The Complete Poems
Tutte le poesie
J1151 - 1200
Traduzione e note di Giuseppe Ierolli
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Indice Johnson
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J1151 (1869) / F1136 (1867)
Soul, take thy risk, With Death to be Were better than be not with thee |
Anima, corri il rischio, Con la Morte stare Sarà meglio che non stare con te |
La morte va affrontata, perché è inevitabile ma anche perché rifiutarla significherebbe rifiutare l'immortalità, separarsi definitivamente dalla propria anima, l'unico veicolo che può felicemente portarci in quell'aldilà che temiamo e desideriamo allo stesso tempo. |
J1152 (1869) / F1148 (1868)
Tell as a Marksman - were forgotten Tell - this Day endures Ruddy as that Coeval Apple The Tradition bears - Fresh as Mankind that humble story Tell had a son - The ones that knew it Tell would not bare his Head Make of his only Boy a Target Mercy of the Almighty begging - |
Tell come Tiratore - sarebbe dimenticato Tell - ancora Oggi persiste Rubicondo come quella Coeva Mela Che la Tradizione regge - Fresca come l'Uomo quell'umile storia Tell aveva un figlio - Quelli che lo sapevano Tell non volle scoprire il Capo Di fare del suo unico Figlio un Bersaglio La Misericordia dell'Altissimo implorando - |
La leggenda di Guglielmo Tell diventa il simbolo della forza della preghiera e della fede. Nell'ultimo verso è come se ED dicesse: "bisogna rivolgersi a Dio per le cose importanti, significative, solo in questo caso è probabile ("it is said") che Dio risponda". |
J1153 (1874) / F1265 (1872)
Through what transports of Patience I reached the stolid Bliss To breathe my Blank without thee Attest me this and this - By that bleak exultation I won as near as this Thy privilege of dying Abbreviate me this |
Attraverso quali trasporti di Pazienza Raggiunsi la stolida Beatitudine Di respirare il mio Vuoto senza te Me lo attesti questo e questo - Da quella sterile esultanza Ottenni più o meno questo Il tuo privilegio di morire Mi abbrevi questo |
La rinuncia, in altre poesia idealizzata e resa in positivo, diventa qui uno sterile esercizio di pazienza, che non dà altro risultato se non quello di respirare un vuoto, un'assenza. C'è un'unica via di uscita per riempire questo vuoto: appropriarsi del privilegio di morire e abbreviare così un'esistenza senza niente che la giustifichi. |
J1154 (1870) / F1141 (1867)
A full fed Rose on meals of Tint A Dinner for a Bee In process of the Noon became - Each bright mortality The Forfeit is of Creature fair Itself, adored before Submitting for our unknown sake To be esteemed no more |
Una Rosa ben nutrita su granaglie di Colore La Cena per un'Ape Nel corso del Meriggio diventa - Ogni radiosa mortalità È il Pegno della Creatura bella In sé, che adorata prima Si rassegna per il nostro ignoto beneficio A non essere più apprezzata |
Un fiore nel pieno del suo splendore diventa il pasto di un'ape. Come quel fiore, ogni cosa che è viva nel mondo ha nella sua intrinseca mortalità la propria bellezza e deve di conseguenza rassegnarsi a sparire, magari donando qualcosa di sé a beneficio di qualcuno o qualcosa che le è ignoto. |
J1155 (1870) / F1128 (1866)
Distance - is not the Realm of Fox Nor by Relay of Bird Abated - Distance is Until thyself, Beloved. |
La Distanza - non è il Reame della Volpe Né da Staffetta di Uccelli Annullata - La Distanza è Fino a te, Amore mio. |
La vera "distanza" non è quella che può essere percorsa da una volpe che si aggira per i boschi, o da uccelli migranti, ma quella che ci separa dall'oggetto del nostro amore. |
J1156 (1870) / F1191 (1870)
Lest any doubt that we are glad that they were born Today Whose having lived is held by us in noble holiday Without the date, like Consciousness or Immortality - |
Affinché non si dubiti che noi siamo lieti per chi nacque Oggi Di chi ha vissuto sia da noi reputata una nobile festa Senza data, come la Consapevolezza o l'Immortalità - |
Inviata a Susan (L356) per il suo quarantesimo compleanno, il 19 dicembre 1870. |
Un biglietto d'auguri, probabilmente con dei fiori, che trasforma un compleanno in una festa senza data. La congiunzione disgiuntiva fra la consapevolezza e l'immortalità sembra suggerire un'alternativa fra due concetti tante volti trattati da ED. |
J1157 (1870) / F1169 (1870)
Some Days retired from the rest In soft distinction lie The Day that a Companion came Or was obliged to die - |
Alcuni Giorni appartati dal resto In sommessa distinzione giacciono Il Giorno in cui un Compagno venne O fu obbligato a morire - |
I giorni importanti, che restano isolati dagli altri e si fanno ricordare, sono quelli legati al rapporto, triste o lieto, con qualcuno che ci è caro. |
J1158 (1870) / F1158 (1869)
Best Witchcraft is Geometry To the magician's mind - His ordinary acts are feats To thinking of mankind - |
L'Incantesimo migliore è Geometria Per la mente del mago - I suoi gesti ordinari sono grandi imprese Agli occhi dell'umanità - |
I primi due versi furono inviati a Susan (L350) con una variante nel secondo: "To a magician's eye -" ("All'occhio di un mago -"). |
Dal punto di vista del mago gli incantesimi migliori sono quelli che applicano in maniera abile e perfetta le regole della razionalità, è poi la sua abilità a far sì che ciò che per lui è diventata un'azione ordinaria appaia magica agli occhi di chi lo guarda. |
J1159 (1870) / F1166 (1870)
Great Streets of silence led away To Neighborhoods of Pause - Here was no Notice - no Dissent No Universe - no Laws - By Clocks, 'Twas Morning, and for Night |
Grandi Strade di silenzio conducevano A Sobborghi di Pausa - Qui non vi era Annuncio - né Dissenso Né Universo - né Leggi - Per gli Orologi, Era Mattino, e la Notte |
Il testo riportato sopra è quello del manoscritto rimasto tra le carte di ED. Un'altra copia fu inviata a Susan, con il quarto verso diviso in due ("By Clocks - 'Twas Morning / And for Night"). Di una ulteriore versione, in una lettera a Frances e Louise Norcross (L339), resta la trascrizione di Mabel Todd del solo primo verso, preceduto da "Did you know about Mrs J—? She fledged her antique wings. 'Tis said that «nothing in her life became her like the living it.»" ("Avete saputo di Mrs J—? Ha messo le penne alle sue antiche ali. Si può dire che «nulla nella sua vita le ha fatto onore come il lasciarla.»"). |
Una descrizione dell'aldilà, con termini che designano un mondo concreto (Streets, Neighborhoods, Clocks, Bells) immersi in una sorta di sospensione spazio-temporale che li rende incorporei e indistinti. |
J1160 (1870) / F1173 (1870)
He is alive, this morning - He is alive - and awake - Birds are resuming for Him - Blossoms - dress for His sake - Bees - to their Loaves of Honey Add an Amber Crumb Him - to regale - Me - Only - Motion, and am dumb. |
È vivo, stamane - È vivo - e sveglio - Gli uccelli ricominciano per Lui - I fiori - si abbigliano per amor Suo - Le api - alle loro Pagnotte di Miele Aggiungono una Briciola d'Ambra Per deliziare - Lui - a Me - Soltanto - Un cenno, e resto muta. |
Il manoscritto è indirizzato a "Mr Bowles" e firmato "Emily" (L341), ed è stato scritto in un periodo in cui spesso Bowles era ospite di Austin e Susan. Probabile che sia una sorta di saluto mattutino all'amico, ma il fatto che il biglietto sia poi rimasto in mano di ED fa pensare che non sia mai stato consegnato. |
J1161 (1870) / F1177 (1870)
Trust adjust her "Peradventure" - Phantoms entered "and not you." |
La fiducia regola il suo "Probabilmente" - Fantasmi entrarono "e non lei." |
I due versi sono in una lettera a T.W. Higginson del 26 settembre 1870 (L352), che segue la prima visita del critico letterario a ED nell'agosto precedente. Sono preceduti da "After you went I took Macbeth and turned to 'Birnam Wood.' Came twice 'to Dunsinane' - I thought and went about my work. I remember your coming as serious sweetness placed now with the Unreal -" ("Dopo la sua partenza ho preso il Macbeth e mi sono diretta verso la 'Foresta di Birnam.' Venne due volte 'a Dunsinane' - Riflettevo e mi dedicavo al lavoro. Ricordo la sua venuta come una solenne dolcezza situata ora nell'Irreale -"). |
Due enigmatici versi che diventano chiari se collegati alle parole che li precedono nella lettera. Nel primo si avvera un "probabilmente" che a lungo era stato in forse (la concreta conoscenza di una persona ormai entrata in confidenza con ED, anche se solo per via epistolare); nel secondo la visita si scolora, diventa un ricordo e quasi non si riesce a credere che sia avvenuta veramente. |
J1162 (1870) / F1178 (1870)
The Life we have is very great. The Life that we shall see Surpasses it, we know, because It is Infinity. But when all space has been beheld And all Dominion shown The smallest Human Heart's extent Reduces it to none. |
La Vita che abbiamo è certo grande. La Vita che vedremo La sorpassa, si sa, perché È Infinità. Ma quando ogni spazio è stato osservato E ogni Dominio mostrato L'estensione del più piccolo Cuore Umano La riduce a nulla. |
In una lettera a Elizabeth Holland dell'ottobre 1870 (L354). |
Il mondo concreto che conosciamo è certamente grande e contiene più cose di quante siamo in grado di conoscerne. Ma questa grandezza è certamente superata dal mondo infinito che ci attende nell'aldilà. Eppure quando conosceremo questa infinità ci accorgeremo che diventa un nulla di fronte al profondo mistero del cuore umano. |
J1163 (1870) / F1192 (1870)
God made no act without a cause - nor heart without an aim - Our inference is premature, our premises to blame. |
Dio non creò azione senza una causa - né cuore senza uno scopo - La nostra deduzione è prematura, le nostre premesse da biasimare. |
I versi sono contenuti in una lettera alle cugine Louise e Frances Norcross (L357, il manoscritto è perduto), che conteneva gli auguri per il Natale ma si referiva principalmente ai problemi relazionali che le due sorelle avevano con il reverendo John Dudley e la moglie Eliza, con i quali vivevano a Milwaukee. |
Versi con i quali ED cerca di consolare le cugine alle quali era indirizzata la lettera che li conteneva. Sicuramente le due sorelle, orfane e ancora molto giovani, non andavano molto d'accordo con chi le ospitava. |
J1164 (1870) / F1165 (1870)
Were it to be the last How infinite would be What we did not suspect was marked Our final interview. |
Dovesse essere l'ultimo Quanto infinito sarebbe Ciò che non sospettavamo indicasse Il nostro colloquio finale. |
I versi sono contenuti in una lettera (L338) alla zia Catharine Dickinson Sweetser (sorella del padre di ED) scritta in occasione della morte a trentatré anni del figlio maggiore, Henry Edward, il 17 febbraio 1870. |
Il "colloquio finale" dell'ultimo verso si presta a due interpretazioni: un colloquio con la persona che poco dopo morirà, senza essere consapevoli che sarà l'ultimo, o quello che ciascuno di noi dovrà affrontare quando sarà faccia a faccia con la morte. |
J1165 (1870) / F1175 (1870)
Contained in this short Life Are magical extents The soul returning soft at night To steal securer thence As Children strictest kept Turn soonest to the sea Whose nameless Fathoms slink away Beside infinity |
Contenute in questa breve Vita Sono magiche estensioni L'anima vi torna dolce di notte Per sgattaiolarne poi più salda Come i Bambini tenuti molto a freno Si dirigono prestissimo al mare I cui Abissi senza nome si dileguano Accanto all'infinito |
Ci sono tre versioni di questa poesia, tutte contenute nel recto e nel verso di un foglio, che riproduco da Bolts of Melody, pagg. xii-xiii La versione riportata (corrispondente a quella in basso nel verso del foglio manoscritto e riprodotta qui sotto) è l'unica senza varianti ed è pertanto da considerarsi come quella definitiva: Di seguito trascrivo le altre due versioni così come appaiono nel manoscritto; in neretto il testo base (quello delle edizioni critiche), in carattere normale le varianti.
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La nostra vita contiene molti misteri insondabili. Forse di notte, durante i nostri sogni, l'anima raggiunge questi luoghi misteriosi per poi tornare al suo posto più salda perché ne sa di più, perché è riuscita a rubare un brandello del mistero. In questo l'anima somiglia a quei bambini sottoposti a un'educazione rigida e repressiva, che sono impazienti di dirigersi al "mare" (ovvero al simbolo della libertà e dei sogni di terre lontane) con i suoi abissi ignoti e misteriosi, il simbolo più vicino all'infinito, al superamento delle costrizioni materiali in un luogo senza tempo e senza più dubbi e misteri. |
J1166 (1870) / F1206 (1871)
Of Paul and Silas it is said There were in Prison laid But when they went to take them out They were not there instead. Security the same insures |
Di Paolo e Sila si narra Che languivano in Prigione Ma quando andarono a prenderli Non erano più là. La stessa sicurezza rassicura |
Johnson annota: "L'imprigionamento di Paolo e Sila è narrato in Atti XVI, 23-40. ED sbaglia quando dice 'Non erano più là' quando, dopo il crollo della prigione [per un terremoto], il carceriere andò a prenderli: essi infatti erano rimasti all'interno del carcere. La confusione è con un brano precedente (Atti V, 18-23) in cui 'gli apostoli' erano stati liberati dal carcere dagli angeli." |
La prigione che si apre con l'intervento dell'angelo diventa metafora di quella in cui siamo rinchiusi nella nostra vita-prigione. Solo una certezza può rassicurarci: questa sorta di morso che ci lega a un'esistenza così breve e piena di dubbi non può essere che "facoltativo", ovvero prima o poi ci verrà data la possibilità di liberarci e conquistare l'immortalità. |
J1167 (1870) / F1174 (1870)
Alone and in a Circumstance Reluctant to be told A spider on my reticence Assiduously crawled And so much more at Home than I Revisiting my late abode |
Da sola e in Circostanze Riluttanti ad esser dette Un ragno sulla mia reticenza Assiduamente strisciò E tanto più a Casa sua di me Rivisitando la mia recente dimora |
Il manoscritto di questa poesia è su un foglio di taccuino che contiene, oltre al testo, due piccoli ritagli dall'"Harper's Magazine" del maggio 1870 (in uno il nome "George Sand" e nell'altro "Mauprat" - il titolo di un romanzo della Sand del 1836), oltre ad un francobollo (vedi immagine sotto) non timbrato da tre centesimi del 1869. I ritagli e il francobollo risultano chiaramente applicati prima, visto che il testo è scritto negli spazi liberi. |
Il singolare manoscritto di questa poesia rende ancora più enigmatico un testo già di per sé piuttosto oscuro. La Bulgheroni, nelle note all'edizione Meridiani Mondadori, riporta l'ipotesi di Johnson ma poi aggiunge: "Le interpretazioni più recenti individuano nella qualità visiva del manoscritto una sorta di scenografia in cui femminile e maschile sono contrapposti, anticipando l'ironico conflitto tra pudore e aggressione inscenato nel testo". Più plausibile mi sembra l'interpretazione di Bacigalupo: "Divertente e macabro apologo sulla morte (la circostanza che si rilutta a riferire). La persona non detta alla fine è la morte, o meglio il verme." |
J1168 (1870) / F1259 (1872)
As old as Woe - How old is that? Some Eighteen thousand years - As old as Joy - How old is that They are of equal years - Together chiefest they are found |
Vecchio come il Dolore - Quanto è vecchio? All'incirca Diciottomila anni - Vecchia come la Gioia - Tanto vecchia Che hanno gli stessi anni - Sempre primi si trovano |
ED sintetizza i principali sentimenti umani nei due estremi del dolore e della gioia, entrambi vecchi come il mondo e a cui nessuno può sfuggire. |
J1169 (1870) / F1204 (1871)
Lest they should come - is all my fear When sweet incarcerated - here |
Che essi arrivino - è tutto ciò che temo Vista la dolce prigione - qui |
La vita è sì una prigione, ma forse più dolce e godibile di quanto sembri. Per questo la paura è che arrivino i liberatori, coloro che aprono le sbarre per farci però entrare in un mondo di cui non sappiamo nulla. |
J1170 (1870) / F1176 (1870)
Nature affects to be sedate Upon Occasion, grand But let our observation shut Her practices extend To Necromancy and the Trades Obscure to understand Behold our spacious Citizen Unto a Juggler turned - |
La natura ostenta di essere pacata Nelle Occasioni, solenni Ma se smetti di osservarla Le sue pratiche estende A Negromanzia e Traffici Oscuri da capire Guarda il nostro esteso Concittadino In Imbroglione mutato - |
La natura ha un'apparenza solenne e maestosa, ma se provi a chiudere gli occhi per guardarne i suoi lati invisibili scopri misteri oscuri e difficili da comprendere. Così riesci anche a vedere nell'onnipresente Creatore nient'altro che un imbroglione, qualcuno che ci inganna facendoci vedere un mondo irreale e contraffatto. |
J1171 (1870) / F1203 (1871)
On the World you colored Morning painted rose - Idle his Vermillion Aimless crept the Glows Over Realms of Orchards I the Day before Conquered with the Robin - Misery - how fair Till your wrinkled Finger Shored the Sun away Midnight's awful Pattern In the Goods of Day - |
Sul Mondo che coloravi Il Mattino dipinse il rosa - Ozioso il suo Vermiglio Senza scopo s'infiltravano i Bagliori Su Reami di Frutteti Che il Giorno prima Conquistavo col Pettirosso - Ahimè - com'era bello Finché il tuo Dito rugoso Non scacciò via il Sole Della Mezzanotte l'orribile Trama Nei Tesori del Giorno - |
Il mattino come simbolo della natura che si risveglia, con i lenti, oziosi gesti che sembrano dipingere il mondo con i colori del giorno, e un bagliore che si insinua dappertutto, rendendo regali anche i semplici frutteti. Un risveglio che è però anche preannuncio di oscurità, nell'eterno ciclo naturale della vita e della morte che non lascia spazio per le scelte. Il mondo ci sembra così bello quando è ammantato dai tesori del giorno, ma nessuno ci dà il potere di fermare il rugoso dito della notte-morte, che sembra scacciar via con un gesto imperioso il sole per far spazio alla sua oscura e terribile trama. |
J1172 (1870) / F1246 (1872)
The Clouds their Backs together laid The North begun to push The Forests galloped till they fell The Lightning played like mice The Thunder crumbled like a stuff |
Le Nubi si misero Spalla a Spalla Il Nord iniziò a premere Le Foreste galopparono fino a cadere I Lampi giocavano come topi Il Tuono si sgretolò come macerie |
La maestosa e terribile forza della natura ci fa sentire talvolta impotenti, e ci fa quasi rimpiangere di non essere già nella tomba, dove niente di quello che succede fuori può toccarci. |
J1173 (1870) / F1140 (1867)
The Lightning is a yellow Fork From Tables in the Sky By inadvertent fingers dropt The awful Cutlery Of mansions never quite disclosed |
Il Fulmine è una gialla Forchetta Da Tavole nel Cielo A sbadate dita sfuggita L'impressionante Argenteria Di magioni mai del tutto dischiuse |
Ricorda il tema della J1170-F1176. Qui il lato oscuro della natura diventa il fulmine ("lightning" è propriamente "lampo" ma ho preferito tradurre con "fulmine" per il paragone con la "forchetta"), che cade dal cielo come fosse una gialla forchetta e la cui luce sembra diventare uno sprazzo di verità nell'oscurità della natura. |
J1174 (1870) / F1316 (1874)
There's the Battle of Burgoyne - Over, every Day, By the Time that Man and Beast Put their work away - "Sunset" sounds majestic - But that solemn War Could you comprehend it You would chastened stare - |
C'è una Battaglia di Borgogna - In alto, ogni Giorno, Nel Momento in cui Uomo e Bestia Smettono il loro lavoro - "Tramonto" suona maestoso - Ma se quella solenne Guerra Potessi tu comprendere Puniresti lo sguardo - |
Il senso della poesia dipende da come si interpreta l'ultimo verso. Nell'unica traduzione italiana (Raffo nei Meridiani) è reso con "abbagliato saresti di purezza". In questo caso il tramonto che vediamo è solo una pallida eco di quello "vero" (ritorna il tema della natura visibile e nascosta) e se potessimo comprenderlo appieno saremmo abbagliati dalla sua purezza. Io ho preferito tradurre rispettando il significato di "to chasten", che è definito con "correggere punendo; punire" o anche "purificare da errori o colpe", dove "purificare" ha comunque una connotazione di punizione. Traducendo in questo modo la bellezza del tramonto assume una valenza negativa, correlata al lato oscuro della natura. Perciò se sapessimo cos'è veramente il tramonto (che in questa lettura è visto come simbolo della fine delle cose, della morte) vorremmo punire il nostro sguardo che ama soffermarsi sulla sua ingannevole bellezza esteriore. |
J1175 (1870) / F1247 (1872)
We like a Hairbreadth 'scape It tingles in the Mind Far after Act or Accident Like paragraphs of Wind If we had ventured less |
Ci piace lo scampare per un Pelo Eccita la Mente Molto dopo l'Atto o l'Incidente Come paragrafi di Vento Avessimo rischiato meno |
ED descrive la sottile e penetrante eccitazione che si prova nel rischio, nello scampare per un pelo a un "atto o incidente". Un'eccitazione che dura a lungo, descritta come "paragrafi di vento" e poi come una brezza i cui tentacoli si insinuano fin nell'intimo della nostra mente. |
J1176 (1870) / F1197 (1871)
We never know how high we are Till we are asked to rise And then if we are true to plan Our statures touch the skies - The Heroism we recite |
Non sappiamo mai quanto siamo alti Finché non ci chiedono di alzarci E allora se siamo conformi al progetto Le nostre stature toccano i cieli - L'Eroismo che recitiamo |
Due possibili interpretazioni. Una riferita la mistero dell'aldilà e l'altra più terrena. |
J1177 (1865) / F1022 (1865)
A prompt - executive Bird is the Jay - Bold as a Bailiff's Hymn - Brittle and Brief in quality - Warrant in every Line - Sitting a Bough like a Brigadier |
La Ghiandaia è un Uccello pronto - operativo - Spavaldo come l'Inno di un Balivo - Di una qualità Secca e Concisa - Autorevole in ogni Verso - Siede su un Ramo come un Generale |
Tre manoscritti:
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Si può leggere come la semplice descrizione dell'arrivo primaverile di una ghiandaia che, come dice Bacigalupo nelle sue note, "ricorda l'impettito mondo giudiziario.", ma anche come il simbolo dello sbocciare dei versi. La Bulgheroni cita Robert Frost, che "ha visto nel ritratto quasi un autoritratto: perché nella concisione e nella secchezza dei suoi versi la Dickinson cela l'energia di un avvertimento estremo." |
J1178 (1871) / F1168 (1870)
My God - He sees thee - Shine thy best - Fling up thy Balls of Gold Till every Cubit play with thee And every Crescent hold - Elate the Acre at his feet - Upon his Atom swim - Oh Sun - but just a Second's right In thy long Race with him! |
Mio Dio - Egli ti vede - Splendi al tuo meglio - Lancia in alto i tuoi Globi d'Oro Finché ogni Cubito giochi con te E ogni Falce di Luna resista - Esalta gli Acri ai suoi piedi - Sul suo Atomo scorri - Oh Sole - il privilegio di un solo Istante Nella tua lunga Corsa con lui! |
ED si rivolge direttamente a Dio, incitandolo ad accogliere degnamente qualcuno che ha oltrepassato le porte del cielo e ora può vederlo. Nella prima parte è la notte a risplendere, con i globi dorati delle stelle e la falce lunare che veglia con la sua luce; poi la tomba e la polvere, esaltati e percorsi dal soffio divino; quindi la luce del sole, il simbolo della scintilla d'eternità che l'accompagna e di cui invochiamo almeno un istante per noi. |
J1179 (1871) / F1202 (1871)
Of so divine a Loss We enter but the Gain, Indemnity for Loneliness That such a Bliss has been. |
Di una così divina Perdita Non registriamo che il Guadagno, Indennità per la Solitudine Che una tale Estasi sia esistita. |
I versi sono in una lettera a Susan del settembre 1871 (L364), che inizia così: "To miss you, Sue, is power. The stimulus of Loss makes most Possession mean." ("Sentire la tua mancanza, Sue, è forza. Lo stimolo della Perdita rende misero ogni Possesso."). |
Il riferimento diretto della perdita è la lontananza di una persona cara (la lettera che contiene i versi fu scritta mentre Susan era dalla sorella a Geneva, New York) che viene qui trasformata in guadagno, perché il ricordo del passato compensa la solitudine del presente. Da notare l'uso di un termine "contabile" al verso 2: "enter", nel senso di "registrare i conti". |
J1180 (1871) / F1208 (1871)
"Remember me" implored the Thief! Oh Hospitality! My Guest "Today in Paradise" I give thee guaranty. That Courtesy will fair remain Of all we are allowed to hope |
"Ricordati di me" implorò il Ladro! Oh Ospitalità! Mio Invitato "Oggi in Paradiso" Te ne do garanzia. Quella Cortesia indelebile rimarrà Di tutto ciò che ci è concesso sperare |
La versione riportata sopra è quella nei fascicoli. Un'altra copia fu inviata a Susan nel 1873 con varianti ai versi 2-3 e 11-12, che diventano rispettivamente: "Oh Magnanimity! / My Visitor in Paradise" ("Oh Magnanimità! / Mio Ospite in Paradiso") e "That this was due, where some, we fear, / Are unexpected friends -" ("Che ciò fosse dovuto, dove un po', temiamo, / Di essere inaspettati amici -"). |
In Luca 23, 42-43 il ladro chiede a Cristo di ricordarsi di lui nel suo regno e Cristo risponde subito "oggi sarai con me in paradiso". Questa immediata e incondizionata promessa diventa l'affidavit ("dichiarazione giurata") del verso 10, ovvero la garanzia che il luogo che più temiamo, quell'aldilà misterioso di cui anche chi ha fede ha paura, ci accoglierà con l'ospitalità riservata ad amici che si è sempre felici di vedere. |
J1181 (1862) / F594 (1863)
When I hoped - I feared - Since - I hoped - I dared Everywhere - alone - As a church - remain - Ghost - may not alarm - |
Mentre speravo - temevo - Dopo - aver sperato - osai Dovunque - da sola - Come di una chiesa - i resti - Uno spirito - può non allarmare - |
La versione riportata sopra è la prima delle tre di questa poesia, trascritta nei fascicoli nel 1863 (nel 1862 secondo Johnson). La seconda fu inviata a Susan nel 1865 (1868 secondo Johnson) e la terza acclusa ad una lettera a T. W. Higginson del novembre 1871 (L368). Le due versioni successive sono entrambe senza divisione in strofe e mantengono inalterati i primi quattro e l'ultimo verso (pur con uno sfoltimenti dei trattini: 14 nella prima, 3 nella seconda, 5 nella terza). Le riporto di seguito.
(Higginson)
|
Il male del penultimo verso ("condanna" nella terza versione), che si può leggere anche come dolore, sofferenza, lascia un senso di vuoto e di solitudine; ma è una solitudine con una voglia di riscatto, che inizia con l'osare del secondo verso e termina con la rivendicazione della regalità del dolore, o della rimozione della condanna al dolore, che chiude la poesia con uno scatto di orgoglio nei confronti di quei simboli, lo spettro e il serpente, che nei versi precedenti erano stati come esorcizzati, negandone la capacità sia di farci del male che di incantarci. |
J1182 (1871) / F1234 (1871)
Remembrance has a Rear and Front. 'Tis something like a House - It has a Garret also For Refuse and the Mouse - Besides the deepest Cellar |
Il Ricordo ha un Retro e una Facciata. È un po' come una Casa - Ha una Soffitta anche Per Rimasugli e Topi - E poi la più profonda Cantina |
La versione riportata è quella acclusa in una lettera del novembre 1871 a T. W. Higginson (L368). Quella trascritta lo stesso anno nei fascicoli è probabilmente precedente, visto che gli ultimi due versi: "Leave me not ever there alone / Oh thou Almighty God!" ("Non lasciarmi mai là da sola / Oh tu Onnipotente Iddio!") sono cancellati e sostituiti con quelli della copia inviata a Higginson (in un primo momento ED aveva scritto "Contents" -"Contenuti" - al posto di "Fathoms", parola poi cancellata e sostituita da quest'ultima). |
La nostra memoria ha la capacità di immagazzinare molti ricordi, e, come in una casa, ci sono quelli più visibili, quelli più nascosti e infine quelli che faremmo bene a lasciare sepolti, come se fossero in una profonda e inaccessibile cantina. Sono questi quelli più pericolosi, quelli dai quali bisogna guardarsi, perché se riemergono dai loro abissi potrebbero occupare tutto il nostro spazio vitale, e potremmo non essere più capaci di riportarli di nuovo là in fondo. |
J1183 (1871) / F1227 (1871)
Step lightly on this narrow spot - The broadest Land that grows Is not so ample as the Breast These Emerald Seams enclose. Step lofty, for this name be told |
Passa lievemente su questo stretto punto - La Landa che più vasta si estende Non è così ampia come il Seno Che questi Orli di Smeraldo racchiudono. Passa solenne, affinché questo nome risuoni |
La versione riportata è quella trascritta nei fascicoli. Una copia praticamente identica era acclusa in una lettera del novembre 1871 a T. W. Higginson (L368). Esistono poi altre due manoscritti: uno inviato a Susan che comprende soltanto la prima strofa, con la variante "Heart" al posto di "Breast" al terzo verso, e uno annotato sul lembo di una busta (PF98), con due soli versi che potrebbero essere una variante degli ultimi due della poesia intera: "Or Fame erect / her siteless Citadel -" ("O la Fama eriga / la sua incorporea Cittadella -). Sullo stesso lembo di busta sono i due versi della J1534-F1195. |
La poesia fu pubblicata nel 1891 col titolo "Epitaffio". Nella prima strofa l'esortazione è ad inoltrarsi con leggerezza in quel misterioso mondo racchiuso da orli di smeraldo, più esteso di qualsiasi cosa esista su questa terra. Una visione della morte come un viaggio in territori sconosciuti ma non bui e misteriosi, anzi impreziositi da confini che fanno immaginare una sorta di Eldorado fantastico. Nella seconda i riferimenti al cannone e alla bandiera possono far pensare a qualcuno morto in battaglia, immortalato da una fama che trasforma la morte in perenne ricordo. |
J1184 (1871) / F1229 (1871)
The Days that we can spare Are those a Function die Or Friend Or Nature - stranded then In our Economy Our Estimates a Scheme - |
I Giorni di cui potremmo fare a meno Sono quelli in cui una Facoltà muore O un Amico O la Natura - incagliati allora Nella nostra Economia Le nostre Stime un Progetto - |
La versione riportata è quella acclusa in una lettera del novembre 1871 a T. W. Higginson (L368). In quella trascritta nello stesso anno nei fascicoli i primi due versi della seconda strofa sono "Our Estimates forsook / Our Affluence a Whim" ("Le nostre Stime abbandonate / La nostra Opulenza una Fantasia"). Ci sono poi delle varianti sottolineate (vedi immagine sotto) che li trasformano in quelli della poesia inviata a Higginson. |
Ci sono giorni di cui faremmo volentieri a meno, che fanno perdere ogni valore a tutto ciò che riempie la nostra vita e nei quali il tempo trascorre senza che quasi ce ne accorgiamo. |
J1185 (1871) / F1236 (1871)
A little Dog that wags his tail And knows no other joy Of such a little Dog am I Reminded by a Boy Who gambols all the living Day The Cat that in the Corner dwells Another class remind me |
Un Cagnolino che agita la coda E non conosce altra gioia A un Cagnolino così mi fa Pensare un Ragazzo Che fa capriole tutto il santo Giorno La Gatta che in un Angolo si accomoda Altri tipi mi ricorda |
Johnson annota che "Questi versi furono evidentemente composti pensando al nipote Ned, che in quel periodo aveva dieci anni." Oltre alla versione riportata sopra, trascritta nei fascicoli, ce n'è un'altra con i soli ultimi otto versi e qualche variante; il manoscritto è perduto ed è conosciuta in quanto pubblicata da Martha Dickinson Bianchi nel numero CXV dell'Atlantic Monthly del 1915:
In calce alla poesia appare un post scriptum: "P.S. - Grandma characteristically hopes Neddy will be a good boy. Obtuse ambition of Gramdma's! ("P.S. - La Nonna ovviamente spera che Neddy sarà una bravo ragazzo. Ottusa ambizione delle Nonne!"). |
Una poesia dedicata al nipotino Ned, dove la difesa di quel bambino probabilmente irrequieto e chiassoso diventa un'accusa per i "grandi", non più stimolati dal piacere di giocare, e di vivere, e capaci soltanto di chiedere, o imporre nella seconda versione, un silenzio e una severità estranee alla natura di una mente infantile e giocosa. |
J1186 (1871) / F1201 (1871)
Too few the mornings be, too scant the nights. No lodging can be had for the delights that come to earth to stay, but no apartment find and ride away. |
Troppo pochi i mattini sono, troppo scarse le notti. Né alloggio si riesce ad avere per le delizie che arrivano sulla terra per restarci, ma non trovano appartamenti e corrono via. |
In una lettera a Louise Norcross del luglio 1871 (L362) il cui manoscritto è perduto. La lettera è stata pubblicata nell'edizione delle Lettere del 1894, e in quella di Johnson, interamente in prosa e i (presunti) versi sono preceduti da: "This is a mighty morning. I trust that Loo is with it, on hill or pond or wheel." ("È un potente mattino. Confido che Loo sia con esso, su una collina o stagno o in carrozza."). |
La vita è troppo breve e molte volte la felicità che si degna di scendere da noi non riesce a restare: troppo scarsi gli alloggi a disposizione. E così quasi sempre la vediamo andar via senza averla potuta afferrare. |
J1187 (1871) / F1237 (1871)
Oh Shadow on the Grass! Art thou a step or not? Go make thee fair, my Candidate - My nominated Heart! Oh Shadow on the Grass! |
Oh Ombra sull'Erba! Sei tu un passo o no? Va a farti bello, mio Candidato - Mio designato Cuore! Oh Ombra sull'Erba! |
L'attesa di qualcosa che sembra finalmente arrivare. Allora ci si va a far belli, per ricevere degnamente l'ospite così atteso. Ma il ritardo è fatale e in quel breve spazio di tempo qualcun altro è riuscito a sostituire quel cuore che sembrava ormai designato. Non resta che un volto deluso da quella speranza, che sembrava così a portata di mano. |
J1188 (1871) / F1230 (1871)
'Twas fighting for his Life he was - That sort accomplish well - The Ordnance of Vitality Is frugal of it's Ball. It aims once - kills once - conquers once - |
Era per la sua Vita che stava combattendo - Un compito da eseguire ad arte - L'Artiglieria della Vitalità È parca di Proiettili. Mira una volta - uccide una volta - conquista una volta - |
La battaglia della vita è apparentemente meno cruenta di quelle che si combattono a colpi di artiglieria, ma richiede assoluta precisione perché le munizioni a disposizione sono molto poche e ogni colpo deve andare a segno. E se nelle battaglie campali possiamo sempre sperare in una rivincita, in quelle della vita, che si svolgono nel nostro intimo, non ci è quasi mai offerta una seconda possibilità. |
J1189 (1871) / F1207 (1871)
The Voice that stands for Floods to me Is sterile borne to some - The Face that makes the Morning mean Glows impotent on them - What difference in Substance lies |
La Voce che indica Diluvi per me È per alcuni sterile rigagnolo - Il Volto che fa misero il Mattino Arde impotente su di loro - Quale diversità nella Sostanza giace |
La sostanza, il significato delle cose, non è uguale per tutti. Ciascuno di noi giudica col metro della propria mente e vede le cose in modo diverso, e spesso opposto, agli altri. |
J1190 (1871) / F1248 (1872)
The Sun and Fog contested The Government of Day - The Sun took down his Yellow Whip And drove the Fog away - |
Il Sole e la Nebbia si contendevano Il Governo del Giorno - Il Sole abbassò la sua Gialla Frusta E disperse la Nebbia - |
Probabile schizzo di un mattino in cui il sole si era fatto strada attraverso un'alba nebbiosa e aveva vinto la contesa. |
J1191 (1871) / F1222 (1871)
The pungent Atom in the Air Admits of no debate - All that is named of Summer Days Relinquished our Estate - For what Department of Delight |
Il pungente Atomo nell'Aria Non ammette discussioni - Tutto ciò che chiamavamo Giorni D'Estate Abbandona il nostro Regno - Per quale Territorio di Delizia |
L'arrivo dell'inverno, col suo gelo pungente, non ammette discussioni: ormai l'estate se n'è andata, ha abbandonato quella natura che vorremmo sempre rigogliosa e splendente. Ma dove va l'estate quando ci abbandona? quali territori riempie con le delizie delle sue giornate? è una domanda di cui non conosciamo la risposta, così come non sappiamo i limiti di ciò che crediamo di poter dominare e di quelle barriere che ci separano dalla felicità perfetta. |
J1192 (1871) / F1232 (1871)
An honest Tear Is durabler than Bronze - This Cenotaph May each that dies - Reared by itself - |
Una Lacrima sincera È più duratura del Bronzo - Questo Cenotafio Può ognuno che muore - Innalzare da sé - |
Se il ricordo fa versare una lacrima sincera non c'è altro cenotafio che possa esserle paragonato, perché per costruire un monumento alla memoria basta dare l'incarico a qualcuno, ma per far versare una lacrima vera conta soltanto quello che siamo stati. |
J1193 (1871) / F1205 (1871)
All men for Honor hardest work But are not known to earn - Paid after they have ceased to work In Infamy or Urn - |
Tutti gli uomini per l'Onore duramente lavorano Ma non si sa ciò che guadagnano - Pagati dopo che hanno smesso di lavorare Con l'Infamia o l'Urna - |
Può essere letta in due modi. Gli uomini si affannano per un concetto di "onore" che il più delle volte è soltanto una vuota convenzione. Quando muoiono se va male sono magari tacciati d'infamia, altrimenti il loro guadagno sarà comunque al massimo un'urna funeraria. |
J1194 (1871) / F1209 (1871)
Somehow myself survived the Night And entered with the Day - That it be saved the Saved suffice Without the Formula. Henceforth I take my living place |
In qualche modo sopravvissi alla Notte Ed entrai con il Giorno - Che per essere salvi il Salvarsi basta Senza Ricetta. D'ora in poi occuperò il mio posto nella vita |
Si può momentaneamente sfuggire alla notte e accompagnare il giorno nel suo ingresso nel mondo; è una salvezza che è rimedio a se stessa, nessun medico potrà mai prescriverci una ricetta per ottenerla. Eppure è una salvezza soltanto momentanea e ci fa vivere come qualcuno a cui è stata commutata una pena e sa che, comunque, prima o poi dovrà onorare il suo appuntamento con la morte. |
J1195 (1871) / F1272 (1872)
What we see we know somewhat Be it but a little - What we dont surmise we do Though it shows so fickle I shall vote for Lands with Locks |
Ciò che vediamo lo conosciamo abbastanza Ma è ben poco - Ciò che non vediamo presumiamo di conoscere Sebbene si mostri a suo capriccio Voterò per Regioni con Lucchetti |
Le regioni del visibile sono quelle che ci sembra di conoscere bene, ma a ben vedere è una conoscenza di poco conto, perché lascia fuori tutto ciò che ci è invisibile e si manifesta in modo imprevedibile e capriccioso; queste regioni precluse ai nostri sensi possiamo conoscerle soltanto con l'immaginazione. Ma io preferisco senz'altro queste ultime, queste regioni nascoste alla nostra vista che stimolano la mente e la fantasia, a patto però di avere la possibilità, talvolta e mai con la sicurezza del risultato, di svelarne in qualche modo i misteri. Questo amore per il dubbio è una sorta di eredità, di dividendo su quel capitale primigenio di dubbio di cui Adamo provò per primo il proibito trasporto, un esercizio per la mente tanto incerto quanto affascinante. |
J1196 (1871) / F1238 (1871)
To make Routine a Stimulus Remember it can cease - Capacity to terminate Is a specific Grace - Of Retrospect the Arrow That power to repair Departed with the torment Become, alas, more fair - |
Per fare della Routine uno Stimolo Ricorda che può cessare - La capacità di concludere È una specifica Grazia - Della Memoria la Freccia Quel potere di riparare Spartito con il tormento Diventa, ahimè, più caro - |
L'abitudine può anche diventare uno stimolo, se ci rendiamo conto che prima o poi finirà, o anche che prima o poi ci sarà un cambiamento. Ma come l'abitudine può diventare uno stimolo, così quella consapevolezza che tutto passa fa sì che il momento del dolore conviva con la sua caducità, e questa sensazione che esista comunque il potere di riparare ai danni del tormento, diventa, nostro malgrado, più cara di quella freccia che altrimenti si conficcherebbe indelebilmente nella nostra memoria. |
J1197 (1871) / F1233 (1871)
I should not dare to be so sad So many Years again - A Load is first impossible When we have put it down - The Superhuman then withdraws |
Non oserei essere così triste Per così tanti Anni ancora - Un Fardello diventa impossibile Quando lo abbiamo deposto - Il Sovrumano allora si ritrae |
Una volta deposto, il fardello del dolore diventa impossibile da sopportare. In quel momento la forza sovrumana che ci aveva consentito di andare avanti, quasi senza guardare né il mondo che ci circonda né quello che ci aspetta sull'altra sponda, si ritrae e, paradossalmente, ci lascia come svuotati e con una maggiore consapevolezza dell'approssimarsi della morte. |
J1198 (1871) / F1199 (1871)
A soft Sea washed around the House A Sea of Summer Air And rose and fell the magic Planks That sailed without a care - For Captain was the Butterfly For Helmsman was the Bee And an entire universe For the delighted Crew - |
Un soffice Mare bagnava tutt'intorno la Casa Un Mare d'Aria Estiva E salivano e scendevano le magiche Assi Che navigavano senza affanni - Il Capitano era la Farfalla Il Timoniere era l'Ape E un intero universo Il felice Equipaggio - |
L'estate accende sempre la fantasia dickinsoniana, suggerendole deliziose immagini che mettono insieme ogni volta eterogenei protagonisti presi dalla natura che si risveglia. |
J1199 (1871) / F1224 (1871)
Are Friends Delight or Pain? Could Bounty but remain Riches were good - But if they only stay |
Sono gli Amici Delizia o Pena? Potesse un tal Regalo restare La Ricchezza sarebbe bella - Ma se essi sostano soltanto |
La gioia e la tristezza sono sentimenti che non hanno confini precisi. Come tante altre cose, anche l'amicizia può darci sia gioia che dolore. |
J1200 (1871) / F1235 (1871)
Because my Brook is fluent I know 'tis dry - Because my Brook is silent It is the Sea - And startled at it's swelling |
Poiché il mio Ruscello scorre So che è in secca - Poiché il mio Ruscello tace Esso è il Mare - E sgomenta al suo gonfiarsi |
Una metafora della poesia, quel ruscello che sgorga dalla mente di ED, vista essenzialmente come momento di scoperta interiore, il cui valore non si misura dal rumore esterno dell'acqua che vi scorre. È nei momenti di silenzio che quel ruscello diventa una mare, la cui immensità ci sgomenta e ci fa desiderare di sfuggirlo per non esserne travolti. |