Emily Dickinson

The Complete Poems
Tutte le poesie

F1601 - 1650

Traduzione e note di Giuseppe Ierolli


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Appendice

Indice Franklin
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F1601 (1883) / J1560 (1883)

To be forgot by thee
Surpasses Memory
Of other minds
The Heart cannot forget
Unless it contemplate
What it declines
I was regarded then
Raised from oblivion
A single time
To be remembered what -
Worthy to be forgot
My low renown
    Essere dimenticata da te
Sorpassa la Memoria
Di altre menti
Il Cuore non può dimenticare
A meno che non contempli
Ciò che rifiuta
Fui reputata allora
Innalzata dall'oblio
Una singola volta
Essere ricordata a che prò -
Degna di essere dimenticata
La mia umile fama

Gli ultimi tre versi sono anche in un biglietto inviato il 10 aprile 1883 a Helen Hunt Jackson (L816), contenente probabilmente delle campanule. Nel biglietto, scritto in prosa, ED aggiunge un punto interrogativo alla prima frase e utilizza una variante dell'ultimo verso della versione completa: "is my renown" con un pronome diverso: "To be remembered what? Worthy to be forgot, is their renown -" ("Essere ricordate a che prò? Degna di essere dimenticata, è la loro fama -").
Nella versione completa ci sono altre varianti, delle quali una in sostituzione dei versi 5-6: "for one must recollect / before it can forget" ("perché si deve rammentare / prima di poter dimenticare").

Essere dimenticati significa comunque essere stati nella mente di qualcuno. un qualcuno che, in quella occasione, ci ha fatto sentire innalzati dall'indistinta oscurità dell'oblio; il tempo poi renderà insignificante il ricordare o il dimenticare. La fama, di chiunque e di qualunque cosa, sia esso un essere umano o un fiore, è effimera e degna soltanto di ricadere in quell'oblio dal quale fu fugacemente sottratta da un sentimento o da uno sguardo.


F1602 (1883) / J1562 (1883)

Her Losses make our Gains ashamed.
She bore Life's empty Pack
As gallantly as if the East
Were swinging at her Back -
Life's empty Pack is heaviest,
As every Porter knows -
In vain to punish Honey -
It only sweeter grows -
    Le sue Perdite rendono vili i nostri Guadagni.
Sopportò il vuoto Bagaglio della Vita
Valorosamente come se l'Est
Fosse stato appeso alle sue Spalle -
Il vuoto Bagaglio della Vita è il più gravoso,
Come sa ognuno che lo Porta -
Vano punire il Miele -
Diventa solo più dolce -

In una lettera a Thomas Niles dell'aprile 1883 (L814), preceduta da: "The Life of Marian Evans had much I never knew - a Doom of Fruit without the Bloom, like the Niger Fig." ("Nella Vita di Marian Evans c'è stato molto che non sapevo - un Destino di Frutto senza Fiore, come il Fico Nero."). ED si riferisce a una biografia di George Eliot (il cui vero nome era Marian Evans e che era morta nel 1880) scritta da Mathilde Blind e pubblicata dalla casa editrice di Thomas Niles.
Un'altra copia fu inviata a Susan, molto probabilmente in occasione della morte di William Hawley Dickinson (il "cugino Willie") il 15 maggio 1883, con i pronomi dei versi 1, 2 e 4 al maschile e il verbo del verso 1 al passato ("made" anziché "make").

Il ricordo di una persona (Gerge Eliot in una versione, il "cugino Willie" nell'altra) che ha sofferto ma è riuscita a portare valorosamente quel bagaglio della vita così pesante e doloroso e, nello stesso tempo, così vuoto e inutile. Negli ultimi due versi l'amara constatazione che nulla possiamo di fronte all'ineluttabile ciclo del nostro destino.


F1603 (1883) / J1573 (1883)

To the bright east she flies,
Brothers of Paradise
Remit her home
Without a change of wings
Or Love's convenient things
Enticed to come.

Fashioning what she is,
Fathoming what she was,
We deem we dream -
And that dissolves the days
Through which existence strays
Homeless at home.

    Nel luminoso oriente lei vola,
Fratelli del Paradiso
Rimandatela a casa
Senza un cambio d'ali
O cose adatte all'Amore
Indotta a venire.

Fantasticando cos'è,
Scandagliando cos'era,
Crediamo di sognare -
E ciò dissolve i giorni
Tra i quali l'esistenza si smarrisce
Senzacasa a casa.

In una lettera a Maria Whitney della primavera 1883 (L815), preceduta da: "All is faint indeed without our vanished mother, who achieved in sweetness what she lost in strenght, though grief of wonder at her fate, made the winter short; and each night I reach finds my lungs more breathless, seeking what it means." ("Tutto è davvero incerto senza la nostra mamma scomparsa, che ottenne in dolcezza ciò che aveva perduto in forza, sebbene il dolore di chiederci il suo destino, fece corto l'inverno; e ogni notte che arriva trova i miei polmoni più ansanti, alla ricerca di che cosa significhi."). La madre di ED era morta il 14 novembre dell'anno precedente.
Il manoscritto è perduto e il testo deriva dalla trascrizione della lettera da parte di Mabel Todd.

Un ricordo della madre, con il luminoso oriente a cui si chiede un impossibile ritorno, contrapposto allo smarrimento e al senso di vuoto di chi resta.


F1604 (1883) / J1590 (1883)

Not at Home to Callers
Says the Naked Tree -
Bonnet due in April -
Wishing you Good Day -
    Non in Casa per i Visitatori
Dice il Nudo Albero -
Berretto atteso in Aprile -
Per augurarvi il Buongiorno -

Un secondo manoscritto (pubblicato da Martha Bianchi nel suo Life and Letters, 1924 e ora perduto) potrebbe essere stato inviato al nipote Gilbert nella primavera del 1883. Il testo è uguale, a parte l'adozione di una variante dell'altra copia: "Jacket" ("Giacca") al posto di "Bonnet" al verso 3.

Breve aforisma, in tono leggero, sul tema del ciclo incessante della natura. L'albero spoglio si nega in attesa di rivestirsi in primavera.


F1605 (1883) / J1574 (1883)

No ladder needs the bird but skies
To situate it's wings,
Nor any leader's grim baton
Arraigns it as it sings.
The implements of bliss are few -
As Jesus says of Him,
"Come unto me" the moiety
That wafts the cherubim.
    Non di scala ha bisogno l'uccello ma di cieli
Per collocare le sue ali,
Né un arcigno bastone di comando
Che lo accusa mentre canta.
Gli utensili della beatitudine sono pochi -
Come Gesù che dice di Se stesso
"Venga a me" la metà
Che sospinge il cherubino.

In una lettera a Maria Whitney del maggio 1883 (L824), preceduta da frasi che si riferiscono all'impegno della destinataria in una associazione di assistenza all'infanzia: "I can easily imagine your fondness for the little life so misteriously committed to your care. The bird that asks our crumb has a plaintive distinction. I rejoice that it was possible for you to be with it, for I think the early spiritual influences about a child are more hallowing than we know. The angel begins in the morning in every human life. How small the furniture of bliss! How scant the heavenly fabric!" ("Posso facilmente immaginare la sua tenerezza per la piccola vita così misteriosamente affidata alle sue cure. L'uccello che chiede la nostra briciola ha una malinconica distinzione. Mi rallegra che le sia stato possibile essere con lui, perché penso che le precoci influenze spirituali su un bambino siano più sacre di quel che sappiamo. L'angelo dà inizio al mattino in ogni vita umana. Com'è minuto l'arredo della beatitudine! Com'è esiguo l'edificio celeste!").
Il manoscritto è perduto e il testo deriva dalla trascrizione della lettera da parte di Mabel Todd.
Gli ultimi quattro versi (con alcune modifiche) concludono anche la J1586-F1617.

L'uccello-bambino non ha bisogno soltanto di cose concrete, ma soprattutto di far volare la sua immaginazione nel cielo della fantasia, di non essere sempre represso da guide arcigne che sono capaci soltanto di riprovare il suo canto libero e gioioso. Le occasioni di gioia sono poche, sarebbe un peccato sprecarle nell'età in cui si è capaci di assaporarle in tutta la loro freschezza; per questo dobbiamo far nostro l'invito di Gesù ad accogliere quella parte del mondo che ha in sé l'angelica bellezza dell'infanzia.


F1606 (1883) / J1768 (1883)

Lad of Athens, faithful be
To thyself,
And Mystery -
All the rest is Perjury -
    Giovinetto d'Atene, sii fedele
A te stesso,
E al Mistero -
Tutto il resto è Spergiuro -

La poesia è in una bozza di lettera per un destinatario sconosciuto (L865), che probabilmente può essere identificato in Samuel Bowles figlio. I versi sono preceduti da: "To ask of each that gathered Life, Oh, where did it grow, is intuitive. / That you have answered this Prince Question to your own delight, is joy to us all -" ("Chiedere a ognuno che ha raccolto Vita, Oh, dove cresceva, è intuitivo. / Che lei abbia risposto con questa Questione Principe al suo piacere, è gioia per tutti noi -") e seguiti da "Please say with my tenderness to your Mother, I shall soon write her." ("La prego di dire a sua Madre con tutta la mia tenerezza, che le scriverò presto.").
C'è anche un altro manoscritto (un abbozzo rimasto fra le carte di ED su un foglio contenente altri appunti), con il testo identico e i primi tre versi scritti di seguito.

Un invito a guardare in se stessi e ad accettare che la vita è in gran parte mistero. Volerlo spiegare con soluzioni già pronte significa soltanto mentire.
Nella bozza di lettera ED mette più l'accento sul dubbio; nella prima frase la necessità di interrogarci, di chiederci da dove veniamo, in quali luoghi misteriosi possa essere cresciuta la vita che ci è stata donata; nella seconda la gioia di sapere che qualcuno antepone questa "questione principe" al piacere esteriore senza domande.
Il "giovinetto" del primo verso potrebbe essere il giovane figlio di Samuel Bowles, a cui forse la lettera era indirizzata; "d'Atene" per sottolinearne probabilmente la voglia di conoscere e di sapere.


F1607 (1883) / J1571 (1883)

How slow the Wind - how slow the Sea -
how late their Feathers be!
    Tanto lento il Vento - tanto lento il Mare -
tanto tardive sono le loro Penne!

In un biglietto a Sarah Tuckerman (L832 - estate 1883), preceduta soltanto da "Sweet Foot - that comes when we call it! I can go but a Step a Century, now -" ("Dolce Piede - che arriva quando lo chiamiamo! Posso andare solo a un Passo per Secolo, ora -").
Sia Johnson che Franklin la considerano in bilico fra prosa e poesia.

L'impazienza per l'arrivo dell'estate ci fa considerare tutto lento e in ritardo, dal vento, al mare, agli uccelli in arrivo.


F1608 (1883) / J1537 (1882)

Candor - my tepid friend -
Come not to play with me -
The Myrrhs, and Mochas, of the Mind
Are it's iniquity -
    Candore - mio tiepido amico -
Non venire a giocare con me -
La Mirra, e l'Ambra, della Mente
Sono le iniquità -

I versi concludono un biglietto a Susan (L853 del 1883), preceduti soltanto da "How inspiriting to the clandestine Mind those words of Scripture, «We thank thee that thou hast hid these things» -" ("Come rianimano la mente clandestina queste parole delle Scritture, «Ti ringrazio perché hai nascosto queste cose» -").
La citazione nel biglietto è da Matteo 11,25: "In quel tempo Gesù disse: «Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. ...»".

Nel passo evangelico citato nel biglietto Gesù ringrazia il Padre perché ha nascosto le cose (la fede) ai sapienti e le ha rivelate ai semplici; queste parole servono a rianimare una mente che vuole chiedersi troppo, clandestina perché tenta di andare oltre lo stretto recinto della fede. I versi poi descrivono le tentazioni di quella mente curiosa di pietre e aromi esotici, curiosità che sono la sua rovina. L'inizio potrebbe sottintendere un'ambigua concezione del candore, visto quasi come un tentatore che sembra innocentemente giocare con quella mente, proponendo aromi di perdizione.
Al verso 3 "Mocha" è definito nei dizionari come "una qualità superiore di caffè". Nel Webster trovo invece "Mocha-stone", definito come: "Un minerale al cui interno compaiono tracce variamente colorate, come di arbusti privi di foglie. In alcuni casi queste tracce sono prodotte da infiltrazioni di ossido o manganese, in altri sembrano essere fibre vegetali". Mi è sembrata la descrizione di qualcosa simile all'ambra (famosa perché mantiene dentro di sé fossili anche antichissimi) e ho pensato che ED possa aver usato questo termine per indicare qualcosa di misterioso, da guardare con attenzione per scoprirne i segreti; ho perciò tradotto con "ambra". Nell'unica traduzione italiana (Raffo) il verso è tradotto:" le mirre e i dolci aromi della mente".


F1609 (1883) / J1544 (1883)

Who has not found the Heaven - below -
Will fail of it above -
For Angels rent the House next our's,
Wherever we remove -
    Chi non ha trovato il Cielo - quaggiù -
Lo mancherà lassù -
Perché gli Angeli affittano Casa vicino alla nostra,
Ovunque ci spostiamo -

I versi concludono una lettera (L845 - 1883) a Sally Jenkins e Martha Dickinson (vedi anche la J1521-F1559), preceduti da: "If ever the World should frown on you - he is old you know - give him a Kiss, and that will disarm him - if it dont - tell him from me," ("Se mai il Mondo dovesse arrabbiarsi con voi - è vecchio lo sapete - dategli un Bacio, e lo rabbonirete - se no - ditegli da parte mia,").
Di una seconda versione il manoscritto è perduto e il testo è conosciuto da una trascrizione di Mabel Todd. I primi due versi sono uguali, mentre gli altri due sono totalmente diversi:

Who has not found the heaven below,
Will fail of it above.
God's residence is next to mine,
His furniture is love.
    Chi non ha trovato il Cielo quaggiù,
Lo mancherà lassù.
La residenza di Dio è accanto alla mia,
L'arredo è amore.

Una sostanziale identità fra il mondo e il paradiso. Chi non riesce a trovare il cielo su questa terra probabilmente non riuscirà nemmeno a trovarlo quando si recherà sul posto.
Nella versione inviata alla nipote e alla sua amica il tono è più scanzonato, anche per le frasi che precedono i versi, e l'immagine degli angeli che ci seguono ovunque andiamo affittando case vicine alle nostre è meno "ufficiale" della "residenza di Dio" dell'altra versione.


F1610 (1883) / J1582 (1883)

Where Roses would not dare to go,
What Heart would risk the way,
And so I send my Crimson Scouts
To sound the Enemy -
    Dove le Rose non oserebbero andare,
Quale Cuore rischierebbe il cammino,
E così mando le mie Cremisi Esploratrici
A sondare il Nemico -

Le rose diventano esploratrici di un mondo che talvolta ci fa paura: soltanto se oseranno loro potremo osare noi. Per questo le mandiamo in avanscoperta: se sbocceranno vorrà dire che la primavera è davvero arrivata, che il nemico è ormai in rotta e potremo arrischiarci anche noi in un mondo liberato dal gelo dell'inverno.
Il manoscritto è firmato e sembrerebbe preparato per diventare un biglietto con delle rose; in questo caso il "nemico" dell'ultimo verso potrebbe essere il destinatario e i fiori ambasciatori di una riconciliazione.


F1611 (1883) / J1563 (1883)

By homely gifts and hindered words
The human heart is told
Of nothing -
"Nothing" is the force
That renovates the World -
    Da semplici doni e impacciate parole
Il cuore umano è informato
Del nulla -
Il "Nulla" è la forza
Che rinnova il Mondo -

Le cose di tutti i giorni, quelle a cui di solito guardiamo distrattamente possono sembrare un "nulla", ma sono quelle che hanno la forza di parlare al cuore e mandare avanti il mondo.
I versi furono inviati a Susan, probabilmente con un piccolo dono.


F1612 (1883) / J1583 (1883)

Witchcraft was hung, in History,
But History and I
Find all the Witchcraft that we need
Around us, Every Day -
    La Stregoneria è stata impiccata, nella Storia,
Ma la Storia e io
Scopriamo tutta la Stregoneria che ci serve
Intorno a noi, Ogni Giorno -

Il cristianesimo ha sempre combattuto tutto ciò che si scostava da quella che era considerata, di volta in volta, la verità rivelata. Ogni scostamento diventava eresia da impiccare o bruciare, ma una mente che sa guardare con l'occhio libero della ragione sa quanto bisogno abbiamo di queste pretese eresie, di questi scostamenti da una cieca convenzione che ci rinchiude in verità mai verificate.
Ma anche, la natura intorno a noi è piena di misteri che ci sorprendono ogni giorno della nostra vita; gli stessi misteri che l'incomprensione e l'ignoranza trasformano in stregoneria da eliminare.


F1613 (1883) / J1592 (1883)

The Lassitudes of Contemplation
Beget a force -
They are the spirit's still vacation
That him refresh -
The Dreams consolidate in action -
What mettle fair
    Le Spossatezze della Contemplazione
Generano forza -
Sono l'immobile vacanza dello spirito
Che lo rinnova -
I Sogni si consolidano in azione -
Che nobile slancio

La contemplazione, la muta e immobile meditazione sul mondo, è come una vacanza da cui lo spirito trae l'energia per andare avanti e affrontare con più nobile slancio la necessaria trasformazione dei sogni in realtà.


F1614 (1883) / J1578 (1883)

Blossoms will run away -
Cakes reign but a Day,
But Memory like Melody,
Is pink eternally -
    I fiori si dilegueranno -
Le torte non regnano che un Giorno,
Solo la Memoria come la Melodia,
È rosa eternamente -

In un biglietto a Cornelia ("Nellie") Sweetser dell'estate 1883 (L840), che probabilmente accompagnava fiori e dolci. I versi sono preceduti soltanto da "Blossoms, and Cakes, and Memory! «Choose ye which ye will serve»! I serve the Memory -" ("Fiori, e Torte, e Memoria! «Scegliete chi volete servire»! Io servo la Memoria -"). La citazione è da Giosuè 24,15.

Il semplice invio di fiori e dolci diventa il pretesto per affermare l'effimera durata di ogni cosa, esclusa la memoria e quella "melodia" che è anche la poesia.


F1615 (1883) / J1579 (1882)

It would not know if it were spurned,
This gallant little flower -
How therefore safe to be a flower
If one would tamper there.

To enter, it would not aspire -
But may it not despair
That it is not a Cavalier,
To dare and perish there?

    Non se ne accorgerebbe se fosse disdegnato,
Questo elegante fiorellino -
Perciò è più prudente essere un fiore
Se ci si vuole intromettere.

A intraprendere, lui non aspira -
Ma può non disperarsi
Di non essere un Cavaliere
Che osi e perisca là?

Il manoscritto è firmato "Aunt Emily" ("Zia Emily"); probabile perciò che fosse un biglietto destinato ad accompagnare un fiore per uno dei nipoti, anche se Franklin afferma che era nelle carte di ED consegnate dalla sorella Lavinia a Mabel Todd e, perciò, non fu probabilmente mai usato.

Affrontare con algido distacco la vita può essere comodo, ma talvolta si sente il bisogno di osare.


F1616 (1883) / J1588 (1883)

This Me - that walks and works - must die
Some fair or stormy Day -
Adversity if it may be
Or wild prosperity
The Rumor's Gate was shut so tight
Before my mind was born
Not even a Prognostic's push
Can make a Dent thereon -
    Questo Io - che cammina e lavora - deve morire
Un qualche sereno o tempestoso Giorno -
Se sia sventura
O incolta prosperità,
Il Cancello del Sapere era chiuso così bene
Prima che la mia mente fosse nata
Che nemmeno la spinta di un Presagio
Può creare un Varco in esso -

Gli ultimi quattro versi sono anche nella J1584-F1625, mentre gli ultimi sei sono gli stessi che concludono la J1576-F1627. Questi ultimi sei versi sono anche in una lettera a Maria Whitney dell'estate 1883 (L860 - Johnson segnala che il manoscritto della lettera è perduto e non cita i versi), preceduti da: "I was never certain that Mother had died except while the Students were singing - The Voices came from Another Life -" ("Non ero mai certa della morte della Mamma se non mentre gli studenti cantavano - Le Voci venivano da un'Altra Vita -").

Una versione più sintetica della J1576-F1627. La parte iniziale, che nell'altra poesia si estende per 18 versi, viene qui ridotta a due, diventando una lapidaria affermazione.


F1617 (1883) / J1586 (1883)

To her derided Home
A Weed of Summer came -
She did not know her station low
Nor Ignominy's name -
Bestowed a summer long
Upon a frameless flower -
Then swept as lightly from disdain
As Lady from her Bower -

Of Bliss the Codes are few -
As Jesus cites of Him -
"Come unto me" the Moiety
That wafts the Seraphim -

    Nella sua Casa derisa
Una Gramigna Estiva arrivò -
Non sapeva del suo basso ceto
Né della fama d'Ignominia -
Si sistemò per tutta l'estate
Su un fiore senza orpelli -
Poi si dileguò da quel disdegno lieve
Come una Signora dal suo Pergolato -

Di Beatitudine i Codici sono pochi -
Come Gesù che cita Se stesso -
"Venga a me" la Metà
Che sospinge il Serafino -

Gli ultimi quattro versi (con alcune modifiche) concludono anche la J1574-F1605. Degli stessi versi c'è un'altra versione in un manoscritto probabilmente anteriore, per il resto uguale alla versione riportata sopra: "The Dandelion's Shield / Is valid as a Star - / The Buttercup's Escutcheon - / Sustains him anywhere -" ("Lo Scudo del Dente di leone / È valido come una Stella / Lo Stemma del Ranuncolo / Lo sostiene ovunque -").

Non dobbiamo cercare una gerarchia nella natura, qualsiasi cosa, anche la gramigna più infestante e disprezzata ha un suo posto nel mondo, un posto che considera la sua casa, ignorando la sua condizione di reietta. I due finali sono sensibilmente diversi: nella prima stesura viene riaffermato il concetto di unitarietà della natura, con i due fiori paragonati l'uno a una stella, l'altro a un nobile blasone; nell'altra è accentuato il mistero della beatitudine, accostato all'inconsapevolezza dell'infanzia, simile a quello della gramigna dei primi versi.
Per gli ultimi versi ho ipotizzato l'accostamento all'infanzia perché nei vangeli il "come unto me" appare in tre brani sostanzialmente simili (Matteo 19,14; Marco 10,14 e Luca 18,16), sempre riferito a bambini.


F1618 (1883) / J1593 (1883)

There came a Wind like a Bugle -
It quivered through the Grass
And a Green Chill upon the Heat
So ominous did pass
We barred the Windows and the Doors
As from an Emerald Ghost -
The Doom's electric Moccasin
That very instant passed -
On a strange Mob of panting Trees
And Fences fled away
And Rivers where the Houses ran
Those looked that lived - that Day -
The Bell within the steeple wild
The flying tidings told -
How much can come
And much can go,
And yet abide the World!
    Venne un Vento come di Buccina -
Vibrò attraverso l'Erba
E un Verde Brivido sulla Calura
Passò così sinistro
Che sbarrammo Porte e Finestre
Come per uno Spettro di Smeraldo -
L'elettrico Mocassino del Giudizio
Proprio in quell'istante passò -
Un'insolita Turba di Alberi ansimanti
E Steccati divelti
E Fiumi in cui correvano le Case
Questo vide chi era vivo - quel Giorno -
La Campana nella torre sconvolta
Le volanti notizie riferiva -
Quanto può venire
E quanto può andare,
Eppure il Mondo perdurare!

Una tempesta che sconvolge gli esseri umani e le cose intorno a loro, tanto da far sembrare quei momenti come se fossero il giorno del giudizio, passa quasi inosservata nel disegno complessivo del mondo, che guarda con olimpico distacco a tutto ciò che fa parte del ciclico andare e venire della natura.
Al verso 7 "Moccasin" è definito nei dizionari moderni come "mocassino" ma anche "serpente d'acqua". Nel Webster 1828 l'ortografia è "Moccason" e la definizione soltanto "mocassino". La grafia diversa rispetto al Webster, con il finale in "sin" ("peccato") e il "Doom" a cui la parola è collegata, possono tuttavia far pensare al serpente. Nelle sei traduzioni italiane ci sono scelte diverse: "mocassino" (Bacigalupo, Sabbadini), "segnale" (Gardini, Montale), "serpente" (Guidacci), "guizzo" (Errante).


F1619 (1883) / J1572 (1883)

We wear our sober Dresses when we die,
But Summer, frilled as for a Holiday
Adjourns her Sigh -
    Indossiamo Abiti sobri quando moriamo,
Ma l'Estate, ornata come per una Festa
Rimanda i suoi Sospiri -

Un chiaro riferimento all'autunno del New England, che sembra ornare con i suoi colori accesi la morte dell'estate, una morte molto diversa da quella di chi, come noi, è rivestito di abiti scuri e solenni.
Inviata a Sarah Tuckerman, che annotò la data: "agosto 1883".


F1620 (1883) / J1591 (1883)

The Bobolink is gone - the Rowdy of the Meadow -
And no one swaggers now but me -
The Presbyterian Birds can now resume the Meeting
He gaily interrupted that overflowing Day
When opening the Sabbath in their afflictive Way
He bowed to Heaven instead of Earth
And shouted Let us pray -
    Il Bobolink se n'è andato - lo Scalmanato del Prato -
E nessuno fa lo spavaldo ora tranne me -
Gli Uccelli Calvinisti possono ora riprendere l'Incontro
Che lui gaiamente interruppe quel traboccante Giorno
In cui mentre iniziava il Rito nel solito Modo deprimente
Egli s'inchinò al Cielo invece che alla Terra
E gridò Lasciateci pregare -

Nel manoscritto ci sono molte varianti ed è difficile stabilire l'esatta scansione dei versi. Sopra ho riportato la trascrizione di Franklin; sotto, il manoscritto (tratto da Bolts of Melody, pagg. xviii-xix), la trascrizione e la corrispondenza fra le varianti e il corpo principale, così come ricostruita da Franklin:

[corpo principale]
The Bobolink
is gone - the
Rowdy of the
Meadow -
And no one
swaggers now
but me -
The Presbyterian
Birds can now
resume the Meeting
      boldly
He gaily interrup-
ted that overflowing
Day
When opening the
Sabbath in their
afflictive Way
He bowed to
Heaven instead
of Earth
And shouted
Let us pray -

[in alto, scritto rovesciato]
to every Heaven above
to all the Saints he knew
every God he knew

[a sinistra, dall'alto in basso]
He recognized his maker -     overturned

[a destra, dal basso in alto]
the             Decalogue

[sotto il corpo principale]
and bubbled let us pray -

[blocco in alto]
He swung upon
the Decalogue
And shouted
Let us pray -
When supplicating mercy
In a portentous
way

[a destra, dal basso il alto]
portentous way

[blocco in basso]
Gay from an unann-
ointed Twig
He gurgled - bubbled
Let us pray -
Sweet from a
surreptitious Twig

4 gaily]
boldly

5]
When supplicating mercy
In a portentous way,

6 to Heaven instead of Earth]
* to every Heaven above
* to all the Saints he knew
* (to) every God he knew

6]
* He recognized his maker -
* (He) overturned the Decalogue -

6-7]
* He swung upon the Decalogue -
   And shouted Let us pray
* Gay from an unannointed Twig
   He gurgled/bubbled Let us pray

6]
Sweet from a surreptitious Twig

7]
and bubbled let us pray -

     
audacemente

 
Quando supplicando pietà
In modo portentoso,

 
* a ogni Cielo lassù
* a tutti i Santi che conosceva
* (a) ogni Dio che conosceva

 
* Egli riconobbe il suo creatore -
* (Egli) rovesciò il Decalogo -

 
* Egli oscillò sul Decalogo -
   E gridò Lasciateci pregare
* Gaio da uno sconsacrato Ramoscello
   Egli farfugliò/borbottò Lasciateci pregare

 
Dolce da un surrettizio Ramoscello

 
e borbottò lasciateci pregare -

L'eretica ED si identifica col bobolink, con un uccello che con la sua spavalda allegria rifugge le noiose funzioni religiose sempre uguali a se stesse, che sembrano guardare più alla terra che al cielo. Nel secondo verso il parallelo è diretto, esplicito, così come è esplicita la citazione dei "Presbyterian Birds" e dei riti noiosi e deprimenti, per arrivare infine all'ultimo verso, in cui quel "lasciateci pregare" sancisce la differenza con le preghiere convenzionalmente ripetute, senza alcun rapporto con i misteri dell'aldilà, così pieni di dubbi ma così radiosi nelle aspettative d'immortalità che ci promettono.


F1621 (1883) / J1577 (1883)

Morning is due to all -
To some - the Night -
To an imperial few -
The Auroral Light -
    Il Mattino spetta a tutti -
Ad alcuni - la Notte -
A un'imperiale esiguità -
La Luce dell'Aurora -

In un biglietto a Samuel Bowles figlio (L864 - autunno 1883), in occasione del suo fidanzamento con Elizabeth Hoar, annunciato con una lettera a Susan del 25 ottobre 1883. I versi sono preceduti soltanto da "There is more than one 'Deluge', though but one is recorded, and the duplicate of the 'Dove,' hallows you own Heart. I had feared that the Angel with the Sword would dissuade you from Eden, but rejoice that it only ushered you. «Every several gate is of one Pearl.»" ("C'è più di un 'Diluvio', sebbene solo uno sia tramandato, e il duplicato della 'Colomba', consacrerà il suo Cuore. Avevo paura che l'Angelo con la Spada la dissuadesse dall'Eden, ma mi rallegro che l'abbia soltanto accompagnata. «Ogni singola porta è formata da una Perla»."). La citazione è da Apocalisse 21,21.
Bowles invio il biglietto alla fidanzata scrivendo sul retro: "È da un'amica che non ho mai visto. È appena arrivato. Ti prego di tenerlo per me."

Un biglietto d'auguri in cui il fidanzamento diventa una luminosa aurora riservata a pochi.


F1622 (1883) / J1773 (1883)

The Summer that we did not prize
Her treasures were so easy
Instructs us by departing now
And recognition lazy -
Bestirs itself - puts on it's Coat
And scans with fatal promptness
For Trains that moment out of sight
Unconscious of his smartness -
    L'Estate che non apprezzammo
Tanto facili erano i suoi tesori
Ci istruisce ora che se ne sta andando
E il riconoscimento è tardo -
Si scuote - mette il Soprabito
E vaglia con fatale prontezza
Treni in quel momento fuori di vista
Inconsapevoli della sua sveltezza -

Le cose si apprezzano soltanto nel momento in cui le stiamo perdendo, ed è quasi sempre troppo tardi; così, l'estate vissuta senza apprezzarne troppo i tesori ci insegna a valutarla degnamente mentre si sta accomiatando, quando diventiamo consci di quei tesori che ci sembravano così facili da godere e di cui sentiremo certo la mancanza.
Gli ultimi tre versi li ho interpretati come un'immagine dell'estate che va alla stazione, legge attentamente gli orari delle partenze e resta in impaziente attesa del primo treno, che ancora non si vede, un treno che è inconsapevole di quel passeggero che va di fretta perché deve lasciare il posto all'autunno che arriva.


F1623 (1883) / J1567 (1883)

The Heart has many Doors -
I can but knock -
For any sweet "Come in"
Impelled to hark -
Not saddened by repulse,
Repast to me
That somewhere, there exists,
Supremacy -
    Il Cuore ha molte Porte -
Posso solo bussare -
Per qualche dolce "Avanti"
Spinta ad ascoltare -
Non rattristata da ripulsa,
Nutrimento per me
Che da qualche parte, là esista,
Supremazia -

Inviata a Susan dopo la morte di Gilbert.
L'unica cosa che rimane dopo la morte di qualcuno che si ama profondamente è aspettare il proprio turno, sperando che un dolce "avanti" risuoni quando varcheremo quella porta. Nell'attesa, ci nutriamo di un'ulteriore speranza: che al di là di quella porta ci sia veramente la suprema risposta ai nostri dubbi.


F1624 (1883) / J1564 (1883)

Pass to thy Rendezvous of Light,
Pangless except for us -
Who slowly ford the Mystery
Which thou hast leaped across!
    Muovi al tuo Appuntamento di Luce,
Indolore eccetto per noi -
Che lenti guadiamo il Mistero
Da te attraversato d'un balzo!

In una lettera a Susan (L868) scritta subito dopo la morte di Gilbert, il 5 ottobre 1883. I versi sono preceduti da: "Dawn and Meridian in one. Wherefore would he wait, wronged only of Night, which he left for us - Without a speculation, our little Ajax spans the whole -" ("Alba e Meriggio in uno. Per quale ragione avrebbe dovuto aspettare, defraudato solo della Notte, che ha lasciato a noi - Spensierato, il nostro piccolo Aiace abbraccia il tutto -").
Lo stesso testo è in un biglietto a Higginson del febbraio 1885 (L972) che accompagnava l'invio di una biografia di George Eliot (J. W. Cross, George Eliot's Life Related in Her Letters and Journals); i versi sono qui riferiti alla scrittrice inglese e preceduti da "Biography first convinces us of the fleeing of the Biographied -" ("Una Biografia ci convince in primo luogo della scomparsa del Biografato -").

Il mistero nel quale noi ci muoviamo a fatica diventa un appuntamento di luce per chi può finalmente penetrarne i segreti.
È probabilmente la prima poesia scritta dopo la morte del nipotino Gilbert.


F1625 (1883) / J1584 (1883)

Expanse cannot be lost -
Not Joy, but a Decree
Is Deity -
His Scene, Infinity -
Whose rumor's Gate was shut so tight
Before my Beam was sown,
Not even a Prognostic's push
Could make a Dent thereon -

The World that thou hast opened
Shuts for thee,
But not alone,
We all have followed thee -
Escape more slowly
To thy Tracts of Sheen -
The Tent is listening,
But the Troops are gone!

    La vastità non può essere perduta -
Non Gioia, ma un Destino
È la Deità -
La sua Scena, l'Infinito -
Il cui Cancello del sapere era chiuso così bene
Prima che il mio Fusto fosse in seme,
Che nemmeno la spinta di un Presagio
Poté creare un Varco in esso -

Il Mondo che tu hai aperto
Si chiude per te,
Ma non solo,
Noi tutti ti abbiamo seguito -
Una fuga più lenta
Verso le tue Distese di Splendore -
La Tenda è all'erta,
Ma le Truppe sono andate!

In una lettera a Susan (L871) scritta subito dopo la morte di Gilbert. I versi sono preceduti da "Hopelesness in it's first Film has not leave to last - That would close the Spirit, and no intercession could do that - Intimacy with Mistery, after great Space, will usurp it's place - Moving on in the Dark like Loaded Boats at Night, though there is no Course, there is Boundlessness -" ("Il primo velame della Disperazione non dev'essere lasciato durare - Perché serrerebbe lo Spirito, e nessuna intercessione potrebbe darsi - L'Intimità col Mistero, dopo un lungo Intervallo, ne usurperà il posto - Muovendosi nel Buio come Navi Cariche nella Notte, anche se non c'è Rotta, c'è Immensità -")
I versi 5-8 sono anche i versi finali della J1576-F1627 e della J1588-F1616.

I quattro versi comuni alle altre due poesie esprimono l'impossibilità della conoscenza, ma qui, soprattutto nelle parole della lettera a Susan, questo senso d'impotenza è mitigato dalla speranza dell'intimità col mistero, una speranza che non si fonda su una rotta consapevole ma su un inafferrabile aldilà senza confini.


F1626 (1883) / J1566 (1883)

Climbing to reach the costly Hearts
To which he gave the worth,
He broke them, fearing punishment
He ran away from Earth -
    Scalando per raggiungere i Cuori a lui cari
A cui donò valore,
Li infranse, temendo la punizione
Fuggì via dalla Terra -

Inviata a Susan, probabilmente subito dopo la morte di Gilbert, in un biglietto contenente soltanto i versi e la firma (L870 - ottobre 1883).
Una versione diversa, in forma di prosa, è in una lettera (L893 - primavera 1894) spedita a Higginson come se fosse diretta alla figlia Margaret, che non aveva ancora tre anni, in memoria della sorellina Louisa, morta il 15 marzo 1880:

In memory of your Little Sister
Who "meddled" with the costly Hearts
to which she gave the worth
and broke them - fearing punishment,
she ran away from Earth -
In memoria della tua Sorellina
Colei che "toccava" i Cuori a lei cari
a cui donò valore
e che infranse - temendo la punizione,
fuggì via dalla Terra -

Probabilmente scritta subito dopo la J1564-F1624. Bella l'immagine del bambino che, timoroso di aver fatto danni infrangendo cuori, fugge via dalla Terra.
Il biglietto per la figlia di Higginson dell'anno successivo era accompagnato da una breve lettera al padre, a cui Johnson nelle lettere assegna un numero autonomo (L894), in cui ED scrive: "Se capita a Boston la prego di accettare il tardivo Valentine per la sua Bambina - Mi farebbe piacere se facesse i suoi primi Passi nella Letteratura con una così spesso guidata su questa grande strada da suo Padre -". Per il "tardivo Valentine" Johnson annota: "ED aveva ordinato un libro per Margaret, e chiede a Higginson di andarlo a ritirare."


F1627 (1883) / J1576 (1883)

The Spirit lasts - but in what mode -
Below, the Body speaks,
But as the Spirit furnishes -
Apart, it never talks -
The Music in the Violin
Does not emerge alone
But Arm in Arm with Touch, yet Touch
Alone - is not a Tune -
The Spirit lurks within the Flesh
Like Tides within the Sea
That make the Water live, estranged
What would the Either be?
Does that know - now - or does it cease -
That which to this is done,
Resuming at a mutual date
With every future one?
Instinct pursues the Adamant,
Exacting this Reply,
Adversity if it may be,
Or wild Prosperity,
The Rumor's Gate was shut so tight
Before my Mind was sown,
Not even a Prognostic's Push
Could make a Dent thereon -
    Lo Spirito persiste - ma in che modo -
Quaggiù, il Corpo parla,
Ma poiché lo Spirito provvede -
Separato, non si esprime mai -
La Musica nel Violino
Non emerge da sola
Ma a Braccetto con il Tocco, eppure il Tocco
Da solo - non è Melodia -
Lo Spirito si apposta nella Carne
Come nel Mare i Flussi
Che fanno viva l'Acqua, distaccati
Cosa sarebbero Entrambi?
Sa l'uno - ora - o di sapere ha smesso -
Quello che all'altro accadde,
Riallacciandosi in una mutua data
Con ogni diverso futuro?
L'Istinto incalza il Diamante,
Esigendo questa Risposta,
Se sia Sventura,
O incolta Prosperità,
Il Cancello del Sapere era chiuso così bene
Prima che la mia Mente fosse in seme,
Che nemmeno la Spinta di un Presagio
Poté creare un Varco in esso -

In una lettera a Charles Clark della metà di ottobre 1883 (L872), preceduta soltanto da "These thoughts disquiet me, and the great friend is gone, who could solace them. Do they disturb you?" ("Questi pensieri m'inquietano, e se n'è andato il grande amico, che avrebbe potuto consolarli. La disturbano?"). Clark fu in corrispondenza con ED dopo la morte di Charles Wadsworth, il 1° aprile 1882.
Gli ultimi sei versi concludono anche la J1588-F1616, mentre gli ultimi quattro sono anche nella J1584-F1625.

I pensieri che inquietano ED, e per i quali non ha più il conforto del "great friend" morto l'anno precedente, sono quelli per i quali l'istinto incalza vanamente il diamante della ragione. Ma quel diamante non riesce nemmeno a socchiudere il cancello serrato della conoscenza, chiuso eternamente alle nostre domande e nemmeno scalfito dalle tante congetture che affollano la nostra mente dubbiosa. I versi iniziano con un'affermazione ("lo spirito persiste") ma subito si affollano domande che sembrano negarla o, almeno, ne mettono in dubbio la certezza così perentoriamente enunciata. Il meccanismo si chiarisce negli ultimi versi: l'istinto tende ad affermare, la ragione invece non può far altro che chiedere e, nello stesso tempo, rendersi conto che le risposte non verranno mai. Sapere se il nostro destino sarà la sventura della morte senza risveglio o la prosperità della vita eterna ci è precluso.
Al verso 20 ho tradotto "wild" con "incolto" perché ho interpretato la possibile "prosperità" come qualcosa che non riguarderà comunque la nostra consapevolezza, coltivata durante la vita terrena. D'altronde anche in inglese "wild", come il nostro "incolto, selvaggio" può significare sia "non coltivato" che "senza cultura".


F1628 (1883) / J1594 (1884)

Immured in Heaven!
What a Cell!
Let every Bondage be,
Thou sweetest of the Universe,
Like that which ravished thee!
    Murato in Cielo!
Quale Cella!
Fa' che ogni Prigione sia,
Tu dolcissimo dell'Universo,
Come quella che ti ha rapito!

Una delle poesie inviate a Susan dopo la morte di Gilbert.

L'immagine di oscura segregazione dei primi due versi viene addolcita dagli ultimi due, dove il nipote tanto amato riesce a trasfigurare la prigione della morte, insieme rapitrice e incantatrice (il verbo "to ravish" ha lo stesso duplice significato dell'italiano "rapire").


F1629 (1884) / J1617 (1884)

To try to speak, and miss the way
And ask it of the Tears,
Is Gratitude's sweet poverty -
The Tatters that he wears -

A better Coat if he possessed
Would help him to conceal,
Not subjugate, the Mutineer
Whose title is "the Soul -"

    Cercare di parlare, e perderne la facoltà
E chiederla alle Lacrime,
È la dolce povertà della Gratitudine -
Gli Stracci che ella veste -

Se un Abito migliore possedesse
L'aiuterebbe a celare,
Non soggiogare, l'Ammutinata
Il cui titolo è "l'Anima" -

Inviata a Sarah Tuckerman nel gennaio 1884, preceduta da "Dear friend" e seguita da "Emily, with love."
Una copia è rimasta fra le carte di ED, praticamente uguale, compresi l'inizio e la firma, tranne l'ultimo verso: "Discreetly called 'the Soul' -" ("Chiamata discretamente 'l'Anima' -")

La "gratitude" del primo verso va intesa nel senso di "grazia, rendere grazie", come la facoltà di accettare con gratitudine la fede (nel Webster, dopo una definizione molto simile a quella di un vocabolario italiano per "gratitudine", è inserita, come frase esplicativa,: "The love of God is the sublimest gratitude."). Perciò nella prima strofa la "povertà della gratitudine" va letta come l'impossibilità di esprimere, di articolare con la ragione il dono della grazia, la capacità di abbandonarsi alla gratitudine verso Dio. Ma anche se riuscissimo a trasformare quegli stracci in abiti più ricchi (ovvero a trovare un qualche modo di articolare, di dire, razionalmente la fede) non ce la faremmo comunque a soggiogare una mente ribelle, che rifiuta di accettare quello che non riesce a capire. L'ultimo verso, anche nella sua variante, suggerisce che "l'anima" non è altri che il nome che diamo alla nostra parte pensante, distinta dal corpo non in quanto divina ma in quanto legata al nostra capacità di articolare domande sul nostro essere.


F1630 (1884) / J1628 (1884)

A Drunkard cannot meet a Cork
Without a Revery -
And so encountering a Fly
This January Day
Jamaicas of Remembrance stir
That send me reeling in -
The moderate drinker of Delight
Does not deserve the Spring -
Of Juleps, part are the Jug
And more are in the Joy -
Your connoisseur in Liquours
consults the Bumble Bee -
    Un Beone non può imbattersi in un Tappo
Senza Sognare -
E così incontrando una Mosca
In questo Giorno di Gennaio
Si agitano Giamaiche di Ricordo
Che mi mandano in confusione -
Il moderato bevitore di Delizia
Non merita la Primavera -
Di Nettari, parte sono nella Giara
E di più sono nella Gioia -
La vostra intenditrice di Liquori
consulta il Bombo -

Oltre a quello riportato sopra c'è un altro manoscritto, rimasto fra le carte di ED, limitato ai primi sei versi. Johnson ipotizza che si tratti di una bella copia - visto che nel testo intero ci sono della varianti non presenti in quello parziale - scritta su due fogli, il secondo dei quali perduto. Gli ultimi due versi del testo intero sono riportati da Franklin senza soluzione di continuità (con la "c" di "consults" in minuscolo): nel manoscritto i due versi sono divisi così: "Your connoisseur / in Liquors consults / the Bumble Bee -".

Un invito a gustare appieno le gioie della vita, a seguire un istinto che non può non tendere alla felicità, senza lasciarsi imprigionare da una "moderazione" che non merita primavere.
Molto bella l'immagine della mosca in un giorno di gennaio, un incontro inatteso che agita i ricordi delle ebbrezze di primavera, simbolo di tutto ciò che risveglia i sensi e la mente.
Negli ultimi due versi ho letto un riferimento diretto a se stessa, come se ED dicesse ai lettori "chi scrive sa scegliersi la propria guida, in una natura che non bada alle convenzioni in cui siamo avviluppati noi esseri umani."


F1631 (1884) / J1597 (1884)

'Tis not the swaying frame we miss -
It is the steadfast Heart,
That had it beat a thousand years,
With Love alone had bent -
It's fervor the electric Oar,
That bore it through the Tomb -
Ourselves, denied the privilege,
Consolelessly presume -
    Non è l'esitante figura che ci manca -
È il Cuore risoluto,
Che se avesse battuto per mille anni,
Soltanto all'Amore si sarebbe piegato -
Il suo fervore l'elettrico Remo,
Che lo sorresse fino alla Tomba -
Noi, negati al privilegio,
Sconsolati ci sentiamo -

In entrambe le edizioni critiche è ipotizzato che i versi si riferiscano alla morte di Otis Lord, il 13 marzo 1884.
L'accenno alla figura esitante e al cuore risoluto sembrano adattarsi perfettamente al giudice Lord, di quasi vent'anni più vecchio di ED (era nato nel 1812), con la quale ebbe una relazione (la cui consistenza è ancora poco chiara) dopo essere rimasto vedovo nel 1877.


F1632 (1884) / J1606 (1884)

Quite empty, quite at rest,
The Robin locks her Nest, and tries her Wings -
She does not know a Route
But puts her Craft about
For rumored springs -
She does not ask for Noon -
She does not ask for Boon -
Crumbless and homeless, of but one request -
The Birds she lost -
    Tutto vuoto, tutto immobile,
Il Pettirosso chiude il Nido, e prova le Ali -
Non conosce la Strada
Ma rivolge la sua Arte
A favoleggiate primavere -
Non cerca Mezzogiorni -
Non cerca Benefici -
Affamato e senza casa, ha solo una richiesta -
Gli Uccelli che ha perduto -

In una lettera a Elizabeth Holland con la notizia della morte di Otis Lord (L890 - marzo 1884). I versi sono preceduti da: "Forgive the Tears that fell for few, but that few too many, for was not each a World? / Your last dear words seemed stronger, and smiling in the feeling that you were to be, this latest sorrow came - I hope your own are with you, and may not be taken - I hope there is no Dart advancing or in store - ("Perdona le Lacrime che caddero per pochi, ma quei pochi sono troppi, perché non è ognuno un Mondo? / Le tue ultime parole mi sembravano più robuste, e mentre sorridevo immaginando che anche tu lo fossi, è arrivato quest'ultimo dolore - Spero che i tuoi cari siano con te, e non possano esserti sottratti - Spero che non ci sia nessun Dardo in arrivo o in serbo -").

ED si identifica col pettirosso che sente ormai il vuoto intorno a sé, e a cui non resta che avviarsi verso una destinazione sconosciuta, verso primavere di cui si hanno soltanto vaghi cenni senza alcuna certezza (difficile rendere il significativo "rumored"; ho cercato di tradurlo con un termine che indicasse insieme un annuncio vago e indistinto e una speranza), una meta che ha come solo scopo quello di ritrovare coloro che hanno già fatto quel viaggio misterioso e inafferrabile.


F1633 (1884) / J1607 (1884)

Within that little Hive
Such Hints of Honey lay
As made Reality a Dream
And Dreams, Reality -
    Dentro quel piccolo Alveare
Tali Indizi di Miele vi sono
Da rendere la Realtà un Sogno
E i Sogni, Realtà -

Conclude la lettera a Elizabeth Holland in cui era inserita anche la J1606-F1632 (L890 - marzo 1884), dopo un'aggiunta in cui ED rassicura la destinataria che un incontro avuto con la sorella Lavinia (Vinnie) era stato puntualmente descritto da quest'ultima. I versi sono preceduti da: "Vinnie omitted nothing, and I followed her around, never hearing enough of that mysterious interview, for was it not a lisp from the irrevocable?" ("Vinnie non ha omesso nulla, e io le sono stata dietro, senza mai ascoltare abbastanza di quel misterioso colloquio, perché non è stato forse un balbettio dell'irrevocabile?").

Probabile che il "piccolo alveare" sia la casa che Mrs Holland divideva con la famiglia Van Wagenen, e il racconto di un qualche fatto avvenuto durante la visita di Lavinia abbia potuto ispirare l'immagine di un'affollata dolcezza molto lontana dalla solitudine di ED.
Nell'edizione Johnson l'ultima parte della lettera che contiene i versi viene accostata a una lettera di poco precedente, la n. 888. Johnson scrive nella nota della 890: " Mrs. Holland aveva evidentemente scritto per chiedere se Vinnie avesse fornito dettagli sull'incontro descritto nella lettera n. 888, e così ED aggiunse un poscritto rassicurandola che Vinnie non aveva omesso alcun dettaglio." Nella nota alla 888 viene descritto il fatto a cui ED potrebbe riferirsi nei versi: "Una notte di quell'inverno, i Van Wagenen, con i quali Mrs. Holland viveva in quel periodo, erano stati sloggiati da casa da un allagamento del pianterreno dovuto a una fognatura ostruita, e si erano rifugiati in un vicino albergo portando via i panni della figlioletta in una minuscola vasca da bagno."
In quest'ultima lettera ED, riferendosi a questo fatto, scrive qualcosa che aiuta a chiarire meglio il "misterioso colloquio" della lettera successiva e il "piccolo alveare" dei versi: "How quickly a House can be deserted, and your infinite inference that the 'Soul's poor Cottage' may lose it's Tenant so, was vaster than you thought, and still overtakes me -" ("Come si può svuotare velocemente una Casa, e le tue infinite illazioni sul fatto che il 'povero Rifugio dell'Anima' possa perdere così il suo Inquilino, erano più vaste di quanto si possa pensare, e ancora mi sorprendono").


F1634 (1884) / J1605 (1884)

Each that we lose takes part of us;
A crescent still abides,
Which like the moon, some turbid night,
Is summoned by the tides.
    Ognuno che perdiamo prende una parte di noi;
Uno spicchio alla fine rimane,
Che come la luna, una torbida notte,
È chiamato dalle maree.

In una lettera a Louise e Frances Norcross del marzo 1884 (L891). Il manoscritto è perduto e il testo è conosciuto da una trascrizione di Mabel Todd, a sua volta probabilmente derivante da una trascrizione di Frances. I versi sono all'inizio della lettera, preceduti da frasi riferite a Otis Lord, morto il 13 marzo 1884: "Thank you, dears, for the sympathy, I hardly dare to know that I have lost another friend, but anguish finds it out." ("Grazie, mie care, per la comprensione, sono a malapena capace di rendermi conto di aver perso un altro amico, ma l'angoscia lo fa emergere.").

Ci consumiamo man mano che perdiamo chi ci è caro, e il destino di quell'ultimo spicchio che alla fine rimane non potrà che essere lo stesso della falce di luna che si estingue giorno dopo giorno nell'oscurità della notte.


F1635 (1884) / J1629 (1884)

Arrows enamored of his Heart -
Forgot to rankle there
And Venoms he mistook for Balms
disdained to rankle there -
    Le Frecce innamorate del suo Cuore -
Trascurarono di infiammare là
E i Veleni che scambiò per Balsami
sdegnarono di infiammare là -

Il manoscritto è in un frammento che sembra l'inizio di una lettera, datata "Sunday - Second of March". Franklin ipotizza che i versi possano riferirsi a Otis Lord, che sarebbe morto dopo pochi giorni, il 13 marzo. Ci sono diverse varianti, una delle quali sostitutiva dei versi 3 e 4: "of injury too innocent / to know it when it passed" ("del male troppo innocente / per riconoscerlo mentre passava").

Il testo ha il carattere di un abbozzo, tanto che Johnson lo descrive come un "nearly illegible worksheet draft". Probabile, vista la data che appare sul manoscritto, il riferimento al giudice Lord.
Nei due versi inseriti come variante viene ulteriormente accentuata l'immagine di purezza intangibile, non toccata dai mali del mondo, descritta nel testo iniziale.


F1636 (1884) / J1620 (1884)

Circumference thou Bride of Awe
Possessing thou shalt be
Possessed by every hallowed Knight
That dares - to Covet thee
    Circonferenza tu Sposa della Sgomento
Possedendo sarai
Posseduta da ogni consacrato Cavaliere
Che ha l'ardire - di Bramarti

Il manoscritto rimasto è probabilmente una brutta copia, con alcune varianti, di versi che concludono una lettera inviata nell'aprile 1884 a Daniel Chester French (L898), preceduti da "We learn with delight of the recent acquisition to your fame, and hasten to congratulate you an honor so reverently won. / Success is dust, but an aim forever touched with dew. / God keep you fundamental!" ("Apprendiamo con gioia della recente aggiunta alla sua fama, e ci affrettiamo a congratularci per un onore così rispettosamente ottenuto. / Il successo è polvere, ma uno scopo per sempre baciato dalla rugiada. / Dio la mantenga essenziale!"). Il manoscritto della lettera è perduto e la trascrizione, della figlia di French, è praticamente identica al testo del manoscritto.
French era uno scultore che era stato da ragazzo ad Amherst ed era rimasto in contatto con Susan e con le cugine Norcross. La lettera si riferisce all'inaugurazione di una statua di French dedicata a John Harvard all'Harvard University.

Una lettura che tenga conto soltanto dei versi suggerisce che la circonferenza del primo verso abbia il significato ampio che di solito ED le attribuisce: mistero del ciclo naturale, ciclo vita-morte, eterno ritorno senza confini, qualcosa che permea il tutto e può essere conquistata soltanto da chi ne brami ardentemente il possesso, scrutandone affannosamente le oscure profondità. Se leggiamo la poesia in relazione alla lettera che la contiene, assume il carattere più limitato di metafora della fama, del successo che arride meritatamente ma resta pur sempre "polvere", anche se polvere baciata dalla rugiada di una presunta immortalità, conquistata dal bramoso cavaliere che è riuscito, rispettosamente, a ottenerla.


F1637 (1884) / J1618 (1884)

There are two Mays
And then a Must
And after that a Shall.
How infinite the compromise
That indicates I will!
    Ci sono due Posso
E poi un Devo
E dopo ancora un Farò.
Com'è infinito il compromesso
Che indica io voglio!

I versi furono inviati a Elizabeth Dickerman, moglie del Rev. George S. Dickerman, pastore della First Coingregational Church dal giugno 1883 al 1891, e a Ellen Mather, una vicina dei Dickinson moglie di un professore dell'Amherst College. Le due copie sono perdute e il testo deriva da trascrizioni fatte successivamente, a memoria, dai destinatari.

Il "potere" e il "dovere" che, con la mediazione di un generico e indistinto "shall", diventano i giri di parole con cui mascheriamo un "volere" che non è consigliabile rivelare troppo crudamente.
In entrambi i casi i destinatari scrissero che i versi accompagnavano un cesto di fiori di biancospino ("maybloom" ma anche semplicemente "may"), un dono utilizzato da ED per un gioco di parole ("may" è anche il verbo "potere"), che trasforma i fiori nella scherzosa descrizione di una volontà non troppo ferma o che non vuole scoprirsi più di tanto.


F1638 (1884) / J1595 (1884)

Declaiming Waters none may dread -
But Waters that are still
Are so for that most fatal cause
In Nature - they are full -
    Di Acque chiassose nessuno ha paura -
Ma Acque che sono silenziose
Sono così per la più fatale delle cause
In Natura - sono colme -

In un biglietto a Susan (L910 - 1884), preceduta soltanto da "Wish I had something vital for Susan, but Susan feeds herself - Banquets have no Seed, or Beggars would sow them -" ("Magari avessi qualcosa di vitale per Susan, ma Susan si nutre da sé - I banchetti non hanno Seme, altrimenti i Mendicanti li pianterebbero -").
C'è un altro manoscritto con una sola variante: "mighty" ("potente") al posto di "fatal" al verso 3.

I versi, e le frasi nel biglietto, si riferiscono probabilmente al silenzioso dolore di Susan dopo la morte di Gilbert.


F1639 (1884) / J1596 (1884)

Few, yet enough,
Enough is One -
To that etherial throng
Have not each one of us the right
To stealthily belong?
    Pochi, eppure bastanti,
Ne basta Uno -
A quell'eterea folla
Non ha ciascuno di noi il diritto
Di appartenere furtivamente?

Gli eletti sono pochi, magari ne conosciamo soltanto uno (i versi furono inviati a Susan, e il riferimento potrebbe essere ancora una volta a Gilbert ma anche al giudice Lord), ma sono pur sempre una folla nella dimora celeste, una folla alla quale abbiamo il diritto di appartenere, sia pure entrando dalla porta di servizio.


F1640 (1884) / J1598 (1884)

Who is it seeks my Pillow Nights,
With plain inspecting face -
"Did you" or "Did you not," to ask -
'Tis "Conscience," Childhood's Nurse -

With Martial Hand she strokes the Hair
Upon my wincing Head -
"All" Rogues "shall have their part in" what -
The Phosphorous of God -

    Chi è che fruga di Notte nel mio Cuscino,
Con palese sguardo inquisitore -
Per chiedere, "l'hai fatto" o "non l'hai fatto" -
È la "Coscienza", Governante dell'Infanzia -

Con Tocco Marziale accarezza i Capelli
Sul mio Capo in ambasce -
"Tutti" i Furfanti "avranno la loro parte in" che cosa -
Nel Fosforo di Dio -

Versi inviati a Susan, probabilmente a seguito di qualcosa da farsi perdonare. Johnson annota: "Sembrerebbe un messaggio in cui è riconosciuto un qualche errore, od omissione, o incarico, per il quale le rimordeva la coscienza."
La citazione degli ultimi due versi è da Apocalisse 21,8: "Ma per i vili e gl'increduli, gli abietti e gli omicidi, gl'immorali, i fattucchieri, gli idolatri e per tutti i mentitori è riservato lo stagno ardente di fuoco e di zolfo".
ED sintetizza la lista biblica in un generico "furfanti" e sostituisce "lo stagno ardente di fuoco e di zolfo" con il "fosforo di Dio" (nella King James: "... and all liars, shall have their part in the lake which burneth with fire and brimstone").


F1641 (1884) / J1599 (1884)

Though the great Waters sleep,
That they are still the Deep,
We cannot doubt,
No vacillating God
Ignited this Abode
To put it out -
    Anche se le grandi Acque dormono
Che esse siano ancora Oceano,
Non possiamo dubitare,
Nessun Dio vacillante
Accese questa Dimora
Per spegnerla -

Versi utilizzati da ED in diverse occasioni. Se ne contano sette copie, tre rimaste fra le carte di ED e quattro inserite in lettere, così descritte da Franklin:

A) Manoscritto limitato ai primi tre versi.

B) Manoscritto in due strofe di tre versi.

C) Manoscritto completo (è il testo riportato sopra).

D) In una lettera a Susan (L908 - 1884). George S. Merriam stava preparando una biografia di Samuel Bowles (pubblicata nel 1885) e aveva chiesto a Susan di fornirgli copia delle lettere di Bowles indirizzate a lei e ad Austin. Evidentemente Susan aveva girato la richiesta alla cognata per eventuale materiale in suo possesso e la lettera è in risposta a questa richiesta. I versi sono preceduti da "You remember his swift way of wringing and flinging away a Theme, and others picking and gazing bewildered after him, and the prance that crossed his Eye at such time was unrepeatable -" ("Ricordi la sua prontezza nell'analizzare e sciorinare un Argomento, e gli altri che arrancavano guardandolo sconcertati, e i guizzi che attraversavano i suoi Occhi in quei momenti erano indescrivibili -").

E) In una lettera alla zia Catherine Sweetser, che le aveva inviato dei gigli in occasione del secondo anniversario della morte della madre (L952 - novembre 1884: nell'edizione Johnson delle Lettere i versi non sono riportati; il manoscritto è perduto ma il testo rimane in una trascrizione di Mabel Todd, usata per l'edizione della Lettere del 1894 dove, come in Johnson, sono omessi i versi). La poesia è preceduta da parole che ricordano la madre, il padre e il nipote Gilbert: "The beloved lilies have come, and my heart is so high it overflows, as this was mother's week, Easter in November. Father rose in June, and a little more than a year since, those fair words were fulfilled, 'and a little child shall lead them,' - but boundlessness forbids me." ("I diletti gigli sono arrivati, e il mio cuore vola in alto fino a traboccare, visto che questa fu la settimana della mamma, Pasqua in Novembre. Il babbo salì in giugno, e poco più di un anno fa, si avverarono quelle belle parole, 'e un fanciullo li guiderà', - ma l'immensità mi è interdetta."). La citazione è da Isaia 11,6.

F) In una lettera della prima metà del 1885 a Benjamin Kimball, l'esecutore testamentario del giudice Lord. Nell'edizione Johnson ci sono tre lettere a Benjamin Kimball (L967-L968-L1003), in nessuna delle quali è compresa questa poesia.

G) In una lettera ad Abigail Cooper (L1036 - primavera 1886), scritta in occasione della morte di Edward Tuckerman (15 marzo 1886), amico di famiglia dei Cooper. I versi sono preceduti soltanto da "Is it too late to express my sorrow for my grieved friend? Though the first moment of loss is eternity, other eternities remain." ("È troppo tardi per esprimere la mia pena per il dolore della mia amica? Sebbene il primo momento della perdita sia eternità, altre eternità restano."). Il manoscritto è perduto e il testo deriva da una trascrizione di Mabel Todd.

Versi che ED doveva ritenere particolarmente riusciti e significativi, visto che li usò quattro volte, sempre in relazione al ricordo di persone care. La grandezza di chi se n'è andato avvicinata a una fede che si alimenta con un argomento logico: un mondo creato per poi scomparire senza lasciare traccia di sé sarebbe assurdo.


F1642 (1884) / J1623 (1885)

A World made penniless by that departure
Of minor fabrics begs
But sustenance is of the spirit
The Gods but Dregs -
    Un Mondo reso nullatenente da quella partenza
Strutture minori elemosina
Ma il sostentamento è dello spirito
Gli Dei solo Scorie -

Due manoscritti: quello riportato sopra sembrerebbe una bella copia, anche se Johnson annota: "La sillaba in più in 'penniless' [scritto: 'penniniless'] nella bozza definitiva, la larga spaziatura delle parole, e il disegno grossolano delle lettere suggeriscono che stesse scrivendo al buio." L'altra copia, riportata sotto, differisce in tutti e quattro i versi, anche se sono presenti alcune varianti utilizzate in quella che sembra la stesura definitiva.

A World made penniless by his departure
Of minor systems begs,
But Firmaments were not his fellows -
The stars but Dregs -
    Un Mondo reso nullatenente dalla sua partenza
Sistemi minori elemosina,
Ma i Firmamenti non erano suoi compagni -
Le stelle solo Scorie -

Le varianti di questa versione sono: v. 2 systems] fabrics; v. 3] But sustenance / Is of the spirit; v. 4 stars] Heavens * skies * suns

La versione con le varianti è scritta sullo stesso foglio in cui ci sono i primi tre versi della J1599-F1641, una poesia inviata a tre destinatari diversi, sempre in memoria di qualcuno. Nella prima però la conclusione è l'ineluttabilità della vita dopo la morte, in questa gli dei (e i cieli, i soli e le stelle delle varianti) sembrano scorie concrete e illusorie di fronte all'essenza di un mistero che può essere coltivato soltanto nell'incorporeo luogo dello spirito.


F1643 (1884) / J1604 (1884)

We send the Wave to find the Wave -
An Errand so divine,
The Messenger enamored too,
Forgetting to return,
We make the wise distinction still,
Soever made in vain,
The sagest time to dam the sea
is when the sea is gone -
    Mandiamo l'Onda a trovare l'Onda -
Un Compito così divino,
Che anche il Messaggero s'innamorò,
Scordando di tornare,
Di nuovo concepiamo la saggia distinzione,
Sempre concepita invano,
Che il momento migliore per arginare il mare
sia quando il mare se n'è andato -

Nel testo manoscritto i versi sono preceduti da "A Tone from the old Bells, perhaps might wake the Children -" ("Un Suono delle vecchie Campane, forse potrebbe svegliare le Fanciulle -"). Questa versione dev'essere evidentemente una brutta copia, visto che i versi e la frase iniziale sono anche in un biglietto a Louise e Frances Norcross (L934 - 1884), conosciuto da una trascrizione di Frances.
Nel biglietto ci sono due varianti: al verso 5 "sage decision" al posto di "wise distinction" e al verso 7 "only" al posto di "sagest".

Nelle note all'edizione delle Lettere Johnson scrive che il biglietto con i versi era evidentemente destinato a rammentare alle cugine che da tempo ED non riceveva posta da loro.


F1644 (1884) / J1609 (1884)

Sunset that screens, reveals -
Enhancing what we see
By menaces of Amethyst
And Moats of Mystery.
    Il Tramonto che scherma, rivela -
Intensificando ciò che vediamo
Con minacce d'Ametista
E Fossati di Mistero.

Inviata a Mabel Todd. Esiste un'altra versione, probabilmente un brutta copia, sensibilmente diversa:

Sunset that screens, reveals
Retarding what we see
By obstacles of swarthy gold
And amber mystery -
    Il tramonto che scherma, rivela
Ritardando ciò che vediamo
Con ostacoli d'oro brunito
E ambrato mistero -

La bellezza del tramonto nasconde e insieme rivela meglio ciò che vediamo, perché ci dona una visione diversa da quella a cui siamo abituati dalla splendente ma banale luce del giorno.
Le due versioni si arricchiscono a vicenda: il ritardo intensifica la visione, gli ostacoli sembrano minacce d'oscurità e il mistero affonda nell'indistinto e oscuro rosso di un abisso.


F1645 (1884) / J1610 (1884)

Morning, that comes but once,
Considers coming twice -
Two Dawns upon a single Morn
Make Life a sudden price -
    Il Mattino, che arriva solo una volta,
Riflette sull'arrivare due volte -
Due Albe in un singolo Mattino
Danno alla Vita un pregio inaspettato -

Due possibili interpretazioni. La natura ci ha ormai abituati ai suoi ininterrotti cicli; soltanto l'inatteso, sia esso un'interruzione o una duplicazione, potrebbero risvegliare i nostri sensi intorpiditi dall'abitudine. Ma anche, il mattino della vita, col suo carico di gioioso entusiasmo, arriva una volta sola e fa presto a passare; se dovesse ripresentarsi, allora sì che la vita riprenderebbe vigore.


F1646 (1884) / J1612 (1884)

The Auctioneer of Parting
His "Going, going, gone"
Shouts even from the Crucifix,
And brings his Hammer down -
He only sells the Wilderness,
The prices of Despair
Range from a single human Heart
To Two - not any more -
    Il Banditore della Dipartita
Il suo "Uno, due, aggiudicato"
Grida persino dal Crocifisso,
E fa calare il Martelletto -
Vende soltanto il Deserto,
I prezzi della Disperazione
Oscillano da un singolo Cuore umano
A due - non di più -

Nell'asta della morte si vende soltanto l'oscuro deserto del nulla, e il prezzo è il cuore spezzato di chi resta.


F1647 (1884) / J1619 (1884)

Not knowing when the Dawn will come,
I open every Door,
Or has it Feathers, like a Bird,
Or Billows, like a Shore -
    Non sapendo quando l'Alba verrà,
Apro tutte le Porte,
Abbia essa Piume, come un Uccello,
O Frangenti, come una Riva -

Due anni dopo aver scritto questa poesia, ED la incluse in una lettera a Higginson (L1042 - primavera 1886) in cui parla dell'amica Helen Hunt Jackson, morta il 12 agosto dell'anno precedente. Nel testo inviato a Higginson ci sono due varianti: "al verso 1 "Herself" al posto di "the Dawn" e al verso 3 "she" al posto di "it", e la poesia è preceduta da "When she came the last time she had in her Hand as I entered, the 'Choir invisible.' / 'Superb,' she said as she shut the Book, stooping to receive me, but fervor soffocates me. Thank you for 'the Sonnet -' I have lain it at her loved feet." ("Quando venne per l'ultima volta aveva in Mano quando entrai, il 'Cuore invisibile'. / 'Superbo', disse mentre chiudeva il Libro, chinandosi per ricevermi, ma il fervore mi soffoca. Grazie per 'il Sonetto' - L'ho deposto ai suoi piedi amati.").
"O May I Join the Choir Invisible" è una poesia di George Eliot pubblicata nel 1874 in The Legend of Jubal and Other Poems; "il sonetto" si riferisce a un sonetto composto da Higginson in memoria di Helen Hunt Jackson.

L'alba del primo verso è metafora di un inizio; qui, molto probabilmente - visto anche l'uso che ne fece ED nella lettera in memoria dell'amica scomparsa -, simboleggia l'inizio della vita eterna e, perciò, la morte. Non sapendo l'ora del suo arrivo, teniamo aperte tutte le porte per esseri pronti ad accoglierla, consapevoli che potremo avviarci verso il cielo o essere sommersi da oscuri frangenti.


F1648 (1884) / J1621 (1884)

A Flower will not trouble her, it has so small a Foot,
And yet if you compare the Lasts,
Her's is the smallest Boot -
    Un Fiore non la turberà, ha un Piede così piccolo,
Eppure se confronti i Modelli,
Di lei è lo Stivale più piccolo -

Versi che probabilmente accompagnavano un fiore, piccolo e umile dono della natura che a ben vedere supera in grandezza tante altre cose più appariscenti.
"Lasts" (v. 2) sono i modelli in legno intorno ai quali si modella una scarpa.


F1649 (1884) / J1625 (1884/85)

Back from the Cordial Grave I drag thee
He shall not take thy Hand
Nor put his spacious Arm around thee
That none can understand
    Via dalla Tomba Cordiale ti trascino
Non avrà la tua Mano
Né ti cingerà con l'ampio Braccio
Che nessuno può comprendere

Il manoscritto è in un foglio sul quale si legge una frase cancellata: "The mower is tuning his scythe" ("La mietitrice sta accordando la sua falce"). Non è possibile sapere se la frase sia o no correlata ai versi.

La tomba è luogo inaccessibile alla nostra comprensione; possiamo solo sperare di sottrarci al suo gelo oscuro confidando in una immortalità altrettanto indecifrabile.
La frase cancellata (se ipotizziamo che sia in relazione con il resto) suggerisce che i versi siano pronunciati dalla morte (la mietitrice con la falce), che però mi sembra qui abbia più i caratteri di una morte-immortalità, che ci rassicura su un mistero incomprensibile ma capace di sottrarci all'eterno nulla della tomba.


F1650 (1884) / J1627 (1884)

The pedigree of Honey
Does not concern the Bee,
Nor lineage of Ecstasy
Delay the Butterfly
On spangle journeys to the peak
Of some perceiveless Thing -
The right of way to Tripoli
A more essential thing -
    Il pedigree del Miele
Non interesse l'Ape,
Né lignaggio d'Estasi
Ritarda la Farfalla
Nei lucenti viaggi sul picco
Di qualche Cosa d'impercettibile -
Il diritto di passaggio per Tripoli
La cosa più essenziale -

Oltre a quello riportato sopra, ci sono altri due manoscritti di una versione in quattro versi, dei quali solo i primi due uguali:

The Pedigree of Honey
Does not concern the Bee -
A Clover, any time, to him
Is Aristocracy -
    Il pedigree del Miele
Non interesse l'Ape -
Un Trifoglio, ogni volta, per lei
È Aristocrazia -

Una delle copie fu inviata a Mabel Todd, l'altra (identica, a parte una virgola alla fine del terzo verso) rimase fra le carte di ED.

La natura non fa caso a genealogie o lignaggi, va avanti per la sua strada ed è come se ci insegnasse che il diritto più importante è quello di arrivare, in terre o mondi che magari ci sono estranei ma verso i quali ci sentiamo profondamente attirati, proprio per il loro esotico e seducente mistero.
Nella versione più breve ED sintetizza e lascia soltanto l'immagine dell'ape, incurante di genealogie e pronta a riconoscere l'essenziale nobiltà della natura, anche nelle sue espressioni più semplici e modeste.