The Complete Poems
Tutte le poesie
F801 - 850
Traduzione e note di Giuseppe Ierolli
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F801 (1864) / J981 (1864)
As Sleigh Bells seem in Summer Or Bees, at Christmas show - So fairy - so fictitious - The individuals do Repealed from Observation - A Party that we knew - More distant in an instant Than Dawn in Timbuctoo - |
Come sembrerebbero Sonagli di Slitta in Estate O Api, nel cerimoniale Natalizio - Così fantastici - così fittizi - Sembrano gli individui Sottratti all'Osservazione - Una Persona che conoscevamo - Più distante in un istante Dell'Alba a Timbuctù - |
La morte non è un passaggio che prevede tappe. Chi muore diventa improvvisamente "altro", un qualcosa di fantastico e fittizio insieme, che in un istante si trasforma da persona conosciuta in un'entità estranea e inafferrabile, più di qualsiasi evento naturale mille miglia lontano da noi e dalla nostra facoltà di immaginare. |
F802 (1864) / J1103 (1866)
The spry Arms of the Wind If I could crawl between I have an errand imminent To an adjoining Zone - I should not care to stop, My Process is not long The Wind could wait without the Gate Or stroll the Town among. To ascertain the House |
Fra le vivaci Braccia del Vento Se potessi insinuarmi Avrei una commissione in sospeso In una Zona adiacente - Non dovrei fermarmi, Il Procedimento non è lungo Il Vento potrebbe aspettare fuori del Cancello O girovagare per la Città. Accertare la Dimora |
Un viaggio breve e immateriale, sulle ali del vento, soltanto per accertare se di là è tutto in ordine, se in quel posto vicino a quello in cui abitiamo noi, ma dove non è facile andare e poi tornare, esiste veramente una casa e se dentro quella casa c'è l'anima che ci interessa. |
F803 (1864) / J835 (1864)
Nature and God - I neither knew Yet Both so well knew Me They startled, like Executors Of My identity - Yet Neither told - that I could learn - |
Natura e Dio - nessuno dei due conoscevo Ma Entrambi così bene conoscevano Me Che mi spaventarono, come Esecutori Della Mia identità - Ma Nessuno dei due rivelò - che avevo imparato - |
Il testo riportato sopra è quello trascritto nei fascicoli nel 1865. Un'altra copia (datata all'anno precedente) fu inviata a Samuel Bowles, senza divisione in strofe e con una variante al verso 4: "an" ("una") al posto di "My". |
Difficile, se non impossibile, conoscere veramente la natura e Dio (ma anche la vera natura di Dio). Di una vediamo ciò che gli occhi ci rimandano, dell'altro possiamo soltanto supporre l'esistenza. Eppure li sentiamo sempre intorno e dentro di noi e quasi ci spaventano, come se fossero loro a guidarci, anche al di là della nostra volontà. Ma nel contempo ci sentiamo al sicuro, perché la loro esistenza così fuori dai canoni quotidiani ci permette di avere con loro un rapporto intimo, lontano dagli occhi indiscreti degli altri. |
F804 (1864) / J829 (1864)
Ample make this Bed, Make this Bed with Awe - In it, wait till Judgment Break Excellent, and Fair - Be it's Mattrass straight - |
Ampio fa' questo Letto, Fa' questo Letto con Reverenza - In esso, aspetta finché il Giudizio Prorompa Eccellente, e Giusto - Sia il Materasso spianato - |
Quattro copie: |
La tomba diventa un letto fatto con scrupolo e timore reverenziale (quest'ultima è la traduzione più corretta per "awe", ho semplificato per non allungare troppo il verso), dove aspettare con fiducia il giorno del giudizio, senza lasciare che nemmeno i fenomeni naturali (fantasiosa e molto bella l'immagine del "giallo rumore dell'alba") disturbino la tranquilla uniformità di quel suolo. |
F805 (1864) / J1096 (1866)
These Strangers, in a foreign World, Protection asked of me - Befriend them, lest yourself in Heaven Be found a Refugee - |
Questi Sconosciuti, in un Mondo straniero, Protezione chiesero a me - Sii loro amico, affinché tu stesso in Cielo Non sia ritenuto un Esule - |
Accogliere il diverso, lo straniero, è dovere di tutti, anche perché la ricompensa sarà non essere trattati anche noi da esuli in cielo. |
F806 (1864) / J994 (1865)
Partake as doth the Bee - Abstemiously. A Rose is an Estate - In Sicily - |
Prendine come fa l'Ape - Moderatamente. Una Rosa è un Patrimonio - In Sicilia - |
Il testo riportato sopra è quello nei fascicoli, dove c'è una variante per gli ultimi due versi: "I know the Family / in Tripoli." ("Conosco la Famiglia / a Tripoli."). C'è anche un altro manoscritto autografo, rimasto tra le carte di ED, probabile brutta copia di un biglietto (perduto) inviato, insieme a un mazzo di fiori, al cugino Perez Dickinson Cowan, studente presso l'Amherst College, che il 26 aprile 1864 scrive nel suo diario: "They were very fine indeed heliotrope - hyacinths - verbena - geranuium fuchsia etc & sent with it one of the nicest notes - worded thus [segue il testo del biglietto]" (Jay Leyda, The Years and Hours of Emily Dickinson, Yale University Press, New Haven, 1960, vol. II, pag. 87). |
Uno dei biglietti che accompagnavano fiori. Stavolta la cosa è certa, visto che è registrata nel diario del destinatario. La Sicilia dell'ultimo verso è il paese esotico, del sole e del caldo, dove una rosa è da considerarsi un bene prezioso, da gustare con moderazione. Nella variante della copia nei fascicoli scompare il riferimento al fiore, ed è la famiglia dell'ape a essere accostata all'esotismo mediterraneo, spostato di qualche chilometro. |
F807 (1864) / J821 (1864)
Away from Home, are They and I - An Emigrant to be In a Metropolis of Homes Is easy, possibly - The Habit of a Foreign Sky |
Lontani da Casa, siamo Loro ed io - Essere un Emigrante In una Metropoli di Case È facile, forse - L'Abitudine a un Cielo Straniero |
Scritta nell'aprile del 1864, all'inizio del primo soggiorno a Cambridge, vicino a Boston, dove ED era andata per curare una malattia degli occhi e dove resterà fino a novembre. L'anno successivo ci fu un nuovo soggiorno a Cambridge, da aprile a ottobre, sempre per la stessa cura. |
ED si sposta da casa per uno dei tre viaggi che fece in tutta la sua vita e subito la nostalgia si fa sentire. |
F808 (1864) / J- /
The lovely flowers embarrass me, They make me regret I am not a Bee - |
Gli incantevoli fiori mi imbarazzano, Mi fanno rammaricare di non essere un'Ape - |
In una lettera alla zia Lucretia Bullard (sorella del padre) del 1864 (L1047). I versi sono all'inizio, seguiti da: "Was it my blame or Nature's? / Thank you, dear Aunt, for the thoughtfulness, I shall slowly forget - / The beautiful Plant would entice me, did I obey myself, but the Doctor is rigid. / Will you believe me grateful, who have no Argument? / Truly, / Emily." ("È stata mia la colpa o della natura? / Grazie, cara Zia, per il pensiero, lo dimenticherò lentamente - / La bellissima Pianta mi attirerebbe, se dovessi obbedire a me stessa, ma il Dottore è rigido. / Mi crederai grata, anche se non ho Argomenti? / Sinceramente, / Emily.") |
Il ringraziamento per l'invio di un pianta diventa il rimpianto di non essere in grado di goderne, di dover seguire le severe istruzioni del medico, che aveva proibito anche la lettura e la scrittura, i fiori forse più amati da ED. |
F809 (1864) / J901 (1864)
Sweet, to have had them lost For news that they be saved - The nearer they departed Us, The nearer they, restored, Shall stand to Our Right Hand - Most precious are the Dead - Next precious Those that rose to go - Then thought of Us, and stayed - |
Dolce, averne provato la perdita Per l'annuncio di come siano salvi - Tanto vicini si allontanarono da Noi, Quanto vicini, restituiti, Rimarranno alla Nostra Destra - I più preziosi sono i Morti - Subito dopo Quelli che si alzarono per andare - Poi pensarono a Noi, e rimasero - |
Due manoscritti: uno piegato come se dovesse essere spedito, ma rimasto in possesso di ED (la versione qui riportata) e uno nei fascicoli, suddiviso in due strofe di quattro versi (il settimo e l'ottavo uniti) e con due varianti (oltre a quelle nella punteggiatura): al verso 1 "Good" ("Bello") al posto di "Sweet" e al verso 7 (8 nella versione qui riportata) "turned" ("si voltarono") al posto di "rose" (ma con ques'ultimo termine indicato come alternativa). |
Il dolore per la morte delle persone care diventa dolce, pensando a come esse siano ora in salvo e, soprattutto, a quando le ritroveremo, vicine quanto lo sono state nel corso della vita. Sono loro le cose più preziose che abbiamo, ma subito dopo vengono coloro che per amor nostro rinunciarono a quel viaggio. |
F810 (1864) / J864 (1864)
The Robin for the Crumb Returns no syllable But long records the Lady's name In Silver Chronicle. |
Il Pettirosso per la Briciola Non replica sillaba Ma a lungo imprime il nome della Dama In Argentee Cronache. |
Il testo riportato sopra è quello nei fascicoli. Un'altra copia fu inviata alla zia Lucrezia Bullard mentre ED era a Cambridge per curarsi gli occhi (L1048). |
La vera gratitudine non è quella immediata (lo spazio di una sillaba, di un semplice grazie), ma quella che si imprime nella memoria e dura nel tempo (come l'argenteo canto del pettirosso, che celebra la dama che lo ha nutrito). |
F811 (1864) / J930 (1864)
There is a June when Corn is cut And Roses in the Seed - A Summer briefer than the first But tenderer indeed As should a Face supposed the Grave's Two Seasons, it is said, exist - May not our Second with it's First |
C'è un Giugno quando il Grano è tagliato E le Rose nel Seme - Un'Estate più breve della prima Ma più tenera in verità Come se un Volto creduto nella Tomba Due Stagioni, si dice, esistono - Non potrebbe la Seconda con la Prima |
Il testo riportato sopra è quello trascritto nei fascicoli nel 1865. Il primo verso è anche in una lettera a Susan del giugno 1864 (L292) spedita da Cambridge, dove ED stava curando i suoi disturbi agli occhi: "I knew it was 'November', but then there is a June when Corn is cut, whose option is within." ("Sapevo che era 'Novembre', ma poi c'è un Giugno quando il Grano è tagliato, la cui opzione è interiore."). |
Nelle prime due strofe la descrizione di due estati: quella canonica che va da giugno ad agosto, e l'altra, l'indian summer (o estate di San Martino) che talvolta ci sorprende al limitare dell'inverno, come se all'improvviso ricomparisse qualcuno che credevamo morto. Nelle due strofe finali le due estati diventano metafora delle due parti della nostra esistenza: la prima è quella infinita e atemporale dell'immortalità, della certezza di una luce forte e calda a cui non seguirà mai il gelo dell'inverno; la seconda è quella caduca e breve della nostra esistenza terrena, che ogni volta ci ammalia e ci commuove con il suo spettacolo di improvvisa rinascita, anche se poi sappiamo di dover affrontare il gelo dell'inverno. Insomma, l'estate eterna ci attira, se dovessimo scegliere la preferiremmo all'altra, ma, ci chiediamo, perché non può esistere un modo per averle entrambe? Non si potrebbe entrare nell'estate eterna portando con sé almeno il ricordo di quella terrena, così capricciosa ma anche così tenera? |
F812 (1864) / J826 (1864)
Love reckons by itself - alone - "As large as I" - relate the Sun To One who never felt it blaze - Itself is all the like it has - |
L'Amore si valuta in sé - da solo - "Grande come me" - direbbe il Sole A Chi non l'ha mai sentito bruciare - Se stesso è tutto ciò che ha di simile - |
L'amore è qualcosa che difficilmente di può tradurre in parole, se ne può avvertire la grandezza soltanto quando lo proviamo. Cercare di definirlo sarebbe come spiegare il sole a chi non ne ha mai provato la fiamma, e lo stesso sole, così come l'amore, non potrebbe dire altro di sé che "grande come me", perché l'uno e l'altro non hanno simili a cui paragonarsi. |
F813 (1864) / J837 (1864)
How well I knew Her not Whom not to know - has been A Bounty in prospective - now Next door to mine, the pain - |
Non ho mai conosciuto Colei Che non conoscere - era stata Una Ricompensa in prospettiva - ora Nella porta accanto alla mia, la pena - |
Inviata a Maria Whitney quando morì la sorella, Sarah Learned, il 9 luglio 1864. Un'altra copia è nei fascicoli, con varianti minime nella punteggiatura e nell'uso delle maiuscole. |
ED invia questa poesia a Maria Whitney, amica di Samuel Bowles, per la morte della sorella e riesce a volgere in positivo il fatto di non averla mai conosciuta, visto che non conoscerla lasciava aperta la possibilità di farlo in futuro. Una sorta di riproposizione del tema del desiderio che soddisfa più del suo soddisfacimento. |
F814 (1864) / J832 (1864)
Soto! Explore thyself! Therein thyself shalt find The "Undiscovered Continent" - No Settler had the Mind. |
Soto! Esplora te stesso! Dentro te stesso troverai Il "Continente Inesplorato" - Che mai Colono immaginò. |
Il testo riportato sopra è quello trascritto nei fascicoli nel 1865. Esistono altre due copie (datate all'anno precedente), una inviata al fratello Austin e l'altra rimasta tra le carte di ED, con la prima parola della poesia tra virgolette e senza punto esclamativo. |
Hernando de Soto (1496-1542) era un conquistatore ed esploratore spagnolo, che prese parte alla conquista del Perù e poi esplorò la Florida e la regione meridionale del Mississippi. ED lo fa diventare simbolo di chi esplora il mondo esterno, per dirci che il vero continente inesplorato, nel quale sicuramente saremo i primi ad entrare, è quello che abbiamo dentro di noi. |
F815 (1864) / J830 (1864)
To this World she returned But with a tinge of that - A Compound manner, As a Sod Espoused a Violet, That chiefer to the Skies Than to Himself, allied, Dwelt hesitating, half of Dust - And half of Day, the Bride. |
A questo Mondo ella è tornata Ma con una sfumatura di quello - Un aspetto Composito, Come un Grumo d'Erba Sposato a una Violetta, Che più strettamente ai Cieli Che a Lui stesso, unita, Indugi esitante, metà della Polvere - E metà del Giorno, la Sposa. |
La poesia fu inviata, come la J831-F946, a Gertrude Vanderbilt, ferita il 20 marzo 1864 da un colpo di pistola sparato alla sua cameriera da uno spasimante respinto. La Vanderbilt stette per diverso tempo fra la vita e la morte e si riprese definitivamente a settembre. |
Il faticoso ritorno alla vita è descritto con due immagini molto efficaci: la sfumatura dell'altro mondo che il redivivo porta con sé, e la violetta sposata al terreno, che esita fra i cieli e la terra. |
F816 (1864) / J818 (1864)
I could not drink it, Sweet, Till You had tasted first, Though cooler than the Water was The Thoughtfulness of Thirst. |
Non potevo berla, Tesoro, Finché Tu non l'avessi gustata per prima, Sebbene più fresca dell'Acqua fosse L'Ansia di Bere. |
Il testo riportato sopra è quello trascritto nei fascicoli. Un'altra copia fu inviata a Susan (L287) con una variante nel primo verso: "Sue" al posto di "Sweet". |
Un biglietto che accompagnava una bevanda preparata da ED per la cognata? O qualche altra cosa che ED voleva far vedere subito, e prima, a Susan, pur desiderando farlo anche lei (vedi gli ultimi due versi)? È una di quelle poesie legata probabilmente a qualcosa di concreto, difficilmente ricostruibile. |
F817 (1864) / J822 (1864)
This Consciousness that is aware Of Neighbors and the Sun Will be the one aware of Death And that itself alone Is traversing the interval How adequate unto itself Adventure most unto itself |
Questa Coscienza che è consapevole Del Prossimo e del Sole Sarà l'unica consapevole della Morte E quella che da sola Attraverserà l'intervallo Quanto adeguate a se stessa Avventura soprattutto dentro di sé |
Nel momento della morte si è completamente soli. Soltanto la nostra coscienza sarà consapevole di quell'attimo che ci farà oltrepassare il confine che divide il mondo dell'esperienza, quello che viviamo tutti i giorni, da quell'esperimento senza repliche, di una insondabile profondità, a cui tutti gli uomini sono destinati. E nessuno potrà mai dirci, prima di quell'attimo, se il nostro io sarà all'altezza di quel momento; solo la coscienza, forse, riuscirà a scoprirlo, ma anch'essa senza aver avuto modo di saperlo prima, perché l'anima è condannata ad essere soprattutto testimone di se stessa, senza la possibilità di essere assistita da nient'altro se non dalla propria intima essenza. |
F818 (1864) / J817 (1864)
Given in Marriage unto Thee Oh thou Celestial Host - Bride of the Father and the Son Bride of the Holy Ghost - Other Betrothal shall dissolve - |
Data in Matrimonio a Te Oh tu Ostia Celeste - Sposa del Padre e del Figlio Sposa dello Spirito Santo - Le altre Promesse si scioglieranno - |
Nelle note dell'edizione curata da Bianca Tarozzi si legge: "Poesia che è stata definita 'più cattolica che congregazionalista' (J. D. Eberwein, Dickinson: Strategies of Limitation, Amherst, University of Massachusetts Press, 1985) e che utilizza, secondo la tradizione biblica, la metafora dell'amore terreno per la definizione dell'amore di Dio. Uno dei rari esempi in cui il tema religioso non è stravolto dall'ironia." |
F819 (1864) / J815 (1864)
The Luxury to apprehend The Luxury 'twould be To look at Thee a single time An Epicure of Me In whatsoever Presence makes The Luxury to meditate On plainer Days, whose Table far |
Il Lusso di concepire Il Lusso che sarebbe Guardarti un'unica volta Un'Epicurea di Me In Presenza di chiunque fa Il Lusso di meditare Ai più comuni Giorni, la cui Tavola per |
Franklin elenca cinque copie di questa poesia: |
Uno sguardo all'amato, anche un solo sguardo, trasformerebbe chi ama in un'epicureo, dimentico di qualsiasi altro cibo all'infuori di quello. E anche dopo quello sguardo, la semplice consapevolezza del ricordo di essersi cibata di quel volto riesce comunque a colmare totalmente la tavola di tutti i giorni. |
F820 (1864) / J827 (1864)
The only news I know Is Bulletins all Day From Immortality. The only Shows I see - The only one I meet If other news there be - |
Le sole nuove che conosco Sono i Bollettini di ogni Giorno Dall'Immortalità. I soli Spettacoli che vedo - Il solo essere che incontro Se altre nuove ci fossero - |
La prima strofa è in una lettera inviata a Higginson nel giugno 1864 (L290), mentre ED era a Cambridge per curarsi gli occhi e Higginson era da poco in congedo dopo essere stato ferito a luglio dell'anno precedente. |
L'esistenza come traversata ripetitiva (v. 5) e solitaria (v. 7) verso quell'incerto approdo che è l'eternità (v. 6, che ha due varianti: una meno incerta: "Three - with Eternity" e una che si può inserire fra le due: "And some Eternity"). Bacigalupo fa giustamente notare il "consueto umorismo serissimo di E.D." nell'ultima strofa. |
F821 (1864) / J961 (1864)
Wert Thou but ill - that I might show thee How long a Day I could endure Though thine attention stop not on me Nor the least signal, Me assure - Wert Thou but Stranger in ungracious country - Accused - wert Thou - and Myself - Tribunal - The Tenant of the narrow Cottage, wert Thou - No Service hast Thou, I would not achieve it - |
Non fossi Tu che ostile - potrei mostrarti Che lunghi Giorni resisterei Malgrado la tua attenzione non si fermi su di me Né il minimo segnale, Mi rassicuri - Non fossi Tu che Straniero in un paese inospitale - Accusato - fossi Tu - e Io stessa - il Tribunale - L'Abitante del piccolo Casolare, fossi Tu - Non c'è Compito, che non affronterei per Te - |
Cinque strofe: ciascuna un'appassionata offerta d'amore senza riserve. Nella prima l'attesa e la rinuncia vissute senza dubbi o impazienze. Nella seconda il premio di uno sguardo senza altro da chiedere. Nella terza l'appassionata condivisione di ogni sventura. Nella quarta l'offerta di un amore che non teme l'umiltà. Nell'ultima l'identificazione implicita della morte come mancanza d'amore e della vita come suo esplicito sinonimo. |
F822 (1864) / J962 (1864)
Midsummer, was it, when They died - A full, and perfect time - The Summer closed upon itself In Consummated Bloom - The Corn, her furthest Kernel filled |
Mezza Estate, era, quando morirono - Un pieno, e perfetto periodo - L'Estate chiusa in se stessa In Compiuta Fioritura - Il Grano, le sue ultime Spighe riempiva |
La natura è indifferente alla morte, l'estate fiorisce nella sua completezza senza curarsi di coloro che muoiono. Ma anche la natura segue il ciclo vita-morte, come il grano, che sembra sbrigarsi a riempire le sue spighe prima di essere falciato ("flail" significa letteralmente "correggiato" - ovvero un attrezzo agricolo per battere le spighe di grano - ho preferito tradurre con "falce" per assonanza fonetica, visto che il senso del verso mi sembra non soffrirne), mentre chi muore si avvia verso la perfezione attraversando l'indistinta strada del sepolcro. |
F823 (1864) / J902 (1864)
The first Day that I was a Life I recollect it - How still - That last Day that I was a Life I recollect it - as well - 'Twas stiller - though the first This - was my finallest Occasion - "Which choose I"? |
Il primo Giorno in cui fui una Vita Lo rammento - Come quieto - L'ultimo Giorno in cui fui una Vita Lo rammento - pure - Era più quieto - ma anche il primo Quella - fu la mia estrema Occasione - "Chi scelgo io?" |
Nelle prime due strofe un confronto tra il momento della nascita e quello della morte. Entrambi, uno perché non conosciamo le ansie della vita, l'altro perché le stiamo lasciando, sono tranquilli, privi di quell'affanno che mentre viviamo ci portiamo dietro. C'è comunque una differenza, il primo è pieno delle aspettative di una vita da vivere mentre il secondo ha il vuoto davanti. |
F824 (1864) / J963 (1864)
A nearness to Tremendousness - An Agony procures - Affliction ranges Boundlessness - Vicinity to Laws Contentment's quiet Suburb - |
La prossimità alla Terribilità - Un'Agonia procura - L'Afflizione si aggira nella Sconfinatezza - La vicinanza alle Leggi Quieto Sobborgo dell'appagamento - |
La terribilità del primo verso è il luogo dell'agonia, dell'afflizione, perché è l'accostarsi ai misteri che rodono ogni mente raziocinante, quando tenta di percorrere le strade sconfinate della conoscenza e del dubbio. Il suo contrario, la vicinanza, nel senso di acquiescenza, alle leggi immutabili e rassicuranti che regolano la nostra vita concreta (le convenzioni sociali) e spirituale (la fede) è invece il luogo tranquillo e sereno dell'appagamento, rinchiuso però in confini ristretti e ben delimitati. Perciò il luogo dell'afflizione, del dubbio, non può essere misurato con i metri a cui siamo abituati, né rinchiuso in acri concreti e ben delimitati dalle leggi, la sua sola possibile collocazione è, con un geniale paradosso, l'illocalità, un non-luogo che rappresenta, nella sua irrappresentabilità, l'illimitata sfera d'azione della mente umana. |
F825 (1864) / J964 (1864)
"Unto Me"? I do not know you - Where may be your House? "I am Jesus - Late of Judea - Wagons - have you - to convey me? "Arms of Mine - sufficient Phaeton - I am spotted - "I am Pardon" - |
"A Me?" Io non ti conosco - Dove sta la tua Casa ? "Io sono Gesù - Un tempo di Giudea - Carri - hai tu - per portarmi? "Le Mie Braccia - Cocchio sufficiente - Sono macchiata - "Io sono il perdono" - |
Siamo chiamati a fare l'ultimo viaggio, ma non è la morte a venirci a prendere, è direttamente Cristo. Dapprima siamo un po' increduli, "unto me?" fa pensare a qualcuno additato che si guarda intorno per capire se è proprio lui ad essere chiamato, poi sospettosi: "ma tu chi sei, dove vorresti portarmi?" Anche quando il misterioso visitatore si presenta, con nome, luogo di nascita e domicilio attuale, restiamo in dubbio: "ma sei sicuro di essere capace di portarmi fin laggiù?". Quando Cristo, pazientemente, ci rassicura circa le sue notevoli esperienze di traghettatore verso l'aldilà cerchiamo comunque di schermirci: "guarda che ho molte macchie sulla coscienza, sono insignificante, sei proprio sicuro di volermi?". Ma non c'è niente da fare, Cristo è buono, pratica il perdono, ma in queste cose è inflessibile, e nell'ultimo verso, appena mitigato da quella frase che lo precede, così consolante ma che appare proprio come un contentino finale, ci dice chiaramente "ora basta con le chiacchiere, andiamo." |
F826 (1864) / J965 (1864)
Denial - is the only fact Perceived by the Denied - Whose Will - a numb significance - The Day the Heaven died - And all the Earth strove common round - |
La Negazione - è il solo fatto Percepito da chi la subisce - La cui Volontà - un inerte significato - Il Giorno in cui il Cielo morì - E tutta la Terra si sforzò di girare come sempre - |
Sembra quasi un'immagine complementare alla precedente (nei fascicoli sono una di seguito all'altra). In quella un colloquio diretto e senza fronzoli con un Cristo che ci viene a prendere, in questa la morte vista come definitiva negazione della vita per la quale la nostra voglia di immortalità ha ben poca importanza; ciò che viene percepito da chi subisce questa negazione totale e definitiva è il fatto in sé, l'essere strappato alla propria casa, al proprio focolare. |
F827 (1864) / J966 (1864)
All forgot for recollecting Just a paltry One - All forsook, for just a Stranger's New Accompanying - Grace of Wealth, and Grace of Station Home effaced - Her faces dwindled - Dropped - my fate - a timid Pebble - |
Tutto dimenticai per ricordare Solo un indegno Qualcuno - Tutto abbandonai, solo per la Compagnia Di uno Straniero appena arrivato - La Grazia della Ricchezza, e la Grazia del Ceto La Casa scomparve - I suoi volti svanirono - Lasciai cadere - il mio fato - un timido Ciottolo - |
Errante cita, come probabile riferimento, un passo dall'Otello di Shakespeare, atto I, scena I, Roderigo a Brabanzio (134 e segg.): "Your daughter, if you have not given her leave, / I say again, hath made a gross revolt; / Tying her duty, beauty, wit and fortunes / In an extravagant and wheeling stranger" ("Vostra figlia, se non le avete dato voi il permesso, ripeto, ha fatto un bel colpo di testa, vincolando i suoi doveri, nonché la sua bellezza, intelligenza e ricchezza, ad uno stravagante straniero giramondo..."). |
Il riferimento di Errante a Desdemona, l'eroina shakespeariana che s'innamora di un moro estraneo al suo mondo, si adatta molto bene a questa poesia, dove l'amore è visto come un sentimento che non tiene conto di nulla se non della sua esistenza. |
F828 (1864) / J904 (1864)
Had I not This, or This, I said, Appealing to Myself, In moment of prosperity - Inadequate - were Life - "Thou hast not Me, nor Me" - it said, My need - was all I had - I said - But diligence - is sharper - |
Non avessi Questo, o Questo, dissi, Rivolgendomi a Me stessa, In un momento di prosperità - Inadeguata - sarebbe la Vita - "Tu non hai né Me, né Me" - dissero, Il mio bisogno - era tutto ciò che avevo - dissi - Ma la diligenza - è più acuta - |
Nei momenti di abbondanza talvolta ci chiediamo quanto sarebbe adeguata una vita senza tutto quello che abbiamo. Ma nei momenti di rovescio ci dobbiamo appellare a noi stessi, per non perdere la forza di andare avanti; in quei momenti ci sembra quasi di sentire le cose che non abbiamo, o che non abbiamo più, chiedersi come mai possiamo fare a meno di loro senza perdere la nostra voglia di fare. È come se ci chiedessero: "ma allora non era vero che avevi bisogno di noi". La risposta è che il bisogno resta inalterato, non diminuisce semplicemente perché sono scomparse le cose che avevamo prima ma, proprio perché quel bisogno è sempre presente ed è più difficile da soddisfare, in quei momenti dobbiamo aguzzare il nostro ingegno, dobbiamo adattarlo alle poche opportunità che abbiamo e non rassegnarci al peggio, a una situazione che ci ha fatti tornare indietro, perché questo significherebbe indebolire le nostre possibilità di riconquistare la posizione che avevamo in precedenza. |
F829 (1864) / J905 (1864)
Between My Country - and the Others - There is a Sea - But Flowers - negotiate between us - As Ministry. |
Fra il Mio Paese - e gli Altri - C'è un Mare - Ma i Fiori - negoziano tra noi - Come Ministri. |
Nella prima edizione, (Unpublished Poems of Emily Dickinson, a cura di Martha Dickinson Bianchi e Alfred Leete Hampson, Little Brown, Boston, 1935) c'è la seguente annotazione: "In the old grave-yard." ("Nel vecchio cimitero"). |
La distanza infinita ("un mare") che separa i "paesi" del primo verso, e i fiori che assumono la veste di mediatori, rendono plausibile l'annotazione della prima edizione. Può comunque essere letta come l'immagine di una lontananza, che può essere quella che separa il nostro mondo da quello dei defunti in un cimitero, ma anche riferita a qualcuno che è lontano fisicamente, mitigata da qualcosa che riesce non a colmare ma almeno a ridurre quel mare. |
F830 (1864) / J906 (1864)
The Admirations - and Contempts - of time - Show justest - through an Open Tomb - The Dying - as it were a Hight Reorganizes Estimate And what We saw not We distinguish clear - And mostly - see not What We saw before - 'Tis Compound Vision - |
L'Ammirazione - e il Disprezzo - del tempo - Si stagliano - attraverso una Tomba Aperta - Il Morire - come fosse un'Altura Riorganizza le nostre Stime E ciò che non vedevamo Distinguiamo chiaramente - E in gran parte - non vediamo Ciò che vedevamo prima - È una Visione Composita - |
Solo nel momento della morte, quando ci troveremo davanti a una tomba spalancata che ci attende, potremo capire molte delle cose che sono rimaste oscure durante la nostra vita. In primo luogo il mistero dell'eternità, di un tempo infinito che insieme ci attrae per quello che ci promette e ci respinge per il buio che vediamo oltre la vita. Il morire sarà come salire in alto, su un'altura che domina il tutto; da lì potremo vedere con chiarezza tutto ciò che era rimasto celato ai nostri occhi, che avevamo solo immaginato, e ciò che vedremo sarà quasi del tutto nuovo per noi, perché sarà molto diverso da quello che vedevamo prima. È difficile descrivere tutto questo. Possiamo soltanto immaginare una visione composita, una luce che non illumina altro che se stessa, un concetto di finito che si alimenta d'infinito, un vedere con i nostri occhi mortali il concavo e il convesso che si uniscono in un'unica testimonianza del vero, finalmente chiara e intelligibile. E allora saremo in grado di superare quel tempo che si è finalmente stagliato così nitidamente attraverso la tomba aperta e viaggiare senza più distinzioni: indietro, verso il tempo che conoscevamo prima, e in avanti verso quel Dio che è il creatore e il padrone di quel tempo che si chiama eternità. |
F831 (1864) / J907 (1864)
Till Death - is narrow Loving - The scantest Heart extant Will hold you till your privilege Of Finiteness - be spent - But He whose loss procures you Until - Resemblance perfect - |
Fino alla Morte - è un limitato Amare - Il più scarso dei Cuori esistenti Ti reggerà finché il tuo privilegio Di Finitezza - sia spento - Ma Colui la cui perdita ti procura Finché - Somiglianza perfetta - |
Amare fino alla morte è troppo facile. Qualunque cuore, anche il più scarso, è capace di amare finché l'amato non esaurisce il privilegio di vivere. L'amore vero è quello la cui perdita lascia dietro di sé un'assoluta indigenza, alla quale, da quel momento in poi, la vita, di per sé ormai priva di qualsiasi attrattiva, si conforma. Finché chi ha amato, in perfetta somiglianza con la vita ormai "indigente", rinuncia alle gioie della vita e si lascia morire, perché è questo l'unico modo di seguire l'amato. Solo questo è un atto, certo e provato, d'amore. |
F832 (1864) / J908 (1864)
'Tis Sunrise - Little Maid - Hast Thou No Station in the Day? 'Twas not thy wont, to hinder so - Retrieve thine industry - 'Tis Noon - My little Maid - My little Maid - 'Tis Night - Alas |
È l'Alba - Piccola Fanciulla - Non Hai Tu Un'Occupazione per la Giornata? Non era tua abitudine, indugiare così - Riprendi il tuo lavoro - È Mezzogiorno - Mia piccola Fanciulla - Mia piccola Fanciulla - È Notte - Ahimè |
Una piccola fanciulla, che muore prima di aver gustato l'odore del giglio di nozze e il piacere dell'ape che si congiunge al fiore (qui l'ape mi sembra un chiaro simbolo sessuale). La sua morte è stata improvvisa, niente l'aveva annunciata. Se ne avessimo avuto sentore non avremmo certo potuto convincerla a non morire, ma almeno avremmo avuto il tempo di assisterla in quei momenti che hanno chiuso per lei tutti gli spiragli di luce (l'alba, il giorno, il mezzogiorno, il mattino) sostituendoli con la notte eterna. |
F833 (1864) / J967 (1864)
Pain - expands the Time - Ages coil within The minute Circumference Of a single Brain - Pain contracts - the Time - |
La Pena - espande il Tempo - Ere si avvolgono dentro La minuta Circonferenza Di un singolo Cervello - La Pena contrae - il Tempo - |
Due strofe con due immagini che danno una visione cosmica della pena. Da una parte un dilatarsi del tempo, un avvolgersi di ere all'interno di ogni più minuscola porzione di cervello, come se un'eternità si impadronisse della mente, moltiplicando se stessa all'infinito. Dall'altra, qualcosa che appare il contrario ma che altro non è se non l'immagine speculare di quella precedente. Qui la pena contrae il tempo, tutti i gradi delle molteplici eternità ("gammuts" è un termine musicale che indica la gamma entro cui si sviluppa l'intera serie tonale, ovvero le sette note), impegnate a parare quel colpo improvviso (ED usa "shot", che letteralmente significa "sparo, colpo d'arma da fuoco") si congelano in un istante senza tempo, come se non fossero mai esistite. |
F834 (1864) / J968 (1864)
Fitter to see Him, I may be For the long Hindrance - Grace - to Me - With Summers, and with Winters, grow, Some passing Year - A trait bestow To make Me fairest of the Earth - Time's to anticipate His Gaze - He left behind One Day - So less I only must not grow so new I only must not change so fair If He perceive the other Truth - How sweet I shall not lack in Vain - |
Più degna di vederlo, potrò essere Perché il lungo Impedimento - la Grazia - in Me - Con Estati, e con Inverni, farà crescere, Trascorso qualche Anno - Un aspetto mi darà Da farmi la più bella della Terra - È tempo di pregustare il Suo Sguardo - Lasciata dietro di sé Un Giorno - Tanto minore Io devo solo non diventare così nuova Io devo solo non tramutarmi in così bella Se Egli percepirà l'altra Verità - Com'è dolce non essersi privata Invano - |
La rinuncia, la privazione, l'attesa, diventano beni da custodire gelosamente, perché trasformano chi aspetta in qualcosa di molto più prezioso. E nell'attesa si può pregustare quello sguardo, che sarà prima deliziato, poi sorpreso da quella metamorfosi che rende quasi irriconoscibile colei che sembra al primo sguardo così diversa da come la si è lasciata, tanto che gli occhi indagano a fondo prima di essere certi che sia la stessa persona. Una sola cosa bisogna evitare: una trasformazione troppo radicale, che gli impedisca di rendersi conto di essere di fronte alla stessa persona. Ma non succederà. Ci penserà l'amore a rendere perfetto il momento dell'incontro, quando lui capirà che quella verità che sembra nuova, altra, è il frutto della maturità, di quella seconda giovinezza più consapevole, e perciò più grande, prodotta dal lungo tempo trascorso. Per questo è dolce sapere che la privazione non è stata vana, capire che perdendo si può guadagnare, che soffrendo si può ottenere quella bellezza che sia il compenso migliore per colui che torna, la bellezza di un bisogno, di un desiderio, tenuto in disparte, lasciato a riposo, perché quella privazione faccia risplendere in tutto il suo fulgore il momento dell'appagamento. |
F835 (1864) / J969 (1864)
He who in Himself believes - Fraud cannot presume - Faith is Constancy's Result - And assumes - from Home - Cannot perish, though it fail |
Colui che in Se stesso crede - Frode non può presumere - La Fede è il Risultato della Costanza - E arguisce - dal suo Rifugio - Non può perire, benché fallisca |
Chi crede profondamente, chi ha un credo radicato in sé, non teme la frode o l'inganno, perché la fede si nutre di ferma perseveranza e trae alimento dalla casa in cui si è rifugiata, ovvero il cuore e l'anima dell'uomo. E la fede non può essere distrutta; anche se spesso fallisce non accade mai che scompaia la sua essenza, perché quando fallisce è sempre qualche altra cosa che ha deturpato la sua cristallina fermezza. |
F836 (1864) / J970 (1864)
Color - Caste - Denomination - These - are Time's Affair - Death's diviner Classifying Does not know they are - As in sleep - all Hue forgotten - If Circassian - He is careless - They emerge from His Obscuring - |
Colore - Casta - Denominazione - Queste - sono Faccende del Tempo - La più divina Classificazione della Morte Non conosce la loro esistenza - Come nel sonno - tutte le Tinte dimenticate - Se Circasso - non se ne cura - Emergono dal Suo Oscurare - |
Il tempo della vita suddivide, classifica in base al colore, alla casta, al nome. La morte ha una classificazione più divina, che sfugge alla nostra mente, che non ha certo i nostri stessi parametri. Le dita della morte, grandi perché estese dappertutto, democratiche perché si posano su tutti senza nessuna distinzione, rimuovono quel marchio che ci ha caratterizzati in vita. Qualsiasi crisalide (immagine molto efficace della nostra vita come bozzolo di un'altra) emerge da quell'oscurità come anonima farfalla e noi ci dobbiamo rassegnare a non saperne niente, a non poter penetrare il mistero con la nostra ragione, perché anche la nostra più analitica intuizione non riuscirà mai a sapere quelle cose che la morte sa così bene. |
F837 (1864) / J909 (1864)
I make His Crescent fill or lack - His Nature is at Full Or Quarter - as I signify - His Tides - do I control - He holds superior in the Sky But since We hold a Mutual Disc - |
Rendo la Sua Falce colma o scarna - La Sua Natura è nel Pieno O al Quarto - come io stabilisco - Le Sue maree - controllo - Si mantiene altera nel Cielo Ma poiché abbiamo un Disco Reciproco - |
La Terra, con la sua ombra, determina le fasi della Luna, così come la sua rotazione ne determina il crescere e il calare. L'atmosfera poi fa sì che la Luna sia limpida e altera nel cielo oppure proceda brancolando dietro le schermo di insignificanti nubi, o nel mezzo di colonne di pigra foschia. Questo è ciò che appare stando dalla nostra parte; ma in realtà il rapporto è reciproco: ciascuna influenza l'altra, entrambe fronteggiano il giorno (ovvero la luce del Sole) e nessuna delle due può sapere chi ha in mano il bastone del comando. |
F838 (1864) / J971 (1864)
Robbed by Death - but that was easy - To the failing Eye I could hold the latest Glowing - Robbed by Liberty For Her Jugular Defences - Fraud of Distance - Fraud of Danger, Staking our entire Possession |
Derubata dalla Morte - ma era facile - Sull'Occhio che mancava Potevo reggere l'ultimo Bagliore - Derubata dalla Libertà Nelle Sue Giugulari Difese - La Frode della Distanza - la Frode del Pericolo, Puntare la nostra intera Proprietà |
Morire non è difficile, si può sempre sperare che l'ultimo bagliore illumini quella via sconosciuta e oscura. Si può anche sopportare di essere privati della libertà, di rinunciare allo scorrere libero nelle vene della vita (la giugulare è la vena più grande del nostro corpo, l'ultimo bastione in cui scorre il sangue prima di essere fermato) perché questa privazione può essere un preannuncio del riavvicinamento all'amato. Il riuscire a vincere l'inganno della distanza, di ciò che ci tiene lontani da quello che vorremmo, l'inganno del pericolo, che ogni volta ci pone di fronte a nuove prove, e l'ultimo inganno, quello della morte, è un compenso per quell'indistinta calamità che sentiamo sempre aleggiare su di noi: l'incertezza su tutto ciò che ci domandiamo e che desideriamo. La vita in fin dei conti non è altro che una scommessa su un risultato esile e incerto come un capello, sul quale facciamo dondolare la nostra ragione chiedendoci in ogni momento se riuscirà a resistere, e perciò a farci vincere la risposta alle nostre domande, o se invece si spezzerà lasciandoci cadere nel vuoto di un nulla senza risposte. |
F839 (1864) / J972 (1864)
Unfulfilled to Observation - Incomplete - to Eye - But to Faith - a Revolution In Locality - Unto Us - the Suns extinguish - |
Incompiuti all'Osservazione - Incompleti - allo Sguardo - Solo per la Fede - una Rivoluzione In uno Spazio - Da Noi - i Soli si estinguono - |
Il quotidiano nascere e morire del sole, e naturalmente delle nostre vite, risulta incomprensibile alla nostra mente concreta, come se riuscissimo ad afferrarne soltanto una frazione con i nostri sensi. Solo per la fede, che non ha niente a che fare con l'osservazione e lo sguardo, questo alternarsi è la naturale rivoluzione in uno spazio concreto, una "località" preludio a quella "illocalità" citata nella J963-F824. La nostra ragione riesce invece a cogliere soltanto il mistero di soli che si estinguono lasciandoci la loro notte, mentre continuano il loro ciclo illuminando orizzonti fuori della nostra portata, orizzonti che non potremo mai vedere. |
F840 (1864) / J924 (1864)
Love - is that later Thing than Death - More previous - than Life - Confirms it at it's entrance - And Usurps it - of itself - Tastes Death - the first - to hand the sting Then hovers - an inferior Guard - |
L'Amore - è quella Cosa che va oltre la Morte - Che precede - la Vita - La conferma al suo ingresso - E La usurpa - in sé - Assaggia la Morte - per primo - per porgere l'aculeo Poi vigila - inferiore Custode - |
L'amore sopravvive alla morte e precede la vita. Una vita che esiste soltanto in quanto esiste l'amore, che quasi ne usurpa l'essenza, compenetrandola in sé. E l'amore non si limita a riempire la nostra vita: intercetta per primo l'arrivo della morte per poterci poi porgere quell'aculeo che spegnerà la nostra esistenza, un breve intervallo che lui si incarica di spogliare degli arredi mortali e di consegnare a Dio. Poi, dopo la morte, vigila su quel carico che per lui, custode inferiore alla morte perché non può evitarla e deve chinare il capo di fronte ad essa, continua ad essere prezioso e merita di avere niente di meno del tutto. |
F841 (1864) / J925 (1864)
Struck, was I, nor yet by Lightning - Lightning - lets away Power to perceive His Process With Vitality - Maimed - was I - yet not by Venture - Robbed - was I - intact to Bandit - Yet was not the foe - of any - Most - I love the Cause that slew Me - Best - at Setting - as is Nature's - |
Colpita, fui, ma non dal Fulmine - Il Fulmine - sopprime Il Potere di percepire il Suo Processo Con il Vigore - Mutilata - fui - eppure non dal Caso - Derubata - fui - inviolata da Bandito - Eppure non ero nemica - di nessuno - Più di tutte - amo la Causa che Mi uccise - Più bello - al Tramonto - com'è sua Natura - |
Le prime tre strofe sembrano apparentemente costruite con lo stesso schema, visto che aprono tutte con verbi secchi (colpita, mutilata, derubata) e poi descrivono cosa "non" li ha provocati. Eppure sono tutte diverse. Nella prima ED descrive per tre versi il fulmine, spiegandoci che non può essere stato lui a colpirla, visto che è talmente vigoroso da annullare la nostra capacità di percepirlo: se ne fossimo colpiti la nostra consapevolezza cesserebbe prima di identificarlo. Nella seconda i non colpevoli diventano tre (il caso, la pietra di un ragazzo, il cacciatore) e al termine c'è una domanda che prelude al colpo di scena della quinta strofa, dove viene svelato chi è il "nemico" Nella terza i tre versi che seguono il primo non descrivono il soggetto che "non" è stato, ma spiegano che quel "derubata" va inteso in senso molto più ampio, come distruzione del proprio mondo concreto (rappresentato dalla "Mansion") e negazione di ogni luce. |
F842 (1864) / J926 (1864)
Patience - has a quiet Outer - Patience - Look within - Is an Insect's futile forces Infinites - between - 'Scaping one - against the Other |
La Pazienza - ha una quieta Esteriorità - La Pazienza - Guardala dentro - È un futile Manipolo d'Insetti Infiniti - insieme - Sfuggito uno - contro l'Altro |
La pazienza è una virtù che ci rende apparentemente quieti, tranquilli. Ma questa è solo l'esteriorità, dentro ribollono infiniti sentimenti che, proprio attraverso l'esercizio di questa virtù, tentiamo di trattenere. Ma dobbiamo stare attenti, farne sfuggire anche soltanto uno significa aprire uno spiraglio difficile da controllare. Per questo l'esercizio della pazienza non è altro che un sorriso esteriore che cerca di nascondere il ribollente fremito interiore. |
F843 (1864) / J978 (1864)
It bloomed and dropt, a Single Noon - The Flower - distinct and Red - I, passing, thought another Noon Another in it's stead Will equal glow, and thought no More The Sun in place - no other fraud Much Flowers of this and further Zones The single Flower of the Earth |
Sbocciò e appassì, un Singolo Meriggio - Il Fiore - netto e Rosso - Io, passando, pensai un altro Meriggio Un altro al suo Posto Ne eguaglierà lo splendore, e non ci pensai Più Il Sole a posto - né altro inganno Molti Fiori di questa e di altre Zone Il singolo Fiore della Terra |
Un fiore ci lascia poco tempo per coglierlo. Pensiamo che tanto potremo trovarne di altri ma invece, quando torniamo, troviamo soltanto l'immutabile ciclo della natura, senza però più quel fiore che avremmo potuto cogliere. Ci rimane il rimpianto, ormai inutile, di non aver capito, di essere passati frettolosamente senza aver saputo approfittare di quell'opportunità che ci veniva offerta, ormai non più ripetibile, perché qualsiasi altro fiore non potrà mai più essere come quello perduto. |
F844 (1864) / J979 (1864)
This Merit hath the Worst - It cannot be again - When Fate hath taunted last And thrown Her furthest Stone - The Maimed may pause, and breathe, |
Questo Merito ha il Peggio - Non può andare oltre - Quando il Fato ha finito di insultare E lanciato la Sua ultima Pietra - L'Azzoppato può fermarsi, e respirare, |
Nel manoscritto c'è una doppia variante per i versi 7/8: "invites no longer - / Than it evades [eludes] -" ("invita non più a lungo / Di quanto sfugge [si sottrae] -") al posto di "attracts no further / Than it resists". |
Chi è colpito dalla cosa peggiore che esista può consolarsi pensando che, in fin dei conti, ha sopportato il massimo e di più non potrà esserci. Una volta che gli insulti del destino siano arrivati all'apice ci si può rilassare, si può respirare, senza paura che accada qualcosa di peggiore, perché il segugio insegue il cervo finché questi gli resiste; quando lo vede ormai arreso perde interesse e rivolge altrove il suo famelico appetito. |
F845 (1864) / J920 (1864)
We can but follow to the Sun - As oft as He go down He leave Ourselves a Sphere behind - 'Tis mostly - following - We go no further with the Dust |
Possiamo solo inseguire il Sole - Tante volte quante tramonta Ci lascia di una Sfera indietro - È questo in gran parte - il seguire - Non andiamo più in là con la Polvere |
Il nostro essere fatti di polvere mortale non ci permette che di seguire il sole (qui inteso come metafora del divino) nel suo ripetuto cammino, ma restiamo sempre indietro, la sua sfera è irraggiungibile. Con le nostre forze possiamo ambire soltanto alle porte terrene, non a quelle riservate al divino, finché quelle porte si chiuderanno su di noi lasciandoci nel buio eterno. |
F846 (1864) / J794 (1863)
A Drop fell on the Apple Tree - Another - on the Roof - A Half a Dozen kissed the Eaves - And made the Gables laugh - A few went out to help the Brook The Dust replaced, in Hoisted Roads - The Breezes brought dejected Lutes - |
Una Goccia cadde sul Melo - Un'altra - sul Tetto - Una Mezza Dozzina baciarono le Gronde - E fecero ridere i Frontoni - Alcune si spinsero oltre per aiutare il Ruscello - La Polvere fu rimpiazzata, nelle Strade in Salita - Le Brezze portarono afflitti Liuti - |
Oltre al manoscritto nei fascicoli, ne esiste un altro (secondo Johnson del 1873, secondo Franklin inviato a Sue nel 1874) limitato agli ultimi otto versi, con alcune varianti:
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Nella prima edizione fu pubblicata con il titolo: "Summer Shower" ("Acquazzone d'estate"). La descrizione, come sempre visivamente molto suggestiva, parte da una goccia che cade sul melo e poi si moltiplica diventando pioggia, con un riferimento sonoro tipico della fantasia di ED: i frontoni della case che "ridono". Quelle gocce che cadono sembrano diventare perle, adatte a formare la più preziosa delle collane. La pioggia sostituisce la polvere scendendo dalle strade ripide, gli uccelli cantano allegramente, la luce del sole getta via il cappello per bagnarsi liberamente, il vento porta i suoi strumenti a bagnarsi in quel gaudio. Poi la natura issa la bandiera dell'arcobaleno e dà il segnale che la festa è finita. |
F847 (1864) / J795 (1863)
Her final Summer was it - And yet We guessed it not - If tenderer industriousness Pervaded Her, We thought A further force of life We wondered at our blindness When duller than our dullness |
Era la Sua ultima Estate - Eppure non l'indovinammo - Se più tenera industriosità La pervadeva, pensammo A una nuova forza vitale Ci stupimmo della nostra cecità Quando più inerte della nostra inerzia |
La morte di solito non annuncia il suo arrivo. Magari notiamo dei cambiamenti, come un'ansia di vivere improvvisa che non riusciamo a spiegarci, se non quando la morte ce ne indica la ragione. Soltanto dopo, quando il cippo marmoreo appare come puntato sulla nostra stupidità, ci stupiamo di quanto siamo stati ciechi di fronte a quei segnali che appaiono ora così chiari. Ripercorriamo i suoi ultimi istanti di vita, che ci sembrano, pur nella loro inerte fiacchezza, comunque più attivi della nostra cieca indolenza. |
F848 (1864) / J796 (1863)
Who Giants know, with lesser Men Are incomplete, and shy - For Greatness, that is ill at ease In minor Company - A Smaller, could not be perturbed - |
Chi di Giganti sa, con Uomini da meno Si sente incompleto, e timido - Perché la Grandezza, è a disagio In più bassa Compagnia - Il più Piccolo, non può essere turbato - |
Sembra quasi una parafrasi del socratico "so di non sapere". Chi è ignaro della sua ignoranza, come il moscerino che non sa di essere, appunto, un moscerino, non ha dubbi, incertezze, timidezze, ma va dritto per la propria strada, senza chiedersi troppo. Chi è un gigante, ovvero chi ha la consapevolezza della propria grandezza e, insieme, della propria insignificanza, tende sempre a sentirsi a disagio, quasi timoroso delle cieche certezze degli altri. |
F849 (1864) / J797 (1863)
By my Window have I for Scenery Just a Sea - with a Stem - If the Bird and the Farmer - deem it a "Pine" - The Opinion will do - for them - It has no Port, nor a "Line" - but the Jays - For Inlands - the Earth is the under side - Of it's Voice - to affirm - when the Wind is within - It - suggests to our Faith - Was the Pine at my Window a "Fellow |
Dalla Finestra ho per Scenario Solo un Mare - con uno Stelo - Se l'Uccello e il Contadino - lo ritengono un "Pino" - Tale Opinione andrà bene - per loro - Non ha Porto, né "Linea" - ma Ghiandaie - Come Confini - la Terra nella parte inferiore - Della sua Voce - che dire - quando il Vento ha dentro - Essa - suggerisce alla Fede - Era il Pino alla Finestra un "Membro |
Poesia molto ricca di suggestioni. Inizia con un pino visto dalla finestra. Uno scenario semplice, usuale, o almeno così appare a chi lo guarda con occhi che si accontentano di ciò che vedono. Ma anche le rappresentazioni più banali della natura possono essere guardate con occhi diversi, occhi di chi vede in quel pino uno stelo piantato nel vasto mare. È un mare che non ha porto, non ha linee di navigazione che lo percorrano, eppure la vita lì intorno fiorisce: le ghiandaie si posano sull'albero per riposarsi nella loro rotta verso il cielo, lo scoiattolo percorre le strade tra le fronde cercando, come noi, la sua penisola, ovvero il porto dove sentirsi finalmente al sicuro. I suoi confini sono semplici: la terra in basso e il sole in alto, così come i suoi commerci: sicuramente spezie, visto l'odore che porta con sé. |
F850 (1864) / J730 (1863)
Defrauded I a Butterfly - The lawful Heir - for Thee - |
Ho defraudato una Farfalla - La legittima Erede - per Te - |
Uno dei tanti biglietti con i quali ED mandava dei fiori. Stavolta l'omaggio è stato sottratto alla farfalla, la legittima erede di un bene così prezioso. |