The Complete Poems
Tutte le poesie
F951 - 1000
Traduzione e note di Giuseppe Ierolli
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Indice Franklin
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F951 (1865) / J809 (1864)
Unable are the Loved to die For Love is Immortality, Nay, it is Deity - Unable they that love - to die |
Incapaci sono gli Amati di morire Perché l'Amore è Immortalità, Anzi, è Deità - Incapaci coloro che amano - di morire |
Il testo riportato sopra è quello nei fascicoli. La prima strofa fu inviata a Susan (L305) in occasione della morte della sorella Harriet Cutler, l'8 marzo 1865 (nell'edizione Johnson delle lettere la data della morte è 18 marzo 1865). |
Nell'edizione Johnson la versione intera è datata nel 1864, facendo perciò presumere che ED abbia poi utilizzato la prima strofa per il biglietto a Sue. Franklin invece indica per entrambe la data del 1865 e suggerisce che la copia nei fascicoli, e di conseguenza la stesura della seconda strofa, sia successiva al biglietto. |
F952 (1865) / J847 (1864)
Finite - to fail, but infinite - to Venture - For the one ship that struts the shore Many's the gallant - overwhelmed Creature Nodding in Navies Nevermore - |
Finito - fallire, ma infinito - Osare - Per una nave che si mostra impettita alla riva Molte sono le ardite - sommerse Creature Mai più in Flotte ondeggianti - |
Osare è l'atto che ci avvicina di più all'infinito, anche se il rischio ha in sé la possibilità del fallimento, tanto che per uno che supera la prova ce ne sono tanti che sperimentano invece la sconfitta. |
F953 (1865) / J848 (1864)
Just as He spoke it from his Hands This Edifice remain - A Turret more, a Turret less Dishonor his Design - According as his skill prefer |
Giusto come fu presentato dalle sue Mani Questo Edificio rimanga - Una Torretta in più, una Torretta in meno Disonorerebbe il suo Disegno - Secondo quanto la sua maestria preferisca |
Nel Webster una delle definizioni di "to speak ("spoke", v. 1)" è "[transitivo] To exhibit; to make known." e a titolo di esempio sono citati due versi di Milton (Paradise Lost, VIII, vv. 100-101): "Let heav'n's wide circuit speak / The Maker's high magnificence." ("Lascia che il vasto cerchio del cielo renda palese / L'alta magnificenza del Creatore." - o anche "... parli / Dell'alta magnificenza del Creatore."). Probabile che ED si sia ispirata a questi versi, anche perché in quelli che seguono (vedi il testo sotto) Milton utilizza, come ED, il termine "edifice" riferendosi alla creazione divina.
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L'edificio creato da Dio deve restare così com'è, qualsiasi cambiamento altererebbe il suo alto disegno. Sta a Lui decidere quanto debba durare questo edificio, che resta comunque un ornamento, una sorta di interprete di un personaggio che in realtà è assente o, forse, semplicemente non esiste. |
F954 (1865) / J849 (1864)
The good Will of a Flower The Man who would possess Must first present Certificate Of minted Holiness. |
Se la buona Volontà di un Fiore Un Uomo volesse possedere Dovrebbe prima presentare un Certificato Di coniata Santità. |
La "good will" del primo verso si riferisce probabilmente agli "uomini di buona volontà" dei vangeli, un attributo che è innato nella natura e che invece l'uomo deve conquistare dimostrando la bontà del suo comportamento al di là di ogni dubbio. |
F955 (1865) / J850 (1864)
I sing to use the Waiting, My Bonnet but to tie And shut the Door unto my House No more to do have I Till His best step approaching |
Canto per impiegare l'Attesa, Tranne che allacciarmi la Cuffia E chiudere la Porta di Casa Altro da fare non ho Finché all'accostarsi del Suo ineguagliabile passo |
Il "cantare" del primo verso è certamente un cantare poetico, che riempie le giornate di ED, vuote di impegni concreti, e nelle stesso tempo impiega l'attesa di ciò che avverrà nella seconda strofa, dove le interpretazioni del soggetto legato a quell'"His" del quinto verso possono essere due: il passo dell'amato o il passo della morte (in questo caso "His" può riferirsi alla morte, sempre al maschile in ED, o a Dio). Nel primo caso l'arrivo dell'amato permetterà a entrambi di godere della luce della felicità; nel secondo l'attesa finirà con l'arrivo della morte, quando ci avvieremo verso la luce dell'immortalità. |
F956 (1865) / J810 (1864)
Her Grace is all she has - And that, so least displays - One Art to recognize, must be, Another Art, to praise - |
La sua Grazia è tutto ciò che ha - E che, così poco esibisce - Un'Arte per riconoscerla, dev'esserci, Un'altra Arte, per lodarla. |
Il testo riportato sopra è nei fascicoli. Un'altra copia fu inviata a Susan, identica nel testo e con due virgole al posto dei trattini nei primi due versi. |
I versi potrebbero riferirsi a un fiore che accompagnava il biblietto a Susan, ma anche un benevolo commento su una conoscenza comune. |
F957 (1865) / J851 (1864)
When the Astronomer stops seeking For his Pleiad's Face - When the lone British Lady Forsakes the Arctic Race When to his Covenant Needle |
Quando l'Astronomo smette di cercare Il Volto delle Pleiadi - Quando l'ormai sola Lady Britannica Abbandona l'Artica Rotta Quando all'Ago Convenuto |
È difficile definire il tradimento, perché è il crimine di chi volta le spalle a tutto ciò in cui dovrebbe credere. Perciò per riuscire a capirne la natura ci vorrebbe un tempo più lungo di quanto possiamo immaginare. |
F958 (1865) / J927 (1864)
Absent Place - an April Day - Daffodils a'blow Homesick curiosity To the Souls that snow - Drift may block within it |
Luogo assente - un Giorno d'aprile - Le giunchiglie in fiore Nostalgica curiosità Per Anime innevate - Il cumulo ostruisce dentro |
Un giorno d'aprile, un periodo in cui la natura si risveglia e invita anche gli uomini a sbocciare a nuova vita, può essere un giorno assente per chi nell'anima non ha altro che gelo; un gelo il cui ammucchiarsi non è fermato dal caldo sole primaverile e che ostruisce l'anima molto più profondamente di quanto possa ostruire qualsiasi cosa esterna, concreta. Lo sbocciare di un fiore può dare gioia solo a chi sente anche dentro di sé questo sbocciare, altrimenti la giunchiglia in fiore non è altro che una nostalgica curiosità di passate primavere. |
F959 (1865) / J852 (1864)
Apology for Her Be rendered by the Bee - Herself, without a Parliament Apology for Me - |
Le scuse per Lui Siano rese dall'Ape - Lui stesso, senza un Parlamento Scuse per Me - |
Probabilmente i versi accompagnavano un fiore (al femminile, come sempre in ED) inviato per scusarsi di qualcosa, intendendo che quel fiore sarebbe bastato per presentare le sue scuse, molto più di tante parole ("parliament"). |
F960 (1865) / J928 (1864)
The Heart has narrow Banks It measures like the Sea In mighty - unremitting Bass And Blue monotony Till Hurricane bisect That Calm is but a Wall |
Il Cuore ha stretti Argini Che misura come il Mare In possente - ininterrotto Mormorio E in Azzurra monotonia Finché l'Uragano lo infrange Che la Calma è solo un Muro |
Il cuore, ovvero l'amore, la facoltà di amare, è come chiuso in argini molto stretti, ma, come il mare, pensa in grande, non ha la sensazione di questo spazio angusto che lo racchiude. Ma prima o poi viene spezzato da un uragano che lo investe e gli fa percepire che quello che aveva considerato uno spazio senza limiti (ovvero un amore infinito) è in realtà ben poca cosa, un sottile muro di impalpabile garza che non riesce certo a proteggerlo. E si accorge così, nei convulsi attimi della consapevolezza, di come, a differenza del mare, non ci sia bisogno di un uragano per demolire e dissolvere ciò che lui credeva incrollabile: per sconvolgere quella calma superficie di illusoria serenità basta la lieve spinta di un istante, o un improvviso dubbio che mette in discussione quella che sembrava una certezza. |
F961 (1865) / J853 (1864)
When One has given up One's life The parting with the rest Feels easy, as when Day lets go Entirely the West The Peaks, that lingered last |
Quando si abbandona la vita La separazione da ciò che resta Appare facile, come quando il Giorno lascia andare Interamente l'Occidente I Picchi, che indugiarono per ultimi |
Abbandonare la vita in fin dei conti è una cosa facile, normale, perché ciò che resta è ormai passato, lontano, appartenente a una dimensione che non è, e non sarà mai più, nostra. È come quando il giorno lascia sparire l'occidente, lasciando sui picchi più alti una luce fioca che vive solo del rimpianto di un sole ormai sparito, o come la luce violetta e impalpabile che balugina nel continuo cadere delle cascate, la cui acqua sfugge via inesorabilmente. |
F962 (1865) - J812 (1864)
A Light exists in Spring Not present on the Year At any other period - When March is scarcely here A Color stands abroad On Solitary Fields That Science cannot overtake But Human Nature feels. It waits upon the Lawn, Then as Horizons step A quality of loss |
Una Luce esiste in Primavera Non presente nell'Anno In qualsiasi altro periodo - Quando Marzo è a malapena qui Un Colore sta là fuori Su Campi Solitari Che la Scienza non può cogliere Ma la Natura Umana avvertire. Aspetta sul Prato, Poi quando gli Orizzonti si avviano Un senso di perdita |
Una luce misteriosa, quasi inconoscibile, germoglia brevemente all'inizio della primavera, quando marzo è appena arrivato. È un colore indefinibile, che resta appartato e lontano, un colore che non sappiamo definire con gli strumenti della scienza, ma che avvertiamo nel nostro intimo. Non riusciamo mai a vederlo da vicino, riusciamo a scorgerlo di sfuggita, sull'albero o sul paesaggio più lontano e in quei momenti sembra quasi che ci parli. La sua vita è breve, quando le giornate si fanno più lunghe e gli orizzonti e i mezzogiorni prendono nuova vita, se ne va in silenzio, lasciandoci la bellezza dell'estate ma, nel contempo, un senso di perdita che non sappiamo definire esattamente, ma che intacca la nostra gioia per l'arrivo della bella stagione, con il suo splendore che sembra però troppo carnale in confronto all'eterea bellezza di quel fuggevole colore. |
F963 (1865) / J854 (1864)
Banish Air from Air - Divide Light if you dare - They'll meet While Cubes in a Drop Or Pellets of Shape Fit - Films cannot annul Odors return whole Force Flame And with a Blonde push Over your impotence Flits Steam. |
Bandisci l'Aria dall'Aria - Dividi la Luce se osi - S'incontreranno Come Cubi in una Goccia O Palline di una Forma Si adattano - Le Membrane non annullano Gli Odori ritornano intatti Forza la Fiamma E con un Biondo impulso Sulla tua impotenza Guizza il Vapore. |
Non possiamo agire su ciò che sfugge alla presa dei nostri sensi, sarebbe come voler bandire l'aria dall'aria, o cercare di tagliare la luce. Puoi provare a calare un coltello su un raggio di luce, ma vedrai che immediatamente le parti illusoriamente separate si riuniranno, così come si adattano alla loro forma naturale le parti di una goccia d'acqua o gli elementi di una figura. E ciò che nella concretezza si vede, la buccia di un frutto, la pelle di un essere umano, non riesce a contenere il tutto, gli odori di dentro si spandono intatti e impalpabili nell'aria. Prova a forzare una fiamma, vedrai l'illusione di un impulso subito trasformato in un guizzo di vapore, che si sparge sulla tua incapacità di controllarne la forma. |
F964 (1865) / J1105 (1864)
Like Men and Women Shadows walk Upon the Hills Today With here and there a mighty Bow Or trailing Courtesy To Neighbors doubtless of their own |
Come Uomini e Donne le Ombre passeggiano Sulle Colline Oggi Qua e là un profondo Inchino O un'affettata Gentilezza A Vicini senza dubbio loro pari |
Un'immagine comune e familiare come una passeggiata per le colline, diventa una descrizione dell'estraneità di chi è ormai ridotto a ombra e non ha più nessuno stimolo a osservare l'insignificante paesaggio costituito da noi ancora vivi e dai luoghi che per noi sono tutto il mondo. |
F965 (1865) / J929 (1864)
How far is it to Heaven? As far as Death this way - Of River or of Ridge beyond Was no discovery. How far is it to Hell? |
Quanto è lontano il Cielo? Lontano quanto la Morte quaggiù - Al di là di Fiume o Monte Non c'era evidenza. Quanto è lontano l'Inferno? |
ED si chiede quanto siano lontani il cielo e l'inferno, e risponde riportando queste due entità, incommensurabili e misteriose quanto opposte, al mistero della morte che permea la nostra esistenza. Lo fa dandoci due immagini della morte. Nella prima strofa un qualcosa che ci porta oltre il mondo che vediamo (e oltre il concetto di spazio nella variante al terzo verso "Of Fathom or of League beyond", ovvero "Al di là di Braccio o di Lega" - intese come unità di misura) ma non ci concede nessun indizio su ciò che vi troveremo. Nella seconda qualcosa che ci porta nel sepolcro, un luogo concreto e visibile che però, nella sua vera essenza, sfida ogni concetto di topografia, appartenendo ad un ambito misterioso e inconoscibile che non è raffigurabile con gli strumenti che conosciamo. Nell'ultimo verso, la variante "Forbid that any know -" ("[che] Impedisce a tutti di sapere -") chiarisce ulteriormente l'impossibilità di conoscere. |
F966 (1865) / J816 (1864)
A Death blow - is a Life blow - to Some - Who, till they died, Did not alive - become - Who had they lived Had died, but when They died, Vitality begun - |
Un colpo Mortale - è un colpo Vitale - per Alcuni - Che, fino a quando non morirono, Non divennero - vivi - Che se fossero vissuti Sarebbero morti, ma quando Morirono, la Vitalità iniziò - |
Inviata a Susan nel 1865, probabilmente dopo la morte della sorella Harriet Cutler l'8 marzo di quell'anno. Ci sono altre due copie, trascritte in quattro versi (1 / 2-3 / 4-5 / 6): una nei fascicoli (1865) e una acclusa a una lettera a Higginson del 17 marzo 1866 (L316). |
La vita non esiste di per sé ma è un qualcosa che bisogna conquistare giorno per giorno. Per questo ci sono alcuni che vivono soltanto una vita biologica e non la vera vita. Per loro probabilmente è la morte l'inizio di una vitalità che non ebbero mai. |
F967 (1865) / J933 (1864)
Two Travellers perishing in Snow The Forests as they froze Together heard them strengthening Each other with the words That Heaven if Heaven, must contain Long steps across the features took Till Mystery impatient drew As Those first furnished, said - |
Due Viaggiatori morenti sulla Neve Le Foreste mentre gelavano Insieme li udirono rincuorarsi L'un l'altro con le parole Che il Cielo se Cielo, doveva contenere Lunghi passi misurò su quei volti Finché il Mistero si fece impaziente Del quale Quelli forniti prima, dicevano - |
Due viaggiatori sorpresi dal gelo invernale, ma anche dal gelo della vecchiaia e della morte, si fanno coraggio l'un l'altro: è più facile affrontare la morte quando non si è soli. Parlano di come sarà il cielo, dicono che per essere veramente cielo dovrà contenere, oltre al mistero che non sappiamo, tutto ciò che si stanno lasciando alle spalle; i ricordi, gli affetti, gli amori. Poi il conforto che si danno l'un l'altro diventa solenne, preludio all'atto supremo della morte, e non lascia più spazio alle parole. E allora il vento, la natura, si prende cura di quei volti ormai nell'oscurità, sui quali il mattino della vita aveva sparso i fiori dell'amore, e il tempo continua inarrestabile il suo corso, finché il mistero torna e prende anche quelli che erano rimasti. Anche a loro verrà dato quel cielo, così terreno e intriso di nostalgia, che avevano descritto i due viaggiatori che per primi lo avevano raggiunto. |
F968 (1865) / J866 (1864)
Fame is the tint that Scholars leave Upon their Setting Names - The Iris not of Occident That disappears as comes - |
La Fama è la tinta che i Dotti lasciano Sui loro Nomi che Tramontano - Non l'Iride d'Occidente Che scompare com'è venuta - |
La fama tinge d'immortalità i nomi dei dotti arrivati al tramonto delle loro vite sapienti. Ed è un colore che resta, non come quei colori dell'iride che appaiono al tramonto e svaniscono subito dopo. |
F969 (1865) / J867 (1864)
Escaping backward to perceive The Sea upon our place - Escaping forward, to confront His glittering Embrace - Retreating up, a Billow's hight |
Fuggire all'indietro per percepire Il Mare al nostro posto - Fuggire in avanti, per confrontarsi Col suo luccicante Abbraccio - Ritirarsi in alto, in vetta ad un'Onda |
Nella nostra vita tendiamo a fuggire, a ritirarci di fronte a ciò che ci appare nuovo, diverso, misterioso. Eppure possiamo usare questo istinto anche per prepararci al divino, ovvero al nuovo, al diverso, al misterioso che ci aspetta dopo la morte. Per farlo dobbiamo essere capaci di fuggire indietro, riuscendo però a percepire la presenza del mare (qui metafora della fantasia, della libertà, dell'immaginazione, come nella J520-F656) che prende subito il nostro posto, per poi fuggire di nuovo, stavolta in avanti, per godere del suo luccicante abbraccio. Così come dobbiamo essere capaci di ritirarci (qui nel senso di guardare in noi stessi) in alto, fino in cima a un'onda di quel mare, e poi saper anche guardare in basso, fino all'estremità di noi stessi, a quei piedi erosi dalla fatica di vivere. |
F970 (1865) / J975 (1864)
The Mountain sat upon the Plain In his enormous Chair - His observation omnifold, His inquest, everywhere - The Seasons played around his knees |
Il Monte sedeva sulla Pianura Nel suo enorme Seggio - La sua osservazione onnicomprensiva, La sua inchiesta, dappertutto - Le Stagioni gli giocavano intorno ai ginocchi |
I monti come simbolo più visibile della grandezza e dell'apparente perennità della natura (vedi anche la J667-F787 e la J722-F745), espressa soprattutto nei due ultimi versi. |
F971 (1865) / J912 (1864)
Peace is a fiction of our Faith - The Bells a Winter Night Bearing the Neighbor out of Sound That never did alight. |
La Pace è un'invenzione della nostra Fede - Le Campane una Notte d'Inverno Portano il Vicino oltre il Suono Che non discese mai. |
La pace, ovvero l'eterno riposo che segue la morte, è una consolatoria invenzione della fede. Nella realtà, le campane che suonano in una notte d'inverno (la stagione che più si avvicina alla morte, alla caducità) ci dicono che qualcuno vicino a noi sta andando oltre quel suono, quella sensazione immateriale e illusoria, mai concretizzato quaggiù. Un luogo, o qualsiasi altra cosa sia, di cui non sappiamo niente e che ci illudiamo di conoscere chiamandolo "pace". |
F972 (1865) / J823 (1864)
Not what We did, shall be the test When Act and Will are done But what Our Lord infers We would Had We diviner been - |
Non su cosa facemmo, sarà l'esame Quando Atto e Volontà saranno conclusi Ma su cosa Nostro Signore dedurrà avremmo fatto Fossimo stati più divini - |
Quando la nostra vita sarà conclusa arriverà il momento dell'esame. Ma attenzione, affrontiamolo con più tranquillità di quanta potremmo permettercene considerando tutto ciò che abbiamo fatto. Dio ci conosce, sa che un esame del genere, senza nessun aiuto, potremmo difficilmente superarlo, e allora giudicherà non su quello che "abbiamo" fatto ma su cosa "avremmo" fatto se la creazione dell'uomo gli fosse venuta un po' meglio, insomma se fossimo riusciti un po' più "divini" di quanto siamo in realtà. |
F973 (1864) / J976 (1864)
Death is a Dialogue between The Spirit and the Dust. "Dissolve" says Death, The Spirit "Sir I have another Trust" - Death doubts it - |
La Morte è un Dialogo fra Lo Spirito e la Polvere. "Dissolviti" dice la Morte, Lo Spirito "Mia Signora Io ho un'altra Fede" - La Morte ne dubita - |
Qui la morte viene quasi spogliata della sua natura ultraterrena e pretende di fare un lavoro completo, di cancellare del tutto la persona che ha ghermito. Lo spirito però si ribella, rivendicando una fede che trascende la morte. Ma quest'ultima continua a dubitare di questa pretesa immortalità, che in fin dei conti la declassa: i suoi argomenti sono piuttosto concreti, visto che vengono espressi da una tomba. Ma lo spirito non si lascia coinvolgere, volge altrove i suoi passi lasciando alla morte soltanto un rivestimento d'argilla, quella polvere che serve solo come soprabito all'anima e può essere poi tranquillamente abbandonata testimoniando con la sua inerte concretezza che lo spirito se n'è andato da qualche altra parte. |
F974 (1865) / J1114 (1864)
The largest Fire ever known Occurs each Afternoon - Discovered is without Surprise Proceeds without concern - Consumes without Report to Men |
Il più esteso Fuoco mai conosciuto Si verifica ogni Pomeriggio - È guardato senza Sorpresa Procede senza destare interesse - Consuma senza Riferirlo agli Uomini |
Il testo riportato sopra è quello nei fascicoli. In un'altra copia, inviata a Susan, ci sono due varianti: al verso 5 "and no" al posto di "without" e al verso 7 "another morning" ("un altro giorno") al posto di "in time next Morning"; quest'ultima era una delle tre varianti indicate nel testo dei fascicoli (le altre due: "Without insurance" -"Senza assicurazione"- e "to the Horizon" - "all'Orizzonte"). |
Il tramonto come incessante fuoco che divora l'occidente, in un ciclico ritorno che, pur nella sua grandiosa bellezza, passa ormai inosservato. Ma ci pensa il mattino a riedificare ciò che la sera sarà bruciato di nuovo. |
F975 (1865) / J913 (1864)
And this, of all my Hopes This, is the silent end Bountiful colored, My Morning rose Early and sere, it's end Never Bud from a stem |
E questa, di tutte le mie Speranze Questa, è la silenziosa fine Prodigo di colori, il Mio Mattino sbocciò Precoce e inaridita, la sua fine Mai Germoglio da uno stelo |
Un'amara e disillusa visione della vita, alla quale ci si affaccia con gioia e speranza, per poi vederla subito inaridirsi e finire. La morte, ma anche il dolore e la disillusione, sono visti come un verme che attacca, baldanzoso e sicuro di sé, una radice, conficcata nel terreno ma anch'essa preda predestinata. |
F976 (1865) / J977 (1864)
Besides this May We know There is Another - How fair Our speculations of the Foreigner! Some know Him whom We knew - |
Oltre a questo Maggio Sappiamo Che ce n'è Un altro - Che bello Speculare sul Forestiero! Qualcuno conosce Colui che conoscemmo - |
L'aldilà visto come immagine speculare del mondo in cui viviamo, un altrove dove però ritroveremo quello che abbiamo lasciato. È bello fare ipotesi su questo mondo così straniero e così affascinante (ma attenzione, sono soltanto ipotesi, speculazioni - anche stavolta siamo ben lontani dalle certezze); suona dolce alla nostra mente immaginare che ci sarà qualcuno là che adesso conosce colui che noi conoscemmo qui, sapere che c'è una natura altra (c'è una variante a questa parola: "section", che forse precisa ancora meglio il carattere di segmento, di sezione del mondo che conosciamo, di questo altrove) dove i santi, e il nostro vicino che si sta accingendo ad andarci, potranno vivere le nostre stesse sensazioni. |
F977 (1865) / J914 (1864)
I cannot be ashamed Because I cannot see The love you offer - Magnitude Reverses Modesty And I cannot be proud |
Non posso vergognarmi Perché non posso vedere L'amore che offri - La Grandezza Rovescia la Modestia E non posso inorgoglirmi |
Il senso della poesia è chiaro: l'amore che tu offri è talmente grande che nessun sentimento umano può essergli vicino, può esprimerlo. Né la vergogna per un tale privilegio, visto che l'assoluta grandezza di questo amore (non ho tradotto con "magnitudine" perché in italiano è un termine usato quasi esclusivamente in astronomia) è al di là e al di sopra della modestia, né, d'altronde, l'orgoglio, perché per scalare vette così alte c'è bisogno di requisiti che certamente nessuno possiede su questa terra. |
F978 (1865) / J915 (1864)
Faith - is the Pierless Bridge Supporting what We see Unto the Scene that We do not - Too slender for the eye It bears the Soul as bold To what, could We presume |
La Fede - è il Ponte senza Pilastri Che porta ciò che vediamo Verso la Scena per Noi invisibile - Troppo tenue per l'occhio Esso regge l'Anima spavaldo A ciò che non sappiamo, altrimenti |
La fede in una duplice veste. Da una parte un ponte incorporeo che conduce la concretezza verso luoghi troppo tenui per essere visti dai nostri difettosi occhi mortali. Dall'altra uno spavaldo sostegno d'acciaio per l'anima. Ma è un ponte che conduce al di là di un velo, in quel luogo nascosto e inaccessibile di cui vediamo appena un'ombra là dove i suoi tiranti d'acciaio si uniscono. Se potessimo sapere com'è, cos'è, quel luogo, se la ragione avesse la capacità di penetrare oltre quel velo, non avremmo bisogno di questo ponte, potremmo abbandonare la fede, fidarci soltanto del nostro raziocinio, e i nostri piedi, adesso vacillanti e lontani dalla mente che dovrebbe comandarli, saprebbero farsi strada da soli. |
F979 (1865) / J916 (1864)
His Feet are shod with Gauze - His Helmet, is of Gold, His Breast, a Single Onyx With Chrysophras, inlaid - His Labor is a Chant - |
I Suoi Piedi sono calzati di Velo - Il Suo Elmetto, è d'Oro, Il Suo Petto, un Unico Onice Di Crisopazio, intarsiato - Il Suo Lavoro è un Canto - |
La descrizione di un'ape, che diventa un gioiello della natura incastonato di pietre preziose. Nel quinto verso il termine "chant", oltre al significato generico di "canto" ha anche quello di "salmodia, canto liturgico", ovvero un suono lungo e iterato che fa pensare al ronzio dell'ape. Nel penultimo verso quel "Oh, for..." va letto come "Oh, cosa darei per...", un desiderio di provare dal di dentro la serena armonia della natura. |
F980 (1865) / J917 (1864)
Love - is anterior to Life - Posterior - to Death - Initial of Creation, and The Exponent of Earth - |
L'Amore - è anteriore alla Vita - Posteriore - alla Morte - Radice della Creazione, ed Esponente della Terra - |
L'amore come totalità che supera il tempo e lo spazio, che è motore primo della creazione e linfa vitale del perpetuarsi della vita. |
F981 (1865) / J918 (1864)
Only a Shrine, but Mine - I made the Taper shine - Madonna dim, to whom all Feet may come, Regard a Nun - Thou knowest every Wo - |
Solo a un Altare, ma Mio - Io feci il Cero brillare - Madonna indistinta, a cui tutti i Passi vanno, Guarda ad una Suora - Tu conosci ogni Pena - |
Una cosa salta subito agli occhi in questa poesia: contrariamente a quello che ci si aspetterebbe, le maiuscole sono riservate all'individuo singolo, al soggetto umano della poesia, e le minuscole alla divinità. Una divinità onnisciente ("Tu conosci ogni Pena") e onnipotente ("com'è facile, se è la tua Volontà") eppure "indistinta", al di là della nostra facoltà di vedere e lontana dalle cose che nella vita sentiamo nella nostra carne. Il contrasto appare subito: nel primo verso "shrine", che significa propriamente "scrigno riservato alle cose sacre" (mi è sembrato appropriato tradurre con "altare", seguendo la lezione sia di Bacigalupo che di Errante) è seguito da quel "but Mine", due labiali forti, decise, quasi due colpi di timpano che sovrastano con la loro forza fonetica un altare che diventa sacro perché consacrato alla grandezza dell'individuo. Sembra quasi di sentire un pugno battuto con decisione sul proprio petto. Poi c'è il "dim" riservato alla Madonna, un aggettivo che significa "non visibile chiaramente, oscuro, incomprensibile", quasi a volgere in oscurità la lontana altezza della divinità, che viene chiamata a guardare (ma "regard" ha un significato un po' più accentuato: "osservare, notare, prendere in considerazione") a quella "suora" suo malgrado. E poi quei due punti interrogativi che concludono le invocazioni al divino: "perché non mi guarisci?" e "perché pregare se tu sai già tutto?", due domande senza risposta che diventano un ulteriore segno di lontananza. |
F982 (1865) / J919 (1864)
If I can stop one Heart from breaking I shall not live in vain If I can ease one Life the Aching Or cool one Pain Or help one fainting Robin |
Se potrò bloccare un Cuore dallo spezzarsi Non sarò vissuta invano Se potrò alleviare di una Vita il Soffrire O smorzare una Pena O aiutare un languente Pettirosso |
La vita acquista significato nel rapporto con gli altri e con la natura. Anche un solo gesto d'aiuto o di compassione basta a renderla degna di essere vissuta. |
F983 (1865) / J1035 (1865)
Bee! I'm expecting you! Was saying Yesterday To Somebody you know That you were due - The Frogs got Home last Week - You'll get my Letter by |
Ape! Ti sto aspettando! Stavo dicendo Ieri A Qualcuno che conosci Che eri in arrivo - Le Rane sono a Casa da una Settimana - Riceverai questa mia entro |
La lettera della mosca all'ape diventa la descrizione del risveglio della natura e dell'impazienza di chi vuole goderla senza indugio. |
F984 (1865) / J1036 (1865)
Satisfaction - is the Agent Of Satiety - Want - a quiet Comissary For Infinity - To possess, is past the instant |
La Soddisfazione - è l'Agente Della Sazietà - Il Bisogno - un tranquillo Commissario Per l'Infinito - Possedere, precede l'istante |
Soddisfare i propri bisogni è attività umana, l'anelito all'infinito è un bisogno che non consente un appagamento materiale. Per questo il possedere è verbo tutto mortale, che termina quando si conclude la nostra vita; l'immortalità, nella sua infinitezza che trascende la nostra visione delle cose, non conosce possesso e, perciò, non conosce nemmeno appagamento o, forse meglio, non conosce l'unico modo in cui noi intendiamo l'appagamento: possedere. |
F985 (1865) / J1037 (1865)
Here, where the Daisies fit my Head 'Tis easiest to lie And every Grass that plays outside Is sorry, some, for Me - |
Qui, dove le Margherite mi cingono la Testa È proprio comodo giacere E ogni Erba che gioca là fuori Si duole, un po', per Me - |
Vedi la F986. |
F986 (1865) / J1037 (1865)
Where I am not afraid to go I may confide my Flower - Who was not Enemy of Me Will gentle be, to Her - Nor separate, Herself and Me |
Dove non ho paura di andare Posso affidare la mia Rosa - Chi non Mi fu Nemico Sarà gentile, con Lei - Né separate, Lei ed Io |
Secondo Johnson questa e la precedente sono da considerare una poesia unica. Nei fascicoli ED ha scritto la prima strofa in una pagina e le altre nella seguente, senza nessun segno di divisione. Franklin le considera distinte perché, nella lista dei versi iniziali di poesie ricevute da ED, Frances Norcross riporta, da un manoscritto perduto, i primi due versi della seconda strofa (con, al secondo verso, "can" al posto di "may"). Si possono dunque fare due ipotesi: ED intendeva trascriverle come due poesie distinte, ma ha dimenticato di tracciare dopo la prima la solita linea di chiusura, oppure ha trascritto le due strofe inviate alle cugine (Louise e Frances Norcross) anteponendone un'altra. |
La tomba non è soltanto un luogo oscuro e gelido, è anche un posto dove sbocciano le margherite e dove l'erba che la circonda partecipa, con misurato dispiacere, alla sorte di chi vi è dentro. Per questo è un posto dove non ho paura di andare e al quale posso affidare anche chi mi è caro, tanto so che la distanza che ci separa non ci impedirà di essere uniti. |
F987 (1865) / J1038 (1865)
Her little Parasol to lift And once to let it down Her whole Responsibility - To imitate, be Mine - A Summer further I must wear, |
Il Suo piccolo Parasole sollevare E subito farlo ridiscendere L'intera Sua Responsabilità - Imitare, sia la Mia - Un'altra Estate debbo indossare, |
Nel fascicolo manoscritto si legge, subito dopo la poesia, un'annotazione: - mamma says "Morning Glory" - (mamma dice "Campanula") evidentemente scritta da Millicent Todd Bingham, figlia di Mabel Loomis Todd (curatrice delle prime edizioni del 1890-96), mentre preparava l'edizione di poesie di ED da da lei curata (Bolts of Melody, 1945); in questa edizione (pag. 328) la poesia è seguita da una nota: "With a morning-glory". |
L'annotazione della Bingham fa pensare che la poesia possa essere stata scritta come un biglietto che accompagnava un fiore. Nella prima strofa viene descritta la campanula (o viticchio, o convolvolo - vedi la J192-F214 e la J470-F605), che ha un unico, semplice compito: nascere e poi morire, come tutto ciò che è al mondo. Nella seconda ED si specchia nella campanula, vive un'altra estate del ciclo perenne delle stagioni, si sente come una delle tante cose che la natura estrae dal proprio cassetto, un cassetto che comprende il creato, e si augura che la natura, ancora una volta e non si sa per quanto tempo, possa tenerla fuori dalla piega del sepolcro ("crease" significa "piega" ma anche un avvallamento, un canale scavato) e le consenta di presentarsi al mondo rinnovato con la stessa semplice e immacolata purezza di un fiore inconsapevole. |
F988 (1865) / J1033 (1865)
Said Death to Passion "Give of thine an Acre unto me." Said Passion, through contracting Breaths "A Thousand Times Thee Nay." Bore Death from Passion |
Disse la Morte alla Passione "Dona dei tuoi un Acro a me." Rispose la Passione, con palpitanti Ansiti "A Te Mille Volte No." Spinse via la Morte dalla Passione |
La morte cerca di sottrarre alla passione almeno uno dei suoi possedimenti, ma lei non cede e quando, infine e inevitabilmente, la morte riesce nel suo intento, la passione non demorde e, spostandosi verso il tramonto come a seguirne la scia, la sconfigge con il ricordo e con l'amore che va oltre i confini della vita. |
F989 (1865) / J1060 (1865)
Air has no Residence, no Neighbor, No Ear, no Door, No Apprehension of Another Oh, Happy Air! Etherial Guest at e'en an Outcast's Pillow - |
L'Aria non ha Residenza, né Vicini, Né Orecchie, né Porta, Né Apprensione per l'Altro Oh, Aria Felice! Eterea Ospite anche d'un Cuscino d'Esule - |
L'aria come simbolo del vago mistero che ci circonda e permea invisibilmente, e allo stesso tempo concretamente, la nostra vita. Nella prima strofa l'accento è sull'invisibile evanescenza (non risiede in nessun posto, non ha vicini né organi di senso, né prova sentimenti verso gli altri) che diventa inconsapevole felicità. Nella seconda l'aria, pur rimanendo eterea, diventa concreta: s'insinua nel sonno di chiunque, anche dell'esule reietto e abbandonato, diventa albergatrice nella locanda dolorosa e priva di senso della vita, finché sembra, nel sonno notturno, acquistare una sua consapevolezza, sembra accostarsi a noi come per unirla alla nostra, finché, con luce del giorno, se ne va, vinta dalla luce che ne scompone la concretezza notturna; ed è come se persuadesse anche la nostra, di consapevolezza, a seguirla nella luce che illumina ma rende vani i sogni che sembrano farci comprendere tutto. |
F990 (1865) / J1034 (1865)
His Bill an Augur is His Head, a Cap and Frill He laboreth at every Tree A Worm, His utmost Goal - |
Il Suo Becco un Succhiello è La Sua Testa, Berretto e Collare Sgobba ad ogni Albero Un Verme, il Suo massimo Scopo - |
Pubblicata nei Poems del 1896 con il titolo "The Woodpecker" ("Il picchio"). |
Il titolo con il quale è stata pubblicata la prima volta fa pensare alla descrizione di un picchio. Errante (1956) aggiunge: "Qui Emily descrive il picchio, ma ha in mente un qualche pedante professore di Amherst, tutto tronfio nel suo costume accademico.". Probabile che abbia ragione, visto che al secondo verso ED sembra descrivere proprio un costume accademico in cui, fra berretto e collare, non vi sia nulla che assomigli ad una testa pensante. |
F991 (1865) / J1070 (1865)
To undertake is to achieve Be Undertaking blent With fortitude of obstacle And toward Encouragement That fine Suspicion Natures must |
Intraprendere è ottenere Sia l'Impresa unita Alla fermezza davanti all'ostacolo E verso l'Incitamento Quel sottile Sospetto alle Nature deve |
Tre copie: una nei fascicoli (il testo riportato sopra), una rimasta tra le carte di ED e una acclusa a una lettera a Higginson del 9 giugno 1866 (L319). In queste ultime due "Criterion Natures" nell'ultimo verso è sostituito da "Criterion sources" ("Fonti del Criterio") e in quella a Higginson c'è una virgola dopo "Suspicion" al quarto verso. |
L'inizio è ovvio, sembra una parafrasi di "volere è potere"; l'impresa dev'essere compiuta con fermo coraggio di fronte agli ostacoli e, soprattutto, ci deve suggerire che il dubbio connaturato alla nostra natura non deve impedirci di riverire e onorare i modelli passati (qui presumo che ED si riferisca alla religione, intesa come eredità che ci viene dai nostri padri) e, nello stesso tempo, quei pochi, più concreti modelli che sperimentiamo qui, ovvero nella nostra vita mortale. |
F992 (1865) / J1061 (1865)
Three Weeks passed since I had seen Her - Some Disease had vext 'Twas with Text and Antique Singing I beheld Her next And a Company - Our pleasure Borne without dissent of any |
Tre Settimane erano passate senza vederla - Qualche Male aveva colpito Fu con Versetti e Antichi Inni Che la vidi poi E in Compagnia - Ci piaceva Condotta senza che alcuno dissentisse |
Un'amica che muore. Tre settimane senza vederla, la malattia che vince e poi il funerale, un'occasione pubblica che va vissuta in compagnia: sono ormai finiti i tempi dei piacevoli discorsi in due; ormai lei non ha più preferenze, è cortese con me allo stesso in cui lo è con gli altri, o meglio, ormai non ha più bisogno di essere cortese con nessuno. Il corteo funebre, la tomba, in sintesi: la morte, è inevitabile, sarebbe inutile dissentire. E mi chiedo: siamo ormai due parti separate, lei e noi rimasti qui, ma chi è che è veramente al di là di ciò che è reale: lei o noi? |
F993 (1865) / J1044 (1865)
A Sickness of this World it most occasions When Best Men die. A Wishfulness their far Condition To occupy. A Chief indifference, as Foreign |
Un Disgusto di questo Mondo emerge soprattutto Quando i Migliori muoiono. Un Desiderio di ricoprire la loro distante Condizione. Una Suprema indifferenza, come se Estraneo |
Il mondo, e la vita con esso, diventa una cosa estranea quando se ne vanno coloro che amiamo o ammiriamo. In noi resta come un desiderio di raggiungerli e, insieme, una totale indifferenza per quello che ci rimane. |
F994 (1865) / J1062 (1865)
He Scanned it - Staggered - Dropped the Loop To Past or Period - Caught helpless at a Sense as if His Mind were going blind - Groped up, to see if God were there - |
Lo Scrutò - Esitante - Lasciò cadere il Nodo Verso il Passato o il Ciclo - Si aggrappò disperato a un Senso come se La sua Mente stesse diventando cieca - Brancolò in alto, per vedere se Dio fosse là - |
Anche questa poesia può essere interpretate come una delle tante descrizioni di ED del momento della morte. Stavolta è descritta l'ultima lotta interiore per riuscire a trovare un senso a quell'atto definitivo e misterioso (il venir meno del nodo che ci lega al passato e al ciclo della vita), l'impotenza di fronte ad una consapevolezza che si oscura e diventa cieca, la disperazione per la domanda d'immortalità che ormai non ha più tempo per essere sciolta, la sconfitta di fronte a questa domanda e il tornare al proprio mondo interiore come unica certezza, e infine quel lasciarsi distrattamente morire, come se l'ultimo atto della vita non potesse essere vissuto se non inconsapevolmente: una sorta di resa di fronte all'inconoscibile. |
F995 (1865) / J985 (1865)
The Missing All, prevented Me From missing minor Things. If nothing larger than a World's Departure from a Hinge Or Sun's Extinction, be observed 'Twas not so large that I Could lift my Forehead from my work For Curiosity. |
La Mancanza di Tutto, Mi immunizzava Dalla mancanza di Cose minori. Se nulla di più vasto del Distacco Di un Mondo dai suoi Cardini O dell'Estinzione del Sole, si notava Non c'era niente di così vasto che mi Facesse alzare la Fronte dal mio lavoro Per Curiosità. |
Quando ci facciamo domande che riguardano il tutto, l'essenza stessa della nostra vita e del nostro esistere (oppure, quando non abbiamo niente perché ci manca la cosa più importante: l'amore) il resto ci appare ben poca cosa. Solo l'improvvisa risposta a queste domande (o l'improvviso arrivo dell'amore), una risposta che è così difficile possa esistere (o che è così difficile possa arrivare) tanto da poter essere paragonata soltanto allo scardinarsi del mondo intero o all'estinguersi del sole, potrebbe farci alzare la fronte dalla nostra quotidianità per guardare, con quella curiosità che è il cardine della ragione, a un fatto così inusuale e straordinario. |
F996 (1865) / J1039 (1865)
I heard, as if I had no Ear Until a Vital Word Came all the way from Life to me And then I knew I heard - I saw, as if my Eye were on I dwelt, as if Myself were out, And Spirit turned unto the Dust |
Udivo, come se non avessi Orecchi Finché una Parola Vitale Percorse tutta la strada dalla Vita a me E allora seppi che avevo udito - Vedevo, come se i miei Occhi fossero Abitavo, come se Io stessa fossi fuori, E lo Spirito si volse alla Polvere |
La copia riportata sopra è nei fascicoli; l'ultima strofa, con alcune varianti, è anche in una bozza di lettera a Higginson dell'ottobre 1870 (L353) presumibilmente mai spedita:
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Il soffio vitale che rende consapevole un corpo, descritto con tre verbi che danno avvio alle prime tre strofe: udire, vedere, abitare; in ciascuna l'azione rimane estranea al corpo inconsapevole, finché non arriva la parola, la luce e, finalmente, quella forza misteriosa che inserisce in noi il "nocciolo" della mente. Nell'ultima il corpo e lo spirito si uniscono come vecchi amici e il tempo può annunciare al mondo la lieta novella, per poi avviarsi verso l'eternità. |
F997 (1865) / J1040 (1865)
Not so the infinite Relations - Below Division is Adhesion's forfeit - On High Affliction but a Speculation - And Wo A Fallacy, a Figment, We knew - |
Non come le infinite Relazioni - Quaggiù La Divisione è il prezzo della Fusione - In Alto L'Afflizione solo una Speculazione - E il Dolore Che conoscevamo, Falsità, Finzione - |
I rapporti che instauriamo quaggiù sono altra cosa da ciò che avviene lassù. La divisione (che può intendersi sia come la separazione fra chi muore e chi resta in vita, sia come la separazione del corpo dall'anima) è il prezzo da pagare per un'unione più vera e reale di quella che sperimentiamo durante la vita (anche qui l'unione può essere la riunificazione con le persone care ma anche l'unione con il divino) e le pene, le afflizioni, i dolori di questa terra spariranno, diventando lassù niente di più di un'ingannevole invenzione della vita mortale. |
F998 (1865) / J1041 (1865)
Somewhat, to hope for, Be it ne'er so far Is Capital against Despair - Somewhat, to suffer, |
Qualcosa, in cui sperare, Sia pure così lontana È Capitale contro la Disperazione - Qualcosa, da soffrire, |
L'unico modo per non cedere alla disperazione è guardare lontano, sperare in qualcosa che magari sarà anche irraggiungibile ma nutre la nostra mente e fa da antidoto al nulla che sentiamo intorno a noi. Allo stesso modo, il pensare alla sofferenza come qualcosa che prima o poi si concluderà, ci aiuta a sopportarla. |
F999 (1865) / J1042 (1865)
Spring comes on the World - I sight the Aprils - Hueless to me, until thou come As, till the Bee Blossoms stand negative, Touched to Conditions By a Hum - |
La Primavera arriva nel Mondo - Avvisto gli Aprili - Incolori per me, finché non arrivi tu Come, fino all'Ape I Fiori restano negativi, Mossi a Qualità Da un Ronzio - |
La primavera, l'aprile, non bastano per colorare la mia esistenza; per me resteranno grigi e incolori finché non sarai tu a portare la luce della primavera nei miei occhi, allo stesso modo dei fiori, che restano immoti, pur nei loro colori, e si rianimano soltanto quando sentono arrivare il ronzio dell'ape. |
F1000 (1865) / J1043 (1865)
Lest this be Heaven indeed An Obstacle is given That always gauges a Degree Between Ourself and Heaven. |
Affinché non sia questo il Cielo vero Un Ostacolo è dato Che sempre misura un Grado Fra Noi e il Cielo. |
È vana la nostra speranza di giungere alla comprensione del divino. Guardiamo in alto e ci illudiamo di vedere un cielo che contiene l'immortalità, ma è, appunto, soltanto un'illusione; quello che vediamo non è il cielo vero, dal quale saremo sempre divisi dallo spazio della ragione e del dubbio, due ostacoli che non possono abdicare al loro ruolo di razionali misuratori di tale distanza, magari un misero grado, ma per noi invalicabile. |