'esistenza, che proviene dal "lui" del primo verso (La Bulgheroni, nelle note al Meridiano, ipotizza una "iniziazione all'amore divino o umano, o alla vocazione poetica"), è come una cintura che racchiude tutta la vita e la trasforma in qualcosa di immateriale ("Un Membro della Nube"), che di concreto conserva soltanto le "minute Fatiche" del decimo verso, quelle cose che permettono di continuare la vita concreta pur nella consapevolezza di una consacrazione superiore negata agli "Altri" del verso successivo. |
J274 (1861) / F331 (1862)
The only Ghost I ever saw Was dressed in Mechlin - so - He had no sandal on his foot - And stepped like flakes of snow - His Gait - was soundless, like a Bird - His conversation - seldom - Our interview - was transient - |
L'unico Fantasma che ho mai visto Era abbigliato in Mechlin - proprio così - Non aveva sandali ai piedi - E camminava come fiocchi di neve - Il suo Passo - era silenzioso, come un Uccello - La conversazione - scarsa - Il nostro colloquio - fu effimero - |
La descrizione dell'incontro con un fantasma, con due registri diversi. Il primo, preponderante visto che comprende quattordici versi su sedici, lo presenta con immagini che non hanno nulla di pauroso: vestito con eleganza, etereo, un po' fuori moda, di poche parole, sorridente, anche se con un riso un po' sfuggente, persino timido e timoroso. Negli ultimi due versi c'è come uno scatto che fa invece diventare spaventoso quell'incontro, tanto da augurarsi di riuscire a cancellarlo dalla mente, a non riviverlo nemmeno nel ricordo. |
J275 (1861) / F332 (1862)
Doubt Me! My Dim Companion! Why, God, would be content With but a fraction of the Life - Poured thee, without a stint - The whole of me - forever - What more the Woman can, Say quick, that I may dower thee With last Delight I own! It cannot be my Spirit - Sift her, from Brow to Barefoot! |
Dubiti di Me! Mio Incerto Compagno! Ma come, Dio, sarebbe soddisfatto Con solo una frazione della Vita - Riversata a te, senza risparmio - Tutta me stessa - per sempre - Cos'altro può una Donna, Dillo subito, ch'io possa offrirtelo Insieme all'ultima Gioia che ho! Non potrà essere il mio Spirito - Esaminala, dalla Testa ai Piedi! |
Il dubbio dell'amato diventa espediente per descrivere un amore totalizzante, che comprende il corpo e lo spirito e si sublima negli ultimi versi nella "finest fondness" di quei candidi fiocchi di neve. |
J276 (1861) / F333 (1862)
Many a phrase has the English language - I have heard but one - Low as the laughter of the Cricket, Loud, as the Thunder's Tongue - Murmuring, like old Caspian Choirs, Breaking in bright Orthography Not for the Sorrow, done me - |
Molte frasi ha la lingua Inglese - Io ne ho udita solo una - Bassa come il riso del Grillo, Sonora, come la Lingua del Tuono - Mormora, come antiche Corali del Caspio, Irrompe con brillante Ortografia Non per il Dolore, che mi ha dato - |
La "struttura a indovinello irrisolto" (Bacigalupo) di questa poesia stuzzica la ricerca di una soluzione, ma sembra proprio che ce ne sia una sola: quale può essere la frase inglese che racchiude in sé tutte le immagini evocate nelle tre strofe iniziali, che fa piangere di gioia ad ascoltarla, se non "I love you"? |
J277 (1861) / F305 (1862)
What if I say I shall not wait! What if I burst the fleshly Gate - And pass escaped - to thee! What if I file this mortal - off - They cannot take me - any more! As laughter - was - an hour ago - |
E se dicessi che non aspetterò! E se mi lanciassi oltre la carnale Barriera - E traversandola scappassi - verso te! E se scavassi questo mortale - a fondo - Non mi riprenderanno - mai più! Come il riso - era - un'ora fa - |
Il sogno di una ribellione alle convenzioni che soffocano la nostra vita, di superare una barriera che sembra invalicabile per unirsi all'amato ("to thee" - v. 3) e godere di una libertà ("in Liberty" - v. 6) troppe volte repressa. Decidere di compiere un atto di così forte rottura sarebbe imboccare una strada che non prevede ritorno, godere di un mondo vagheggiato, nel quale tutto ciò che riempie il nostro ci sembrerebbe ormai lontano e privo di senso. |
J278 (1861) / F306 (1862)
A Shady friend - for Torrid days - Is easier to find - Than one of higher temperature For Frigid - hour of mind - The Vane a little to the East - Who is to blame? The Weaver? |
Un Ombroso amico - per Torridi giorni - È più facile da trovare - Che uno di più alta temperatura Per una Gelida - ora della mente - La Banderuola un poco verso Est - Chi incolpare? Il Tessitore? |
È facile trovare amicizia nell'abbondanza, molto più difficile trovare chi condivida i momenti di dolore e di gelo interiore. Di chi è la colpa, per questa imperfetta tessitura dei nostri caratteri mortali? forse del tessitore? Difficile rispondere, visto che gli arazzi del Paradiso sono così impalpabili, sono fatti con fili così estranei a noi da risultare impossibile decifrarne il senso. |
J279 (1861) / F338 (1862)
Tie the Strings to my Life, My Lord, Then, I am ready to go! Just a look at the Horses - Rapid! That will do! Put me in on the firmest side - But never I mind the steepest - Goodbye to the Life I used to live - |
Annoda i Lacci alla mia Vita, Signore, Poi, sarò pronta ad andare! Solo un'occhiata ai Cavalli - In fretta! Potrà bastare! Mettimi dal lato più sicuro - Ma non mi curo dei precipizi - Addio alla Vita che vivevo - |
Un risoluto addio alla vita, stavolta non intaccato dai tentennamenti del dubbio. Si deve andare? ebbene, si vada. Basta un fuggevole saluto alla vita e al mondo che conosciamo, e poi possiamo lasciarci andare a quel misterioso precipizio che ci porterà verso l'immortalità, accompagnati da un Dio che in questa poesia diventa una guida alla quale affidarsi con cieca fiducia, scegliendo una fede senza domande e senza paura. |
J280 (1861) / F340 (1862)
I felt a Funeral, in my Brain, And Mourners to and fro Kept treading - treading - till it seemed That Sense was breaking through - And when they all were seated, And then I heard them lift a Box As all the Heavens were a Bell, And then a Plank in Reason, broke, |
Sentivo un Funerale, nel Cervello, E i Dolenti avanti e indietro Andavano - andavano - finché sembrò Che il Senso fosse frantumato - E quando tutti furono seduti, E poi li udii sollevare una Cassa Come se tutti i Cieli fossero una Campana, E poi un'Asse nella Ragione, si spezzò, |
La morte vista in soggettiva, dalla parte di chi la subisce, in un racconto vivido e particolareggiato dei preparativi per il funerale, scandito all'inizio dalle ripetizioni nei versi 3 e 7, che trasmettono la sensazione di una coscienza che sente ancora i suoni del mondo intorno a sé, ma ormai da lontano, come accade quando ascoltiamo qualcosa attraverso un'eco. Nell'ultima strofa il momento finale e definitivo: lo spezzarsi della consapevolezza, la caduta infinita molto simile a quella che spesso proviamo nei nostri sogni, con l'ultimo verso che sembra mettere improvvisamente da parte la nostra individualità cosciente, per gettarci in un luogo che può essere quello in cui non c'è bisogno di sapere, perché non esiste più mistero, ma anche il vuoto del nulla eterno, dove il "sapere" non ha più ragione di esistere. |
J281 (1861) / F341 (1862)
'Tis so appalling - it exhilarates - So over Horror, it half captivates - The Soul stares after it, secure - To know the worst, leaves no dread more - To scan a Ghost, is faint - The Truth, is Bald, and Cold - Looking at Death, is Dying - Others, can wrestle - |
È talmente terrificante - che diventa esilarante - Tanto al di sopra dell'Orrore, che quasi attrae - L'Anima fissa oltre lo sguardo, sicura - Conoscere il peggio, non lascia spazio all'angoscia - Scrutare un Fantasma, è vago - La Verità, è Nuda, e Fredda - Guardare alla Morte, è Morire - Altri, possono lottare - |
Il soggetto diventa esplicito nel primo verso della quarta strofa: la morte che ci terrorizza e verso la quale abbiamo un'unica difesa, afferrarla e farla nostra, farla rientrare in una "verità" che ne comprenda l'inevitabilità. Solo così, solo fissando lo sguardo oltre, possiamo in un certo senso ignorare la morte, facendola diventare un semplice passaggio di quel misterioso ciclo che ci ha portati a vivere e poi a morire. Una volta accettata questa verità, possiamo lasciare agli altri la preghiera, il tentativo di scongiurare un qualcosa che è invece razionalmente certo, e mettere da parte la segreta e inconfessata speranza di ognuno di noi, quella di riuscire a sconfiggere la morte. |
J282 (1861) / F342 (1862)
How noteless Men, and Pleiads, stand, Until a sudden sky Reveals the fact that One is rapt Forever from the Eye - Members of the Invisible, Why did'nt we detain Them? |
Quanti Uomini, e Pleiadi, restano anonimi, Finché un inaspettato cielo Rivela il fatto che Uno è rapito Per sempre allo Sguardo - Membri dell'Invisibile, Perché non Li trattenemmo? |
Nei primi versi l'anonima folla umana, paragonata a quella delle stelle nel cielo, sembra assumere individualità solo con la morte, un'individualità che permette a chi resta di notarne l'assenza, come se in un cielo familiare ma indistinto notassimo un'improvvisa mancanza, che ci rende consapevoli del fatto che là c'era prima qualcosa che ora esiste solo in spazi sconosciuti, al di là delle nostre possibilità di comprensione. |
J283 (1861) / F254 (1861)
A Mien to move a Queen - Half Child - Half Heroine - An Orleans in the Eye That puts it's manner by For humbler Company When none are near Even a Tear - It's frequent Visitor - A Bonnet like a Duke - A Voice that alters - Low Too small - to fear - |
Un Aspetto da smuovere una Regina - Metà Fanciulla - Metà Eroina - Un Orleans negli Occhi Che smentisce i suoi modi Per la più umile Compagnia Quando nessuno è vicino Anche una Lacrima - È sua frequente Visitatrice - Un Cappellino come un Duca - Una Voce che modula - Bassa Troppo piccola - per intimorire - |
Ha l'aspetto di un indovinello, che non ho risolto. Nella nota del Meridiano la Bulgheroni scrive: "In questo ritratto di donna si è riconosciuta Kate Scott Anthon che è celebrata anche nelle lettere per la sua regalità. Altri vi scorgono un autoritratto per le allusioni a un regno diminuitivo nell'ultima strofa. Emily potrebbe aver proiettato l'immagine di sé nell'amica creando un personaggio autonomo." Dello stesso parere, almeno per quanto riguarda l'identificazione con un personaggio femminile, è Judith Pascoe, in "The House Encore Me So" Emily Dickinson and Jenny Lind ("The Emily Dickinson Journal", vol. 1, No. 1, Spring 1992, pp. 1-18), dove si ipotizza che la misteriosa protagonista della poesia possa essere il soprano svedese Jenny Lind, che "aveva impressionato la regina Vittoria e il cui grande fascino aveva suscitato in lei [la Dickinson] un'aria di esilio." (vedi la lettera ad Austin del 6 luglio 1851- L46 - nella quale ED descrive il concerto di Jenny Lind a cui aveva assistito insieme ai genitori e alla sorella). |
J284 (1861) / F255 (1861)
The Drop, that wrestles in the Sea - Forgets her own locality As I, in Thee - She knows herself an Offering small - The Ocean, smiles at her conceit - |
La Goccia, che combatte nel Mare - Perde l'orientamento Come Io, in Te - Sa di essere una piccola Offerta - L'Oceano, sorride alla sua presunzione - |
Il testo riportato sopra è quello nei fascicoli. In un'altra copia, inviata a Samuel Bowles nella seconda metà del 1861, al verso 3 c'è "toward" ("verso") al posto di "in" e al verso 4 "incense" ("incenso") al posto di "Offering" ("incense" è anche indicato come variante a "Offering" nella copia nei fascicoli). |
Perdersi nell'altro (per amore, per ammirazione?) è come essere una goccia insignificante nell'immensità del mare, ma, pur consapevole di questo, l'anelito è quello di esprimere la propria individualità, di diventare "più grande" (v. 6) ed essere così più visibile all'altro. Nell'ultima strofa il richiamo ad Anfitrite lo leggo come uno scatto di orgoglio, come se ED dicesse: "implorare semplicemente il riconoscimento della propria individualità (ultimo verso) significa dimenticare che nel mare possono esserci i gioielli più preziosi, come quelli custoditi da Anfitrite. |
J285 (1861) / F256 (1861)
The Robin's my Criterion for Tune - Because I grow - where Robins do - But, were I Cuckoo born - I'd swear by him - The ode familiar - rules the Noon - The Buttercup's, my Whim for Bloom - Because, we're Orchard sprung - But, were I Britain born, I'd Daisies spurn - None but the Nut - October fit - |
Il Pettirosso è il mio Criterio di Melodia - Perché cresco - dove cresce il Pettirosso - Ma, fossi nata Cuculo - Giurerei su lui - L'ode familiare - scandisce il Mezzogiorno - È il Ranuncolo, il mio Capriccio tra i Fiori - Perché, siamo sbocciati dal Frutteto - Ma, fossi nata Britannica, Sdegnerei le Margherite - Nulla più della Noce - s'adatta a Ottobre - |
Il mondo che conosciamo è quello che è intorno a noi, perciò tutti, anche le regine, guardano alle cose in modo "provinciale", legato al posto in cui si è nati, alla natura che ci circonda e alle sue manifestazioni locali. |
J286 (1861) / F243 (1861)
That after Horror - that 'twas us - That passed the mouldering Pier - Just as the Granite Crumb let go - Our Savior, by a Hair - A second more, had dropped too deep The possibility - to pass |
Quell'Orrore retrospettivo - che fummo noi - A oltrepassare il Pontile pericolante - Proprio mentre quel Briciolo di Granito si staccava - Nostro Salvatore, per un Capello - Un secondo di più, saremmo caduti troppo a fondo La possibilità - di passare |
Il testo riportato sopra è quello nei fascicoli. La sola ultima strofa è in calce a una lettera a Higginson della fine del 1862 (L282). |
Un istante può separarci dalla vita o dalla morte; quando ci accorgiamo che quell'istante è passato guardiamo a quel labile confine che abbiamo scansato per un pelo come a qualcosa che ci ha salvati da una caduta in abissi talmente profondi da eludere qualsiasi misura, qualsiasi salvezza. |
J287 (1861) / F259 (1861)
A Clock stopped - Not the Mantel's - Geneva's farthest skill Cant put the puppet bowing - That just now dangled still - An awe came on the Trinket! It will not stir for Doctor's - Nods from the Gilded pointers - |
Un Orologio si fermò - Non della Mensola - Il più remoto ingegno di Ginevra Non potrà far curvare la marionetta - Che adesso ciondola immobile - Uno sgomento assalì il Gingillo! Nessun Dottore scuoterà - Annuisce dalle lancette Dorate - |
L'orologio del primo verso è la vita, il cui tempo, bloccato dalla morte, non potrà più essere risvegliato da nulla. Negli ultimi tre versi l'immagine è quella di una morte ("Him" nell'ultimo verso) arrogante che ha aspettato paziente qualche decade, perfettamente consapevole che la sua vittoria sulla "vita del Quadrante" sarebbe prima o poi arrivata. |
J288 (1861) / F260 (1861)
I'm Nobody! Who are you? Are you - Nobody - too? Then there's a pair of us! Don't tell! they'd advertise - you know! How dreary - to be - Somebody! |
Io non sono Nessuno! Chi sei tu? Sei - Nessuno - anche tu? Allora siamo in due! Non dirlo! spargerebbero la voce - lo sai! Com'è squallido - essere - Qualcuno! |
Un paradossale elogio dell'anonimato, a cui fa da contraltare lo squallore di una fama sparsa ai quattro venti, che si riduce al gracidio orgoglioso di una rana ammirata dai suoi simili in un fangoso pantano. Inevitabile pensare alla "pubblicazione", così come descritta, per esempio, nella J709-F788: "Publication - is the Auction / Of the Mind of Man -". |
J289 (1861) / F311 (1862)
I know some lonely Houses off the Road A Robber'd like the look of - Wooden barred, And Windows hanging low, Inviting to - A Portico, Where two could creep - One - hand the Tools - The other peep - To make sure all's asleep - Old fashioned eyes - Not easy to surprise! How orderly the Kitchen'd look, by night, A pair of Spectacles ajar just stir - There's plunder - where - Day - rattles - too - And Echoes - Trains away, |
So di Case solitarie lontane dalla Strada Il cui aspetto piacerebbe a un Ladro - Sbarre di legno, E Finestre a portata di mano, Invitanti - Un Portico, Dove in due potrebbero strisciare - Uno - che porta gli Arnesi - L'altro che spia - Per accertarsi che tutti dormano - Occhi all'antica - Non facili da sorprendere! Come apparirebbe ordinata la Cucina, di notte, Un paio d'Occhiali semiaperti si stendono - C'è bottino - dove - Il giorno - fa rumore - troppo - Ed Echi - in Rintocchi lontani, |
L'espediente di mettere in scena un ladro che entra furtivo ed esperto in una casa permette a ED di descrivercela, di farcela vedere meglio con gli occhi "old fashioned" di quel ladro esperto, che sa dove guardare. |
J290 (1861) / F319 (1862)
Of Bronze - and Blaze - The North - tonight - So adequate - it forms - So preconcerted with itself - So distant - to alarms - And Unconcern so sovreign To Universe, or me - Infects my simple spirit With Taints of Majesty - Till I take vaster attitudes - And strut upon my stem - Disdaining Men, and Oxygen, For Arrogance of them - My Splendors, are Menagerie - |
Di Bronzo - e Braci - Il Nord - stanotte - Così adeguato - prende forma - Così prestabilito tra sé e sé - Così distante - dagli affanni - E con una così sovrana Indifferenza Per l'Universo, o per me - Contagia il mio spirito semplice Con Tracce di Maestà - Finché assumo più vasti atteggiamenti - E mi ergo sul mio stelo - Disdegnando gli Uomini, e l'Ossigeno, Per l'Arroganza di quelle - I miei Splendori, sono un Circo - |
Lo spettacolo grandioso e misterioso di un'aurora boreale (evocata nel primo verso con un'allitterazione che ho cercato di riprodurre nella traduzione) così lontana dagli affanni della vita mortale (v. 5) e indifferente sia ai misteri dell'universo che a quelli della vita (vv. 6-7) sembra contagiare chi la guarda (vv. 7-8) trasmettendogli parte della sua orgogliosa magnificenza. Subito dopo però, nella seconda strofa, emerge la consapevolezza della caducità della vita mortale, toccata dalla maestosa grandezza degli eventi naturali, ma destinata a durare lo spazio di un istante e a giacere nell'erba anonima di un cimitero (ultimi tre versi) , mentre il "loro incompiuto spettacolo intratterrà i secoli" (vv. 16-17). |
J291 (1861) / F327 (1862)
How the old Mountains drip with Sunset How the Hemlocks burn - How the Dun Brake is draped in Cinder By the Wizard Sun - How the old Steeples hand the Scarlet Then, how the Fire ebbs like Billows - How a small Dusk crawls on the Village How it is Night - in Nest and Kennel - These are the Visions flitted Guido - |
Come i vecchi Monti grondano di Tramonto Come gli Abeti fiammeggiano - Come la Felce Bruna è drappeggiata di Brace Dal Sole Stregone - Come i vecchi Campanili afferrano lo Scarlatto Poi, come il Fuoco rifluisce a Ondate - Come un piccolo Imbrunire striscia sul Villaggio Come si fa Notte - nel Nido e nella Tana - Queste sono le Visioni sfuggite a Guido - |
L'indicibile bellezza di un tramonto, descritto man mano nel suo svilupparsi: dagli abeti fiammeggianti del secondo verso alle notturne "cupole d'abisso" del verso 19. Per raccontare questa bellezza non basterebbe "il labbro del fenicottero", e nemmeno i più grandi pittori, evocati nell'ultima strofa, sono mai riusciti a catturarne per intero il fascino potente e misterioso, abbagliati da quell'oro che sfugge a qualsiasi descrizione. |
J292 (1861) / F329 (1862)
If your Nerve, deny you - Go above your Nerve - He can lean against the Grave, If he fear to swerve - That's a steady posture - If your Soul seesaw - |
Se il Coraggio, ti è negato - Va oltre il Coraggio - Può appoggiarsi alla Tomba, Se ha paura di deviare - È una stabile postura - Se l'Anima vacilla - |
Accettare l'inevitabilità della morte aiuta ad avere il coraggio di affrontarla; affidarsi a lei, alle sue solide "braccia di bronzo", dà la sicurezza di una "stabile postura" ormai inattaccabile. Nell'ultima strofa, come spesso accade nelle poesie di ED, l'immagine quasi "rassicurante" della tomba lascia spazio alla sensazione che anche l'anima, pur nella sua eterea sostanza, abbia bisogno di un nutrimento, di quell'ossigeno che è fuori dalla "porta della carne" (probabilmente la tomba) e che sembra diventare una sorta di legame fra due mondi così lontani l'uno dall'altro; come se l'anima tentasse di mantenere anche nell'aldilà l'individualità che contraddistingue la nostra esistenza mortale. |
J293 (1861) / F292 (1862)
I got so I could hear his name - Without - Tremendous gain - That Stop-sensation - on my Soul - And Thunder - in the Room - I got so I could walk across I got so I could stir the Box - Could dimly recollect a Grace - And shape my Hands - My Business, with the Cloud, |
E così ora posso ascoltare il suo nome - Senza - Tremenda vittoria - Quella sensazione di Blocco - nell'Anima - E di Tuono - nella Stanza - E così ora posso attraversare E così ora posso frugare nella Scatola - Posso a malapena rammentare una Grazia - E adatto le mie Mani - Il mio Problema, là con la Nuvola, |
Una ferita che si rimargina lentamente, che ci lascia il ricordo di un dolore attenuato dal passare del tempo. Ci resta una domanda inevasa: in quel misterioso aldilà ci sarà davvero qualcuno che si prenderà cura di noi, di questi infelici mortali che sognano la felicità eterna? |
J294 (1861) / F298 (1862)
The Doomed - regard the Sunrise With different Delight - Because - when next it burns abroad They doubt to witness it - The Man - to die - tomorrow - Joyful - to whom the Sunrise |
I Condannati - considerano l'Alba Con un Piacere diverso - Perché - quando la prossima splenderà di nuovo Dubitano di esserne testimoni - L'Uomo - che morirà - domani - Gioiosi - quelli per cui l'Alba |
Due esempi di come possa essere diverso il senso che ciascuno di noi dà alle cose, agli avvenimenti. L'alba e il canto di un uccello riempiono di gioia e di ammirazione i nostri occhi, ma sono percepiti in modo opposto dal condannato che li vede come messaggeri, sia pure inconsapevoli, della morte. |
J295 (1861) / F300 (1862)
Unto like Story - Trouble has enticed me - How Kinsmen fell - Brothers and Sister - who preferred the Glory - And their young will Bent to the Scaffold, or in Dungeons - chanted - Till God's full time - When they let go the ignominy - smiling - And Shame went still - Unto guessed Crests, my moaning fancy, leads me, Feet, small as mine - have marched in Revolution |
Verso simili Storie - l'Ansia mi ha attratto - Come i Congiunti che caddero - Fratelli e Sorelle - che preferirono la Gloria - E la loro giovane volontà Piegarono al Patibolo, o nelle Segrete - cantarono - Fino alla venuta di Dio - Quando abbandonarono l'ignominia - sorridendo - E la Vergogna divenne muta - Verso immaginari Allori, la mia dolente fantasia, mi conduce, Piedi, piccoli come i miei - hanno marciato nella Rivoluzione |
L'esempio dei martiri e di chi ha marciato per conquistare la propria libertà come sprone per non essere indegni di loro. |
J296 (1861) / F301 (1862)
One Year ago - jots what? God - spell the word! I - cant - Was't Grace? Not that - Was't Glory? That - will do - Spell slower - Glory - Such Anniversary shall be - I tasted - careless - then - So - Twelve months ago - If to be "Elder" - mean most pain - |
Un Anno fa - cosa annotare? Dio - pronunci la parola! Io - non posso - Era Grazia? No davvero - Era Gloria? Quella - sì - Pronunciala più lentamente - Gloria - Tali Anniversari ricorrono - Assaporavo - incurante - allora - Così - Dodici mesi fa - Se essere "più Vecchi" - significa più pena - |
L'apertura richiama un fatto concreto, una stagione d'amore di un anno prima, vissuta con la noncuranza di chi non si rende conto "che il Vino / Il Mondo lo concede una sola volta". Il rimpianto non sembra concedere alcun lenimento, e gli ultimi versi rifiutano anche la speranza di un futuro, visto come il perdurare di una pena che forse soltanto la morte potrà spezzare. |
J297 (1861) / F302 (1862)
It's like the Light - A fashionless Delight - It's like the Bee - A dateless - Melody - It's like the Woods - It's like the Morning - |
È come la Luce - Una Delizia senza forma - È come l'Ape - Una Melodia - senza tempo - È come i Boschi - È come il Mattino - |
Un poesia-indovinello che potrebbe avere come soluzione la vita. L'indizio più forte è nell'ultima strofa: la vita raggiunge il suo culmine quando si conclude e ci porta nell'eterna luce dell'immortalità. In questa ottica possiamo leggere anche le due strofe precedenti: la vita è un concetto che non ha una "forma" concreta; la sua "melodia" si sviluppa ciclicamente posandosi via via su esseri umani diversi, come l'ape con il fiore; è "privata" e "senza parole", perché vissuta ogni volta nell'intimità di ciascuno, eppure provoca sentimenti che hanno una forza superiore a tanti eventi concreti. |
J298 (1861) / F303 (1862)
Alone, I cannot be - The Hosts - do visit me - Recordless Company - Who baffle Key - They have no Robes, nor Names - Their Coming, may be known |
Sola, non posso essere - Schiere - mi fanno visita - Inafferrabile Compagnia - Che si beffa della Chiave - Non hanno Vesti, né Nomi - Il loro Arrivo, può essere annunciato |
Anche questa può essere considerata una poesia-indovinello. Johnson dice che i versi "descrivono esattamente in che modo si sviluppa l'impulso creativo" (Emily Dickinson. An Interpretative Biography, Atheneum, New York, 1972, pag. 74 [prima ediz.: The Belknap Press of Harvard University Press, Cambridge, 1955]). In effetti, i versi suggeriscono l'arrivo di "schiere" incorporee che nutrono la fantasia del poeta. Anche qui, come per la poesia precedente, l'ultima strofa mi sembra la più rivelatrice: quello che Johnson chiama "impulso creativo" è annunciato da messaggeri interiori (la mente del poeta) e, una volta arrivato, non parte mai più, perché fissato e concretizzato nei versi. |
J299 (1862) / F418 (1862)
Your Riches - taught me - Poverty. Myself - a Millionaire In little Wealths, as Girls could boast - Till broad as Buenos Ayre - You drifted your Dominions - Of Mines, I little know, myself - So much, that did I meet the Queen - I'm sure 'tis India - all Day - I'm sure it is Golconda - At least, it solaces to know It's far - far Treasure to surmise - |
Le tue Ricchezze - mi insegnarono - la Povertà. Io stessa - una Milionaria Con Beni minuscoli, come vanterie di Bambine - Finché ampi come Buenos Aires Tu accumulasti i tuoi Domini - Di Miniere, ne so poco, io - Quanto basta, se incontrassi la Regina - Sono sicura che è India - tutto il Giorno - Sono sicura che è Golconda - Almeno, è conforto sapere È lontano - un Tesoro lontano per immaginare - |
Il testo riportato sopra è quello nei fascicoli. Esistono altri due manoscritti: uno, praticamente uguale, accluso a una lettera a Higginson del luglio 1862 (L268), suddiviso in quattro strofe di otto versi ciascuna; l'altro inviato a Susan in forma di lettera nello stesso anno (L258), sempre in quattro strofe, con significative diversità nella punteggiatura e quattro varianti: al verso 3 "can" ("possono") al posto di "could"; al verso 21 "I know" ("So") al posto di "I'm sure"; al verso 22 "dream" ("sognare") al posto di "deem" e al verso 32 "yet" ("ancóra") al posto di "just". |
È quasi certo che la poesia fu scritta in memoria di Benjamin Franklin Newton, nel nono anniversario della sua morte. Newton aveva lavorato nello studio di Edward Dickinson e aveva fatto conoscere a Emily le opere delle sorelle Brontë e le poesie di Emerson, facendo nascere in lei l'amore per la letteratura. Morì a trentadue anni, il 24 marzo 1853. In una lettera a T.W. Higginson del 25 aprile 1862 (L261) ED scrive, riferendosi certamente a Newton: "When a little Girl, I had a friend, who taught me Immortality - but venturing too near, himself - he never returned." ("Quando ero una bambina, avevo un amico, che mi insegnò l'immortalità - ma essendosi arrischiato ad andarle troppo vicino - non è mai tornato."). |
J300 (1862) / F191 (1861)
"Morning" - means "Milking" - to the Farmer - Dawn - to the Teneriffe - Dice - to the Maid - Morning means just Risk - to the Lover - Just Revelation - to the Beloved - Epicures - date a Breakfast - by it - |
"Mattina" - significa "Mungitura" - per il Contadino - Alba - per Tenerife - Un tiro di dadi - per la Fanciulla - Mattina non significa che Rischio - per l'Amante - E Divulgazione - per l'Amata - Gli Epicurei - ci datano - una Colazione - |
Il testo riportato sopra è quello trascritto nei fascicli nel 1863; una copia precedente, del 1861, fu inviata a Susan, con una differente disposizione dei versi e cinque varianti nel testo:
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Molto simile alla J294-F298: là l'alba, qui il mattino, entrambi visti in prospettive profondamente diverse, secondo gli occhi di chi li guarda e li vive. |