The Complete Poems
Tutte le poesie
F1001 - 1050
Traduzione e note di Giuseppe Ierolli
F1/50
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F1001 (1865) / J1001 (1865)
The Stimulus, beyond the Grave His Countenance to see Supports me like imperial Drams Afforded Day by Day. |
Lo Stimolo, di vedere al di là Della Tomba il Suo Volto Mi sostiene come Gocce imperiali Offerte Giorno per Giorno. |
Può essere una definizione della necessità della fede, in questo caso applicata al desiderio di ricongiungersi all'amato, che ci stimola ad andare avanti, giorno per giorno, nell'attesa di un aldilà che va oltre la buia e fredda concretezza della tomba. |
F1002 (1865) / J1002 (1865)
Aurora is the effort Of the Celestial Face Unconsciousness of Perfectness To simulate, to Us. |
L'Aurora è il tentativo Del Volto Celeste Di simulare, per Noi L'Inconsapevolezza della Perfezione. |
La perfezione è uno di quei concetti che non appartengono all'ambito umano, perché la ragione tende sempre a dubitare di apparenti perfezioni. L'unico modo per immaginarla è quello di associarla all'inconsapevolezza, di credere che vi sia qualcuno che ci offre spettacoli naturali, come l'aurora, proprio per metterci di fronte a una perfezione che non potremo mai capire razionalmente, ma la cui pallida eco può colpirci con la bellezza di un fenomeno estraneo all'intervento umano. |
F1003 (1865) / J1003 (1865)
Dying at my music! Bubble! Bubble! Hold me till the Octave's run! Quick! Burst the Windows! Ritardando! Phials left, and the Sun! |
Morire alla mia musica! Ribolli! Ribolli! Tienimi finché l'Ottava corre! Presto! Irrompi dalle Finestre! Ritardando! La Fiala è rimasta, e il Sole! |
Il modo migliore di morire è farlo suonando la propria musica (il primo verso andrebbe letto come "morire al suono della mia musica"), una musica che per ED è la poesia. Perciò lasciate che la poesia ribolla in me, sempre, senza interruzione. Fate che io viva fino a quando le ottave della mia ispirazione continuano a correre veloci nella mia mente e irrompono fuori da quelle finestre che mi tengono avvinta. Finché arriverà il momento del "ritardando", quando risuoneranno lente le ultime note e resterà soltanto, insieme alla natura che continua imperturbabile il suo corso, la fiala, il fragile contenitore che le teneva dentro di sé e che le ha sparse per il mondo. |
F1004 (1865) / J1004 (1865)
There is no Silence in the Earth - so silent As that endured Which uttered, would discourage Nature And haunt the World - |
Non c'è Silenzio sulla Terra - così silente Come quello che sopporta Se fosse espresso, scoraggerebbe la Natura E tormenterebbe il Mondo - |
La sofferenza non è quasi mai esprimibile, e la silenziosa discrezione con cui viene sopportata dai più chiede il rispetto di tutti gli altri, perché se dovessimo esprimerla, tutti insieme, il frastuono non permetterebbe più al mondo e alla natura di continuare ad esistere. |
F1005 (1865) / J1005 (1865)
Bind me - I still can sing - Banish - my mandolin Strikes true, within - Slay - and my Soul shall rise |
Legami - potrò ancora cantare - Scacciami - il mio mandolino Risuonerà sincero, dentro - Uccidimi - e la mia Anima salirà |
L'amore non indietreggia nemmeno davanti al rifiuto di colui al quale è diretto. Qualsiasi cosa tu possa fare, legarmi, scacciarmi, uccidermi, io sarò "still thine". |
F1006 (1865) / J1006 (1865)
The first We knew of Him was Death - The second, was Renown - Except the first had justified The second had not been - |
Prima sapemmo della Sua Morte - Poi, della Sua Fama - Se la prima non l'avesse giustificata La seconda non ci sarebbe stata - |
ED ribadisce la sua convinzione che la fama non può che essere postuma e il soggetto dei versi non può che essere lei stessa, con il suo rifiuto, più volte ripetuto, di pubblicare il suo lavoro e, insieme, la certezza, più volte espressa e rivelatasi assolutamente fondata, che i suoi versi le sarebbero sopravvissuti. |
F1007 (1865) / J1007 (1865)
Falsehood of Thee, could I suppose 'Twould undermine the Sill To which my Faith pinned Block by Block Her Cedar Citadel - |
La Tua Falsità, dovessi supporre Vorrebbe dire minare le Fondamenta Su cui la mia Fede fissò Blocco su Blocco La Sua Cittadella di Cedro - |
L'amore, costruito blocco su blocco su solide fondamenta fino a formare una cittadella inespugnabile e insieme dolce e odorosa come il cedro, si nutre di sincerità. La costruzione crollerebbe se solo si dovesse aver sentore dell'insincerità dell'amato. |
F1008 (1865) / J1008 (1865)
How still the Bells in Steeples stand Till swollen with the Sky They leap upon their silver Feet In frantic Melody! |
Come sono immote le Campane nelle Torri Finché gonfiatesi di Cielo Si slanciano sui loro argentei Piedi In frenetica Melodia! |
Una campana, come ciascuno di noi, ha dentro di sé la capacità di suonare; sta lì, ferma e silenziosa finché la sua natura prorompe e si slancia in quella frenetica melodia che nascondeva dentro. |
F1009 (1865) / J1009 (1865)
I was a Phebe - nothing more - A Phebe - nothing less - The little note that others dropt I fitted into place - I dwelt too low that any seek - |
Io fui una Febe - nulla di più - Una Febe - nulla di meno - La piccola nota che altri trascuravano Sistemai al suo posto - Dimoravo troppo in basso per essere cercata - |
La poesia ricorda la J486-F473, dove ED si dipinge con parole molto simili ("I was the slightest in the House", "I never spoke - unless addressed") e ha lo stesso ruolo di colei che riceve qualcosa e lo dà agli altri: là "il tesoro / che non cessava mai di cadere", qui "La piccola nota che altri trascuravano / Sistemai al suo posto -". |
F1010 (1865)J997 (1865)
Crumbling is not an instant's Act A fundamental pause Dilapidation's processes Are organized Decays - 'Tis first a Cobweb on the Soul Ruin is formal - Devils work |
Sgretolarsi non è Atto di un istante Una pausa fondamentale I processi di Disgregazione Sono Decadimenti organizzati - È prima una Ragnatela nell'Anima La Rovina è metodica - i Diavoli lavorano |
Nella prima strofa può sembrare che ED parli della vita come progressivo disfacimento verso la morte, ma poi il senso si chiarisce con la seconda strofa, che allinea in perfetta progressione una sorta di assedio della mente, prima all'esterno, con la ragnatela che avviluppa e la pellicola di polvere che copre, poi dentro, con il tarlo che rode nell'intimo e la primordiale ruggine disgregante, intimamente connessa con la nostra natura di esseri pensanti. Nella terza strofa è chiaro che si parla di fallimento, un perdersi che può essere lo scivolamento nel peccato ma anche nell'eretica consapevolezza di non sapere, un processo lento, che va avanti con metodica precisione lasciandoci per molto l'illusione di poterlo contrastare. Ma a conclusione di questo lento scivolamento non può esserci altro che un crollo preparato e prevedibile. In questa interpretazione i diavoli del nono verso non sono altro che i dubbi della nostra mente razionale, connaturati in noi ed esplicitati nella seconda strofa, sempre pronti a chiedersi il perché di qualcosa a cui la fede risponde in maniera netta ma insoddisfacente. |
F1011 (1865) / J1054 (1865)
Not to discover weakness is The Artifice of strength - Impregnability inheres As much through Consciousness Of faith of others in itself |
Non palesare debolezza è L'Artificio della forza - L'Inespugnabilità la distingue Tanto per la Consapevolezza Della fiducia di altri in essa |
La forza di un uomo, concreta o morale, si contraddistingue non tanto per la dote in sé ma per la capacità di non far trasparire la debolezza, inevitabile e connaturata in noi. Il suo vigore si alimenta sia per la consapevolezza che gli altri guardino ad essa con rispetto e fiducia, sia per la geometrica fermezza che guida le sue azioni e fa sì che le lancette della vita vadano comunque avanti, anche se ne siamo inconsapevoli. |
F1012 (1865) / J998 (1865)
Best Things dwell out of Sight The Pearl - the Just - Our Thought - Most shun the Public Air The Capsule of the Wind Exhibit here, as doth a Burr - |
Le Cose migliori dimorano fuori Vista La Perla - il Giusto - il Nostro Pensiero - Le più rifuggono gli Spazi Pubblici La Capsula del Vento Si esibiscono qui, come Ricci di castagna - |
Le cose più interessanti, quelle che contano, non sono quelle visibili ma quelle, legittime (perché sono quelle che riempiono veramente la nostra vita) e rare (perché molto poche rispetto alla moltitudine che è offerta ai nostri occhi), che rifuggono dal rendersi pubbliche e facilmente accessibili. Quelli che vediamo sono soltanto contenitori, della natura (il mondo) e della nostra mente (il corpo), ma dentro, invisibile come la castagna nel suo riccio, c'è quello che conta, quello di cui ci chiediamo sempre la natura e che non riusciamo mai ad afferrare: il germe del germe, il progenitore dell'inizio. |
F1013 (1865) / J999 (1865)
Superfluous were the Sun When Excellence be dead He were superfluous every Day For every Day be said That syllable whose Faith Upon His dateless Fame |
Superfluo sarebbe il Sole Dove l'Eccellenza è morta Sarebbe superfluo ogni Giorno Perché ogni Giorno è pronunciata Quella sillaba la cui Fede Sulla Sua Fama senza tempo |
Il mondo non avrebbe più senso se si estinguesse l'amore. E non avrebbe più senso nemmeno lo scorrere del tempo, perché in ogni istante la promessa dell'amore è la sola cosa che ci salva dalla disperazione, anche quando lo sentiamo lontano e irraggiungibile. Su questo sentimento senza tempo possiamo adagiare le nostre vite, perché l'amore è capace di accoglierle come il mondo accoglie la luce delle anonime stelle che brillano in un cielo infinito. |
F1014 (1865) / J995 (1865)
This was in the White of the Year - That - was in the Green - Drifts were as difficult then to think As Daisies now to be seen - Looking back, is best that is left |
Questo fu nel Bianco dell'Anno - Quello - fu nel Verde - Le Raffiche erano difficili allora da concepire Come le Margherite ora da vedere - Guardare indietro, è il meglio che è rimasto |
Il testo riportato sopra è quello nei fascicoli; di un'altra copia, in una lettera inviata a Louise Norcross nel marzo 1865 (L307), ci resta la trascrizione di Frances Norcross. |
Quando è inverno è difficile riuscire a immaginare lo sbocciare di un fiore, così come nella bella stagione immaginare le raffiche di vento o i cumuli di neve ("drift" può voler dire entrambe le cose). Quando cala il freddo nella natura, o il gelo nell'anima, ci rimane solo la consolazione del ricordo, di un passato che potrebbe essere considerato la metà di ciò che forma la nostra prospettiva di vita, ma che molte volte, quando il presente e il futuro diventano difficili da vivere, diventa molto di più e tende a riempire la nostra esistenza. |
F1015 (1865) / J1000 (1865)
The Fingers of the Light Tapped soft upon the Town With "I am great and cannot wait So therefore let me in". "You're soon", the Town replied, The easy Guest complied The Neighbor in the Pool |
Le Dita della Luce Bussarono lievi alla Città Con un "sono grande e non posso aspettare Perciò fammi entrare." "Sei mattiniera", replicò la Città, La disinvolta Ospite accettò Il Vicino nello Stagno |
L'alba arriva lieve e insieme prepotente. La città cerca di resistere, poi di impedire che svegli i suoi abitanti, ma la luce è troppo splendente, nulla e nessuno riesce a resistere allo slancio di quella figura che invade ogni via e ogni casa, nemmeno il moscerino nello stagno, che si sveglia arzillo e rende omaggio al nuovo giorno. |
F1016 (1865) / J983 (1865)
Ideals are the Fairy Oil With which We help the Wheel But when the Vital Axle turns The Eye rejects the Oil. |
Gli Ideali sono il Magico Olio Con cui aiutiamo la Ruota Ma quando l'Asse Vitale gira L'Occhio rigetta l'Olio. |
L'olio degli ideali è indispensabile per far girare la ruota della vita, ma l'attrito non lascia scampo: dopo un po' l'olio si consuma e l'asse della vita, pur di continuare a girare, impara a farne e meno. |
F1017 (1865) / J1055 (1865)
The Soul should always stand ajar That if the Heaven inquire He will not be obliged to wait Or shy of troubling Her Depart, before the Host have slid |
L'Anima dovrebbe sempre star socchiusa Perché ove il Cielo chieda Non sia obbligato ad aspettare O temendo di disturbarla Se ne vada, prima che Lei faccia scorrere |
Il Cielo del secondo verso è da intendersi come l'evento inaspettato e felice, che bisogna saper afferrare prontamente lasciando sempre socchiusa la porta della nostra interiorità, altrimenti, stufo di aspettare, o magari pensando di disturbarci, c'è il pericolo che fugga via mentre armeggiamo con il chiavistello del portone. |
F1018 (1865) / J1010 (1865)
Up Life's Hill with my little Bundle If I prove it steep - If a Discouragement withhold me - If my newest step Older feel than the Hope that prompted - |
Su per il Colle della Vita col mio piccolo Fagotto Se mi accorgo che è ripido - Se uno Scoraggiamento mi trattiene - Se il passo appena fatto Più vecchio sembra della Speranza che lo provocò - |
Il colle della vita si sale faticosamente, col fagotto di chi si aggira nel mondo per un tempo troppo breve per considerarlo la sua casa. Ma è un cammino che va fatto, anche se ripido, anche se lo sconforto è dietro ogni angolo, anche se via via ogni passo sembra ormai così lontano da quella speranza che ci aveva fatto incamminare fiduciosi verso traguardi che poi scopriamo allontanarsi sempre di più. Nonostante questo, la fatica di vivere, la sconfitta inevitabile che ci attende, non riguarda il "cuore", quella parte di noi che, coraggiosamente, con amore, accetta comunque di vivere come il viandante di un attimo in un mondo senza certezze. |
F1019 (1865) / J1011 (1865)
She rose as high as His Occasion Then sought the Dust - And lower lay in low Westminster For Her brief Crest - |
Ella si elevò a tanta altezza a Causa di Lui Poi cercò la Polvere - E più in basso giacque nel basso Westminster Per la Sua breve Corona - |
L'amore può elevare a grandi altezze, ma poi, quasi sempre, fa cadere in basso, quasi a far scontare quei brevi momenti di felicità. |
F1020 (1865) / J1056 (1865)
There is a Zone whose even Years No Solstice interrupt - Whose Sun constructs perpetual Noon Whose perfect Seasons wait - Whose Summer set in Summer, till |
C'è una Zona i cui Anni uniformi Nessun Solstizio interrompe - Il cui Sole costruisce un perpetuo Mezzogiorno Le cui perfette Stagioni attendono - La cui Estate sfocia in Estate, finché |
Una descrizione dell'eternità come perfezione senza mutamento, in cui il fluire del tempo che ci è familiare si congela in un'eterna estate e in un eterno mezzogiorno e le stagioni diventano di una virtuale perfezione, perché non si susseguono ma sono lì, in attesa, come un ricordo lontano dei mutamenti della vita mortale. Gli ultimi versi suggeriscono tuttavia un cambiamento, una sorta di estinzione dell'eternità inconsapevole per far spazio stavolta ad un nuovo eterno mezzogiorno vissuto nella consapevolezza, un probabile riferimento alla resurrezione. |
F1021 (1865) / J1012 (1865)
Which is best? Heaven - Or only Heaven to come With that old Codicil of Doubt? I cannot help esteem The "Bird within the Hand" |
Qual è meglio? Il Cielo - O solo il Cielo che verrà Con quel vecchio Codicillo di Dubbio? Non posso evitare di credere L'"Uccello a portata di Mano" |
Cosa conviene scegliere: quello che la vita ci offre e che abbiamo concretamente di fronte a noi, o una promessa futura, affascinante ma costellata di dubbi? Non si può fare a meno di pensare che le cose che possiamo vedere, che possiamo tenere in mano, siano superiori a quelle che ci vengono promesse da lontano. Ma il dubbio rimane e il tempo per risolverlo è sempre troppo breve. |
F1022 (1865) / J1177 (1865)
A prompt - executive Bird is the Jay - Bold as a Bailiff's Hymn - Brittle and Brief in quality - Warrant in every Line - Sitting a Bough like a Brigadier |
La Ghiandaia è un Uccello pronto - operativo - Spavaldo come l'Inno di un Balivo - Di una qualità Secca e Concisa - Autorevole in ogni Verso - Siede su un Ramo come un Generale |
Tre manoscritti:
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Si può leggere come la semplice descrizione dell'arrivo primaverile di una ghiandaia che, come dice Bacigalupo nelle sue note, "ricorda l'impettito mondo giudiziario.", ma anche come il simbolo dello sbocciare dei versi. La Bulgheroni cita Robert Frost, che "ha visto nel ritratto quasi un autoritratto: perché nella concisione e nella secchezza dei suoi versi la Dickinson cela l'energia di un avvertimento estremo." |
F1023 (1865) / J1013 (1865)
Too scanty 'twas to die for you, The merest Greek could that. The living, Sweet, is costlier - I offer even that - The Dying, is a trifle, past, |
Troppo meschino sarebbe morire per te, Un comune Levantino potrebbe farlo. Vivere, Caro, è più costoso - Io offro proprio questo - Morire, è un'inezia, dopo, |
È troppo facile morire d'amore. Il difficile è vivere un amore che sappiamo non potrà mai realizzarsi, ed è proprio questo, questo vivere che è come morire mille volte senza avere però il sollievo e la pace della morte, che viene offerto da chi ama nell'ombra. |
F1024 (1865) / J1014 (1865)
Did We abolish Frost The Summer would not cease - If Seasons perish or prevail Is optional with Us - |
Abolissimo il Gelo L'Estate non cesserebbe - Se le Stagioni periscano o prevalgano È opzione che dipende da Noi - |
L'alternarsi delle stagioni naturali non può mutare, ma le stagioni interiori non seguono un corso prefissato; siamo noi che con il nostro agire le determiniamo. |
F1025 (1865) / J1015 (1865)
Were it but Me that gained the Hight - Were it but They, that failed! How many things the Dying play - Might they but live, they would! |
Fossi stata Io a guadagnare l'Altezza - Fossero stati Loro, a fallire! Quante cose chi Muore interpreterebbe - Potessero vivere, lo farebbero! |
Nei primi due versi la vita e la morte si confondono: la seconda è sempre vista come un'ascesa verso il cielo, ma forse non è così, perché magari è chi rimane che continua a salire e chi muore fallisce il suo compito vitale. Nei due versi successivi emerge la supremazia della vita, perché chi muore, proprio in quel momento si accorge di quante sono le cose che potrebbe ancora fare, di quanti ruoli potrebbe ancora interpretare sulla scena della vita, se solo potesse vivere. |
F1026 (1865) / J1016 (1865)
The Hills in Purple syllables The Day's Adventures tell To little Groups of Continents Just going Home from School - |
Le Colline in Purpuree sillabe Le Avventure del Giorno narrano A piccoli Gruppi di Continenti Che tornano a Casa dalla Scuola - |
Un tramonto che racconta le avventure del giorno. Il problema è capire a chi le racconta. L'ultimo verso fa pensare a bambini che tornano dalla scuola, anche se in genere una giornata scolastica non finisce al tramonto. Nel verso che precede però il soggetto è definito come "gruppi di continenti", difficilmente riferibili tout court a gruppi di bambini; probabile che qui ED abbia giocato un po' con le parole, definendo così la natura che ha esaurito l'attività giornaliera e torna a casa per il riposo notturno: non ha avuto molto tempo per guardarsi intorno, come i bambini che stanno a scuola, e perciò le colline imporporate dal tramonto le raccontano le avventure di quel giorno che sta terminando. |
F1027 (1865) / J1017 (1865)
To die - without the Dying And live - without the Life This is the hardest Miracle Propounded to Belief. |
Morire - senza la Morte E vivere - senza la Vita È questo il più arduo Miracolo Proposto alla Fede. |
La fede ci insegna che morire non è altro che vivere veramente, ma questo significa allora che la morte non ha niente a che fare col morire e, di conseguenza, che la vita, quella vera, non è quella che sperimentiamo quando siamo vivi. Ed è proprio questo il mistero, ingarbugliato come le parole che lo esprimono, che risulta più arduo per chi ha fede ma sente dentro di sé il dubbio della ragione. |
F1028 (1865) / J1018 (1865)
Who saw no Sunrise cannot say The Countenance 'twould be - Who guess at seeing, guess at loss Of the Ability - The Emigrant of Light, it is |
Chi non ha visto l'Alba non può dire Che Fisionomia abbia - Chi presume di vedere, presume a danno Dell'Esperienza - L'Emigrante della Luce, è |
La prima strofa non ha problemi interpretativi: chi non ha visto la luce del sole non può sapere che aspetto abbia; chi si limita ad immaginare ciò che non ha visto perde la concretezza dell'esperienza per rifugiarsi nel sogno astratto e incorporeo. |
F1029 (1865) / J1057 (1865)
I had a daily Bliss I half indifferent viewed Till sudden I perceived it stir - It grew as I pursued Till when around a Hight |
C'era un'Estasi di ogni giorno A cui distrattamente guardavo Finché all'improvviso la sentii agitarsi - Cresceva mentre l'inseguivo Finché quando vicino a un'Altura |
Un tributo alla felicità di ogni giorno, quella che possiamo trovare nei semplici avvenimenti quotidiani e che quasi sempre guardiamo con distratta sufficienza, fino a che non scompare e ci lascia il rimpianto di non averla saputa valutare e, soprattutto, di non averla praticamente vissuta. |
F1030 (1865) / J1019 (1865)
My Season's furthest Flower - I tenderer commend Because I found Her Kinsmanless, A Grace without a Friend. |
L'estremo Fiore della mia Stagione - Teneramente raccomando Perché lo trovai senza Congiunti, Una Grazia senza un Amico. |
Delicato omaggio alla solitudine, non quella cercata da chi vuole rimanere solo con se stesso, ma quella imposta dall'esistenza a chi resta per ultimo, senza più congiunti o amici. |
F1031 (1865) / J1020 (1865)
Trudging to Eden, looking backward, I met Somebody's little Boy Asked him his name - He lisped me "Trotwood" - Lady, did He belong to thee? Would it comfort - to know I met him - |
Arrancavo verso l'Eden, guardando indietro, M'imbattei nel Figlioletto di Qualcuno Chiesi il suo nome - balbettò "Trotwood" - Signora, apparteneva a te? Può consolarti - sapere che l'ho incontrato - |
Un omaggio a Dickens (è lui il "Somebody" del secondo verso, parola che, come in italiano, significa anche "persona importante, di riguardo") attraverso il suo personaggio più famoso, David Copperfield. Possiamo leggervi anche l'immagine della vita di un personaggio che sopravvive al suo autore, consolato dalla morte del "padre" dalle nuove e interessanti conoscenze che fa tra i suoi lettori. |
F1032 (1865) / J1021 (1865)
Far from Love the Heavenly Father Leads the Chosen Child, Oftener through Realm of Briar Than the Meadow mild. Oftener by the Claw of Dragon |
Lontano dall'Amore il Padre Celeste Conduce il Figlio Eletto, Più spesso attraverso il Regno del Rovo Che nella dolce Prateria. Più spesso con l'Artiglio del Drago |
L'uomo è il figlio prediletto di Dio, ma questo privilegio ha un costo molto alto; perché lui è un padre che certo non vizia i suoi figli, anzi li conduce molto più spesso in luoghi inospitali e difficili da percorrere, piuttosto che in dolci e serene praterie. Ma non si limita a farli vivere in un mondo pieno di spine; li guida, in questo viaggio verso il ritorno alla patria celeste, non con la mano tenera di un amico, ma quasi sempre con l'artiglio duro e doloroso del drago. |
F1033 (1865) / J1022 (1865)
I knew that I had gained And yet I knew not how By Diminution it was not But Discipline unto A Rigor unrelieved |
Sapevo di aver guadagnato Eppure non sapevo come Non era per la Riduzione Ma per la Disciplina verso Un Rigore non mitigato |
ED inizia con un paradosso: "sapevo di aver guadagnato" dalla perdita di qualcuno; poi si interroga sul perché di questo strano guadagno e trova la risposta non, ovviamente, nella "riduzione, diminuzione" che segue a questa perdita, ma nel rigore della rinuncia verso cui si indirizza disciplinatamente la nostra mente. Un rigore duro da sopportare, se non fosse per il blando conforto che deriva dal sapere che l'altro (o l'altra) ne sopporta un esatto duplicato in quel luogo lontano dove si trova ora. |
F1034 (1865) / J1023 (1865)
It rises - passes - on our South Inscribes a simple Noon - Cajoles a Moment with the Spires And infinite is gone - |
Sorge - passa - sul nostro Sud Iscrive un semplice Mezzogiorno - Lusinga per un Istante le Guglie E infinito se ne va - |
Il sole che sorge e illumina il nostro sud. Poi lascia inciso nella natura e nella nostra mente un semplice ma splendente mezzogiorno. Infine, così come era venuto, se ne va, non senza lusingare con il calore e la bellezza del tramonto le cime di ogni cosa. |
F1035 (1865) / J1024 (1865)
So large my Will The little that I may Embarrasses Like gentle infamy - Affront to Him Earth at the best It looks so small |
Così grande la mia Volontà Che il poco che posso M'imbarazza Come gentile infamia - Un affronto a Lui La Terra al massimo Appare così minuscola |
Qui ED lascia da parte i dubbi e sfoga la sua voglia di credere. Soltanto nella prima strofa c'è un fugace accenno al contrasto fra ciò che siamo e ciò che vorremmo essere, alla disparità fra la potenziale grandezza della nostra volontà e i miseri esiti che riusciamo a raccogliere sulla via della comprensione. Nelle tre che seguono questo contrasto si scioglie in immagini che descrivono l'inadeguatezza del "poco che possiamo" del secondo verso, rispetto alla grandezza infinita di Dio e anche in confronto alla fede, che "conosce" (ma non comprende) quel premio che ci attende alla fine della nostra vita, quando quella Terra che ci ha accolti apparirà come un semplice espediente per farci conquistare l'immortalità, un bene così minuscolo che, poi - ovvero dopo l'esaurimento del nostro ciclo mortale - ci meraviglieremo di quanto ci sembrasse importante quell'acquisto che riempiva la nostra vita. |
F1036 (1865) / J1025 (1865)
The Products of my Farm are these Sufficient for my Own And here and there a Benefit Unto a Neighbor's Bin. With Us, 'tis Harvest all the Year |
Questi sono i Prodotti della mia Fattoria Sufficienti per me Stessa E qua e là per un'Offerta Nel Corbello di un Vicino. Con Noi, è Raccolto tutto l'Anno |
Ecco quali sono i prodotti della mia fattoria: questi versi. Di solito bastano per me, ma talvolta qualcuno di loro va ad arricchire la cesta di un vicino. Con noi poeti potete stare tranquilli, perché i nostri frutti non sono influenzati dai capricci della natura; ci basta vedere il mondo con altri occhi per far sì che l'inverno scompaia e i nostri campi non risentano del gelo che blocca germogli diversi dai nostri. |
F1037 (1865) / J1026 (1865)
The Dying need but little, Dear, A Glass of Water's all, A Flower's unobtrusive Face To punctuate the Wall, A Fan, perhaps, a Friend's Regret |
Ai Morenti basta poco, Caro, Un Bicchiere d'Acqua è tutto, Il Volto discreto di un Fiore A punteggiare la Parete, Un Ventaglio, forse, il Pianto d'un Amico |
Nel momento della morte i desideri si affievoliscono, basta un volto amico, un fiore che ricordi la natura che stiamo lasciando e la certezza che ci sia almeno uno di quelli che restano per il quale la nostra morte cancellerà i colori dell'arcobaleno, perché questo significa che almeno per uno noi eravamo la luce. |
F1038 (1865) / J1058 (1865)
Bloom - is Result - to meet a Flower And casually glance Would cause one scarcely to suspect The minor Circumstance Assisting in the Bright Affair To pack the Bud - oppose the Worm - Great Nature not to disappoint |
Sbocciare - è il Risultato - incontrare un Fiore E casualmente dargli uno sguardo Potrà a malapena far intuire Le Circostanze minute Che collaborano alla Brillante Faccenda Riempire il Bocciolo - opporsi al Verme - Non deludere Madre Natura |
Non è facile riuscire a cogliere la complessità del mondo. In genere vediamo i risultati di questa complessità e non ci rendiamo conto del lungo e difficile lavoro che c'è stato prima, delle continue prove che un fiore, ma potrebbe essere qualsiasi essere vivente, deve superare per sbocciare e vivere. |
F1039 (1865) / J1027 (1865)
My Heart upon a little Plate Her Palate to delight A Berry or a Bun, would be, Might it an Apricot! |
Il mio Cuore su un piccolo Vassoio Il suo Palato a deliziare Una Bacca o una Focaccia, saranno, Magari un'Albicocca! |
Johnson annota che "evidentemente fu scritta per accompagnare un dono di frutti". I primi due versi furono riportati da Frances Norcross nell'elenco delle poesie inviate a lei e alla sorella Louise. |
Un cesto con frutti e una focaccia, ambasciatore di un affetto lontano. |
F1040 (1865) / J1028 (1865)
'Twas my one Glory - Let it be Remembered I was owned of Thee - |
Fu la mia unica Gloria - Lascia che sia Ricordato Il mio essere Tua - |
Johnson annota che "si tratta probabilmente di una poesia che accompagnava fiori". Può essere, ma stavolta il fiore può essere identificato, più di altre volte, con colei che lo ha mandato. |
F1041 (1865) / 1029 (1865)
Nor Mountain hinder Me Nor Sea - Who's Baltic, Who's Cordillera? |
Non mi ostacoli Montagna Né Mare - Chi è il Baltico, Chi è la Cordigliera? |
Anche per questa poesia Johnson ipotizza l'invio di un fiore. Stavolta però non mi sembra ci siano elementi a favore di questa ipotesi. A me sembra piuttosto un voler affermare la propria libertà d'azione, per poi mitigarla con la possibilità che vi sia qualcuno capace di fermare questa volontà di libertà, magari con l'amore. |
F1042 (1865) / J1080 (1866)
When they come back - if Blossoms do - I always feel a doubt If Blossoms can be born again When once the Art is out - When they begin, if Robins may, When it is May, if May return, If I am there - One does not know |
Quando tornano - se i Fiori tornano - Sempre mi domando Se i Fiori possano nascere ancora Una volta che l'Arte sia estinta - Quando ricominciano, se i Pettirossi possono, Quando è Maggio, se Maggio ritorna, Se sarò là - non si può sapere |
L'incertezza del domani descritta come paura sia di non sapere se ciò che amiamo potrà tornare, sia di non essere là quando il ritorno avverrà. Il quarto verso, e la seconda strofa, suggeriscono che ED stia parlando della poesia, di quell'arte che vive insieme al continuo rifiorire della natura e che probabilmente morirà insieme ad essa, di quel canto che si teme di aver ascoltato per l'ultima volta l'anno passato, come un timore di veder inaridire l'ispirazione poetica. Poi c'è come una virata verso la paura di non esserci, quando tornerà la bellezza di quel maggio simbolo della rinascita. Infine, nell'ultima strofa, l'incertezza diventa concreta - nessuno può sapere se domani ci sarà e in quale compagnia sarà compreso (se in quella dei vivi o dei morti) - per poi chiudere con una sorta di sberleffo che sembra rovesciare quella che potremmo chiamare la nostalgia del futuro: fin quando riuscirò a vedere il rifiorire della natura, a sentire il canto del pettirosso, a godere del ritorno della primavera, fate finta di non aver sentito tutto ciò che ho detto. |
F1043 (1865) / J1081 (1866)
Superiority to Fate Is difficult to gain 'Tis not conferred of Any But possible to earn A pittance at a time |
La superiorità sul Fato È difficile da raggiungere Non è conferita da Nessuno Ma è possibile ottenerla Una briciola alla volta |
Il Paradiso non si ottiene per diritto naturale o per l'intervento di qualcuno, è l'anima che deve guadagnarselo vivendo giorno per giorno la vita quotidiana e risparmiano ogni briciola di ciò che le viene offerto. Se riesce a risparmiare abbastanza riuscirà ad arrivare indenne a quel traguardo, sorpresa di avercela fatta. |
F1044 (1865) / J1082 (1866)
Revolution is the Pod Systems rattle from When the Winds of Will are stirred Excellent is Bloom But except it's Russet Base Left inactive on the Stalk |
La Rivoluzione è il Baccello Da cui i Sistemi erompono Quando i Venti della Volontà si agitano Eccellente è il Fiore Ma salvo la sua Rozza Base Lasciata inattiva sullo Stelo |
Il fiore, come la libertà, trae la sua bellezza e la sua vitalità dal cambiamento, da quella rivoluzione ciclica della volontà che fa erompere il nuovo, così come fa il baccello quando è agitato dai venti. Per questo il fiore accetta di diventare il seppellitore di se stesso, perché sa che soltanto così riuscirà a rigenerarsi e rinascere. E così succede con la libertà, che resta a volte inerte, svuotata della sua purpurea bellezza, finché una rivoluzione la scuote e la fa rinascere dal suo torpore che a volte sembra mortale. |
F1045 (1865) / J1083 (1866)
We learn in the Retreating How vast an one Was recently among us - A Perished Sun Endear in the departure |
Impariamo nella Scomparsa La grandezza di qualcuno Che era di recente fra noi - Un Sole Estinto Ci è caro nella partenza |
Una riflessione su quanto spesso la grandezza di qualcuno ci appaia chiara ed evidente soltanto quando lo perdiamo, così come apprezziamo di più il sole, o la bella stagione, quando sono ormai passati e ne aspettiamo con ansia il ritorno. |
F1046 (1865) / J1086 (1866)
What Twigs We held by - Oh the View When Life's swift River striven through We pause before a further plunge To take Momentum - As the Fringe Upon a former Garment shows How scant, by everlasting Light |
Quanti Ramoscelli trattenemmo - Oh che Vista Quando lottato contro il rapido Fiume della Vita Ci fermiamo prima di un nuovo tuffo Per prendere lo Slancio - Come l'Orlo sfrangiato In un vecchio Vestito indica Tanto inadeguati, nella Luce perenne |
I sostegni che pensiamo di avere in pugno dopo aver attraversato le tumultuose vie della vita si rivelano, nel momento in cui ci servono, soltanto dei fragili ramoscelli, inservibili come un vestito ormai vecchio e messo da parte. Ciò che appare così saldo e ci sembra appagare il nostro desiderio di sicurezza si rivela ben poca cosa di fronte alla realtà della nostra pochezza, come se paragonassimo le fioche stelle del cielo alla perenne luce divina. |
F1047 (1865) / J1087 (1866)
We miss a Kinsman more When warranted to see Than when withheld of Oceans From possibility A Furlong than a League |
Un Congiunto ci manca di più Quando è concesso di vederlo Che quando da Oceani è negato Alla possibilità Un Metro rispetto a un Miglio |
La vicinanza non è sempre positiva. Talvolta anzi c'è qualcuno che ci manca di più quando lo vediamo tutti i giorni (forse perché ci manca l'idea che amavamo farcene), di quanto ci mancherebbe se questa possibilità fosse negata da oceani di distanza. Ma questo perlopiù succede perché è nostra abitudine guardare con occhi benevoli alle cose lontane e lamentarci continuamente di ciò che ci circonda. |
F1048 (1865) / J1088 (1866)
Ended, ere it begun - The Title was scarcely told When the Preface perished from Consciousness The Story, unrevealed - Had it been mine, to print! |
Finì, prima d'iniziare - Il Titolo era a malapena detto Che la Prefazione svanì dalla Consapevolezza La Trama, non rivelata. Fosse toccato a me, pubblicare! |
Il rammarico per una storia (d'amore?) finita prima di cominciare, con la rassegnata, e amara, constatazione finale. |
F1049 (1865) / J1089 (1866)
Myself can read the Telegrams A Letter chief to me The Stock's advance and Retrograde And what the Markets say The Weather - how the Rains |
Posso leggere i Telegrammi Una Lettera cara per me L'avanzare e il Retrocedere della Borsa E cosa dice il Mercato Il Tempo - come le Piogge |
Le cose di tutti i giorni, quasi sempre poco significative, riempiono comunque le nostre giornate. Anche se sono irrilevanti, saperle, riceverne notizia, è senz'altro meglio del nulla. |
F1050 (1865) / J1090 (1866)
I am afraid to own a Body - I am afraid to own a Soul - Profound - precarious Property - Possession, not optional - Double Estate, entailed at pleasure |
Ho paura di possedere un Corpo - Ho paura di possedere un'Anima - Profonda - precaria Proprietà - Possesso, senza scelta - Doppio Patrimonio, intestato a piacere |
Nessuna scelta è concessa quando a ciascuno di noi viene assegnato un corpo e un'anima. Diventano nostre proprietà come se fossero un'eredità lasciata a qualcuno che non fa, e non potrebbe fare, domande sulla natura di ciò che riceve. È una sorta di investitura, che ci dà la signoria di un attimo, in cui assaporiamo il sapore dell'immortalità per poi trovarci subito ai confini ultimi delle nostre proprietà, una frontiera che ha dall'altra parte il mistero di Dio. |