The Complete Poems
Tutte le poesie
F401 - 450
Traduzione e note di Giuseppe Ierolli
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Indice Franklin
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F401 (1862) / J365 (1862)
Dare you see a Soul at the "White Heat"? Then crouch within the door - Red - is the Fire's common tint - But when the quickened Ore Has sated Flame's conditions - Least Village, boasts it's Blacksmith - Refining these impatient Ores |
Osi vedere un'Anima al "Calor Bianco"? Allora rannicchiati dietro la porta - Rossa - è la tinta comune del Fuoco - Ma quando l'eccitato Metallo Ha saziato la condizioni della Fiamma - Il più piccolo Villaggio, vanta il suo Fabbro - Raffinando questi impazienti Metalli |
La copia riportata sopra, nei fascicoli, contiene tre alternative: al verso 4 "vivid" ("vivido") al posto di "quickened", al verso 5 "vanquished" ("sconfitto") al posto di "sated" e al verso 6 ""it" ("essa") al posto di "She". Queste alternative sono accolte n un'altra copia, rimasta tra le carte di ED, insieme a una ulteriore variante al verso 9: "has" ("ha") al posto di "boasts"; in quest'ultima copia non c'è suddivisione in strofe e al primo verso "at the White Heat" è scritto senza virgolette e sottolineato, ovvero in corsivo. |
L'anima al "calor bianco" del primo verso è immagine di un'anima a nudo, spoglia di tutto ciò che frena i nostri sentimenti, che sembra uscire da una fucina interiore nel suo abbagliante biancore, difficile e pericolosa da guardare perché priva di tutti gli schermi che di solito velano le passioni più intense. Nelle ultime due strofe c'è come una descrizione dei nostri tormenti interiori, che tintinnano come l'incudine di un fabbro che lavora in ciascuno di noi, senza eccezioni ("Il più piccolo Villaggio, vanta il suo Fabbro -"), fino a quando l'anima incontra la sua "luce designata" e "ripudia la fucina", ovvero quel corpo mortale nel quale è stata ospitata e dove ha vissuto i sentimenti e le passioni della vita. |
F402 (1862) / J526 (1862)
To hear an Oriole sing May be a common thing - Or only a divine. It is not of the Bird The Fashion of the Ear So whether it be Rune, The "Tune is in the Tree -" |
Sentire un Oriolo cantare Può essere una cosa comune - Oppure divina. Non si deve all'Uccello Il Carattere dell'Orecchio Perciò se sia una Runa, "La Melodia è nell'Albero -" |
La natura, qui rappresentata dal canto dell'oriolo, fa il suo corso, in modo naturale e consueto, senza curarsi se a sentire ci sia una folla o nessuno; sta a noi cogliere in quella normalità l'immagine di un mondo che va al di là del visibile, che può essere ascoltato solo interiormente. Perciò quando lo scettico, il razionalista, indica con sufficienza la fonte di quel suono, gli diciamo che, se vogliamo coglierne appieno il significato, quella melodia deve risuonare soprattutto nella nostra mente. |
F403 (1862) / J301 (1862)
I reason, Earth is short - And Anguish - absolute - And many hurt, But, what of that? I reason, we could die - I reason, that in Heaven - |
Ragiono, la Terra è breve - E l'Angoscia - assoluta - E molti soffrono, Ma, e con ciò? Ragiono, potremmo morire - Ragiono, che in Cielo - |
La struttura identica delle tre strofe reitera il ragionare, il riflettere, del primo verso di ciascuna con la conclusione dell'ultimo, dove sembra che qualsiasi ragionamento, dubbio, proposta di soluzione, si scontrino inevitabilmente con l'inutilità di un percorso che ci conduce verso il nulla. |
F404 (1862) / J527 (1862)
To put this World down, like a Bundle - And walk steady, away, Requires Energy - possibly Agony - 'Tis the Scarlet way Trodden with straight renunciation Flavors of that old Crucifixion - Sacrament, Saints partook before us - |
Deporre questo Mondo, come un Fagotto - E camminare eretti, per la via, Richiede Energia - forse Agonia - È la via Scarlatta Percorsa con risoluta rinuncia Effluvi di quell'antica Crocefissione - Sacramento, a cui i Santi presero parte prima di noi - |
Morire richiede coraggio e sofferenza insieme: la via percorsa da Cristo, solo più tardi compresa dai suoi discepoli. Una strada cosparsa dagli effluvi della crocefissione, dalle ghirlande fiorite e dai succosi grappoli inconsapevolmente seminati da Ponzio Pilato e da Barabba. Quella strada personificata e sublimata nel sacramento dell'eucarestia, suggellata dal marchio divino di chi la impose (nel senso di dare). Anche in questa poesia così "religiosa" in senso cristiano, ED non tralascia di mettere in primo piano la sofferenza, l'agonia, di dover deporre il mondo terreno, quasi a ribadire ancora una volta i dubbi e le incertezze circa quello celeste. Belle le immagini della natura rigogliosa che dominano la terza strofa. |
F405 (1862) / J366 (1862)
Although I put away his life - An Ornament too grand For Forehead low as mine, to wear, This might have been the Hand That sowed the flower, he preferred - On Lute the least - the latest - The foot to bear his errand - His weariest Commandment - Your Servant, Sir, will weary - The Cold will force your tightest door That I may take that promise |
Benché abbia riposto la sua vita - Un Ornamento troppo grande Per una Fronte bassa come la mia, da indossare, Questa poteva essere stata la Mano Che ha seminato il fiore, da lui preferito - Sul Liuto più piccolo - più insignificante - Il piede per portare il suo messaggio - Il suo più faticoso Comando - La Vostra Serva, Signore, si stancherà - Il Freddo forzerà la vostra porta più solida Affinché io possa portare quella promessa |
La rinuncia dichiarata nel primo verso diventa profondo rimpianto di tutto ciò che avrebbe potuto essere e non è stato; un lungo elenco che dura fino alla quinta strofa, dove qualsiasi cosa diventa insignificante di fronte alla gioia di compiacere chi si ama. Nelle ultime tre strofe il rimpianto lascia il posto a un futuro già annunciato: il tempo farà il suo lavoro, sfiancherà un amore che nessun chirurgo potrà guarire, il mondo continuerà imperturbabile il suo corso e la polvere cancellerà ogni memoria; e poi, inevitabilmente, arriverà il gelo della morte, che riesce ad aprire anche le porte più solide. Ma negli ultimi versi c'è come una voglia di continuare, di non cedere di fronte all'ineluttabilità di un destino che sembra ormai inesorabilmente scritto, di trasformare la morte da fine di tutto a nuovo inizio, in un paradiso dove la cupidigia d'amore imparata da lui possa essere insegnata a quegli angeli che hanno il privilegio dell'immortalità ma forse non conoscono il sentimento più grande che ci dona la vita mortale. |
F406 (1862) / J367 (1862)
Over and over, like a Tune - The Recollection plays - Drums off the Phantom Battlements Cornets of Paradise - Snatches, from Baptized Generations - |
Più e più volte, come una Melodia - Suona il Ricordo - Tamburi da Bastioni Fantasma Trombe del Paradiso - Brani, da Generazioni Battezzate - |
Il ricordo di chi è morto risuona sempre nella nostra mente e somiglia a un suono che viene dall'aldilà, troppo grandioso, e perciò incomprensibile, per noi che siamo rimasti; solo chi è ormai alla "destra del Signore" riesce a cogliere il mistero di quei suoni che per noi sono soltanto una pallida eco di verità che non siamo in grado di conoscere. |
F407 (1862) / J670 (1862)
One need not be a chamber - to be Haunted - One need not be a House - The Brain - has Corridors surpassing Material Place - Far safer of a Midnight - meeting Far safer, through an Abbey - gallop - Ourself - behind Ourself - Concealed - The Prudent - carries a Revolver - |
Non bisogna essere una camera - per essere Infestati - Non bisogna essere una Casa - Il Cervello - ha Corridoi che vanno al di là Di un Luogo Materiale - Assai più sicuro a Mezzanotte - incontrare Assai più sicuro, attraverso un'Abbazia - galoppare - Il nostro Io - dietro di Noi - Celato - Il Prudente - ha con sé una Rivoltella - |
Il testo riportato sopra è quello nei fascicoli. Un'altra copia fu inviata a Susan, con quattro varianti: al verso 7 "it's" ("suo") al posto di "an"; al verso 11 ""unarmed" ("inermi") al posto di "moonless"; al verso 17 "Body - borrows" "("Il Corpo - si appropria [di]") al posto di "Prudent - carries" e all'ultimo verso "Or More" ("O Altro") al posto di "More near". |
Nulla di ciò che ci circonda, nemmeno i fantasmi, nemmeno gli assassini, dovrebbe farci più paura di quella misteriosa e inquietante entità così vicina: il nostro Io. Per qualsiasi minaccia esterna possiamo armarci, possiamo sprangare le porte, ma nulla riesce a difenderci da quello spettro superiore che portiamo dentro di noi; quell'Io così ben nascosto, che riusciamo a tenere a bada solo se lo dimentichiamo. Non appena riaffiora, il mistero della nostro essere coscienti, della consapevolezza di esistere, ci spaventa; ed è uno spavento che supera di gran lunga quelli che qualsiasi causa esterna può farci provare. |
F408 (1862) / J302 (1862)
Like Some Old fashioned Miracle When Summertime is done - Seems Summer's Recollection And the Affairs of June As infinite Tradition Her Bees have a fictitious Hum - Her Memories like Strains - Review - |
Come Qualche Antiquato Miracolo Quando la Stagione estiva è finita - Sembra il Ricordo dell'Estate E le Avventure di Giugno Una Tradizione senza fine Le sue Api hanno un Ronzio fittizio - Le sue Memorie come Canti - Ritornano - |
Le calde e luminose giornate estive, rivissute nella memoria durante i giorni freddi e oscuri dell'inverno, sembrano ormai qualcosa di inafferrabile e lontano, tanto che la loro stessa esistenza ci appare come velata dai contorni di un sogno. |
F409 (1862) / J303 (1862)
The Soul selects her own Society - Then - shuts the Door - To her divine Majority - Present no more - Unmoved - she notes the Chariots - pausing - I've known her - from an ample nation - |
L'Anima sceglie i suoi Compagni - Poi - chiude la Porta - Alla sua divina Maggiore età - Non presentarne più - Impassibile - nota le Carrozze - che si fermano - Mi risulta che - in mezzo a tanti - |
L'anima come una giovane corteggiata, che guarda ai suoi pretendenti e, una volta raggiunta la "maggiore età", ne sceglie uno, restando poi indifferente a chiunque, fosse anche un imperatore. |
F410 (1862) / J368 (1862)
How sick - to wait - in any place - but thine - I knew last night - when someone tried to twine - Thinking - perhaps - that I looked tired - or alone - Or breaking - almost - with unspoken pain - And I turned - ducal - Our's be the tossing - wild though the sea - |
Che sofferenza - aspettare - in ogni luogo - se non il tuo - Lo capii la notte scorsa - quando qualcuno cercò di cingermi - Pensando - forse - che fossi stufa - o sola - O spezzata - quasi - da una pena inespressa - Ed io mi scostai - ducale - Nostro sia l'agitarsi - per quanto selvaggio il mare - |
La fedeltà all'amato lontano non conosce cedimenti; quel "diritto" è soltanto suo e chi ama non cerca altri porti (qui, e nella strofa finale sono evidenti i richiami alla J249-F269). |
F411 (1862) / J528 (1862)
Mine - by the Right of the White Election! Mine - by the Royal Seal! Mine - by the Sign in the Scarlet prison - Bars - cannot conceal! Mine - here - in Vision - and in Veto! |
Mio - per il Diritto della Bianca Elezione! Mio - per il Sigillo Regale! Mio - per il Segno nella prigione Scarlatta - Che sbarre - non possono celare - Mio - qui - nella Visione - e nel Veto! |
Può essere letta come una visione speculare della J523-F635: tanto là la narratrice è dimessa, rinunciataria, quasi volesse scomparire, tanto qui sembra di sentire in quel "Mine", ripetuto cinque volte a inizio verso, quasi un colpo di timpano che zittisce qualsiasi replica; una presa di possesso sicura e senza tentennamenti, rafforzata da un linguaggio che si richiama agli atti legali tanto familiari alla Dickinson (diritto, sigillo, abrogazione, intestato, convalidato, atto) e che qui hanno la funzione di accentuare il carattere perentorio di quel "Mine". |
F412 (1862) / J369 (1862)
She lay as if at play Her life had leaped away - Intending to return - But not so soon - Her merry Arms, half dropt - Her dancing Eyes - ajar - Her Morning at the door - |
Giaceva come se nel gioco La vita fosse balzata via - Con l'intenzione di tornare - Ma non tanto presto - Le Braccia gioiose, semi abbandonate - Gli Occhi danzanti - socchiusi - Il suo Mattino alla porta - |
La descrizione di una morte improvvisa, che ha colto una vita gioiosa, ancora pronta a giocare, a scherzare. Sembra impossibile che quel corpo sia ormai inanimato, tanto che il mattino che sorge quasi non ci crede e si chiede come fare a vincere quello che sembra solo un sonno passeggero. Ma l'ultimo verso, anzi la sua seconda metà, sembra troncare senza appello quei tentativi. |
F413 (1862) / J370 (1862)
Heaven is so far of the Mind That were the Mind dissolved - The Site - of it - by Architect Could not again be proved - 'Tis vast - as our Capacity - |
Il Cielo è a tal punto della Mente Che fosse la Mente dissolta - La sua Posizione - un Architetto Non potrebbe più dimostrare - È vasto - come le nostre Capacità - |
Il Cielo è una costruzione della mente, non ha vita propria, tanto che una volta dissolta la mente nemmeno un architetto riuscirebbe a localizzarlo. La sua grandezza e la sua bellezza non sono altro che una creazione umana ed è inutile cercarlo oltre la vita mortale. |
F414 (1862) / J582 (1862)
Inconceivably solemn! Things so gay Pierce - by the very Press Of Imagery - Their far Parades - order on the eye Flags, are a brave sight - Music's triumphant - |
Inconcepibilmente solenne! Cose tanto gaie Colpiscono - col semplice Incalzare delle Immagini - Le loro remote Sfilate - s'impongono all'occhio Le bandiere, sono una vista superba - La musica è trionfale - |
Un'ironica e graffiante descrizione dell'ostentazione, così "inconcepibilmente solenne". Che colpisce (ED usa "pierce", che significa concretamente "penetrare" - vedi il piercing - ma in modo figurato significa, come nell'italiano "penetrante", che colpisce a fondo) per la folla di immagini, di parole, che vengono gettate addosso a chi vede o ascolta. |
F415 (1862) / J422 (1862)
More Life - went out - when He went Than Ordinary Breath - Lit with a finer Phosphor - Requiring in the Quench - A Power of Renowned Cold, For some - an Ampler Zero - Others - extinguish easier - Whose Peat life - amply vivid - |
Più Vita - si spense - quando Lui se ne andò Di un Ordinario Respiro - Accesa da un Fosforo più pregiato - Che aveva bisogno per Spegnersi - Della Potenza di un Freddo Rinomato, Per alcuni - un più Ampio Zero - Altri - si estinguono più facilmente - La cui vita di Torba - ampiamente vivida - |
I riferimenti all'Antracite e alla Torba (vv. 8 e 17) sono tratti dalla seconda delle Reveries of a Bachelor di Ik Marvel (pseudonimo di Donald Grant Mitchell), un testo del 1850 molto famoso fra i giovani all'epoca della Dickinson, dove all'antracite sono associate le persone solide, profonde, mentre alla torba quelle superficiali, mutevoli, brillanti. |
F416 (1862) / J423 (1862)
The Months have ends - the Years - a knot - No Power can untie To stretch a little further A Skein of Misery - The Earth lays back these tired lives The manner of the Children - |
I Mesi hanno termine - gli Anni - un nodo - Che nessuna Forza può sciogliere Per allungare un poco più oltre Il Groviglio della Sofferenza - La Terra ripone queste stanche vite Alla maniera dei Bambini - |
Considerazioni sulla transitorietà della sofferenza. Non può mai durare a lungo, perché, prima o poi, c'è la soccorrevole morte che la tronca. Le immagini e le metafore sono una più bella dell'altra. I mesi terminano, gli anni hanno un nodo definitivo (la morte) che nessuno può sciogliere per estendere al di là la sofferenza. "Skein" significa sia "matassa" che "stormo di uccelli", ma anche situazione intricata. Ho pensato che "groviglio" fosse più indicato di "matassa" per rendere l'idea dell'intrico del dolore che può lacerare un'anima. E poi la terra che ripone teneramente le stanche vite nei suoi misteriosi cassetti. Quel "tenderly" (che può anche essere reso con delicatamente, con amore, affettuosamente) è la chiave per capire che il nido offertoci è l'ultimo, il definitivo, quello che spazza via ogni dolore, oltre a essere una sorta di anticipazione della "tenera" metafora che verrà dopo. E poi la strofa finale: come i bambini si stancano del giorno, ma non possono mettere via da soli il "rumoroso giocattolo" (il giorno, appunto, contrapposto al silenzio della notte), ovvero hanno bisogno di qualcuno che li metta a letto, così gli uomini non sono in grado di liberarsi da soli del loro "rumoroso giocattolo" (la vita) ma hanno bisogno di qualcuno (la morte) che doni loro il riposo definitivo, "teneramente" come la mamma fa col suo bambino affaticato dei rumorosi giochi diurni. Per rendere più chiara la strofa finale ho tradotto "themself" con "da sé". |
F417 (1862) / J424 (1862)
Removed from Accident of Loss By Accident of Gain Befalling not my simple Days - Myself had just to earn - Of Riches - as unconscious Would stir his slow conception - |
Sottratta a Fortuite Perdite Da Fortuiti Guadagni Assenti dai miei semplici Giorni - Da sola ho dovuto guadagnare - Di Ricchezze - tanto inconsapevole Animerebbe il suo lento modo di pensare - |
La vita non mi ha mai regalato guadagni, così non ho mai perso tali regali. Se qualcosa ho ottenuto, l'ho fatto con le mie forze, senza l'intervento del caso. Fin qui è tutto chiaro. Vediamo le altre due strofe. La prima, escludendo le ultime due parole, fa pensare a un significato del tipo: non ho mai fatto tanto caso alla ricchezza, sono come il tuffatore malese che raccoglie le perle nei mari orientali: ha in mano un tesoro, ma non se ne cura più di tanto. Poi però c'è una sorpresa. Il disinteressato malese, se appena si svegliasse un po' e capisse che anche solo una piccola frazione di quella ricchezza potrebbe stare lì, in fondo al mare, aspettando proprio lui, potrebbe smuovere un po' il suo lento (ma anche indolente) modo di pensare ("conception"). Si capisce allora che la "ricchezza" non è riferita alla ricchezza esteriore, ma a qualcos'altro, così come le perdite e i guadagni iniziali. Proviamo a rileggerla così, pensando anche al periodo in cui fu scritta. Non ho mai rischiato di perdere un amore capitato per caso, perché l'amore non mi è mai venuto a cercare. Se talvolta l'ho provato, ho dovuto cercarlo solo con le mie forze (e probabilmente non sono stata ricambiata). Per questo non conosco le sue ricchezze, come il povero malese che si affanna a cercare perle, senza sapere nulla del loro enorme valore. Ma questo succede al malese, che è di pensiero un po' lento. Io invece lo so, che anche una piccolissima frazione di questa ricchezza che non ho, ma che ho il potere di sognare, sconvolgerebbe la mia vita. |
F418 (1862) / J299 (1862)
Your Riches - taught me - Poverty. Myself - a Millionaire In little Wealths, as Girls could boast - Till broad as Buenos Ayre - You drifted your Dominions - Of Mines, I little know, myself - So much, that did I meet the Queen - I'm sure 'tis India - all Day - I'm sure it is Golconda - At least, it solaces to know It's far - far Treasure to surmise - |
Le tue Ricchezze - mi insegnarono - la Povertà. Io stessa - una Milionaria Con Beni minuscoli, come vanterie di Bambine - Finché ampi come Buenos Aires Tu accumulasti i tuoi Domini - Di Miniere, ne so poco, io - Quanto basta, se incontrassi la Regina - Sono sicura che è India - tutto il Giorno - Sono sicura che è Golconda - Almeno, è conforto sapere È lontano - un Tesoro lontano per immaginare - |
Il testo riportato sopra è quello nei fascicoli. Esistono altri due manoscritti: uno, praticamente uguale, accluso a una lettera a Higginson del luglio 1862 (L268), suddiviso in quattro strofe di otto versi ciascuna; l'altro inviato a Susan in forma di lettera nello stesso anno (L258), sempre in quattro strofe, con significative diversità nella punteggiatura e quattro varianti: al verso 3 "can" ("possono") al posto di "could"; al verso 21 "I know" ("So") al posto di "I'm sure"; al verso 22 "dream" ("sognare") al posto di "deem" e al verso 32 "yet" ("ancóra") al posto di "just". |
È quasi certo che la poesia fu scritta in memoria di Benjamin Franklin Newton, nel nono anniversario della sua morte. Newton aveva lavorato nello studio di Edward Dickinson e aveva fatto conoscere a Emily le opere delle sorelle Brontë e le poesie di Emerson, facendo nascere in lei l'amore per la letteratura. Morì a trentadue anni, il 24 marzo 1853. In una lettera a T.W. Higginson del 25 aprile 1862 (L261) ED scrive, riferendosi certamente a Newton: "When a little Girl, I had a friend, who taught me Immortality - but venturing too near, himself - he never returned." ("Quando ero una bambina, avevo un amico, che mi insegnò l'immortalità - ma essendosi arrischiato ad andarle troppo vicino - non è mai tornato."). |
F419 (1862) / J583 (1862)
A Toad, can die of Light - Death is the Common Right Of Toads and Men - Of Earl and Midge The privilege - Why swagger, then? The Gnat's supremacy is large as Thine - Life - is a different Thing - |
Un Rospo, può morire di Luce - La Morte è un Normale Diritto Di Rospi e Uomini - Di Conte e Pulce Il privilegio - Perché darsi arie, allora? Il primato del Moscerino è grande quanto il Tuo - La Vita - è una Cosa diversa - |
La morte non è la cosa che ci distingue dagli altri esseri viventi. Noi moriamo come muore il rospo, la pulce, il moscerino. Quello che invece si distingue è la vita, ma non la vita esteriore, in fin dei conti anche quella ci accomuna agli altri esseri viventi. Quello che veramente ci fa sentire esseri umani è la vita spogliata dal contenitore e misurata nella sua purezza, nella sua grandezza interiore. |
F420 (1862) / J332 (1862)
There are two Ripenings - one - of sight - Whose forces Spheric wind Until the Velvet product Drop spicy to the ground - A homelier maturing - A process in the Bur - That teeth of Frosts alone disclose In far October Air. |
Ci sono due Maturazioni - una - visibile - Le cui energie si avvolgono in Sfere Finché il Vellutato prodotto Cade fragrante al suolo - Una più intima maturazione - Un processo nel Riccio - Che solo i denti del Gelo dischiudono Nella lontana Aria d'Ottobre. |
Il testo riportato sopra è quello di una copia rimasta tra le carte di ED. Un'altra copia è nei fascicoli (in due strofe di quattro versi) e una terza (il cui manoscritto è perduto) fu inviata a Catherine Scott Turner, che ne fece due trascrizioni: una per Susan Dickinson e una per Mabel Todd. |
Nella prima quartina la maturazione visibile: quella del frutto che cresce sull'albero e cade quando è pronto. Nella seconda la maturazione interiore, nascosta come quella della castagna nel suo riccio, che è capace di crescere e svilupparsi anche nel gelo-dolore: anzi, sembra farne lo strumento che le permette di dischiudersi. |
F421 (1862) / J584 (1862)
It ceased to hurt me, though so slow I could not see the trouble go - But only knew by looking back - That something - had obscured the Track - Nor when it altered, I could say, But not the Grief - that nestled Close Nor what consoled it, I could trace - |
Cessò di farmi male, anche se così lentamente Che non fui in grado di vedere la sofferenza andarsene - Ma solo di distinguere volgendomi indietro - Che qualcosa - ne aveva oscurato l'Impronta - Né quando si modificò, potrei dire. Ma non il Dolore - annidato a Fondo Né di cosa l'avesse consolata, trovai traccia - |
Qui ED descrive l'attenuarsi quasi impercettibile della sofferenza (anche "Angoscia" in una variante di "trouble" al verso 2), paragonandolo all'abito della fanciullezza, che il tempo aiuta man mano ad abbandonare. Ma dentro di noi rimane il sentimento più pungente: il dolore, che si annida nel profondo, nell'intimo, come le spille infilate in un puntaspilli ("cheeks" è tradotto da Raffo nel Meridiano con "guance". Nel Webster la parola è definita anche come "i due lati di una macchina, o di una qualsiasi cosa, che combaciano" come nelle presse - ho preferito perciò tradurre con "Lati"). Un'immagine molto pregnante, che dà un'idea precisa di qualcosa tenuto in ordine, a bada, ma che comunque è conficcato dentro, è pungente. |
F422 (1862) / J310 (1862)
Give little Anguish, Lives will fret - Give Avalanches, And they'll slant - Straighten - look cautious for their breath - |
Dai un po' d'Angoscia, I vivi si logoreranno - Danne Valanghe, E l'aggireranno - Raddrizzandosi - cercando cauti il respiro - |
Il testo riportato sopra è quello nei fascicoli. Un'altra copia fu inviata a Susan nel 1863, senza divisione in strofe e con due varianti: "al verso 7 "Marble Disc" ("Disco Marmoreo") al posto di "Granite face" e al verso 8 "sort" (Forma / [più...]") al posto di "thing". |
C'è un limite alla sopportabilità del dolore, dell'angoscia, una difesa che scatta in modo naturale quando questo limite è ormai superato. Ma l'aggiramento dell'angoscia, lo sfuggire a un eccesso di dolore è un processo molto labile, bisogna trattenere il respiro, non pronunciare parola, altrimenti vincerebbe il prorompere di quell'angoscia che stiamo cercando di esorcizzare. |
F423 (1862) / J410 (1862)
The first Day's Night had come - And grateful that a thing So terrible - had been endured - I told my Soul to sing - She said her strings were snapt - And then - a Day as huge My Brain - begun to laugh - And Something's odd - within - |
La Notte del primo Giorno era arrivata - E grata che una cosa Così terribile - fosse stata sopportata - Chiesi alla mia Anima di cantare - Rispose che le sue corde si erano spezzate - E poi - un Giorno tanto immenso Il mio Cervello - cominciò a ridere - E Qualcosa di strano - dentro - |
La sensazione straniante di un'angoscia passata, che non smette di produrre i suoi effetti su una mente desiderosa di cancellarla ma incapace di farlo. Nelle prima due strofe una nota di sollievo: quel giorno terribile sembra ormai passato e il tono colloquiale dei versi 7 e 8 fa quasi presagire che le corde spezzate dell'anima possano in fin dei conti ricomporsi; la terza fa da cerniera alla poesia: quella sensazione di sollievo è stata una semplice illusione, preludio al ritorno prepotente di un'angoscia non così facilmente eludibile; le ultime due descrivono l'unica difesa con quell'orrore "srotolato in faccia": una fuga verso l'irrazionalità della follia, unica difesa contro qualcosa che la mente non riesce a dominare. |
F424 (1862) / J411 (1862)
The Color of the Grave is Green - The Outer Grave - I mean - You would not know it from the Field - Except it own a Stone - To help the fond - to find it - The Color of the Grave is white - Has furrowed out the Aisles - The Color of the Grave within - You've seen the Color - maybe - |
Il Colore della Tomba è Verde - L'Esterno della Tomba - intendo - Non la distingueresti dal Prato - Salvo che non abbia una Lapide - Per aiutare i suoi cari - a trovarla - Il Colore della Tomba è bianco - Non abbia scavato Corridoi - Il Colore della Tomba all'interno - Ne avrai visto il Colore - forse - |
Apparentemente è la descrizione di una tomba. L'esterno mutevole, che cambia con il variare delle stagioni, l'interno immutabile, di un colore non detto, ma rivelato senza nominarlo nei primi due versi dell'ultima strofa: il nero che né la neve invernale né il sole estivo possono variare. Dico apparentemente, perché potremmo leggerci anche una metafora della vita e della morte. |
F425 (1862) / J414 (1862)
'Twas like a Maelstrom, with a notch, That nearer, every Day, Kept narrowing it's boiling Wheel Until the Agony Toyed coolly with the final inch As if a Goblin with a Gauge - And not a Sinew - stirred - could help, As if your Sentence stood - pronounced - And when the Film had stitched your eyes |
Fu come un Maelstrom, con un solco, Che più vicino, ogni Giorno, Continuasse a stringere la sua Ruota rovente Finché l'Agonia Si trastullò freddamente con l'ultimo frammento Come se uno Spirito maligno con un Calibro - E neanche un Nervo - stimolato - poteva giovare, Come se la Sentenza fosse - pronunciata - E quando il Velo avesse cucito i tuoi occhi |
Il vortice dell'angoscia descritto con una serie di immagini, ora fisiche, ora oniriche, sempre sostenute da una immaginifica fantasia in crescendo, e concluse da quel "Reprieve!" che sembra una catarsi ma si rivela momentanea e subito dopo si tramuta in un angoscioso dubbio senza risposta. Moltissimi spunti per un'analisi dei versi. Prima c'è il Maelstrom, il nome nordico dei gorghi marini che, nella loro forma più estrema, trascinano in fondo anche le navi più resistenti. La Ruota è un'immagine quasi pittorica del mulinello, con il nucleo centrale che si stringe sempre più e si tramuta in un'Agonia senza più sentimenti che si trastulla con malcelata crudeltà con le estreme propaggini del nostro "orlo", ovvero con le nostre ultime difese, ormai deliranti. Il sogno è un'immagine ambigua: potrebbe essere il sogno della vita (che non è che un sogno) o il sogno/incubo della morte che diventa realtà quando qualcosa si spezza. |
F426 (1862) / J580 (1862)
I gave myself to Him - And took Himself, for Pay - The Solemn Contract of a Life Was ratified, this way - The Wealth might disappoint - Depreciate the Vision - At least - 'tis Mutual - Risk - |
Mi diedi a Lui - E Lui stesso presi, in Pagamento - Il Solenne Contratto di una Vita Fu ratificato, così - La Ricchezza potrebbe deludere - Svaluta la Visione - Almeno - è Reciproco - il Rischio - |
Un mutuo contratto d'amore: mi diedi a lui e da lui fui pagata col compenso di se stesso.
L'acquisto, certo, potrebbe deluderlo, io dimostrarmi meno preziosa di quanto lui immagini. La vita quotidiana, l'abitudine, potrebbero svalutare questo amore. Ma finché ci sarà qualcuno che compra, che è disposto a stipulare questo dolce contratto, i sognanti carichi, che la nostra fantasia situa nelle favolose isole delle spezie, resteranno vivi, come una favola che non esaurisce la propria bellezza. E comunque, il contratto è reciproco, il debito è dolce e dura per la vita, ma è un debito da onorare ogni notte, e ogni giorno da rinnovare. |
F427 (1862) / J415 (1862)
Sunset at Night - is natural - But Sunset on the Dawn Reverses Nature - Master - So Midnight's - due - at Noon - Eclipses be - predicted - |
Il Tramonto di Sera - è naturale - Ma un Tramonto all'Alba Capovolge la Natura - Signore - Così Mezzanotte - diventa - Mezzogiorno - Le Eclissi sono - previste - |
È normale morire (tramontare) da vecchi (di sera). Ma se la mezzanotte arriva nel pieno del giorno, allora la natura è sovvertita. La morte è temuta ma prevista e ad essa siamo, volenti o nolenti, sottomessi. Ma se arriva all'improvviso, imprevista, ci fa pensare che l'orologio del creatore si sia guastato. |
F428 (1862) / J419 (1862)
We grow accustomed to the Dark - When Light is put away - As when the Neighbor holds the Lamp To witness her Good bye - A Moment - We uncertain step And so of larger - Darknesses - The Bravest - grope a little - Either the Darkness alters - |
Ci abituiamo al Buio - Quando la Luce è messa via - Come quando la Vicina regge il Lume Per testimoniare il suo Arrivederci - Un Momento - facciamo un passo incerti E così è per più grandi - Oscurità - I più Coraggiosi - brancolano un po' - Che sia l'Oscurità a cambiare - |
Il nostro istinto di sopravvivenza ci aiuta nell'abituarci alle situazioni più negative. Come l'occhio si abitua pian piano al buio finché riesce a vedere, così riusciamo ad affrontare anche oscurità ben più grandi, "Those Evenings of the Brain" che ci attanagliano quando né uno spicchio di Luna né una pallida stella ci aiutano a "vedere". Anche chi crede di riuscire a superare facilmente queste oscurità interiori brancola, sbatte la fronte contro un albero. Ma poi, bene o male, presto o tardi, riusciamo a scorgere qualche barlume, o perché ne abbiamo trovato la forza dentro di noi o perché la tenebra si è un po' attenuata, e riusciamo a incamminarci nuovamente, più o meno "diritti", per la via dell'esistenza. |
F429 (1862) / J420 (1862)
You'll know it - as you know 'tis Noon - By Glory - As you do the Sun - By Glory - As you will in Heaven - Know God the Father - and the Son. By intuition, Mightiest Things Omnipotence - had not a Tongue - |
Lo riconoscerai - come riconosci che è Mezzogiorno - Dalla Gloria - Come riconosci il Sole - Dalla Gloria - Come in Cielo - Riconoscerai Dio Padre - e il Figlio. Attraverso l'intuito, le Cose più Elevate L'Onnipotenza - non ha la Lingua - |
Le parole si fermano davanti alle "Mightiest Things", perché non sarebbero mai capaci di esprimere compiutamente sensazioni che solo l'intuito riesce a percepire, e forse è proprio l'inesprimibilità il segno distintivo dei sentimenti più intensi. |
F430 (1862) / J421 (1862)
A Charm invests a face Imperfectly beheld - The Lady dare not lift her Veil For fear it be dispelled - But peers beyond her mesh - |
Un Fascino circonda un volto Imperfettamente scorto - La Dama non osa alzare il Velo Per paura che si disperda - Ma scruta al di là del tessuto - |
La copia riportata sopra è nei fascicoli; un'altra, identica nel testo ma senza divisione in strofe, fu presumibilmente inviata a Maria Whitney. |
Una variazione sul tema del desiderio che svanisce se soddisfatto, stavolta con l'immagine di un volto celato, che, una volta svelato, perderebbe probabilmente il suo fascino misterioso. |
F431 (1862) / J577 (1862)
If I may have it, when it's dead, I'll be contented - so - If just as soon as Breath is out It shall belong to me - Until they lock it in the Grave, Think of it Lover! I and Thee I'll tell Thee All - how Bald it grew - Then how the Grief got sleepy - some - I'll tell you how I tried to keep Forgive me, if the Grave come slow - |
Se potrò averlo, quando sarà morto, Sarò contenta - davvero - Se non appena il Respiro sarà cessato Mi apparterrà - Finché lo chiuderanno nella Tomba, Pensaci Amore! Io e Te Ti dirò Tutto - come Spoglia crebbe - Poi di come il Dolore si attutì - un po' - Ti dirò come cercai di serbare Perdonami, se la Tomba arriva lentamente - |
Un completo rovesciamento del rapporto vita-morte, reso esplicito nella terza strofa. La morte come unico modo di unire definitivamente ciò che non è stato possibile unire in una vita che viene lapidariamente definita "Calvary". Una vita che cresce spoglia, che sembra una mezzanotte, dove anche la luce del sole diventa una fredda lama pungente. |
F432 (1862) / J412 (1862)
I read my sentence - steadily - Reviewed it with my eyes, To see that I made no mistake In it's extremest clause - The Date, and manner, of the shame - And then the Pious Form That "God have mercy" on the Soul The Jury voted Him - I made my soul familiar - with her extremity - That at the last, it should not be a novel Agony - But she, and Death, acquainted - Meet tranquilly, as friends - Salute, and pass, without a Hint - And there, the Matter ends - |
Lessi la mia sentenza - risolutamente - La esaminai coi miei occhi, Per accertarmi di non averla fraintesa Nella sua clausola finale - La Data, e la forma, della vergogna - E poi la Pia Formula Che "Dio abbia pietà" dell'Anima Votata dalla Giuria - Resi familiare la mia anima - con la sua sorte ultima - Affinché alla fine, non vi fosse una rinnovata Agonia - Ma lei, e la Morte, conosciutesi - Potessero incontrarsi tranquillamente, come amiche - Salutarsi, e andarsene, senza un Cenno - E a quel punto, chiusa la Faccenda - |
La sentenza di morte non ammette appello, la si può affrontare solo in modo risoluto, cercando, per quanto è possibile, di familiarizzare con essa, per evitare il prolungarsi di un'agonia che abbiamo già sperimentato in vita. |
F433 (1862) / J416 (1862)
A Murmur in the Trees - to note - Not loud enough - for Wind - A star - not far enough to seek - Nor near enough - to find - A long - long Yellow - on the Lawn - A Hurrying Home of little Men Of Robins in the Trundle bed But then I promised ne'er to tell - |
Un Mormorio fra gli Alberi - percepire - Non forte abbastanza - per essere Vento - Una stella - non così lontana da cercare - Né così vicina - da trovare - Un lungo - lungo Giallo - sul Prato - Un Domestico Affrettarsi di minuscole Umanità Di Pettirossi in Mobili lettini D'altronde ho promesso di non dire mai niente - |
Arriva la primavera. Una lieve brezza fa stormire le foglie, il cielo si libera dalle brume invernali e fa apparire le stelle, un lunga linea gialla (una fila di ranuncoli? una striscia di sole?) appare sul prato, con passi inaudibili, ma vivaci e dolci, gli insetti ritornano alle loro invisibili case, gli uccelli ai loro nidi, (fa ancora freddo e non riescono, per quanto ci provino, a coprirsi le ali con le camicie da notte). Ma tutto ciò è riservato a chi ha la sensibilità di percepire questi impalpabili cambiamenti ed è inutile renderne partecipi gli altri, estranei alle minute bellezze della ciclica rinascita della vita. |
F434 (1862) / J417 (1862)
It is dead - Find it - Out of sound - Out of sight - "Happy"? Which is wiser - You, or the Wind? "Conscious"? Wont you ask that - Of the low Ground? "Homesick"? Many met it - |
È morto - Trovalo - Al di là dell'udito - Al di là della vista - "Felice?" Chi ne sa di più - Tu, o il Vento? "Consapevole?" Non vorrai chiederlo - All'umile Suolo? "Prova Nostalgia?" Molti lo incontrarono - |
Inizio fulminante, in medias res. Prova a cercarlo, qualcuno che è morto! che è ormai fuori dalla portata dell'udito e della vista, ovvero al di là di ogni possibile percezione da parte di chi è di qua. E poi le tre domande, impossibili da soddisfare. "È felice?" non siamo in grado di saperlo, non più del vento. "È consapevole?" a chi lo chiediamo? al suolo che copre la sua tomba? "Ha nostalgia di casa, di noi, della vita?" Qualcuno lo potrebbe dire, quelli che lo hanno incontrato. Ma nessuno di questi può attestare alcunché. Sono come lui, muti e irraggiungibili.
Al sesto verso c'è quel "low Ground" che è un po' difficile da rendere. Margherita Guidacci traduce con "terra orizzontale", Silvio Raffo (Fògola) con "... Perché non ti chini / a chiederlo alla terra?", Claire Malroux con "Sol profond" ("Suolo profondo"). Nel dubbio ho scelto "umile", che è un significato figurato di "basso". |
F435 (1862) / J418 (1862)
Not in this World to see his face - Sounds long - until I read the place Where this - is said to be But just the Primer - to a life - Unopened - rare - Upon the Shelf - Clasped yet - to Him - and me - And yet - My Primer suits me so |
In questo Mondo non vedere il suo volto - Sembra lungo - finché scopro il posto Dove ciò - è definito Non più dell'Abbecedario - di una vita - Intonsa - rara - Sullo Scaffale - Ancora chiusa - a Lui - e a me - Eppure - il Mio Abbecedario mi è così caro |
Prima c'è un senso di smarrimento: come sembra lungo il tempo, sapendo di non poter vedere il suo volto in questa vita. Poi la scoperta: lì sullo scaffale c'è l'abbecedario, il libro "primo", il solo che può contenere la definizione di una vita (di un amore) intonsa (di cui non ho potuto sfogliare le pagine, per andare oltre l'ABC), rara (più nel senso di "unica"), che né io né lui potremo aprire ("yet" - "ancora" lascia però aperto uno spiraglio, lo stesso del primo verso "in this World" - chissa che da qualche altra parte questa vita non possa essere aperta). Eppure, anche se lì c'è solo l'ABC, non c'è altro libro che possa essere così dolcemente saggio come questo, ovvero non c'è nessun altro che possa sostituire "Lui" . Voi leggetene altri, diventati colti, tenetevi i cieli, basta che me lo lasciate: ciò che contiene è per me la cosa più preziosa. |
F436 (1862) / J581 (1862)
I found the words to every thought I ever had - but One - And that - defies me - As a Hand did try to chalk the Sun To Races - nurtured in the Dark - |
Ho trovato le parole per ogni pensiero Che ho mai avuto - tranne Uno - E quello - mi sfida - Come una Mano che cercasse di abbozzare il Sole A Razze - allevate nel Buio - |
Sull'indicibilità di qualcosa. ED non ci spiega cosa sia quell'"One" del secondo verso. Il quarto e il quinto parlano di qualcosa che non può essere spiegato a chi non ne ha mai avuto esperienza, come voler spiegare il sole a una razza cresciuta nel buio. Questa metafora fa pensare alla morte, difficile da capire per chi ha esperienze che hanno a che fare soltanto con la vita, visto che chi l'ha provata non ci ha mai potuto raccontare niente. Ma potrebbe comunque essere qualsiasi altra cosa che esula dalla nostra ristretta visione del mondo. Gli ultimi versi (la vampa, il mezzogiorno, difficili da rendere con i colori che abbiamo a disposizione - ma in fin dei conti anche il sole del quarto) potrebbero infatti riferirsi a qualcosa di splendente, di luminoso, non racchiudibile in una descrizione umana. In questo senso potremmo pensare all'immortalità, alle inconoscibili estasi del paradiso. Senza naturalmente escludere che ED stia parlando di sentimenti umani ma estremi, difficile da descrivere. Io propenderei, visti anche i temi dickinsoniani, per la morte/immortalità, un connubio che ha in sé connotati insieme dolorosi ed estatici, oltre ad essere indubbiamente impossibile da trattare razionalmente: tutti quelli che ci hanno provato hanno, chi più chi meno, fallito. |
F437 (1862) / J413 (1862)
I never felt at Home - Below - And in the Handsome Skies I shall not feel at Home - I know - I dont like Paradise - Because it's Sunday - all the time - If God could make a visit - Perennial beholds us - |
Non mi sono mai sentita a Casa - Quaggiù - E negli Armoniosi Cieli Non mi sentirò a Casa - lo so - Non mi piace il Paradiso - Perché è Domenica - per tutto il tempo - Se Dio facesse visite - Che perenne ci osserva - |
Con quale eretica leggerezza ED prende le distanze dall'aldilà! Un posto così noioso, dove le funzioni domenicali sono perenni, senza nemmeno un intervallo. Negli armoniosi cieli un'eterna radiosità, che non ci farà più gustare un qualche radioso mercoledì pomeriggio, ovvero un giorno qualsiasi, ma diverso dagli altri, e per questo così prezioso. Irresistibile poi il Dio telescopio, un pedante osservatore a cui niente può sfuggire. Viene proprio voglia di scappare via da lui, dallo spirito santo e da tutto il resto. E alla fine uno dei colpi d'ala dickinsoniani: ci piacerebbe tanto farlo, ma come la mettiamo col giorno del giudizio? |
F438 (1862) / J578 (1862)
The Body grows without - The more convenient way - That if the Spirit - like to hide It's Temple stands, alway, Ajar - secure - inviting - |
Il Corpo cresce all'esterno - Il modo più conveniente - Perché se lo Spirito - vuole nascondersi Il suo Tempio rimane diritto, sempre, Socchiuso - sicuro - invitante - |
Dopo tante riflessioni metafisiche ED si concede un affettuoso elogio del corpo. È un po' appariscente, cresce solo fuori ed è fatto solo di carne, ma non tradisce mai l'anima che chiede asilo e ha bisogno di lui per celarsi agli occhi mortali prima di spiccare il volo. |
F439 (1862) / J579 (1862)
I had been hungry, all the Years - My Noon had Come - to dine - I trembling drew the Table near - And touched the Curious Wine - 'Twas this on Tables I had seen - I did not know the ample Bread - The Plenty hurt me - 'twas so new - Nor was I hungry - so I found |
Avevo avuto fame, tutti quegli Anni - Il mio Mezzogiorno era Giunto - per pranzare - Mi accostai tremante alla Tavola - E sfiorai lo Strano Vino - Era quello che avevo visto sulle Tavole - Non conoscevo quel copioso Pane - L'Abbondanza mi ferì - era così nuova - Non avevo più fame - così scoprii |
Una variazione sul tema del desiderio che nessun dono potrà soddisfare, così come è esplicitamente detto negli ultimi versi. Ma anche una riflessione su desideri lungamente coltivati, e lungamente non soddisfatti, che, una volta finalmente a portata di mano, sembrano causare uno stato di smarrimento, come una novità che venga a turbare il tranquillo tran tran quotidiano della bacca di un arbusto montano che si trova improvvisamente in strada, a contatto di quel mondo che magari aveva a lungo desiderato, e ora si rivela estraneo e fa paura, sconcerta (vedi "odd" alla seconda strofa). |
F440 (1862) / J609 (1862)
I - Years - had been - from Home - And now - before the Door - I dared not open - lest a face I never saw before Stare vacant into mine - I fumbled at my nerve - I laughed a Wooden laugh - I fitted to the Latch - My Hand - I moved my fingers off, as cautiously as Glass - |
Io - Anni - ero stata - via da Casa - Ed ora - davanti alla Porta - Non osavo aprire - per paura che un volto Che non avevo mai visto prima Fissasse vacuo il mio - Cercai confusamente di farmi forza - Risi di un Legnoso riso - Accostai al Chiavistello - la Mano - Tirai via le dita, cautamente come Vetro - |
Nel 1872 ED scrisse una seconda versione di questa poesia, con alcune varianti in particolare nella terza e quarta strofa:
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Una sorta di incubo, in cui chi è morto torna a casa ma si blocca davanti alla porta, per paura di vedere che la vita è continuata, che non è rimasto nulla di ciò che aveva lasciato. Il tentativo resta inappagato, e termina con una fuga: così come i vivi non possono penetrare i segreti della morte, i morti non possono avere nostalgia della vita e riviverne i momenti; i due mondi sono divisi e tali debbono restare. |
F441 (1862) / J610 (1862)
You'll find - it when you try to die - The easier to let go - For recollecting such as went - You could not spare - you know. And though their places somewhat filled - And when this World - sets further back - And Thought of them - so fair invites - |
Tu troverai - quando sperimenterai la morte - Più facile lasciarsi andare - Rammentando coloro che se ne andarono - Non potresti farne a meno - lo sai. E anche se i loro posti in qualche modo furono riempiti - E quando questo Mondo - indietreggia sempre più - E il Pensiero di loro - così bello attrae - |
Una riflessione sul ricordo, sull'incancellabile spazio che le persone care che se ne sono andate lasciano a chi resta. Questo ricordo può rendere più facile il momento della morte, che può trasformarsi nella speranza di una nuova vita che cancelli quei vuoti. |
F442 (1862) / J611 (1862)
I see thee better - in the Dark - I do not need a Light - The Love of Thee - a Prism be - Excelling Violet - I see thee better for the Years And in the Grave - I see Thee best - What need of Day - |
Ti vedo meglio - al Buio - Non ho bisogno di Luce - L'amore per Te - è un Prisma - Che oltrepassa il Violetto - Ti vedo meglio per gli Anni E nella Tomba - Ti vedo ancor meglio - Che bisogno c'è del Giorno - |
Il testo riportato sopra è quello nei fascicoli. Si ha notizia di altre due copie, il cui manoscritto è perduto: una inviata a Louise e Frances Norcross, della quale sopravvive solo il primo verso trascritto da Frances, l'altra inviata a Susan, il cui testo, uguale a quello nei fascicoli a parte alcune differenze nella punteggiatura, è stato pubblicato da Martha Dickinson Bianchi in The Single Hound nel 1914. |
Quasi un seguito e un completamento della precedente (nei manoscritti vengono una dopo l'altra). Là c'era il ricordo, qui la vicinanza si fa concreta, e il buio della morte non ha bisogno di luce terrena, è l'amore che illumina con una intensità più alta dell'ultimo colore mostrato da un prisma e annulla l'oblio del tempo trascorso. |
F443 (1862) / J447 (1862)
Could - I do more - for Thee - Wert Thou a Bumble Bee - Since for the Queen, have I - Nought but Bouquet? |
Potrei - fare di più - per Te - Fossi Tu un Bombo - Visto che per la Regina, non ho - Nient'altro che un Bouquet? |
Probabilmente accompagnavano l'invio di un mazzo di fiori a una destinataria sconosciuta, un dono che si adatta a una regina come a un bombo. |
F444 (1862) / J612 (1862)
It would have starved a Gnat - To live so small as I - And yet, I was a living child - With Food's nescessity Upon me - like a Claw - Not like the Gnat - had I - Nor like Himself - the Art |
Sarebbe morto di fame un Moscerino - A vivere modestamente come me - Eppure, ero una bambina piena di vita - Col bisogno di Cibo Su di me - come un Artiglio - Non avevo - come il Moscerino - Né l'Arte - come Lui |
Per capire il senso della poesia bisogna chiedersi cos'è il "cibo" del quarto verso. A me sembra evidente che sia il desiderio di libertà, di conoscenza, così come confermato dalla terza strofa, dove il privilegio del moscerino è quello di poter volare: una chiara metafora della libertà che consente di cercarsi il proprio "pasto", di essere soggetto attivo della propria vita e non doverla subire senza poter intervenire. Dalla parte opposta rispetto a questa voglia di spaziare liberamente e conoscere c'è l'altro privilegio del moscerino: quello di potersi permettere un'esistenza oziosa, magari limitata a un vetro di finestra, senza i problemi che ci crea il nostro essere creature coscienti e, soprattutto, senza il pensiero di dover ricominciare, magari in un'altra vita di cui non sappiamo nulla. |
F445 (1862) / J613 (1862)
They shut me up in Prose - As when a little Girl They put me in the Closet - Because they liked me "still" - Still! Could themself have peeped - Himself has but to will |
Mi rinchiudono nella Prosa - Come quando da Ragazzina Mi mettevano nello Sgabuzzino - Perché mi volevano "tranquilla" - Tranquilla! Avessero potuto spiare - A lui basta volerlo |
Sembra quasi una continuazione della precedente. Anche qui la voglia di volare di evadere, di mandare in giro il proprio cervello. Bellissima l'immagine della bambina rinchiusa nello sgabuzzino perché la volevano tranquilla. Altro che tranquilla! Lì dentro era un turbinare di emozioni, di sentimenti, di voglia di uscire dal mondo chiuso e soffocante in cui la volevano rinchiudere. Pensare di soffocare la fantasia è come pensare di imprigionare un uccello in un recinto, si fa una risata e vola via. |
F446 (1862) / J448 (1862)
This was a Poet - It is That Distills amazing sense From Ordinary Meanings - And Attar so immense From the familiar species Of Pictures, the Discloser - Of portion - so unconscious - |
Questo fu un Poeta - È colui Che Distilla un senso sorprendente Da Significati Ordinari - Ed Essenza così immensa Da avvenimenti familiari Di Visioni, Rivelatore - Di proprietà - così inconsapevole - |
Una definizione perfetta del "poeta", ma soprattutto una magistrale autodefinizione da parte di chi ha saputo " distillare un senso sorprendente da significati ordinari" ed estrarre "essenza così immensa da avvenimenti familiari". Chi, se non un poeta, è capace di essere un "discloser of pictures", un rivelatore dell'intima natura delle immagini che ci circondano nella vita di tutti i giorni, qualcuno che ci fa vedere con occhi nuovi qualcosa che ci sembrava ormai talmente familiare da diventare invisibile? Bellissima l'ultima strofa: nessun ladro può turbare chi ha in sé la propria ricchezza, e quell'ultimo verso, un richiamo alla fama postuma, fuori dal tempo, tante volte corteggiata da ED, schiva ma consapevole del proprio genio poetico. |
F447 (1862) / J614 (1862)
In falling Timbers buried - There breathed a Man - Outside - the Spades - were plying - The Lungs - within - Could He - know - they sought Him - Never slacked the Diggers - Many Things - are fruitless - |
Nel crollo di Travi sepolto - Là respirava un Uomo - Fuori - le Vanghe - erano all'opera - I Polmoni - dentro - Avesse Egli - saputo - che Lo stavano cercando - Non rallentarono gli Scavatori - Molte Cose - restano infruttuose - |
Una metafora dell'impotenza, che tante volte ci accompagna nel corso della nostra vita. Spesso non riusciamo, pur mettendoci tutto il nostro fervore, a raggiungere l'uomo sepolto prima che sia troppo tardi. Ma così è la vita: sconcertante, perché non riusciamo a comprendere i perché del male e della sofferenza che ci circondano. Ricordiamoci però che comunque il male e la sofferenza non possono mai durare per sempre, in ogni caso la grazia della morte arriverà a salvarci. |
F448 (1862) / J449 (1862)
I died for Beauty - but was scarce Adjusted in the Tomb When One who died for Truth, was lain In an adjoining Room - He questioned softly "Why I failed"? And so, as Kinsmen, met a Night - |
Morii per la Bellezza - ma ero appena Sistemata nella Tomba Quando Uno che morì per la Verità, fu adagiato In una Stanza adiacente - Mi domandò silenziosamente "Perché sei mancata?" E così, come Congiunti, incontratisi di Notte - |
ED vuole dirci che Verità e Bellezza si identificano l'un l'altra e ce lo dice facendo amabilmente conversare due defunti. L'inizio predispone a una visione molto concreta e familiare della tomba: "mi ero appena sistemata che ecco subito un vicino col quale fare due chiacchiere". La seconda strofa contiene quella che potremmo chiamare la "morale"; nella terza ED riprende all'inizio il tono colloquiale della prima, per poi sferrare uno dei suoi soliti colpi magistrali nei due ultimi versi, dove l'amabile conversazione d'oltretomba diventa un piccolo interludio prima della morte vera, quella col muschio che serra le nostre labbra e copre per sempre i nostri nomi. |
F449 (1862) / J450 (1862)
Dreams - are well - but Waking's better - If One wake at Morn - If One wake at Midnight - better - Dreaming - of the Dawn - Sweeter - the Surmising Robins - |
I sogni - sono belli - ma Svegliarsi è meglio - Se Uno si sveglia al Mattino - Se Uno si sveglia a Mezzanotte - meglio - Sognare - dell'Alba - Più dolci - i Vagheggiati Pettirossi - |
I sogni sono, quasi sempre, più belli della realtà. Perché "quasi" sempre? Perché la realtà può essere più bella dei sogni soltanto se ci si sveglia al mattino, si trova un giorno radioso e ci si avvia a goderlo in tutta la sua luce. Invece i nostri risvegli avvengono spesso a mezzanotte, in quelle albe che non portano alla luce del giorno ma al buio della notte. Allora, meglio vagheggiare pettirossi immaginari, che non allieteranno mai concretamente i rami degli alberi, ma, almeno in parte, riusciranno a illuminare il buio della nostra vita. |
F450 (1862) / J451 (1862)
The Outer - from the Inner Derives it's Magnitude - 'Tis Duke, or Dwarf, according As is the central mood - The fine - unvarying Axis The Inner - paints the Outer - On fine - Arterial Canvas - |
L'Esterno - dall'Interno Deriva la sua Grandezza - È Duca, o Nano, secondo Com'è il carattere centrale - Il sottile - invariabile Asse L'Interno - dipinge l'Esterno - Sulla sottile - Tela delle Arterie - |
La grandezza di ciò che sembriamo deriva da quello che abbiamo dentro. Il nostro essere principi o nanerottoli deriva dai nostri sentimenti più intimi, quel perno invisibile che fa girare la ruota della nostra vita, anche se è ciò che si vede che sembra la sola cosa concreta. È ciò che abbiamo dentro che modella, come fosse un marchio, il nostro aspetto esteriore. Fuori può apparire il rossore di una guancia, il battito di un ciglio, ma siamo consapevoli che ciò che vediamo non potrà mai darci l'esatta percezione di ciò che si ha dentro. |