The Complete Poems
Tutte le poesie
F151 - 200
Traduzione e note di Giuseppe Ierolli
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Indice Franklin
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F151 (1860) / J61 (1859)
Papa above! Regard a Mouse O'erpowered by the Cat! Reserve within thy kingdom A "Mansion" for the Rat! Snug in seraphic Cupboards |
Babbo lassù! Fa' attenzione a un Topo Sopraffatto dal Gatto! Riserva nel tuo regno Una "Dimora" per il Ratto! Al sicuro in angeliche Dispense |
Il Paradiso come un comodo rifugio, governato da un padre affettuoso e attento al benessere di tutti i suoi figli, una "dispensa ben fornita: un paradiso così come potrebbe immaginarlo un topolino." (Tarozzi, pag. 209). Ma negli ultimi due versi c'è come un colpo d'ala rispetto al tono familiare e parodistico dell'inizio: al di là di quel luogo così tranquillo e comodo continuano pur sempre a ruotare, solenni e misteriosi, cicli di cui non sappiamo, e probabilmente non sapremo, nulla. |
F152 (1860) / J107 (1859)
'Twas such a little - little boat That toddled down the bay! 'Twas such a gallant - gallant sea That beckoned it away! 'Twas such a greedy, greedy wave |
C'era un così piccolo - piccolo battello Che barcollava giù nella baia! C'era un così galante - galante mare Che lo invitava fuori! C'era una così ingorda, ingorda onda |
Torna il "little boat" della J30-F6; stavolta però non c'è il lieto fine dell'ultima strofa di quella poesia: il mare galante e traditore e l'onda ingorda, due immagini della morte, non lasciano spazio all'alba della rinascita ma soltanto al dolore imperscrutabile della perdita. |
F153 (1860) / J62 (1859)
"Sown in dishonor"! Ah! Indeed! May this "dishonor" be? If I were half so fine myself I'd notice nobody! "Sown in corruption"! |
"Seminato nel disonore"! Ah! Davvero! Può questo essere "disonore"? Se valessi solo la metà Non saluterei nessuno! "Seminato nella corruzione"! |
Oltre alla copia riportata sopra, nei fascicoli, c'è un altro manoscritto, inviato a Susan, con i due punti esclamativi all'inizio di ogni strofa trasformati in interrogativi e il verso 7 cambiato: "By no means!" ("Ma scherziamo!"). |
Le due citazioni a inizio strofa sono dalla Prima lettera ai Corinzi di San Paolo 15, 42-43 (vedi il v. 9): "Così è pure la risurrezione del corpo. È seminato nella corruzione: risorge incorruttibile; è seminato nel disonore: risorge nella gloria; è seminato nella debolezza: risorge nella forza;". Johnson annota: "Il brano è comunemente interpretato come la dimostrazione che dalla risurrezione di Cristo deriva la necessità della risurrezione degli uomini." |
F154 (1860) / J150 (1859)
She died - this was the way she died. And when her breath was done Took up her simple wardrobe And started for the sun - Her little figure at the gate The Angels must have spied, Since I could never find her Upon the mortal side. |
Morì - questo fu il modo in cui morì. E quando il suo respiro fu cessato Raccolse il suo semplice guardaroba E si avviò verso il sole - La sua piccola figura all'entrata Gli Angeli devono aver scorto, Poiché non sono mai più riuscita a trovarla Dalla parte dei mortali. |
Nei fascicoli ED aggiunse una striscia di carta con una variante per i versi 5 e 6: "'Bernardine' Angels, up the hight / Her trudging feet Espied -" ("Angeli 'Cistercensi', lassù in alto / I suoi piedi sfiancati scorsero -") |
Il primo verso riporta la morte alla sua cruda, indicibile essenzialità; i successivi, con quei due aggettivi così umili ("simple wardrobe", "little figure"), sottolineano la nostra pochezza di fronte al mistero, impreziosita però da quegli angeli che sanno come scorgerci all'arrivo. |
F155 (1860) / J63 (1859)
If pain for peace prepares Lo, what "Augustan" years Our feet await! If springs from winter rise If night stands first - then noon When from a thousand skies |
Se la pena prepara la pace Oh, quali "Augustei" anni Attendono i nostri passi! Se le primavere sorgono dagli inverni Se prima c'è la notte - poi il mezzogiorno Quando da mille cieli |
Se è vero che le affannose pene della vita saranno ripagate da altrettanta pace, allora quando i nostri ciechi occhi mortali potranno finalmente aprirsi, saranno inondati dallo splendore di una luce mai vista. |
F156 (1860) / J108 (1859)
Surgeons must be very careful When they take the knife! Underneath their fine incisions Stirs the Culprit - Life! |
I chirurghi stiano molto attenti Quando prendono il coltello! Sotto le loro abili incisioni Si agita l'Imputato - la Vita! |
Quando si incide sotto la superficie, quando si cerca di sollevare lo strato visibile delle cose, ci si trova davanti alla nuda verità della vita. Per questo penetrare nell'intimità di qualcuno è pericoloso come fare un'incisione chirurgica, come entrare in un luogo la cui superficie non sempre suggerisce ciò che troveremo dentro. |
F157 (1860) / J103 (1859)
I have a King, who does not speak - So - wondering - thro' the hours meek I trudge the day away - Half glad when it is night - and sleep - If, haply, thro' a dream, to peep In parlors, shut by day. And if I do - when morning comes - And if I dont - the little Bird |
Ho un Re, che non parla - Così - fantasticando - lungo le ore docile Consumo i miei giorni - Quasi lieta quando è notte - e dormo - Se, per caso, durante un sogno, sbircio Nel salotto, chiuso di giorno. E se lo faccio - quando arriva il mattino - E se non lo faccio - il piccolo Uccello |
Il "re che non parla", la poesia, è riservata alla notte, quando, come in un sogno, il poeta riesce a vedere cose oscurate dall'abitudine dell'esistenza. Se il sogno poetico arriva, il risveglio è vivificato dal suono interiore di cento tamburi, dal rintocco gioioso di campane che, dai campanili dell'anima, annunciano la vittoria della parola sulle tenebre del silenzio. Se invece la notte rimane sterile, il canto resta muto e il poeta rifiuta anche l'effimera consolazione di rimettersi al volere divino, perché i suoi pensieri non sono certo benevoli verso chi ha negato l'ebbrezza della creazione. |
F158 (1860) / J104 (1859)
Where I have lost, I softer tread - I sow sweet flower from garden bed - I pause above that vanished head And mourn. Whom I have lost, I pious guard When I have lost, you'll know by this - Why, I have lost, the people know |
Dove ho perduto, più lieve passo - Spargo i dolci fiori dell'aiuola - Sosto sopra quel capo svanito E piango. Chi ho perduto, pietosa proteggo Quando ho perduto, lo capirai da questo - Perché, ho perduto, lo sa la gente |
La perdita analizzata con puntigliosa precisione, con le quattro strofe che circoscrivono nella prima parola l'oggetto dei versi che seguono: il dove, ovvero lo spazio in cui piangere; il chi, ovvero quelli da rammentare come se ancora potessero sentirci; il quando, ovvero il tempo che sembra essersi fermato nel bruno colore del lutto e del dolore; e infine il perché, misterioso e inconoscibile, palese soltanto a coloro che già sono tornati a casa. |
F159 (1860) / J149 (1859)
She went as quiet as the Dew From an accustomed flower. Not like the Dew, did she return At the accustomed hour! She dropt as softly as a star |
Se ne andò silenziosa come la Rugiada Da un fiore consueto. Non come la Rugiada, fece ritorno All'ora consueta! Si dissolse soffice come una stella |
Al verso 7 è citato Urbain-Jean-Joseph Le Verrier (1811-1877), astronomo francese che, osservate le perturbazioni dell'orbita di Urano, dedusse l'esistenza di un nuovo pianeta e ne calcolò la posizione. Il pianeta, Nettuno, fu poi osservato per la prima volta, nel punto indicato da Le Verrier, nel 1846. |
La morte ci sottrae qualcuno, che si dissolve e sparisce per sempre. A meno di non essere capaci, come Le Verrier, di vedere cose nascoste agli occhi di tutti gli altri, è difficile credere in qualcosa che ci è così profondamente celato. |
F160 (1860) / J105 (1859)
To hang our head - ostensibly - And subsequent, to find That such was not the posture Of our immortal mind - Affords the sly presumption |
Chinare il capo - apparentemente - E subito dopo, scoprire Che non era questa l'attitudine Della mente immortale - Procura la sottile presunzione |
La mente immortale non può semplicemente inchinarsi alle certezze inconsapevoli della fede. Alzare lo sguardo, cercare di diradare le nebbie del mistero, ci dà la presunzione di crederci capaci di costruire una geometrica, razionale ragnatela sulla trama effimera e volatile che avvolge la nostra vita. |
F161 (1860) / J106 (1859)
The Daisy follows soft the Sun - And when his golden walk is done - Sits shyly at his feet - He - waking - finds the flower there - Wherefore - Marauder - art thou here? Because, Sir, love is sweet! We are the Flower - Thou the Sun! |
La Margherita segue sommessa il Sole - E quando il suo dorato percorso è concluso - Siede timidamente ai suoi piedi - Lui - svegliandosi - trova il fiore là - Per quale ragione - Manigolda - sei qui? Perché, Signore, l'amore è dolce! Noi siamo il Fiore - Tu il Sole! |
Bianca Tarozzi (La bambina cattiva, pag. 211) rileva giustamente che "come accade spesso nella poesia della Dickinson, è incerto se la metafora del sole nasconda il divino o l'essere amato." In effetti, l'immagine del sole si presta a entrambe le letture o, meglio, racchiude in sé la luce di un amore che può essere sia terreno che divino. |
F162 (1860) / J64 (1859)
Some Rainbow - coming from the Fair! Some Vision of the World Cashmere - I confidently see! Or else a Peacock's purple Train Feather by feather - on the plain Fritters itself away! The dreamy Butterflies bestir! The Robins stand as thick today Without Commander! Countless! Still! |
Qualche Arcobaleno - in arrivo dal Candore! Qualche Visione del Mondo di Cashmere - Fiduciosamente vedo! Oppure una purpurea Coda di Pavone Piuma per piuma - sulla pianura Si scompone via via! Le sognanti Farfalle si scuotono! I Pettirossi sono così fitti oggi Senza Comandante! Innumerevoli! Quieti! |
L'arrivo dell'estate, descritto con un andamento in crescendo: da un arcobaleno che spunta soffice dal candore dell'inverno alle moltitudini vivificate dal calore, che sembrano spuntate da lidi esotici e fantastici. |
F163 (1860) / J109 (1859)
By a flower - By a letter - By a nimble love - If I weld the Rivet faster - Final fast - above - Never mind my breathless Anvil! |
Con un fiore - Con una lettera - Con un agile amore - Se fisso il Chiodo più saldo - Definitivamente saldo - lassù - Non importa la mia Incudine ansimante! |
Non importano le fatiche profuse per raggiungere lo scopo; qualsiasi sia il modo per arrivarci, l'importante è che alla fine l'obiettivo sia saldamente raggiunto. |
F164 (1860) / J65 (1859)
I can't tell you - but you feel it - Nor can you tell me - Saints, with ravished slate and pencil Solve our April Day! Sweeter than a vanished frolic Modest, let us walk among it Not for me - to prate about it! Rather - Heaven's "Peter Parley"! |
Non posso dirtelo - ma tu lo avverti - Né puoi tu dirlo a me - I santi, con gesso e lavagna incantati Risolvono il nostro Giorno d'Aprile! Più dolce di una festa svanita Modesti, fateci passeggiare in esso Non sta a me - chiacchierarne! Piuttosto - un Celeste "Peter Parley"! |
"Peter Parley" (v. 17) era lo pseudonimo con il quale Samuel Griswold Goodrich (1793-1860) pubblicò un gran numero di racconti edificanti per bambini (vedi anche la J3-F2). |
La descrizione di un giorno di primavera, il cui incanto possiamo avvertire nel nostro intimo, ma che può essere raccontato degnamente soltanto con strumenti che noi mortali non abbiamo; un giorno da vivere come un sogno che svanisce presto e con la soggezione che è dovuta a un miracolo celeste. Noi non siamo in grado di parlarne, se non con parole che suonano vuote e inadeguate; probabile che il suo incanto possa essere colto meglio da una mente infantile, più pronta a rispondere, con l'ingenua sicurezza della fanciullezza, a domande che per noi sono troppo difficili. |
F165 (1860) / J175 (1860)
I have never seen "Volcanoes" - But, when Travellers tell How those old - phlegmatic mountains Usually so still - Bear within - appalling Ordnance, If the stillness is Volcanic If at length, the smouldering anguish If some loving Antiquary, |
Non ho mai visto "Vulcani" - Ma, quando i Viaggiatori narrano Come quei vecchi - flemmatici monti Di solito così calmi - Portino dentro - spaventose Artiglierie, Se la calma è Vulcanica Se a lungo, l'angoscia covata Se qualche amante dell'Antico, |
Il vulcano è metafora classica di qualcosa che cova sotto la cenere, pronta a erompere senza più limiti. I tre "if" che aprono le ultime tre strofe sono da intendersi implicitamente preceduti da "allora mi chiedo", in uno scioglimento della metafora che si conclude con una "Pompei" riscoperta sotto la lava dei millenni. |
F166 (1860) / J153 (1860)
Dust is the only Secret - Death, the only One You cannot find out all about In his "native town." Nobody knew "his Father" - Industrious! Laconic! Builds, like a Bird, too! |
Polvere è l'unico Segreto - Morte, l'unica Creatura Di cui non si può scoprire nulla Nella sua "città natale". Nessuno conobbe "suo Padre" - Operosa! Laconica! Costruisce, come un Uccello, anche! |
In un'altra versione, inviata a Susan, "stiller" (v. 12) diventa "swifter" ("più rapida"). |
La morte non ha patria, non ha storia, né infanzia o compagni, sfugge completamente alle definizioni di cui siamo capaci; sappiamo soltanto che arriva spavalda e silenziosa (o rapida nella variante inviata a Susan) e, come un abile contrabbandiere, elude ogni ostacolo e ci porta in un luogo misterioso per un altrettanto misterioso riposo. |
F167 (1860) / J176 (1860)
I'm the little "Heart's Ease"! I dont care for pouting skies! If the Butterfly delay Can I, therefore, stay away? If the Coward Bumble Bee Dear - Old fashioned, little flower! |
Sono la piccola "Viola del Pensiero"! Non mi curo di cieli imbronciati! Se la Farfalla tarda Posso, per questo, mancare? Se il Codardo Bombo Caro - Antiquato, fiorellino! |
La piccola viola del pensiero sfida gli ultimi rigori dell'inverno e annuncia la primavera; non ha paura di farlo da sola, prima che arrivino farfalle ritardatarie e bombi che preferiscono restare al calduccio in attesa di tempi migliori. La domanda del verso 8 ha la sua risposta nella stessa poesia: chi canterà quel coraggioso fiorellino se non il poeta? |
F168 (1860) / J177 (1860)
Ah, Necromancy Sweet! Ah, Wizard erudite! Teach me the skill, That I instil the pain |
Ah, Dolce Negromanzia! Ah, Mago erudito! Insegnatemi l'arte, Da instillare nella pena |
Guarire una pena va al di là delle nostre possibilità, non c'è medico o medicina che possa riuscire a sanarla; soltanto con arti magiche, soprannaturali, potremmo riuscire a farlo. |
F169 (1860) / J171 (1860)
Wait till the Majesty of Death Invests so mean a brow! Almost a powdered Footman Might dare to touch it now! Wait till in Everlasting Robes Around this quiet Courtier A Lord - might dare to lift the Hat |
Aspetta fino a quando la Maestà della Morte Investa una così umile fronte! A malapena un incipriato Valletto Potrebbe osare di toccarla allora! Aspetta fino a quando in Abiti Immortali Intorno a questo quieto Cortigiano Un Lord - arriverebbe a togliersi il Cappello |
Il rango concesso dalla morte va al di là di qualsiasi condizione sociale; chiunque, anche il più umile degli uomini, verrà in quel momento accolto come un re in un cielo che non fa distinzioni. |
F170 (1860) / J172 (1860)
'Tis so much joy! 'Tis so much joy! If I should fail, what poverty! And yet, as poor as I, Have ventured all upon a throw! Have gained! Yes! Hesitated so - This side the Victory! Life is but Life! And Death, but Death! And if I gain! Oh Gun at sea! |
È tanta la gioia! È tanta la gioia! Se dovessi fallire, che povertà! Eppure, poveri come me, Hanno rischiato tutto in un tiro di dadi! Hanno vinto! Sì! Tanto esitava - Da questa parte la Vittoria! La Vita è solo Vita! E la Morte, solo Morte! E se vincessi! Oh Cannoni sul mare! |
La morte è come un tiro di dadi: ci si gioca tutto in un momento. Perdere significherebbe restare immersi nell'ignoto, una condizione che ci è in fin dei conti familiare; ma se dovessimo finalmente sollevare i velami del mistero, non basterebbero tutti i cannoni e le campane del mondo per annunciarlo. Anzi, l'annuncio dovrà essere discreto, altrimenti rischieremmo di essere annientati da quel cielo così desiderato e finalmente raggiunto. "hanno vinto! Sì! Esitò così / da quella parte la vittoria!" (Bini); La pluralità delle versioni rivela in fin dei conti la ricchezza dell'originale, visto che "Victory" possiamo leggerla sia come la vittoria in sé (la vittoria sul mistero, che esita a rivelarsi in questa vita), sia come la "nostra " vittoria, che non dobbiamo esitare a perseguire, anche a costo di affrontare quel tiro di dadi (la morte) che ci fa tanta paura. |
F171 (1860) / J173 (1860)
A fuzzy fellow, without feet - Yet doth exceeding run! Of velvet, is his Countenance - And his Complexion, dun! Sometime, he dwelleth in the grass! All this in summer - Then, finer than a Lady, By men, yclept Caterpillar! |
Un tipo peloso, senza piedi - Che pure eccelle nella corsa! Di velluto, la Fisionomia - E la Carnagione, grigiastra! Qualche volta, dimora nell'erba! Tutto questo in estate - Poi, più fine di una Lady, Dagli uomini, detto Bruco! |
Il bruco peloso e grigiastro, trasformato misteriosamente nell'eterea farfalla, è uno dei misteri della natura, uno dei tanti che sfuggono alle nostre possibilità di spiegazione. |
F172 (1860) / J174 (1860)
At last, to be identified! At last, the lamps upon thy side The rest of Life to see! Past Midnight! Past the Morning Star! |
Finalmente, essere riconosciuta! Finalmente, le luci sul tuo lato Per il resto della Vita vedere! Oltre la Mezzanotte! Oltre la Stella Mattutina! |
L'amore come luce finalmente svelata, come giorno che segue un lungo viaggio nell'oscurità della notte. |
F173 (1860) / J154 (1860)
Except to Heaven, she is nought. Except for Angels - lone. Except to some wide-wandering Bee A flower superfluous blown. Except for winds - provincial. The smallest Housewife in the grass, |
Eccetto per il Cielo, è nullità. Eccetto per gli Angeli - sola. Eccetto per qualche Ape vagabonda Un fiore sbocciato inutilmente. Eccetto per i venti - provinciale. Una minuscola Massaia in mezzo all'erba, |
Un'umile pratolina sembra non significare nulla, non avere nessuno che la noti, ma basta sottrarla al prato e un luogo familiare diventa improvvisamente estraneo, privo di qualcosa di apparentemente ignorato che sembra assumere un'identità soltanto con la sua assenza. |
F174 (1860) / J170 (1860)
Portraits are to daily faces As an Evening West, To a fine - pedantic sunshine - In a satin Vest! |
I ritratti stanno ai volti quotidiani Come un Serale Occidente, A un fine - pedante raggio di sole - In Panciotto di raso! |
Il testo riportato sopra è uno dei due che ED trascrisse nei fascicoli; l'altro, oltre ad alcune modifiche nella punteggiatura, ha una variante al primo verso: "Pictures" al posto di "Portraits". |
Letta così sembrerebbe che i ritratti abbiano il fascino di un pudico tramonto, rispetto alle pompose apparenze della realtà. Visto però che ED era refrattaria ad avere immagini di se stessa (conosciamo soltanto una sua foto certa, oltre a un ritratto di Ballard insieme ad Austin e Lavinia del 1840, quando aveva dieci anni), ho il sospetto che la seconda similitudine sia rovesciata rispetto alla prima, anche perché il "pedante" del terzo verso e il "panciotto di raso" dell'ultimo mi sembra si adattino più a un ritratto pomposamente convenzionale che alla vita di tutti i giorni. |
F175 (1860) / J178 (1860)
I cautious, scanned my little life - I winnowed what would fade From what w'd last till Heads like mine Should be a-dreaming laid. I put the latter in a Barn - Was not upon the "Scaffold" - Whether a Thief did it - So I begin to ransack! |
Cauta, scrutai la mia piccola vita - Separai le cose volatili Da quelle che restano finché Teste come la mia Saranno in sogno coricate. Misi le ultime in un Fienile - Non era sulla "Scansia" - Se un Ladro fece questo - Così comincio a frugare! |
Nella prima strofa l'attento vaglio delle cose da serbare ("winnowed" si usa per dire "separare il grano dal loglio") fa da contraltare ai versi successivi, dove le cose preziose (che diventano il "love" dell'ultimo verso) sembrano poter esistere soltanto nel sogno di una felicità altrimenti molto difficile da raggiungere. |
F176 (1860) / J179 (1860)
If I could bribe them by a Rose I'd bring them every flower that grows From Amherst to Cashmere! I would not stop for night, or storm - Or frost, or death, or anyone - My business were so dear! If they w'd linger for a Bird What if they hear me! |
Se potessi corromperli con una Rosa Gli porterei ogni fiore che cresce Da Amherst al Kashmir! Non mi fermerebbe né notte, né tempesta - Né gelo, né morte, né persona - Il mio compito sarebbe così caro! Se indugiassero per un Uccello E se mi sentono! |
I "them" del primo verso sono gli incorruttibili custodi del nostro destino, i guardiani che ci tengono avvinti nel palazzo opprimente che conclude la poesia (ma "Hall" ha un significato molto ampio: "salone d'ingresso, corte di giustizia, maniero, sala per assemblee"). Soltanto loro hanno il potere di liberarci, ma sono talmente rigidi e devoti al loro compito che forse l'unico modo per convincerli a sciogliere quelle catene è diventare impertinenti, irritarli, stancarli, far sì che non vedano l'ora di togliersi dai piedi quella faccia insistente che non cessa di mendicare la libertà. |
F177 (1860) / J180 (1860)
As if some little Arctic flower Upon the polar hem - Went wandering down the Latitudes Until it puzzled came To continents of summer - To firmaments of sun - To strange, bright crowds of flowers - And birds, of foreign tongue! I say, As if this little flower To Eden, wandered in - What then? Why nothing, Only, your inference therefrom! |
Come se qualche fiorellino Artico Sull'orlo del polo - Andasse vagando giù per le Latitudini Finché disorientato arrivasse A continenti d'estate - A firmamenti di sole - A insolite, luminose moltitudini di fiori - E uccelli, di lingua straniera! Dico, Come se questo fiorellino Fino all'Eden, vagasse - E allora? Ma via, niente, Soltanto, vostre illazioni su questo! |
Probabile l'accenno all'evoluzione darwiniana nel fiorellino artico che vaga attraverso le latitudini. Adriana Seri (1997) ci informa che "L'origine della specie (1859) venne recensito nell''Atlantic Monthly' con tre articoli pubblicati anonimi nel 1860. L'autore è identificabile nel botanico Asa Gray, che già aveva individuato un nesso tra la flora del Giappone e quella del Nord America, attraverso l'Artide, nell'alternarsi dei periodi geologici." |
F178 (1860) / J167 (1860)
To learn the Transport by the Pain - As Blind Men learn the sun! To die of thirst - suspecting That Brooks in Meadows run! To stay the homesick - homesick feet This is the Sovreign Anguish! Ascend in ceaseless Carol - |
Imparare l'Ebbrezza dalla Pena - Come i Ciechi imparano il sole! Morire di sete - sospettando Che i Ruscelli nei Prati scorrono! Fermare i nostalgici - nostalgici passi Questa è l'Angoscia Suprema! Ascendono in Canto incessante - |
La versione riportata sopra è quella nei fascicoli. Un'altra copia fu inviata a Susan, con cinque varianti: "thro'" ("attraverso") al posto di "by" al verso 1; "stanza, hushed" ("strofa, zittita") al posto di "voices - trained" al verso 12; "Breaks in victorious" ("Erompe in vittorioso") al posto di "Ascend in ceaseless" al verso 13; "Cornets" ("Cornette") al posto di "scholars" al verso 15; "Band" ("Banda") al posto di "Bard" al verso 16. |
Whose stanza, hushed, below - Breaks in victorious Carol - |
La cui strofa, zittita, quaggiù - Erompe in Canto vittorioso - |
La vita trascorre nel dubbio, nell'angoscia di non sapere, in un alternarsi di rimpianto per le cose che dovremo lasciare e di anelito verso un aldilà che ci promette ebbrezza, luce, ruscelli per la nostra sete di sapere, ma lo fa senza mai svelarsi, lasciandoci in una "angoscia suprema" che diventa condizione di vita. Così vivono i mortali, gli uomini di quaggiù che saranno cinti d'alloro dalla morte e potranno finalmente intonare il canto dell'eternità; ma sarà un canto inaudibile per chi resta, per chi è condannato ad essere sordo al suono del mistero che ci attende. |
F179 (1860) / J168 (1860)
If the foolish, call them "flowers" - Need the wiser, tell? If the Savans "Classify" them It is just as well! Those who read the "Revelations" Could we stand with that Old "Moses" - Doubtless, we should deem superfluous Low amid that glad Belles lettres |
Se gli stolti, li chiamano "fiori" - Hanno bisogno i saggi, di spiegare? Se i Dotti li "Classificano" È proprio la stessa cosa! Quelli che leggono le "Rivelazioni" Potessimo stare accanto al Vecchio "Mosè" - Senza dubbio, giudicheremmo superflue Quaggiù fra così liete Belle lettere |
Qualsiasi nostro tentativo di spiegare la natura non va mai al di là della sua intrinseca bellezza, così come le erudite analisi bibliche non hanno la capacità di superare la fede nella parola di Dio. Per "conoscere" veramente dovremmo essere in grado di "vedere", come fece Mosè quando Dio gli permise di guardare, almeno da lontano, quella terra promessa che non avrebbe mai calpestato. Se ottenessimo una tale conoscenza, molta della scienza di noi mortali, estranea a scuole celesti, ci apparirebbe superflua. E allora che ci sia almeno concesso di dedicarci alla poesia, di cercare la luce di semplici stelle nell'infinita profondità del mistero. |
F180 (1860) / J169 (1860)
In Ebon Box, when years have flown To reverently peer - Wiping away the velvet dust Summers have sprinkled there! To hold a letter to the light - Perhaps a Flower's shrivelled check A curl, perhaps, from foreheads And then to lay them quiet back - |
Nella Cassetta d'Ebano, volati gli anni Scrutare reverenti - Soffiando via la vellutata polvere Che le estati hanno cosparso! Tenere alla luce una lettera - Forse nell'esame un avvizzito Fiore Un ricciolo, forse, da una fronte E poi riporre tutto in silenzio - |
Trovare, magari per caso, qualcosa che ci riporti alla mente il passato ha un fascino particolare, come se fossimo improvvisamente tornati indietro nel tempo. Ma non si vive di ricordi; ben presto il presente ci richiama e quella cassetta polverosa torna al suo posto, in attesa che qualcun altro la riscopra. |
F181 (1860) / J165 (1860)
A wounded Deer - leaps highest - I've heard the Hunter tell - 'Tis but the extasy of death - And then the Brake is still! The smitten Rock that gushes! Mirth is the mail of Anguish |
Un Cervo colpito - salta più alto - Ho udito dire dai Cacciatori - È solo l'estasi della morte - E poi la Brughiera tace! La Roccia percossa che sgorga! L'ilarità è la corazza dell'Angoscia - |
Nelle prime due strofe quattro immagini diverse : il cervo ferito, che salta più in alto che mai nell'estasi della morte, per poi ricadere muto; la roccia biblica percossa da Mosè, dalla quale sgorga improvvisa l'acqua; l'arma che scatta quando è calpestata da chi vorrebbe sottometterla; la guancia che si tinge di rosso là dove la febbre brucia più forte. Tutte immagini dove il dolore sembra essere un carburante che dà linfa a una reazione contraria, istintiva e appariscente, come quando, nell'ultima strofa, si tenta di nascondere l'angoscia dietro lo schermo di una gioia esteriore, esibita soltanto per non essere oggetto di compassione. |
F182 (1860) / J152 (1860)
The Sun kept stooping - stooping - low! The Hills to meet him rose! On his side, what Transaction! On their side, what Repose! Deeper and deeper grew the stain Was crowded dense with Armies - Charged, from my chimney Corner - |
Il Sole si teneva curvo - curvo - basso! Le Colline per incontrarlo si levarono! Dalla sua parte, che Transazione! Dalla loro parte, che Riposo! Sempre più profonda crebbe la macchia Fu pieno zeppo di Armate - Attaccai, dall'Angolo del camino - |
La natura sembra ingaggiare una lotta contro il tramonto, ma le sue armate non riescono a sovrastare quel porpora che a poco a poco vince sulla luce del giorno; quando il tardivo guerriero, al riparo del focolare, si decide all'attacco, ormai non c'è più nulla per cui combattere. |
F183 (1860) / J166 (1860)
I met a King this afternoon! He had not on a Crown indeed - A little Palm leaf Hat was all, And he was barefoot, I'm afraid! But sure I am he Ermine wore For 'twas too stately for an Earl - If I must tell you, of a Horse And such a wagon! While I live Two other ragged Princes I question if the Royal Coach |
Ho incontrato un Re questo pomeriggio! Non portava la Corona a dire il vero - Un Cappellino di Foglie di palma e basta, Ed era scalzo, temo! Ma sono certa che indossava Ermellino Poiché era troppo maestoso per un Conte - Se devo dirvelo, di un Cavallo E che carro! Finché vivrò Due altri laceri Principi Mi chiedo se la Carrozza Reale |
Tre ragazzi laceri, scalzi, lentigginosi, con un ronzino alla briglia, diventano un corteo regale, che non ha nulla da invidiare alla carrozza reale dell'ultima strofa, simbolo appariscente di un rango che nel cielo non significherà più nulla. |
F184 (1861) / J921 (1864)
If it had no pencil, Would it try mine - Worn - now - and dull - sweet, Writing much to thee. If it had no word - Would it make the Daisy, Most as big as I was - When it plucked me? |
Se non avesse matita, Non potrebbe provare la mia - Consunta - ora - e spuntata - caro, Scrivendo tanto a te? Se non avesse parola - Non potrebbe usare la Margherita, Più grande di quanto fossi io - Quando mi colse? |
Nella prima edizione del 1945 (Bolts of Melody) una nota ci informa che la poesia è scritta a matita su una striscia di carta, appuntata intorno ad un mozzicone di matita e firmata "Emily". L'annotazione è ripetuta sia da Johnson che da Franklin, ma quest'ultimo, che evidentemente aveva ulteriori informazioni, aggiunge che fu inviata a Samuel Bowles. Per questo ho tradotto "sweet" al maschile. |
F185 (1861) / J461 (1862)
A Wife - at Daybreak - I shall be - Sunrise - Hast Thou a Flag for me? At Midnight - I am yet a Maid - How short it takes to make it Bride - Then - Midnight - I have passed from Thee - Unto the East - and Victory. Midnight - Good Night - I hear them Call - |
Una Moglie - allo Spuntar del giorno - sarò - Aurora - Hai Tu un Vessillo per me? A Mezzanotte - sarò ancora una Fanciulla - Come ci vorrà poco a farla Sposa - Poi - Mezzanotte - sarò passata da Te - All'Oriente - e alla Vittoria. Mezzanotte - Buona Notte - li sento Chiamare - |
Tre manoscritti, tutti datati 1862 da Johnson mentre Franklin propone tre anni successivi: 1861, 1862 e 1863; quello riportato qui è l'ultimo, nei fascicoli. |
La "moglie" del primo verso si riferisce chiaramente a nozze celesti, visto che i versi che seguono descrivono esplicitamente il passaggio dalla notte del dolore terreno all'aurora dell'immortalità. La variante dell'ultimo verso suggerisce un'oscillazione fra nozze celesti propriamente dette (l'unione con il "Salvatore") e l'unica possibile unione, quella dopo la morte, con un "Master" forse più terreno; leggendola così il "volto" finale può essere quello visto attraverso la fede o quello dell'amato, un volto conosciuto concretamente ma impossibile da ottenere durante la vita. |
F186 (1861) / J330 (1861)
The Juggler's Hat her Country is - The Mountain Gorse - the Bee's! |
Il Cappello del Prestigiatore è la sua Patria - La Ginestra Montana - dell'Ape |
La poesia fu inviata a Samuel Bowles e probabilmente accompagnava un fiore, magari proprio la ginestra, fiore invernale nominato nel secondo verso. Potremmo perciò leggerla così: "la patria della ginestra è il cappello del prestigiatore, visto che spunta in una stagione che non è quella dei fiori, come se fosse frutto di magia; lei stessa è invece fonte di vita per l'ape, che ne succhia il nettare.". |
F187 (1861) / J792 (1863)
Through the strait pass of suffering - The Martyrs - even - trod. Their feet - upon Temptation - Their faces - upon God - A stately - shriven - Company - Their faith - the everlasting troth - |
Attraverso lo stretto passaggio della sofferenza - I Martiri - pacati - s'incamminarono. I loro piedi - verso la Tentazione - I loro volti - verso Dio - Una solenne - assolta - Compagnia - La loro fede - la perenne verità - |
La versione riportata è quella contenuta in una lettera a Samuel Bowles (L251), preceduta soltanto da: "Dear Friend / If you doubted my Snow - for a moment - you never will - again - I know - / Because I could not say it - I fixed it in the Verse - for you to read - when your thought wavers, for such a foot as mine -" ("Caro Amico / Se ha dubitato della mia Neve - per un momento - non lo farà - un'altra volta - lo so - / Poiché non riuscirei a dirlo - l'ho fissato in Versi - perché lei li legga - quando il suo pensiero vacilla, per un piede come il mio -"). |
La lettera che contiene la poesia ce ne dà un'interpretazione autentica. Qui ED vuole descrivere la purezza e insieme la ferma pacatezza del suo animo e dice a Bowles: "lei non deve dubitare della mia neve (che nella poesia si ritrova nel secondo verso: even - pacata -, nel quinto: stately-solenne -, nel decimo: fair - limpida - e nell'ultimo: - polar Air - Aria polare -) e per spiegarle bene cosa intendo, visto che non sarei capace di dirlo, glielo metto in versi. Li legga quando la sua mente dubiterà di me, della mia fermezza, e capirà cosa intendo." |
F188 (1861) / J220 (1861)
Could I - then - shut the door - Lest my beseeching face - at last - Rejected - be - of Her? |
Potrei io - allora - chiudere la porta - Per paura che il mio volto implorante - alla fine - Respinto - sia - da Lei? |
Inviata a Susan (L239). Nella nota alla lettera (un biglietto con i soli versi) Johnson scrive: "Da questo biglietto trapela la tensione che si sviluppò fra ED e Sue, quando il piccolo Ned iniziò ad assorbire l'attenzione di quest'ultima." |
F189 (1861) / J218 (1861)
Is it true, dear Sue? Are there two? I should'nt like to come For fear of joggling Him! If you could shut him up In a Coffee Cup, Or tie him to a pin Till I got in - Or make him fast To "Toby's" fist - Hist! Whist! I'd come! |
È vero, cara Sue? Siete in due? Non vorrei venire Per paura di farlo trasalire! Se lo si potesse chiudere In un Tazza da Caffè, O fissarlo a uno spillo Finché fossi lì - O metterlo al sicuro Nelle mani di "Toby" - Zitta zitta! Verrei! |
Nelle edizioni Johnson, sia delle poesie che delle lettere (L232), al verso 5 il pronome "you" è trascritto "I". |
Inviata a Susan per la nascita di Edward, il 19 giugno 1861. Susan scrisse in fondo alla poesia: "1860 - scritta il giorno della nascita di Ned - Toby era il gatto -", ma la parte inferiore della pagina (che conteneva l'ultimo verso e questa annotazione) è ora perduta. |
F190 (1861) / J-
No Rose, yet felt myself a'bloom, No Bird - yet rode in Ether - |
Non Rosa, eppure mi sentivo in fiore, Non Uccello - eppure fluttuavo nell'Etere - |
Nella terza delle tre Master Letters (L233). I versi sono aggiunti in fondo alla lettera, nella settima pagina, ma sono contrassegnati per essere inseriti nella seconda, dopo le parole "I forgot the Redemption and was tired no more" ("Dimenticai la Redenzione e non fui più stanca"). |
Le sensazioni di qualcuno che è innamorato: sentirsi in fiore, senza essere una rosa, fluttuare liberi nell'etere, senza essere un uccello. |
F191 (1861) / J300 (1862)
"Morning" - means "Milking" - to the Farmer - Dawn - to the Teneriffe - Dice - to the Maid - Morning means just Risk - to the Lover - Just Revelation - to the Beloved - Epicures - date a Breakfast - by it - |
"Mattina" - significa "Mungitura" - per il Contadino - Alba - per Tenerife - Un tiro di dadi - per la Fanciulla - Mattina non significa che Rischio - per l'Amante - E Divulgazione - per l'Amata - Gli Epicurei - ci datano - una Colazione - |
Il testo riportato sopra è quello trascritto nei fascicli nel 1863; una copia precedente, del 1861, fu inviata a Susan, con una differente disposizione dei versi e cinque varianti nel testo:
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Molto simile alla J294-F298: là l'alba, qui il mattino, entrambi visti in prospettive profondamente diverse, secondo gli occhi di chi li guarda e li vive. |
F192 (1861) / J984 (1865)
'Tis Anguish grander than Delight 'Tis Resurrection Pain - The meeting Bands of smitten Face We questioned to, again - 'Tis Transport wild as thrills the Graves |
È Angoscia più grande della Gioia È la Pena della Resurrezione - S'incontrano le Schiere dal Volto rapito Di cui c'interrogammo, di nuovo - È Trasporto selvaggio che scuote le Tombe |
Due versioni: la prima di quattro versi (riportata sotto) inviata a Susan nel 1861; la seconda (qui scelta come principale) trascritta nei fascicoli nel 1865, nella quale vengono usati gli ultimi tre versi della precedente, con la variante "Miracle" al posto di "Victory". Le diverse scelte editoriali delle due edizioni critiche (Johnson privilegia la compiutezza, Franklin il dato cronologico) spiegano la diversità di numerazione e datazione. Nell'edizione Franklin il primo verso della versione a Susan è considerato "una frase che precede i versi, anch'essa in tetrametro giambico".
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Il giorno del giudizio in due versioni: la prima, inviata a Susan, si limita a immaginarlo; nella seconda la descrizione è più completa e mette l'accento sull'angoscia e la pena di una resurrezione che è prologo di un giudizio definitivo e senza appello. La seconda strofa sembra una fulminea e potente descrizione del "Giudizio Universale" di Michelangelo, con le tombe che si aprono violentemente, i sudari che si sciolgono e i corpi che ascendono verso quel Cristo che tutto sembra meno che un caritatevole giudice dei nostri peccati, anche se i versi illuminano soprattutto la parte sinistra dell'affresco, in cui ci sono i corpi rivestiti di miracolo-vittoria che ascendono al cielo, contrapposti a quelli dei dannati che, a destra, precipitano verso la barca di Caronte. |
F193 (1861) / J688 (1862)
Speech - is a prank of Parliament - Tears - is a trick of the nerve - But the Heart with the heaviest freight on - Does'nt - always - move - |
Discorso - è una burla del Parlamento - Lacrime - un trucco dei nervi - Ma un Cuore con un carico troppo pesante - Non riesce - sempre - a muoversi - |
La poesia è in una breve lettera inviata a Samuel Bowles (L251), che riporto integralmente: Dear Mr Bowles. / I cant thank you any more - You are thoughtful so many times, you grieve me always - now. The old words are numb - and there a'nt any new ones - Brooks - are useless - in Freshet-time - / When you come to Amherst, please God it were Today - I will tell you about the picture - if I can, I will - / Emily." ("Caro Mr Bowles. / Non sono più capace di ringraziarla - Lei è premuroso in così tante occasioni, che mi addolora sempre - ora. Le vecchie parole sono intorpidite - e non ce ne sono di nuove - I Torrenti - sono inutilizzabili - in Tempo di piena - / Quando verrà ad Amherst, voglia Dio che fosse Oggi - le dirò del quadro - se potrò, vorrò - / Emily."). |
Talvolta le parole, le lacrime, sono sfoghi per qualcosa che non è veramente importante, perché un cuore che è appesantito, che porta un'emozione troppo grande, non sempre riesce a esprimerla. |
F194 (1861) / J1072 (1862)
Title divine - is mine! The Wife - without the Sign! Acute Degree - conferred on me - Empress of Calvary! Royal - all but the Crown! Betrothed - without the swoon God sends us Women - When you - hold - Garnet to Garnet - Gold - to Gold - Born - Bridalled - Shrouded - In a Day - "My Husband" - women say - Stroking the Melody - Is this - the way? |
Titolo divino - è il mio! La Moglie - senza il Segno! Acuto Grado - conferito a me - Imperatrice del Calvario! Regale - tutta eccetto la Corona! Promessa - senza il venir meno Che Dio trasmette a noi Donne - Quando voi - trattenete - Granato al Granato - Oro - all'Oro - Nata - Sposata - Sepolta - In un Giorno - "Mio Marito" - dicono le donne - Carezzando la Melodia - È questa - la via? |
Inviata a Samuel Bowles (L250), senza firma e indirizzo, con un breve messaggio conclusivo: "Here's - what I had to 'tell you' - You will tell no other? Honor - is it's own pawn -" ("Ecco - cosa dovevo 'dirle' - Non lo dirà a nessuno? L'Onore - è pegno di se stesso -"). |
L'amara e orgogliosa rivendicazione di uno stato che ha escluso il "segno" tangibile e legale di un'unione concreta, lasciando un "titolo divino"a colei che non può dire "mio marito" ma può proclamarsi imperatrice del Calvario e regina senza corona. Nei primi versi prevale l'orgoglio di sentirsi diversa, al di sopra di quel semplice "segno" contrapposto a quel grado acuto, intenso e ben più profondo dato dalla rinuncia. In quelli centrali questo stato, insieme divino e doloroso, diventa più sfumato, quando queste nozze senza la concretezza dell'unione (Garnet to Garnet / Gold to Gold) e quel venir meno che Dio ha riservato alle donne ("swoon" significa letteralmente "svenimento"; qui può essere interpretato sia come rinuncia di sé a favore dell'autorità maschile, sia come risposta femminile ad un sentimento forte) sono fulmineamente definite al decimo e undicesimo verso, con quelle tre parole secche e immediate che riassumono una vita in un giorno (e che nella copia inviata a Susan diventano una "triplice vittoria"), come a fissare in un eterno istante un'unione mistica e spirituale che non potrà mai concretizzarsi nel tempo mortale . Gli ultimi tre versi sono tipici della poesia dickinsoniana: un appellativo colloquiale e familiare che diventa una melodia da carezzare teneramente, e poi quella domanda finale, che sembra lasciare in sospeso una risposta impossibile. |
F195 (1861) / J690 (1861)
Victory comes late - And is held low to freezing lips - Too rapt with frost To take it - How sweet it would have tasted - Just a Drop - Was God so economical? His Table's spread too high for Us - Unless We dine on Tiptoe - Crumbs - fit such little mouths - Cherries - suit Robins - The Eagle's Golden Breakfast strangles - Them - God keep His Oath to Sparrows - Who of little Love - know how to starve - |
La vittoria arriva tardi - Ed è calata su labbra ghiacciate - Troppo assorte dal gelo Per coglierla - Come sarebbe stato dolce gustarla - Giusto una Goccia - Fu Dio così parsimonioso? La Sua Tavola è apparecchiata troppo in alto per Noi - A meno che non si pranzi sulle Punte - Le briciole - sono adatte a piccole bocche - Le ciliegie - vanno bene per i Pettirossi - La Dorata Colazione dell'Aquila - Li soffoca - Dio mantiene il Suo Giuramento ai Passeri - Che di un po' d'Amore - sanno come languire - |
La versione riportata sopra è quella trascritta nei fascicoli nel 1863. Una versione precedente, con alcune varianti, era stata inviata a Samuel Bowles nel dicembre 1861 (L257). |
I versi iniziano con un'amara constatazione: la vittoria (qui intesa come l'avverarsi dei nostri desideri) arriva sempre troppo tardi, quando ormai la morte ci ha reso insensibili al suo tocco (come sempre, molto bella l'immagine della vittoria che cala su labbra troppo fredde per accorgersi di lei). Ne sarebbe bastata una goccia, prima, per renderci felici. |
F196 (1861) / J687 (1861)
I'll send the feather from my Hat! Who knows - but at the sight of that My Sovreign will relent? As trinket - worn by faded Child - Confronting eyes long - comforted - Blisters the Adamant! |
Manderò la piuma del mio Cappello! Chissà - se a quella vista Il mio Sovrano cederà? Come un ninnolo - portato da un Fanciullo avvizzito - Mostrato ad occhi da tempo - consolati - Corrode il Diamante! |
La poesia fu inviata a Samuel Bowles. È perciò certamente lui il "diamante" che deve perdere la sua inflessibilità davanti al dono, così effimero ma così personale, della "piuma del mio cappello", così come la perderebbe un anziano signore a cui capita di ritrovare un ninnolo che portava da bambino. |
F197 (1861) / J225 (1861)
Jesus! thy Crucifix Enable thee to guess The smaller size! Jesus! thy second face |
Gesù! La tua Croce Ti concede di percepire Le dimensioni più esigue! Gesù! il tuo secondo volto |
La versione riportata sopra è quella nei fascicoli. I versi, in una versione identica a parte alcune varianti nella punteggiatura, sono anche in una lettera a Samuel Bowles del dicembre1861 (L242). |
La parte divina di Gesù gli consente di capire tutto di noi, anche quelle cose che sfuggono alla nostra percezione di esseri mortali. Il suo secondo volto, quello umano, lo rende ancora più vicino a noi e ci fa sperare di essere guardati con un occhio familiare, in un aldilà che immaginiamo tanto diverso da ciò a cui siamo abituati. |
F198 (1861) / J227 (1861)
Teach Him - When He makes the names - Such an one - to say - On his babbling - Berry - lips - As should sound - to me - Were my Ear - as near his nest - As my thought - today - As should sound - "Forbid us not" - Some like "Emily." |
Insegnagli - Quando compita i nomi - Uno in particolare - a dirne - Con le sue balbettanti - labbra - di Bacca - Come suonerebbe - a me - Fosse il mio Orecchio - vicino al suo nido - Così al mio pensiero - oggi - Suonerebbe - "Non proibiteci" - Più o meno come "Emily". |
La poesia fu inviata a Samuel Bowles poco prima della nascita del figlio, Charles Allen Bowles, il 19 dicembre 1861. I versi sono preceduti da "Baby -". |
Gli auguri per la prossima nascita di un figlio si trasformano in un incitamento a insegnargli il valore della libertà, a cominciare da subito a rifiutare i mille divieti che la vita ci para davanti. Ma, soprattutto, è significativo che ED accosti il suo nome a questa voglia di ribellarsi, come se si identificasse in quel "Forbid us not", che suona alle sue orecchie come suonerebbe il suo nome pronunciato a fatica da un bimbo che impara a parlare. |
F199 (1861) / J207 (1860)
Tho' I get home how late - how late - So I get home - 'twill compensate - Better will be the Extasy That they have done expecting me - When night - descending - dumb - and dark - They hear my unexpected knock - Transporting must the moment be - Brewed from decades of Agony! To think just how the fire will burn - |
Anche se torno a casa così tardi - così tardi - Comunque il mio ritorno a casa - ripagherà - Più grande sarà l'Estasi A cui avevano rinunciato aspettandomi - Quando una notte - calante - muta - e oscura - Sentiranno il mio inatteso bussare - Coinvolgente sarà quel momento - Distillato da decadi di Tormento! Pensare solo a come arderà il focolare - |
Il ritorno a casa, il riunirsi con chi ci ama e ci ha aspettato a lungo, non teme il passare del tempo, anzi, forse la gioia che era stata ormai accantonata sarà ancora più grande. |
F200 (1861) / J208 (1860)
The Rose did caper on her cheek - Her Bodice rose and fell - Her pretty speech - like drunken men - Did stagger pitiful - Her fingers fumbled at her work - Till opposite - I spied a cheek A Vest that like her Boddice, danced - |
Il Rosa piroettava sulla sua guancia - Il Corsetto si sollevò e ricadde - Il suo amabile eloquio - come un ubriaco - Pietosamente barcollava - Le dita annaspavano nel lavoro - Finché di fronte - scorsi una guancia Un Panciotto che come quel Corsetto, danzava - |
Un scenetta familiare, un litigio tanto burrascoso quanto passeggero, parte di quell'immortale melodia dell'amore che ha sempre un obbligato e dolce lieto fine. |