The Complete Poems
Tutte le poesie
F351 - 400
Traduzione e note di Giuseppe Ierolli
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Indice Franklin
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F351 (1862) / J507 (1862)
She sights a Bird - she chuckles - She flattens - then she crawls - She runs without the look of feet - Her eyes increase to Balls - Her Mouth stirs - longing - hungry - The Hopes so juicy ripening - |
Punta un Uccello - sogghigna - S'acquatta - poi avanza felpata - Corre senza parvenza di piedi - Gli occhi dilatati come Palloni - La Bocca si eccita - bramosa - famelica - Le Speranze così succose maturavano - |
La felicità è là, a portata di mano, ci sembra ormai raggiunta, ma ecco che, quasi sempre, ci sfugge, lasciandoci a bocca asciutta, come la micia che punta l'uccello, si acquatta, ha l'acquolina in bocca, trattiene i denti per non far rumore, si slancia, ormai sicura di aver conquistato la preda, che invece è più veloce di lei, sembra avere cento ali e fugge via, insieme a quella beatitudine, quella felicità perfetta, che le (ci) sembrava un frutto ormai maturo, pronto per immergerci la lingua. |
F352 (1862) / J350 (1862)
They leave us with the Infinite. But He - is not a man - His fingers are the size of fists - His fists, the size of men - And whom he foundeth, with his Arm So trust him, Comrade - |
Ci lasciano con l'Infinito. Ma Egli - non è un uomo - Le sue dita sono grandi come pugni - I suoi pugni, come uomini - E chi è stato creato da lui, col suo Braccio Così crediamo in lui, Compagno - |
Chi se ne va ci lascia al cospetto del mistero dell'infinito, ma le creazioni di questa entità così misteriosa e così potente sono durevoli, sapranno aspettare il momento dei ricongiugimento in quell'eternità immensamente vasta e rapida abbastanza da non rendere troppo lunga l'attesa. |
F353 (1862) / J508 (1862)
I'm ceded - I've stopped being Their's - The name They dropped upon my face With water, in the country church Is finished using, now, And They can put it with my Dolls, My childhood, and the string of spools, I've finished threading - too - Baptized, before, without the choice, My second Rank - too small the first - |
Sono ceduta - ho smesso di essere Loro - Il nome che fecero cadere sul mio volto Con l'acqua, nella chiesa campestre Ha concluso il suo compito, ormai, E possono metterlo con le mie Bambole, La mia infanzia, e il filo dei rocchetti, Che pure - ho terminato di infilare - Battezzata, dapprima, senza la scelta, Il mio secondo Rango - troppo piccolo il primo - |
Un tema di fondo: il raggiungimento della consapevolezza, l'appropriarsi della ragione che ci dà il potere di scegliere e di non essere di nessuno ("I'm ceded" che diventa "I choose"), e una serie di rivoli più o meno espliciti che richiamano alla maturazione dell'individuo, una sorta di bildungsroman in sedicesimo, ma solo dal punto di vista della quantità delle parole, non della loro qualità. Ma, ancora una volta, e come non potrebbe essere così, alcuni indizi, sparsi ma precisi, non possono fare a meno di farci pensare alla poesia. Il terzo verso della seconda strofa: cos'è mai quel "supremest name"?; ho tradotto "... della Grazia / Di un nome supremo -" ma quell'"Unto" significa "verso", "in direzione di", il senso vero è "... della Grazia / Che mi conduce a un nome supremo". Quale potrebbe essere questo nome supremo se non quello di "poeta"?. E che cos'è quel "piccolo Diadema"? O la "corona" finale? (Qui, sia Guidacci nel Meridiano che Errante scelgono la variante "Throne"; io ho preferito lasciare "Crown" per due motivi: il possibile riferimento alla "corona d'alloro" del poeta e il richiamo al secondo verso dell'ultima strofa: là la corona era posta sul capo di una piagnucolante, inconsapevole regina; qua, invece, è una corona che si ha la consapevolezza, il potere di scegliere e di far propria). |
F354 (1862) / J509 (1862)
If Anybody's friend be dead It's sharpest of the theme The thinking how they walked alive - At such and such a time - Their costume, of a Sunday, How warm, they were, on such a day, How pleased they were, at what you said! You asked the Company to tea - Past Bows, and Invitations - |
Per Qualsiasi amico che sia morto L'argomento più pungente è Il pensiero di come camminavano da vivi - In un preciso momento - Il loro abito, in una Domenica, Quanto calore, mostrarono, un certo giorno, Come riusciva gradito a loro, quel che dicevi! Che chiamasti la Brigata per un tè - Passati gli Inchini, e gli Inviti - |
Il tema del ricordo di chi non c'è più è presente in molte poesie di ED (per esempio: J499-F369, J482-F461, J467-F599, J432-F390, J360-F640). Quest'ultima è quella più simile: là sono le cose a riportarceli alla mente (una sorta di madeleine proustiana), qua il ricordo è più diretto: il modo di camminare o di vestire, i capelli, il sorriso, i piccoli segreti, tutti còlti in momenti particolari che ricreano in noi il tempo in cui chi amavamo era vivo. Molto belli i versi centrali della quarta strofa: un bisogno di toccare concretamente chi non c'è più, frustrato e reso impossibile dalla gelida cortina della morte. |
F355 (1862) / J510 (1862)
It was not Death, for I stood up, And all the Dead, lie down - It was not Night, for all the Bells Put out their Tongues, for Noon. It was not Frost, for on my Flesh And yet, it tasted, like them all, As if my life were shaven, When everything that ticked - has stopped - But, most, like Chaos - Stopless - cool - |
Non era la Morte, perché ero diritta, E tutti i Morti, giacciono distesi - Non era la Notte, perché tutte le Campane Sfoderavano i loro Batacchi, per il Mezzodì. Non era il Gelo, perché sulla Carne Eppure, sapeva, di tutto questo, Come se la mia vita fosse stata piallata, Quando tutto ciò che ticchetta - si è fermato - Ma, più di tutto, come il Caos - Incessante - freddo - |
Un momento d'angoscia, di svuotamento dell'anima, di gelo interiore, fissato sulla carta con immagini, quasi delle istantanee, che cercano di descriverne la natura. Come quasi sempre nelle poesie di ED si inizia in medias res, senza nominare l'oggetto della poesia. Nei primi otto versi, quattro no, quattro descrizioni, fulminee e immaginifiche, di ciò che "non" è ciò di cui stiamo parlando. Non è la morte (io sono ben diritta in piedi, i morti sono distesi), non è la notte (le campane suonano a distesa il mezzogiorno), non è il gelo (sento i caldi venti di scirocco che strisciano sulla carne), e non è nemmeno il fuoco, perché i miei piedi di marmo potrebbero da soli rinfrescare l'intero spazio di un presbiterio. E poi, finiti i "non" ecco che passiamo a ciò che invece può ricordare, può somigliare a quello che proviamo. La composta fissità dei morti, così simile a questa gelida costrizione che sentiamo dentro, come se fossimo stati a forza incastrati in una cornice, e solo una chiave che ci liberi potrebbe permetterci di respirare. L'immagine della mezzanotte (il momento del buio contrapposto al solare mezzogiorno) che fa cessare ogni vita, quasi arriva a fermare il tempo (ogni cosa che ticchetta) o le prime gelate d'autunno, tremende perché sorprendono il suolo ancora palpitante di vita ("Repeal" significa letteralmente "abrogare" "cancellare qualcosa che esisteva prima" - qui il significato è "cancellare la vita dal suolo" e mi è sembrato corretto renderlo con "appropriarsi"). Poi c'è l'ultima strofa, con quel "most" che sottolinea la similitudine più vera: il caos, incessante, freddo (nel senso di insensibile, indifferente), dove non esistono possibilità di salvezza, pennoni che aiutino chi naviga in questo mare infido e incomprensibile, e nemmeno un accenno di terra che possa almeno giustificare la disperazione di rendersi conto di non riuscire ad arrivarci. Nemmeno questo, nemmeno la disperazione è concessa, in un caos dove non c'è posto per l'uomo. |
F356 (1862) / J511 (1862)
If you were coming in the Fall, I'd brush the Summer by With half a smile, and half a spurn, As Housewives do, a Fly. If I could see you in a year, If only Centuries, delayed, If certain, when this life was out - But, now, uncertain of the length |
Se tu venissi in Autunno, Scaccerei via l'Estate Con metà sorriso, e metà disdegno, Come la Massaia fa, con una Mosca. Se potessi vederti fra un anno, Se soltanto Secoli, tardassero, Se certa, quando questa vita fosse conclusa - Ma, ora, incerta della lunghezza |
La separazione si accetta quando esiste un tempo, anche lungo ma concreto, numerabile, che ci separa dall'altro. Qualsiasi sia la sua lunghezza, non ci spaventerebbe contare i giorni, gli anni, i secoli; saremmo addirittura capaci di gettar via la nostra vita, se fossimo certi che di là ce n'è un'altra in cui le nostre venissero unite. Ma non è così. L'incertezza, il non sapere quanto durerà la separazione, e soprattutto se mai cesserà, è un tormento che somiglia a quello di un'ape-folletto, che ci ronza intorno ma non ha nessuna intenzione di dirci se e quando ci pungerà. |
F357 (1862) / J351 (1862)
I felt my life with both my hands To see if it was there - I held my spirit to the Glass, To prove it possibler - I turned my Being round and round I judged my features - jarred my hair - I told myself, "Take Courage, Friend - |
Palpai la mia vita con entrambe le mani Per vedere se ci fosse - Trattenni il mio spirito allo Specchio, Per metterlo alla prova il più possibile - Rigirai la mia Esistenza da tutte le parti Esaminai le mie fattezze - mi scompigliai i capelli - Dissi a me stessa, "Fatti Coraggio, Amica - |
Non siamo avvezzi a morire, perciò quando avverrà ci vorrà un po' per convincerci che quello spirito un po' estraneo siamo effettivamente noi; ci pizzichiamo per vedere se è rimasto qualcosa di ciò che eravamo ma poi ci rendiamo conto che possiamo solo sperare che il cielo non sia poi così diverso da quella vecchia, accogliente casa che abbiamo lasciato. |
F358 (1862) / J352 (1862)
Perhaps I asked too large - I take - no less than skies - For Earths, grow thick as Berries, in my native town - My Basket holds - just - Firmaments - |
Forse chiesi troppo - Prendo - niente meno che cieli - Perché le Terre, crescono fitte come Bacche, nella mia città natale - Il mio Cesto contiene - solo - Firmamenti - |
Voglio solo cieli, non mi curo delle cose mortali, ma poi mi accorgo che la vita preme comunque nel cesto della mia esistenza. |
F359 (1862) / J328 (1862)
A Bird came down the Walk - He did not know I saw - He bit an Angleworm in halves And ate the fellow, raw, And then he drank a Dew He glanced with rapid eyes Like one in danger, Cautious, Than Oars divide the Ocean, |
Un Uccello discese il Sentiero - Non capì che l'avevo visto - Beccò un Lombrico nel mezzo E mangiò il suo pari, crudo, E poi bevve la Rugiada Si guardò intorno con occhi veloci Come uno in pericolo, Cauto, Di Remi che dividono l'Oceano, |
Il testo riportato sopra è quello di una copia rimaste tra le carte di ED. Un'altra copia, perduta, fu inviata a Higginson, probabilmente acclusa a una lettera dell'agosto 1862 (L271) e una terza è trascritta nei fascicoli. Il testo inviato a Higginson fu pubblicato nell'ottobre 1891 dall'"Atlantic Monthly". le tre versioni sono praticamente uguali, a parte minime varianti nella punteggiatura e nelle maiuscole. |
La cruda serenità di un quadretto naturale, con immagini che vanno da una crudeltà naturale senza colpe (il lombrico mangiato vivo) a un poetico abbeverarsi ("poi bevve la rugiada"), da gesti beneducati (far passare lo scarafaggio) a un circospetto guardarsi intorno e, infine, a un volo soffice e tranquillo. |
F360 (1862) / J512 (1862)
The Soul has Bandaged moments - When too appalled to stir - She feels some ghastly Fright come up And stop to look at her - Salute her, with long fingers - The soul has moments of Escape - As do the Bee - delirious borne - The Soul's retaken moments - The Horror welcomes her, again, |
L'Anima ha momenti Bendati - Quando troppo atterrita per muoversi - Sente arrivare un qualche spaventoso Terrore Che si ferma a guardarla - E la saluta, con le lunghe dita - L'anima ha momenti di Fuga - Come fa l'Ape - spinta al delirio - Momenti in cui l'Anima viene riacciuffata - L'Orrore le dà il benvenuto, di nuovo, |
Immagini analoghe a quelle della J510-F355. Qui c'è un contrasto fra i momenti in cui l'anima sente arrivare uno spaventoso terrore, un qualcosa che sembra toccarla fisicamente (bellissima l'immagine di questa spettrale apparizione che bacia le labbra su cui indugiò l'amato), e altri in cui si libera, sfonda tutte le porte, si slancia in frenetica danza (come una bomba) e si impadronisce anche del tempo (oscilla, come un orologio, sulle ore). Ma poi ce ne sono altri di momenti. L'anima, che credeva di essere ormai libera, viene riacciuffata, condotta in ceppi (catene ai suoi piedi piumati, che volevano alzarsi in volo come un uccello e chiavistelli al suo canto) e si ritrova davanti all'orrore che credeva di aver ormai lasciato alle spalle: questi ultimi sono momenti che nessun suono umano può raccontare. |
F361 (1862) / J513 (1862)
Like Flowers, that heard the news of Dews, But never deemed the dripping prize Awaited their - low Brows - Or Bees - that thought the Summer's name Or Arctic Creatures, dimly stirred - Or Wind's bright signal to the Ear - The Heaven - unexpected come, |
Come Fiori, che udirono notizia di Rugiada, Ma non pensarono mai che il gocciolante premio Spettasse ai loro - umili Cigli - O Api - che credevano il nome dell'Estate O Artiche Creature, confusamente agitate - O il nitido segnale del Vento all'Orecchio - Il Cielo - arriva inaspettato, |
Anche qui la tecnica di elencare le similitudini di qualcosa che sarà nominato solo alla fine: il cielo, che arriva inaspettato, magari annunciato da segni che nessuno di noi può decifrare. |
F362 (1862) / J495 (1862)
It's thoughts - and just One Heart - And Old Sunshine - about - Make frugal - Ones - Content - And two or three - for Company - Upon a Holiday - Crowded - as Sacrament - Books - when the Unit - Flowers - to keep the Eyes - from going awkward - A Landscape - not so great It's thoughts - and just two Heart - |
I propri pensieri - e giusto Un Cuore - E la Vecchia Luce del Sole - intorno - Rendono - i Frugali - Contenti - E due o tre - per Compagnia - Quando è Festa - Pigiati - come a un Sacramento - Libri - quando l'Unità - Fiori - per proteggere gli Occhi - dal diventare incapaci - Un Paesaggio - non così grande I propri pensieri - e giusto due Cuori - |
Qui ED mette in pratica quello che aveva detto nella J494-F277. Dice solo la sintassi, e omette il verbo e il pronome. Molti versi enigmatici e irrisolti. In particolare i primi due della seconda strofa e gli ultimi quattro. Mi arrischio comunque a darne un'interpretazione: proviamo a leggerla come un'altra delle poesie che parlano della "Poesia". |
F363 (1862) / J337 (1862)
I know a place where Summer strives With such a practised Frost - She - each year - leads her Daisies back - Recording briefly - "Lost" - But when the South Wind stirs the Pools Into the lap of Adamant - |
Conosco un posto dove l'Estate si batte Con un Gelo tanto esperto - Che lei - ogni anno - ritira le sue Margherite - Annotando brevemente - "Perdute" - Ma quando il Vento del Sud agita gli Stagni Nel grembo Adamantino - |
Il "posto" del primo verso potrebbe essere l'estate indiana (la nostra estate di san Martino), quando il gelo dell'inverno sembra ormai aver vinto, tanto che all'estate non resta che considerare perduti i suoi fiori. Ma ecco che arriva il vento del sud, un ultimo scampolo di caldo che risveglia la natura e le dona gli ultimi colori ambrati prima della bianca uniforme invernale. |
F364 (1862) / J496 (1862)
As far from pity, as complaint - As cool to speech - as stone - As numb to Revelation As if my Trade were Bone - As far from Time - as History - To eyelids in the Sepulchre - |
Lontana dalla pietà, come il risentimento - Fredda alla parola - come la pietra - Insensibile alla Rivelazione Come se Trattassi d'Ossa - Lontana dal Tempo - come la Storia - Alle palpebre nel Sepolcro - |
Fu pubblicata per la prima volta, nel 1896, con il titolo "Asleep" - "Addormentata". In effetti è una descrizione, immaginifica alla maniera di ED, di qualcuno che sta dormendo. Lontano da tutto, insensibile ai sentimenti così come ai fenomeni naturali. Ovviamente è il sonno metaforico di chi non può, o non riesce, a uscire dalla propria gabbia. Sa che là fuori ci sono i sentimenti, le parole, l'arcobaleno, il tramonto, il sole che irrompe con i suoi colori, lo splendore delle farfalle. Ma soprattutto sa che c'è quel "yourself", che, almeno per "oggi", resterà confinato al di là, nello stesso modo in cui tutto quello che ha descritto lo è per chi è addormentato. Il "complaint" al primo verso significa sia "compianto, lamento" che "querela". Ho cercato di mantenere il più possibile entrambi i significati usando "risentimento", che è un lamentarsi accusando qualcuno o qualcosa. |
F365 (1862) / J338 (1862)
I know that He exists. Somewhere - in silence - He has hid his rare life From our gross eyes. 'Tis an instant's play - But - should the play Would not the fun |
So che Egli esiste. Da qualche parte - in silenzio - Ha nascosto la sua vita rara Al nostro occhio grossolano. È il gioco di un istante - Ma - dovesse il gioco Non sembrerebbe il divertimento |
La prima strofa, in particolare per il secco "I know" dell'inizio, sembra proclamare senza alcun dubbio l'ineluttabilità della fede nell'esistenza di un creatore ("He exists") e, perciò, di una vita immortale. Nella seconda la certezza si scolora un po', diventando una sorta di gioco a nascondino con il mistero ("instant's play", "ambush", surprise"), e nelle ultime due si fa strada un dubbio inquietante (vv. 9-12): "e se quella giocosa ricerca dovesse 'cristallizzarsi nel rigido sguardo della morte', una morte che non prelude all'eterno ma al nulla?" seguito da due domande retoriche, che contengono una risposta implicita: "se davvero andrà così la 'sorpresa' dell'ottavo verso cambierebbe completamente volto e lo sguardo rigido della morte diventerebbe il nostro, in una inconsapevole e vuota eternità." |
F366 (1862) / J497 (1862)
He strained my faith - Did he find it supple? Shook my strong trust - Did it then - yield? Hurled my belief - Wrung me - with Anguish - Stabbed - while I sued |
Egli mise a dura prova la mia fede - La trovò arrendevole? Scosse la mia solida fiducia - Essa allora - cedette? Si scagliò contro il mio credo - Mi straziò - con l'Angoscia - Pugnalata - mentre imploravo |
I due versi fra parentesi sono riportati nel manoscritto senza particolari segni che li contraddistinguano, contrariamente all'uso di ED, che tracciava di solito il segno "+" sulle parole per le quali, in fondo o ai margini della pagina, indicava delle varianti (vedi sotto l'immagine del manoscritto nei fascicoli). |
Come la J496-F364, anche questa è una immaginifica descrizione. Stavolta parliamo di fede e di tentazioni (più che di tentazioni concrete, come le intendiamo di solito, qui si tratta di dubbi, trasformati in dure prove che "Lui" si diverte ad infliggerci, senza nemmeno spiegarne la ragione). Molto bello il continuo contrasto fra la voglia di credere continuamente rinnovata e l'immagine di un dio che sembra francamente un po' sadico, che arriva a torturare, a pugnalare, a trafiggere, il piccolo "John" che vorrebbe tanto credere senza problemi, e sembra smarrito e indifeso davanti a tanta inspiegabile crudeltà. |
F367 (1862) / J339 (1862)
I tend my flowers for thee - Bright Absentee! My Fuschzia's Coral Seams Rip - while the Sower - dreams - Geraniums - tint - and spot - Carnations - tip their spice - Globe Roses - break their satin flake - Thy flower - be gay - |
Bado ai miei fiori per te - Fulgido Assente! I Bordi color Corallo della mia Fucsia Si aprono - mentre la Seminatrice - sogna - I Gerani - si tingono - e si chiazzano - I Garofani - versano i loro aromi - Bocci di Rose - spezzano fiocchi di raso - Il tuo fiore - allegro - |
Nessuno dei colori splendenti della natura, descritti con rutilante fantasia, può compensare un'assenza che rende tutto grigio e spento. |
F368 (1862) / J498 (1862)
I envy Seas, whereon He rides - I envy Spokes of Wheels Of Chariots, that Him convey - I envy Crooked Hills That gaze upon His journey - I envy Nests of Sparrows - That just abroad His Window I envy Light - that wakes Him - Yet interdict - my Blossom - |
Invidio i Mari, sui quali Egli naviga - Invidio i Raggi delle Ruote Dei Carri, che Lo trasportano - Invidio le Ondulate Colline Che scrutano il Suo viaggio - Invidio i Nidi dei Passeri - Che appena oltre la Sua Finestra Invidio la Luce - che Lo sveglia - Eppure precludo - la mia Fioritura - |
La struggente sofferenza della rinuncia, con un andamento di nostalgica ballata basata su quel "I envy" ripetuto tre volte nella prima strofa come per imprimerlo bene nella mente di chi legge, un procedimento molto "musicale", che poi ritorna a strofe alterne. Una rinuncia però molto, molto combattuta, esplicitata solo nell'ultima strofa, mentre le cinque che la precedono sono dedicate agli oggetti di quell'invidia (mai persone, sempre cose o animali - una visione dell'amato come felicemente immerso nella natura, che lo coccola, lo osserva, fa tutte le cose che vorrebbe fare Lei). E una rinuncia eticamente molto dubbia, visto che sembra scelta solo per non essere gettata nell'inferno evocato dagli ultimi due versi, in una strofa preceduta dal verso che esprime un desiderio tanto voluto quanto impossibile: "Myself - be Noon to Him -". |
F369 (1862) / J499 (1862)
Those fair - fictitious People - The Women - plucked away From our familiar Lifetime - The Men of Ivory - Those Boys and Girls, in Canvas - We trust - in places perfecter - Remembering ourselves, we trust - Of Expectation - also - Esteeming us - as Exile - |
Quelle amabili - fittizie Persone - Le Donne - strappate via Dalla nostra consueta Esistenza - Gli Uomini d'Avorio - Quei Ragazzi e Ragazze, su Tela - Noi li crediamo - in luoghi perfetti - Memori di noi, li crediamo - In Attesa - anche - Ci considerano - come in Esilio - |
ED ci vuole parlare di coloro che non sono più tra noi. Il primo verso li presenta, come fosse un titolo: "Those fair - fictitious People -", usando un aggettivo (fair) che in inglese vuol dire molte cose, come a volerne dare una connotazione positiva ma non troppo precisa, visto che non sono veri ma "fictitious". Poi inizia a concretizzarli, a descriverli: le donne strappate via dall'esistenza di tutti i giorni, gli uomini d'avorio (sembra di vederne gli austeri ritratti), ragazzi e ragazze immortalati su tela, appesi al muro a perenne memoria (qui ED suggerisce anche una variante: "Everlasting Childhood" - "Perenne Infanzia"). Quindi passa a come li vediamo, a come cerchiamo di immaginarceli, sapendo però che non riusciremo mai a soddisfare questa curiosità, se non nel momento in cui anche noi ci incammineremo sulla strada che loro hanno già percorso, e torneremo a "Casa" passando attraverso il "gentle" miracolo della morte. Forse ED non era molto sicura di questo aggettivo, o voleva accentuarne l'indeterminatezza: ha infatti indicato due varianti: "curious" e "easy". Insomma, questo miracolo della morte può essere gentile, strano o facile (o anche semplice). Ho cercato qualcosa che potesse rendere questa indeterminatezza e ho trovato "lieve", che è anche uno dei significati di "gentle". |
F370 (1862) / J500 (1862)
Within my Garden, rides a Bird Upon a single Wheel - Whose spokes a dizzy music make As 'twere a travelling Mill - He never stops, but slackens Till every spice is tasted - And He and I, perplex us But He, the best Logician, |
Nel mio Giardino, si muove un Uccello Su una singola Ruota - I cui raggi producono una musica vertiginosa Come fosse un Mulino volante - Non si ferma mai, ma rallenta Finché ogni spezia è gustata - E Lui ed io, ci chiediamo Ma Egli, migliore nella Logica, |
È appena un colibrì, un piccolo uccello che svolazza ronzando nel giardino, sorvola qualche fiore e, senza posarsi, assaggia qua e là, apprezzando le leccornie che trova al suo passaggio. Ma per ED diventa un essere quasi soprannaturale, impalpabile. Quando scompare ci si chiede se sia vero di averlo visto. Ma l'occhio "logico" del cane, che non si fa distrarre dalla fantasia, rivela subito la prova tangibile del passaggio. |
F371 (1862) / J340 (1862)
Is Bliss then, such Abyss - I must not put my foot amiss For fear I spoil my shoe? I'd rather suit my foot But Bliss, is sold just once. |
È dunque la Beatitudine, un tale Abisso - Che non debbo mettere il piede fuori posto Per paura di sciuparmi la scarpa? Io piuttosto asseconderei il piede Ma la Beatitudine, è venduta una sola volta. |
Non si deve aver paura di rischiare qualcosa per raggiungere uno scopo. Talvolta sembra che la gioia sia nascosta, dimori in un abisso nel quale è pericoloso avventurarsi, ma dobbiamo sapere che potrebbe non esserci una seconda possibilità, che una vita senza rischi è al riparo da pericoli ma è anche piatta e noiosa. |
F372 (1862) / J341 (1862)
After great pain, a formal feeling comes - The Nerves sit ceremonious, like Tombs - The stiff Heart questions "was it He, that bore," And "Yesterday, or Centuries before"? The Feet, mechanical, go round - This is the Hour of Lead - |
Dopo una grande pena, un sentimento formale subentra - I Nervi siedono cerimoniosi, come Tombe - Il Cuore irrigidito si chiede "fu proprio Lui, che soffrì," E "Ieri, o Secoli fa?" I Piedi, meccanicamente, vanno tutt'intorno - Questa è l'Ora Plumbea - |
Un dolore si insinua profondamente nel nostro intimo e provoca una sensazione di gelo paralizzante. Nell'ultimo verso le sensazioni che via via si impadroniscono del nostro animo vengono descritte con sintetica precisione, prendendo a prestito quelle che via via si succedono quando qualcuno sta morendo assiderato: il freddo che cristallizza la mente bloccandone ogni reazione, lo stupore per qualcosa che non ci aspettavamo, la rinuncia a difese che sembrano ormai vane. |
F373 (1862) / J501 (1862)
This World is not Conclusion. A sequel stands beyond - Invisible, as Music - But positive, as Sound - It beckons, and it baffles - Philosophy, dont know - And through a Riddle, at the last - Sagacity, must go - To guess it, puzzles scholars - To gain it, Men have borne Contempt of Generations And Crucifixion, shown - Faith slips - and laughs, and rallies - Blushes, if any see - Plucks at a twig of Evidence - And asks a Vane, the way - Much Gesture, from the Pulpit - Strong Hallelujahs roll - Narcotics cannot still the Tooth That nibbles at the soul - |
Questo Mondo non è Conclusione. Un seguito sta al di là - Invisibile, come la Musica - Ma concreto, come il Suono - Accenna, e sfugge - La filosofia, non lo conosce - E attraverso un Enigma, alla fine - La sagacia, deve procedere - Risolverlo, confonde gli studiosi - Per ottenerlo, gli Uomini hanno sopportato Il disprezzo di Generazioni E la Crocifissione, esibito - La fede scivola - e ride, e si ricompone - Arrossisce, se qualcuno la vede - Si aggrappa a un filo di Evidenza - E chiede alla Banderuola, la direzione - Un gran Gesticolare, dal Pulpito - Forti Alleluia si accavallano - I narcotici non possono calmare il Dente Che rode l'anima - |
Poesia bifronte. Nella prima parte un fulmineo trattato di teologia (bella la metafora della musica, la cui astrattezza è concretizzata nel suono). Sapere il seguito che sta al di là non è affare che appartenga alla filosofia (etimologicamente intesa: amore della sapienza) ma solo alla sagacia di saper risolvere intuitivamente un enigma (che, probabilmente, rimarrà sempre tale per gli uomini). Per questo gli studiosi non sanno risolverlo e, per riuscire a vincerne la resistenza, gli uomini hanno dovuto esibire una crocifissione, un prova concreta (un suono) che dimostra l'esistenza di questa cosa che sta al di là (la musica). |
F374 (1862) / J342-331 (1862)
It will be Summer - eventually. Ladies - with parasols - Sauntering Gentlemen - with Canes - And little Girls - with Dolls - Will tint the pallid landscape - The Lilacs - bending many a year - The Wild Rose - redden in the Bog - Till Summer folds her miracle - |
Sarà Estate - finalmente. Signore - con parasoli - Signori a zonzo - con Bastoni da passeggio - E Bambine - con Bambole - Coloreranno il pallido paesaggio - I Lillà - curvati dai molti anni - La Rosa Selvatica - arrosserà nello Stagno - Finché l'Estate ripiegherà il suo miracolo - |
Nell'edizione Johnson gli ultimi tre versi della quarta strofa costituiscono anche la poesia J331. Nell'edizione Franklin le due poesie sono considerate come versione "A" (corrispondente alla J331, inviata a Samuel Bowles ) e "B" (corrispondente alla J342, nei fascicoli) della F374. |
L'arrivo dell'estate, con il corollario naturale e umano che l'accompagna, è descritto con la solita fantasia di immagini nelle prime quattro strofe. Nell'ultima l'estate, non ancora arrivata, sembra già preannunciare il suo ciclico addio. |
F375 (prima vers. 1862) / J343 (prima vers. 1862)
My Reward for Being, was This - My premium - My Bliss - An Admiralty, less - A Sceptre - penniless - And Realms - just Dross - When Thrones accost my Hands - |
La Mia Ricompensa per l'Esistenza, fu Questa - Il Mio premio - la Mia Beatitudine - Un Ammiragliato, meno importante - Uno Scettro - non vale un soldo - E i Reami - solo Spazzatura - Quando i Troni si accosteranno alle mie Mani - |
F375 (seconda vers. 1863) / J343 (seconda vers. 1862)
My Reward for Being - was This - My premium - My Bliss - An Admiralty, less - A Sceptre - penniless - And Realms - just Dross. When Thrones - accost my Hands - |
La Mia Ricompensa per l'Esistenza - fu Questa. Il Mio premio - la Mia Beatitudine - Un Ammiragliato, meno importante - Uno Scettro - non vale un soldo - E i Reami - solo Spazzatura. Quando i Troni - si accosteranno alle mie Mani - |
Nulla può dar valore a un'esistenza se non l'amore, l'unica ricchezza che potrà essere "srotolata" al cospetto dei troni divini dai quali verrà emesso il giudizio finale. |
F376 (1862) / J344 (1862)
'Twas the old - road - through pain - That unfrequented - One - With many a turn - and thorn - That stops - at Heaven - This - was the Town - she passed - Wait! Look! Her little Book - Another bed - a short one - |
Era la vecchia - strada - attraverso la pena - Quella - poco battuta - Con molte svolte - e spine - Che termina - in Cielo - Questa - fu la Città - che ella attraversò - Aspetta! Guarda! Il suo piccolo Libro - Un altro letto - uno più corto - |
Il racconto di un avviarsi verso la morte, verso un luogo invisibile e misterioso, irraggiungibile dalla nostra "buona notte" ma pervaso dalla luce dell'immortalità, dove basterà un giaciglio minimo per accogliere un'anima incorporea che non occupa spazio. |
F377 (1862) / J502 (1862)
At least - to pray - is left - is left - Oh Jesus - in the Air - I know not which thy chamber is - I'm knocking - everywhere - Thou settest Earthquake in the South - |
Almeno - pregare - è rimasto - è rimasto - Oh Gesù - nell'Aria - Non so qual è la tua stanza - Sto bussando - dappertutto Tu che provochi Terremoti nel Sud - |
La disperata ricerca di un dio si infrange contro l'impalpabilità dell'aria. Il primo verso sembra collegato con il penultimo: dopo aver bussato invano (anzi, dopo esserci accorti di non trovare nemmeno la porta a cui bussare) ci rimane almeno la consolazione di poter pregare che il dio che cerchiamo serbi braccia per noi, per accoglierci quando, forse, saremo ammessi nelle sue stanze. |
F378 (1862) / J503 (1862)
Better - than Music! For I - who heard it - I was used - to the Birds - before - This - was different - 'Twas Translation - Of all tunes I knew - and more - 'Twas'nt contained - like other stanza - So - Children - told how Brooks in Eden - Children - matured - are wiser - mostly - Not such a strain - the Church - baptizes - Let me not spill - it's smallest cadence - |
Meglio - della Musica! Perché io - che lo ascoltai - Ero abituata - agli Uccelli - prima - Questo - era diverso - era la Traduzione - Di tutti i motivi che conoscevo - e ancora di più - Non era delimitato - come una qualsiasi strofa - Così - i Bambini - saputo di come i Ruscelli nell'Eden - I Bambini - maturati - sono più saggi - di solito - Non lo stesso canto - che la Chiesa - battezza - Fa' ch'io non disperda - la sua più piccola cadenza - |
Enigmatica e molto ostica da tradurre. Ci sono vari indizi che fanno pensare alla "poesia" come oggetto dei versi: è meglio, ed è una traduzione, della musica (ovvero non è musica); è una rima senza tonalità, ovvero ha i caratteri della poesia (rima) ma non quello peculiare della musica (tonalità); quei piedi che non volevano volare, che possono essere un'ardita immagine del serpente strisciante, ma anche un richiamo ai ritmi poetici (appunto "piedi"); il ribadire che non è un canto, né quello che si ascolta in chiesa in onore di un santo, né quello delle campane della redenzione; l'ultima strofa, dove ED chiede di non disperderne nemmeno una cadenza (termine musicale che si applica in genere ad una conclusione, ma che può agevolmente applicarsi anche a ritmi poetici) e ripete due volte "humming", che significa "canticchiare", ma anche "mormorare", "dire a voce bassa", con un nuovo parallelo musica-poesia. |
F379 (1862) / J333 (1862)
The Grass so little has to do - A Sphere of simple Green - With only Butterflies to brood And Bees to entertain - And stir all day to pretty Tunes And thread the Dews, all night, like Pearls - And even when it dies - to pass And then, in Sovreign Barns to dwell - |
L'Erba ha così poco da fare - Una Sfera di semplice Verde - Con solo Farfalle da covare E Api da intrattenere - E agitarsi tutto il giorno alle amabili Melodie E infilare Gocce di Rugiada, tutta le notte, come Perle - E anche quando muore - trapassare E poi, in Sovrani Fienili dimorare - |
Il testo riportato sopra fu inviato a Austin Dickinson. Un'altra copia è nei fascicoli, con modifiche nella punteggiatura e alcune varianti (riporto le due più significative): al verso 15 "gone" ("andate") al posto di "laid" (ma con "laid" come alternativa); al verso 16 "Amulets of Pine" ("Amuleti di Pino") al posto di "Spikenards, perishing". |
L'erba come simbolo della natura inconsapevole, che deve soltanto sottostare alle leggi che la governano, godere delle bellezza da cui è circondata e morire senza nulla, nemmeno la sua fine, che ne possa turbare l'esistenza. Nell'ultimo verso una mente razionale e consapevole, e perciò piena di dubbi e di domande senza risposta, guarda con invidia alla placida serenità di quell'erba. |
F380 (1862) / J334 (1862)
All the letters I can write Are not fair as this - Syllables of Velvet - Sentences of Plush, Depths of Ruby, undrained, Hid, Lip, for Thee - Play it were a Humming Bird - And just sipped - me - |
Tutte le lettere che posso scrivere Non sono belle come questo - Sillabe di Velluto - Frasi di Felpa, Abissi di Rubino, inesausti, Celàti, Labbro, a Te - Fa' come fosse un Colibrì - Che ha appena sorseggiato - me - |
Il testo riportato sopra è quello nei fascicoli. Un'altra copia, probabilmente precedente, fu inviata in un biglietto a Eudocia Converse Flynt, una cugina di Monson, il paese della madre di ED (L270). Il biglietto conteneva un fiore e, come riportato nel diario della Flynt, fu ricevuto il 21 luglio del 1862. I versi erano preceduti soltanto da "You and I, did'nt finish talking. Have you room for the sequel, in your Vase?" ("Lei ed io, non abbiamo concluso la chiacchierata. Ha spazio per il seguito, nel suo Vaso?"). |
L'inadeguatezza della parola di fronte alla bellezza di un fiore, che nella frase che precede i versi nel biglietto diventa il seguito ideale di parole che non riescono a dire tutto. |
F381 (1862) / J326 (1862)
I cannot dance upon my Toes - No Man instructed me - But oftentimes, among my mind, A Glee possesseth me, That had I Ballet knowledge - And though I had no Gown of Gauze - Nor tossed my shape in Eider Balls, Nor any know I know the Art |
Non sono capace di danzare sulle Punte - Nessuno mi ha istruito - Ma spesse volte, nella mente, Una Gioia mi possiede, Che se avessi pratica di Balletto - E anche se non ho Gonna di Tulle - Né lancio la mia figura in Balli Eterei, Né alcuno sappia che conosco l'Arte |
Il testo riportato sopra è quello nei fascicoli. Un'altra copia era acclusa a una lettera a Higginson dell'agosto 1862 (L271) con una variante al verso 11: "to" al posto di "for". |
La gioiosa esternazione della fantasia trasformata in una esibizione coreografica, con un profluvio di immagini che suggeriscono un vorticoso movimento senza fine né limiti. |
F382 (1862) / J425 (1862)
Good Morning - Midnight - I'm coming Home - Day - got tired of Me - How could I - of Him? Sunshine was a sweet place - I can look - cant I - You - are not so fair - Midnight - |
Buongiorno - Mezzanotte - Sto tornando a Casa - Il Giorno - si è stancato di Me - Come potrei Io - di Lui? La luce del sole era un dolce luogo - Posso guardare - dai - Tu - non sei così bella - Mezzanotte - |
Semplice. Senza ellissi, senza oscure metafore. Ma bellissima. Le bellezze del giorno, della vita, fanno traboccare il cuore. Ma lo fa traboccare anche quel verso: "You - are not so fair - Midnight -", semplicissimo e bellissimo come la melodia finale del "Götterdämmerung" wagneriano o l'ultima aria della Marescialla nel "Rosenkavalier" di Richard Strauss, entrambe così cariche di dolcezza e rimpianto. Così come il rovesciarsi, e il concludersi, del primo verso nell'ottavo: "Good Morning - Midnight - [...] Goodnight - Day!". |
F383 (1862) / J585 (1862)
I like to see it lap the Miles - And lick the Valleys up - And stop to feed itself at Tanks - And then - prodigious step Around a Pile of Mountains - To fit it's sides And neigh like Boanerges - |
Mi piace vederlo divorare le Miglia - E inghiottire le Valli - E fermarsi a mangiare alle Cisterne - E poi - in prodigiosa andatura Intorno a Mucchi di Montagne - Adatte ai suoi fianchi E nitrire come Boanerges - |
Divertito omaggio di ED ad una creatura del padre: il treno, paragonato a un cavallo selvaggio che scorrazza per monti e valli, che nel 1853, grazie agli sforzi di Edward Dickinson, arrivò ad Amherst nella stazione costruita a fianco di Main Street, a poca distanza dalla Homestead, dove i Dickinson sarebbero tornati nel 1855 dopo i quindici anni passati nella casa di North Pleasant Street. |
F384 (1862) / J426 (1862)
It dont sound so terrible - quite - as it did - I run it over - "Dead", Brain - "Dead". Put it in Latin - left of my school - Seems it dont shriek so - under rule. Turn it, a little - full in the face I suppose it will interrupt me some It's shrewder then |
Non suona così terribile - del tutto - come suonava - Lo ripeto più volte - "Morto", Cervello - "Morto". Detto nel Latino - rimasto dalla scuola - Non sembra così stridulo - sottoposto a regole. Voltalo, un po' - in pieno volto Suppongo vi sarà qualche interruzione È più sagace quindi |
La poesia fu scritta, quasi certamente, in occasione della morte di Frazar A. Stearns, figlio del presidente dell'Amherst College, ucciso a ventun anni in battaglia a Newbern, nel North Carolina, il 14 marzo del 1862. ED parla di questo avvenimento in due lettere di fine marzo 1862 alle cugine Louise e Frances Norcross (L255) e a Samuel Bowles (L256). In quest'ultima usa parole vicine a quelle della poesia, che chiariscono anche il senso del secondo verso e il "Murder" dell'ultimo: "Austin is chilled - by Frazer's [sic] murder - He says his Brain keeps saying over 'Frazer is killed' - 'Frazer is killed,' just as Father told it - to Him. Two or three words of lead - that dropped so deep, they keep weighing -" ("Austin è agghiacciato - dall'assassinio di Frazer - Dice che il suo Cervello va ripetendo 'Frazer è stato ucciso' - 'Frazer è stato ucciso', proprio come il babbo lo disse - a Lui. Due o tre parole di piombo - stillate nel profondo, che continuano a pesare -"). |
ED trasforma il ricordo di un amico ucciso in battaglia in una riflessione sullo scolorare del dolore, sul tempo che lenisce le ferite, ma anche sul potere del raziocinio. Passa dalla fissità delle parole funebri ripetute nel secondo verso (parole che erompono dal petto ma che poi subiscono una razionalizzazione - il latino e le sue regole, con le reminescenze scolastiche di noiose declinazioni, così estranee alla lingua inglese) al tono quasi "scherzoso" degli ultimi due, con la spiazzante immagine dell'assassinio-abito che perde le pieghe del dolore e calza a pennello. O la metafora della cosa più terribile: la tomba. Anch'essa, che, come ogni novità, sembra così enorme e senza fondo, in fin dei conti rimpiccolisce e diventa quasi familiare con l'abitudine-razionalizzazione. Le cose dolorose, che sembrano in un primo momento così enormi, basta girarle un po', spostarle leggermente, far passare un po' di tempo, e rimpiccoliscono, si velano. |
F385 (1862) / J427 (1862)
I'll clutch - and clutch - Next - One - Might be the golden touch - Could take it - Diamonds - Wait - I'm diving - just a little late - But stars - go slow - for night - I'll string you - in fine necklace - I'll show you at the Court - And - when I die - |
Afferrerò - e afferrerò - La prossima - Volta - Potrebbe essere l'aureo tocco - Capace di prenderli - I Diamanti - in Attesa - Mi immergo - appena un po' in ritardo - Ma le stelle - vanno lente - nella notte - Vi intreccerò - in eteree collane - Vi mostrerò a Corte - E - quando morirò - |
I versi diventano diamanti in attesa di mani che sappiano afferrarli e farne collane, tiare, diademi. Uno scrigno da mostrare con umile ritrosia, per far capire al cielo che quella è una ricchezza vera, coltivata nel silenzio interiore e che non ha bisogno dell'effimero splendore dell'esteriorità. |
F386 (1862) / J428 (1862)
Taking up the fair Ideal, Just to cast her down When a fracture - we discover - Or a splintered Crown - Makes the Heavens portable - And the Gods - a lie - Doubtless - "Adam" - scowled at Eden - For his perjury! Cherishing - our poor Ideal - |
Cogliere il puro Ideale, Solo per buttarlo giù Quando una frattura - scopriamo - O una Corona scheggiata - Rende portabili i Cieli - E gli Dei - una menzogna - Senza dubbio - "Adamo" - se la prese con l'Eden - Per il suo spergiuro! Serbare - il nostro povero Ideale - |
Cercare un ideale puro e bello solo per scrutarlo con occhiuta pignoleria e scoprirne i punti deboli può forse darci l'illusione di avvicinarci al cielo, di renderlo più maneggiabile dalle nostre mani mortali e, magari, di darci la soddisfazione di cogliere in fallo quegli dei tanto lontani da sembrare irraggiungibili; un po' come Adamo, che prima venne meno al giuramento e poi, invece di prendersela con se stesso, se la prese con l'Eden. |
F387 (1862) / J429 (1862)
The Moon is distant from the Sea - And yet, with Amber Hands - She leads Him - docile as a Boy - Along appointed Sands - He never misses a Degree - Oh, Signor, Thine, the Amber Hand - |
La Luna è lontana dal Mare - Eppure, con Mani d'Ambra - Lo conduce - docile come un Fanciullo - Lungo Sabbie designate - Egli non sbaglia mai un Grado - Oh, Signore, Tua, la Mano d'Ambra - |
Momento di sottomissione al volere di un "lui" che può essere Dio ma anche, più probabilmente, l'amato, visto il "Signor" del verso 9, un italianismo che fa pensare di più a un "Signore" concreto. Poesia limpida, senza sbalzi, tranquilla come la marea che docilmente va e viene. Belli il settimo e l'ottavo verso, con quel "just so far" ripetuto che suggerisce l'idea dell'obbedienza senza ripensamenti, né all'andata né al ritorno, e senza sbavature: "He never misses a Degree". |
F388 (1862) / J430 (1862)
It would never be Common - more - I said - Difference - had begun - Many a bitterness - had been - But that old sort - was done - Or - if it sometime - showed - as 'twill - I'd so much joy - I told it - Red - I walked - as wings - my body bore - I put my pleasure all abroad - When - suddenly - my Riches shrank - I clutched at sounds - The Sackcloth - hangs upon the nail - |
Non sarebbe più stato Normale - mai più - dissi - La diversità - era iniziata - Molta amarezza - c'era stata - Ma quel vecchio modo di essere - era finito - O - se talvolta - riappariva - come succede - Avevo così tanta gioia - che esprimevo - col Rosso - Camminavo - come se ali - sorreggessero il corpo - Spargevo piacere tutt'intorno - Ma - d'un tratto - le Ricchezze si prosciugarono - Mi aggrappai ai suoni - Il Saio - pende dal chiodo - |
L'alternarsi di gioie e dolori raccontata con inusuale lunghezza. Le prime cinque strofe descrivono un periodo prolungato di felicità, appena venato da fuggevoli ansie (vv. 5-6); la fine di questo periodo felice è compresso in una sola strofa, quasi a rendere palese il "suddenly" del verso 21; nella penultima strofa lo smarrimento per quegli "aurei percorsi", sui quali si riaffaccia prepotente il deserto; nell'ultima l'amara constatazione che ciò che è rimasto è solo il saio delle penitenza e la struggente nostalgia dei due ultimi versi, dove la felicità passata è nelle due bellissime immagini del "momento di broccato" e della "goccia d'India". |
F389 (1862) / J431 (1862)
Me - Come! My dazzled face In such a shining place! Me - hear! My foreign Ear The sounds of Welcome - there! The Saints forget My Holiday, shall be |
Io - Vengo! Il mio volto abbagliato In un luogo così splendente! Io - ascolto! Il mio Orecchio straniero I suoni di Benvenuto - là! I Santi dimenticano La mia Festa, sarà |
La prima strofa riprende un versetto dell'Apocalisse: "Lo Spirito e la Sposa dicono: 'Vieni!'. E chi ascolta dica pure: 'Vieni!'. Chi ha sete venga, e colui che ne vuole prenda gratuitamente l'acqua di vita!" e lo trasforma in una risposta: eccomi, sono io che vengo in questi splendidi luoghi, che ascolto, col mio orecchio straniero il benvenuto dell'aldilà. È una strofa che parla dell'alto, di ciò che ci aspetta nell'aldilà. L'ultima invece ci riporta in basso: sono sì abbagliata dallo splendore del cielo, ma la mia festa sarà la consapevolezza che chi rimane giù mi ricorderà, che la mia fama correrà di bocca in bocca, che tutti pronunceranno il mio nome. Fra le due, una strofa di due versi simmetrici che collegano l'alto e il basso: i santi là in alto che dimenticano i nostri umili piedi qui in basso. La metafora alto-basso /paradiso-terra diventa anche fisica: il mio volto e il mio orecchio saranno in cielo, i piedi rimangono giù. |
F390 (1862) / J432 (1862)
Do People moulder equally, They bury, in the Grave? I do believe a species As positively live As I, who testify it I say to you, said Jesus, I need no further Argue - |
In polvere allo stesso modo, Quelli sepolti, nella Tomba? Io credo ve ne siano Di assolutamente vivi Come me, che lo attesto Vi dico, disse Gesù, Non ho bisogno di Discutere oltre - |
Sorella della precedente, ma più articolata. Con le solite sorprese dickinsoniane: come provo che sono viva? Semplice: respiro a pieni polmoni l'aria, che prendo dagli incommensurabili serbatoi ("tanks") là in alto, sulla mia testa; a ben vedere, nella sua stranezza, è un'affermazione profondamente religiosa: la vita, con la metafora dell'aria che respiriamo e di cui ci riempiamo i polmoni, ci viene da lassù, da qualcosa che sta molto più in alto della nostra testa, ma, nello stesso tempo, dà una concretezza quasi materialista al soffio divino. E quell'affermazione: Gesù ha detto così, non cominciamo a cavillare, temperata però da quell'"If Jesus was sincere" che getta un'ombra di dubbio sul netto verso successivo. Il finale fulminante: che cos'è l'immortalità se non "la morte della morte"? fa venire in mente l'ultimo verso del sonetto 146 di Shakespeare: "And death once dead, there's no more dying then." ("E una volta morta la morte, non ci sarà più il morire."). |
F391 (prima vers. 1862) / J433 (prima vers. 1862)
Knows how to forget! But - could she teach - it? 'Tis the Art, most of all, I should like to know - Long, at it's Greek - Mould my slow mind to this Comprehension - How to forget! |
Sa come dimenticare! Ma - saprebbe insegnarlo? È l'Arte, che più di ogni altra, Mi piacerebbe conoscere - Bramo, al suo Greco - Modello la mia lenta mente a questa Comprensione - Come dimenticare! |
F391 (seconda vers. 1865) / J433 (seconda vers. 1865)
Knows how to forget! But could It teach it? Easiest of Arts, they say When one learn how Dull Hearts have died I went to School "How to forget"! Is it in a Book? If it be invention |
Sa come dimenticare! Ma saprebbe insegnarlo? La più facile delle Arti, si dice Quando si impara come Malinconici Cuori sono morti Sono andata a Scuola "Come dimenticare!" Sta in un Libro? Se è un'invenzione |
È molto difficile, forse impossibile, imparare l'arte di dimenticare. |
F392 (1862) / J586 (1862)
We talked as Girls do - Fond, and late - We speculated fair, on every subject, but the Grave - Of our's, none affair - We handled Destinies, as cool - But fondest, dwelt upon Ourself We parted with a contract |
Chiacchieravamo come fanno le Ragazze - Spensierate, e fino a tardi - Speculavamo in armonia, su qualsiasi cosa, tranne la Tomba - Non era affar nostro - Maneggiavamo Destini, freddamente - Ma ancor più spensierate, ci soffermavamo su Noi stesse - Ci separammo con il patto |
Il dolce ricordo di un'amicizia finita, probabilmente, con una morte prematura (vedi l'ultimo verso). Ma anche la nostalgia degli spensierati sogni della giovinezza, quando si pensa di avere i destini del mondo nelle proprie mani ("As we - Disposers - be -"), si fantastica sul futuro e la tomba sembra essere un qualcosa di totalmente estraneo. |
F393 (1862) / J587 (1862)
Empty my Heart, of Thee - It's single Artery - Begin, and leave Thee out - Simply Extinction's Date - Much Billow hath the Sea - Erase the Root - no Tree - |
Svuota il mio Cuore, di Te - La sua unica Arteria - Inizia, e tralascia Te - Semplicemente la Data d'Estinzione - Molte Ondate ha il Mare - Cancella la Radice - niente Albero - |
Svuota il mio cuore di te, che sei la sua unica arteria vitale, inizia a uscire da me e questa sarà semplicemente la data dell'estinzione di me stessa. |
F394 (1862) / J588 (1862)
I cried at Pity - not at Pain - I heard a Woman say "Poor Child" - and something in her voice Convinced me - of me - So long I fainted, to myself To sometimes hear "Rich people" buy - But not to touch, or wish for, I wish I knew that Woman's name - She's "sorry I am dead" - again - |
Piangevo di Pietà - non di Pena - Udii una Donna dire "Povera Bambina" - e qualcosa nella sua voce Me ne fece - convinta - Tanto a lungo languii, che a me Talvolta sentire che i "Ricchi" lo comprano - Ma senza poterlo toccare, o desiderare, Vorrei sapere il nome di quella Donna - Ancora - che le "spiace ch'io sia morta" - |
Non ci si rende subito conto della presenza del dolore. Talvolta si piange senza sapere bene perché, finché qualcuno, o qualcosa dentro di noi, non ci mette davanti alla dura realtà. A quel punto, se non si riesce a reagire, la vita diventa un continuo languore, un pensare che la felicità appartenga solo agli altri, come vedere giocattoli senza poterli toccare e nemmeno desiderare, e sapere che sono doni che spettano solo a chi è riuscito a vivere sapendo distinguere i colori, e non soltanto vedendo grigio e rammaricandosi del proprio destino. Se non si riesce a reagire, l'unica difesa è l'abbandono, il dormire facendosi cullare dal proprio dolore. Ma anche il rifiuto di sapere, come se il dolore meno consapevole fosse più facile da sopportare. |
F395 (1862) / J336 (1862)
The face I carry with me - last - When I go out of Time - To take my Rank - by - in the West - That face - will just be thine - I'll hand it to the Angel - He'll take it - scan it - step aside - And then - he'll turn me round and round - |
Il volto che porterò con me - da ultimo - Quando uscirò dal Tempo - Per prendere il mio Posto - oltre - a Occidente - Quel volto - sarà solo il tuo - Lo porgerò all'Angelo - Lo prenderà - lo esaminerà - si apparterà - E poi - mi farà girare in cerchio - |
L'amore custodito per tutta la vita sarà l'unico bagaglio da portare con sé nel viaggio verso l'eternità, il solo che potrà farci meritare la corona concessa a coloro che sono considerati degni di entrare nel regno dei cieli. |
F396 (1862) / J1725 (?)
I took one Draught of Life - I'll tell you what I paid - Precisely an existence - The market price, they said. They weighed me, Dust by Dust - |
Presi un Sorso di Vita - Vi dirò quanto l'ho pagato - Esattamente un'esistenza - Il prezzo di mercato, dicevano. Mi pesarono, Granello per Granello - |
Franklin annota: "Databile all'autunno 1862, nel Fascicolo 20, su un foglio dato da Martha Bianchi a Herbert F. Jenkins nel 1929 (perduto). La trascrizione è di Mabel Todd." |
Il senso dei versi può essere riassunto in due frasi, apparentemente opposte ma, in fin dei conti, speculari: "per tutti i dolori della vita il premio è un istante di felicità" oppure "il prezzo di un istante di felicità è il dolore di una vita". Nella prima strofa siamo più dalle parti della seconda frase: "ho preso un sorso di vita e l'ho pagato un'esistenza, un costo esorbitante ma che mi dicono sia il prezzo di mercato" (ovvero quasi sempre nella vita si paga un prezzo così esorbitante). Nella seconda sembra più plausibile la prima frase: "soppesarono la mia vita e valutarono che un singolo grammo di cielo sarebbe bastato per pagarla". |
F397 (1862) / J1761 (?)
A train went through a burial gate, A bird broke forth and sang, And trilled, and quivered, and shook his throat Till all the churchyard rang; And then adjusted his little notes, |
Un corteo attraversava un funebre cancello, Un uccello venne improvviso e cantò, E trillò, e vibrò, e si agitò la sua gola Finché tutto il camposanto ne risuonò; E poi aggiustò le sue piccole note, |
Secondo Franklin la poesia era compresa nel Fascicolo 20, in un foglio, ora perduto, dato da Martha Bianchi a Herbert F. Jenkins. Il testo è quello dell'edizione delle poesie del 1890. |
L'uccello, che si sente in dovere di dare addio agli uomini che lasciano la vita, è anche la natura che continua il suo ciclo, magari fermandosi un istante a salutare un suo abitante che se ne va. |
F398 (1862) / J364 (1862)
The Morning after Wo - 'Tis frequently the Way - Surpasses all that rose before - For utter Jubilee - As Nature did not Care - The Birds declaim their Tunes - On here and there - a creature - |
Il Mattino dopo il Dolore - Di frequente accade così - Supera tutti quelli levatisi prima - Per Giubilo assoluto - Come se la Natura fosse Indifferente - Gli Uccelli declamano le loro Melodie - Qua e là - su una creatura - |
La natura è indifferente ai dolori umani, anzi, sembra quasi che si diverta a far sorgere il suo mattino più bello proprio quando la sofferenza, appena passata, si rinnova in tutta la sua ampiezza (vedi anche la J362-F636). |
F399 (1862) / J524 (1862)
Departed - to the Judgment - A Mighty - Afternoon - Great Clouds - like Ushers - leaning - Creation - looking on - The Flesh - Surrendered - Cancelled - |
Partiti - per il Giudizio - Un Possente - Pomeriggio - Grandi Nubi - come Uscieri - s'inchinano - La Creazione - sta a guardare - La Carne - Arresa - Cancellata - |
Due strofe come due pennellate che descrivono con potente sintesi il momento della morte. |
F400 (1862) / J525 (1862)
I think the Hemlock likes to stand Upon a Marge of Snow - It suits his own Austerity - And satisfies an awe That men, must slake in Wilderness - The Hemlock's nature thrives - on cold - To satin Races - he is nought - |
Penso che all'Abete piaccia stare Su un Margine di Neve - Si addice alla sua Austerità - E soddisfa lo sgomento Che gli uomini, debbono dissetare nella Selva - La natura dell'Abete prospera - nel freddo - Per le Razze di raso - egli è un nulla - |
Il freddo, il gelo, è riservato all'abete, che, per la sua natura, ama il gelido fischio dei venti del nord e la neve sulla quale si erge maestoso. Gli uomini, di fronte alla natura selvaggia provano un timore reverenziale, ma sono anche attirati dal suo grigiore, dalla sua nuda potenza. L'ultima strofa corregge la generalizzazione del "men" al verso 5: non ci sono solo le "razze di raso", quelle che vivono negli agi simboleggiati dal clima temperato, ma anche quelle che sotto lontani abeti giocano e gareggiano, condividendo con essi i rigori di un inverno che là si identifica con la normalità. |