The Complete Poems
Tutte le poesie
F451 - 500
Traduzione e note di Giuseppe Ierolli
F1/50
F51/100 
F101/150
F151/200
F201/250
F251/300
F301/350
F351/400
F401/450
F451/500
F501/550
F551/600
F601/650
F651/700
F701/750
F751/800
F801/850
F851/900
F901/950
F951/1000
F1001/1050
F1051/1100
F1101/1150
F1151/1200
F1201/1250
F1251/1300
F1301/1350
F1351/1400
F1401/1450
F1451/1500
F1501/1550
F1551/1600
F1601/1650
F1651/1700
F1701/1750
F1751/1789
Indice Franklin
Home page poesie
Home page
F451 (1862) / J452 (1862)
The Malay - took the Pearl - Not - I - the Earl - I - feared the Sea - too much Unsanctified - to touch - Praying that I might be Home to the Hut! What lot The Negro never knew |
Il Malese - prese la Perla - Non - io - il Conte - Io - temevo il Mare - troppo Profano - da toccare - Mentre pregavo di poter essere A Casa in una Capanna! Quale sorte Il Negro non seppe mai |
Johnson ritiene che la poesia possa essere stata ispirata da alcuni versi di Paracelsus, un poemetto del 1835 di Robert Browning (1812-1889):
|
Quando si ha paura della vita, quando ci si sente troppo nobili per tuffarsi a conquistare qualcosa a cui teniamo, lasciamo che siano altri a godere di ciò che bramavamo e che non siamo stati capaci di conquistare. Talvolta l'indifferenza, o lo sprezzo del pericolo, premia ma, nel contempo, se chi conquista la perla non la considera nel suo giusto valore, che conquista è mai questa? |
F452 (1862) / J453 (1862)
Love - thou art high - I cannot climb thee - But, were it Two - Who know but we - Taking turns - at the Chimborazo - Ducal - at last - stand up by thee - Love - thou art deep - Love - thou are Vailed - |
Amore - tu sei alto - Non posso scalarti - Ma, si fosse in Due - Chissà che noi - Alternandoci - al Chimborazo - Ducali - alla fine - non si arrivi a starti accanto - Amore - tu sei profondo - Amore - tu sei Celato - |
Un inno all'amore. Non però all'amore generico, ma a quello terreno, che coinvolge due persone. Quello ideale è o troppo in alto o troppo nel profondo, non riusciremo mai a scalarlo o ad attraversarlo. Se invece siamo in due a provarlo, ce la faremo, sorreggendoci l'un l'altro o nominandoci uno rematore e uno panfilo. E come sarebbe strana, priva di senso, quella beatitudine che dio chiama eternità, se non ci fosse l'amore a darle un significato. |
F453 (1862) / J615 (1862)
Our journey had advanced - Our feet were almost come To that odd Fork in Being's Road - Eternity - by Term - Our pace took sudden awe - Retreat - was out of Hope - |
Il nostro viaggio era prossimo alla fine - I piedi erano quasi arrivati A quell'estremo Bivio della Strada dell'Essere - Che ha nome - Eternità - L'andatura si fece d'improvviso timorosa - D'indietreggiare - non c'era Speranza - |
L'ineluttabilità della morte, dell'estremo bivio della nostra esistenza che ci conduce nell'eternità. È questa ineluttabilità, ma anche il dubbio, che ci fa procedere timorosi, perché al di là possiamo sì intravedere città che ci rammentano quelle a noi familiari, ma l'unica sicurezza è che la strada per arrivarci è morire. E non c'è possibilità di indietreggiare; in quel momento ogni percorso alle nostre spalle è sigillato, ormai chiuso, e davanti a noi si erge la fredda, estranea, bandiera dell'eternità e un posto dove a ogni entrata vigila quel dio di cui sappiamo ben poco, che ci appare come l'occhiuto guardiano di un regno misterioso, e per questo non possiamo che averne paura. |
F454 (1862) / J616 (1862)
I rose - because He sank - I thought it would be opposite - But when his power bent - My Soul grew straight. I cheered my fainting Prince - And when the Dews drew off I told him Best - must pass I told him Worlds I knew And so with Thews of Hymn - |
Mi innalzai - poiché Lui sprofondava - Pensavo sarebbe stato il contrario - Ma quando la sua forza si piegò - La mia Anima divenne diritta. Confortavo il mio esausto Principe - E quando sparì la Rugiada Gli dissi che i Migliori - devono passare Gli dissi di Mondi che conoscevo E così col Vigore degli Inni - |
Una variazione sul tema della perdita dell'amato. Stavolta il momento della morte è quello in cui chi resta sente rinascere le forze, perché l'altro sprofonda e ha bisogno del conforto e delle parole che solo la persona amata sa dare. Ecco allora che il piegarsi della sua forza diventa l'ergersi diritta dell'anima di lei, che sa trovare le parole e i suoni che possano confortare il suo "principe", quelle parole e quei suoni che ignorava di conoscere, prima di quel momento. |
F455 (1862) / J454 (1862)
It was given to me by the Gods - When I was a little Girl - They given us Presents most - you know - When we are new - and small. I kept it in my Hand - I never put it down - I did not dare to eat - or sleep - For fear it would be gone - I heard such words as "Rich" - When hurrying to school - From lips at Corners of the Streets - And wrestled with a smile. Rich! 'Twas Myself - was rich - To take the name of Gold - And Gold to own - in solid Bars - The Difference - made me bold - |
Mi fu dato dagli Dei - Quando ero una Ragazzina - Ci danno la maggior parte dei regali - si sa - Quando siamo nuovi - e piccoli. Lo tenevo in Mano - Non lo posavo mai - Non osavo mangiare - o dormire - Per paura che se ne andasse - Sentivo parole come "Ricco" - Mentre di fretta correvo a scuola - Da labbra agli Angoli delle Vie - E tenevo a bada un sorriso. Ricco! Ero Io - ad essere ricca - A ghermire il nome dell'Oro - E a possedere l'Oro - in solide Barre - La Diversità - mi rendeva spavalda - |
Cos'è mai questo dono che gli dei hanno dato alla piccola Emily, che la rende tanto diversa, e spavalda per questa sua diversità, che le fa reprimere un sorriso quando sente qualcuno che parla di ricchezza esteriore, così diversa, e così piccola, rispetto a quella che lei si sente dentro? Che può essere se non il dono della poesia? |
F456 (1862) / J652 (1862)
A Prison gets to be a friend - Between it's Ponderous face And Our's - a Kinsmanship express - And in it's narrow Eyes - We come to look with gratitude We learn to know the Planks - As plashing in the Pools - The Posture of the Key As this Phantasm Steel - The narrow Round - the Stint - The Liberty we knew |
Una Prigione diventa un'amica - Tra la sua faccia Poderosa E la nostra - una Parentela si manifesta - E nei suoi stretti Occhi - Arriviamo a guardare con gratitudine Impariamo a conoscere il Tavolato - Quanto lo sguazzare negli Stagni - La Posizione della Chiave Quanto il Fantasma d'Acciaio - Lo stretto Giro - il Limite - La Libertà che conosciamo |
La prigione nella quale ci troviamo a vivere ci appare via via più amichevole, l'abitudine ci fa apparire il suo volto poderoso, così distante e incomprensibile, sempre più vicino alla nostra piccolezza. Attraverso i pochi varchi concessi ai nostri occhi, alla nostra mente, arriviamo addirittura a essere grati per quel posto, limitato e angusto, che ci destina, un posto che ci diviene familiare come la più familiare e indispensabile delle attività umane: il mangiare. |
F457 (1862) / J314 (1862)
Nature - sometimes sears a Sapling - Sometimes - scalps a Tree - Her Green People recollect it When they do not die - Fainter Leaves - to Further Seasons - |
La Natura - a volte dissecca un Arbusto - A volte - scotenna un Albero - Il suo Popolo Verde se ne rammenta Quando non muore - Più languide Foglie - di Altre Stagioni - |
Le ferite inferte dalla natura al suo "popolo verde" sono "vitali" perché inserite in un ciclo di vita-morte che assicura una continuità non intaccata dal tratto distintivo del genere umano: l'anima individuale, che fa di ciascuno di noi un unicum soggetto alla morte e non una parte armoniosa di un tutto ciclicamente eterno. |
F458 (1862) / J479 (1862)
She dealt her pretty words like Blades - How glittering they shone - And every One unbared a Nerve Or wantoned with a Bone - She never deemed - she hurt - To Ache is human - not polite - |
Lanciava le sue parolette come Lame - Con che luccichio brillavano - E ciascuna scopriva un Nervo O si divertiva con un Osso - Non avrebbe mai creduto - di ferire - Soffrire è umano - non elegante - |
La descrizione di una donna dalla lingua pungente, che sembra provare gusto a lanciare le "parolette" del primo verso senza rendersi conto delle profonde ferite che può infliggere, come se la sofferenza fosse qualcosa di volgare (vedi il v. 9) che si preferisce comunque non vedere. Negli ultimi tre versi questo rifiuto si estende alla sofferenza ultima, la morte, di fronte alla quale è meglio chiudere gli occhi. |
F459 (1862) / J480 (1862)
"Why do I love" You, Sir? Because - The Wind does not require the Grass To answer - Wherefore when He pass She cannot keep Her place. Because He knows - and The Lightning - never asked an Eye The Sunrise - Sir - compelleth Me - |
"Perché amo" Voi, Signore? Perché - Il Vento non chiede all'Erba Di rispondere - Per quale ragione quando Egli passa Lei non può star ferma al Suo posto. Perché Lui sa - e Il Lampo - non chiese mai all'Occhio L'Aurora - Signore - si impone a Me - |
Il senso è molto chiaro: non chiediamoci sempre la ragione di tutto. Ci sono cose, i sentimenti più profondi, l'amore, che non sono esprimibili a parole. Dobbiamo essere consapevoli di questo, e godere di questa "sapienza" intima, più profonda di quella "detta" e naturale come l'erba che si piega al vento o l'occhio che si chiude al fulmine.
È comunque una variazione molto "dickinsoniana". Se nella Browning la passione erompe, si mostra, viene espressa con le parole, la Dickinson asciuga la traducibilità del sentimento, fino a negare la stessa possibilità della domanda iniziale, dove già c'è un drastico mutamento nell'avverbio, da "how" a "why". Una domanda che nella Browning è immediata e diretta "How do I love thee?", mentre nella Dickinson il pronome è spostato, è al di fuori della frase fra virgolette, quasi una sospensione in attesa del verso finale: "I love Thee", dove quel rispettoso "You, Sir" diventa "Thee" e la domanda viene sciolta nell'unico modo possibile: "The Sunrise - Sir - compelleth Me - / Because He's Sunrise - and I see -".
(Da Poesia dell'America puritana, a cura di Tommaso Pisanti, Edizioni Studio Tesi, Pordenone, 1996.) |
F460 (1862) / J481 (1862)
The Himmaleh was known to stoop Unto the Daisy low - Transported with Compassion That such a Doll should grow Where Tent by Tent - Her Universe Hung out it's Flags of Snow - |
L'Himalaya fu visto chinarsi Giù verso la Margherita - Preso dalla Compassione Che una tale Bambolina crescesse Dove Tenda su Tenda - il Suo Universo Dispiegava Bandiere di Neve - |
Piccolo gioiello dai molteplici possibili significati. La margherita in genere per la Dickinson è il simbolo della vita non troppo appariscente, che se ne sta lì sul prato senza mostrare chissà quale bellezza, ma che è capace di nascere e vivere dappertutto, anche fra le "bandiere di neve" dispiegate dall'Himalaya. |
F461 (1862) / J482 (1862)
We Cover Thee - Sweet Face - Not that We tire of Thee - But that Thyself fatigue of Us - Remember - as Thou go - We follow Thee until Thou notice Us - no more - And then - reluctant - turn away To Con Thee o'er and o'er - And blame the scanty love |
Noi Ti Copriamo - Dolce Viso - Non perché siamo stanchi di Te - Ma perché sei Tu stanco di Noi - Ricorda - mentre Tu vai - Noi Ti seguiamo finché - Non ti accorgi più - di Noi - E poi - riluttanti - ci congediamo Per Rammentarti giorno dopo giorno - E incolpiamo lo scarso amore |
Un tributo a chi muore. Chiudiamo i suoi occhi, mettiamo un velo sul suo viso, non perché siamo stanchi di lui, ma perché è lui che non è più ormai di questa terra. Lo seguiamo fin quando sarà calato nella tomba, e non potrà più vederci. Poi ce ne andiamo tenendolo giorno dopo giorno nel cuore. E l'amore che abbiamo dato a chi se n'è andato ci sembra sempre troppo poco, vorremmo moltiplicarlo, ora, ma chissà se ci sarà qualcuno ad accoglierlo.
Insomma, ED non riesce mai a essere banale, anche quando dice quello che diciamo tutti quando qualcuno se ne va. |
F462 (1862) / J653 (1862)
Of Being is a Bird The likest to the Down An Easy Breeze do put afloat The General Heavens - upon - It soars - and shifts - and whirls - Except a Wake of Music |
Degli Esseri è un Uccello Il più simile alla Soffice Lanugine Che una Pigra Brezza fa galleggiare Lassù - nel Cielo Universale - Si libra - e cambia direzione - e volteggia - Tranne per la Scia di Musica |
In molte edizioni "Down", ai versi due e undici, viene trasformata in "Dawn" ("Alba, Aurora"), una variante che non trova riscontro nel manoscritto, dove, per due volte, ED scrive chiaramente "Down". |
F463 (1862) / J654 (1862)
A long - long Sleep - A famous - Sleep - That makes no show for Morn - By Stretch of Limb - or stir of Lid - An independent One - Was ever idleness like This? |
Un lungo - lungo Sonno - Un Sonno - di gran fama - Che non fa cenno al Mattino - Stirando le Membra - o sbattendo le Palpebre - Un Sonno indipendente - Fu mai ozio come Questo? |
Qui non ci sono dubbi sulla protagonista della poesia. Quella morte che ED cerca continuamente di esorcizzare quasi tagliandola a fettine tanto sottili da farla sparire. La metafora non è nuova: la morte come lungo - lungo sonno. In questo sonno che mai accenna al concreto saluto al mattino che tutti conosciamo (lo stirarsi delle membra, lo sbattere delle palpebre alla luce) ED cerca quasi disperatamente un segno che lo accosti alla consapevolezza, sia pure oziosa. Ed ecco quella "sponda di pietra" sulla quale cerchiamo di trovare qualcosa di familiare, quel crogiolarsi, sia pure ai secoli che passano e non al terreno calore del sole. E poi quella domanda finale, che spezza l'illusione: può essere mai un sonno, questo, in cui mai, nemmeno una volta, alziamo gli occhi al mezzogiorno? |
F464 (1862) / J655 (1862)
Without this - there is nought - All other Riches be As is the Twitter of a Bird - Heard opposite the Sea - I could not care - to gain I wished a way might be |
Senza questo - c'è il nulla - Ogni altra Ricchezza è Come il Cinguettare di un Uccello Udito dall'altra sponda del Mare - Non mi curo - di ottenere Vorrei ci fosse il modo |
Il candidato più probabile per essere quel "this" del primo verso è l'amore. Se manca, c'è solo il nulla intorno a noi. Qualsiasi altra cosa somiglia ad un esile cinguettio che giunge alle nostre orecchie da remote lontananze. E cosa, se non l'amore, è così privo di possibilità di essere scomposto, tanto che l'ottenerne una parte non è possibile: o si ha o non si ha. È un tutto che contiene qualsiasi altra cosa, così come gli invisibili orli di una sfera la comprendono nella sua interezza. |
F465 (1862) / J656 (1862)
The name - of it - is "Autumn" - The hue - of it - is Blood - An Artery - upon the Hill - A Vein - along the Road - Great Globules - in the Alleys - It sprinkles Bonnets - far below - |
Il nome - suo - è "Autunno" - Il colore - suo - è Sangue - Un'Arteria - sulla Collina - Una Vena - lungo la Strada - Grandi Globuli - nei Viali - Sparpaglia Berretti - laggiù - |
Per l'ultima strofa ED ha inserito delle varianti che la modificano sensibilmente:
|
Una poesia chiara e vermiglia come l'autunno che descrive. Per capirne i rutilanti colori (hue, blood, stain, scarlet, ruddy, vermillion) bisogna aver visto quelli dell'autunno nel New England. Non a caso questa stagione è una delle maggiori attrattive della regione, con panorami ricchi di sfumature tendenti al rosso che incantano lo sguardo. |
F466 (1862) / J657 (1862)
I dwell in Possibility - A fairer House than Prose - More numerous of Windows - Superior - for Doors - Of Chambers as the Cedars - Of Visitors - the fairest - |
Io abito nella Possibilità - Una Casa più bella della Prosa - Più ricca di Finestre - Superiore - quanto a Porte - Con Camere come Cedri - Come Ospiti - i più belli - |
Leggendola, non si può fare a meno di pensare alla J486-F473, in particolare per gli ultimi due versi, così simili a quelli che aprono la seconda strofa di quella poesia. Anche qui la protagonista è la magia, la libertà della poesia. Stavolta però "la più minuta della Casa" si riconosce solo da quelle "esigue Mani" del penultimo verso, mani che qui raccolgono il paradiso dove là catturavano il tesoro disceso dal cielo. Le immagini discrete, familiari diventano potenti, qui c'è una casa che si chiama "possibilità", che ha in sé tutto ciò che la nostra mente può immaginare "possibile", che non ha paragoni con quelle della "prosa" (il simbolo del vivere "chiuso", privo di fantasia - vedi la J613-F445). È più ricca di finestre, da dove si può liberamente osservare la vastità del mondo; con porte di gran lunga superiori, che possono aprirsi su spazi senza confini; con stanze che si vestono con l'esotico e fantastico oriente del cedro, non visibile dall'occhio che guarda senza l'ausilio della libera fantasia; con un tetto che non può esser altro che le immense volte del cielo. Gli ospiti di questa casa non possono essere che i versi, più belli di qualsiasi altro visitatore. E cosa fare in una tale dimora? Cos'altro, se non allargare quanto si può quelle esigue mani che la natura ci concede, cercando di renderle tanto estese da riuscire a raccogliere il paradiso? |
F467 (1862) / J483 (1862)
A Solemn thing within the Soul To feel itself get ripe - And golden hang - while farther up - The Maker's Ladders stop - And in the Orchard far below - You hear a Being - drop - A wonderful - to feel the Sun But solemnest - to know |
Una cosa Solenne dentro l'Anima Sentirsi maturare - E pendere dorata - mentre lassù in alto - Le Scale del Creatore si arrestano - E nel Frutteto laggiù - Senti un Essere - che cade - Meraviglioso - sentire il Sole Ma più solenne - sapere |
Lo stupore e la meraviglia di sentirsi vivi, giorno dopo giorno. Vivere la propria "maturazione (qui ED usa, come fa quasi sempre, metafore naturali: "pendere dorata" come un frutto maturo - chi è ancora vivo, ma comunque "appeso" a un destino che non conosce; i frutti che cadono - chi muore - nel frutteto; il sole - la vita; il picciolo - il corpo esteriore e il nocciolo - l'anima; il raccolto - la morte) come un qualcosa di solenne, di naturale eppure così diverso dalla natura inconsapevole che ci circonda. Guardare in alto e vedere sfumare la grandezza divina, mentre in basso sono tanti i rumori di coloro che cadono. La bellezza di sentire il sole (la vita) che ancora imporpora la guancia, la sensazione di sentirlo entrare in noi, per svelare ciò che abbiamo dentro. E più solenne ancora l'ineluttabile scorrere del tempo: ogni giorno si avvicina la nostra possibilità di essere raccolti - di morire, ma ogni giorno è anche unico per chi sa viverlo. |
F468 (1862) / J658 (1862)
Whole Gulfs - of Red, and Fleets - of Red - And Crews - of solid Blood - Did place about the West - Tonight - As 'twere specific Ground - And They - appointed Creatures - |
Interi Golfi - di Rosso, e Flotte - di Rosso - Ed Equipaggi - di solido Sangue - Si son messi accanto all'Occidente - Stasera - Come fosse lo Sfondo convenuto - E Loro - le Creature designate - |
Il tramonto si staglia sull'occidente con golfi e flotte di rosso, con equipaggi di sangue che sembrano star lì per lasciarsi ammirare da noi spettatori. Ma attenzione, come tutti gli spettacoli, e come tutto ciò che ci circonda, dura per un po', poi gli attori si inchinano e vanno via.
Come sempre ED riesce con poche pennellate a farci vedere in tutta la sua bellezza gli accesi colori del tramonto, già descritti con inesauribile fantasia in altre poesie (vedi p.es. la J628-F589). |
F469 (1862) / J484 (1862)
My Garden - like the Beach - Denotes there be - a Sea - That's Summer - Such as These - the Pearls She fetches - such as Me |
Il mio Giardino - come la Spiaggia - Denota esserci - un Mare - Che è l'Estate - Simili a Questi - le Perle Che Essa porta - simili a Me |
Il giardino diventa un mare in cui l'estate porta quel risveglio della natura che ED saprà trasformare in "questi" (v. 5), ovvero nei versi che diventano le perle del mare della natura: "The simple news that nature told" (J441-F519). |
F470 (1862) / J659 (1862)
That first Day, when you praised Me, Sweet, And said that I was strong - And could be mighty, if I liked - That Day - the Days among - Glows Central - like a Jewel |
Quel primo Giorno, in cui mi lodasti, Tesoro, E dicesti che ero forte - E potevo essere potente, a volerlo - Quel Giorno - fra i Giorni - Risplende Centrale - come un Gioiello |
Un giorno. Il primo in cui giunse la lode dell'amato. Una lode che non sembra quella che prelude a un amore ricambiato. Eppure quel giorno ha ormai una posizione unica, centrale, nello scorrere degli altri. È come un gioiello che risplende fra altri che si scostano alla sua luce. |
F471 (1862) / J485 (1862)
To make One's Toilette - after Death Has made the Toilette cool Of only Taste we cared to please Is difficult, and still - That's easier - than Braid the Hair - |
Fare la Propria Toilette - dopo che la Morte Ha fatto la fredda Toilette Del solo Gusto a cui noi tenessimo di piacere È difficile, e tuttavia - È più facile - che Intrecciare i Capelli - |
È difficile continuare a vivere quando i "Decaloghi" (le leggi divine - morire è anche una legge naturale, ma qui ED sembra puntare decisamente il dito accusatore su Dio) hanno portato via chi amiamo. Ma ancora più difficile è continuare a curare quelle cose che hanno ancora impressa la forma della sua mano. |
F472 (1862) / J660 (1862)
'Tis good - the looking back on Grief - To re-endure a Day - We thought the monstrous Funeral - Of all conceived Joy - To recollect how Busy Grass And though the Wo you have Today |
È bene - volgersi indietro al Dolore - Sopportare di nuovo un Giorno - Che ci apparve il mostruoso Funerale - Di ogni concepibile Gioia - Rammentare come le Invadenti Spighe E benché la Sofferenza dell'Oggi |
Riflessione sul tempo e sulla sofferenza. Può servire volgersi indietro, a un giorno lontano di acuto dolore, un giorno che sembrò spazzar via ogni speranza di gioia. Ricordare come in quel momento la stessa natura sembrava partecipare all'acutizzazione di quella sofferenza, come se l'erba, le spighe di grano, nella loro infinità si fossero intrufolate, una ad una, nel nostro animo ferito, in un'estate che, anziché un gioioso risvegliarsi, ci sembrò una stagione di tenebre; e fu una liberazione quando se ne andò, perché portò con se quella sofferenza. Ma il dolore non muore: nessuno riesce a vedere la sua tomba, perché è sempre pronto a tornare, magari più grande di quello che già ci sembrò così enorme, come un mare di fronte ad una insignificante goccia. Ma entrambi i dolori, quello di prima e quello di adesso, non sono altro che facce della stessa medaglia, entrambi sono fatti d'acqua, come il mare e la sua goccia. |
F473 (1862) / J486 (1862)
I was the slightest in the House - I took the smallest Room - At night, my little Lamp, and Book - And one Geranium - So stationed I could catch the Mint I never spoke - unless addressed - And if it had not been so far - |
Ero la più minuta della Casa - Occupavo la Stanza più piccola - Di notte, il mio piccolo Lume, un Quaderno - E un Geranio - Così appostata potevo catturare il Tesoro Non parlavo mai - se non interrogata - E se non fosse stato così lontano - |
Bellissima la scena: è notte, in una stanzetta una figura minuta illuminata da un piccolo lume, armata di un quaderno e di un geranio sul davanzale, è appostata, pronta a catturare e a infilare nel suo cestino l'incessante pioggia poetica che le cade addosso. La piccola poetessa che si fa Danae per ricevere la pioggia d'oro. E questo è tutto. Per il resto, solo silenzio o qualche raro, ritroso intervento, ma sempre a bassa voce. E la consapevolezza che la morte cancellerà tutto. Tutto meno quel prezioso e sfolgorante cestino, a cui altri attingeranno a piene mani. |
F474 (1862) / J487 (1862)
You love the Lord - you cannot see - You write Him - every day - A little note - when you awake - And further in the Day, An Ample Letter - How you miss - |
Tu ami il Signore - che non puoi vedere - Gli scrivi - ogni giorno - Un breve biglietto - quando ti svegli - E più avanti nel Giorno, Un'Ampia Lettera - Quanto ti manca - |
Ci affanniamo a cercare Dio, a dimostrargli ogni giorno, un po' ipocritamente (almeno io leggo questo in quelle petulanti preghiere di tutti i giorni, come a volerlo convincere che la cosa che ci avvicinerà a lui, la morte, per noi non è un problema), quanto siamo ansiosi di raggiungerlo e godere della sua presenza. Ma non c'è bisogno di preoccuparsi tanto, la morte è più vicina di quanto pensiate, la sua casa, e la mia, e la vostra, è il cielo, ma è un cielo appena a un passo da qui. |
F475 (1862) / J488 (1862)
Myself was formed - a Carpenter - An unpretending time My Plane, and I, together wrought Before a Builder came - To measure our attainments - My Tools took Human - Faces - |
Io fui plasmata - Falegname - Senza pretese per un periodo La mia Pialla, ed io, insieme lavorammo Prima che un Costruttore arrivasse - A misurare i nostri risultati - I miei Arnesi presero Fattezze - Umane - |
Il lavoro della poesia si svolge modestamente, senza pretese. Se poi arriva qualcuno che offre di trasformarlo in commercio, il poeta, e i suoi arnesi, si ribellano: "noi costruiamo templi". C'è la visione artigianale, modesta, silenziosa del fare poesia, e, nello stesso tempo, l'orgoglio di costruire qualcosa che può essere paragonato solo a un tempio, qualcosa che deve soddisfare i nostri sentimenti più intimi, e non può essere certamente mercificato. |
F476 (1862) / J489 (1862)
We pray - to Heaven - Is Heaven a Place - a Sky - a Tree? But State - Endowal - Focus - |
Preghiamo - il Cielo - Chiacchieriamo - del Cielo - Ci chiediamo - quando muoiono i Vicini - A che ora in Cielo - fuggirono - Chi li vide - Perché volano via? È il Cielo un Luogo - una Volta Stellata - un Albero? Ma Rango - Investitura - Epicentro - |
La domanda (ma potrebbe essere un titolo) è quella dell'ultimo verso: "dov'è il Dio onnipresente?". Ma è una domanda alla quale solo noi vivi attribuiamo concretezza. Per i morti la geografia è annullata, per loro solo il rango di immortali, l'investitura della grazia eterna, l'epicentro del nulla. Noi ne parliamo perlopiù vanvera ("prate"), del Cielo, lo preghiamo; quando qualcuno muore ci chiediamo quando, dove, perché se n'è andato, in quel luogo che è dappertutto e da nessuna parte. Ma chiedere dov'è, cos'è il Cielo è solo uno sterile esercizio: in fin dei conti fra non molto lo sapremo. Potrebbe sembrare una poesia che rivela una concezione panteistica del divino, e probabilmente in parte lo è. Ma la dicotomia finale (come fa ad esserci un "dove" per una "onnipresenza"?) fa però anche pensare ad una risposta impossibile per una domanda senza oggetto. A questo punto la domanda non è più "dov'è Dio?" ma "esiste Dio?". |
F477 (1862) / J315 (1862)
He fumbles at your Soul As Players at the Keys Before they drop full Music on - He stuns you by degrees - Prepares your brittle nature For the Etherial Blow By fainter Hammers - further heard - Then nearer - Then so slow Your Breath has time to straighten - Your Brain - to bubble Cool - Deals - One - imperial - Thunderbolt - That scalps your naked Soul - When Winds take Forests in the Paws - |
Egli strimpella la tua Anima Come i Suonatori con i Tasti Prima di spargervi Musica a piene mani - Ti stordisce per gradi - Prepara la tua fragile natura All'Etereo Colpo Con più deboli Martelli - uditi da lontano - Poi più vicini - Poi così lenti Che il tuo Respiro ha il tempo di riprendersi - Il Cervello - di gorgogliare Indifferente - Scatta - Solitario - imperiale - il Fulmine - Che scotenna la tua Anima nuda - Quando i Venti prendono le Foreste fra gli Artigli - |
Il testo riportato sopra è quello inviato a Susan. Un'altra copia è nei fascicoli, suddivisa in tre strofe di quattro versi più il distico finale e con quattro varianti adottate nella copia a Susan: "nature" al posto di "substance" ("sostanza") al verso 5; "time" al posto di "chance" ("possibilità") al verso 9; "scalps" al posto di "peels"("scortica") al verso 12 e "The Universe - is still" al posto di "The Firmaments - are still -" ("I Firmamenti - sono immobili -") per l'ultimo verso; per il verso 13 c'è poi "hold" ("prendono") al posto di "take". |
Un dolore intenso, impronunciabile, che ci invade con subdola lentezza per poi colpire all'improvviso, lasciandoci nudi, "scotennati", di fronte a un "fulmine imperiale" che non ammette difese. Il soggetto della poesia è indistinto, anche se il pronome iniziale potrebbe essere riferito alla morte (sempre al maschile in ED). Nel distico finale l'anima nuda e scotennata assume forma naturale, e diventa un universo che sembra fermarsi davanti ai venti impetuosi che lo artigliano, così come l'anima di fronte a quel fulmine improvviso e raggelante. |
F478 (1862) / J1076 (1862)
Just Once! Oh Least Request! Could Adamant - refuse? So small - a Grace - so scanty - put - So agonized Urged? Would not a God of Flint - |
Solo Una Volta! Oh Minima Richiesta! Potrebbe il Diamante - rifiutare? Una così piccola - Grazia - di così esiguo - peso - Come in delirio Sollecitata? Non potrebbe un Dio di Pietra |
La versione riportata è quella dei fascicoli. Ci sono poi altri due manoscritti: uno inviato a Samuel Bowles nel 1863 e uno rimasto nelle carte di ED, scritto presumibilmente nel 1866 (quest'ultimo senza divisione in strofe). In entrambi è eliminato il punto interrogativo alla fine del secondo verso, il terzo è diviso in due (So small a Grace / So scanty put), alla fine dell'ultimo il punto esclamativo è sostituito dall'interrogativo e vengono accolte le due varianti segnate nei fascicoli: il verso 4 diventa "Such agonizing terms?" ("Con tali agonizzanti parole?") e al verso 7 "dropt remote"("mormorasse remoto") sostituisce "echoed faint". |
La struggente invocazione a un Dio duro e inflessibile come il diamante, che sembra non udire quell'esigua richiesta di grazia e quel fievole sospiro che sale dal basso. È una poesia che punta a immagini fortemente contrapposte: la "minima richiesta" contro il diamante, la grazia piccola, esigua, sollecitata come in un delirio, il "Dio di pietra" che sembra non essere scalfito da quel sospiro che echeggia debolmente. |
F479 (1862) / J712 (1863)
Because I could not stop for Death - He kindly stopped for me - The Carriage held but just Ourselves - And Immortality. We slowly drove - He knew no haste We passed the School, where Children strove Or rather - He passed Us - We paused before a House that seemed Since then - 'tis Centuries - and yet |
Poiché non potevo fermarmi per la Morte - Lei gentilmente si fermò per me - La Carrozza non portava che Noi Due - E l'Immortalità - Procedemmo lentamente - non aveva fretta Oltrepassammo la Scuola, dove i Bambini si battevano O piuttosto - Lui oltrepassò Noi - Sostammo davanti a una Casa che sembrava Da allora - sono Secoli - eppure |
È una delle poesie più famose di ED, presente in quasi tutte le antologie italiane. Una descrizione della propria morte che può essere accostata alla J280-F340. Ma là ci sono sensazioni metafisiche, rumori che sembrano risuonare in un sogno e un finale di drammatica e annichilante perdita della consapevolezza. Qui invece siamo di fronte a una sorta di racconto molto concreto, a uno svolgersi dei fatti che dà una sensazione di familiarità, con appena un accenno a nostalgici ricordi (i bambini a scuola, il grano nei campi) e a un senso di gelo concretizzato nella rugiada che scende sul corpo vestito di garza e tulle. |
F480 (1862) / J759 (1863)
He fought like those Who've nought to lose - Bestowed Himself to Balls As One who for a further Life Had not a further Use - Invited Death - with bold attempt - His Comrades, shifted like the Flakes |
Lottò come Chi non ha niente da perdere - Si concesse alle Pallottole Come Uno che per una Vita ulteriore Non avesse uno Scopo ulteriore - Invitò la Morte - con attacchi spavaldi - I Suoi Compagni, scompigliati come Fiocchi |
Un descrizione viva, in presa diretta, di chi cerca disperatamente la morte ma è condannato a vivere e, nello stesso tempo, una lucida denuncia dell'assurdità della vita, che sembra quasi divertirsi a cambiare le carte in tavola, infliggendo a chi la sfugge la morte bramata da altri. |
F481 (1862) / J713 (1863)
Fame of Myself, to justify, All other Plaudit be Superfluous - An Incense Beyond Nescessity - Fame of Myself to lack - Although |
La Fama a Me stessa, provassi, Ogni altro Plauso sarebbe Superfluo - Un Incenso Senza Necessità - La Fama a Me stessa mancasse - Anche se |
Un'orgogliosa rivendicazione del giudizio che ciascuno di noi dà di se stesso, l'unica "fama" che conta. Se sentiamo di meritarcela, la fama, ogni plauso, ogni adulazione, sono superflui e non necessari. Se la fama viene solo dal giudizio degli altri e non è condivisa da noi stessi, diventa solo un futile diadema, una corona su una testa che sente di non meritarla. |
F482 (1862) / J678 (1863)
Wolfe demanded during Dying "Which controlled the Day"? "General, the British" - "Easy" Answered He "- to die" - Montcalm - His opposing Spirit |
Wolfe domandò mentre Moriva "Chi ha dominato la Giornata?" "Generale, I Britannici" - "Facile" Rispose - "morire" - Montcalm - il Suo Spirito avversario |
Il testo riportato sopra è quello nei fascicoli, trascritto nel 1862. Un'altra copia fu inviata nello stesso anno a Susan con due varianti: al verso 2 "Control" ("Domina") al posto di "controlled" e al verso 4 "Wolfe" al posto di "He"; una terza, databile nel 1866, rimase tra le carte di ED con tre varianti: al verso 2 "obtain" ("mantiene") al posto di "controlled"; al verso 4 "Wolfe" al posto di "He" (come nella copia a Susan) e al verso 8 "beguile"("eluda") al posto di "forestall". |
ED prende un fatto storico, una battaglia che si conclude con la morte dei due comandanti, per dare ad ognuno la possibilità di morire senza rimpianti. Il vincitore perché è dolce morire sapendo di aver vinto; lo sconfitto perché è altrettanto dolce morire prima di vedersi privato della libertà. Potremmo considerarla una metafora del saper vivere: ogni circostanza, anche la più negativa ed estrema, si può affrontare mettendone in luce gli aspetti positivi che, come nel caso dei due generali, sono opposti ma speculari e danno ad entrambi la possibilità di addolcire il momento estremo della morte. |
F483 (1862) / J760 (1863)
Most she touched me by her muteness - Most she won me by the way She presented her small figure - Plea itself - for Charity - Were a Crumb my whole possession - Not upon her knee to thank me I supposed - when sudden 'Twas the Winged Beggar - |
Quel che più mi colpì fu il suo mutismo - Quel che più mi conquistò fu il modo in cui Presentò la sua piccola figura - Appello in sé - alla Carità - Fosse stata una Briciola la mia intera proprietà - Non sulle ginocchia a ringraziarmi Supponevo - quando all'improvviso Era l'Alato Mendicante - |
Un uccellino si presenta alla finestra e fa un silenzioso appello alla carità. Come resistere a una richiesta così umile e garbata; anche se avessimo soltanto una briciola per combattere la fame, non riusciremmo a non condividerla con lui. Poi l'uccellino se ne va, apparentemente senza ringraziare per il dono, almeno così crediamo, ma poi sentiamo un canto dall'alto, come fosse lo spazio a cantare per se stesso e per noi e capiamo che è proprio lui, l'uccellino, che ci sta ringraziando. |
F484 (1862) / J761 (1863)
From Blank to Blank - A Threadless Way I pushed Mechanic feet - To stop - or perish - or advance - Alike indifferent - If end I gained |
Da Vuoto a Vuoto - In un Cammino senza Filo Spingevo piedi Meccanici - Fermarmi - o perire - o avanzare - Del tutto indifferente - Se una fine raggiunsi |
Un cammino senza meta, senza un filo conduttore. Può essere quello della vita, o della conoscenza che non riesce mai ad arrivare all'"indefinito dischiuso". I nostri passi sono meccanici, un aggettivo che esclude la consapevolezza, e si aggirano in un vuoto senza speranza, che è inizio e fine. La mancanza di qualsiasi punto di riferimento rende inutile la scelta: fermarsi, perire o avanzare non ha nessuna importanza. Possiamo talvolta raggiungere quella che sembra la fine del percorso, ma è una fine che è sempre lontana dalla soluzione del mistero, e perciò ancora una volta priva di significato. Possiamo soltanto chiudere gli occhi davanti al mistero, rifiutarci di vederlo; forse così , se riuscissimo a percorrerlo con la consapevolezza di non poter sapere, il nostro cammino potrebbe diventare più lieve, perché non appesantito dalla nostra voglia di sapere. |
F485 (1862) / J762 (1863)
The Whole of it came not at once - 'Twas Murder by degrees - A Thrust - and then for Life a chance - The Bliss to cauterize - The Cat reprieves the Mouse 'Tis Life's award - to die - |
Il Tutto non arrivò in una volta - Fu un Assassinio per gradi - Una Stoccata - e poi una possibilità per la Vita - L'Ebbrezza di cauterizzare - Il Gatto dà tregua al Topo È il premio della Vita - morire - |
In questa poesia ED sconfessa la sua insistita curiosità per il momento della morte e ci dà un'immagine crudele della vita, mostrata attraverso l'immagine del gatto che illude il topo quasi accarezzandolo fra i denti, per poi stritolarlo senza pietà. Così la vita ci pone molte volte di fronte a questo "premio" ineluttabile, ogni volta illudendoci con una guarigione, o uno scampato pericolo, solo per renderci sempre più consapevoli del momento in cui la definitiva eclissi della nostra vita arriverà davvero. Sembra quasi di leggere una concretizzazione dei concetti più astratti della poesia precedente: se il nostro cammino sarebbe più lieve se riuscissimo ad accecare la consapevolezza, anche la morte, ovvero l'ultimo atto della vita, lo sarebbe, se arrivasse all'improvviso, senza darci il tempo di chiedere alcunché. |
F486 (1862) / J763 (1863)
He told a homely tale And spotted it with tears - Upon his infant face was set The Cicatrice of years - All crumpled was the cheek If Mother - in the Grave - If Commonwealth below, |
Raccontò una storia consueta E la punteggiò di lacrime - Sul volto infantile era fissata La Cicatrice degli anni - Tutta raggrinzita era la guancia Se madre - nella Tomba - Se Comunità di quaggiù, |
Chi è il protagonista di questi versi? Due i probabili candidati: l'inverno e un mendicante.
Il primo ci dice cose consuete, familiari, che si ripetono, e le punteggia, le macchia con le lacrime della pioggia. Ha un volto infantile, forse perché ogni volta si ripete, ritorna, ma ha anche la guancia piena di rughe, segno del fatto che questo ciclico ritorno si ripete da tempo immemorabile. |
F487 (1862) / J764 (1863)
Presentiment - is that long shadow - on the Lawn - Indicative that Suns go down - The Notice to the startled Grass |
Presentimento - è quell'ombra lunga - sul prato - Indicativa che i Soli declinano - L'Annuncio all'Erba spaventata |
Un'immagine naturale: una lunga ombra sul prato, segno che il sole sta tramontando, diventa una metafora del presentimento, del sapere che inevitabilmente qualsiasi sole declina; l'ombra preannuncia all'erba questo tramonto, e l'erba è spaventata dalla consapevolezza che sta per passare l'oscurità, come noi siamo spaventati dal sapere che la luce è inevitabilmente seguita dal buio. |
F488 (1862) / J765 (1863)
You constituted Time - I deemed Eternity A Revelation of Yourself - 'Twas therefore Deity The Absolute - removed |
Tu costituisti il Tempo - Io stimai l'Eternità Una Rivelazione di Te - Era dunque Divinità L'Assoluto - che rimosse |
L'amore terreno si confonde con quello divino. Assume le sembianze di una divinità perché è lui ad aver dato significato al tempo e, perciò, all'eternità. Con lui il relativo, ovvero lo spazio angusto della vita, diventa assoluto, uno spazio senza confini. Per questo è a lui che io rivolgo la mia idolatria, lenta perché comunque legata alla mia condizione mortale, ma tanto possibile quanto sarebbe inconsistente quella rivolta a qualcosa di inconoscibile. |
F489 (1862) / J766 (1863)
My Faith is larger than the Hills - So when the Hills decay - My Faith must take the Purple Wheel To show the Sun the way - 'Tis first He steps upon the Vane - And if His Yellow feet should miss - How dare I, therefore, stint a faith |
La mia Fede è più grande delle Colline - Così quando le Colline decadono - La mia Fede deve prendere la Ruota Purpurea Per mostrare al Sole la via - Dapprima s'incammina sulla Banderuola - E se i Suoi Gialli passi dovessero mancare - Come potrei osare, dunque, di lesinare una fede |
Come sempre i versi di ED sono oscillanti. Sembra di capire una cosa e poi ci si ritrova davanti a qualcos'altro. L'inizio sembra chiaro: la fede è la cosa più grande che esista, perché è più forte e duratura dei fenomeni naturali; se le colline sulle quali il sole compie il suo corso dovessero sprofondare, solo la fede sarebbe capace di prendere le redini della "purpurea ruota" per indicargli la strada su e giù per il mondo e non far mancare alla natura il suo nutrimento. Perciò bisogna tenere ben salda la propria fede, visto che da essa dipende il corso del mondo. |
F490 (1862) / J714 (1863)
Rests at Night The Sun from shining, Nature - and some Men - Rest at Noon - some Men - While Nature And the Sun - go on - |
Riposano di Notte Il Sole dallo splendore, La Natura - e alcuni Uomini - Riposano a Mezzogiorno - alcuni Uomini - Mentre la Natura E il Sole - vanno avanti - |
C'è chi segue il corso naturale delle cose, e muore quando sta calando ormai la notte della vecchiaia sulla sua vita. E c'è invece chi si discosta dalla norma e, mentre la natura continua il suo corso, muore quando per lui dovrebbe ancora essere mezzogiorno. |
F491 (1862) / J715 (1863)
The World - feels Dusty When We stop to Die - We want the Dew - then - Honors - taste dry - Flags - vex a Dying face - Mine be the Ministry |
Il Mondo - sa di Polvere Quando Ci fermiamo per Morire - Vogliamo la Rugiada - allora - Gli Onori - suonano aridi - Le Bandiere - irritano il volto Morente - Mio sia l'Officio |
Quando si sta per morire il mondo appare come un deserto polveroso e arido; allora vorremmo soltanto semplice rugiada per rinfrescare la nostra fronte disseccata, perché ogni altra cosa, anche l'onore più grande, sembrerebbe soltanto arida inutilità. |
F492 (1862) / J767 (1863)
To offer brave assistance To Lives that stand alone - When One has failed to stop them - Is Human - but Divine To lend an Ample Sinew |
Offrire munifica assistenza A Vite che si reggono da sole - Quando non si è riusciti a contenerle - È Umano - ma Divino Conferire un Ampio Vigore |
È molto facile, molto "umano", mostrare interesse, rendersi disponibili, verso chi non ne ha bisogno, verso quelle persone che sono al di fuori della nostra ristretta vita quotidiana. Più difficile, e perciò più vicino a ciò che chiamiamo divino, dedicarsi a coloro che non hanno una riconoscibilità sociale, che vivono anonimamente la loro vita e i cui ringraziamenti non interessano nessuno. |
F493 (1862) / J768 (1863)
When I hoped, I recollect Just the place I stood - At a Window facing West - Roughest Air - was good - Not a Sleet could bite me - When I feared - I recollect Icicles upon my soul And the Day that I despaired - |
Quando sperai, ricordo Bene il posto in cui stavo - Alla Finestra che guarda a Ovest - L'Aria più burrascosa - era piacevole - Non un Nevischio capace di sferzarmi - Quando ebbi paura - ricordo Ghiaccioli nell'anima E il Giorno che disperai - |
Tre momenti, tre sentimenti contrastanti colti nel loro manifestarsi e cristallizzati nel ricordo. I primi due descritti per contrasto. La speranza, che ci rende forti e incuranti di qualsiasi tempesta esterna: non c'è freddo o neve che possa toccarci fin quando essa, e non la più soffice delle lane, ci riscalda il cuore. La paura fa invece diventare gelida anche una giornata piena di sole, pungendo la nostra anima con ghiaccioli interiori, del freddo colore del gelo, e facendoci restare muti anche di fronte alla gioiosa esuberanza della natura. |
F494 (1862) / J316 (1862)
The Wind did'nt come from the Orchard - today - Further than that - Nor stop to play with the Hay - Nor threaten a Hat - He's a transitive fellow - very - Rely on that - If He leave a Bur at the door If He brings Odors of Clovers - If He fling Sand, and Pebble - |
Il Vento dal Frutteto non è arrivato - oggi - Più oltre di là - Non si è fermato a giocare con il Fieno - Né a minacciare un Cappello - È un tipo volubile - veramente - Puoi star certo - Se lascia una Pigna alla porta Se porta Odori di Trifogli - Se lancia Sabbia, e Ciottoli - |
Il testo riportato sopra è quello nei fascicoli.Un'altra copia fu inviata a Susan con sei varianti: "Farther" ("Più lontano") al posto di "Further" al verso 2; "ogle" ("occhieggiare") al posto di "threaten" al verso 4; "When" ("Quando") al posto di "If" al verso 7; "say" ("diciamo") al posto di "know" al verso 8; "A way he has" ("I modi che ha") al posto di "His Way" al verso 16 e ""Dust" ("Polvere") al posto di "Sand" al verso 17. |
Il vento, nella sua volubile immaterialità, diventa un fenomeno inafferrabile e misterioso; ne vediamo gli effetti ("lascia una Pigna alla porta") ma non riusciamo a localizzarne l'origine ("Ma dov'è l'Abete - Dimmi - / Ci sei mai stato?"). Nel finale diventa un burbero prepotente, che vuole sgombra la via davanti a sé e al quale è molto meglio obbedire. |
F495 (1862) / J716 (1863)
The Day undressed - Herself - Her Garter - was of Gold - Her Petticoat of Purple - just - Her Dimities - as old Exactly - as the World Too near to God - to pray - Her Candle so expire |
La Giornata - Si svestì - La Giarrettiera - era d'Oro - La Sottana di Porpora - soltanto - I Tessuti a Coste - antichi Esattamente - come il Mondo Troppo vicina a Dio - per pregarlo - La Sua Candela così si spenga |
La versione riportata sopra è quella nei fascicoli. Un'altra copia fu inviata a Elizabeth Holland con tre delle alternative inserite nella versione dei fascicoli: al verso 3 "plain" ("semplicemente") al posto di "just", al verso 15 "Bosporus" ("Bosforo") al posto di "Foreign Port" e al verso 16 "Dome" ("Cupola") al posto di "Spire". |
Un'altra poesia dedicata al tramonto. In queste ripetute descrizioni di un qualche fenomeno naturale o umano si vede l'inesauribile fantasia dickinsoniana. Stavolta il tramonto è come personificato in una giornata che finisce e si spoglia, come per andare a riposare durante la notte. Vengono descritti gli indumenti della giornata che ha finito il suo compito e va a dormire, con colori che richiamano subito quelli del tramonto. E poi viene esplicitata la ciclicità di un fenomeno naturale antico come il mondo, ma sempre nuovo, tanto che non si distingue dalla stella più giovane del firmamento. Così come la sua indifferenza ai misteri che turbano la vita dell'uomo: la natura è troppo vicina a Dio per doverlo pregare e troppo vicina al cielo per temerlo, perciò si ritira ogni volta con imperturbabile serenità, non toccata da nessuna di quelle pene che invece turbano noi. |
F496 (1862) / J717 (1863)
The Beggar Lad - dies early - It's Somewhat in the Cold - And Somewhat in the Trudging feet - And haply, in the World - The Cruel - smiling - bowing World - Among Redeemed Children The Childish Hands that teazed for Pence |
Il Ragazzino Mendicante - muore presto - Un po' sta al Freddo - E un po' sui piedi Sfiniti - Ed è per caso, al Mondo - Il Crudele - sorridente - cerimonioso Mondo - Tra Fanciulli Redenti Le Mani Infantili che importunavano per un Soldo |
Il ritratto di un ragazzino mendicante, destinato a morire presto. Che vive un po' al freddo, un po' trascinandosi sui piedi sfiniti. La sua vita è un futile attimo, in un mondo che se ne va per la sua raffinata strada, con i suoi sorrisi e i suoi inchini, senza curarsi di lui che chiede solo un po' di pane. La sua unica speranza è che oltre la vita così crudele che sta vivendo ve ne sia un'altra, in cui potrà stare fra chi è ormai redento (qui nel significato proprio di "liberato, sottratto alla schiavitù") e potrà usare quelle braccia, che tanto infastidivano le "Signore", per alzarle adoranti verso colui che non si cura di vesti logore e al quale si può chiedere quel soldo negato quaggiù. |
F497 (1862) / J769 (1863)
One and One - are One - Two - be finished using - Well enough for schools - But for inner Choosing - Life - just - Or Death - |
Uno più Uno - fa Uno - Due - si finisca di usarlo - Va bene per la scuola - Ma per la Scelta interiore - Vita - soltanto - O Morte - |
La nostra capacità di comprensione è limitata, non ammette troppe variabili. L'addizione è un'operazione matematica che serve per chi va a scuola, per chi deve imparare che uno più uno fa due. Per l'anima non è così, perché ha una capacità limitata, può contenere (ma anche capire visto che il verbo "to comprise" ha anche questo significato, come il "comprendere" italiano) solo un concetto per volta: la vita, o la morte, o l'eternità, e non riesce a capirne la misteriosa somma. |
F498 (1862) / J770 (1863)
I lived on Dread - To Those who know The Stimulus there is In Danger - Other impetus Is numb - and vitalless - As 'twere a Spur - upon the Soul - |
Ho vissuto di Paure - Per Quelli che sanno Lo Stimolo che c'è Nel Pericolo - Un altro impeto È inerte - e senza vita - Come ci fosse uno Sprone - nell'Anima - |
Un sentimento negativo e angosciante viene rovesciato. La paura, che secondo me qui è da interpretare come la paura di non sapere, di non riuscire a capire i misteri della vita, diventa uno stimolo vitale, uno sprone per l'anima che vuole spingersi più in là, verso quei sentieri della mente che non potrebbero essere percorsi senza questo spettro che insieme respinge e attrae. |
F499 (1863) / J684 (1863)
Best Gains - must have the Losses' test - To constitute them - Gains - |
I migliori Guadagni - devono sostenere la prova delle Perdite - Per nominarsi - Guadagni - |
I versi sono in una lettera inviata a T.W. Higginson (L280), preceduti e seguiti da frasi riferite a Carlo, il cane di ED: "Carlo - still remained - and I told him - / [versi] / My Shaggy Ally assented -" ("Carlo - è rimasto silenzioso - e io gli ho detto / [versi] / Il mio Peloso Alleato ha approvato -"). |
Una variazione sul tema degli opposti che si reggono a vicenda. |
F500 (1863) / J685 (1863)
Not "Revelation" - 'tis - that waits, But our unfurnished eyes - |
Non la "Rivelazione" - è - che attende, Ma i nostri occhi sguarniti - |
I versi sono in una lettera inviata a T.W. Higginson (L280), preceduti da: "I was thinking, today - as I noticed, that the 'Supernatural,' was only the Natural, disclosed -" ("Stavo pensando, quest'oggi - di essermi accorta che il 'Soprannaturale', è soltanto il Naturale, svelato -"). |
Visto che il soprannaturale non è altro che il naturale svelato, non è la rivelazione che sta da qualche parte, in attesa di farsi vedere e capire, ma i nostri occhi ad essere sguarniti e incapaci di vedere, di capire. Fossimo capaci di svelare i misteri della vita, non avremmo bisogno della morte e del giudizio finale per capirli. |